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“Prossima fermata Evangelia” disse il controllore ad Altea “fino poi al capolinea, ossia Città di Capomazda.” La guardò.
I suoi abiti erano infatti sporchi e lacerati in diversi punti. “Il biglietto costa molto, madama...” continuò il controllore “... sono tre Taddei.” |
“Certo.” Disse Leones, annuendo a Dacey. “Mettetevi dunque a studiare, Diana. Dipendiamo dalla vostra capacità di apprendere e da quella di saperla poi applicare alla vita pratica.”
“Forse sarà meglio descriverle anche il carattere della Gran Baronessa.” Fines a Loenes. “Si, giusto, può risultare utile.” Mormorò Leones. “Sappiate che la Gran Baronessa” rivolto poi a Dacey “è una donna d'altri tempi. Colta, austera e con le sue piccole manie. Tenete poi conto che vive da un paio d'anni ad Afralignone e dunque, a contatto con la sua secolare aristocrazia, ha fatto propria quella caratteristica intolleranza che hanno tali nobili verso tutto ciò che è repubblicano e popolano.” “In pratica” intervenne Poeh “dovete scrollarvi da dosso quell'aria da cameriera che ancora vi addobba nelle movenze e nel comportamento.” |
Quindi il treno arrivava prima ad Evangelia, e poi a Capomazda...ovvero prima dovevo fare tappa nella rocca militare per poi proseguire.
L'uomo mi guardava, infatti i miei vestiti erano rovinati ma finsi indifferenza, mi avevano lasciato la sacca e avevo un cambio. Mi voltai rovistando nella scollatura e presi un borsellino e mi rigirai.."Ecco tre Taddei..." e glieli misi sul palmo della mano. "Ho fatto una corsa per prendere il treno tra la vegetazione..magari mi potrete portare in una cabina per cambiarmi di abito". In quella sacca vi erano gioielli di famiglia, alcuni trattati e leggi di Cherval mio nonno mi aveva dato confidando di non perderli per il mio presunto futuro di Duchessa e piccole cose. Mentre i soldi preferivo tenerli addosso..rubare una sacca era più facile ovviamente. |
" Quell'aria da cameriera che ancora vi addobba nelle movenze e nel comportamento "
Non potei fare a meno di sorridere, allora ero davvero brava a recitare il mio ruolo da popolana. << Non temete, mi ispirerò ai modi della mia vecchia padrona, sono sicura che funzionerà... Non tarderò molto a essere pronta, ve lo assicuro. Mi sto esercitando e spero che questo dia i suoi frutti >> In realtà non vedevo l'ora di poter di nuovo comportarmi come facevo da una vita. |
Il capitano sembrava conoscere quel tipo.
"Mi sembra comunque borioso ed arrogante, anzi lo é anche di piú" con un'alzata di spalle. |
“Signori...” disse Goz a tutti loro “... vi presento Reddas, re di Buxiano, nonché uno dei migliori piloti in circolazione.” Guardò il nuovo arrivato. “Però ora che ci penso io neanche so perchè diavolo siete arrivato qui...”
“Lo stavo dicendo alla vostra soldatessa...” fece Reddas. “Già, visto che donna?” Ridendo Goz ed indicando Clio. “Voglio arruolarmi.” Svelò Reddas. “Non come legionario semplice, naturalmente, essendo io di gran lunga il migliore qui. Voglio una divisa da ufficiale. Fate ciò e la guerra terminerà in brevissimo tempo.” “Tipo modesto...” Fermer a Gwen, che assistevano alla scena “... comunque credo che sarà meglio tornare in infermeria. Qui non c'è niente di interessante per noi.” |
Il capitano cominció a tessere le lodi del tipo, che sopportavo sempre meno.
"Speravo che lo diceste" tirando un sospiro di sollievo. |
Abbozzai un mezzo sorriso alle parole di Goz.
No, direi che la pensa diversamente... Poi restai scioccata da quella rivelazione. Ma tu guarda, voleva una divisa da ufficiale così, dal nulla? Chi credeva di essere? C'erano voluti anni, sudore e sangue per avere i miei gradi e questo pretendeva di arrivare così e avere tutto subito? Che razza di arrogante. Se Goz l'avesse accontentato sarebbe andato contro tutto ciò che ci aveva sempre insegnato, contro tutto ciò in cui credevamo, tutto ciò per cui eravamo disposti a morire. Ma da come lo guardava immaginai che l'avrebbe accontentato. É così che ci si comporta con le star dopotutto, no? Ci si fa piccoli piccoli, e li si accontenta in tutto. Rinnegando ciò in cui si crede, perdendo la dignità. Se l'avesse fatto davvero, Goz avrebbe perso la mia stima e il mio rispetto. L'obbedienza no, quella non era in mio potere, ma stima sì, per sempre. Non dissi nulla dato che non ero stata interpellata, restai impassibile come mio solito, in modo che non mi si leggesse in faccia ciò che pensavo. |
"Che ne dite di Danny?" disse Marwel inginocchiandosi all'altezza dei più piccoli.
Danny era stato un caro amico di Marwel da quando era arrivata a Evangelia e per un certo periodo i due si erano pure piaciuti, tanto che passavano molto tempo insieme ed era a lui che la ragazza aveva dato il suo primo bacio. Aveva ancora le sue lettere nel cassetto e ogni tanto le riprendeva per leggerle e ricordare colui che era stato il suo primo amore. Si era arruolato con i legionari all'inizio della guerra e non passava giorno in cui Marwel non lo aspettasse guardando fuori dalla finestra e sperando di vederlo correre verso casa. Non le era permesso andare nel forte e i due avevano cominciato a scriversi lettere, poi, dopo alcuni mesi, nessun messaggio venne più consegnato a Marwel. Le avevano detto che Danny era disperso da qualche parte, probabilmente morto in un conflitto a fuoco e Marwel non potè far altro che disperarsi per mesi. Aveva inciso il suo nome sul tronco di un albero e ogni tanto metteva dei fiori sulle sue radici per poterlo ricordare e salutare. Icarius le ricordava Danny e si ritrovò a chiedersi il perchè dovesse sempre infatuarsi di uomini con la vita perennemente in pericolo. "Credo che Danny possa andare bene per ora..." sussurrò posandogli delicatamente una mano sul viso. |
Park ci condusse al borgo con la propria auto. Mi godetti ogni istante del tragitto, l'aria era limpida e profumava di... vento. Si, per me il vento ha sempre avuto un suo particolare profumo, un misto di terra, salsedine e rugiada... Le stelle non si contavano, rendevano tutto luminoso e magico, una sorta di paesaggio incantato in mezzo ad un deserto roccioso. Niente a che vedere con l'aria cupa che regnava alla base... guardai Park al mio fianco e gli poggiai la mano sul braccio. "Grazie..." gli dissi soltanto.
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