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Quel calore che insisteva a scivolarmi addosso, senza riuscire a penetrare attraverso quella cortina marmorea che mi rivestiva, ma mi bastava.
Mi bastava sapere che ci fosse. Perché voleva dire che qualcosa potevo ancora provarla e l'oscurità non era riuscita a togliermi tutto. Interruppi non troppo bruscamente quel bacio da cui non mi sarei mai staccata e cercai i suoi occhi. "Adesso però devi farmi parlare..." mormorai, un po' scherzosamente, ma in realtà ero tesa e nervosa. Feci sedere entrambi su un divanetto, ma non sapevo bene come cominciare. "Beh, immagino tu abbia visto alcune cose un po' strane, qui... Come ad esempio le tende chiuse di giorno, o magari hai notato qualcosa di strano in noi..." iniziai, con cautela. Inviato dal mio LG-D331 utilizzando Tapatalk |
Ecco, finalmente ero tornata a casa.
Vederla da lontano era stato molto bello, dopotutto quel palazzo era bellissimo, il mio padrone era stato decisamente magnanimo con me nel concedermelo. Ma lui era sempre buono con me, non potevo lamentarmi. "Buongiorno Stuardo!" salutai il vecchio servitore "Novità interessanti?" dissi, ma senza degnarlo di particolare attenzione. "Io vado in giardino..." annunciai, dirigendomi verso l'esterno del palazzo alla ricerca di Aegos o del giardiniere che allietassero la mia giornata, cercando sempre di evitare le aiuole. Devo ricordarmi di dire al giardiniere di toglierle tutte... sono solo d'impiccio! |
Furio non disse più nulla.
Il giovane garzone, attratto fortemente da Altea, si era ritrovato in una storia più grande di lui, complicata e misteriosa ed aveva realizzato che uccidere Fulminaccio era il solo modo per liberare la sua padrona. Giunta la carrozza al centro della città, il cocchiere chiese ad Altea dove desiderasse andare. Si sedettero entrambi su un divanetto. “Si, in effetti si...” disse Elv giocherellando con il lembo dell'abito di Gwen “... siete un po'... come dire? Misteriosi ed originali, ecco.” Sorridendo. “Ma ti trovo molto affascinante, mia gotica dama.” Facendole l'occhiolino. Lys arrivò nel cortile, dove alla sua destra si andava verso le scuderie ed alla sua sinistra si entrava nel giardino. Stuarto le aveva comunque riferito che non vi erano novità. |
Deglutii e sospirai silenziosamente.
Fosse stato così semplice... "Non è solo questo..." dissi piano "Lo so che non è molto facile da capire, da accettare, ma..." era il momento, lo guardai dritto negli occhi "Noi... Noi siamo vampiri." Inviato dal mio LG-D331 utilizzando Tapatalk |
Mi destai ma davanti a me vi era l'immagine di lui.. Quel cavaliere che la notte prima mi aveva fatta sua e un brivido mi percorse la schiena e quel ciondolo si fece fuoco.. "Da Monsieur de Bary, lo studioso antiquario" dissi al cocchiere.
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Elv guardò Gwen negli occhi.
Poi scoppiò a ridere. “Dai, che scherzi fai...” disse lui divertito “... ammetto siete tutti pallidini, chiusi dentro, magari anche anemici, ma mi credi davvero un credulone se vuoi prendermi in giro così.” Ridendo. Il cocchiere annuì ad Altea e portò la carrozza dove lei aveva indicato. Così si fermarono davanti all'antiquario di Monsperone. “Forse è meglio che io aspetti qui fuori...” disse Furio “... controllerò così che non arrivi Fulminaccio...” |
Scelta ardua, dunque, il giardino o le stalle?
Restai lì pensierosa, per un lungo istante, e Aegos avrebbe dovuto prendere quel momento di esitazione come un complimento, considerando che difficilmente mi fermavo a pensare se assaggiare una nuova specialità o prenderne una che già conoscevo, lo facevo unicamente se quest'ultima era decisamente fenomenale. Ma in quel momento ero decisamente curiosa di vedere se il giovane che avevo intravisto dalla finestra fosse all'altezza delle mie aspettative. Così, presi la via per il giardino, e poi dovevo dirgli di togliere le aiuole, nulla mi spaventa più di un fiore. |
Non potevo dirmi sorpresa della sua reazione.
Chi mai ci crederebbe? Peccato che fosse indispensabile che lui ci credesse. Inspirai a fondo, mi concentrai sul suo meraviglioso profumo e i miei occhi diventarono completamente rossi, mentre i canini aguzzi si allungavano. Non dissi nulla, attesi solo che assimilasse ciò che aveva appena visto. Perché sapevo che non sarebbe stato facile.https://uploads.tapatalk-cdn.com/201...dba15ea0dd.jpg Inviato dal mio LG-D331 utilizzando Tapatalk |
Lys alla fine imboccò la direzione verso il giardino.
