Camelot, la patria della cavalleria

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Talia 22-02-2012 14.43.39

Padre Anselmo mi invitò a tornare nella mia stanza... ed io non discussi: volevo restare sola, in fondo... avevo bisogno di restare sola!
La sera era scesa velocemente sul casale... tanto, forse troppo, velocemente.
Mi accostai alla finestra e guardai il giardino...
Guisgard... Brand aveva detto che se n’era andato... inspirai profondamente e mi costrinsi a chiudere in fondo al cuore quel vivo senso di angoscia che provavo, quella paura, tutti quei rimpianti... Guisgard... quanti sentimenti per lui nel mio cuore... i più assoluti, i più forti, i più vivi... da sempre... e, probabilmente, per sempre.
E poi c’era Nestos... il mio piccolo Nestos... mi chiesi dove fosse, che cosa stesse facendo... avevo fatto una promessa a Nestos, una promessa che non avrei più potuto mantenere...
In preda a questi e mille altri pensieri, ma nel vivo tentativo di placarli, mi allontanai dalla finestra e mi andai a sedere sull’ampio e soffice cuscino che usavo per meditare...
Chiusi gli occhi e mi sforzai di placare la mente... e lentamente i rumori si andarono affievolendo...

“Talia! Finalmente!” esclamò una voce a me molto familiare.
“Maestro?”
Lo spazio intorno a me era luminoso ed indefinito, l’anziano cavaliere mi sorrise.
“Maestro...” mormorai, guardandomi intorno “Dove siamo?”
“Siamo...” anche l’uomo si guardò intorno “Non lo so, Talia! Ma ti stavo aspettando... è molto che ti aspetto. Credevo che saresti giunta prima!”
“Lo so, Maestro...” annuii mestamente “Ma non è facile... non più!”
“Perché?”
“Beh... prima Fyellon... lui ha... lui ti ha... ed io... oh, Maestro... io credo di averlo odiato!”
“Fyellon è tuo fratello, Talia!” mi riprese subito lui, nel tono più austero che aveva “So che cosa ha fatto... lo rammento! Ma... non dimenticare che le sue colpe sono le mie colpe! Ed anche...”
“...anche le mie!” conclusi, completando la sua esitazione.
“Non prendere questo nel modo sbagliato, figlia mia!” disse allora “Non ti sto incolpando... ma tu ed io avevamo un compito... e forse, in parte, abbiamo sbagliato!”
“Lo so, Maestro!” mormorai, annuendo tristemente “Abbiamo agito con leggerezza... abbiamo agito senza guardare alle conseguenze!”
“E tuttavia...” mi corresse l’uomo “Sono le nostre scelte, prima di tutto il resto, a dimostrare ciò che siamo veramente! Fyellon poteva scegliere cosa fare... ed ha scelto la via dell’odio! Di questo tu non hai colpa!”
Sospirai...
“Desideravo trovarlo... trovarlo e parlargli... convincerlo a fare ammenda per il suo gesto... e credevo che forse, così, avrei salvato la sua anima!”
“La sua anima potrà forse essere salvata...” mormorò lui, quasi sovrappensiero “Vi sono molti modi nei quali il destino agisce... e tu... non so... non escludo che potrai rivederlo, presto o tardi!”
“Non credo!” dissi piano “Non credo che lo vedrò più. Non credo che vedrò più nessuno!”
L’uomo sollevò lo sguardo e mi fissò incuriosito...
“Domattina parto!” spiegai, sempre con il medesimo tono “Sono giunti dei Cavalieri della Luna Nascente per me. Vado a... Tessalonica! Credo!”
Lui annuì leggermente, poi tornò a guardarmi...
“Non sento gioia nella tua voce, tuttavia! Come mai?”
Non risposi.
“Oh, Talia...” mormorò dopo qualche momento “Sapevi che questo giorno sarebbe arrivato, in fondo! Lo hai sempre saputo!”
“Si, Maestro...” mormorai “Lo sapevo!”
“E dunque?”
“Non mi piacciono le costrizioni!”
“Lo so... neanche a me sono mai piaciute! Ma questo è il tuo destino!”
“E’ il destino che altri hanno scelto per me!” ribattei.
L’uomo rimase in silenzio per qualche momento, scrutandomi...
