Camelot, la patria della cavalleria

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Guisgard 13-09-2010 19.33.17

L’Etiopia fu il primo regno Africano a divenire Cristiano.
Per questo nobili cavaliere partirono dall’Europa per offrire i propri servigi al re di quella favolosa terra.
Un giorno alla corte del re Etiope giunsero tre cavalieri, intenti ad offrire il proprio valore al nobile sovrano.
Così, a turno, ciascuno si presentò a corte per rendere omaggio al gran re.

“Io sono Geron De Moyeff e vengo dalla Francia, mio signore!” Si presentò il primo. “Ho servito il re di Francia Luigi IX, caduto in Africa mentre si apprestava a combattere i mori infedeli. Egli già in vita fu in odore di santità ed averlo servito è il mio onore più grande. Ora offro a voi il mio braccio, il mio valore ed il mio onore, maestà. Giunto in queste terre ho cacciato e preso il leone più feroce e per trofeo porto a voi, re dei re, la testa del re della selvaggia foresta.”

“Io mi chiamo Gomes de Gamera, potente sovrano!” Disse il secondo. “Sono tra i primi cavalieri del regno di Catalogna ed Aragona. Ho servito il re Giacomo II detto il Giusto. Al suo fianco ho affrontato l’indegno tradimento di suo fratello Federico III che vilmente gli strappò la Sicilia. Ora, giunto a voi in tutta umiltà, vi faccio dono di questo superbo corno, strappato ad un letale animale di questo selvaggio mondo, il rinoceronte. Vogliate accettarlo in segno della mia fedeltà.”

“Io sono Origene degli Orsinari, grande re!” Prese a dire il terzo. “Fui al soldo dei ricchi veneziani e più volte ho svolto ambasciate presso la corte imperiale bizantina a nome della repubblica Serenissima. Ho partecipato alla presa di Costantinopoli al fianco degli Imperatori greci. In seguito ho udito parlare della vostra fama, della vostra grandezza e del vostro sterminato potere. Ora sono qui ad offrirvi il mio nome, il mio cuore ed il mio braccio. E come dono ho cacciato per voi il predatore più temuto di questo selvaggio regno, la tigre, che gli indigeni chiamano la mangiatrice di uomini. Questa è la sua pelle e ne faccio dono a voi.”

Il saggio re però, dopo averli ascoltati, comprese che uno dei cavalieri mentiva.
Smascherato davanti a tutta la corte, lo fece cacciare con vergogna dal suo regno.
Chi fra i tre cavalieri aveva mentito e perché?
Sapreste voi, nobili cavalieri e virtuose dame, risolvere questo enigma?

Morrigan 13-09-2010 22.01.43

Mi cimento, mio signore, sebbene non sia un'esperta in materia...
Di certo posso affermare la sincerità del cavaliere de Gamera, chè egli narra di fatti che si riferiscono alla mia terra natale e che ben conosco :smile:
Quanto agli altri due cavalieri, è di Origene degli Orsinari che non mi fiderei granchè... se egli era al soldo della Serenissima, l'aver partecipato all'assedio di Costantinopoli al fianco degli imperatori bizantini lo rende quanto meno un traditore... e poi, mai sentito parlare della tigre d'Etiopia! :p

Guisgard 14-09-2010 06.03.40

Eh, milady, vedo che in fatto di saggezza e conoscenza non siete da meno del gran re etiope :smile:
Infatti, il cavaliere che mente è proprio il terzo, Origene degli Orsinari.
Perchè, come ben svelato da voi, la tigre è la grande predatrice delle terre d'Asia.
Ed il nostro messer Origine difficilmente avrebbe potuto cacciarne una in Africa, visto che la terribile e bellissima mangiatrice d'uomini non vive in quel continente :smile_lol:
I miei complimenti, milady :smile_clap:

Guisgard 27-09-2010 18.23.47

Un giorno mi ritrovai, con altri compagni d’arme, alla corte di un nobile barone longobardo.
Egli, per omaggiarci, organizzò un sontuoso banchetto, a cui parteciparono i gastaldi ed i duchi dell’intero regno.
E per rendere più gioiosa la compagnia, ordinò a sua figlia, la bella Irmenengarda, di sedere con noi tutti a quel nobile banchetto.
E durante la piacevole serata, uno dei duchi cominciò a discorrere sul valore tra i cavalieri longobardi e quelli normanni.
Allora, per testare chi fra noi fosse il miglior cavaliere, sottopose tutti i presenti ad un quesito:

“Un giorno un nobile cavaliere giunse ad un castello.
Qui trovò rinchiusi tre personaggi.
Il suo antico maestro, a cui doveva le sue abilità cavalleresche e i suoi valori cortesi.
Il suo migliore amico, che sin dall’infanzia gli era stato accanto.
Ed una dama mai vista prima, ma che comprese subito essere la donna delle sua vita.
Ora, contando che il cavallo del cavaliere poteva trasportare al massimo due persone, secondo voi chi egli portò via da quel castello?
Scelse la riconoscenza che lo legava al suo antico maestro?
Oppure decise di portar via il fedele amico e quindi premiare l’amicizia?
O forse preferì a tutto l’amore, conducendo con sé la donna amata?”

