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Quel bacio caldo, intenso, e nello stesso tempo forte, deciso
Quel bacio fatto di rabbia e passione. Quel bacio violento, sensuale, assoluto. Un bacio che ti toglie il fiato. Un bacio che ti fa vacillare. Un bacio fatto di lussuria, gemiti e sospiri. Lo stringevo e lo baciavo con impeto, passione, desiderio. Poi lo staccai bruscamente da me, guardandolo negli occhi. "Adesso hai capito?" con la voce ancora rotta da quel bacio così intenso "Hai capito che non ti cercavo stamattina per potare la siepe?" leccandogli le labbra. |
Sorrisi e dopo un po' si addormentò.
Allora di soppiatto mi avvicinai al letto e mi stesi accanto, restando a guardarlo dormire, incantata dalla sua meravigliosa bellezza. Non vedevo l'ora di scoprire come la vita eterna avrebbe fatto sbocciare ancora di più la sua perfezione. Così terrena e umana, ma anche così stupenda e assoluta. Inviato dal mio LG-D331 utilizzando Tapatalk |
“Co... come...” disse Icarius ancora intontito da quel bacio lascivo di Lys “... come sarebbe a dire... madama?” Rosso in viso e deglutendo.
Elv si addormentò e Gwen si stese accanto a lui per guardarlo meglio. Tutto sembrava calmo finalmente. Il palazzo era immerso nella notte e nei suoi silenzi. Ad un tratto però Gwen udì qualcosa. Un latrato innaturale giungere dal giardino. Come se un grosso animale fosse entrato da fuori. |
Mi piaceva la quiete che si respirava ora.
Improvvisamente tutto sembrava più tranquillo, più calmo e mi godevo quella tranquillita stando sdraiata accanto a lui guardandolo dormire. Ad un tratto sentii un latrato di un animale e mi affacciai vedendo di cosa si trattasse. Inviato dal mio LG-D331 utilizzando Tapatalk |
Gwen corse ad affacciarsi.
Il giardino era buio, silenzioso, spettrale. Ad un tratto la vampira vide qualcosa. Come un'ombra veloce che si mosse leggera fra le siepi. Una grossa ombra, simile ad un grosso animale. |
Dev'essere stata Clio.
Sì, dev'essere stata lei, gli ha cancellato la memoria e questo si è rincitrullito in una notte. Sospirai, sempre più delusa. "Forse l'hai dimenticato ma ieri notte eri nudo nel mio letto..." guardandolo negli occhi "E io volevo finire quello che avevo iniziato!". Scossi la testa, guardandolo negli occhi. "Eri così bello, così eccitante, mi facevi perdere la testa con quegli occhi vergognosi e teneri, con quell'espressione da cucciolo ferito..." le mie mani percorrevano tutto il suo petto, scendendo poi a cercare il suo membro che era così prorompente la notte prima, ma ora? "Perché l'hai dimenticato, piccolo?" parlando con voce sensuale, ammaliante. "Hai dimenticato anche il mio corpo?" prendendogli la mano e portandomela sul seno "E quello di mia sorella? Oh, scommetto che hai visto anche il suo..." sempre con lo stesso tono. "Possibile che in poche ore si possa cambiare tanto?" scrutandolo tutto con aria lasciva. "È un vero peccato, avevo davvero voglia di prendermi l'Icarius di ieri..." con aria enigmatica "Di farlo impazzire di piacere, di fargli perdere il senno... sì, un vero peccato..." sussurrai, con voce calda e sensuale. |
Il viaggio in carrozza era apparso eterno, la pioggia della notte precedente aveva creato diverse buche nel terreno ed era stato tutto un sobbalzare dopo l’altro.
