Camelot, la patria della cavalleria

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Guisgard 11-06-2018 15.58.31

La carrozza partì, veloce, tra la folta vegetazione che sferzava i caldi raggi del Sole.
Elv drustava forte i cavalli, deciso a lasciare quelle terre quanto prima.
Non si era però accorto che due di quegli uomini erano riusciti a saltare sulla parte posteriore della carrozza.
Uno di quelli aprì lo sportellino e si buttò dentro.
"Ora ci fermeremo..." disse mostrando un coltello a Gwen.
Therese lanciò un urlo.

Lady Gwen 11-06-2018 16.04.18

Procedevamo veloci nel bosco, per andarcene prima di subito.
Ma non era tutto.
Io e Therese lanciammo un urlo quando ci trovammo due di quegli uomini dentro la carrozza, a minacciarci con un coltello.
"Elv!" urlai, proteggendo Therese col mio corpo per impedirgli di fare del male.
Perché si erano intestarditi con noi?
Cosa gli avevamo fatto?

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Destresya 11-06-2018 16.04.26

Raggiunsi il palazzo continuando a pensare a quello che avevo sentito per le strade, l'euforia generale, che capivo benissimo, il dubbio, che capivo ancora di più.
Ora non ci restava che aspettare, e l'attesa era tremenda.
Alzai lo sguardo per vedere le mie ragazza che, come moderne ninfe, tentavano gli ignari passanti.
Non era il momento di preoccuparmene, quello, entrai nel palazzo e chiamai immediatamente il mio servitore, senza fermarmi.
"Tignot, sto uscendo a cavalcare!" lo informai "Ci sono novità?" dirigendomi a passo svelto verso la piccola scuderia.

Guisgard 11-06-2018 16.19.41

Le urla di Gwen non raggiunsero Elv sul posto del cocchiere, visti i rumori della carrozza ed i nitriti dei cavalli.
Mentre l'uomo teneva sotto tiro del suo coltello Gwen e Therese, l'altro suo compagno scivolò dal tetto della vettura fino a prendere di sorpresa Elv ed il giardiniere ancora intontito.
Nacque così una colluttazione, con la carrozza che cominciò a sbandare.



“Nulla di rivelante, madama.” Disse Tignot a Destresya. “Tutti in città sono felici per l'uccisione della bestia. Come se Sant'Agata di Gotya fosse uscita finalmente da un incubo.” Aiutandola col suo cavallo.

Lady Gwen 11-06-2018 16.24.39

Continuavo a chiamare Elv, ma nulla.
E se gli avevano già fatto del male?
Intanto io e Therese eravamo sempre più terrorizzate, la stringevo forte a me, ma non sapevo che fare.
Ogni cosa avrebbe potuto essere compromettente, avrebbe potuto essere peggiore e avrebbe messo in pericolo la vita di Therese più di quanto non fosse già.
La vettura iniziò poi a sbandare e capii che erano arrivati ad Elv e temevo davvero il peggio.

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Guisgard 11-06-2018 16.35.50

Ad un tratto la carrozza sbandò forte, un urto, un tremendo scosse e si cappottò.
Gwen sentì therese volerle via dalle braccia, le urla della bambina e poi più nulla.

Destresya 11-06-2018 16.36.15

"Un ottimo momento per uscire a cavalcare, dunque!" sorrisi, prendendo alcune armi da fuoco e sistemandomele sotto la gonna, nella mia sottogonna fatta apposta.
Metti mai che la mia curiosità fosse stata nociva come quella proverbiale che uccise il gatto.
Sellai il mio cavallo e mi diressi verso l'uscita.
"Beh, se non torno entro domattina direi che l'euforia generale è stata frettolosa!" scherzai, salutando il mio servitore.
Uscita dal palazzo voltai a destra, prendendo la strada panoramica, dove facevano bella mostra di sè i tavolini della locanda, dove il solito gatto randagio elemosinava pezzetti di prosciutto o leccornie varie agli avventori che si godevano il pranzo nel tepore ventilato di quella giornata primaverile.
Dovetti abbassarmi per passare sotto l'arco della finestra catalana, uno degli angoli più magici di Sant'Agata, poi svoltai a sinistra imboccando una strada che scendeva, costeggiando il costone, verso quel bosco così inquieto e selvaggio che circondava la bella cittadina.

http://www.ilquaderno.it/immagini/ma...c69ee4f34c.jpg

Lady Gwen 11-06-2018 16.43.37

La carrozza sbandò violentemente, ci scosse tutti quanti, sentii Therese lasciare le mie braccia mentre io urlavo il suo nome e cappottavamo .
Poi nulla.

