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William fissò Perry.
In tutto questo tempo aveva quasi scordato il colore e la luce del suo sguardo. Uno sguardo in cui egli aveva sempre visto le sue più belle e forti speranze per il futuro. E dopo un lungo momento di silenzio disse: "E sia... verrò con te... non ho la forza di abbandonarti di nuovo..." |
Perry lo baciò intensamente e strofinò il naso al suo.
<<Non mi hai mai abbandonata, ricordatelo...tua per sempre>> disse accarezzandogli il volto. |
"Ora dimmi qual'è il tuo piano in quest'assurda faccenda." Disse William. "Quali sono le tue reali intenzioni?"
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<<Lo voglio uccidere facendo vedere a tutti che persona è realmente...voglio fargli scatenare un putiferio a Camelot, ma non so come anche se è facile farlo arrabbiare e io lo so bene...>> rispose Perry sfiorandosi la guancia <<se non altro non ha lasciato segni visibili...quanto ero stupida>> sorrise.
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William allora corse nella sua capanna e dopo qualche minuto ne uscì con una vecchia spada.
Raggiunse poi la stalla e condusse fuori due cavalli. "Andiamo allora" disse a Perry "e che il Cielo ci aiuti in questa impresa." |
Perry salì a cavallo.
Continuava a guardare il suo amato come se non lo avesse mai visto. Era luce per i suoi occhi, lo era sempre stato, ma dopo averlo creduto morto per giorni, averlo ritrovato lo faceva sembrare più bello, più lui. Si morse il labbro e sorrise. |
A quelle domande di Talia, Guisgard sentì una forte inquietudine nel cuore.
Il vento soffiava nei loro capelli facendoli sentire liberi, come forse non lo erano mai stati prima. Forse per la prima volta il mondo sembrava volersi aprire con tutte le sue meraviglie ai loro occhi. E in quel momento Guisgard avvertì ancor di più il contrasto tra quella sensazione di libertà e l'oppressione che invece generava la loro fuga. "Milady..." cominciò a dire "... è giusto che voi sappiate..." E dopo qualche istante continuò: "C'è una taglia sulla mia testa... perchè ho ucciso un uomo. Talia... voi state cavalcando con un uomo che da tutti è ritenuto un assassino..." |
Nel frattempo, a Camelot, Hastatus, dopo l'incontro poco amichevole con Cosimus, salutata Hyei, si diresse verso il taverniere.
"No, milord..." rispose questi alle domande di Hastatus "... non ho più visto nessuno. Ricordo solo che giorni fa la ragazza abbigliata come una guerriera celtica lasciò di corsa questa taverna e da allora sembra essere sparita." Intanto, il carro di Maladesh, pieno di provviste e viveri, era già fuori le mura di Camelot. "Certo che questa nostra caccia andrà a buon fine!" Disse Maladesh a Cavaliere25. "Troveremo quel dannato Guisgard! Di questo puoi esserne sicuro... come sicuro è che domani il Sole sorgerà ad Est!" "Siamo agli ordini di Maladesh da anni ormai." Rispose uno dei due assistenti a Cavaliere25. "Grazie ai suoi insegnamenti conosciamo ogni trucco di questo mestiere." "Ehi, guardate laggiù..." indicò all'improvviso Maladesh ai suoi "... c'è una casa tra quegli alberi..." "E' vero!" Intervenne uno degli assistenti. "Potrebbe essere da queste parti quel gaglioffo!" Il gruppo allora si avvicinò alla casa. La stessa che aveva ospitato per la notte Guisgard e Talia. Uno degli assistenti di Maladesh bussò alla porta e poco dopo venne ad aprire il padrone di quella casa. |
Perry partì al galoppo con il suo amato e dopo poco tempo vide le mura di Camelot.