Tutti i presenti diedero una risposta, senza però soddisfare il quesito.
“E voi, sir Guisgard…” domandò la bella lady Irmenengarda “… sapreste rispondere da degno cavaliere quale voi siete?”
Naturalmente non rifiutai la gentile richiesta della nobile dama longobarda e risposi al quesito.

E voi, nobili cavalieri e cortesi dame, sapreste rispondere a questo quesito sul valore cavalleresco?

Talia 27-09-2010 19.55.07

:neutral_think: un quesito moralmente molto impegnativo, mio signore, questa volta...
Tuttavia, a voce umilmente molto bassa, tenterò di proporre una mia soluzione.
Ebbene... ritengo che, probabilmente, il nostro cavaliere si sarà offerto di restare in quel castello lui stesso, in modo tale da poter liberare due persone e non una. A questo punto la domanda è: chi sarenno i due a poter partire e chi a restare? :neutral_think:
Forse potrebbero essere l'amico e il maestro a partire con il cavallo del cavaliere, mentre lui resterebbe al castello con la sua amata...
Oppure -e questa sera mi sento più propensa per questa seconda e più drammatica soluzione- il cavaliere potrebbe scegliere altruisticamente di donare il bene della libertà alla sua amata e al suo caro amico e restare al castello con il buon maestro, il quale per altro -essendo appunto a sua volta un nobile cavaliere- non potrà che lodare la scelta del suo pupillo!!
:D

Guisgard 28-09-2010 01.01.21

Addirittura due soluzioni ci propone, milady :smile_lol:
Ma, come ben sapete, solo una risposta per volta è consentita :smile:
Quindi fra le due che avete accennato, milady, quale secondo voi adottò il nostro valoroso cavaliere? :neutral_think:

Talia 28-09-2010 01.30.29

Addirittura due, sir... per non farci mancare niente!! ;)
Ma avete ragione, soltanto una alla fine è quella giusta! Quindi, tra le due accennate, opterei senz'altro per la seconda :smile_lol: ...anche se però, al momento, ho la vaga sensazione che stiate per dirmi che sono terribilmente fuori strada! :rolleyes:
:smile:

Guisgard 28-09-2010 01.35.40

Milady, bisognerebbe sempre seguire le proprie sensazioni, soprattutto quando giunge la notte :smile:
Dite che il nostro cavaliere si sacrificherà a tal modo?
Perdonatemi, ma è triste dirlo a quest'ora (anche perchè, da inguaribile romantico, adoro i lieto fine anche negli indovinelli... :rolleyes:)...

Talia 28-09-2010 01.46.06

Lo so, sir... anche io -nonostante la mia vena vagamente 'cinica' di cui, mio malgrado, si favoleggia (:rolleyes:)- amo i lieto fine! E so bene, effettivamente, quanto voi li adoriate! Forse per questo avevo la sensazione che mi avreste 'bocciata'!! ;)
E tuttavia anche la prima soluzione che proposi, sir... non so, non mi convince del tutto! Ne cercherò un'altra!! :smile_lol:

Guisgard 28-09-2010 01.56.39

Milady, la regola "segui sempre il cuore" non vale solo per i cavalieri, ma anche per le dame :rolleyes:

Sibilla 28-09-2010 10.33.04

Messere non riesco a vedere un lieto fine a meno che non si voglia un po' barare... se ho ben capito si possono salvare due persone... quindi metterei sul cavallo la Dama ed il Maestro... per quanto riguarda l'amico non è detto che sia una persona... potrebbe essere un animale come un cane, un volatile od un cavallo su cui far salire il cavaliere stesso... come vi dicevo è un po' forzato... :18015:

Guisgard 28-09-2010 19.23.09

Milady, credetemi, la soluzione finale è quanto di più semplice e luminoso ci sia (ah, l'amico del cavaliere è una persona!) :smile:
Lady Talia era vicina alla soluzione, ma non fidandosi del finale che lei stessa aveva raccontato ha deciso poi ti ripensarci :neutral_think:
Avanti, dame e cavalieri, il vero valore cavalleresco è intriso in noi tutti qui su Camelot e non sarà difficile da riconoscere in questo quesito :smile_lol:

llamrei 28-09-2010 21.07.26

:neutral_think: Se fossi il cavaliere...sceglierei di tenere con me la bella dama e far partire il mio maestro e l'amico di tanti giorni felici....tutto questo in quanto conscio che nell'attesa che il mio maestro e il mio amico, cerchino aiuto per liberare me e la dama...Dama che diverrà la mia compagna ed insieme allieteremo le giornate in prospettiva di essere liberati;)

Talia 29-09-2010 00.51.49

Beh, direi che l'ipotesi di Sibilla era molto suggestiva! Sarebbe stato un autentico coup de theatre se alla fine si fosse scoperto che l'amico del cavaliere era, in realtà, un altro cavallo con cui il cavaliere stesso poteva fuggire!! ;)
E tuttavia, dopo averci pensato e ripensato, anche io ero giunta ad una soluzione simile a quella appena proposta da lady Llamrei: il cavaliere e la sua amata resterebbero così al castello... ma che dolce prigione diverrebbe, a quel punto, anche il più turrito dei manieri!! :smile_lol:

Morrigan 29-09-2010 01.37.26

Miei signori, ho letto con molto interesse il quesito posto dal nostro caro sir Guisgard e l'animata e viva discussione che ne è derivata...
... l'idea che io ne ho derivata è forse parecchio bizzarra, ma ugualmente la sottoporrò a voi e al vostro giudizio.
Ritengo che il cavaliere non abbia in verità nessuna pena da affrontare in questa scelta...

