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Il pastore, a quelle parole di Talia, alzò gli occhi verso il monte Summus.
“Questa zona è battuta dall’uomo sin dalla più remota antichità, milady…” disse “… da quando, forse, l’uomo cominciò a sfruttare la terra per sopravvivere… è una zona bassa, fertile e al riparo dai venti secchi. I pascoli sono floridi e ruscelli freschi e incontaminati scendono a valle a fecondare il suolo… per questo è chiamata ai Piedi di Cristo, perché è come se fosse al riparo da tutto…” Guisgard si guardò intorno. “Giungono spesso stranieri da queste parti?” Domandò al pastore. “E’ una zona che segna un crocevia tra il Nord e il Sud…” rispose questi “… non è dunque raro che forestieri attraversino queste terre.” “E voi ne avete visti negli ultimi tempi?” “Forse un paio.” “Vi era un cavaliere tra quelli?” “Un cavaliere?” Fissandolo il pastore. “Intendete come voi, signore?” “Si, come me…” “Io no… no di certo… ma forse potrebbero essere giunti…” massaggiandosi la barba incolta il pastore “… forse per la Festa delle Candele… si, spesso i soldati di ventura vengono qui per quella festa… non per devozione religiosa, ma per bere, mangiare e conquistare qualche pastorella…” Guisgard restò in silenzio. Lui cercava un cavaliere. E forse poteva essere giunto davvero in quella terra. “Dove si terrà questa festa?” “Proseguite seguendo sempre la strada, cavaliere…” spiegò il pastore “… alla fine troverete il villaggio… lì si celebrerà la Festa delle Candele.” “Grazie…” con tono cupo Guisgard “… vieni, cavalchiamo da un bel pò…” voltandosi verso Talia “… giunti al villaggio potrai riposarti…” e spronò il suo cavallo. |
Reas mi prese la mano per rassicurarmi...."Non mi sento triste..ovvero la mia tristezza è dovuta al fatto di essere rinchiusa come una prigioniera e non so per quale reato ...la Regina presto sarà con le sue dame di compagnia?" mi rasserenai "D'accordo, ella è persona di animo nobile e gradisco la Sua compagnia".
Improvvisamente il capitano della guardia mi propose una camminata fuori dal castello...non potevo crederci..avrei potuto vedere quella città in tutta quiete, assaporarne in tranquillità tutta la sua bellezza. "Vi ringrazio milord, accetto volentieri questo vostro invito, arrivai qui come prigioniera e l'unico ricordo che ho di essa erano gli insulti dei cittadini". |
Nogros mi portava via da Lady Shoyo.. Non avrei mai potuto ringraziarlo.. Mi aveva salvato talmente tante volte il collo.. Ma mentre mi portava via guardai disperato la mela e la chiave.. Poi appena fummo fuori dalla portata di Lady Shoyo gli dissi:
<<Era la chiave! L'abbiamo trovata! Anzi l'ho trovata! Possiamo aprire il sarcofago ora!>> Lo guardai intensamente.. |
Strane statue e animali di tutte le razze erano com trofei appesi alle mura, avrei voluto le teste di slcuni uomini...sarebbero state piu' appropiate, tirai su le gonne e allungai il passo sino a quando piano piano incominciai a rallentarlo...........e alla fine Tya si presento' ...." Mia cara, volevo infatti ringraziarvi per la scelta degli abiti, anzi volevo ringraziare la persona che vi ha chiesto di curare la mia persona....ho come la sensazione che qualcuno tenga cosi' tanto a me da controllare ogni mio movimento, forse ha il timore che io possa farmi male.....".....accrezzai volutamente il volto della donna......le accarezzai il volto come si fa' con i bimbi che hanno appena smesso di piangere.......incominciai ad intonare una nenia dai suoni orientali........." Parlami Tya e portami da quello ch e' il tuo padrone.....fallo Tya perche' io te lo chiedo con amore...."..........una lieve brezza dagli odori spezziati arrivo' al mio volto........tale era la mia sapienza....che attesi serena le sue parole...
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Quel tocco di Elisabeth e Tya restò sotto il suo controllo.
La voce della maga dei boschi cominciò ad echeggiare, lenta e cadenzata, nella mente della cameriera e questa perse ogni volontà. “Sir Kojo è il mio signore…” disse Tya “… egli mi ha ordinato di sorvegliarvi e di riportare a lui ogni vostra parola e azione…” La ragazza allora si diresse verso le scale e fece cenno ad Elisabeth di seguirla. Poco dopo raggiunsero una delle stanze della Torre degli Eretici, dove alloggiavano i Cavalieri del Tulipano Imperiale. Qui le due trovarono Kojo intento a scegliere fra diverse spade. Nel vederle, il cavaliere restò un attimo turbato. “Lady Elisabeth…” sorridendo. A quelle parole del suo padrone, Tya si destò dall’incanto di Elisabeth. “Milord…” mormorò spaventata “… io… non so come sia giunta qui… forse mi ha seguita… vi giuro che non ricordo nulla…” “Stai tranquilla, mia cara…” avvicinandosi a lei Kojo “… non è successo nulla… eh, la nostra lady Elisabeth è donna scaltra e tu sei troppo ingenua… non è colpa tua…” “Allora non siete in collera con me, padrone?” “E perché dovrei?” Accarezzandole i capelli Kojo. “Grazie, milord…” sorridendo Tya. Ma, con un gesto tanto rapido quanto improvviso, Kojo afferrò il collo della ragazza e lo spezzò, lasciandola poi cadere senza vita ai suoi piedi. Con un cenno, poi, congedò il servitore con le spade. “Ora siamo soli, milady…” rivolgendosi ad Elisabeth “… cosa posso fare per voi?” |
Reas fissò Altea e sorrise.
