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"Nientemeno un premio?" sbarrai gli occhi "Vale così tanto la mia presenza?" con un risolino sarcastico.
A questo punto, doveva certamente essere qualcosa di davvero molto importante. "Proprio non so, Madama, ma conto di scoprirlo" risposi, poi mi alzai "Fai strada" comandai al garzone. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Il garzone annuì e uscì dal negozio con Gwen.
insieme raggiunsero così la casa del borgomastro, che sorgeva appena prima del convento di San Nicola. I 2 giovani arrivando trovarono il borgomastro con alcuni dei suoi uomini intenti a fare dei lavori nel cortile. "Messer Goz, vi ho portato Gwen." Disse il garzone al borgomastro, che subito gli diede una mezza Nolhea, ossia una moneta che valeva la terza parte di un Taddeo. "Vieni pure avanti, ragazza." Il borgomastro Goz a Gwen. Era un uomo di grossa stazza, dall'aspetto rude, con una barba folta ed occhi stretti. Occhi che cominciarono a guardare la ragazza con una certa insistenza. https://i.pinimg.com/originals/c1/bf...060c5571a4.jpg |
Seguii il ragazzo, il quale mi portò a casa del Borgomastro Goz.
Era intento a sorvegliare il lavoro di alcuni uomini, finché non si accorse di noi e congedò il ragazzo, donandogli una moneta. Poi, si rivolse a me ed io mossi qualche passo verso di lui. Era un uomo di stazza importante, gli occhi sottili e attenti. "Da come parlava il garzone ch'avete mandato, mi è parso di intendere che fosse cosa urgente.." dissi, con un sorriso educato. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Goz continuava a guardare Gwen con una certa insistenza.
"Ti immaginavo una bambina, invece vedo che sei bella cresciuta..." disse "... una giovane donna... brava... brava davvero..." continuando a fissarla al limite del cattivo gusto. |
La sua insistenza e le sue parole mi disturbavano, mi infastidivano.
"Beh... Dubito che fosse ciò che volevate dirmi, dacché mi avete chiamata qui..." dissi cominciando a sentirmi un po' insofferente. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Goz scoppiò a ridere a quelle parole di Gwen.
"No no..." disse "... purtroppo no... non dovevo parlarti della ta età..." con un tono appena volgare "... pare che qualcuno si stia interessando a te... sapevi di avere un patrigno nobile, ragazza mia?" |
Mi feci più attenta.
E un attimo dopo, rimasi di sasso. Cosa? "Cosa... Cosa intendete? Io... Io non ne sapevo nulla..." dissi confusa. Però poi e parole di mia madre mi tornarono in mente. Mi aveva sempre parlato di quest'uomo che avevo amato, era un nobile e lei una cameriera. Era andata via apposta per quello, per non creare uno scandalo. Tuttavia, non era mai stata esplicita in tal senso. "Io mi sento confusa..." Ammisi. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
"E ci credo, ragazza mia..." disse Goz a Gwen "... ci credo che che sei confusa." Ridendo. "Beh, il tuo patrigno è un pezzo grosso, di quelli importanti oltre che ricchi. E sta anche arrivando qui a Monsearcl, ragazza mia."
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Sì, non era certo una notizia da tutti i giorni.
Ancora io stessa non riuscivo a capire se mi prendesse in giro o no. Poi, sentii che stava arrivando. "Davvero?" stupita "E sapete quando giungerà?" impaziente. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
"Se non stasera o stanotte" disse Goz a Gwen "sarà a Monsearcl sicuramente domani. Preparati perciò ad un bel cambiamento, ragazza mia." Ridendo forte Goz.
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Annuii ancora, sempre più confusa.