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Dacey Starklan 11-06-2018 16.54.08

Strinsi le dita attorno al mio bicchiere, nuovamente colmo.
Provai a respirare, respiri pronti e lenti, capaci di aiutarmi nel ritrovare la calma perduta.

“ Io credo di non essermi mai spaventata tanto in vita mia... tranne forse per una volta...”

Le paure delle mia infanzia andarono a mescolarsi con la brutta esperienza appena vissuta e poco dopo il mio bicchiere fu nuovamente vuoto.

“ Che razza di animale, di quelle dimensioni poi, si mimetizza come un albero?
Io resto convinta sia un uomo, con una sorta di armatura che gli permette di passare inosservato nella vegetazione.
O forse la nostra razionalità non ha senso di esistere e quello che abbiamo visto era un orribile mostro come credono in tanti qui.”

La paura mi aveva fatto vacillare per un attimo, ponendo le mie convinzioni sotto inchiesta ma Cales aveva ragione, bisognava restare lucidi.

“ Ero paralizzata, se tu non fossi stato lì non sarei riuscita a muovere e a scappare...”

Confessai sentendomi ancora scossa e nel farlo cercai timidamente la mano del naturalista, sfiorandola con le dita.


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Guisgard 11-06-2018 17.04.21

Destresya in sella al suo cavallo lasciò Sant'Agata di Gotya ed i suoi angoli magici e romantici.
Raggiunse il folto bosco irradiato dai calde raggi del Sole di Giugno.
Ovunque intorno a lei era un trionfo di colori, di suoni, di profumi e di giochi che nel balenio del giorno si confondevano in continuo inseguirsi tra cielo e terra.
Le grandi querce secolari sembravano essere le custodi di quel modo racchiuso tra i fitti boschi e le aspre montagne circostanti, simili a giganti addormentati.
Vi erano poi i grossi noci, custodi di segreti primordiali, i variopinti cespugli di bacche selvatiche, tra erbe magiche ed antiche, fiori dai petali inebrianti e frutti di matura bellezza.
Immersa in quel mondo di bucoliche meraviglie, ad un tratto Destresya cominciò a far fatica nel tenere il cavallo.
L'animale iniziò a mostrarsi nervoso, agitato, difficile da guidare.



Le grida di Therese, il nitrito dei cavalli, poi quell'urto.
Gwen si svegliò di colpo.
Impiegò qualche istante per comprendere di essere a letto, in una camera semibuia dalle tendine abbassate.
Da fuori giungeva il continuo ed insistente abbaiare di un grosso cane.



Istintivamente Calee strinse la mano di Dacey.
“Dobbiamo restare calmi...” disse guardandola negli occhi “... la scienza sta detronizzando le superstizioni e l'ignoranza dei secoli bui... si, deve per forza esserci una spiegazione razionale... dopotutto tutti i miti antichi oggi si spiegano con la scarsa conoscenza che i nostri antenati avevano della natura...” senza lasciare la mano di lei “... si, sarà come dici tu... un uomo, alto e robusto, più della media, con indosso una sorta di corazza... magari uno degli adepti della setta di cui sospettiamo...” annuendo “... dobbiamo tornare a Sant'Agata di Gotya e raccontare tutto ciò che abbiamo scoperta...”
Ad un tratto nella taverna entrarono due uomini, ordinando da bere.
“Cos'avete?” Il taverniere ai due.
“La figlia di Breghel il fattore...” uno dei due “... l'hanno trovata poco fa... suo padre stesso ha fatto la macabra scoperta... sfigurata, sgozzata, senza una goccia di sangue in corpo e con le carni strappate dalle ossa...” facendosi il Segno della Croce.


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