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L'allarme echeggiava senza sosta per tutto il forte.
“Tutti gli uomini ai propri posti di combattimento.” Disse Goz a Clio e a Tesua. “Madama, non temete, la base è inespugnabile. Qui non correrete alcun rischio.” Rivolto a Gaynor. “Sergente Lyon a rapporto, signore!” Arrivando un giovane ufficiale. “Dunque?” Fissandolo Goz. “Pare che due caccia Valchiria abbiano forzato il blocco difensivo dell'aerea urbana ed ora stiano bombardando il borgo!” “Solo due caccia?” Stupito Goz. “Che senso ha?” “Forse è un attacco a sorpresa sfruttando l'oscurità, signore.” Mormorò Tesua. “Forse...” pensieroso Goz “... tenente, Clio, uscite con uno stormo per difendere il borgo. Subito.” Fissando la ragazza. https://s-media-cache-ak0.pinimg.com...9438be0aa6.jpg |
Non c'era un minuto da perdere, mi alzai e annuii al capitano.
"Sissignore.." Dissi mentre già me ne stavo andando. È come me, tutti gli uomini tornavano ai propri posti. Raggiunsi in fretta l'hangar della mia squadriglia. "Avanti ragazzi, andiamo a stendere quei cani.." Decisa, salendo nel mio aereo. "Avanti bellezza, fammi vedere che sai fare..." Accendendo l'apparecchiatura per decollare. Un attimo dopo eravamo in volo, nel cielo notturno, alla ricerca di quei maledetti caccia. A difesa delle nostre case, della popolazione, della base, forse dell'intera civiltà. Perché era quello il nostro posto. |
Dorat condusse Altea e le sue sorelle a quel capanno, dove poco distante un aereo era pronto a decollare dalle acque del fiume.
“Che onore, duchessa.” Disse sarcastico Rodian, con un vistoso e teatrale inchino. “Si, sono diretto ad Evangelia. E per vostra fortuna vi porterò con me, in salvo.” “Vedo che già conoscete Rodian...” Dorat ad Altea “... lui è il pilota pagato da vostro nonno per portarci fuori da Cherval.” “E direi di sbrigarci.” Fece Rodian. “I carri di Canabias avranno già oltrepassato i confini ormai.” |
"Oh...ecco uno dei miei dubbi è stato risolto..siete pure voi un amico di fiducia di mio nonno...e ora immagino conoscete il Duca e le figlie visto vi avrà pure pagato profumatamente".
Feci cenno a mie sorelle.."Avanti ragazze, non vi è tempo da perdere..." guardai Rodian e feci finta di nulla.."Si avete ragione, non è il momento di questionare ora, partiamo subito" e lo seguimmo sull' aereo. |
L'allarme continuava a suonare, ma il Capitano mi rassicuró dicendomi di stare tranquilla. Ma in mezzo a quelle manovre di difesa mi sentivo decisamente d'intralcio, per cui mi rivolsi a Goz. "Capitano, vi prego, fatemi accompagnare nel mio alloggio. Mi sento più un peso che altro in questo frangente..."
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Fermer si chinò e prese il bambino in braccio, per poi adagiarlo nel suo lettino.
Tornò da Gwen e le prese le mani nelle sue. “Questo è un lavoro terribile...” disse, cercando di scaldarle le mani divenute fredde per l'ansia “... viviamo a stretto contatto con la sofferenza e la morte... non dovete farvi coinvolgere o non riuscirete a superare le difficoltà...” sorrise appena “... avete le mani fredde...” |
Fermer prese il bambino addormentato e lo adagió sul lettino, poi tornó da me e mi prese le mani nelle sue.
Erano calde, piacevolmente calde, a contatto con le mie, feedde per l'ansia. "Lo so, ma credo sia questione di abitudine" sorridendo appena. "Temo sia l'ansia, passerá, non vi preoccupate" ridedo piano per non svegliare il bambino "Ve l'ho detto che non sono facile da buttare giú" facendogli l'occhiolino "Non sono d'accordo, peró. Noi abbiamo a che fare con la vita e la morte ne é solo una parte, imprescindibile per poter apprezzare la vita ancora di piú" sorridendo. |
I colpi, le esplosioni, le grida della gente.