I incamminò in un vialetto attorniato da piante di bosco, boccioli ormai in fiore ed alberi dai rami carichi di verdi foglie. Infondo al vialetto intravide un giovane. Era il giardiniere visto appariva impegnato con alcune piante. Era bruno, dagli occhi azzurri e lo sguardo pulito. https://taquilladecine.com/wp-conten...mo-samurai.jpg Nel vedere tutto ciò, Elv apparve incredulo, sgomento, impaurito. Indietreggiò ma cadde poi a terra, arrivando fino ad un mobile contro la parete. Guardava Gwen e quei suoi occhi rossi, i canini sporgenti ed aguzzi. Non credeva ai propri occhi. “Cosa...” disse agitato “... cosa diavolo sei?” |
Cercavo di non guardare in basso, di cercare i rami frondosi, le nuvole, anche se ero costretta di tanto in tanto a guardare dove mettevo i piedi.
Alla fine lo vidi, un ragazzo, con gli occhi azzurri i capelli scuri, eppure diverso da Aegos, lo sguardo più pulito i lineamenti più dolci. Oh sì, non era affatto male. Il mio signore si era superato questa volta circa gli animali da compagnia. "Voi dovete essere il giardiniere..." con voce imperiosa, restando a guardarlo lavorare. https://i.pinimg.com/564x/85/69/38/8...4e09ce234f.jpg |
Rimase impaurito e sgomento per terra, contro un mobile.
Mi sentii malissimo in quel momento, non avrei voluto che mi vedesse in quel modo. Improvvisamente mi vergognai della mia condizione, poiché leggevo il terrore nei suoi occhi. Lo stesso terrore che di solito mi eccitava ed esaltava, un attimo prima di mettere fine alla vita dell'ennesima vittima. Ma non adesso. Perche Elv era la persona che amavo, non la mia vittima. Fui tentata di alzarmi, andare là ad abbracciarlo e rassicurarlo, ma non era il momento, infatti rimasi seduta, limitandomi a ritirare i canini. "Lo so, lo so che fa paura, ma non devi averne. Perché non potrei mai farti del male, mai. Ucciderei senza pensarci un attimo chiunque dovesse torcerti un capello" mormorai, cercando i suoi occhi neri "E c'è una cosa che posso fare... Per te, per noi... Ma solo se mi dirai di sì..." allungando una mano verso di lui. Inviato dal mio LG-D331 utilizzando Tapatalk |
Lui si voltò di scatto nell'udire la voce di Lys.
Si voltò e restò a guardarla stupito, quasi rapito da quella dama bellissima, dai modi decisi e sicuri, la voce imperiosa e l'abito generoso e sensuale. “Si...” disse titubante “... si... immagino siete madama la padrona... io sono Icarius, al vostro servizio, signora...” con un inchino e lo sguardo azzurro visibilmente emozionato. Elv scosse il capo e con un cenno della mano fermò Gwen. “No...” disse “... non voglio nulla da te... ora capisco perchè Setto è fuggito... lui è Credente... aveva fiutato il marcio... no... io non voglio avere nulla a che fare con questo luogo... dici di tenere a me? Allora fammi andare via... voglio andarmene e dimenticare tutto...” fissandola con terrore misto a rabbia. |
Lo guardai negli occhi, quasi volessi scrutarlo, comprenderlo, leggergli l'anima e farla mia.
Quegli occhi azzurri così intensi, quell'espressione quasi imbarazzata, il tono titubante... perchè mi stavano eccitando in un modo così viscerale? Oh che carino, sembra emozionato. Com'era diverso da Aegos, sembrava un tenero cerbiatto che avrei volentieri dilaniato per vedere com'era dolce la sua carne. Decisamente un bel regalo, mio signore, oh si... Gli concedo un sorriso benevolo, ma continuo a fissarlo come un predatore guarda la sua preda, con quella scintilla negli occhi di chi sà che non resterà niente di te quando avrò finito. "Sono Lady Lys.." annuendo "Ti sarei grata se sradicassi tutte le aiuole del giardino, non amo i fiori!" con aria di disgusto. Era uno in realtà, il fiore che detestavo più di qualunque altra cos al mondo, ma per estensione avevo iniziato a odiare la categoria. "E ti pregherei..." con la voce calda, sensuale, avvicinandomi a lui "Di obbedire a questo mio ordine anche se ti verrà chiesto il contrario..." sempre più vicina a lui, sempre più provocante. "Rispondi a me..." con la voce calda, sensuale, così vicino a lui che poteva sentire il mio profumo, il calore del mio corpo "A me soltanto, sono stata chiara?" guardandolo dritto negli occhi. |
Ovvio che ora mi vedesse come un mostro.