“Sai...” disse infine, sospirando appena “Mi hai sorpreso! Credevo... sì, credevo che ti saresti comportata diversamente. Ed invece... domattina parti, dopotutto. Non hai fatto né detto niente per opporti!”
Mi strinsi nelle spalle...
“Ho tentato di fuggire...” mormorai “Sapevo che sarebbero arrivati dopo che... beh, dopo che tu ne sei andato! Lo sentivo! Perciò, credo, ho lasciato il Casale! Ma non è servito! Ed ora...” esitai “Ora non c’è più molto da fare, penso. Ora loro sono qui, ed io appartengo loro. Temo che la vecchia Talia sia destinata a morire.”
“E Guisgard?”
Quella domanda, così a bruciapelo, mi sorprese.
Sollevai gli occhi di scatto e la mia mente vacillò... tutto intorno a me iniziò a farsi sfocato, ad allontanarsi...
“Ti stai distraendo, Talia...” disse la voce del Maestro, da qualche parte vicino a me “Concentrati! Svuota la mente!”
Lo feci... o almeno tentai di farlo... per qualche attimo non accadde niente, poi la luce tornò vivida ed io vidi di nuovo il Maestro.
“Io...” tentai di giustificarmi.
“Capisco!” mormorò lui, ignorandomi “Non è cambiato niente, in fondo!”
Sollevai gli occhi nei suoi...
“No!” dissi seccamente “Niente... ed infatti se n’è andato! Di nuovo!”
“Davvero?” chiese l’uomo, lanciandomi in risposta uno sguardo incuriosito.
“Già!”
“E come mai?”
“Ha importanza?” domandai seccamente.
Lui sorrise leggermente...
“Certo che ne ha, figlia mia!”
“Non lo so...” mormorai, con un profondo sospiro “Diceva di voler trovare Fyellon, diceva di sentirsi in colpa... ma forse ha solo paura. Paura di fermarsi ed affrontare i suoi fantasmi!”
“...ed i suoi sentimenti!” soggiunse l’uomo “La tua stessa paura, mi sembra di capire!”
“Io non ho affatto paura!” mormorai, abbassando però in fretta la sguardo.
“Il destino ha molte strade...” disse lui, dopo qualche momento “E non è detto che scelga sempre la più diretta. Né quella che noi ci attendiamo!”
Per qualche tempo rimasi con gli occhi a terra, riflettendo su ciò che aveva detto... il destino ha molte strade... ma allora...
“Maestro...” sollevai gli occhi per chiedere ancora, ma la voce mi morì in gola...
Quello spazio indefinito nel quale ci trovavamo aveva iniziato a prender lentamente forma... cupole e palazzi stavano iniziando ad affiorare e a comparire davanti ai miei occhi, guglie, mura, torri... e tutto brillava di riflessi d’oro e d’argento che si andavano specchiando in una verde laguna, alimentata da mille zampillanti piccole cascate...
“Maestro...” ripetei, incapace di smettere di guardarmi intorno “Ma... ma dove siamo?”
L’uomo si guardò intorno a sua volta, per un istante, come incuriosito...
“Oh, si!” disse poi “Ora capisco la tua meraviglia, Talia... questa è una città bellissima. Forse la più bella città del mondo!”
“Qual è il suo nome, Maestro?”
“Il suo nome? Oh, il suo nome riecheggia di storie e di leggenda presso molti popoli e in molte culture...”
“Qual è, Maestro?” lo incalzai.
Lui mi osservò per un attimo...
“Tylesia!” disse poi “Questo è il suo nome.”
“Tylesia...” ripetei in un sussurro, in modo da tenerlo a mente “Tylesia!”
“Perché lo chiedi?”
“Perché...” spiegai, riportando lo sguardo su di lui “Perché io ho visto questa città! L’ho vista in alcune visioni...”
“L’hai vista?” i suoi occhi si allargarono appena “Oh... questo è curioso!”
“Perché?”
“Davvero curioso...” ripeté.
“Perché, Maestro? Perché dici che è curioso?”
Lui mi sorrise...
“Perché...” iniziò a dire.
Ma la luce aveva iniziato ad affievolirsi... e l’anziano cavaliere mi sembrava sempre più lontano...
“Maestro...” chiamai “Maestro... aspetta!”
Ma era davvero troppo lontano ed io non udivo più la sua voce.