E poi il sussultare della taverna che sembrava prossima a crollare sulle teste di Dacey e degli altri quattro. I due Valchiria fendevano il cielo notturno, vomitando poi i loro colpi sulle case indifese e sulla gente inerme. “Vedrai che elogi quando lo saprà il Maggiore Gouf.” Disse via radio uno dei due piloti. “In effetti” fece l'altro pilota “nessuno si aspettava un attacco simile.” “Avanti, è quasi l'alba.” Il primo via radio. “Facciamo un altro giro e mandiamo all'Inferno più gente possibile.” “Roger!” Esclamò il secondo. “Base chiama Enne1 ed Enne2.” Ad un tratto dalla radio. “Rispondete Enne1 ed Enne2.” “Qui Enne1 a base...” rispose il primo pilota “... sono in ascolto.” “Cosa state facendo?” Dalla base. “Chi vi ha autorizzato a forzare l'area urbana di Evangelia?” “Abbiamo portato bei danni a questi cani...” il primo pilota “... ora ci ritiriamo.” In quel momento i due piloti avvistarono la Freccia d'Argento. “Ehi, c'è un aereo in vista!” Il secondo pilota al primo via radio. “Allora vuol dire che lo abbatteremo prima di ritirarci.” Ridendo il primo. “Roger!” Divertito il secondo. I due Valchiria ingaggiarono così battaglia con la Freccia d'Argento. Cominciò uno scontro a colpi di mitraglia, con i tre veicoli che sfrecciavano velocissimi nel cielo prossimo all'albeggiare. “Quel maledetto ci sa fare...” mormorò il primo pilota. “Sta calmo, lo abbatteremo in un attimo.” Replicò il secondo. “Attento!” Gridò via radio il primo. “Quel bastardo con una rapida manovra è finito dietro di te!” La Freccia d'Argento aprì il fuoco e trivellò di colpi il Valchiria che in un attimo prese fuoco e precipitò, schiantandosi al suolo. “L'ho abbattuto!” Esclamò Guisgard dal suo abitacolo. “L'ho abbattuto!” “Carogna...” amaro il primo pilota del Valchiria “... hai fatto fuori il mio compagno, ma con me non la spunterai!” I due aerei ripresero lo scontro. Ma ad un tratto Guisgard rimase senza munizioni. “No...” Guisgard, cliccando a vuoto il pulsante del fuoco “... non ora, maledizione...” “Eccoti!” Trionfante il pilota del Valchiria. “Ora senza munizioni sei mio!” E prese a sparare. Solo l'abilità di Guisgard e la manovrabilità della Freccia d'Argento evitarono il peggio. “Non posso evitare a lungo i suoi colpi...” Guisgard zigzagando “... devo trovare il modo di liberarmene...” “Dove scappi, maiale!” Sparando a raffica il pilota del Valchiria. “Devo portarlo via da qui...” agitato Guisgard “... dove posso difendermi...” e volò verso i monti, fino a trovare una gola rocciosa. Ma il Valchiria gli era alle calcagna. In quel momento sul borgo arrivarono gli aerei di Clio e degli altri piloti legionari. E videro un Valchiria in fiamme sul suolo ed un altro che inseguiva un terzo e misterioso aereo senza stemmi e colori. “Tenente...” Dimos via radio a Clio “... ma cosa sta succedendo? Un Valchiria abbattuto ed un altro che insegue quell'aereo senza stemmi...” La battaglia tra la Freccia d'Argento ed il Valchiria infatti non era conclusa. “Ho una sola possibilità...” ansimano Guisgard “... devo volare vicinissimo ed in picchiata... verso quelle pareti rocciose... e tentare una manovra azzardata...” E cominciò a scendere in picchiata verso le rocce, seguito subito dal Valchiria che continuava a sparare. “Sei mio, cane!” Esaltato il pilota di Canabias. I due aerei erano velocissimi ormai sopra quelle rocce. Ma all'ultimo istante Guisgard virò, urtando appena la parete rocciosa, senza però danneggiare troppo il suo aereo. Altrettanto abile non fu il pilota del Valchiria, finendo con un'alta sulle rocce. Il caccia prese fuoco e in un attimo l'abitacolo bruciò. “Sono bloccato...” disperato il pilota “... il fuoco... non riesco ad effettuare l'espulsione... Maggiore Gouf... aiuto... aiuto!” Il Valchiria precipitò ed esplose. “Ho...” guardando le fiamme Guisgard “... ho vinto...” e si segnò tre volte. Un attimo dopo sul luogo della battaglia arrivarono anche Clio ed i suoi uomini, che avevano assistito a quel combattimento. Nel frattempo, su Evangelia il fuoco era cessato. “Sembra...” timoroso Leones “... sembra sia finita la battaglia...” “State tutti bene?” Chiese Poeh a Dacey e agli altri. Pochi istanti dopo la Freccia d'Argento atterrò nel mercato abbandonato, subito fuori il borgo. Seguito dagli sguardi di Clio e dei suoi uomini. http://static.gamesurf.it/content/ar...i_grandi/4.jpg |
“Mi spiace deludervi, ma non conosco vostro nonno.” Disse Rodian ad Altea. “Non personalmente almeno. A noi del popolo non è permesso conoscere voi nobili.” Con tono sfrontato. “Sono stato solo pagato per farvi uscire dal paese. Niente di romantico, né eroico dunque.” Divertito.