E questo ero. Riuscivo quasi a vedere il mio orribile riflesso nei suoi occhi, e ormai il danno era fatto. Il terrore che iniziò ad insinuarsi in me fu che lui ormai avesse già deciso che non sarebbe tornato sui suoi passi. Attenta Quella parola del Maestro, il suo discorso, mi rimbombarono nella mente. Il suo tono, il suo sguardo eloquente e ammonitore. Mi ero illusa che Elv potesse amarmi anche così, ma era tutto inutile. "Potrei donarti la vita eterna..." mormorai piano "Niente più morte, niente più ferite o malattie. Lo hai detto anche tu, una lunga ed eterna notte per amarsi. È questo che to offro, oltre me stessa, se sceglierai di non vedermi solo come un mostro" guardandolo negli occhi "Sei stato l'unico capace di far crollare mille anni di certezze che avevo così sapientemente costruito, una dopo l'altra. Mi hai fatto rimpiangere la vita che sentivo nel tuo corpo e non più nel mio. Mi hai fatto odiare l'idea che tu potessi essere così esposto e vulnerabile alle intemperie del tempo, della morte e della malattia, mentre io avrei continuato a godere delle grazie di un'oscurità che mi è stata imposta la notte di secoli e secoli fa, senza che lo volessi. Senza che potessi sentire un'ultima volta il sole sulla pelle o il sapore di un buon piatto. Mi hai fatto vergognare della mia condizione, perché la bellezza e l'immortalità possono essere terribili flagelli, alle volte. Ma se saremo insieme, se anche tu ti unirai a me, sarà tutto diverso. Nessuna notte sarà troppo lunga o troppo buia, trascorrendola insieme. Ti amo, Elv. Perdutamente. Credo che il tuo desiderio si fosse avverato ancor prima che tu lo esprimessi e ora nulla potrebbe lenire la mia sofferenza come il tuo sì al dono che voglio farti..." parlai come mai avrei parlato a nessuno, con la speranza negli occhi che lo guardavano. Inviato dal mio LG-D331 utilizzando Tapatalk |
“I fiori sono segno di bellezza, madama...” disse Icarius a Lys.
Poi lei si avvicinò categorica e sensuale, decisa e calda, eroticamente ipnotica e lui annuì. “Si, certo...” fissandola ormai vicinissima “... come madama desidera... voi siete la padrona...” con lo sguardo pulito e cristallino. “No... non è Amore questo...” disse Elv a Gwen scuotendo la testa nervosamente, con le mani fra i capelli “... se davvero mi ami... se è così, lasciami andare via... adesso... fallo se mi ami... se sai davvero amare, se in te vi è ancora qualcosa di umano...” avvicinandosi alla porta. |
Dopo quelle parole, dopo aver parlato col cuor in mano, non cambiò idea.
E non gli davo torto. Chi mai avrebbe potuto amare un mostro? Sentivo dentro un macigno, destinato a tormentarmi per l'eternità. Perché le lacrime che lavavano via il dolore ci erano precluse. I vampiri non potevano piangere. E non potevano morire. Destinati solo a soffrire in eterno. "Puoi andare via quando vuoi... Non sei prigioniero..." mormorai piano, con voce atona e lo sguardo nel vuoto "Ma prima, apri questa tenda e uccidimi... Se non vuoi che io soffra eternamente per la tua assenza, se anche in te c'è qualcosa di umano, metti fine alla mia esistenza ed io non esisterò più su questa terra... E non potrò più nuocerti..." Inviato dal mio LG-D331 utilizzando Tapatalk |
"Non per me, sradicali tutti e sostituiscili con delle piante, anche esotiche, piante con solo foglie, sono sicura che saprai trovarne di bellissime!" liquidando la questione con un brusco cenno della mano.
Quella vicinanza era inebriante, calda, sensuale. Potevo sentire il calore del suo corpo, il battito del cuore accelerato, i suoi occhi così belli, puri cristallini. Mi fanno venire una voglia immensa di sporcarli, di farli miei, di contaminarli con la mia lussuria sfrenata. Oh scommetto che una meraviglia come lui sboccerebbe come uno di quei fiori che detesto. "Ma che bravo che sei.." con la voce calda, sensuale, da chi non vede l'ora di mangiarsi il bocconcino succulento che ha davanti, il sorriso enigmatico che lasciava trasparire le mie intenzioni, e la mano che si allungava sul suo viso per fargli una carezza, lenta, calda, lasciva, mentre il mio sguardo accarezzava senza pudore tutto il suo meraviglioso corpo, immaginandolo alla mercè del mio desiderio. |
“Non dire sciocchezze, non ti ucciderò mai...” disse Elv a Gwen “... io non sono un assassino... e poi … poi... lasciamo perdere.” Smettendo di fissarla. “Devo andare...” aprendo la porta, per poi voltarsi a fissarla.