<<Will, meglio che mi metta un vestito da dama e la maschera...>> disse scendeno da cavallo e svestendosi. Aveva addosso solo una "giarrettiera" con un pugnale, poi prese da una sacca un vestito rosso come il sangue e se lo mise addosso. Indossò anche la maschera e risalì a cavallo. |
Polgara, dopo aver interrogato le due guardie del vescovo in licenza, continuò la sua ricerca.
All'improvviso, sulla strada, fu affiancata da un gruppo di cavalieri. Erano abbigliati alla maniera francese e sembravano in marcia da un bel pò di tempo. Ad un tratto, quello che sembrava essere il loro capo, un uomo alto e di grossa stazza, le si avvicinò. "Perdonate, milady..." cominciò a dire "... siamo al servizio del conte di Borgogna. Io sono Stefan de Cogniac e guido questo gruppo di cavalieri. Questo è il mio luogotenente Mion di Navarra." Disse indicando uno dei suoi. "Stiamo cercando una ragazza fuggita dalle terre di Carcassonne. Secondo le nostre informazioni ella ha raggiunto le terre di Camelot. Potreste indicarci quanto dista quel reame?" |
Mentre Perry si preparava, William cominciò a dire:
"Credo ci occorra un piano, Perry. Dobbiamo fingerci alleati di Cosimus, in modo da poter avere il vantaggio della sorpresa..." Saltò giù da cavallo ed aggiunse: "Tu indosserai la maschera, mentre il mio volto gli è sconosciuto... ci fingeremo così dei mercenari e chiederemo di unirci alle sue truppe. Cosa ne pensi?" |
<<E' un buon piano, anche se fingermi alleata di quell'uomo mi disgusta>> disse Perry arricciando il naso come una bimba davanti ad un piatto di broccoli.
<<William posso dirti una cosa?>> chiese Perry. |
"Certo..." rispose William "... tutto ciò che vuoi..."
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Si avvicinò con il cavallo al suo più che poteva e disse:
<<Ti amo>> sorrise. |
Intanto a Camelot, Cosimus, in una stanza sicura della taverna, aveva chiamato i suoi fedelissimi a rapporto.
"Dobbiamo partire subito!" Cominciò a dire. "Siamo stati fermi per troppo tempo! Dobbiamo trovare Guisgard prima che lo faccia qualche cacciatore di taglie! Prima lo cattureremo, prima lo giustizieremo!" "Milord..." entrò di corsa uno dei suoi "... abbiamo trovato un testimone che afferma di aver visto due persone fuggire per le strade di Camelo, un uomo ed una donna. E dalla sua descrizione quell'uomo sembra essere Guisgard." "Portatelo qui e fatelo raccontare tutto!" Ordinò Cosimus. "Mio signore..." cominciò a dire il testimone "... vidi quei due fuggire alcune notti fa. Mi passarono vicini e riuscii così a vederli in volto." "L'altra era una donna?" Chiese Cosimus. "Ne sei sicuro?" "Si, sicurissimo, mio signore!" "Strano..." "Ora che ho raccontato tutto... potrei avere la ricompensa che mi è stata promessa?" "Potresti rivelare queste informazioni ad altri..." disse Cosimus "... e non vi è denaro sufficiente per far tacere un traditore! Portatelo via ed uccdetelo!" Ordinò poi ai suoi. Così, il testimone, portato in un luogo segreto, venne brutalmente ucciso. "Una donna..." ripeteva pensieroso Cosimus "... perchè Guisgard ha con se una donna?... Questo finirà per rallentare la sua fuga..." "Forse intende usarla come ostaggio e farsi scudo con lei." Intervenne uno dei suoi. "No, conosco bene Guisgard e questo non è nel suo modo di fare..." rispose Cosimus "... ci deve essere un altro motivo... ma quale?" Poi, dopo un momento di riflessione, aggiunse: "Comunque... se non l'ha lasciata fino ad ora, allora quella donna deve essere in qualche modo legata a lui... e noi sfrutteremo tutto ciò a nostro vantaggio per catturare quel maledetto..." Si alzò allora in piedi e concluse: "Te l'ho sempre detto, Guisgard... che le donne sarebbero state la tua rovina!" E si abbandonò ad una folle e diabolica risata. |
William allora strinse forte a sè Perry.
