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Sarebbe stata l'ennesima "spedizione" complicata, quella che avrebbe avuto inizio tra un paio d'ore, ed ero infatti ancora presa dai preparativi.
Mi ero trasferita temporaneamente a Baias, per la primavera, alla villa di mio zio. Cioè, per meglio dire, zio acquisito. Elv aveva in realtà sposato mia zia, di solo dieci anni più grande di me, tanto da considerarci quasi cugine, tanto era giovane. Avevo accettato questa vacanza premio per essere più vicina al mare e svolgere meglio le mie ricerche di biologa marina, ma l'unico dettaglio che probabilmente non mi sarebbe andato giù era sapere che Elv fosse un rinomato cacciatore di squali. Temevo che anche questo avrebbe creato dei problemi, nella mia permanenza. Avevo detto di dover analizzare dei componenti della barriera corallina, reperendo alcuni piccoli campioni e lui aveva accettato di accompagnarmi. Sapevo però che avremmo finito per litigare. Speravo solo che, prima o poi, le cose sarebbero cambiate e che lui avrebbe capito quanto fosse sbagliato ciò che faceva. Era sbagliato da ogni punto di vista, etico e morale e davvero mi auguravo che Elv avrebbe accettato di mettersi nei miei panni. Non che lo conoscessi da molto, beninteso, ma ero certa che presto o tardi avrei trovato l'espediente giusto per fargli cambiare idea, dovevo solo avere pazienza.https://uploads.tapatalk-cdn.com/202...658f352704.jpg Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Un letto...un letto morbido e confortevole, non che non ne avessi avuto in quei mesi precedenti ma il letto proprio era tutt’altro.
Sulla pelle il fresco lino aveva un effetto rigenerante, avevo lasciato accesso un lume, avevo timore ad addormentarmi, qualcosa potesse accadere nuovamente. Era strano, la ciurma della Santa Caterina era stata designata a grandi onori mentre prima erano dei manigoldi e sentivo il rumore della nave volante sopra il Palazzo. Eh il nostro capitano...ehm scusate...il neo Duca dormiva a pochi metri dalle stanze riservate ai De Bastian. Quella giornata della sua incoronazione era stata spumeggiante, il suo volto era raggiante, ma il Fiore Azzurro non era stato trovato. Osservai la mia mano sofferente, avevo ancora l’anello di fidanzamento, come una moglie silenziosa lo avevo seguito, protetto, avevo sofferto per il suo mancato affetto e certo non mi sentivo una Penelope che vede il suo Ulisse ritornare a casa. Avrei voluto andare da Lui, sentirmi sicura, parlargli ma Lui...Lui mi aveva trattato nei peggiori dei modi in quel lungo viaggio. La mia famiglia e, soprattutto Nonno Mandus, era adirato con il neo duca Guisgard per non avermi protetto,come le nostre famiglie ci avevano unito dalla nascita. Petronilla mi raccontò di una diatriba tra mio nonno e mio padre e Lui, il fatto che la loro amata figliola e nipote aveva vissuto in quella gabbia dorata sperando nel suo ritorno e Lui quasi la rifiutò nella nave e molto più scandaloso ed offensivo non si era preso cura della futura moglie. D’ altronde era chiaro che essendo stato nominato Duca quel matrimonio sancito tra loro e il Duca Taddeo l’Austero era valido e reale. Al sapere di queste notizie il mio animo si rattristò, non aveva mai mostrato il minimo interesse verso di me, eppure era realtà. Avevo vissuto per anni con la foto di un bambino quasi più grande di me, avevo immaginato come poteva essere, se quegli occhi azzurri erano diventati più vispi e vividi e quando lo vidi uscire da quella nave volante quasi stavo per svenire. Tutti quegli anni a pazientare, il fatto di essergli sempre stata fedele come una Granduchessa doveva fare per il proprio marito avevano creato un vortice nel mio corpo. Devo ammettere di essere sempre stata spaventata dal fatto potesse essersi imbruttito, ma io lo amavo da quella foto e vederlo bello come il Sole, spavaldo ed audace mi rese fiera di poter essere moglie di un uomo di quella staffa. Ebbene si cari lettori, in silenzio rimasi ad amarlo nonostante palesemente mostrava il suo odio verso me….ma come mi insegnarono mi comportai da vera futura regnante taddeide. E non scordiamo da meno che un taddeide rischia pure la famosa “Gioia dei Taddei”, anche se poco credevo alle superstizioni. Chissà a cosa stava pensando il mio duca e capitano nella sua stanza. L’ intervento di mia madre fu propizio, ovviamente dopo aver accasato tutte le figlie quale miglior partito per la figlia minore; ma ella notava la tristezza nel mio volto e così mio padre e nonno Mandus mandarono una missiva nella stanza del nuovo duca Guisgard dove riferivano che ogni dissapore era scomparso in famiglia grazie all’ intervento della duchessa Altea de Bastian, la quale ogni giorno era più triste per la