Aprii gli occhi di colpo.
“Maestro!” mormorai di riflesso... ma ero di nuovo da sola nella mia stanza ed intorno a me era buio.
Mi alzai e di nuovo mi avvicinai alla finestra, restando per qualche momento a scrutare l’orizzonte oscuro...
“Tylesia...” sussurrai contro il vetro “Tylesia!”
Infine abbandonai la finestra e mi lasciai scivolare sul letto... e subito caddi in un sonno profondo.

Guisgard 22-02-2012 16.08.31

VIII Quadro: Fuga tra la neve caduta ai Piedi di Cristo

("Vuthering Heights è il nome della dimora del signor Heathcliff: <<vuthering>> è un aggettivo dialettale molto significativo, che descrive il tumulto atmosferico a cui la sua posizione è esposta quando fa tempesta.")

(Emily Bronte, "Cime Tempestose")




La sera e poi la notte.
Attraversarono velocemente, quasi in un incanto, quel tempo indefinito e cullarono l’inquieto sonno di Talia.
Poi i versi della notte, forse lo strascico dei sogni che volano via e infine l’etereo riflesso dell’aurora che, pian piano, si diffondeva dolcemente tutt’intorno.
Ad un tratto dei rumori svegliarono Talia.
Provenivano dalla finestra.
Dopo qualche istante la ragazza comprese la loro natura: erano i passi di alcuni di quei cavalieri giunti al Casale dall’Oriente.
Passeggiavano nel giardino e controllavano la situazione.
Poi, dopo un po’, altri rumori furono uditi da Talia.
Stavolta erano più vicini.
Un attimo dopo, una figura apparve sulla finestra.
Con agile balzo la scavalcò ed entrò nella stanza.
Talia fissò la figura fino a quando, avanzando quella fino ad incontrare il chiarore che l’albeggiare liberava nella stanza, ne riconobbe le fattezze.
“Presto, Talia…” disse Guisgard “… vestiti… non c’è tempo… sorvegliano l’intero Casale…”
Fuori era freddo e il cavaliere si slacciò il mantello per poi darlo alla ragazza.
“Dopo metti anche questo…” porgendole il mantello.
Corse allora verso la finestra e spiò nel giardino.
“Se ho calcolato bene il tempo impiegato dai due cavalieri a percorrere lo spazio fino all’androne…” mormorò “... si, tra qualche istante potremo uscire da qui e tentare di raggiungere il viale degli aceri…”
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Guisgard 22-02-2012 16.35.43

Elisabeth aveva lasciato la porta chiusa e un attimo dopo udì dei rumori.
“Vi occorre qualcosa, milady?” Vedendola accanto alla vasca la cameriera. “Ho qui abiti fra cui potrete scegliere.” E li posò sul letto. “Se vi occorre altro, basta che suoniate il campanellino, milady. Il mio nome è Tya e sono ai vostri ordini.” Mostrò un inchino ed uscì.
La cameriera, poi, si diresse in un’altra stanza e vi entrò.
“Novità, mia cara?” Domandò Kojo a Tya.
“Le due straniere hanno parlato fino a poco fa, signore…” fece la ragazza “… soprattutto quell’Altea mi sembra molto vicina, almeno emotivamente, alla regina… l’altra invece, quella Elisabeth, parla di forze oscure attorno alla città…”
Kojo restò pensieroso.
“La nostra lady Elisabeth sembra amare molto il mondo dell’occulto…” mormorò il cavaliere “… e forse ne resterà scottata ella stessa… quanto ad Altea…” sorrise “… penserò io a lei…” fissò la cameriera “… ottimo lavoro, ragazza mia… tieni d’occhio le nostre belle straniere… va e non deludermi…”
“Si, milord.” Ed uscì dalla stanza.