La strinse e la baciò come se quello fosse il loro primo bacio. Un bacio sognato, desiderato, invocato. La baciò con tutta la passione e l'amore che aveva dentro. "Lo sai, vero piccola..." disse "... che se ti accadesse qualcosa io impazzirei..." E la baciò ancora. Mentre gli ultimi raggi di Sole si spegnevano ad occidente, riflettendosi in un alone vermiglio sulle secolari mura di Camelot. |
Continuai ad osservarlo per lunghi minuti in silenzio, ero senza parole.
Tuttavia anche dopo quella rivelazione non provai nessuna paura, neanche un po' di inquietudine: ero sempre stata brava ad indovinare l'indole delle persone, dopotutto, avevo sempre saputo leggere nelle anime di chi mi stava vicino e quel cavaliere, pur con il suo carattere irruento ed irriverente, non era un malvagio. “Davvero?” dissi lentamente, continuando a studiare i suoi occhi “E qual'è la verità, invece? Che cose è successo davvero?” |
Mi guardai intorno per vedere se scovavo qualche traccia forse era passato di li quel maledetto Guisgard allora guardai Maladesh e dissi è passato di qua il fuggiasco sta volta ne sono piu che certo interroghiamo il propietario di questa casa e speriamo che ci dica qualcosa dissi guardando i miei compagni di viaggio.
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"Va bene, vi ringrazio, se doveste rivedere le due donne, vi prego di avvisarvi."
Feci un cenno di saluto al taverniere e poi, accompagnato da un soldato, mi avvia nuovamente in giro per le vie di Camelot. |
Avevo preso una stanza alla locanda, avevo bisogno di riposare, avevo camminato per settimane prima di raggiungere camelot, entrai nella mia stanza, tolsi il mantello e poggiai al muro il mio lungo bastone........mi sedetti su una sedia e poggia le mani in grembo.....rividi il volto di quella donna...si... ormai una donna.......avevo sognato quest'incontro ogni giorno da quando, a un mese dalla nascita l'avevo affidata alle braccia di una nutrice....e me l'aveva portata via...............avevo sempre avuto sue notizie ..ma non era la stessa cosa.............era bellissima......suo padre non aveva voluto vederla......ma le assomigliava tanto......chissa' dov'era finito...Nella mia mente si fece strada una certezza lei era li' perche' mandata dal Vescovo...entrambe inconsapevolmente stavamo cercando lo stesso uomo....Mi riscossi da quei pensieri e tolsi un sacchetti di erbe profumate che portavo alla cintola...........le misi in una ciotola e aiutata dalla fiamma della candela gli diedi fuoco............dalle ceneri si creo' il libro della veggenza....pagine antiche che l'uomo non poteva leggere.......ma a me si mostro' chiaro in tutto il suo sapere.............Cosimus.......e Guisgard i due nomi erano chiari ....e macchiati di sangue........Cosimus.....troppo nervoso, aveva una strana urgenza.......dovevo andare a trovarlo nella sua stanza...........Nell'alzarmi il libro mi cadde a terra......c'era scritto il nome di due donne che si intrecciavano con il destino dei due uomini.........Talia e Perry........Una cosa alla volta ..ora dovevo parlare con Cosimus...e farlo venire con me.....ma senza le sue guardi........Cosi' poggiai il libro sul tavolo e uscii dalla stanza .......una volta nel corridoio Bussai alla porta di Cosimus.......
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Quanto avrebbe voluto baciarlo all'infinito, ma dovevano andare a Camelot ad uccidere chi li voleva morti per gelosia.
