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La donna rise in modo stridulo, con quei suoi occhi grandi e spiritati puntati su Gwen.
La pelle era di un pallido sinistro e gesticolava in modo agitato quando parlava. “Gwen...” disse “... ma è bellissimo come nome! Ma mi hanno detto sei sposata vero, mia cara?” |
La sua risata mi fece trasalire e mi congelò sul posto.
Aveva un'aria sinistra, era pallida, praticamente come noi e i suoi occhi non mi piacevano. "Sì... Sì, lui, si chiama Elv..." nel rispondere alla domanda, tirai a me Elv per averlo vicino. Quella donna mi spaventava, molto e non mi sentivo protetta senza lui accanto. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Elv fu letteralmente tirato da Gwen a sé, mentre quella donna continuava a ridere stridula, a muovere mani ed occhi in modo nevrotico ed a palare velocemente.
“Perdonate...” disse Elv “... voi siete, signora?” “Oh, ma sono la signora Stainov!” Esclamò lei. “Ma chiamatemi Azzy! Oh, che cari siete!” |
Strinsi convulsamente la mano di Elv con la mia, mentre liberavo l'altra da quella presa isterica.
Era una donna terrificante. Non c'era altro da dire. Cosa? Lei? Ma come faceva Tia a dire che erano brave persone? Era pazza! Completamente! "Oh, piacere nostro..." sorridendo appena. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Diedi una ultima occhiata sulle merlature più basse del castello e vidi il corvo, poco dopo arrivò la servitrice, mi sentivo veramente strana, poteva il mio stato d' animo mutare da un momento all' altro.
Il velo nero mi copriva il capo, lo avevo preso all' atelier visto il Barone era uomo di vecchi tempi e dovevo mostrare la mia vedovanza..anche se Gerard non era proprio nei miei pensieri e provai un senso di vergogna che subito sparì. "Il Barone mi stava aspettando, avevo un appuntamento con lui...ovvero gli avevo promesso di fargli visita" mi corressi subito. https://4.bp.blogspot.com/-Xos71DCzI...77459773_n.jpg |
“Oh, come sono felice...” disse entusiasta la donna fissando Gwen ed Elv con quei suoi occhi grandi e che ruotavano psichedelici sull'una e poi sull'altro “... si, felice!” Ridacchiando.
“Ehm...” fece Elv “... a cosa dobbiamo la sua visita, signora?” “Oh... e c'è da chiederlo?” Gracchiando divertita lei. “Io e mio marito abbiamo saputo ciò che avete detto di noi alla polizia... di come amavamo la povera Tia! Si, come una figlia...” mutando espressione “... era la nostra gioia...” con le rughe che rendevano grottesca quella maschera grinzosa, facendole assumere un'espressione patetica “... riempiva le nostre ore... saremo molto più soli ora...” con gli occhi lucidi. “Abbiamo solo detto la verità, signora.” Fece Elv. “Siete due bravi giovani...” lei mesta “... ma dovete accettare un nostro invito!” Ridendo di colpo. “Domani! Una cena per festeggiare il vostro arrivo qui!” “Ma, veramente...” Elv fissando Gwen. |
“E' molto tardi...” disse la servitrice ad Altea “... temo sia più opportuno che voi torniate domani... a breve chiuderò il portone del castello... e...”
“Non occorre.” Ad un tratto una voce che la interruppe. Era il barone che dal parapetto che sovrastava la corte fissava Altea e la servitrice. “Sai bene che non dormo quasi mai” continuò lui “e che il giorno come la notte mi sono indifferenti. Riceveremo lady Altea come il suo lignaggio e la sua generosità impongono.” “Si, milord...” annuì la servitrice. |
"Si, mi sono ritardata..mi scuso" risposi all' anziana servitrice ma una voce maschile si insinuò tra la mia e la sua e alzai lo sguardo. Dal velo nero vidi sul parapetto il Barone e mi inchinai leggermente "Siete troppo nobile e gentile Barone, vi ringrazio per la gentilezza..oh, il giorno illumina e nasconde ciò che di notte ci tormenta a quanto pare" fissandolo in modo serio.