“Allora vado a prepararmi…” disse “… del resto mi occorre una divisa degna di una dama come voi. Farò presto… mi attenderete nel padiglione? Si, lì è più riparato dal vento.” E corse a prepararsi. Ma poco dopo, Altea fu raggiunta da Isolde. “Ah, adoro il vento freddo…” fece la donna “… schiarisce l’aria e spazza via le nuvole…” fissò Altea “… sono felice che il capitano Reas abbia deciso di distrarsi… e sono lieta che sarete voi ad accompagnarlo in città… così non penserà a domani…” un ghigno apparve sul suo bellissimo volto “… quando sarà costretto ad affrontare sir Kojo in singolar tenzone… a causa vostra, milady…” |
Nigros trascinava via Daniel.
Giunsero allora dietro una robusta colonna. “Non hanno sospettato nulla…” mormorò il dottore “… non potevano… loro non sono di Tylesia ed ignorano le nostre leggende…” fissò poi Daniel “… devi stare attento quando incroci quei cavalieri… capito? La regina ha firmato un documento che concede loro dei poteri praticamente illimitati fino a quando reggerà questo stato di guerra… in pratica possono fare il bello e cattivo tempo qui a Tylesia… quanto alla chiave… si, sei riuscito a trovarla… comincio a credere che forse non erano solo sogni quelli che hai visto… ma è necessario che tu sappia la leggenda dei Quattro Guardiani… torniamo nel mio laboratorio…” E giunti, Nigros cominciò a raccontare: “Quando Tylesia raggiunse il massimo del suo splendore, il re decise, per difenderla dall’avidità dei popoli pagani, di costruire una speciale guardia della città… chiamò allora i migliori maestri armaioli e fra questi ne scelse i quattro migliori. Ciascuno di loro ebbe il compito di costruire un’armatura speciale, dai tratti divini… a Tylesia erano conservate delle straordinarie reliquie… quattro Pietre particolarissime, forgiate ciascuna con l’essenza di uno dei quattro elementi che costituiscono il mondo… la Pietra Bianca costituita dalla forza dei venti che attraversano l’Aria… la Pietra Rossa plasmata dalle folgori che alimentano il Fuoco pulsante del sottosuolo… la Pietra Blu lavorata dalla forza dell’Acqua che riempie il mare e gli oceani… e infine la Pietra Verde estratta dal cuore vivo della Terra… queste Pietre adornavano la mitica corona di Lucifero, segno del suo primato su tutti gli altri Angeli del Signore, ma alla sua caduta le Pietre si staccarono e caddero sulla Terra…” Sorrise allora a Daniel. “Ragazzo mio, queste leggende oggi non possono più essere raccontate…” continuò “… a Tylesia domina la Ragione e non c’è più spazio per gli antichi miti… non farne dunque parola con nessuno…” Prese allora una chiave di ottone che teneva conservata insieme a molte altre, tutte di materiali diversi, per darla poi a Daniel. “Ritorna nella stanza della Mela Verde” disse “e sostituisci questa con la chiave vera… nessuno si accorgerà della differenza… bada però a non farti scoprire… va e sii prudente, ragazzo mio.” E si voltò a fissare un dipinto che raffigurava la caduta di Lucifero. http://antonellalorusso.altervista.org/caduta.jpg |
Come detto da Reas mi recai verso il padiglione quando mi accorsi di una donna che mi stava seguendo, mi voltai di scatto e vidi la bellissima Isolde, mi si avvicinò e mi parlò del capitano e del duello...la quale insinuava era dovuto a causa mia....ancora le colpe su me? "Isolde..che piacere rivedervi...allora vi ricordate di me? Sembrava aveste perso la memoria alcuni giorni fa davanti la Regina." La guardai, ella rideva "Non dovete rivolgermi la parola, per colpa vostra il mio maestro è caduto nella sventura..e per quanto riguarda sir Reas, vi state sbagliando, il duello non è dovuto a me, ma a tutto quello che riguarda Tylesia, e ora sparite dalla mia vista" le dissi con odio. Avrei cercato di parlarne con lui durante la visita a Tylesia, dovevo andare in città...e lì avrei saputo cosa fare.
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No dissi non sono cattivo come gli altri voglio solo aiutarti a sconfiggere il demone che ce in te ero bloccato non potevo uscire dovevo trovare un modo per aiutare quella bambina e di salvarmi io mi guardai in torno per trovare un posto da sedermi visto che non potevo andarmene
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Ringraziai il pastore con un cenno ed un sorriso, poi subito mi affrettai a seguire Guisgard.
La strada proseguiva pianeggiante e regolare, serpeggiando appena tra i prati che si adagiavano con grazia tra le basse colline... non sapevo più da quanto tempo eravamo a cavallo, potevano essere passati due o tre giorni... era stato freddo, poi caldo, poi ancora freddo... e la mia stanchezza iniziava ormai a diventare difficilmente gestibile. Allungai appena il passo, dunque, ed accordai l’andatura del mio cavallo al suo... “Guisgard...” mormorai, quindi “Guisgard, ti prego... fermiamoci! Fermiamoci anche solo per un momento! Io...” Ma proprio in quell’istante Luthien, che di certo non era più riposata di me, vide qualcosa sulla strada che la spaventò... si bloccò di colpo, dunque, alzandosi senza preavviso sulle zampe posteriori... fui colta alla sprovvista... strinsi le briglie, ma non riuscii a tenermi in sella... scivolai con un grido e caddi a terra... e per qualche attimo non vidi più niente. |
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