Non disse nulla ed andò via, chiudendo la porta. Un attimo dopo Gwen sentì un sordo rumore giungere dal corridoio. Icarius restò immobile a quella carezza di Lys, forse trattenendo il respiro per un attimo. La guardava negli occhi con quei suoi occhi azzurri e puliti, un po' in soggezione davanti alla bellezza ed alla determinazione della padrona. “Si, madama...” disse annuendo. Un attimo dopo Lys notò qualcosa. Un fiore in un cespuglio. Non un fiore normale, ma un'amamelide. http://www.inherba.it/wp-content/upl...mamelide-3.jpg |
Lo guardai.
"Vuoi lasciarmi soffrire? È così che dicevi di amarmi?" soffiai. Si voltò ancora a guardarmi, poi andò via, lasciandomi nel mio oceano di oscurità e immenso dolore. Non vedevo un'eternità possibile davanti a me. Non così. Passò un istante prima che mi ritrovassi con un lembo della tenda fra le dita. Era quasi fatta. Era quasi finita. Dovevo solo scostarla. E tutto sarebbe finito. Un'impercettibile lama di luce riuscì a penetrare dalle tende... Ma sentii un rumore sordo nel corridoio e subito corsi fuori. Inviato dal mio LG-D331 utilizzando Tapatalk |
Guardai Furio in modo duro e serio.."Si, è meglio pure teniamo un certo distacco" freddamente.
Scesi dalla carrozza e vicino allo studio di Monsieur de Bary vidi una sartoria pregiata, mi venne un desiderio malizioso...oh marito caro, ora andrò a comprarmi un vestito vezzoso con i miei soldi. Entrai nella sartoria, vi erano di bellissimi ma non potevo ora comprarne a volontà e nemmeno troppo frivoli, perciò optai per uno bello, che risaltava le forme del mio corpo. Mentre lo provavo pensai al discorso di Furio, non mi era piaciuto...forse doveva essere tenuto lontano, pure da me stessa...non avrei voluto uccidesse davvero mio marito, piuttosto avrei preferito fuggire dove nessuno mi avesse trovata. E poi io avevo deciso...ero di Lui...e mi avesse portata giù negli Inferi o nel Paradiso dove viveva per amarmi. Pagai in contanti, uscii ed entrai nello studio e bottega del famoso e rinomato studiato Monsieur de Bary. "Buongiorno, sono la Contessa Altea de Bastian" guardandomi attorno. https://i.pinimg.com/originals/6a/f0...44b44d6470.jpg |
L'amamelide, il fiore del mistero, della magia, degli incantesimi.
Un fiore unico, raro, un fiore a cui il mio destino è legato intimamente, intrecciato a doppio filo, come se tra i suoi petali si nascondesse il segreto stesso della vita. Ogni cosa si fermò, per un momento, come se l'incanto rubasse un istante allo scorrere irrefrenabile del tempo. Un istante per l'incertezza, per l'incredulità, per quei momenti in cui accade così, senza preavviso, davanti a ignare comparse di questo mondo. Sono di nuovo qui... Inspirai a pieni polmoni l'aria intorno a me, guardandomi poi intorno per capire dove fossi, che con quella non si può mai sapere. Vidi il giardino, il palazzo sontuoso alle mie spalle... ero a casa. La nuova casa, per lo meno, ed era giorno, dunque se ero fortunata potevo avere un sacco di tempo per me. Mi resi conto di avere addosso un abito incredibilmente scollacciato e inappropriato. Quella maledetta sgualdrina guarda come va in giro vestita! Portai una mano al petto e usai la mia magia per mutarlo in un altro, decisamente più appropriato e adatto a una fanciulla. Sapevo di non dover usare la magia per quelle frivolezze, ma andare in giro con tutto il decolletè in mostra andava contro ogni principio morale, per non parlare della decenza e del pubblico decoro. Ma Lys, o come diavolo si faceva chiamare, non aveva né l'una, né l'altra, né l'altro ancora. Sospirai, come ogni volta il senso di colpa era opprimente. Non c'era giorno che non me ne pentissi, che non facessi penitenza per