Questo fatto di quella donna e del corvo..forse era vero. "Avete visto, ho mantenuto la promessa" consegnando alla servitrice il the comprato e i biscotti.."Potete preparare un ottimo the, ve ne sarei grata". |
Quel tocco, quella carezza di Destresya sul braccio di lui, il suo avvinarsi al conte, sfiorandolo quasi col suo corpo nudo generarono sensazioni che si riflessero nei suoi occhi azzurri come bagliori diurni sul mare.
Quell'azzurro si fece screziato, confondendosi con il sinistro ed ipnotico alone lunare sul giardino, producendo un contrasto tra la bellezza dei suoi tratti e l'espressione famelica e di folle lussuria che era li descriveva. Lila era poco distante da loro, bruna e nuda, dalle pelle chiara e lo sguardo opalescente, con le labbra rosse e la lingua inumidita da un desiderio che aveva cominciato ad inumidire la sua frivola e disinibita coscienza. Era come una ninfa, ma non poteva competere con una dea. Fessen prese la mano di Destreya e la sfiorò con un lieve e delicato bacio, come se davanti avesse la più nobile e virtuosa delle regine. Ma guardandola negli occhi la descriveva invece come una depravata e succube Poppea, ormai prossima a concedersi e ad umiliarsi ai suoi infervorati e virili pretoriani. “Vi seguirei in capo al mondo” disse “o anche nel suo buco più infimo ed immorale, mia dea e regina...” stringendo la mano di lei nella sua per un attimo soltanto, ma sufficiente, con quella stretta mascolina, per farle sentire quanto potesse essere duro come padrone. |
La servitrice annuì ad Altea ed andò via, mentre De Goth, con incedere nobile e malinconico, scese le scale e raggiunse la bellissima De Bastian, baciandole la mano con un gesto aggraziato e delicato.
“Siete troppo giovane e bella per quel velo di vedovanza...” disse porgendole il braccio “... la tristezza e la malinconia fiaccano l'animo, madama... non vorrei mai vedervi sfiorita per un lutto ingeneroso. Prego, ci accomoderemo sulla terrazza... l'aria della sera è clemente, dolce direi.” Uscirono così sulla terrazza, sedendosi sulle sedioline davanti ad un basso tavolino dove, qualche istante più tardi, la servitrice portò un vassoio con il thè ed i pasticcini portati da Altea. |
Era proprio la verità quella narrata dalle donne dell' atelier, il Barone era un uomo di altri tempi, aristocratico e in certi versi, affascinante nonostante l'età con quel suo intercedere malinconico.
Alle sue parole finsi indifferenza, avesse solo saputo io non portavo mai il velo, se non quando uscivo per non deludere mio nonno e portare onta alla Casata. Presi il suo braccio e ci accomodammo su quel terrazzo e poco dopo arrivò la servitrice. Nel frattempo avevo alzato il velo, vi era una brezza fresca e mi copriva le spalle.."Ecco il the che vi avevo promesso milord e i biscotti, ho portato pure dei libri...scusate l' impudenza oggi ero ad un atelier di moda e molte donne narravano sarebbe stato un peccato se voi ve ne foste andato" portando la tazzina di leggera ceramica alla bocca. |
Il barone sorseggiò un po' di Thè e poi accennò un lieve sorriso per quelle ultime parole di Altea.
“Ormai” disse “non sono più sensibile alle vanità del mondo ed al mio amor proprio, madama.” Guardando le stelle che scintillavano nella vastità delle tenebre attorno alla città. “Pagherei con tutte le mie ricchezze per lasciare questo posto. Tutto mi parla di una felicità che non tornerà più.” Poi si voltò a fissare lei. “Avete portato dei libri? Gradirei foste voi a leggermi qualche brano o anche una poesia. Avrei voluto una figlia che leggesse per me ed immagino che un animo come il vostro, così distante dalle frivole donne di oggi, sia molto affine ai versi ed alle rime.” |
Mi piacque vederlo turbato, eccome se mi piacque.