Tornavo nella mia città natale dopo diverso tempo, avendola lasciata ufficialmente per andare a trovare una lontana zia. La verità era che la mia famiglia aveva deciso di allontanarmi, preoccupata per il mio stato di salute. Faticavo infatti a dormire per più di un paio d’ore di fila, sovente mi svegliavo nel cuore della notte con un senso di oppressione al petto, qualche volte le lacrime agli occhi e, cosa assai più preoccupante, mi pareva di udire bisbigli e vedere figure ombroso che svanivano al mio battito di ciglia. Durante la mia assenza la città aveva subito scompiglio, per mano del mio stesso fratello che ora si ritrovava al potere. Non mi ero sorpresa nell’apprendere tale nuova, fin troppo consapevole delle aspirazioni che da sempre aveva avuto. Sognava infatti di rendere la nostra famiglia la più potente. Il potere sapeva renderlo schiavo e inutili erano stati i miei diversi tentativi di avvertilo di tale prospettiva. Ora aveva il potere eppure, una volta raggiunta la nostra bella dimora, dopo aver lasciato la carrozza ed avere percorso i diversi corridoi, dinanzi a me non vi fu l’immagine di un uomo felice, che finalmente aveva raggiunto un arduo obiettivo. Mio fratello appariva provato, stanco, teso ma quando tentai di indagare in merito, mi liquidò rapidamente, essendo in compagnia di altri uomini. Per quanto potesse volermi bene, infatti, continuava a dire che il mio problema di nervi, così chiamava tutte le strane cose che sentivo, mi metteva in una condizione di inferiorità rispetto a lui che, dunque, aveva il dovere di tenermi nascoste le sue occupazioni e preoccupazioni. Benché fossi adulta finiva per trattarmi ancora come la stesa bambina a cui deturpava le bambole. Così andai nelle mie stanze dove trovai i miei bagagli già riposti al giusto ordine e una vasca di legno per farmi il bagno. Non vedevo l’ora di togliermi la terra e la polvere di dosso. Fu dunque solo a cena, ben vestita con soffici stoffe piene di decori, alcuni gioielli di famiglia, gli occhi contornati da linee nere che donavano loro un aspetto felino e i capelli scuri raccolti in un alto chignon adorando da fiori, che potei finalmente ritrovare mio fratello, il Maresciallo, in totale solitudine e tranquillità. Seduti alle due estremità del tavolo, tentai nuovamente di interrogarlo, contando sul favore del vino che , generoso, riempiva sempre il calice di mio fratello. “ Sono andata via che vi era un governo ed ora ci sei tu: Non puoi negarmi il racconto di come è avvenuto!” Esordii con l’entusiasmo di chi vuole sapere le novità, di chi è stato via da troppo tempo e ha bisogno di recupero il tempo perduto. https://i.pinimg.com/originals/1b/c6...5cd607c49c.gif Inviato dal mio iPhone utilizzando Tapatalk |
"Dubito troverò un uomo che mi ami, anzi poveretti.. Chi si avvicina fa sempre una brutta fine." sospirando e vedendo nei suoi occhi uno scintillio di stelle.
Ascoltai con attenzione le sue parole e i miei occhi smeraldini si aprirono.. "Una maledizione? Di che si tratta?" toccando la mia medaglia con il simbolo afragoglinonese. Inviato dal mio PRA-LX1 utilizzando Tapatalk |
Il giardino era buio, cupo e silenzioso, come il palazzo.
Ma vidi una grossa sagoma che si aggirava veloce fra le siepi. Eccola. Era tornata. Quella maledetta bestia era tornata. Prima di uscire dalla stanza diedi un piccolo bacio ad Elv e poi scesi giù a cercare Ivan per andare insieme fuori a controllare. Stavolta dovevo vedere e capire. Inviato dal mio LG-D331 utilizzando Tapatalk |
“Un tempo sono stato un nobile signore e grande guerriero...” disse la figura spettrale ad Altea “... questo palazzo era la mia dimora e molti uomini erano ai miei ordini... ero l'ultimo Afragolignonese in questa terra... avrei dovuto andar via come gli altri cavalieri, ma invece decisi di restare in questi miei possedimenti... la malvagità però della gente del posto era pronta a colpirmi... il barone col tradimento uccise molti dei miei e confiscò le mie terre... io mi nascosi nei boschi ma venni catturato... senza alcun processo fui poi giustiziato... sul patibolo però gridai vendetta, maledicendo il mio nome fino a quando non avessi ucciso il barone ed i suoi discendenti... è rimasto l'ultimo... l'ultimo discendente del barone... si tratta di lord Misk, signore di Monsperone... fino a quando resterà vivo io non avrò pace...”
Gwen trovò Ivan nel salotto e gli parlò della misteriosa bestia vista in giardino. Subito lui si alzò ed afferrò una scure ampia e dalla lama seghettata. I due uscirono. Fuori era tutto buio ed Ivan aveva con sé una torcia per vincere le tenebre ed i suoi misteri. “Sembra non ci sia nulla...” disse lui guardandosi intorno. Icarius si bloccò davanti a Lys ed ai suoi atteggiamenti. Lei portò la mano si lui sul suo abito, all'altezza del seno, mentre la mano di lei scendeva ad accarezzargli il petto, fino a raggiungere i suoi pantaloni, dove era più eccitato. “Madama...” disse lui deglutendo e col viso paonazzo “... io... io vi chiedo scusa... non disobbedirò più...” immobile ed imbarazzato davanti a lei. Dopo essersi lavata e cambiata, Dacey scese nel salone al pianoterra, dove suo fratello la stava attendendo per la cena. La stanza appariva ampia ed alta, con al centro una lunga tavola rettangolare di solida quercia ben tagliata e lucidata a dovere. Il camino che con la sua fuliggine col tempo aveva annerito le pareti della sala ora era spento e spettava ad alcune lampade illuminare l'ambiente. Il Maresciallo era seduto ed attendeva sua sorella. “Di nuovo bentornata, Dacey.” Disse bevendo. “Ora finalmente posso accogliere come si deve mia sorella. Purtroppo qui al palazzo c'è sempre da fare. Sono tempi complicati per Monsperone... sua signoria il barone è ancora prigioniero... ma tu cosa mi racconti? Il tuo viaggio?” |
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