Avevo infinite domande in mente, ma avrei dovuto aspettare, anche se ora era difficile attendere, adesso che forse avrei potuto saperne di più riguardo a chi ero, circa il mio passato. Fin'ora, era sempre stato una grande macchia indistinta nella mia vita e nemmeno mia madre era stata chiara in merito a chi fossi, a chi potesse essere mio padre e nonostante lei fosse stata una andare eccezionale, avevo sempre sentito la mancanza di una figura simile accanto, una figura che nemmeno lei avrebbe potuto compensare. "Beh... Dunque, attenderò notizie, insomma..." dissi alla fine, non sapendo bene che dire. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
"Bene." Disse il borgomastro a Gwen. "Ne avrai presto di notizie, ragazza mia." Ridendo. "Il tuo ricco e nobile patrigno ha persino acquistato la vecchia rocca." Indicando l'imponente maniero che spuntava oltre gil alberi e i crostoni rocciosi dell'altura.
In lontananza il monte Taburn sembrava fissare silenzioso Monsearcl, quasi indifferente alle loro colpe ed alle loro pene. https://www.horrornewsnetwork.net/im...epyhollow1.jpg |
Seguii la traiettoria che mi indicò Goz e vidi un imponente, e vagamente minaccioso, maniero dominare Monsearcl dal Monte Taburn.
Era terrificante, ma forse, in virtù della notizia appena appresa, stimolava in me una certa curiosità. Per non parlare poi del fatto che il mio neo patrigno, mi faceva ancora strano pensarlo, l'avesse acquistato. Ciò mi fece capire quanto dovesse essere influente quest'uomo, quasi mi spaventò. "Beh, allora sarà meglio che vada, devo preparare il necessario ed avvisare la proprietaria del negozio in cui lavoro..." dissi. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Solo il mio signore riusciva a tenere a bada “la belva”, come la chiamava lui, quel fuoco che albergava dentro di me, che mi rendeva capace di uccidere a sangue freddo, combattere senza battere ciglio, con un’abilità e una spregiudicatezza che non so bene dove abbia imparato.
È stato lui a veicolare il mio istinto verso la caccia, la belva si trova bene a cacciare tra i boschi, come se avesse un sesto senso per scovare prede indifese. Oh e questo ci assicura un bel banchetto, che Maris poi cucina in modo delizioso. Non c’è giorno che la selvaggina non sia il piatto principale alla nostra tavola, tanto che il padrone deve dare dei banchetti o regalarla ai vicini per smaltirla. Eppure non basta, non mi basta mai. Certo, il padrone mi permette di uccidere gli intrusi e i rapinatori, ma è successo solo una volta che lo aggredissero, per il resto è tutto molto noioso, dopotutto è uno scienziato, non certo un nobile mercante facoltoso. Così, mi ha portato a fare dei safari. Cacciare le bestie feroci ha un fascino particolare, un fascino che non avevo conosciuto prima. Sono intelligenti, forti, poderose, difficili da catturare, da trovare, da domare. Una caccia può durare giorni e doma la mia sete di sangue per molto tempo. È passata qualche settimana, infatti, dall’ultima spedizione e io ancora riesco ad accontentarmi della normale caccia quotidiana, per di più, senza esagerare. Il padrone dice che è un successo e per l’occasione mi ha regalato un nuovo pugnale, che tengo sempre con me. Ha il manico intarsiato e un rubino incastonato nel pomo dell’elsa, davvero un piccolo gioiello, i gioielli che mi piacciono più di ogni altra cosa. Questa è una mattina decisamente piacevole in cui cavalcare, l’aria fresca mi scompiglia i capelli e sferza il viso regalandomi un dolce tremito che mi spinge a spronare la mia cavalla perché vada ancora più veloce. Stamattina la caccia è stata contenuta, Maris non avrà troppo da cucinare. Una volta tornata a casa, porto Carlotta nelle scuderie, passo dalla cucina ad appoggiare la selvaggina su un tavolo, e poi mi dirigo verso lo studio, in cerca del padrone. https://i.pinimg.com/564x/54/58/a7/5...ae7d27801a.jpg |