Salirono tutti sull'aereo e poco dopo il veicolo si alzò in volo. Le sorelle di Altea restarono meravigliate dallo spettacolo che si poteva vedere volando sulla campagna di Cherval. Ma la bellezza del paesaggio fu subito rovinata da del fumo che si vedeva in lontananza. “L'invasione di Cherval è iniziata...” mestamente Dorat. |
I colpi continuavano ancora e ancora , come intenzionati a non lasciare un solo edificio intatto.
Poi quando ormai non avevo più speranza, tutto cessò. << Se ne sono andati? State tutti bene?>> |
Allacciai le cinture di sicurezza senza rispondere e l' aereo decollò. Guardavo silenziosa fuori dal finestrino la bellezza di Chevral, semmai un giorno fossi tornata mi chiesi come l' avessi trovata.
Poco dopo vedemmo fiamme e fumo e udii le parole di Dorat.."Mi sento in colpa...molto...forse mio nonno è già morto, come padre Abramo, i poveri della mensa, le suore e la povera gente che non ha voluto cedere. Mio nonno non mi ha fatto andare per via per egoismo..ma perchè qualcuno di noi rimanesse vivo..ha detto di non dimenticare mai chi siamo" e guardai le mie quattro sorelle.."E spero Canabias sia rasa al suolo..un domani torneremo e vittoriose" e strinsi forte i pugni battendo un pugno sul sedile, senza farmi notare. Il velivolo sfrecciava veloce, il paesaggio mutava improvvisamente come la mia vita stava cambiando in pochi attimi. |
“Certo, madama.” Disse Goz a Gaynor.
Il comandante chiamò allora uno dei soldati. “Accompagna miss Gaynor negli alloggi ufficiali e assegnale la camera accanto alla mia, che ho fatto preparare per l'occasione.” Ordinò. “Vedrete, madama, starete comoda. Non sarà una stanza di qualche lussuoso albergo, ma la troverete accogliente.” Alla diva. “E tu torna subito qui dopo, chiaro?” Al legionario. “Si, signore.” Deluso quello. Il militare accompagnò allora Gaynor nella sua camera. Come detto da Goz, non era lussuosa, ma comoda ed accogliente. Poco dopo, rimasta sola la diva, qualcuno bussò alla sua porta. “Disturbo, madama?” Era Zac il fotografo. |
“Si, forse avete ragione...” disse Fermer a Gwen “... forse è davvero così... chissà, magari sono diventato troppo cinico io...” continuando a scaldare le mani della giovane “... forse la guerra, il fronte e tutto il resto mi hanno reso disilluso...” si accorse che aveva indugiato troppo a stringere le mani di lei “... oh, scusatemi...” sorridendo e lasciando le mani della ragazza.
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Il bombardamento era finito ed uno strano silenzio era caduto sul borgo, come se la gente avesse paura di gridare la propria paura ed il proprio dolore.