mancanza di Sua Signoria il Duca e sapeva di non essere la benvoluta da parte Sua ed aspettava un Suo accenno….e così via...tutta questa diplomaticità, non sapevano nemmeno ci davamo del “tu”. Ma volevo parlare con una vera donna….un uomo si conquistava con altre armi altro che con le lacrime e “Madame Sybille” era sempre la donna ideale. Scrissi un biglietto da far pervenire alla donna che era nel Palazzo Taddeide, visto si era fatta come nuovo amante un certo Conte de Bruges e certo non volevo entrare in stanza e coglierli in...peccato..se cosi si vuol dire. Il biglietto fu dato a Petronilla “Di al vecchio maggiordomo Sebastian di portarlo a Lady Sybille e non fare quella faccia innorridita e guai se lo racconti ai miei familiari”. Mentre aspettavo vidi passare veloce un uccello...era Matiz, che faceva da queste parti, forse andava dalla ciurma e mi affacciai al balcone ad osservare la nave volante sopra il Palazzo. https://i.pinimg.com/originals/8b/8e...6617dbd9ea.jpg |
In piedi davanti alla grande scrivania delle studio di mio padre, il silenzio era spezzato unicamente dalla voce del presentatore televisivo che annunciava il figlio del compianto Guisgard.
Scoccai un'occhiata alla tv, osservando il ragazzo entrare nello studio. Successivamente, i miei occhi ricaddero sugli appunti di mio padre. Erano gli ultimi che era riuscito a prendere da quando, ormai dodici anni prima, era morto. Ascoltai l'attore fin quando non vociferò della Maledizione che tormentava i Taddei, oggetto del mio interesse da quando, sei mesi fa, avevo scoperto i fascicoli tenuti in una camera nascosta nella mia ampia villa londinese. Poi, quando il presentatore gli domandò se temesse per la sua vita, afferrai il telecomando e spensi la televisione. Mio padre Richard, archeologo da sempre affascinato dai misteri e dall'avventura, aveva diversi scatoloni in cui erano contenuti manuali, passaporti, e libri sulla mitologia. Nello studio di mio padre, decisi quindi di continuare le mie ricerche e andare, ulteriormente, contro i pensieri di chi volevano vedermi come una folle fanatica. https://i.ibb.co/CV6m7kV/Queenie.jpg |
Dovevo frenare l'entusiasmo, questo era certo.
Ancora non sapevo perché il nuovo rettore mi avesse convocato nel suo ufficio. Potevano esserci mille motivi, no? Non era necessariamente legato alla ricerca che gli avevo sottoposto giorni fa. Erano più di 10 anni che avevo la cattedra di Professore Ordinario all'Università Cattolica di Afragolopolis, eppure ancora non ero riuscita a partire per quel viaggio. Oh sì, avevo guidato tante altre spedizioni, certo. Ma se provavavo a nominare i Geniti, la mia credibilità scricchiolava, i fondi finivano immediatamente e dovevo continuare a indagare di nascosto. Fa niente che avessi trovato le prove dell'esistenza di questa civiltà, e che una spedizione avrebbe potuto essere una svolta nella storia dell'umanità. Ma no, diamo pure della pazza alla professoressa Thrit di Antichità Flegee. Dopotutto, cosa volete che ne sappia lei, no? Non studia queste cose da tutta la vita, no, figuriamoci. Non è partita per decine di spedizioni ed è famosa in tutto il mondo accademico per le sue scoperte. Ma figuriamoci, io qui scaldo la scrivania, no? Ecco, speriamo che il nuovo rettore sia di un altro avviso, perché il vecchio bacucco andato in pensione da poco di certo aveva una mentalità così ristretta che non ci sarebbe passato uno spillo. Guardo di nuovo la presentazione che ho mandato per e-mail al rettore, la sfoglio, e sospiro, immaginando come sarebbe essere davvero lì. La verità era che la mia vita senza spedizioni avventurose alla ricerca di questo o quel reperto sarebbe stata troppo noiosa per i miei gusti, erano le spedizioni che mi davano la giusta adrenalina, per affrontare i lunghi mesi fatti di lezioni, esami e tesi di laurea di specializzandi che spesso non sapevano bene dove sbattere la testa. Anche se, dovevo ammetterlo, nel corso di Antichità Flgee trovavo sempre ragazzi motivati e interessati a scoprire i segreti di queste civiltà spolte. Non come quando mi è capitato di tenere corsi come Antichità Classiche, Storia Greca o Storia Romana, tutti pieni di matricole allo sbaraglio che non sapevano nemmeno come si erano ritrovati lì. Sì, lo so che dovrei avere una maggiore considerazione dei miei poveri studenti, ma non ho pazienza, non ho per niente pazienza, e insegno perché è l'unico modo che mi permette di veder finanziate le mie spedizioni. Sorrisi, guardando fuori dalla finestra del mio studio. Forse quella era la volta buona. https://i.imgur.com/sib5X7x.jpg |
Queennie entrò nello studio di suo padre, trovando quel senso di confusione e di disordine quasi patologico che regnava da sempre in quella stanza.