Monsearcl sorgeva su un'aguzza altura non distante dal monte Taburn, ai confini Nord orientali dell'Afragolignone. Un insieme selvaggio di selve, boschi e vallate in balia dei venti e di tradizioni vecchie quanto il mondo. In queste lande fiere e primordiali risplendeva spesso, in pomeriggi grigi come questo, tra il verde incantato del cielo e l'azzurro vago dei monti vicini l'acqua putrida e piatta della palude detta delle Janare. Proprio su questo verdastro pantano di fango e arbusti, al centro di un'isoletta ormai ridotta ad un grosso spuntone fra la melma, un vecchio rudere splendeva di un alone spettrale. Si racconta che esso da antica torre divenne un maniero per opera di un alchimista, giunto qui per riportare in vita sua moglie uccisa dalla peste. Le antiche murature ancora in piedi erano di granito antico, scolorito e consumato dal tempo. Nessuno più vi abita e i contadini ben sanno di dover stare alla larga da questo luogo, essendo la palude una trappola mortale con le sue sabbie mobili fatte di melma e rampicanti sommersi. Per questo la giovane Laure doveva avere un motivo drammatico per fuggire in queste lande. Aveva abbandonato le mucche portate al pascolo e ora correva disperata e spaventata fra i sterpi e i rovi. Aveva perso gli zoccoli di legno, ma neanche badava più ai tagli sotto i piedi mentre correva. L'aveva vista. Come prima di lei era apparsa all'altra ragazza. Correva ora, tra il sibilo del vento ed il battito sordo del suo stesso cuore. Correva e sentiva i passi veloci della belva, il suo respiro grottesco mentre davanti a sé rivedeva quegli occhi. Erano di una membrana piatta, incolore e senza espressione. Correva Laure, correva veloce, affannata, disperata, giovane e bellissima. Era mora con occhi grandi. Aveva tanti sogni Laure. E doveva correre veloce ora per non vederli andare via. Così come la sua stessa vita. Correva Laure e arrivò stremata e tremante alla palude. Le avevano raccontato di storie strane, di streghe e fattucchiere. Di balli, di orge e di demoni. Non sarebbe mai dovuta venire qui. Ma qualcosa di terribile, forse come o più delle streghe era emersa quella mattina dal bosco. Un orrore inspiegabile, innaturale. La belva l'aveva inseguita e Laure ora cercava salvezza nella palude. Si arrampicò su un alto noce, sui suoi rami robusti, passando così dall'altra parte, oltre sterpaglie e radici giganti. Scivolò dietro un grosso masso che emergeva dal fango e si rintanò tra il muschio selvatico e le bacche di folti cespugli. Restò lì a lungo. Ma poi sopra di lei la vide di nuovo. Un balzo, un urlo di paura, un latrato mostruoso. L'acqua piatta della palude che si increspò di rosso, le grida di dolore della ragazza, le sue membra fatte a pezzi.
Gli zoccoli di Laure furono trovati il giorno dopo da due contadini. Il corpo della ragazza non fu però mai ritrovato. La gente di Monsclear allora capì che qualcosa di terribile era emerso da quelle selve e da quei boschi, infestandoli come un flagello. https://i.pinimg.com/originals/8d/a5...1c2f0ec61c.jpg |
Giunsero notizie di un'altra giovane ragazza aggredita e, purtroppo, infine uccisa, un po' come era successo all'altra prima di lei, solo che la prima era riuscita a fuggire.
Le parole ingiuriose della signora Rust mi erano rimbombate in testa, urtandomi ancora come la prima volta, non potevo farci nulla. Era terribile pensare certe cose quando si era rischiata la vita, o addirittura persa come nel caso di questa giovane. Riuscivo solo a pensare che, qualsiasi cosa fosse, di certo ora che aveva iniziato non si sarebbe fermata e dovevamo agire al più presto, prima che quelle notizie divenissero pane quotidiano per la nostra cittadina. Pur nel terrore, ma dovevamo certamente agire. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
La scomparsa della giovane Laure gettò l'intero borgo nella paura.