Cos'è per prima cosa la dama per il suo cavaliere?
In un primo momento egli la guarda di lontano e desidera meritare il suo affetto. Per questo ella gli sarà da guida, gli insegnerà la misura e la pratica del valore cavalleresco e degli ideali cortesi
Quando egli avrà iniziato il suo percorso verso la perfezione, dedicandolo a lei, ella gli concederà la sua attenzione e la sua devozione, seppure sul piano spirituale, e così una soave amicizia li legherà
Quando alfine il cavaliere avrà concluso il suo percorso di virtù, ella lo ripagherà corrispondendogli in un'amore totale, che duri tutta la vita.

Per questo, mio caro Guisgard, oso rispondervi che non v'è alcuna scelta da operare, perchè i tre, in realtà, non sono che uno solo... e il cavallo del nostro cavaliere potrà così agevolmente portare tutti in salvo :smile:

Guisgard 29-09-2010 02.32.20

Eh, mie sublimi, dame, ancora una volta avete dato sfoggio delle vostre virtù :smile:
Questo enigma è basato sulla capacità ed il valore di chi risponde.
La scelta, la preferenza, quando è in ballo il destino, assumono sempre un'immagine particolare.
Allora entrano in scena i nostri valori, i nostri ideali ed i nostri desideri.
La risposta dataci da lady Talia (sebbene messa in dubbio da un velato senso di "cinismo" ;)) e madonna Llamrei è degna di un gran cavaliere.
Il valore cavalleresco mette in salvo il maestro e l'amico e il premio di messer Amore non tarda a venire.
La risposta invece di lady Morrigan entra in un simbolismo di chiara fattura cortese.
Il viaggio, l'incontro e le figure nel castello hanno l'aspetto di immagini che si confondono fino ad assumere un'unica identità, che come scopo ha saputo elevare il cavaliere ad un livello superiore.
E, ovviamente, l'amore è il degno premio a tutto questo, come nel più chiaro e tradizionale ideale cortese.
Che dire dunque?
Quale fra le due risposte è degna di essere premiata dal più alto valore cavalleresco?
Eh, miei diletti cittadini di Camelot...
E' come leggere un libro o guardare un ritratto.
Sotto le parole o i colori si cela un qualcosa di diverso, di personale.
E' come un viaggio nella visione della realtà dell'autore.
E la realtà ha molti volti.
Forse, proprio come il quesito che ci è stato posto da quel nobile longobardo :smile_lol:

Guisgard 10-01-2011 04.07.28

Accadde un giorno che la nostra nave dovette fare sosta sull’isola di Santorini.
E qui, riconosciuti i nostri nobili vessilli, ci accolse l’Arconte Solione, signore dell’isola e sommo dignitario dell’imperatore di Costantinopoli.
Il nobile generale bizantino organizzò, in nostro onore, un ricco ricevimento al quale prese parte tutta l’aristocrazia dell’isola.
Ci furono canti, balli e agoni poetici per deliziare la corte ed i suoi prestigiosi ospiti.
E durante il banchetto si finì a discutere sui valori che distinguevano i latini, come venivamo chiamati noi Cristiani Cattolici da queste parti, dagli ortodossi greci.
Solione, uomo di vivace ingegno e buonsenso, allora volle mettere alla prova la nostra conoscenza proprio su quelle regole e quei dogmi che differenziavano i Cristiani d’Occidente da quelli d’Oriente.
L’Arconte fece chiamare così tre suoi sommi teologi, spiegando però a noi, prima che quegli studiosi comparissero al cospetto della corte, che uno dei tre probabilmente non era degno della fama che accompagnava il suo nome.
“Ora porrò” disse Solitone “una semplice domanda a ciascuno e da questa voi dovrete capire chi fra i tre teologi non è vero conoscitore della sacra disciplina che studia.”
Giunsero allora i tre e l’Arconte, come detto, pose loro la seguente domanda:
“Citatemi qualcuno degli illustri personaggi riportati dai Santi Vangeli che resero testimonianza della grandezza di Nostro Signore Gesù Cristo.”

Primo Teologo:

“Mio signore, come racconta Matteo, i primi e più rinomati che omaggiarono Nostro Signore furono senza dubbio i Santi Re Magi giunti dall’Oriente. Essi, profondi conoscitori degli astri, lessero proprio nelle stelle l’avvento del Re dei Re.”

Secondo Teologo:

“Molti grandi, potente Arconte, portarono testimonianza al nostro Redentore, ma fra tutti fu senza dubbio Giovanni il Battista che ne riconobbe in pieno, non solo l’arrivo, ma anche il Suo Divino Ministero. Non a caso proprio Cristo evidenzia la grandezza ai Suoi discepoli del figlio di Zaccaria e di Elisabetta.”