<<Dobbiamo andare>> disse con le labbra ancora attaccate alle sue. <<Il nemico ci attende amore mio>>. |
Il padrone della casa così si ritrovò davanti i 4 uomini.
"Salve, buonuomo..." cominciò a dire Maladesh "... perdonate ma abbiamo bisogno di importanti informazioni..." "Mi spiace" rispose seccamente il padrne di casa "ma io vivo in tranquillità e non mi interesso di affari che non sono i miei..." "Capisco..." disse Maladesh, per poi estrarre una moneta d'argento dalla sua borsa "... ecco, è per voi... così, sono sicuro che questi affari diventeranno anche di vostro interesse..." "Ah, si... ora ricordo..." rispose il padrone di casa afferrando al volo la moneta "... hanno sostato qui due persone... un uomo ed una donna... dicevano di essere marito e moglie... ho venduto loro anche due cavalli... sebbene non abbia fatto un buon affare..." "Com'era quell'uomo?" Chiese incuriosito Maladesh. Il padrone di casa lo descrisse minuziosamente. "Ed aveva un carattere molto irrascibile... il solito attaccabrighe!" Aggiunse. "E come era la donna che lo accompagnava?" Domandò ancora Maladesh. "Era molto bella..." rispose il padrone di casa "... e anche cortese nei modi." "E sapreste indicarmi da che parte sono andati?" Chiese Maladesh. "Non saprei... verso il bosco... di più non so..." "Sicuramente era lui!" Disse Maladesh ai suoi. "Però, da quello che ci ha raccontato il padrone di casa, non dovrebbero avere un grande vantaggio." "Secondo la mappa" intervenne uno dei due assistenti, la città più vicina è a circa tre giorni di cammino." "Si, ma ci sono tanti piccoli borghi che quella mappa ignora. Potrebbe fermarsi in uno di quei posti..." Rispose Maladeh "... e sia, riprendiamo il cammino..." E ringraziato il padrone di casa, i 4 ripartirono. |
Intanto, nella taverna, Elisabeth aveva raggiunto la stanza in cui alloggiava Cosimus.
La donna bussò ed uno dei suoi cavalieri aprì la porta. "Chi siete, milady?" Chiese l'uomo. "Cosa succede?" Domandò Cosimus dall'interno della stanza. "C'è una donna, milor..." "Lasciala passare..." Ed Elisabeth fu fatta entrare. |
Dopo che siamo ripartiti chiesi a Maladesh signore ora dove siamo diretti precisamente??? domandai guardandolo non sappiamo che strada abbia preso continua a dire dovremmo anche fermarci per rifocillarci e riposare voi che ne pensate dissi guardando anche gli altri due questa canaglia ci sta dando filo da torcere dissi innervosito è come se sapessele nostre mosse è molto furbo quel Guisgard ma appena lo braccheremo gli faccio passare le pene del inferno dissi gridando.
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"Calma, ragazzo!" Rispose Maladesh sorridendo. "Hai l'ardore del lupacchiotto, ma per catturare la volpe bisogna ricorrere al fiuto del segugio! Reggi le redini dei cavalli."
Ed affidata la guida del carro al suo giovane assistente, Maladesh saltò all'interno e ne uscì alcuni momenti dopo. "Ecco..." disse "... questi quattro sai faranno al caso nostro! La gente rispetta i chierici e non li vede come nemici! Travestiti da monaci potremmo passare inoservati e nessuno ci crederà dei nemici..." "Ne sapete una più del diavolo, capo!" Esclamò uno dei due assistenti. "Del demonio non mi interessa nulla!" Rispose Maladesh. "Mi basta saperne una più di Guisgard!" E continuarono il loro inseguimento. |
Guisgard fissò Talia per alcuni istanti.
"Perchè non dovrebbe essere quella la verità, milady?" Chiese guardandola negli occhi. "Voi non mi conoscete per niente... chi vi dice che io non sia un vero assassino?" |
Ottima idea signore nesuno crederà che siamo dei cercatori di taglie ma penseranno che siamo dei monaci e lo guardai sorridendo.