Sentire e comprendere che il mio tocco non lo lasciava indifferente bensì era motivo di sussulti, gemiti ed emozioni, mi diede una nuova linfa, come se non ne avessi abbastanza in quel momento, come se la passione folle non avesse iniziato a farmi perdere il controllo. Percepivo sia il suo controllo compassato, così saldo e tranquillo, sia la passione incontrollata che lo animava. Potevo sentire il suo corpo fremere, impaziente quanto il mio di poter lasciar esplodere quel desiderio immenso, travolgente, che cresceva a dismisura mano a mano che il tempo passava, e restavamo lontani. Un'attesa che non faceva altro che accumulare... accumulare voglia, desiderio, voluttà per poi esplodere in un'eruzione di piacere e passione senza precedenti, senza pudore, pietà o limiti. Ci saremmo stati solo noi, e nient'altro al mondo. Fremevo. Fremevo in modo incontrollato, lo guardavo quasi supplice. Il suo sguardo deferente ma voglioso e infimo mi faceva perdere completamente il controllo. Era meraviglioso, unico, sensuale e lurido come nessuno ma anche romantico, audace, capace... un uomo per cui perdere la testa. E quando strinse forte il mio polso, compresi che sarebbe stato anche un meraviglioso padrone, se fosse riuscito a sottomettermi. E qualcosa mi diceva che ci sarebbe riuscito, ci sarebbe riuscito eccome, e io non vedevo l'ora. Volevo essere la sua dea e la sua regina, ma anche la sua schiava e la sua ancella, il suo amore e la sua sgualdrina. Volevo tutto, ogni sua fantasia, ogni suo pensiero, ogni battito, ogni parola, ogni gesto, ogni sogno, ogni sospiro. Tutto. Solo di quel tutto mi sarei accontentata. Ora che la sua mano era nella mia, sorrisi, fissando le sue labbra che sfioravano alla mia pelle. "Allora venite con me..." con la voce che tradiva la voglia incontrollata che ormai si era impossessata di me. Mi voltai e lo trascinai con me verso le mie stanze, il mio regno, che presto si sarebbero tinte dei nostri gemiti e dei nostri sospiri. Camminavo piano, con andatura lenta e sensuale. Non mi curai di raccogliere la vestaglia, nè di tenere Swan che mi seguiva a debita distanza, anzi, spesso rallentavo il passo quanto bastava perchè mi raggiungesse e sfiorasse le mie natiche bianche e vogliose con la sua virilità salda e dura che sarebbe stata presto libera da ogni costrizione. |
"Barone, invece a mio avviso il vostro orgoglio dovrebbe rinascere, permettetemelo...è solo un consiglio ovviamente".