“Si, stiamo tutti bene, Grazie al Cielo...” disse Leones, accertandosi soprattutto delle condizioni di Dacey. “Ma sono frequenti questi attacchi?” Chiese Poeh. “Affatto.” Scuotendo il capo il taverniere. “Non erano mai arrivati nel borgo. I legionari avevano sempre affrontato gli attacchi nemici nel deserto. Chissà cosa li ha spinti ad attaccare direttamente Evangelia. “Chissà cosa sarà capitato al capitano Guisgard...” preoccupato Leones. |
L'aereo attraversava in volo la campagna di Cherval, mentre il fumo delle prime battaglia si vedeva all'orizzonte.
Ellison scoppiò a piangere e subito con lei le altre sorelle. “Dovete essere forti...” disse Dorat, per poi guardare Altea “... vostro nonno vorrebbe vedervi non solo salve, ma anche felici... e non sentitevi in colpa... non state fuggendo... state vivendo per tornare un giorno nel vostro paese come vincitrici.” “Per ora il problema è uscirne...” fece Rodian. “Che volete dire?” Fissandolo Dorat. “Dobbiamo attraversare quel punto e vedo ci sono dei carri...” rivelò Rodian “... se si accorgono di noi è la fine...” “Non possiamo alzarci di quota?” Chiese Dorat. “No...” scuotendo il capo Rodian “... questo biplano non può andare troppo in alto... incrociate le dite...” e aumentò la potenza dei motori. |
Ascoltai attentamente le parole di Dorat.."Avete ragione...avanti ragazze..dobbiamo essere positive"".
Nemmeno detto Rodian si accorse di carri e noi eravamo troppo bassi di quota, avrebbero colpito il velivolo...e saremmo state spacciate. Incrociai davvero le dita..."Avanti futuro eroe...fateci vedere cosa sapete fare..ce la farete..avete temperamento". Sorrisi a mie sorelle per infondere loro sicurezza. "Ma non avete un ricetrasmettitore per comunicare con Evangelia? O qualche velivolo amico?"...Evangelia..volevo essere neutrale e non dipendere da loro, ma per ora era la unica salvezza. |
"Non dite cosí, anche voi avete ragione, se ci lasciamo coinvolgere é finita, l'ho imparato bene in questi quattro anni" con un sorriso amaro.
Poi lasció le mie mani ed io sentii di nuovo quel calore abbandonarmi, come se quelle fossero tornate di nuovo fredde e sorrisi appena, anche se sentii quasi dispiacere quando allontanó le sue mani. "Non preoccupatevi, anzi devo ringraziarvi, erano molto fredde..." ridendo piano e guardandolo. http://t0.gstatic.com/images?q=tbn:A...SPsKuxi5dKRZ9C |
Trovammo i caccia, ma non eravamo arrivati per primi.
Possibile? Un caccia era in fiamme e l'altro inseguiva un aereo senza bandiera. "Chi diavolo è che ci toglie il divertimento?" Guardando quello spettacolo dall'abitacolo "La cosa non mi piace.." Preoccupata. Anche il secondo caccia cadde. Era finita. E ci aveva lasciato insoddisfatti. "Seguiamo quell'aereo... Ci manca solo un esibizionista che ci rubi il lavoro..." Infastidita "Voglio sapere chi diavolo è e dove ha preso quell'aereo..". Presi un profondo respiro. "Qurt, Geris, voi perlustrate la zona per essere sicuri che fossero solo quei due..". |
Improvviso come era arrivato così improvvisamente l'attacco terminò lasciando dietro di sé i frutti della distruzione e della morte.
<< Forse dovremmo uscire, ci sarà di certo gente che ha bisogno di aiuto.... E chissà mai che Guisgard sia uno di loro>> |
"Vi ringrazio, Capitano, sono sicura che mi ci troverò benissimo."
