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Altea andò a vestirsi dietro il parapetto, ma Blond, approfittando della cecità della donna, si sporse a spiare, vedendola nuda.
Poi l'avventuriera uscì con i nuovi abiti e l'uomo la guardò di nuovo con una subdola bramosia. “Le donne non sono mai fedeli.” Disse lui. “A Vacolis e in qualsiasi altro posto al mondo. Prepariamoci, partiremo subito, mia dea.” E le accarezzò i capelli e poi un braccio. |
Alternia ci presentò agli altri, che salutai cortesemente.
Dunque la giovane donna, Gwen, era la dama di compagnia della cugina, mentre l'uomo doveva essere il marito. Oh, ecco scoperto cosa ci faceva lì Cq. Sperai che non diventasse un problema, perché avevamo bisogno di lui. Mi chiesi se il piccolo droide avrebbe potuto riconoscermi, sperai vivamente di no. Poi giunse la padrona di casa e salutai gentilmente anche lei, sempre più incuriosita dalle strane usanze della città. |
Proprio in quel momento, entro` una donna. Ork ci presento` l'una all'altra e nel frattempo aspettavamo Aris.
Quella donna aveva portato un frate con se`, che teneva il cappuccio del saio ben calato sul volto. |
Sentii le sue mani sui capelli e il corpo.."Forse amano o sono infelici...ma allora perchè rimanere con un uomo non si ama? Capirò appena giunti laggiù anche se tu pensi le donne siano infedeli per natura ma non è cosi sai...scusa...ma la mia vista...non vedo...come fai a guarirmi?".
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Guardai l'uomo con un misto di angoscia e odio.
Deglutii prima di parlare. - Per favore, lo lasci andare, lui non voleva glielo giuro.. è ancora sconvolto per il naufragio, abbiamo perso tutto lì... La supplico sono sicura che si è già pentito.. Io andrò nella torre, siamo brave persone non volevamo mancare di rispetto a lei o alle vostre leggi.- Stavo implorando, era piuttosto umiliante ma speravo servisse a qualcosa. -Mi dica come devo fare per liberare mio marito, io non conosco nessuno qui, non voglio restare da sola...- |
Aris entrò e salutò tutti loro.
Alteria poi presentò Clio. Poi Aris restò sorpresa di vedere il droide. “Magari ci aiuterà in casa.” Disse Ork. “Voglio aprirlo e vedere come è stato programmato.” “A cosa ci serve un droide?” Seccata Aris. “Tu già non fai nulla, poi con droide in casa sarà anche peggio.” E Ork si sentì imbarazzato. “In verità” cigolò Cq “io ho già in memoria tre milioni di programmi, tre quarti dei quali riferiti a capacità di protocollo.” “E' un portento.” Fece Ork. “A chi appartieni?” “Il mio padrone è Capitan Falco, signore.” Rispose il droide. “Capitan Falco?” Ripetè Aris. “Mai sentito.” “Comunque” sorridendo Alternia “ho portato questo buon frate. Parlerà con Ganya.” “Quella ragazza” scuotendo il capo Aris “ha bisogno di mettere i piedi in terra. Vive troppo di fantasia.” Guardò Gwen. “Suonaci qualcosa, per favore. Tra poco arriveranno Enzio e Merin.” |
“Ti guarirò” disse Blond ad Altea “se tu mi aiuterai. Appena il tutto sarà risolto io ti ridarò la vista. Ho una medicina infallibile.”
La prese per mano e la condusse fuori. Raggiunsero poi una baia e qui salirono su una delle barche ormeggiate. E con quella presero il largo. |
“E' una decisione che non spetta a me.” Disse il militare a Dacey. “Voglio aiutarti però perchè sembri davvero pentita per la sciocchezza di tuo marito. Ti porterò da chi può decidere sulla questione. Vieni con me.” Ed uscirono dalla stanza. “Ho bisogno di vedere Enzio.” Rivolto ad uno dei soldati.
“E' in libera uscita stasera.” Fece quello. “Sai dov'è?” Chiese l'omone. “Si, a cena da lady Aris.” Annuì il soldato. “Bene.” Mettendosi il cappello l'omone. “Vedremo se si potrà disturbarlo. Preparate una carrozza. Andiamo.” Fissando poi Dacey. |
Mi sentii afferrare..e capii eravamo in una barca e Blond iniziò a remare.
Mi tenevo ferma per l' ondeggiare ma non sembrava mare aperto.."Quindi devo aspettare di arrivare a Vacolis e ci facciano passare...sei ingiusto...stai approffittando di me...io son stata di parola e tu mi neghi la promessa" calde lacrime scendevano sul viso.."Magari non è nemmeno vero hai una medicina...non vedrò più...nemmeno il volto tanto amato". |
Aris fu acidamente sgarbata, come al solito, perfino col piccolo e portentoso droide.