La sua richiesta fu leggittima, effettivamente non mi perdevo in chiacchericci anche se io stessa ero stato o forse ero una donna futile, forse incapace di amare mentre l' uomo che mi si parava davanti stava dando la sua libertà per amore. "Oh si" prendendo un libro "Dei versi di un grande scrittore e poeta..Victor Hugo". Poggiai il libricino vicino alla candela e mi rischiarai la voce e lentamente, scandendo perfettamente i versi lessi al barone queste immortali parole: "L'uomo è la più elevata delle creature. La donna è il più sublime degli ideali. Dio fece per l'uomo un trono, per la donna un altare. Il trono esalta, l'altare santifica. L'uomo è il cervello. La donna il cuore. Il cervello fabbrica luce, il cuore produce amore. La luce feconda, l'amore resuscita. L'uomo è forte per la ragione. La donna è invincibile per le lacrime. La ragione convince, le lacrime commuovono. L'uomo è capace di tutti gli eroismi. La donna di tutti i martìri. L'eroismo nobilita, il martirio sublima. L'uomo ha la supremazia. La donna la preferenza. La supremazia significa forza; la preferenza rappresenta il diritto. L'uomo è un genio. La donna un angelo. Il genio è incommensurabile; l'angelo indefinibile. L'aspirazione dell'uomo è la gloria suprema. L'aspirazione della donna è la virtù estrema. La gloria rende tutto grande; la virtù rende tutto divino. L'uomo è un codice. La donna un vangelo. Il codice corregge, il vangelo perfeziona. L'uomo pensa. La donna sogna. Pensare è avere il cranio di una larva; sognare è avere sulla fronte un'aureola. L'uomo è un oceano. La donna un lago. L'oceano ha la perla che adorna; il lago la poesia che abbaglia. L'uomo è l'aquila che vola. La donna è l'usignolo che canta. Volare è dominare lo spazio; cantare è conquistare l'Anima. L'uomo è un tempio. La donna il sacrario. Dinanzi al tempio ci scopriamo; davanti al sacrario ci inginocchiamo. Infine: l'uomo si trova dove termina la terra, la donna dove comincia il cielo." Finite quelle parole alzai il volto incrociando i suoi occhi, dei quali non mi ero mai curata di che colore fossero. |
Non capivo, non capivo proprio il perché della sua visita.
Ma poi lo disse e speravo che fosse solo quello. Anche se in realtà ora mi ero pentita di aver parlato bene di loro... Se il marito era come lei, stavamo freschi... Speravo fosse lì lì per andar via, ma poi... Cena? Cena?! No! "Vi ringraziamo, davvero, non facciamo complimenti, ma non possiamo accettare. Come se lo avessimo fatto, sul serio" con un sorriso, sperando si convincesse. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Il barone ascoltò in silenzio la voce di Altea che recitava quelle sublimi parole, quei versi immortali.
Ascoltò fissando l'infinità della notte, i misteri che scintillavano sotto forma di stelle ed i contorni enigmatici e magici delle lunghe ombre nella vallata intorno alla città. “Che meravigliose parole...” disse quando lei ebbe concluso “... si, meravigliose... lessi tempo fa un poema del quale mi colpirono questi versi... la poesia esiste da sempre e sono le stelle... i poeti raccolgono quelle cadenti che si rompono e divengono frammenti di sogno...” sospirò “... grazie, madama... non mi stancherei mai di ascoltarvi...” Ad un tratto sulla ringhiera di pietra della terrazza si posò un corvo. Era lo stesso vesto da Altea sul crostone. |
“Oh, no... no, mia cara.” Disse categorica quella vecchia donna a Gwen. “Non accetterò un rifiuto. No, assolutamente.” Per poi ridacchiare.
“In verità” fece Elv “è che siamo impegnati la sera e...” “Allora verrete prima di cenare!” Lei. “Per un aperitivo! Mio marito è amante e conoscitore di ogni sorta di vino e di liquore!” La sua risata gracchiava. “Suvvia!” “Eh, detta così...” Elv guardando poi Gwen “... magari solo per un brindisi...” “Benissimo!” Divertita lei. “Corro a dirlo a mio marito!” Annuì. “A domani allora!” Ed andò via. |
"Sono lieta di queste vostre parole, significa che vi ho fatto cosa grata...gli scrittori raccolgono quelle stelle cadenti perché sanno sono i nostri desideri e sogni, timori e dubbi e li trasformano in versi per gratificarci, farci sognare, riflettere e molto altro".