Il militare chiamato da Goz mi accompagnò nella mia stanza. Non era certo lussuosa, ma per essere un alloggio di un forte militare era fin troppo curata. Alle pareti c'era una carta da parati con disegnati tanti fiori di lavanda, sembrava quasi di sentirne il profumo... Il letto era di ferro bianco, così come uno dei comodini. Dall'altro lato del letto, c'era una sedia di legno bianco, così come di legno bianco erano il piccolo armadio e una cassapanca dove erano adagiati degli asciugamani ed un fiore lilla. Mi stavano trattando con tutti i riguardi, pensai... Mentre ero intenta a disfare il mio bagaglio, sentii bussare alla porta. Aprii e mi trovai di fronte Zac Heon, il fotografo. "Prego, signor Heon, accomodatevi pure..." |
“Evangelia” disse Rodian ad Altea “dista diverse miglia da qui. Per ora il nostro unico obiettivo è quello di arrivare ai confini di Cherval e possibilmente di oltrepassarli.” Strinse le mani intorno alla cloche.
L'aereo prese a sorvolare la zona, cercando di volare fra le basse nuvole che si addensavano sulla campagna. Era da poco spuntata l'alba e le ombre della notte avevano ormai lasciato il posto alle fattezze del nuovo giorno. “Dovete farcela...” mormorò Dorat. “Siamo sui carri...” fece Ellison “... speriamo non ci vedano...” Ma il biplano non era un modello dei più recenti ed i suoi motori erano rumorosi. E questo attirò l'attenzione di uno di quei carri militari. Erano cigolati corazzati che rappresentavano l'artiglieria pesante dell'esercito repubblicano di Canabias. Il cannone del carro si alzò, puntò verso il biplano e cominciò a sparare. “Ci hanno visti!” Gridò Dorat. “Me ne sono accorto!” Rodian, mentre con abilità cercava di evitare le cannonate. “Tenetevi forte, perchè temo si ballerà parecchio ora!” Anche gli altri carri naturalmente si accorsero del biplano e aprirono pure essi il fuoco. Ora granate incandescenti sibilavano vicinissime all'aereo di quei fuggiaschi, con le cannonate che partendo illuminavano in modo sinistro l'inquietante stemma di Canabias sui carri. http://static.tuttogratis.it/attuali...e-martello.jpg |
Fermer sorrise a Gwen, per poi voltarsi a guardare la finestra.
“E' l'alba...” disse “... quante albe ho visto... certo, per i più è un momento romantico, da passare e condividere con la persona speciale... io invece ho potuto ammirare spesso l'aurora mentre terminavo il mio turno di notte in qualche ospedale, o quando mi accingevo a cominciarne uno di mattina presto... a voi piace l'alba, Gwen?” Senza staccare gli occhi dal cielo rosato. “Che sciocco, l'alba piace a tutti... è l'inizio di un nuovo giorno, di nuove speranze, di nuovi sogni...” il suo sguardo divenne malinconico “... chissà se l'attacco al borgo è terminato... e chissà quanti feriti...” |
Clio ed i suoi compagni sorvolarono la zona ora col favore della luce, visto era spuntata l'alba.
“Tenente, negativo.” Disse Geris via radio a Clio. “Non vi sono altri aerei nemici nella zona.” “Confermo, signore.” Qurt. “Tutto tranquillo. Sembra che i caccia Valchiria che hanno attaccato il borgo fossero solo due.” “Tutto ciò non è strano, tenente?” Pintos via radio. “Che razza di tattica può mai essere? Non ha senso attaccare con soli due aerei!” Clio però non aveva perso di vista il misterioso aereo senza stemmi che da solo aveva affrontato e sconfitto i due caccia di Canabias. E la ragazza lo vide atterrare in un vecchio rottamaio abbandonato, per poi entrare in un grosso capannone usato come hangar. |
“Si, avete ragione...” disse Leones a Dacey “... usciamo a vedere cosa è accaduto al capitano.”
“Uscire?” Impaurito Poeh. “Ma potrebbe essere pericoloso!” “La sirena ha cessato di suonare...” fece il taverniere “... vuol dire che l'attacco nemico è terminato.” “E se dovessero tornare?” Poeh. “Oh, andiamo!” Esclamò Fines. “Non vorrai passare ora tutta la vita rintanato qui dentro!” “Si, andiamo a cercare Guisgard.” A tutti loro Leones. I tre borghesi e la principessa lasciarono così la taverna. Il borgo era in buona parte danneggiato. Molte case erano in fiamme e diversi crolli avevano ostruito le stradine del centro. Per le vie c'erano cadaveri e feriti che piangevano o si lamentavano. Ovunque si udivano le grida ed i pianti dei sopravvissuti. “E' un Inferno...” mormorò Leones davanti a quel terribile spettacolo. |
Zac ringraziò con un cenno del capo Gaynor ed entrò nella stanza.