quel terribile peccato. Era stata colpa mia, tutto quello era colpa mia. Quanto tempo era passato? Quanto altro tempo della mia vita avevo perso per colpa sua? Colpa mia... Non mi importava, avrei usato tutto il tempo che avevo a disposizione per continuare la mia ricerca, ero così vicina, così vicina a trovare il testo mancante. Dovevo correre in biblioteca e continuare i miei studi, sì, immediatamente. Non c'era nient'altro per me, nella vita, solo la disperata ricerca di un modo per cancellare quel giorno maledetto di vent'anni prima. Era giusto così, era la giusta punizione per il mio peccato. Solo allora mi accorsi del ragazzo che mi fissava, come imbambolato. Oh certo, dovevo pensare anche a lui. Lasciai che la mia mia magia lo raggiungesse, come una dolce carezza, donandogli l'eco della voce di Lys che lo congedava, e il vago rumore dei passi che annunciavano il mio arrivo. In quell'istante mi fermai a guardarlo, era davvero bello, il ragazzo più bello che avessi mai visto, con quegli occhi azzurri che sembravano nascondere tutti i segreti del mare e del cielo che si specchia su di esso all'orizzonte. Quando si riprese mi ritrovò lì a fissarlo con due occhi luminosi e chiari, quasi incuriositi, indagatori, come se lui si fosse immacolato lì a guardarmi senza motivo e io mi stessi chiedendo cosa fosse successo. "Dicevo che sono bellissimi.." sorridendo, un sorriso luminoso, chiaro. Chissà se Lys aveva già corrotto l'anima di questo ragazzo, anche se dai suoi occhi non sembrerebbe, come possono essere marci due occhi così puri? Lo avrei scoperto presto. Era sempre così, ovunque andavamo, i servi non erano mai dalla mia parte, perchè lei li accoglieva nel suo letto indecente! Non so quante volte ha fatto radere al suolo intere aiuole, o fatto bruciare i miei libri mentre era viva, se non avessi trovato il modo di nasconderli, probabilmente lo avrebbe fatto anche stavolta. Era il demonio in persona quell'abominio di donna, e pensare che veniva da me, da dentro di me mi lacerava perennemente l'anima. "L'amamelide mi ha sempre affascinato, vorrei che ve ne fossero in ogni angolo del giardino, e anche sulle fioriere alle finestre, insieme ad altri fiori che sono sicura sceglierai con molta cura.." la voce era carezzevole, dolce, rassicurante, quell'ordine era dato in modo gentile, con un sorriso luminoso e lo sguardo chiaro e lucente. "Oh, perdonami, non conosco il tuo nome..." dissi poi guardandolo nei bellissimi occhi blu. https://i.pinimg.com/564x/17/cb/bf/1...-johansson.jpg |
Fuori dalla stanza, nel corridoio, Gwen vide steso a terra senza conoscenza Elv.
Accanto a lui c'era Nikolaj che lo aveva tramortito alle spalle. “Stava andando via...” disse “... sconvolto... forse aveva scoperto la verità... peggio per lui, non lo racconterà a nessuno...” con un ghigno. Altea entrò dall'antiquario, una bottega ben ordinata e con diversi oggetti e monili di vario valore. “Buongiorno, madama.” Disse un uomo impettito. “In cosa posso aiutarvi?” Con tono cortese. |
Mi illuminai nel sentire la voce di Monsieur de Bary.."Oh buongiorno..quanto tempo e vedo avete oggetti meravigliosi" sospirando "Purtroppo mio padre mi ha dato a un uomo tirchio e grezzo, e non posso impreziosire la mia casa coi vostri gioielli" sistemando la ampia scollatura del vestito e tolsi dal mio collo la collana che sentivo ardere tra le mie mani.
"Sono venuta qui per sapere di questa collana" posandola sul suo tavolino, ha delle scritte, un simbolo e pure una pietra..sembra di secoli fa quasi. |
La magia di Clio era riuscita a confondere il giovane giardiniere, rendendo la sua entrata in scena normale, logica e non frutto di un misterioso incantamento.