Guisgard 22-02-2012 16.36.55

Quel sogno aveva turbato Altea.
Ad un tratto qualcosa la destò dai suoi pensieri.
Era un servitore che bussava alla porta.
“Milady…” entrando il servo “… sir Kojo mi manda a chiedervi, se ciò vi aggrada, di raggiungerlo nel parco del palazzo per una passeggiata… egli desidera mostrarvi il palazzo e le sue meraviglie.”

Guisgard 22-02-2012 16.49.02

Un buio profondo ed angosciante avvolse Cavaliere25 appena entrò nella stanza.
Poi, pian piano, i suoi occhi si abituarono al buio.
Non si trovava in una stanza, ma solo in un piccolo vestibolo aperto che dava su un orticello.
Ad un tratto, vide una sagoma prendere forma.
Era una fanciulla.
“Chi sei tu?” Domandò al boscaiolo. “Perché la mia mamma mi ha abbandonata qui?”
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Altea 22-02-2012 16.51.31

Sentii del vociferare nella stanza di Elisabeth...poi sentii bussare alla porta, chi era mai a questa ora della notte?? Scesi dal letto e mi vestii in fretta, aprii la porta e trovai davanti a me un servo....un invito da parte di sir Kojo?..cosa voleva da me? Dovevo saperlo.."Dite al vostro padrone di attendermi ai giardini, ma riferitegli che conosco già le meraviglie di quel posto" risposi con una certa rabbia.
Chiusi la porta, mi sedetti a uno scrittoio portando con me un piccolo lume e in un biglietto scrissi con calamaio "Elisabeth, mi trovo in giardino con sir Kojo..su suo invito. Se avessi bisogno, stai in guardia". Mi avvicinai alla porta di Elisabeth e feci scivolare il biglietto sotto la porta...mi misi il mantello, stavo per uscire..poi una intuizione, mi avvicinai al letto e presi il coltello sotto il cuscino e lo nascosi bene, dentro il vestito.
Scesi veloce le scale, speravo di essere comunque al sicuro...dovevo fare tutto questo per la Regina..io...volevo ridarle il suo Regno..ecco perchè il Calars mi aveva fatto arrivare fino qui risparmiandomi la vita, qualsiasi cosa succedesse gliene avrei parlato. Sentivo i miei passi sul lastricato alabastrato, mi guardavo attorno...dove si trovava? Il cuore batteva forte..no non dovevo aver paura..e se mi avesse uccisa a sangue freddo?

Talia 22-02-2012 16.54.07

“Guisgard!”
Balzai giù dal letto... gli occhi spalancati e il respiro corto...
Corsi alla finestra e mi affacciai appena... non c’era nessuno... lo afferrai, quindi, e lo tirai dentro la stanza, chiudendo poi in fretta la tenda sottile...
“Sei pazzo!” mormorai “Pazzo! E se... se ti trovano qui? Se ti avessero visto? Non sarebbero stati clementi. Non dovresti essere qui, lo sai... non avresti dovuto...”
Ma mi mancò l’aria e tacqui.
Le mie mani carezzarono le sue spalle, poi il suo viso... infine, d’impeto, lo abbracciai...
“Credevo che te ne fossi andato...” mormorai al suo orecchio “Credevo che te ne fossi andato senza neanche una parola... credevo... credevo che fossi lontano ormai! Oh, Guisgard... sono così felice che tu sia qui... così felice...”
Per qualche attimo rimasi così... non volevo lasciarlo... infine, tuttavia, tornai a guardarlo e sorrisi...