Ad un tratto udii un frullio di ali e vidi un corvo sulla ringhiera, era quello che avevo visto..poteva essere lo spirito di Lady Layla davvero. "Guardate, pure questo corvo è venuto ad ascoltare, forse vuole la vostra compagnia" mentre solo la candela rischiarava il mio bianco volto semicoperto dal nero velo di pizzo e continuai a leggere...forse per solo loro due.. "Passa radiosa, come la notte tersa dai cieli stellati; il meglio del buio e del fulgore si incontra nei suoi occhi addolciti a quella tenera luce che il cielo nega allo sforzo del giorno. Un'ombra in più, un raggio in meno, avrebbero in parte guastato la grazia senza nome che si posa sui capelli neri o illumina il volto con dolcezza, dove pensieri limpidi svelano pura e preziosa dimora. Su quella guancia, sopra quella fronte serena sorrisi e colori parlano di pacifici giorni, di un intelletto in armonia con tutto, di un cuore che ama innocente." |
“Versi incantati che la vostra voce rende magici...” disse il barone ad Altea “... ma vi prego, liberate il vostro volto da quel velo... stanotte nessuno potrebbe giudicarvi, né biasimarvi... non è certo colpa vostra quel lutto... siate libera come libera è la Luna nascente e libere le stelle nel loro corso immutabile...” guardò poi il corvo “... un'altra poesia recita che anticamente i corvi avessero il permesso di portare messaggi nel mondo dei morti... e forse questo uccello stanotte funge da mio messaggero...”
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Niente.
Non voleva desistere. Però, poi, in effetti l'idea dell'aperitivo non era male. "Oh, beh, forse un aperitivo andrà bene..." con un leggero sorriso. Andò finalmente via ed io chiusi la porta con uno sbuffo, testata do in silenzio con gli occhi chiusi. Iniziavamo male il nostro soggiorno qui. Molto male. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
"Mah, che gente strana si incontra..." disse Elv a Gwen rimasti soli "... beh, dopotutto sono stati gentili, liberandoci da una bella noia con quei poliziotti... vuol dire faremo la nostra buona azione quotidiana..." ridendo "... ma gli faremo capire che poi ognuno per conto proprio... sono anziani e se diamo loro confidenza poi finiremo per non toglierceli più di torno."
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Alle sue ultime parole trasalii..cosa nascondeva la tormentata storia d' amore tra il Barone de Goth e Lady Layla.
Mi tolsi il velo e lo poggiai su una panca "Non sono nemmeno meritevole di quel velo barone" guardandolo mentre la fresca brezza muovevano leggermente i biondi capelli "Sono vedova di due mariti, entrambi morti allo stesso modo..durante un duello con un contendente...io...non pensavo andasse a finire così, in verità nemmeno amavo i miei mariti, ero infelice ma nonostante tutto non ho trovato l' amore nemmeno in altri uomini...non sono diversa dalle altre donne, forse indegna di questi versi e la vostra stima" guardando il corvo. Frugai nella borsa e presi la rosa blu.."Ho preso un pensiero per voi...questa rosa blu..è rara e il fioraio mi ha detto era la più costosa che possedesse..la rosa blu mi hanno detto rappresenta il mistero" fissandolo e porgendola...si sarebbe aperto, avrebbe capito sapevo vi erano dei misteri? https://i.pinimg.com/236x/ba/e7/c2/b...e-my-world.jpg |
"Non è strana... È... Folle!" scuotendo la testa sconvolta.
"Sì, sembra facile... Ho idea che non sarà così semplice, anzi, se il marito è come lei, sarà praticamente impossibile..." affondando le mani nei capelli. Poi mi avvicinai a lui e presi le sue mani nelle mie, sorridendo. "Hai ancora voglia di fare quella passeggiata?" gli chiesi. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
De Goth guardò la rosa e la prese dalla mano di Altea.
“Madama...” disse annusando la rosa “... non conosco bene le donne, poiché in vita mia ne ho amata una soltanto... ma conosco bene l'arte, soprattutto la poesia... e chi legge e vive la poesia come fate voi non può avere indegnità o onta nel cuore... non siete colpevole per non avere amato... nessuno può esserlo... è l'amore che ci sceglie, non il contrario...” guardandola negli occhi “... ditemi... non amavate i vostri mariti... vi maltrattavano? Erano soliti gridare, trascurarvi? Sfruttarvi? Magari tenevano più alle loro famiglie che a voi? Perdevano tempo e denaro nel gioco?” Mentre il corvo era sempre immobile sulla ringhiera. |
“Certo, preparati...” disse Elv sorridendo a Gwen “... la notte è ancora lunga... ed aspetta solo noi...” accarezzandole le labbra con un dito.