Terzo Teologo:

“Fedele vassallo del mio imperatore, risponderò a quanto mi viene chiesto citando un uomo che fu santo in maniera assoluta, non solo per la sua Fede e per quanto fece dopo la morte di Cristo, ma anche per aver custodito il Sacro Calice che Nostro Signore utilizzò nella Sua ultima Santa Cena. E tale Santo, come tutti avranno già inteso, è San Giuseppe d’Arimatea.”

I tre teologi, date le loro risposte, salutarono con un inchino il loro signore e l’intera corte.
Solione allora si rivolse a noi cavalieri Cattolici:
“Ecco, valorosi guerrieri della Croce, avete udito quanto detto dai miei sommi studiosi. Cosa traete dunque dalle loro risposte?”
E noi cavalieri, dopo esserci consultati, smascherammo tra i tre il cattivo teologo, ricevendo le lodi e gli omaggi dello stesso Arconte Solione.
E voi, nobili abitanti di Camelot, sapreste riconoscere fra i tre il teologo indegno della propria fama, specificandone anche il motivo?

SakiJune 10-01-2011 09.39.19

Provo ad azzardare...
La figura di Giuseppe di Arimatea come custode del Graal non compare nei Vangeli, nemmeno in quelli apocrifi come il Vangelo di Nicodemo in cui ha un ruolo importante.
La sua leggenda iniziò a diffondersi con l'opera di Robert de Boron e quindi è possibile che fosse conosciuta a Costantinopoli, ma la domanda si riferisce ai Vangeli, non ad un'opera di fantasia, perciò la risposta non è degna di un teologo.

Talia 10-01-2011 10.37.20

Sono tutt'altro che un esperta in materia... tuttavia, la risposta data da Saki è pressappoco quella che anche io avevo pensato. In effetti, se ben ricordo, in nessuno dei Vangeli si parla affatto del Santo Graal... :neutral_think:

Lady Gaynor 10-01-2011 20.47.08

Allora, non vorrei trovarmi in disaccordo con Sir Guisgard nel caso in cui la mia non fosse la risposta giusta, ma a quanto ne so io Giovanni Battista non fu strenuamente convinto della messianicità di Cristo. E' testimoniato che egli preannunciò il suo arrivo e che, battezzandolo, riconobbe in lui "l'agnello di Dio", ma è altrettanto testimoniato che in seguito egli nutrì dei dubbi, tant'è vero che inviò dei seguaci a chiedergli se fosse veramente lui il Messia. Tra l'altro, nonostante avesse udito la voce di Dio che gli diceva come Gesù fosse il suo figlio prediletto, egli non abbandonò mai la predicazione della Torah in favore della parola di Gesù. Infatti, il Battista continuò a predicare con i suoi propri discepoli, piuttosto che lasciare tutto e unirsi a quelli di Cristo. Per questo motivo, lo stesso Gesù parla di lui in questo modo: "In verità vi dico: tra i nati di donna non è sorto uno più grande di Giovanni il Battista; tuttavia il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui." (Mt. 11,11)

Citazione:

Originalmente inviato da SakiJune (Messaggio 25572)
Provo ad azzardare...
La figura di Giuseppe di Arimatea come custode del Graal non compare nei Vangeli, nemmeno in quelli apocrifi come il Vangelo di Nicodemo in cui ha un ruolo importante.
La sua leggenda iniziò a diffondersi con l'opera di Robert de Boron e quindi è possibile che fosse conosciuta a Costantinopoli, ma la domanda si riferisce ai Vangeli, non ad un'opera di fantasia, perciò la risposta non è degna di un teologo.

La domanda si riferisce a "qualcuno degli illustri personaggi riportati dai Santi Vangeli", non di "fatti" raccontati dai Vangeli, o almeno credo...:rolleyes:

Guisgard 11-01-2011 02.27.58

Che interessanti risposte, mie signore :smile:
Allora, per cominciare, facciamo un pò di chiarezza su alcuni punti.
In primis l'aspetto temporale.
Ovviamente siamo nel medioevo e da quanto riportato nel racconto in una data che dovrebbe cadere approssimativamente tra la fine del XIII e l'inizio del XIV secolo (la descrizione della struttura imperiale e quanto citato su Giuseppe d'Arimatea).
Le risposte di lady Sakijune e lady Talia sono brillanti e degne di lodi, ma non rispecchiano quanto chiesto dall'Arconte.
Infatti, il terzo teologo cita Giuseppe d'Arimatea secondo quanto raccontato dai Vangeli (il fatto, nonostante il suo ruolo tra i sacerdoti, di riconoscere la grandezza di Cristo), aggiungendo di suo particolari che sarebbero accaduti comunque in seguito ai fatti narrati dai Testi Sacri.
Quanto alla risposta di lady Gaynor, credo che essa dipenda da una errata interpretazione dei versetti citati dai Vangeli.
Il Battista infatti fu, come afferma lo stesso Gesù, il più grande dei "nati da donna" (battezzò lo stesso Cristo nel fiume Giordano) e temuto persino dal re Erode.