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Mi voltai di nuovo verso di lui: "I vostri occhi!" risposi semplicemente "Sapete, ho sempre avuto un certo... talento nel capire l'indole delle persone!"
Di nuovo un pensiero mi attraversò la mente, un ricordo lontano che per un istante mi portò via da quel bosco... 'spero che un giorno riuscirò a scoprire come fai a capire le persone così!' mi diceva spesso Rapheal, lo incuriosiva questa mia capiacità, diceva che ero 'la sua streghetta' e questo lo divertiva molto. Non ho mai saputo perché. Sbattei le palpebre e tornai al presente. "Se quell'accusa è fondata" proseguii tornando a guardare davanti a me "mi chiedo cos'avesse fatto quell'uomo..." sospirai pensosa, poi chiesi "Chi era?" |
Guisgard fissò i monti lontani che sorgevano dalla lieve foschia che pian piano si alzava dalla vallata.
"Non mi abituerò mai alla bellezza della natura..." disse "... ho sempre sognato di vivere tra questi boschi..." Sospirò ed aggiunse: "Forse siete brava a comprendere i vostri simili, milady... ma uno come me è molto lontano da voi e dal vostro mondo..." La fissò quasi arrestando il passo del suo cavallo. "Cosa vedete nei miei occhi?" Chiese. "Forse nulla..." Sorrise e continuò: "L'uomo che ho ucciso era convinto che il rango ed il colore del suo sangue gli concedessero il diritto di fare tutto... ho ucciso quell'uomo perchè ci odiavamo... amavamo la stessa donna... una donna che non sono riuscito a proteggere..." |
"Una ragazza fuggita da Carcassone...come sempre Rubens aveva visto giusto, mi chiedo quando iniziarò a prestargli fede." Addirittura la guardia del conte di Borgogna, certo che questo Gusigard aveva una gran capacità a tirarsi dietro guai.
Dovevo riflettere velocemente. Guardai il manipolo di soldati francesi di fronte a me: troppi, troppo ingombranti e troppo poco scaltri per tirarmeli dietro nella caccia all'uomo. Poi lo sguardo cadde sul luogotenente. Dal modo che aveva di osservarmi sembrava un'uomo molto furbo, le mani grosse e callose di chi usa molto la spada, non combaciavano con un fisico estremamente asciutto. Sembrava un tipo silenzioso che poteva essere un ottimo compagno di viaggio, dopo tutto briganti e uomini di pochi scrupoli erano sempre una gran scocciature per una donna guerriera. Si avrei potuto rinunciare alla mia abitudine di lavorare da sola. "Capitano, credo che la fanciulla che state seguendo abbia abbandonato Camelot da un po', ad ogni modo non potrei giurarvelo. Vi propongo un affare: anche io sono sulle orme della damigella che credo cerchiate, non è ella che mi interessa, ma l'uomo a cui s'accompagna. Datemi il luogotenente e voi proseguite per Camelot a cercare rinforzi. Non appena trovati andate verso est e se incontreremo la vostra damigella prima che ci raggiungiate nuovamente vi manderò il mio falco a mostrarvi la strada. Che ne dite? Il mio nome è Polgara di Menestriére e sono al servizio del Vescovo di Avignone" e così dicendo mostrai il simbolo sul bracciale. |
Abbassai lo sguardo un momento, una strana sensazione mi invase…
“Avete ragione a parlare così!” dissi tristemente “Forse pensate che io sia più simile all’uomo che avete ucciso che non a voi… e sicuramente avete ragione! Dopotutto ho sempre vissuto in un mondo in cui tutto sembrava facile, in cui ogni cosa aveva un suo posto. Ma questo non significa che voi abbiate capito ogni cosa di me, né che riuscirete mai a capirla davvero: voi non avete idea di cosa significhi sentirsi fuori posto, sentire che tutto quanto, da ciò che sei a ciò che pensi e a ciò che desideri, è totalmente in contrasto con ciò che ci si aspetta da te. E sapere che mai potrai, non dico realizzare i tuoi sogni, ma neanche avere la possibilità di fantasticarci sopra. E non parlate a me di uomini che ritengono di poter fare ciò che vogliono in virtù del loro rango, perché capisco questo forse meglio di voi! …Mi dispiace per il vostro amore” soggiunsi “Davvero!” Spronai il cavallo e mi lanciai al galoppo lungo la stradina stretta… ero stata una stupida, pensai, a credere di potermi lasciare alla spalle quel mondo soltanto lasciandomi alle spalle Carcassonne. La verità era che quel mondo che odiavo, quel mondo fatto di pregiudizi, di ruoli, di falsità e di strade precostituite non mi avrebbe mai lasciata scappare. |
Guisgard restò un attimo stupito dalle parole di Talia.