Icarius la guardò colpito dal suo candore e dalla sua dolcezza, dalla solarità del suo volto e dalla cortesia raffinata dei suoi modi. “Icarius, madama...” disse lui ancora sorpreso “... immagino siate l'altra padrona... Stuarto me ne ha parlato... vostra sorella era qui fino ad un attimo fa...” guardò le aiuole intorno a loro “... veramente proprio vostra sorella mi ha incaricato di estirpare ogni fiore del giardino, madama...” “Ora vediamo subito, madama...” disse l'antiquario prendendo il medaglione di Altea, per poi guardarlo con attenzione “... si, è molto antico... non è in buonissimo stato e ciò lo rende meno prezioso... tuttavia è un monile di una certa importanza, almeno nobiliare diciamo così... vedete? E' inciso il simbolo di Usciano... si tratta di una regione del regno di Afragolignone famosa per i suoi guerrieri... nobili Uscianesi giunsero qui secoli fa, arruolati nell'esercito ducale Capomazdese... dopo la sconfitta di questo molti andarono via o furono cacciati... vi sono alcuni ex possedimenti di una nobile famiglia Uscianese, appena fuori Monsperone, poi confiscata dal Maresciallo... come detto non ha un grosso valore economico, madama, visto il cattivo stato in cui si trova, ma magari potrebbe interessare qualche nobile Uscianese, ammesso ve ne siano ancora... resta tuttavia un pezzo molto interessante storicamente.” Sorridendole e restituendo il medaglione alla dama. |
Trasalii a quelle parole.. "Non mi interessa il valore storico...però mi avete dato un grande aiuto...aspettate, forse quel Palazzo era ed è tra il bosco di Chanty vicino al mio castello..vi è un leone sul portone di ottone..dove ora abito. Ma dove si potrebbero trovare gli Uscianesi ora, ve ne sono ancora..nascosti ovviamente..sapete qualcosa?" a bassa voce.
Tutto tornava...quindi era di lui quel ciondolo ma come mai era nel palazzo. |
“Purtroppo non posso esservi d'aiuto, madama...” disse l'antiquario ad Altea “... so che nel bosco di Chanty sorge un antico palazzo o castello che un tempo fu dimora dei nobili Uscianesi... oggi come detto quelle terre sono state confiscate... chissà che fine avranno fatto gli abitatori di quel posto... dovreste chiedere ai militari, o al Maresciallo stesso... ma badate è un uomo molto importante...” fissandola come se non volesse dire altro sul Maresciallo, quasi per paura di quell'uomo.
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Gli sorrisi, aveva uno sguardo così pulito, così bello che era davvero un piacere guardarlo. L'incanto aveva funzionato, e non era poi così confuso, meno male.
Era sempre brutto dover alterare, seppur per pochi istanti, i ricordi di chiunque fosse nei paraggi al momento della trasformazione, ma era fondamentale per proteggerci. Se qualcuno avesse scoperto la verità... rabbrividii, non volevo nemmeno pensare di quale sarebbe potuto essere il nostro destino. "Sì, sono Lady Clio..." annuendo, trattenendomi dall'alzare gli occhi al cielo alla notizia che, come sempre, la prima cosa che faceva era far estirpare i fiori. No, di solito prima di portava a letto il giardiniere, tanto per essere sicura che lui fosse completamente soggiogato e facesse tutto quello che voleva lei. Tipico... "Oh!" con gli occhioni delusi e crisi "Ma... privare un giardino così bello dei suoi gioielli migliori? Oh, non darle retta, il nostro giardino ci guadagnerà..." sfiorandogli appena lievemente il braccio. Forse era un azzardo, ma sapevo che da quei primi momenti poteva definire la mia sopravvivenza. Sospirai, tristemente. "Mia sorella sa essere molto convincente, se dovesse insistere, la faresti una cosa per me?" guardandolo con le gote lievemente arrossate, gli occhi grandi, lo sguardo complice, come di una bambina che ti confida un segreto, dolcemente "Nasconderesti almeno qualche amamelide in giro per la casa, così potrò guardarle?" con lo sguardo speranzoso e azzurro nel suo. |
La dolcezza ed il candore di Clio quasi disarmarono Icarius che la guardò ed annuì.
“Si, madama, ve lo prometto...” disse beandosi del delicato tocco della mano di lei sul suo braccio “... dopotutto un fiore nascosto non può far del male a nessuno...” sorridendole “... l'amamelide nel linguaggio dei fiori simboleggia la magia e l'incantesimo... si dice sia uno dei fiori preferiti dagli innamorati, poiché non vi è incanto più forte del sortilegio d'Amore.” Annuendo timidamente per aver fatto quella citazione al cospetto della bella e nobile padrona. |
"Ho la tremenda impressione quella dimora sia proprio quella di quel nobile o potrei sbagliare ma l' ho trovato nella biblioteca antica della mia dimora attuale...tutto combacia..si ho sentito parlare del Maresciallo...come si chiama? Beh per farlo parlare dovrei convincerlo..e poi? Sono sposata, so ho la fama del donnaiolo..mio marito lo conosce?" chiesi allo studioso.
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“Non so, madama...” disse l'antiquario ad Altea “... probabile, dopotutto vostro marito è un mercante importante e conosciuto e credo avrà incontrato il Maresciallo.”