Quindi, mie signore, anche se le vostre risposte sono intriganti ed affascinanti non soddisfano appieno quanto richiesto dall'arcano.
In realtà la risposta esatta è molto più semplice di quanto non si immagini :smile:

Talia 11-01-2011 11.44.48

:neutral_think: onestamente, sir, mi avete lasciata decisamente in alto mare...
(il che non è molto cavalleresco, no? :D ;))
Ad esser sincera, ho la sensazione che la chiave sia in uno dei vostri consueti, astuti (machiavellici... :confused_whistle2:) giochi di parole! E tuttavia non riesco proprio a coglierlo, questa volta! :confused_she:

Coraggio, mie argute dame, non diamoci per vinte... idee? :smile:
E anche voi, velenti cavalieri... fuori le ipotesi! :D
Quanto a me, ci penserò! :confused3:

Lady Gaynor 11-01-2011 16.56.50

Citazione:

Originalmente inviato da Talia (Messaggio 25626)
:neutral_think: onestamente, sir, mi avete lasciata decisamente in alto mare...
(il che non è molto cavalleresco, no? :D ;))
Ad esser sincera, ho la sensazione che la chiave sia in uno dei vostri consueti, astuti (machiavellici... :confused_whistle2:) giochi di parole! E tuttavia non riesco proprio a coglierlo, questa volta! :confused_she:

Coraggio, mie argute dame, non diamoci per vinte... idee? :smile:
E anche voi, velenti cavalieri... fuori le ipotesi! :D
Quanto a me, ci penserò! :confused3:

Mah, l'unico tranello che vedo potrebbe essere a proposito dei Magi che "lessero proprio nelle stelle l’avvento del Re dei Re", nel senso che, pur essendo grandi conoscitori dell'astrologia, non lessero il futuro nelle stelle nel senso letterale del termine (congiunzioni astrali e quant'altro), bensì videro "sorgere la sua stella" (Mt. 2,2) e la seguirono fino a che essa "si fermò sopra al luogo dove si trovava il bambino" (Mt. 2,9). Però mi sembra alquanto stiracchiata come toeria, sarebbe stata un'imprecisione da parte del teologo, ma non proprio un errore...

Lady Gaynor 11-01-2011 17.03.09

Aspettate un attimo... ma dov'è che Cristo nei Vangeli viene denominato il Re dei Re?? Non era forse questo un appellativo rivolto ad un particolare sovrano dell'antico oriente (non mi ricordo quale)?

Talia 11-01-2011 17.22.59

@lady Gaynor
sì, era l'appellativo del sovrano persiano... o almeno mi pare! Ma non credo che c'entri niente, qui!
Nei Vangeli non so... so che Gesù viene definito 'Re dei Re' da Giovanni nell'Apocalisse (...ammesso che le mie reminescenze scolastiche siano giuste! :smile:)
Ma voi credete, mia cara, che sia questa la strada? :neutral_think:

Lady Gaynor 11-01-2011 18.55.38

Citazione:

Originalmente inviato da Talia (Messaggio 25640)
@lady Gaynor
sì, era l'appellativo del sovrano persiano... o almeno mi pare! Ma non credo che c'entri niente, qui!
Nei Vangeli non so... so che Gesù viene definito 'Re dei Re' da Giovanni nell'Apocalisse (...ammesso che le mie reminescenze scolastiche siano giuste! :smile:)
Ma voi credete, mia cara, che sia questa la strada? :neutral_think:

Beh, di certo nel vangelo di Matteo i Magi si riferiscono a Gesù come "Re dei Giudei" e non come "Re dei Re"... se non è questo, proprio non so cosa possa essere :neutral_think:

Talia 11-01-2011 19.05.54

@Gaynor
:neutral_think: già, avete ragione...
Vabé, attenderemo il verdetto... ;) anche perché, sinceramente, non mi è venuto in mente nient'altro! :smile:

Guisgard 11-01-2011 20.26.27

Citazione:

Originalmente inviato da Talia (Messaggio 25626)
:neutral_think: onestamente, sir, mi avete lasciata decisamente in alto mare...
(il che non è molto cavalleresco, no? :D ;))
Ad esser sincera, ho la sensazione che la chiave sia in uno dei vostri consueti, astuti (machiavellici... :confused_whistle2:) giochi di parole! E tuttavia non riesco proprio a coglierlo, questa volta! :confused_she:

Machiavellici, milady? :eek:
Ma se tutti sanno che sono limpido e cristallino come neanche un Parzival o un Galahad dei bei tempi :smile_lol:
Eh, mia dama di poca fede... :rolleyes:

Quanto alle risposte all'enigma, beh devo dire che le ho trovate molto fantosiose ed ingegnose, ma ahimè sono errate.
"Leggere nelle stelle" era comunemente in uso già da tempi antichissimi, rispetto al periodo in cui furono scritti i Vangeli, per indicare conoscenze sui fenomeni celesti (basti vedere gli annali cinesi, mesopotamici, egiziani, ittiti e alcune testimonianze delle civiltà egee pregreche).
I Magi, tra le loro caratteristiche, annoveravano anche quella di astrologi e da qui appunto "lessero nelle stelle" la profezia che annunciava l'avvento del Messia :smile:
Riguardo poi al titolo "Re dei Re", come giustamente precisa lady Talia, esso era adoperato per indicare il Re di Persia, conosciuto anche come "Gran Re"; tuttavia col termine "Re dei Re" verrà poi comunemente indicato Cristo.