In quel momento rivide lo sguardo luminoso di quella ragazza ed il suo sorriso, durante la loro colazione fatta in quella casa, la loro recita coniugale e le risate dopo averla fatta in barba ai loro inseguitori. Forse davvero quella ragazza si era sentita viva per la prima volta solo durante quei momenti. In un mondo in cui tutti gli avevano voltato le spalle, in cui tutti lo avevano giudicato, in cui tutti lo avevano condannato, forse solo lei gli aveva dato la sua fiducia. In questo immenso dramma che lo vedeva protagonista, lui si era ritrovato da solo. E solo lei gli era rimasta vicina, fidandosi a tal punto da mettere la propria vita nelle sue mani. Allora, con un gesto di rabbia verso se stesso, spronò il suo cavallo, aumetò l'andatura e raggiunse il cavallo di Talia. L'affiancò, intimandogli di rallentare e prese le briglie che la ragazza stringeva. "Sono stato un idiota..." disse con il suo solito sorriso un pò guascone, che spesso usava per celare i suoi stati d'animo reali "... potrete perdonarmi? Siamo amici ormai, no? Accettate le mie scuse e la mia amicizia? O devo pagare pegno per avere la vostra di amicizia?" Si voltò poi verso il bosco ed aggiunse: "Lui è il nostro vero alleato... ci saprà proteggere. Andiamo, proseguiamo il nostro viaggio verso la libertà." http://www.nonsoloanima.tv/image/07art_bosco.jpg |
Sorrisi appena e abbassai gli occhi per celare quel vago senso di tristezza che era affiorato in me.
"Non dovete scusarvi" dissi "Avete ragione su molte cose e di altre non avete la pur minima idea... come tutti noi, in fondo!" Poi sospirai e mi voltai anche io verso il bosco: "Si, andiamo..." concordai "Non vorrete che i nostri amici ci trovino qui a chiacchierare sulla strada!" Spronai allora il cavallo e ripresi il trotto. |
Guisgard e Talia allora ripresero a cavalcare.
"Presto giungerà il crepuscolo" disse Guisgard "e ci coprirà le spalle. Vi chiedo solo un piccolo sacrificio... cavalchiamo ancora un pò e giungeremo in un posto dove potremo riposare." Così cavalcarono ancora, fino ad avvistare un piccolo borgo alle pendici di verdeggianti e rassicuranti colli. "Eccoci..." indicò Guisgard "... quello è Capomagnus... lì troveremo ospitalità e protezione." Spronarono allora i cavalli e raggiunsero quell'accogliente borgo. La campagna avvolgeva e proteggeva quel luogo, con le sue distese fiorite di mille colori e profumi. E quando furono a pochi passi dalla cinta urbana, Guisgard lanciò un grido. Dalla campagna un vecchio che passeggiava, riconoscendo quel segnale, rispose col medesimo grido. "Venite, Talia..." disse Guisgard "... siamo a casa..." |
Intanto il carro di Maladesh percorreva il bosco, nella speranza di trovare le tracce del fuorilegge in fuga.
