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Quando l'uomo misterioso le tolse via il lenzuolo dal corpo, Gaynor temette il peggio e calde lacrime cominciarono a scorrerle lungo le guance, silenziose al punto da passare inosservate al buio della stanza. Quando poi sentì una veste scivolarle addosso, riprese a respirare normalmente e pian piano si lasciò ammaliare suo malgrado dalla bellissima voce dello sconosciuto, che le stava parlando con tono suadente di schiave e sultani...
C'era qualcosa in lui che la fece persuadere di non essere in pericolo, non avrebbe saputo dire cosa, ma d'un tratto capì che non le avrebbe fatto del male. Citazione:
"Milord, ad onor del vero posso dire di non essermi mai trovata in una simile condizione... nessun uomo ha mai osato tanto con me ed il mio cuore non ha ancora mai palpitato per alcuno, ma una volta rivelata la vostra identità, mi sento più al sicuro nuda in questa stanza che vestita di un'armatura a Magnus. Vi supplico di credere alla mia buona fede quando vi dico di essere un'alleata e non una nemica e, visti i vostri successi nel contrastare i folli piani di De Jeon e Missan, mi rimetto completamente a voi e a quel che riterrete opportuno per me. Avete dimostrato saggezza e coraggio ed io voglio esservi d'aiuto. Il coraggio non manca neppure a me, per la saggezza ho ancora molto da imparare, ma potete addurlo alla giovane età e alla mancanza d'eperienza. Ho passato quasi tutta la mia vita sui libri, circondata dalla mia famiglia e dai miei amici che hanno sempre fatto di tutto per preservarmi dalle insidie del mondo. Come sia cambiato tutto questo non ne ho idea, e non vi nascondo che il mio cuore è colmo di pena. Ciononostante, non posso più sentirmi parte dei loro piani, non posso e non voglio più condividere il loro folle progetto di un regime di sangue... Vi prego, permettetemi di sposare la vostra causa..." Queste furono le parole di Gaynor, prima di prendere la mano dell'uomo misterioso fra la sua e stringerla forte. |
Non mi accorsi di quanto tempo avessi dormito, infatti mi svegliaì alle prime luci del tramonto che penetrarono dalla finestra della stanza e dissi tra me: "ma da quanto tempo non dormivo così" mi sentì veramente sollevato dopo questa lunga dormita. Presi le mie cose e scesi giù alla locanda per mettere qualcosa di caldo nello stomaco. La città era più viva che mai, sentivo risate,chiacchiere di paese e donzelle che parlando tra di loro stavano decidendo come vestirsi a festa, chissà cosa animasse tutto ciò mi affacciaì dall'uscio della locanda e vidi che una compagnia errante preparava il palco per esibirsi, ne fui subito rapito tanto è vero che mi avvicinaì ad essa e lì rimasi. Ho sempre sognato vedere,conoscere.....e perchè no recitare in una compagnia errante...sembravo un fanciullo sognatore che soltanto per aver ottenuto una spada finta ed un mantello da cavaliere si sentiva il padrone dell' universo, ma purtroppo il mio destino era un altro. Rimasi nel piazzale e osservaì con dedita e fulgida preparazione i preparativi.
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Le loro immagini riflesse in quelle acque limpide e trasparenti.
Il dolce scorrere di quella fonte, i mille riflessi scintillanti che luccicavano sulle levigatissime e bianche pietre, la statua di Venere quasi a benedire l’incanto che avvolgeva i due innamorati. Tutto appariva perfetto. Carrinton accarezzò prima il volto, poi il collo della bella Altea. La mano del nobile si perse nei morbidi e profumati capelli di lei. Poi la baciò. Un bacio appassionato, intenso, fatto di sospiri e dolci sapori. Quello scenario paradisiaco sembrava chiudersi per proteggere i due amanti. “Arriverei in capo al mondo” disse Carrinton ad Altea “pur di guadagnarmi il diritto di averti come moglie…” la fissò e sorrise “… chiederò a tuo padre di concedermi la sua gemma più preziosa, con tutti i suoi sogni e desideri… ed il mio unico impegno sarà quello di realizzarli tutti e renderla felice…” la baciò di nuovo. Un lieve e piacevole vento, dolce e musicale, si alzò sullo stagno. Penetrando nella luce di quel Sole d’Ottobre, sembrava fare l’amore con i bagliori che scintillavano attraverso le foglie degli alberi. Poi l’aria fresca della sera. I due amanti risalirono a cavallo e lui avvolse lei nel suo caldo abbraccio ed entrambi nel suo prezioso mantello. Poi galopparono via. Carrinton condusse Altea al palazzo di lady Kate. “Raccogli tutte le tue cose…” le sussurrò “… scriverò a tuo padre, chiedendogli la tua mano… e manderò poi i miei servi a prenderti, per farti condurre al mio palazzo…” la baciò di nuovo e poi ritornò nella sua dimora. Il nitrito del cavallo aveva destato coloro che abitavano nel palazzo. Subito fu informata lady Kate, che raggiunse così all’ingresso Altea. “Bentornata, baronessa!” Salutandola. “Spero abbiate trascorso una bella giornata. Con noi vi è anche lady Brianna…” indicando la damigella “… era venuta qui perché desiderosa di incontrarvi, baronessa.” |
Arrivammo a palazzo di Lady Kate, difficile era togliersi dal caldo tepore che riscaldava il mio cuore e sorridendo risposi al milord "Sappiate che Lord O' Kenninghton è molto severo, ecco da chi ha preso la sua dolce pupilla".