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Destresya camminava davanti al conte, tutta nuda e con il rumore dei suoi tacchi che echeggiavano sui ciottoli del vialetto tra il giardino e l'androne del palazzo.
Era completamente nuda, fatta appunto eccezione per le scarpe alte, con le gambe lunghe e bianche che si muovevano con passo deciso, le natiche sode che sollecitate parevano strusciare l'una contro l'altra, invitando Fessen che la seguiva un passo dietro ad immaginare scene ed immagini ben oltre ogni decenza conosciuta. Di tanto intanto quella novella Agrippina rallentava appositamente e faceva si che il bel conte si ritrovasse contro i suoi glutei e facendole percepire quanto i suoi pantaloni contenessero a stento la poderosa voglia che il nobile uomo aveva di penetrarla. Un attimo prima di entrare con lei in casa, Fessen colse un fiore da uno dei cespugli. “L'acacia nel linguaggio segreto dei fiori” disse sfiorandole la piega fra le natiche con quei petali “simboleggia l'amore segreto. E' il più magico e misterioso dei sentimenti, poiché richiama la notte e tutti i suoi segreti. Esso conosce la menzogna e l'inganno, i sotterfugi ed il tradimento. E' il fiore che rende ogni arte ed espediente alla mercé di amore, perchè né morale e né giudizio teme chi ama davvero. E' poi il fiore dei grandi amanti adulteri, quali Paride ed Elena, Lancillotto e Ginevra, Tristano ed Isotta, Paolo e Francesca... e perciò tale fiore è così caro ad amore...” adagiandolo fra i lunghi e biondi capelli di Destresya “... con questo fiore, per stanotte, termina ogni romanticismo... poiché a breve non sarete più dea, né regina e neppure donna... ma solo una splendida cavalla da domare e galoppare fino all'arrivo dell'aurora, che metterà fine all'incantesimo...” con tono basso e caldo. https://s3.pixers.pics/pixers/700/FO...2b47769f93.jpg |
Sorrisi divertita.
"È molto invitante, questa cosa..." dissi piano. Poi andai a prepararmi. Indossai un elegante abito nero alla moda del momento, stretto fino alla vita e poi a svasate dai fianchi in giù. "Pronta" sorrisi.https://uploads.tapatalk-cdn.com/201...792bd2b95e.jpg Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Prese la mano dalla mia mano e le sue parole furono un sollievo, visto per mio nonno e la famiglia di Gerard era un segreto da nascondere.
"Affatto milord...i miei due mariti mi amavano alla follia, mi riempivano di regali, attenzioni, mi cantavano serenate. Ero una donna troppo fortunata, eppure non li amavo, non ho amato nessun uomo e questo preoccupava la mia famiglia, volevo l' indipendenza ma sapevo che destino mi sarebbe toccato...il convento.." sorridendo appena "E voi vi siete innamorato di Lady Layla a prima vista?" |
Gwen ed Elv uscirono in strada.
Era una notte calma, silenziosa e dalle ombre misteriose. Le luci della città parevano cangianti, miste com'erano alla vaga foschia che lambiva le guglie, le torri ed i palazzi più alti. Qualche passante, nonostante l'ora, era ancora in strada ma in gran parte i vicoletti erano deserti. “Andiamo a passeggiare sul crostone...” Elv prendendo Gwen per mano. |
Il barone guardò Altea negli occhi.