"Presto sarà buio..." disse Maladesh "... non sarebbe saggio continuare... meglio trovare un posto in cui accamparci per trascorrervi la notte." "Temete qualche birbone, capo?" Chiese uno dei due assistenti. "Ma chi oserebbe attaccare uomini coperti da sai?" "Eh..." rispose Maladesh "... a questo mondo i veri cristiani sono purtroppo pochi..." Scelto così un posto sicuro in cui sostare, i 4 cominciarono a prepararsi per la notte, quando all'improvviso, udirono rumore di passi. "Chi è la?" Gridò Maladesh. "Siamo in quattro ed armati... quindi mostratevi!" In quel momento dal buio della sera emersero tre singolari figure, in tutto simili a contadini. "Perdonateci, santi uomini di Dio..." cominciò a dire quello dei tre che sembrava il più sveglio, o il meno tonto per meglio dire "... è la Divina Provvidenza a condurvi qui..." "Che il diavolo vi porti, manigoldi... ehm, volevo dire, Pax Vobiscum..." si corresse Maladesh, con il suo latino maccheronico. "Santi frati, aiutateci..." pregò il contadino. "Confidate nel Signore, figlioli..." rispose Maladesh, tentando di assumere un tono pacato e misericordioso "... chiedete ed otterrete, cercate e troverete..." "Frate, abbiamo pregato" disse il contadino "e voi siete la risposta alle nostre preghiere. E' il Cielo che vi manda..." "Al diavolo..." disse sottovoce Maladash a Cavaliere25 che gli stava accanto "... questi bifolchi non se ne andranno se noi non li ascolteremo..." Poi, rivolto ai 3: "Certo, figlioli... siamo qui per ascoltarvi... cosa vi occorre?" "Veniamo da un villaggio vicino" cominciò a dire il contadino "ed abbiamo bisogno di voi... ecco, nel villaggio un uomo è ormai prossimo a lasciare questo mondo, ma il nostro vecchio prete è caduto vittima dei suoi stessi vizi... si, insomma, ha bevuto troppo ed ora è sbronzo... domani, quando ritroverà la lucidità potrebbe essere troppo tardi... quell'uomo moribondo potrebbe non superare la notte e morire perciò dannato..." "Si, ma noi cosa possiamo fare?" Chiese Maladesh. "Ma voi potete dare a quello sventurato l'Estrema Unzione!" Rispose il contadino. "Si, è il Cielo che vi manda!" Intervenne un altro dei tre. "Che il diavolo li porti..." sussurrò Maladesh a bassa voce guardando Cavaliere25 "... ora ci toccherà andar con loro o potrebbero scoprirci..." Guardò allora i suoi due assistenti. "Fratelli, io ed il novizio" disse indicando Cavaliere25 "seguiremo questi uomini per dare conforto a quel moribondo... voi ci aspetterete qui... torneremo quanto prima..." Ed a malincuore, seguito da Cavaliere25, Maladesh si recò con i 3 contadini al villaggio. |
Intanto, presso le mura di Camelot, Polgara aveva incontrato alcuni cavalieri di Borgogna ed aveva proposto loro una sorta di alleanza.