“Però, che bel posticino accogliente.” Disse il fotografo guardandosi intorno. “Vedo che il capitano Goz ha avuto il degno riguardo.” Sorridendole. “Perdonatemi se vengo a disturbarvi, quando magari invece desiderate solo riposare. Ma sarò breve, promesso.” Annuì. “Volevo solo chiedervi, quando vi sarà comodo, se potrò godere un po' del vostro tempo. Vedete, è inutile dire che voi siete ora l'attrazione del forte. Siete bella e famosa, avete classe e fascino, insomma tutto ciò che in queste latitudini manca.” Ridendo piano. “Per questo vorrei farvi una serie di scatti. Devo preparare materiale fotografico per un libro che verrà pubblicato presto, con il mondo della Legione Straniera come tema.” Spiegò. “Faremo così una serie di foto, con voi che poserete nei luoghi più suggestivi della base, tra gli aerei dei piloti e così via.” |
Già...era un miracolo se ne fossimo usciti vivi.
Una virata improvvisa di Rodian ma il biplano non era moderno e subito i carri si accorsero di noi. Erano momenti di concitazione, l' aereo oscillava tra le virate ma loro erano in troppi...stavo già vedendo la nostra fine...chissà se ne saremmo usciti vivi ed intatti. "Questo è il risultato della nostra neutralità" esclamai infervorita "Afralignone e Capomazda avevano promesso a mio nonno di venire in nostro aiuto..ecco il risultato". Chiusi gli occhi..lo aspettavo... il momento della cannonata e poi lo schianto al suolo...e la fine. |
Lo ascoltai mentre parlava, rivolto alla finestra.
Mi si stringeva il cuore a quelle parole. Evidentemente, non era facile neppure per lui, dopo il tempo passato qui. Cosí mi avvicinai a lui, poggiando una mano sul suo braccio. "Anche a me piace molto l'alba e in quanto indice di un nuovo giorno, invita a fare ancora di piú, ancora meglio di quanto si é fatto il giorno prima, invitandoci ad essere fiduciosi e speranzosi che ci puó ancora essere qualcosa di bello, se ci impegnamo a cercarlo e trovarlo" dissi guardando la bellissima alba, per poi guardarlo e continuare "Sapete, quand'ero piccola mia madre mi disse una cosa, che non ho mai piú dimenticato. Mi parló di un fiore, il tarassaco: sembra uno di quei fiori piccoli, delicati, che puoi buttare giú semplicemente soffiando, ma in realtá é uno fra i fiori piú forti che cresce nei terreni piú aridi e avversi e ci ricorda che non dobbiamo lasciarci abbattere, anche nei momenti piú brutti, riuscendo a riconoscere ció che ancora c'é di bello, come un bambino e un'alba in territorio di guerra" sorridendo e guardando questi ultimi due, per poi guardare Fermer. http://t0.gstatic.com/images?q=tbn:A...FRddg_P12xsfAO |
Come avevo immaginato, quella scena era degna della rappresentazione dell'inferno. Il fumo e l'odore di morte regnavano incontrastati tanto che dovetti porre un fazzoletto sulla bocca per non incorrere nella nausea. La gente era distrutta, feriti che si lamentavano da sotto le macerie, che chiedevano aiuto con voce sempre più fievole e poi i morti, i senza speranza. Cercai di non posare il mio sguardo su quei cadaveri, che subito mi avevano fatto tornare in mente la mia famiglia, ma invece lasciai che il mio sguardo vagasse in cerca dell'unico volto conosciuto, quello di Guisgard.
<< Dobbiamo aiutare questa gente>> qualcosa in me era scattato come se tutti gli anni di educazione al comando fossero riemersi in un singolo istante. << Voi>> guardai il taverniere, << andate a prendere brocche d'acqua per assetare i feriti mentre voi altri,>> e indicai i tre borghesi,<< aiutatemi a spostare queste macerie e liberare quelli che vi sono intrappolati sotto, le loro urla sono strazianti>> |
Nei cieli di Evangelia
Dunque erano solo quei due.