Avanti su, la risposta non è difficile come sembra!
Anzi, per trovarla basta molta meno fatica di quanto non ne abbiano usata le nostre ingegnose dame :smile_lol:

Lady Gaynor 11-01-2011 21.53.46

Nel vangelo di Matteo, non si parla mai di Re Magi, ma vengono chiamati solo Magi...

Morrigan 11-01-2011 23.32.18

Mio buon signore, mie graziose dame, in questi giorni ho seguito con vivo interesse la vostra discussione, appassionandomi sempre piuù al vivo dibattito che avete condotto. Devo dire che le risposte date dalle nostre dame mi hanno molto affascinato, e ammetto che in più punti ho condiviso la loro opinione. Tuttavia ser Guisgard sembra non essere ancora soddisfatto da tanto studio...

... sono perplessa...

... in verità mi è balenata in mente una risposta banale, che pure stento a presentarvi... ma tant'è, il gioco è bello quanto più viva è la partecipazione, quindi vi dirò del mio semplice pensiero, che è il seguente...

... i Santi Magi, per quel che rammento, non furono i primi ad adorare il Bambino. Maria fu la prima adoratrice di Nostro Signore, insieme al suo sposo Giuseppe, e subito dopo i pastori avvertiti dagli angeli. Solo in seguito Maria presentò il Bambino ai Magi quanto essi arrivarono alla grotta.
Non credo sia questa la risposta, ma in verità è l'unico punto che mi pare incerto nella trattazione ascoltata.

Lady Gaynor 12-01-2011 00.56.35

Citazione:

Originalmente inviato da Morrigan (Messaggio 25668)
Mio buon signore, mie graziose dame, in questi giorni ho seguito con vivo interesse la vostra discussione, appassionandomi sempre piuù al vivo dibattito che avete condotto. Devo dire che le risposte date dalle nostre dame mi hanno molto affascinato, e ammetto che in più punti ho condiviso la loro opinione. Tuttavia ser Guisgard sembra non essere ancora soddisfatto da tanto studio...

... sono perplessa...

... in verità mi è balenata in mente una risposta banale, che pure stento a presentarvi... ma tant'è, il gioco è bello quanto più viva è la partecipazione, quindi vi dirò del mio semplice pensiero, che è il seguente...

... i Santi Magi, per quel che rammento, non furono i primi ad adorare il Bambino. Maria fu la prima adoratrice di Nostro Signore, insieme al suo sposo Giuseppe, e subito dopo i pastori avvertiti dagli angeli. Solo in seguito Maria presentò il Bambino ai Magi quanto essi arrivarono alla grotta.
Non credo sia questa la risposta, ma in verità è l'unico punto che mi pare incerto nella trattazione ascoltata.

Milady, credo che nei vangeli non si parli mai di Maria e Giuseppe quali adoratori... I Magi sono presenti solo in Matteo e vengono descritti come i primi adoratori. I pastori avvisati dagli angeli appaiono invece solo in Luca e non vengono indicati come adoratori. Qui i versetti:

15Appena gli angeli si furono allontanati per tornare al cielo, i pastori dicevano fra loro: "Andiamo fino a Betlemme, vediamo questo avvenimento che il Signore ci ha fatto conoscere". 16Andarono dunque senz'indugio e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, che giaceva nella mangiatoia. 17E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro.

Guisgard 12-01-2011 05.44.04

Lady Morrigan: la vostra risposta non è corretta ai fini del nostro enigma, ma molto interessante e merita certamente qualche parola.
Come giustamente dite i primi a rendere omaggio a Nostro Signore furono proprio la Vergine Maria e San Giuseppe.
Ma i Vangeli, come si sa, avevano il duplice scopo di rendere testimonianza alla Divina Natura del Cristo e di diffondere la Sua Eterna Parola.
E proprio in merito al rendere testimonianza a Gesù Cristo che la Vergine e San Giuseppe non vengono "ritenuti" al pari degli altri che adorarono il Figlio di Dio.
Infatti ben poco valore avrebbe avuto il riconoscimento di Gesù da parte dei suoi genitori.
Al contrario invece, le testimonianze rese da personaggi illustri e non legati alla cerchia familiare del Bambino, in primis proprio i Magi, danno ben più valore e significato a quanto diffuso dai Vangeli :smile:



Citazione:

Originalmente inviato da Lady Gaynor (Messaggio 25666)
Nel vangelo di Matteo, non si parla mai di Re Magi, ma vengono chiamati solo Magi...