Alle sue parole, Stafan e Mion si scambiarono una lunga occhiata. "Milady..." cominciò a dire Stefan "... l'idea di separare i miei uomini non mi convince più di tanto, ma voi mi sembrate in gamba e ben informata su questa faccenda. Ma prima di accettare o meno la vostra proposta, vorrei rivolgervi alcune domande... avete detto che insieme alla ragazza che stiamo cercando viaggia anche un uomo... di chi si tratta? E noi sappiamo che lady Talia è fuggita da sola da Carcassonne, perchè ora è in compagnia di quell'uomo? La tiene forse prigioniera?" L'inquietudine dei nobili di Borgogna era palese e traspariva con vigore dalle loro domande. Domande che ora attendevano risposte. E questo Polgara, che li aveva ascoltati in silenzio, lo sapeva bene. http://static.blogcritics.org/09/09/17/113743/vh-2.jpg http://image55.webshots.com/455/7/62...0bTzGcu_ph.jpg |
Guardai Maladesh e dissi sotto voce sembra che il travestimento funzioni amico mio però stiamo attenti potrebbe essere una trappola dissi guradando quei tre contadini potremmo chiedere se hanno visto Guisgard passare da queste parti voi che ne pensate dissi rivolgendomi a Maladesh e aspettai una sua risposta mentre camminavamo per arrivare al villaggio.
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Rimasi a bocca aperta quando, svoltando una stretta curva della stradina, mi ritrovai su di un ciglio che si apriva su di una verdeggiante e fiorita vallata: la valle, che non era molto ampia, era circondata tutto intorno da dolci colline che la delimitavano, disegnando davati ai miei occhi un orizzonte preciso ed avvolgente, e proprio al centro di questo quadro un borgo dall'aspetto semplice ma ordinato.
Rimasi un momento indietro, ammirando la scena... poi mi riscossi, spronai il cavallo e seguii Guisgard fin sotto la cinta urbana. |
Le domande...si certo capibili ma non c'era molto tempo da sprecare, Rubens aveva iniziato a volare in cerchio in un punto lontano dall'orizzonte e questo voleva dire che li aveva persi.
Qualche ostacolo? Si erano mimetizzati? Probabilmente mi stava aspettando per proseguire. "Capitano, comprendo il vostro stupore, ma devo ammettere che non ho risposte a molte delle vostre domande. Non credo che i due siano fuggiti assieme quanto piuttosto che le loro strade si siano incrociate per destino. Non posso mettere le mani sul fuoco sulle intenzioni dell'uomo, ma credo che se avesse voluto farle del male lo avrebbe già fatto. Mi rendo conto di essere poco cortese a mettervi fretta e credetemi capisco i vostri dubbi, neanche io sono abituata nè amo lavorare in coppia, ma il tempo stringe e io devo proseguire. Se il luogotenente vuole venire che mi segua, il falco mi sta chiamando. Qualora non vi fidiate sappiate che per Camelot la direzione è quella giusta e la città dista solo una paio d'ore." E così dicendo girai Diamante e mi incamminai verso la discesa, dovevo raggiungere Rubens prima del crepuscolo. |
"No, potremmo suscitare sospetti, ragazzo mio." Disse Maladesh a Cavaliere25. "I chierici non si interessano dei condannati a morte, ma solo delle loro anime!"
I due falsi frati seguirono così i 3 contadini fino a giungere in una casa ricolma di gente. "Abbiamo con noi due frati..." disse uno dei contadini ai presenti. I due allora furono portati al capezzale di un uomo. Maladesh si avvicinò al moribondo e lo segnò 3 volte. Questi, nel vederlo, ebbe un sussulto e disse: "Che Dio sia lodato... ora potrò confessare le mie colpe e morire in pace..." "Si... certo... figliolo..." balbettò Maladesh. Poi rivolgendosi a Cavaliere25: "Mentre io cercherò di sistemare questo guaio in cui siamo finiti, sperando che il Cielo non ci fulmini, tu vaga un pò per le strade, fingendo di pregare, e cerca di capire se Guisgard e la sua amica sono giunti da queste parti... ma sii cauto, mi raccomando!" Guardò allora i presenti e disse: "Lasciatemi solo con quest'uomo... ha bisogno di confessarsi... quanto al novizio che mi accompagna, egli deve recitare le sue preghiere... va, figliolo e cerca un luogo tranquillo per le tue preghiere..." concluse poi rivolgendosi a Cavaliere25. |
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