Aspettai che il milord sparisse dalla mia visuale, e salii in dimora e trovai Lady Kate che con il suo dolce sorriso mi avvisò dell'inaspettato arrivo di una amica d'infanzia, Lady Brianna. "Lady Kate, mi date una meravigliosa notizia, dove si trova la mia cara amica? Oggi il destino è dalla mia parte, soprattutto per quanto riguarda Lord Carrinton, ho una sorpresa per voi" dissi guardando la dama, la quale mi guardava maliziosamente. Sembrava carpire i miei pensieri. |
“Lady Brianna è qui, baronessa.” Disse lady Kate. “E non vedeva l’ora di rivedervi. Avete belle notizie?” Sorridendo con una punta di malizia… oh, baronessa… non oso immaginare… o meglio… credo sia quasi fiabesco ciò che sto immaginando ora… ma vi prego… non teneteci sulle spine… rivelateci cosa rende così luminoso il vostro sguardo…”
E le tre dame si accomodarono nel salone del palazzo di lady Kate. La nobildonna e Brianna attesero così di udire dalla bocca di Altea il motivo della sua felicità. |
Parsifal era tornato alla locanda.
Il frastuono però della Camelot notturna, tra balli, canti e qualche saltimbanco, l’aveva destato dal suo riposo. Ad un tratto udì delle voci. “Ehi, voi!” Lo chiamò qualcuno. “Si, dico a voi, messere! Dite, vi andrebbe di giocare un po’ ai dadi con noi? Vedete, stiamo aspettando che giunga il segnale da parte di uno dei nostri, per recarci tutti al porto. Abbiamo dunque necessità di ammazzare il tempo.” Erano alcuni zingari, dagli occhi dipinti e dai pittoreschi abiti, che giocavano ai dadi nella locanda. |
Abbracciai Lady Brianna "quanto tempo, sono cosi felice di vedervi, proprio in questo momento. Ricordate quando corravamo nelle brughiere e facevamo arrabbiare le nostre governanti?"
Ci accomodammo nel salotto di Lady Kate, le due dame mi fissavano impazienti e iniziai a soddisfare la loro curiosità "Sembra ci sarà un matrimonio presto, qui a Camelot. Dicono che Lord Carrinton voglia sposarsi, anzi ne è proprio convinto e si è dichiarato alla sua bella dama, con estremo romanticismo" annuii sorridendo. |
Intanto, Cavaliere25 si trovava nella chiesetta insieme a sir Hagus.
“Una figura?” Ripeté l’uomo. “Di quale figura parlate?” Chiese al giovane servitore di Missan. “Forse il nostro giovane viandante” avvicinandosi ai due la monaca “sta cercando padre Tommaso…” si voltò poi verso Cavaliere25 “… perché lo state cercando, messere? Vi occorre forse qualcosa?” Domandò al giovane. |
“No, non posso crederci!” Esclamò sorpresa lady Kate. “Lord Carrinton vuole sposarsi? Ma… ma lui non ha mai mostrato alcun interesse verso nessuna dama di questo reame, dopo… si, insomma… dopo la tragica scomparsa di sua moglie…”
“Eh, si vede allora che il nostro bel nobile ha incontrato una donna davvero speciale.” Disse lady Beth, la sorella maggiore di lady Kate. La donna era appena arrivata e subito, incuriosita dai discorsi che stavano facendo Altea, Kate e Brianna, si unì alle tre dame. “Ma questo è un evento epocale!” Sempre più sorpresa Kate. “Su, baronessa…” fissando Altea “… non teneteci sulle spine… voi conoscete il nome di questa misteriosa dama che sembra aver rapito il cuore di uno degli uomini più ambiti del nostro reame?” |
Monsieur si sfilò la camicia, nonostante buona parte di essa fosse ormai praticamente attaccata alla ferita.
Questa causava un dolore quasi insopportabile al misterioso compagno di viaggio di Elisabeth. Brandelli di pelle erano venuti via con la camicia ed il pericolo di un’infezione era concreto. “Non andate tanto per il sottile, madame…” mormorò Monsierur “… sono abituato al dolore fisico…” il petto nudo e sudato aveva tutti muscoli contratti, mentre la ferita continuava a sanguinare “… avanti… sono pronto…” aggiunse per poi mettersi in bocca un pezzetto di legno da stringere tra i denti. |
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