Ecco, milady, questa è la risposta esatta :smile_lol:
Matteo infatti, l'unico degli Evangelisti a citare l'episodio dei Magi, proprio nel riportare questo accadimento definisce i tre semplicemente come Magi, senza aggiungere il titolo di re o altro.
E' solo in seguito che la tradizione popolare li ha definiti come re.
In realtà i Magi erano dei sacerdoti di Zoroastro giunti dall'Oriente proprio grazie all'avvento della stella cometa, fenomeno visto come segno riguardante le profezie bibliche sul Messia.
Anzi, in realtà Matteo non ne specifica nemmeno il numero: il numero 3 deriva solamente dal fato che furono 3 i doni che portarono al Bambino, oro, incenso e mirra.
I miei complimenti, lady Gaynor :smile_clap:

Lady Gaynor 12-01-2011 10.47.16

Citazione:

Originalmente inviato da Guisgard (Messaggio 25675)
Ecco, milady, questa è la risposta esatta :smile_lol:
Matteo infatti, l'unico degli Evangelisti a citare l'episodio dei Magi, proprio nel riportare questo accadimento definisce i tre semplicemente come Magi, senza aggiungere il titolo di re o altro.
E' solo in seguito che la tradizione popolare li ha definiti come re.
In realtà i Magi erano dei sacerdoti di Zoroastro giunti dall'Oriente proprio grazie all'avvento della stella cometa, fenomeno visto come segno riguardante le profezie bibliche sul Messia.
Anzi, in realtà Matteo non ne specifica nemmeno il numero: il numero 3 deriva solamente dal fato che furono 3 i doni che portarono al Bambino, oro, incenso e mirra.
I miei complimenti, lady Gaynor :smile_clap:

Vi ringrazio milord, ma c'è poco da complimentarsi, visto che una così ovvia e lampante risposta avrebbe dovuto essere data molto prima di tutte le altre legate alle mie elucubrazioni mentali...
Ad ogni modo, è stato un piacere giocare e confrontarsi con le splendide dame che popolano questo reame, spero di ripetere l'esperienza al più presto :smile_wub:

Talia 12-01-2011 15.04.05

@Gaynor
...complimenti, milady!! :smile_lol:
Suvvia, non siate così severa con voi stessa... magari la risposta -come voi dite- era lampante, eppure nessun altro ci ha pensato! Dunque, a mio avviso, meritate pienamente la palma della vittoria e un bel brindisi! :misc_proposetoast:
Complimenti! ;)

@Morrigan
...beh, a me era piaciuta la tua risposta, sai? :smile: ...Ma, si sa, è a sir Guisgard che non va mai bene niente!! ;)

@Guisgard
'limpido e cristallino', mio signore? :neutral_think: Allora, forse... che sia io ad avere la mente 'machiavellica'? :rolleyes: ;)

Guisgard 13-01-2011 04.24.11

Lady Gaynor, sono meritate le lodi ed i complimenti!
Avete risolto l'enigma dell'Arconte Solione ;)

Citazione:

Originalmente inviato da Talia (Messaggio 25688)
...Ma, si sa, è a sir Guisgard che non va mai bene niente!! ;)

Eh, un giorno, quando qualche perigliosa avventura mi condurrà via da Camelot, chissà se qualcuno mi rimpiangerà... :rolleyes:

Citazione:

Originalmente inviato da Talia (Messaggio 25688)
'limpido e cristallino', mio signore? :neutral_think: Allora, forse... che sia io ad avere la mente 'machiavellica'? :rolleyes: ;)

Eh, bocca mia taci... :silenced:

Guisgard 24-02-2011 03.43.03

Sir Taddeo d’Altavilla, insieme ad alcuni compagni d’arme, era diretto verso sud, nelle terre dell’antica Puteoli per poi imbarcarsi verso Occidente.
La sua meta era il regno di Aragona e Catalogna, dove il duca di Barcellona aveva chiesto aiuto a molti cavalieri europei per mettere fine alle scorribande di alcuni mercenari saraceni che portavano disordini lungo i confini meridionali delle sue terre.
Questo suo viaggio però portò sir Taddeo a sostare a Capua, dove insieme ai suoi compagni trovarono ospitalità presso un ricco mercante Bizantino, Anassagora di Cirene, che si era arricchito con i suoi commerci dall’Oriente greco.
Anassagora passava per essere un uomo cordiale, dotato di ottima cultura.
Infatti accolse con rispetto e piacere i nobili ospiti nella sua dimora.
E quando il pranzo in loro onore terminò, Anassagora cominciò uno dei suoi noti monologhi a sfondo storico, atto, oltre ad intrattenere, a testare le conoscenze dei suoi ascoltatori.

“Roma fu senza dubbio il più straordinario impero mai esistito. Nulla è infatti paragonabile alla sua potenza, anche portando a confronto il vasto impero degli Achemenidi o quello grandioso macedone.
Ed anche i nemici che i romani si trovarono ad affrontare furono degni del valore del loro impero.
Come il Gallo Brenno che li fece tremare, mettendoli quasi in ginocchio.
Ed Annibale il cartiginese fu forse il più temibile dei loro rivali.
Ma anche in tempi successivi la fama di Roma attirò straordinari condottieri sul suolo italico, per imporre sull’impero la loro violenta legge.
Tra questi i più feroci che la storia ricordi furono sicuramente il goto Alarico ed il vandalo Genserico.
E non è un caso che dopo i loro assalti l’impero subì colpi tanto violenti da non riprendersi più.”