“La vidi per la prima volta una mattina d'Autunno...” disse ricordando di Layla “... ero con degli amici... la vidi... stava seduta sul parapetto di un ponte... il sole le inondava i capelli biondi... e lei ci giocava intrecciando le dita fra le ciocche... si voltò, non so perchè... in quel momento capii cosa provò Tristano quando il primo sguardo chiaro di Isotta si posò su di lui...” |
Ascoltavo rapita il momento del loro primo incontro.. Era bionda, proprio come la donna vista prima.. "Perché vi paragonate a Tristano? Avete bevuto un filtro magico e l'amore vi ha ingannato? Ne siete ancora prigioniero?" guardandolo pure io negli occhi malinconici.. La melanconia che la Luna faceva scaturire sinistra nei suoi occhi.
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La città era bellissima la sera, le luci punteggiavano le strade infondendo un lucore soffuso e magico.
Le strade non erano molto piene, ma andava bene così. Detestavo la confusione e così era molto più intimo, silenzioso. Annuii ad Elv e lo seguii tenendolo per mano. "Credo che dovremmo venire in città più spesso..." dissi, guardandomi attorno ammirata. Già, stavamo nel bosco davvero da molto tempo, mi mancava la vita di corte, mi mancava la mondanità, i fasti. "Facciamo una vita troppo ritirata, io e te..." ridacchiando. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Il barone guardò Altea negli occhi.
"Madama..." disse in modo sofferto "... volete conoscere la verità?" |
"Si, è vero..." disse Elv ridendo, per poi farsi serio "... sai... questa storia... mi ha fatto rammentare quando... ero giovane e vivo... prima di divenire un vampio... il mio grande sogno era fare l'artista... da piccolo dipingevo, sai? Ed ero bravino..." un pò malinconico, fissando Gwen e poi la città.
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Si fece improvvisamente serio.
E mi chiedevo cosa fosse. Che avesse qualcosa che non mi aveva detto? Man mano che lo ascoltavo, sgranati gli occhi. Dipingeva? "Ma perché non me lo hai mai detto?" gli chiesi, molto sorpresa. "Allora non deve essere affatto male questa copertura qui..." con espressione furbesca. "Non posso credere che ci siano ancora cose, di te, che non so, dopo secoli..." ridendo. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
“E' una cosa stupida...” disse Elv “...un vecchio sogno irrealizzabile... una sciocchezza...” fissando un po' malinconico Gwen “...e poi immagini? Un vampiro pittore! Non si è mai visto!” Cercando di riderci su.
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Ma perché doveva avere quell'espressione, così affranta e malinconica?
Mi si spezzava il cuore a vederlo così... Nonostante non ne avessi uno. Mi fermai davanti a lui. "Bene" dissi "Allora, adesso torneremo a casa, subito. Voglio che tu mi ritragga" aggiunsi poi, guardandolo negli occhi. "E poi, cosa ne sai? Magari, i più grandi artisti del passato lo erano, ma non potevano dirlo" divertita. "Il mondo è nostro, appartiene a noi, non ai mortali. Siamo noi a poter realizzare qualsiasi nostro sogno, vezzo o desiderio vogliamo. Abbiamo l'eternità per farlo, abbiamo ogni possibilità" dissi, con tono incoraggiante. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
“Sei molto cara...” disse Elv accarezzando il viso pallido di Gwen “... ma tranquilla, è solo un attimo di nostalgia... a volte i sogni ritornano come frammenti del passato... era solo una sciocchezza...” sorridendole “... hai ragione, il mondo è nostro... e vale più di qualunque sogno...” e la baciò fra le luci incantate del borgo antico.
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Non capivo perché cercasse di allontanare quel pensiero, se era proprio l'oblio a farlo star male.
Ma perché rinunciare, poi? Mi baciò, mentre le luci della città ci incorniciavano illuminandoci nella notte. "Ma io voglio davvero che tu mi ritragga..." dissi piano, col viso quasi imbronciato come una bimba capricciosa incorniciato dai ricci rossi. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
“Mi riferivo al mio sciocco sogno d'infanzia...” disse Elv abbracciando Gwen “... quanto a te, ti ritrarrò ogni giorno...” e la baciò ancora, mentre gli ultimi passanti andavano via nella notte.
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