Grosse orme presumibilmente di lupo erano state trovate dove solitamente la ragazza portava le mucche al pascolo, facendo ormai capire a tutti che ella era stata aggreddita e probabilmente sbranata. A questo punto il racconto dell'altra giovane, che aveva nome Tyne, assumeva ben altra dimensione. Forse davvero un grosso lupo si aggirava nei boschi intorno a Monsearcl in cerca di prede. Di questo gwen sentì parlare davanti al negozio di Rust. |
Destresya portata la cavalla nelle scuderie, si recò nello studio del dottor Odigel.
Era questi un giovane e brillante scienziato che interrotta, per misteriosi motivi, la carriera ecclesiastica, aveva continuato i suoi studi di chimica lontano dai monasteri. La ragazza arrivò nello studio di Odigel, trovandolo impegnato a combinare varie sostenze e polverine, per poi mischiare tutto in una grossa ampolla. Era un uomo dall'aspetto slanciato ed asciutto, occhi di un grigio cangiante e lunghi capelli. "Se riesco a dimostrare" disse senza voltarsi verso la ragazza, che comunque aveva sentito arrivare "che cloruro di potassio arricchito con alcol ionizzato può soldificarsi e liquefarsi in vase alla temperatura esterna potrò sconfessare i monaci dell'abbazia di Frassus... e mettere fine al Miraolo del Sangue dei Martiri nella loro cripta..." https://resizeimage.net/mypic/MtPQf2...-5-29_r9xp.jpg |
Ora che quella povera ragazza era morta, il racconto della prima giovane assumeva ben altri contorni.
"È davvero terribile... Sapevo che c'era qualcosa di strano nel racconto di Tyne..." sospirando mentre ero in negozio con la signora Rust, rammendando lo scialle della cliente. Intanto, dentro di me albergava un'altra consapevolezza. Avrei dovuto dirle che lasciavo il lavoro al negozio, ma non sapevo se ero pronta a rivelare il perchè, sebbene avrei dovuto avvertirla, non potevo certo sparire all'improvviso. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
La signora Rust appariva perplessa.
"Non so, ma la storia di questo grosso lupo non mi convince..." disse a Gwen "... certo, basta un semplice lupo affamato per aver ragione di una ragazza... magari le 2 giovani non avevano mai visto un lupo da vicino... ma sono certo che il borgomastro organizzerà una battuta di caccia per uccidere quel lupo." |
Non capivo cosa trattenesse la donna al rassegnarsi, ma non era comunque affar mio.
"Signora, riguardo il Borgomastro, mi ha avvisata dell'imminente arrivo di un mio parente in città. Quest'ultimo, ha richiesto che andassi a vivere presso di lui, d'ora in poi e ho ragione di credere che non lavorerò più qui in negozio" le dissi, guardandola e attendendo una sua risposta. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
"Un parente..." disse perplessa Rust a Gwen "... e chi sarà mai? E tu? Vuoi davvero andare a vivere con uno sconosciuto? Non sai neanche chi sia. Potrebbe essere chiunque! Magari non è neanche un tuo vero parente! Sei troppo ingenua, ragazza mia! Non senti le voci che corrono in giro? Di tutti questi nuovi pensatori che vogliono cambiare il mondo chiudendo le chiese? Oggi non è possibile fidarsi più di nessuno!" Scuotendo la testa.
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Feci appello a tutta la mia calma, per mantenere la calma.
"In realtà, è una persona di cui mia madre mi parlava spesso... E ho ragione di credere che sia la verità..." commentai con tono pacato, benchè non mi sentissi in dovere di fare lei conto di ciò che facevo. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
"Tua madre..." disse Rust lanciando un mezzo sguardo dubbioso a Gwen "... e chi sarebbe costui? Uno zio? un cugino? O forse un fratello di tua madre?"
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Non compresi lo sguardo dubbioso che mi aveva lanciato.
Ma visto che lo aveva chiesto... "Mio padre" risposi, guardandola. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Rust sbiancò.
Guardò Gwen per un lungo istante. "Tuo..." disse "... padre? E chi è quest'uomo?" |
La vidi sbiancare e in un certo senso provai una strana soddisfazione.