Era strano, molto strano. "È molto strano Pintos.." Pensierosa "Ne riferiremo al capitano, ma bisognerà stare all'erta, una cosa del genere non deve ricapitare!". Intanto, seguivo con lo sguardo l'aereo senza colori. Era atterrato in un rottamato abbandonato. "Voglio sapere chi è quel pilota e soprattutto dove diavolo ha preso quell'aereo..." Infastidita. Che qualcuno mi avesse soffiato la preda proprio non mi andava giù. "Kostor, Dimos.." Via radio "Seguitemi.." Ordinai. "Gli altri tornino alla base, Pintos se tardiamo riferisci al capitano.." Dissi con voce calma "A dopo ragazzi..". Così, scortata da due dei miei uomini migliori, i più spericolati e pazzi, seguii quell'aereo per poi atterrare nel rottamaio. "Occhi aperti, non sappiamo con chi abbiamo a che fare.." Via radio, prima di scendere dal veicolo. |
"In effetti si, sono stata accolta nel migliore dei modi" risposi al fotografo. "E non preoccupatevi, non mi disturbate affatto."
Ascoltai ciò che era venuto a dirmi, lusingata dalle sue parole. Disse che voleva farmi degli scatti per un libro sulla Legione Straniera e l'idea mi piacque. Dopotutto, poteva essere un'ottima pubblicità per il mio futuro film. Se mai si farà, questo film, disse la solita vocina pessimista nella mia testa. "Signor Heon, sarò lieta di posare per tutte le foto che vorrete. Fatemi sapere quando deciderete, sono sicura che verrà fuori un bellissimo servizio." Posare vicino agli aerei e ai piloti... i piloti... Un ricordo si fece prepotentemente strada nei miei pensieri, riportandomi indietro di qualche anno, quando ero semplicemente Gaynor Victory, e nessuno al di fuori del mio paesino aveva mai sentito parlare di me. Due brillanti occhi azzurri e un sorriso scanzonato, di quelli che ti rubano il cuore al primo sguardo. Un giovane ardito ed il suo aereo, con il quale voleva viaggiare per il mondo. "Dove vorresti mai andare con quel trabiccolo? Lo vedo buono solo per la guerra... peccato però siamo in tempo di pace." E risi. "La guerra non fa per me" mi rispose " Ho un animo troppo romantico per combattere. .. voglio solo volare, vedere quanto più posso, fondermi con le nuvole e l'azzurro del cielo ed essere libero... e tu, non ridere dei miei sogni, dopo te sono la cosa più preziosa che ho..." Dopo me... Purtroppo non era stato così, i suoi sogni erano venuti prima di tutto il resto. Mi aveva lasciata un giorno giurandomi che sarebbe tornato da me, perché non si può volare sempre da soli, tutti gli uccelli fanno il nido.... E invece non lo avevo più rivisto. E la ferita bruciava ancora... |
“Tarassaco...” disse piano Fermer a Gwen “... allora devono essercene diversi che sbocciano in queste zone...” guardando l'alba e poi gli occhi di lei “... perchè forse solo fiori simili possono resistere al duro clima del deserto...” sorrise appena, mentre l'alba illuminava sempre più la stanza “... e perchè un fiore come voi ha deciso di sbocciare qui? Solo per vocazione professionale?”
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Buona parte del borgo era stato distrutto.
Le macerie bloccavano le strade e ovunque c'era gente disperata ed in lacrime. Il taverniere annuì a Dacey e corse dentro a prendere acqua fresca per dissetare i feriti, mentre la ragazza e i tre borghesi cominciarono a spostare le macerie per tentare di recuperare qualcuno bloccato sotto i detriti. Ma il più delle volte trovarono cadaveri. Qualcuno tuttavia fu estratto ancora vivo, sebbene ferito. Alcuni poi erano feriti in modo grave. In breve Dacey si ritrovò con i vestiti sporchi di polvere e sangue. Così come le mani. Lei che era abituata agli abiti puliti e profumati di corte e le mani candide e fresche di Primavera. |
"Probabile..." dissi piano, sorridendo e ricambiando il suo sguardo.