Citazione:

Originalmente inviato da Guisgard (Messaggio 43942)
“Presto, Talia…” disse Guisgard “… vestiti… non c’è tempo… sorvegliano l’intero Casale…”
Fuori era freddo e il cavaliere si slacciò il mantello per poi darlo alla ragazza.
“Dopo metti anche questo…” porgendole il mantello.
Corse allora verso la finestra e spiò nel giardino.
“Se ho calcolato bene il tempo impiegato dai due cavalieri a percorrere lo spazio fino all’androne…” mormorò “... si, tra qualche istante potremo uscire da qui e tentare di raggiungere il viale degli aceri…”

Lo fissai per un istante, attonita... quasi incapace di capire...
Poi, lentamente, mi avvicinai a lui e lanciai a mia volta un’occhiata verso il basso...
“Il... il viale?” mormorai, con la voce che tramava forte “Guisgard... che cosa dici? Che cosa vuoi fare?”
Inspirai profondamente e tornai a sollevare una mano sul suo viso...
“Guisgard... questo non è un gioco, lo capisci? Non lo è più! Se... se ti prendono... se scoprono che stai tentando di farmi uscire...” rabbrividii “Questa sarebbe la tua condanna... ed io... io non posso farlo! Non posso... condannarti a morte! Io... io morirei, se ti accadesse qualcosa!”
La mia mano era sulla sua guancia, ma tremava forte... i miei occhi erano lucidi...
“Ho paura!” mormorai.

Guisgard 22-02-2012 17.11.22

Gli occhi di Guisgard non sembravano concedere clemenza a tutta quella situazione.
“Fa presto a prepararti, Talia…” con tono deciso “… non abbiamo molto tempo…” prese le mani di lei nelle sue “… io non me ne andrò da qui senza di te… e tu non partirai per l’Oriente… no, non accadrà, non ti porteranno via…” le strinse le braccia “… non lo permetterò, capisci?”
Un rumore e lui si voltò verso la finestra.
“Dobbiamo fuggire ora, oppure mai più…” mormorò “… tra pochi istanti ricompariranno quei due cavalieri…”
Scavalcò la finestra e si aggrappò ad un ramo di un albero che cresceva lungo la muratura.
Fece poi cenno a Talia di saltare verso di lui.
“Avanti, ti prenderò al volo…” disse sottovoce “… forza, Talia…” tendendole le braccia.

Guisgard 22-02-2012 17.27.40

Altea scese nel parco del palazzo.
Luci soffuse disegnavano le forme e le immagini di quel luogo ed un senso di silenzio avvolgeva ogni cosa.
Poi ad un tratto dei passi.
Una figura vestita di nero, dal portamento fiero e lo sguardo enigmatico si avvicinò ad Altea.
“Si narra che Venere assumesse ogni notte una forma di donna diversa” avanzando Kojo “per incontrare il suo amato Adone…” sorrise “… e sono certo che stanotte ha scelto la vostra immagine, milady…” le baciò la mano delicatamente “… siete bellissima, sapete? Una dea, se posso osare. E trovo che questi abiti non vi rendano onore… in Oriente ho sentito parlare di una principessa… si vestiva solo di gioielli… oro, argento, smeraldi e rubini sulla sua pelle nuda…” prese allora un sacchetto dalla sua tasca e ne estrasse una magnifica collana d’oro, con una meravigliosa pietra preziosa incastonata in un pendaglio “… questa credo sia l’unica cosa degna di coprirvi, milady…” mettendo al colo di Altea quella meravigliosa collana.

Altea 22-02-2012 17.40.26

Sentivo l'avanzare di passi..era lui pensai. Mi voltai e vidi un'ombra scura avvicinarsi per poi rischiararsi alla luce della Luna Piena.
Egli si avvicinò a me, leggermente mi allontanai, quell'uomo mi infastidiva, e poi iniziò a narrare la storia di Venere e Adone e pensai al bassorilievo che avevo visto quel giorno con il Cappellano. Si avvicinò a me, narrandomi la storia di una principessa Orientale...quelle principesse di cui mi parlava il maestro...e con mia sorpresa vidi una pietra verde brillare e mi trovai un bellissimo gioiello al collo..."Sir Kojo, prima mi trattate da spia e ora mi riempite di regali? Vedete...forse mi avete presa come una di quelle dame che si fanno conquistare con gioielli, vestiti, e qualsivoglia, ma vi siete sbagliato sapete??" Mi tolsi la collana e gliela restituii "Anzi penso stia molto meglio al collo di lady Shoyo" e con un sorriso mi avviai velocemente verso il luogo dove solitamente trovavo il Cappellano sperando di trovarlo.


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