Fra libri gettati qui e là, antichi cimeli, disegni e cartine vecchie almeno di un quarto di secolo si sentiva ancora quell'atmosfera da romanzo d'appendice, che sembrava raffigurare suo padre nel migliore dei modi. La ragazza cominciò così a rovistare fra scatole impolverate, borselli da viaggio e cartelline consumate dal tempo. Infine trovò qualcosa. Si trattava di un dossier, o meglio, di una sorta di diario nel quale suo padre aveva raccolto informazioni e notizie di vario tipo circa l'antica maledizione dei Taddei. Da quel libretto, più che fatti, erano elencati nomi di vari personaggi vicini soprattutto al famoso attore morto. Un nome troneggiava su altri, quello di un monaco, un certo Nakakata, maestro del celebre divo. |
Era una giornata non certo calda sul molo, sebbene il Sole fosse alto.
Un vento deciso sferzava le onde, cullando le diverse barche ormeggiate nel porto di Baias. La villetta di Arow ed Elv, sposati solo da pochi mesi, sorgeva su un basso promontorio che dagli scogli saliva lungo il litorale, avendo così un meraviglioso panorama sul porto della città. Gwen era giunta da pochi giorni, abbastanza quindi per rendersi conto di come il suo acquisito zio si guadagnasse da vivere. Ora il giovane uomo era proprio al porto, intento a preparare la sua imbarcazione, pronta per una nuova spedizione in caccia di squali. Arow infatti aveva detto a sua nipote che il marito si era guadagnato un nuovo lavoro. Infatti il direttore di una nota località balnerare, non lontana da lì, lo aveva incaricato di cacciare un esemplare di squale avvistato da alcuni bagnanti in quelle acque. |
Dai vetri si poteva scorgere quell'angolo del palazzo, circondato davverde brughiera e sottostante un cielo dai colori crepuscolari.
Altea vide quell'uccello. Il blu che pareva risplendere nel chiarore che lottava contro l'incedere dell'imbrunire, quelle piume dai riflessi cangiati e l'eleganza di librarsi nel sibilo silente delle brezze australi. Altea lo riconobbe, era Matiz. Secondo la leggenda vedere l'uccello blu era segno di fatti nuovi, importanti per il casato dei nobili Taddei. Matiz svolazzò fra le merlature e poi si adagiò su un comignolo. |
Come se le anticipazioni sul lavoro di Elv non bastassero, Arow mi aveva avvisata del nuovo lavoro che gli avevano assegnato.
Ritenevo sempre più sbagliata questa cosa, era inconcepibile, temevo sì di risultare ingrata, vista la loro ospitalità, ma proprio non ce la facevo ad accettare questa situazione, in quanto persona ed in quanto biologa. Presi un profondo respiro, chiusi il borsone che avevo preparato ed uscii, per raggiungerlo al porto. La giornata era assolata, l'aria sapeva di salsedine e cercai di godermi quelle sensazioni per migliorare il mio umore, il quale davvero non era granché. Il panorama era bellissimo, si scorgeva tutto il litorale e decisamente era più bello passare qui l'inizio della primavera, piuttosto che nel grigiore cittadino. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Sullo sfondo vidi la brughiera coi suoi misteri lontani, quelle leggende nefaste.
Matiz volava fiero della sua bellezza, rimasi perplessa ad osservarla e mi sporsi sul davanzale. Danzava nel cielo Matiz e quale nuova notizia avrebbe portato alla famiglia dei Taddei. Poi vidi che si posò elegantemente sopra un comignolo, come un segno...e cercai di capire in che punto si era posato. "Matiz" dissi con voce leggera, in modo di non spaventare il misterioso uccello. |
Destresya lasciò il suo ufficio per raggiungere quello del nuovo rettore.
Di lui aveva sentito parlare alcuni inservienti. Era abbastanza giovane, brillante e di ampie vedute. Così dicevano. Dopo qualche istante la bella professoressa era nell'ufficio del rettore. "La professoressa Destresya Thrit, immagino..." disse guardandola "... giusto?" Con fare garbato, per poi alzarsi e poegerle la mano. "Prego, si accomodi. Non ci siamo ancora presentati..." sorridendo "... sono il dottor Roan, molto lieto." Fissandola. https://i.pinimg.com/originals/47/87...1322a99bcf.jpg |
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