In quel momento entrò un altro cliente, un uomo dai vestiti borghesi. "C'è un pò di agitazione stamani in città..." mormorò. "Come mai?" Chiese l'antiquario. "Non avete udito nulla?" "Nulla." "Beh, pare che qualcuno abbia aggredito un manipolo di soldati..." spiegò l'uomo "... il Maresciallo vuol scoprire il colpevole ed il bosco di Chanty sarà rivoltato come un guanto..." "Briganti?" Stupito l'antiquario. "Non si sa..." l'uomo "... l'unico soldato superstite pare sia traumatizzato e parla di un fantasma, un demone..." ridendo. |
Mi illuminai a quelle parole.
Forse quell'arpia non aveva ancora allungato i suoi artigli sul bellissimo ragazzo che avevo davanti, con quegli occhi puliti, luminosi, i modi gentili. "Te ne sono grata, Icarius, immensamente..." con un sorriso luminoso "Mia sorella non sa apprezzare la delicata bellezza di un fiore..." accarezzandone uno dell'aiuola accanto a me. Poi quelle parole sugli innamorati, pronunciate con quel tono timido, dolce, mi strapparono un sorriso emozionato, arrossandomi lievemente le gote. "È vero, per quello lo trovo così bello..." lasciando cadere piano la mano che avevo posato sul suo braccio arrivando a sfiorargli lievemente la mano "Mi ricorda che l'Amore esiste, e sboccia come questo fiore, spontaneo, forte, bellissimo.." arrossendo appena, per poi abbassare gli occhi nel cercare di celare quella lieve malinconia che mi prendeva sempre quando pensavo all'Amore. L'Amore per me era racchiuso nei romanzi e nei racconti, il mio peccato mi aveva portato via anche la possibilità di essere amata, perché chi mai avrebbe voluto una donna col mio destino, col segreto terribile che mi portavo dentro? Tra tutte le cose che mi aveva strappato quel filtro maledetto, l'Amore era il peggiore di tutti. Rialzai lo sguardo per non essere scortese e sorrisi appena, dolcemente, nascondendo in quel sorriso tutta la mia malinconia e inquietudine. |
Vidi Elv disteso a terra e non ci volle molto per capire cosa fosse successo.
Mi avvicinai a Nikolaj furente, lo afferrai dalla gola e lo costrinsi contro il muro. "Dicono che chi si faccia gli affari propri viva cent'anni. Sono certa che se tu non fossi stato immortale, saresti morto molto presto, Nikolaj Rostov" sibilai fra i denti aguzzi, con un ringhio basso. Lo lasciai guardandolo con sdegno e presi Elv fra le braccia. Andai nella sua stanza e lo poggiai sul suo letto. Poi li poggiai sul capo una pezza bagnata in attesa che si svegliasse. Inviato dal mio LG-D331 utilizzando Tapatalk |
Interessante...magari farci invitare ad una festa, non sarebbe stato male..dovevo andare avanti con questa storia.."Si, chiederò a lui" sorridendo pensierosa.
Poi entrò un cliente ed ascoltai la sua storia.."Eppure io non ho sentito nulla, abito proprio nel bosco di Chanty in dei Palazzi"...un fantasma..un demone..strinsi il medaglione ed ebbi un fremito.."Oh si, una storia strana..ma come sarebbe stato visto questo fantasma e perché si dice sia un demone?" interessata sempre più alla storia. Questa visita era diventata fruttuosa. |
“Purtroppo i militari non fanno trapelare nulla, madama.” Disse l'uomo ad Altea. “Per loro è uno smacco. Naturalmente il Maresciallo non crede alle storie di spettri e demoni, dunque pensare che dei miseri briganti abbiano sgominato un manipolo dei suoi soldati scelti lo irrita non poco.”
“Immagino.” Annuì l'antiquario. Gwen stese Elv sul letto e si occupò di lui, attendendo che si risvegliasse. Restò senza conoscenza per tutto il mattino e buona parte del pomeriggio, riprendendosi poi poco prima del crepuscolo. Riaprì gli occhi piano, realizzando poco a poco dove si trovasse. “Cosa è...” disse cercando di alzarsi, ma avvertendo ancora una fitta dove Nokolaj lo aveva colpito “... accidenti... ho i capogiri...” |
Briganti...avevo sentito bene..allora vi erano davvero e finsi indifferenza.."Già il maresciallo si prodiga tanto per noi, ora ho un po' di paura, ma io non ho mai visto questi briganti..davvero vivono nel bosco di Chanty..io ho il mio Castello dove ho vissuto da bambina e quello dove abito ora con mio marito..come è possibile non li abbia mai visti..parlatemene..chi sarebbero così posso mettere la servitù all'erta" con il viso angelico che nessuno sapeva nascondeva qualcosa di particolare, magico, un incantesimo...eh si...ve ne erano tanti di incantesimi a Chanty stranamente.