Intanto l'alba illuminava sempre piú il paesaggio e la stanza ed io ero arrossita lievemente alle sue parole e i suoi sguardi. |
Le mie mani si erano rapidamente sporcate, rovinate, alcune unghie si erano spezzate nel lottare contro le macerie. La polvere, la terra, la morte avevano invaso i miei capelli, i vestiti, tutto. Mi sentivo soffocare dall'odore e dalla disperazione. La più parte delle volte ai nostri sforzi susseguivano solo nuovi cadaveri riportati alla luce. Uno dopo l'altro fino a formare una fila macabramente ordinata.
Con un gesto automatico mi pulii la gonna tentando di farla apparire migliore di quello che era diventata ma la sporcizia era ovunque. Non facevo a tempo a pulirmi le mani che di nuovo prendevano un colore grigiastro e impolverato. |
Clio, Kostor e Dimos atterrarono nello spazio di quel rottamaio abbandonato, per poi scendere dai loro aerei.
“Ecco l'hangar dentro il quale il misterioso aereo è entrato.” Disse Kostor. “Mi raccomando prudenza.” Impugnando la pistola Dimos. I tre ispezionarono lo spazio, senza trovare nessuno ed infine raggiunsero l'hangar. “Sembra più un vecchio capannone in disuso...” mormorò Dimos guardandosi intorno. “Ecco l'aereo!” Indicò Kostor. Era proprio il veicolo che aveva affrontato e vinto i due caccia Valchiria. “E' senza vernice e senza stemma...” guardandolo Kostor. “Però si vede che non è un aereo normale...” fece Dimos “... tenente...” a Clio “... per struttura e componenti questo aereo è di ultima generazione... chi lo avrà mai costruito?” “Io.” All'improvviso una voce alle loro spalle. |
Entrammo nell'hangar, circospetti,
Quella storia non mi piaceva, non mi piaceva per niente. Poi vidi l'aereo ed era davvero spettacolare, nonostante la vernice. Già, chi l'aveva costruito? E sopratutto perché lo teneva nascosto? Poi quella voce, mi voltai di scatto. "E voi chi siete?" Tuonai. |
Fermer restò un attimo di più a fissare il volto di Gwen e col chiarore dell'alba si accorse del lieve imbarazzo della ragazza.
Il giovane medico allora sorrise e cercò di alleggerire quel momento così particolare. “Beh, voi mi tentate ad essere un poeta, con i vostri fiori...” disse lui “... ma, ahimè, di poetico in una base militare vi è in realtà molto poco... purtroppo credo che il lavoro a breve non mancherà. Chissà se qualche soldato è rimasto ferito in seguito all'attacco di poco fa al borgo.” |
Il duro lavoro di spostare le macerie continuava, con la speranza di riportare alla luce del giorno qualcuno ancora vivo.
Ma purtroppo dai detriti spuntavano perlopiù solo cadaveri. “E' terribile...” disse Lines spostando macerie e detriti “...terribile...” Ai quattro si erano uniti molti dei sopravvissuti. Dacey si faceva in quattro per aiutare quella gente, ma i cadaveri ed il sangue la gettarono presto nello sconforto. E davanti a quel tetro spettacolo, ad un tratto, Poeh perse i sensi e cadde a terra. “Accidenti!” Esclamò Leones, per poi correre a soccorrerlo. |
Come mi aspettavo, il mio arrossire rovino quel momento cosí particolare che si era creato, soprattutto quando aveva indugiato sul mio volto.
Non seppi rispondere, se non con un sorriso, a quelle parole. "Sí,, temo avremo un po' di lavoro..." sospirando. Non capivo cosa mi stesse succedendo, ma ogni volta che parlavamo era un momento particolare, in cui anche l'atmosfera cambiava, nonostante fossimo sempre in un forte militare. |
Era un uomo di corporatura grossa ed inelegante.
I capelli corti e lo sguardo acuto. Indossava un giubbotto da aviatore, larghi pantaloni da meccanico e se ne stava immobile a fissarli con uno strano sorriso compiaciuto. “Sono un pilota.” Disse l'uomo a Clio. “E questa è proprietà privata. Il fatto di essere dei militari non vi autorizza ad entrare qui senza permesso.” https://s-media-cache-ak0.pinimg.com...ec4cd58540.jpg |
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