"È un nobile" rivelai "Non so molto altro, se non che ha acquistato il maniero sul Monte Taburn" aggiunsi poi, mentre finivo di rammendare lo scialle della donna. Il mio lavoro era finito, mancavano dunque le ultime formalità e poi sarei andata a casa a preparare tutto. Non riuscivo davvero a crederci, era una situazione surreale e non tanto per il suo rango, ma anche per il semplice fatto che anch'io potessi avere diritto a conoscere mio padre. Era una sensazione strana, ma fantastica. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Rust passò il resto del tempo a borbottare a vassa voce, brontolando e scuotendo la testa ad intervalli regolari.
Gwen finì di sistemare lo scialle ed il negozio chiuse. "Gwen..." disse la donna chiudendo le porte "... lo sai vero che in qualunque momento potrai sempre tornare qui da me?" Fissandola con aria bonaria. |
Rust passò tutto il tempo a borbottare, in un modo quasi divertente, ma ad ogni modo non la interruppi.
Aveva anche lei diritto a metabolizzare la notizia. Alla fine della giornata, chiuse il negozio e mi disse che la bottega sarebbe sta sempre aperta per me. Al ché le sorrisi e le presi le mani. "Vi ringrazio infinitamente, signora Rust. Avete fatto tanto per me, soprattutto dopo la morte di mia madre e vi sarò sempre grata per ciò che avete fatto" le risposi con un sorriso. Alla fine, come fosse a cosa più naturale del mondo, la abbracciai con affetto, perchè in fondo se lo meritava, mi era stata vicino, mi aveva dato un lavoro ed ero in debito con lei. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Gwen abbracciò Rust, poi lei, visibilmente commossa, si voltò per asciugarsi gli occhi col fazzoletto.
"Su, ora vai..." disse fingendo un tono falsamente brusco "... non vorrai far attendere tuo padre! Su, ragazza!" |
Lo osservai mentre lavorava, nonostante il tempo passato al suo servizio, non avevo mai compreso nulla dei suoi intrugli e dei suoi esperimenti.
Sapevo solo che ogni tanto qualcosa esplodeva o prendeva fuoco, e lui si arrabbiava moltissimo. Ma non con me, per fortuna. Era raro che si arrabbiasse con me, facevo bene il mio lavoro, quando c'era una minaccia la neutralizzavo subito. Anche se non ce n'erano poi tante, e io mi annoiavo di tanto in tanto. "Interessante..." ridacchiai, appollaiandomi su uno sgabello "E funziona?" guardandolo divertita. |
"Lo sapremo presto..." disse Odigel a Destresya, mentre mischiava la sua pozione "... il tempo che il cloruro cominci il processo di inozzazione..." mormorò "... i monaci resteranno di stucco..." chiudendo con dei tappi le viale fiale "... viviamo in un'epoca nuova, ragazza mia... l'ignoranza e la superstizione vanno detronizzate."
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Avevo imparato a non interromperlo mai quando faceva i suoi ragionamenti.
Era come se vivesse in un mondo tutto suo, dove io non mi azzardavo ad entrare. Tutte quelle cose avevano poco senso per me, dopotutto. La gente diceva che io ero strana. Fin da piccola. Me lo dicevano tutti. Alcuni non dicono più niente, non diranno più niente, in eterno. Uno degli svantaggi di mettersi contro una macchina come me. "Mi piace la nuova era, capo!" divertita, mentre gli facevo un'occhiolino che non poteva vedere perchè era tutto preso dai suoi esperimenti. "Posso aiutarti in qualche modo, capo?". |
Trattenni un risolino intenerito quando si voltò per asciugarsi le lacrime.