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Fino al pomeriggio restò senza conoscenza, ed io rimasi a vegliare su di lui.
Riflettevo su quanto era successo ore prima, sul macigno che ancora non mi abbandonava. Probabilmente sarebbe scappato di nuovo quando si fosse svegliato, ma visto cosa aveva rischiato la prima volta non so quanto gli convenisse. Si svegliò al crepuscolo, mentre aprivo le tende. Subito lo raggiunsi. "Non alzarti, se hai capogiri non riusciresti a state in piedi" lo feci stendere di nuovo "Nikolaj ti ha visto nel corridoio e ti ha colpito alle spalle" gli spiegai, evitando che subito pensasse che fossi stata io. "Aspetta..." poggiai la mano sul punto dolorante per guarirlo "Va meglio?" Inviato dal mio LG-D331 utilizzando Tapatalk |
Icarius restò a guardare Clio parlare, sorridere, accarezzare un fiore ed arrossire appena.
La fissò a lungo, senza trovare mai le parole giuste da dire e ciò lo fece sentire un po' stupido, sempliciotto e così lontano dal mondo bellissimo ed aristocratico di dame simili. Clio era l'opposto di Lys. La prima era il giorno, era il Sole sul grano dorato ed i lunghi pomeriggi chiari ed azzurri. La seconda invece era la notte, con le sue ombre ed i suoi misteri, i sogni, i desideri e le fughe tra stelle sconosciute nel pallore magico e sensuale di una Luna proibita. “I banditi sono ovunque, madama.” Disse l'uomo ad Altea. “Quelli di Chanty non sono diversi da tutti gli altri. Rozzi, violenti, avidi e pericolosi.” “Di certo non quelli dei romanzi o delle canzoni popolari.” Sorridendo l'antiquario. “E comunque molti sono stati uccisi o catturati dagli uomini del Maresciallo. No, io non credo siano stati dei banditi ad aggredire i soldati. Nessun bandito è tanto pazzo da attaccare i soldati armati. I banditi assalgono i contadini, i pastori e la gente indifesa, non militari pesantemente armati.” Elv guardò Gwen con uno strano sguardo. C'era qualcosa che rendeva i suoi occhi vaghi, incerti, quasi persi. “Si...” disse al tocco di lei “... si... il dolore è passato... come ci sei riuscita?” Massaggiandosi la testa. “Ma dimmi... chi sei tu?” Fissandola. “Ma soprattutto... io chi sono?” Perplesso. |
"Effettivamente sarebbe un suicidio assalire i soldati del Maresciallo...a meno che non vi sia un capo scavezzacollo..ma voi che ne pensate..chi potrebbe essere..non si sa nulla dunque.."avvicinandomi all' uomo e mettendo il ciondolo al collo.
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Il suo sguardo era strano, vago e non capivo perché.
Le sue parole mi congelarono sul posto. No. Non poteva aver perso la memoria. No. Lo guardai a mia volta incerta senza sapere come reagire. Se vederla come un'opportunità o una tragedia. Aveva dimenticato chi ero stata io per lui, ma aveva anche dimenticato chi ero io in realtà. "Non ricordi proprio niente di niente?" chiesi, con cautela. Inviato dal mio LG-D331 utilizzando Tapatalk |
Il ragazzo mi guardava in silenzio, probabilmente si chiedeva perchè mai restassi lì a dargli fastidio. La verità era che non avevo mai visto un ragazzo così bello, e mi piaceva guardarlo. Forse ero stata inopportuna.
Arrossii violentemente a quel pensiero, costringendomi a distogliere lo sguardo da quel viso bellissimo. "Ti sono grata per nascondere i fiori in giro per il palazzo, Icarius..." sorrisi, sfiorandogli dolcemente il braccio "È davvero molto importante per me.." guardandolo negli occhi con lo sguardo dolce, grato, luminoso. Lo salutai con un cenno del capo e mi voltai per tornare nella mia stanza, dopotutto dovevo andare avanti con le mie ricerche, non potevo certo restare lì a perdere tempo. Non appena mi fui voltata sospirai, guardando i fiori con un sorriso. Era un bel sogno, nulla di più, avevo cose più importanti a cui pensare, lo sapevo benissimo. Ogni minuto perso mi teneva lontana dal mio obiettivo, dal farla finita con quella vita a metà, per sempre. |
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