E finito di raccontare, Anassagora fissò i suoi ospiti.
“C’è un evento epocale per la storia di Roma, amici miei, che lega tutti i grandi condottieri che ho citato. Tutti tranne uno. Chi fra essi è l’intruso e perché?”
Sir Taddeo, uomo di grande valore cavalleresco ma anche di raffinata cultura, sorrise e rispose prontamente alla domanda del ricco mercante bizantino.
“Siete un vero esperto e conoscitore dell’arte militare e dei suoi protagonisti, sir Taddeo…” disse soddisfatto Anassagora “… avrei dovuto porvi un quesito ben più complesso per mettervi in difficoltà!”
E tutti brindarono all’arguzia di sir Taddeo.
Valenti cavalieri e deliziose dame, sapreste rispondere anche voi con esattezza al quesito di Anassagora?

Talia 24-02-2011 10.26.27

Interessante quesito, mio signore... :smile_lol:
Ebbene, facendo appello ad alcune -lontane- reminescenze storiche, suppongo che potrei tentare di dare di getto una risposta.
:neutral_think:
Rammento, ad esempio, che Brenno il Gallo mise a sacco la città di Roma... lo ricordo perché qui, mi pare, si pone la curiosa leggenda delle cosiddette 'oche del Campidoglio'.
Anche il visigoto Alarico mi par di ricordare che entrò a Roma e la saccheggiò... anzi, mi sembra che sia proprio a questo episodio che fa riferimento Sant’Agostino nel De Civitate Dei.
Infine celebre è l'intercessione di papa Leone Magno a favore della popolazione romana durante l'assedio dei Vandali guidati dal re Genserico, che invasero e saccheggiarono la città eterna.
Per quel che riguarda il grande condottiero cartaginese Annibale, invece, io non ricordo alcun sacco. Egli affrontò e sconfisse le legioni romane in molte battaglie, fino ad essere da loro sconfitto nella celebre battaglia di Zama da Scipione l'Africano, ma non mi pare che entrò mai a Roma.
Dunque, sperando che i miei ricordi siano attendibili, io direi che "l'intruso" è Annibale. :smile:

llamrei 24-02-2011 11.49.46

Credo che l'intuizione di Talia sia corretta. Annibale sembrerebbe essere l'intruso. NOn ho ricordi di Annibale che commise sacco a Roma, come invece fecero i suoi "colleghi" nemici dell'impero.

Una pecca che ebbe l'impero è la presunzione che il suo esercito fosse invincibile e che Roma fosse intoccabile...Le forche caudine misero in discussione la disposizione militare e Roma stessa (vedi 3 sacchi di Roma in epoca imperiale) si sentì vulnerabile da nemici esterni..Nulla toglie alla grande capacità di imporsi nei territori conquistati. A parte questa mia divagazione personale riconfermo che Annibale possa essere l'intruso:neutral_think:

Lady Gaynor 24-02-2011 12.19.19

Se devo affidarmi alle riminiscenze scolastiche, pare anche a me che non ci fu alcun sacco di Roma da parte delle truppe di Annibale. Durante la seconda guerra punica (e speriamo di non sbagliare), Annibale attaccò l'Italia e si scontrò con le legioni romane in diverse battaglie, che vinse senza però mai riuscire ad espugnare Roma, ed infatti mi sembra di ricordare che dovette "accontentarsi" di conquistare Capua.

Ergo, avrei detto anche io Annibale come le mie due carissime concittadine :)

Guisgard 24-02-2011 21.02.05

Eh, ma voi dame non avete niente da invidiare all'esperto sir Taddeo d'Altavilla :smile_lol:
Infatti è naturalmente esatta la vostra risposta!
Annibale era l'intruso perchè, come avete sottolineato voi, fu l'unico dei tre a non aver mai saccheggiato Roma (Brenno la saccheggiò nel 390 A. C.; Alarico nel 410 e Genserico nel 455).
I miei complimenti, mie signore :smile_clap:


Citazione:

Originalmente inviato da llamrei (Messaggio 26675)
Una pecca che ebbe l'impero è la presunzione che il suo esercito fosse invincibile e che Roma fosse intoccabile...Le forche caudine misero in discussione la disposizione militare e Roma stessa (vedi 3 sacchi di Roma in epoca imperiale) si sentì vulnerabile da nemici esterni..Nulla toglie alla grande capacità di imporsi nei territori conquistati. A parte questa mia divagazione personale riconfermo che Annibale possa essere l'intruso:neutral_think:


Milady, qui la questione è molto complessa in realtà.
A parte pochissimi casi, durante l'epoca repubblicana Roma fu l'assoluta dominatrice del mondo antico, sconfiggendo praticamente tutte le civiltà che occupavano il Mediterraneo ed il vicino Oriente.
E ciò che permise tutto questo fu proprio la sua straordinaria organizzazione militare (e la conquista dei regni ellenistici, con la netta superiorità dei "manipoli" romani contro la forte ma lenta "Falange macedone" utilizzata dai regni greci, e quella delle Gallie da parte di Cesare lo testimoniano totalmente).
Purtroppo, a partire dal III secolo Dopo Cristo una crisi di portata titanica, che riguardava praticamente tutti gli aspetti della vita sociale, politica ed economica, travolse sull'impero, causandone la fine (almeno nella sua parte Occidentale).
Questo almeno per linee molto generali :smile:


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