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“Dobbiamo scoprire questo...” disse Alvis ad Altea “... scoprire se è frutto del caso, oppure se qualcuno lascia volontariamente questi segni affinchè altri li leggano e comprendano...” poi a quella nuova domanda di Altea restò sorpreso “... gioco d'azzardo? Ma sei strana, sai? Io ti parlo di queste cose e tu continui a farmi queste domande... no, non amo giocare d'azzardo... non lo faccio mai... perchè?”
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Ci trovammo finalmente alla fessura e ci mettemmo a guardare da dietro e quello che vedemmo ci lasciò completamente senza parole. Una specie di ordine di monaci incappucciati, tenendo in mano una candela, intonavano canti e lamenti. "Per tutti i fulmini" esclamai a voce bassissima. "E questi chi sono? Che ci fanno qui?" chiesi curiosa.
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Icarius sorrise a Clio e poi annuì.
“Bene...” disse “... come desideri.” Allora raggiunsero un ampio salone, dove lui chiese a suo zio di portare loro del tè caldo con dei pasticcini. “Chiedo scusa se ho le mani impasticciate, ma ero a dipingere, come hai visto e quindi sono gli inconvenienti del mestiere.” Ridendo. |
Gwen si avvicinò alla porta dell'ufficio e sentì delle voci giungere dall'interno.
“Beh, non è certo colpa mia...” disse il primario “... si vede che quella Bibbia sarà andata perduta...” “Forse...” uno dei tre uomini “... ma potrebbe essere invece finita nelle mani di qualcuno... è troppo rischioso...” “Mi avete detto che le note erano in Aramaico, no?” Il primario. “Quindi nessuno, se non uno specialista, potrebbe decifrarle. Non c'è pericolo.” “E' troppo rischioso.” Ribadì l'uomo con gli occhiali scuri. “Se quella Bibbia ci causerà dei guai, lei perderà il suo posto qui... e di certo non potrà lavorare in nessun altro ospedale del paese.” |
Alvis parlava con fervore..."Certo...e io voglio aiutarti ma dobbiamo trovare qualcuno possa farci capire il perchè di tutto questo...se vi è qualcuno in questi posti che abbia gli stessi nostri pensieri e si batta o battono per questo" poi la sua risposta e avvampai...non sapevo se di collera o di sorpresa...dovevo prendere la situazione di petto..non avevo certo sbagliato auto quando ero salita..."Allora...vediamo a che giochetto stiamo giocando" avvicinandomi a lui.."Tu non sei l' uomo mi ha salvato all' Orchidea Blu...lui mi ha dato una rosa e mi ha dato i soldi vincendo la roulette. Io ti sto dando la mia fiducia, Alvis, ma tu ora devi dirmi la verità..chi era quell' uomo mascherato? No...non ho sete di vendetta...solo che...penso di essermi innamorata di lui...ti prego dimmi chi è, non ti abbandonerò nella tua ricerca" ammorbidendo il mio viso in un sorriso.
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Sorrisi ad Icarius, e lo seguii in quel salone.
Sorrisi appena a quelle parole. "Si beh.." osservando le mie mani lievemente sporche, dopo aver accarezzato le sue. "Non fa niente, anzi..." diedi un'occhiata al quadro, e poi tornai a guardare Icarius. "Era quella la modella che dovevi incontrare?" Guardando dove prima c'era la ragazza "È molto bella.." con un timido sorriso. |
Ascoltai tutta la conversazione.
Lo sapevo! Lo avevo detto ad Elv fin dal primo momento! E sicuramente, Mondo ne sapeva qualcosa, lo aveva scritto in faccia. Soltanto, speravo che non rischiasse. Mi sarebbe davvero dispiaciuto se gli fosse accaduto qualcosa. Inoltre, a questo punto, ero felice che non fosse più in nostro possesso, visto quanto poteva essere rischioso. A quel punto scesi giù, lasciai l'ospedale e mi diressi verso casa, un po' a pezzi per non sapere dove avrei potuto contattare Elv. Dove lo andavo a scovare in una città così grande, che per giunta lui non conosceva? Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
“Non ne ho idea...” disse piano Marios a Nyoko “... forse una specie di congrega...” fissando quell'irreale cerimonia “... l'importante ora che non si accorgano di noi...”
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"Giusto" dissi fissandoli ancora. "Cosa facciamo?" dissi allora guardandolo. Certo, bon non potevamo certo buttarci nella mischia allegri e spensierati come nulla fosse. Ci doveva essere un altro modo per passare in osservati.
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Alvis si vide Altea vicinissima a lui.
Quasi a sfidarlo direttamente. “Io non capisco...” disse all'inizio, per poi comprendere che lei era troppo determinata per accontentarsi del suo stupore “... e va bene... va bene, non negherò... tanto l'hai capito da sola...” |
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