Non pensavo che addirittura si sarebbe commossa, ma tutto sommato mi faceva piacere. "A presto, signor Rust" la salutai, stavolta sul serio e tornai a casa. Giusto il tempo di mangiare qualcosa di veloce a cena e poi iniziai a preparare il necessario. All'inizio, non sapevo nemmeno da dove cominciare, non avrei mai pensato ad un cambiamento simile, non avrei mai pensato che una cosa così sarebbe successa proprio a me, che non avevo mai provato l'esperienza dell'affetto paterno sulla mia pelle. Mi guardavo infatti in giro, chiedendomi cosa potesse servirmi e cosa no, mi sentivo improvvisamente inadeguata e avevo paura di non essere all'altezza. Magari non gli sarei piaciuta, forse si aspettava qualcuno di diverso, magari aveva sperato in un figlio maschio. Questi e tanti altri dubbi mi assalirono, mentre preparavo le ultime cose per lasciare casa mia. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
"Si, mi accompagnerai a Frassus con la carrozza, Destresya." Disse Odigel. "Preparati, partiremo quanto prima." Prendendo le sue cose. "Porta anche qualche arma, visto attraverseremo i boschi del Tabern... sono posti selvaggi e poco conosciuti."
Intanto, a Monclear, Gwen era tornata a casa per prepararsi. La sua nuova vita stava cominciando, mentre il pomeriggio volgeva al termine. |
Fuori, la sera avanzava sempre più, mentre io finivo gli ultimi preparativi e iniziavo a sistemare casa prima di andare via.
Mi sentivo in un limbo, non sapevo che fare, ero in attesa, la cui attesa mi stava consumando, sia per la curiosità che per l'ansia, che immaginavo fosse spontanea, ma non avevo mai provato emozioni simili, né mi ero trovata in circostanze come questa qui, dunque non sapevo minimamente com gestire questo improvviso e inatteso turbine di emozioni che mi stava assalendo da una giornata intera, da quando Goz aveva pronunciato quelle semplici, ma definitive parole che mi avrebbero cambiato la vita, o almeno così speravo. Era ora di una svolta e avevo intenzione di godermi ogni istante, cercando di mettere da parte la tensione. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
"Oh è c'è bisogno di dirlo?" divertita "Non vedo l'ora di partire!" andando ad aprire l'armadio dove c'erano le mie armi, quasi tutte regalo di Odigel.
Ne scelsi alcune e le sistemai nella cintura e nella borsa. Poco dopo ero pronta. |
La sera scese velocemente su Monsearcl, con il borgo ancora scosso per ciò che era accaduto alla giovane Laure.
Gwen però era in ansia ed impaziente. Si avvicinava ormai il momento di conoscere quell'uomo. Ad un tratto la ragazza sentì una carrozza fermarsi davanti casa sua e un attimo dopo qualcuno bussò alla porta. Nel frattempo, lontano da Monseracl, Destresya si apprestava a partire. In breve la carrozza fu pronta e lei, con il dottor Odigel, poterono partire. Si trattava di un 2 posti trainato da un paio di buoni cavalli baschi il mezzo con cui l'uomo e la giovane presero a viaggiare. Dopo circa un'ora, a metà strada ormai per Frassus, la carrozza era giunta presso le selve del monte Taburn. "Ormai è sera e conviene fermarci in qualche locanda..." disse lui a lei "... questi luoghi col buio sono pericolosi da attraversare senza una scorta armata." Poco dopo avvistarono una locanda sulla cui insegna si leggeva questo nome: "Il rifugio della volpe" |
Il crepuscolo volse a sera, sancendo definitivamente la fine di quella giornata, nonché l'inizio di una nuova vita per me.
Era ancora così strano dirlo, o pensarlo... Un bussare alla porta mi destò dai miei pensieri e subito, colta da un'improvvisa frenesia, andai ad aprire, le mani sudate ed appena tremanti. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Gwen aprì la porta e sulla soglia trovò un uomo giovane, dall'aspetto semplice e sincero, dai tratti comuni e lo sguardo poco acuto.
Era ben vestito, magro e di altezza media. "Buonasera, signorina." Disse con tono cordiale. "Sono Ergos, il segretario del generale Herbert. Sono qui per incontrrare una ragazza di nome Gwen." Sorridente. |
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