Poi, mi disse di suonare: mi sedetti al pianoforte e iniziai a suonare la prima cosa che mi venne in mente. Mi chiesi chi fosse la ragazza di cui parlavano. |
- La ringrazio, davvero- sospirai leggermente più sollevata.
Non sapevo se stesse mentendo o meno ma non avevo altra scelta. Mi alzai, asciugai i miei occhi ancora arrossati e lo seguii. A quanto pare avrei avuto a che fare con un certo Ezio, che però non era lì. Quindi seguii il militare fuori, per prendere una carrozza. Finalmente potei vedere con i miei occhi Varcolis. |
Restai interdetta per come parlavano di Cq, non potevano appropriarsene in quel modo!
Era indispensabile a bordo della Divina Misericordia. "Io credo che chiunque abbia perduto questo droide sarà preoccupato e lo starà cercando..." dissi, pacatamente "Non credo sia molto cristiano appropriarsi di una proprietà altrui.." con noncuranza, non volevo sembrare scortese, ma non volevo nemmeno che ci portassero via Cq. Almeno però non conoscevano Capitan Falco, questo forse poteva essere un vantaggio per noi, oppure essere irrilevante. Avrei rivisto di nuovo Enzio, e dunque avrei dovuto stare attenta a cosa dicevo, dato che non aveva compreso la mia visita ad Alternia. Sorrisi piano alla padrona di casa, annuendo appena. "Chissà che la Fede non possa aiutarla, madama.." gentilmente. Poi Aris chiese alla dama di compagnia di suonare un po', e ne fui lieta, era da tanto che non sentivo della musica. E quella ragazza era davvero brava! Tuttavia sapevo anche di non potermi trattenere troppo, perché dovevo tornare da Icarius e dal pellegrino. |
“Smettila di farfugliare...” disse Blond ad Altea “... poco fa sembravi quasi un misto tra un'Amazzone ed una Valchiria ed ora invece piagnucoli come una contadinella...” la barca continuava il suo tragitto “... ti ho detto che guarirò la tua cecità, ma a patto che tu aiuti me a tornare a Vacolis... ci fingeremo coniugi felici e nessuno sospetterà di noi...”
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Gwen cominciò a suonare e le sue note riempirono la stanza.
“Beh, non vedo cosa ci sia di male.” Disse Ork a Clio. “Era perso in strada e nessuno ne reclamava la proprietà.” Indicando Cq. “Ed un bel droide come questo non va affatto sprecato. Saprò sfruttarlo al meglio. Questi sono veri gioiellini di meccanica.” Sorridendo. “Invece te ne libererai.” Fissandolo Aris. “A noi non serve.” In quel momento arrivò la servitrice. “Messer Enzio e lady Merin sono giunti.” Annunciò. “Falli accomodare subito.” Annuì Aris. Un attimo dopo Enzio e Merin entrarono nella sala e salutarono i presenti. |
A quelle sue parole risposi secca.."Tu sai solo giudicare e comandare...non doveva essere un dare e avere? Mi sembra stai comandando solo tu..e sappi..non sopporto questo modo di fare..quindi datti una moderata" ora ti mostro io chi è la Valchiria.."Mai detto di essere una amazzone o altro..sono un essere umano come tutti...e con le sue debolezze che celo per non cedere...ho capito...sarò il più sorridente possibile..ma guai a te se mi metti le mani addosso chiaro?".
La barca proseguiva e sentivo il rumore dei remi sull' acqua..."Manca molto? A proposito..dobbiamo dire come ci siamo conosciuti...la verità, diremo eri in una isola e un velivolo dove mi trovavo è precipitato e sei venuto in mio soccorso e visto il mio stato....attuale...ti sei preso cura di me e ci siamo sposati e tu mi fai da badante...insomma...che bella prospettiva" sorrisi a quella idea infelice se fosse stata vera. |
“Si, è una buona storia...” disse Blond ad Altea “... credibile.” Annuì. “Comunque ti preferisco di gran lungo così che piagnucolante. Dopotutto sei in debito con me, visto ti ho salvata.”
Fiancheggiavano la costa col profilo verginale, i promontori bianchi, le scogliere appannate dalla foschia e i palazzi che guardavano verso il mare. Poi ad un tratto apparve una profonda striscia di terra, che sembrava come perdersi in mare aperto. E da essa si alzavano verso il cielo imponenti strutture, simili ad i mitici titani che scalarono i Cieli in cerca degli dei. |
Mentre suonavo, Aris e Ork continuavano a discutere sul droide.
Un attimo dopo, una cameriera entro` per annunciare gli altri ospiti, che entrarono subito dopo e lo vidi. Un moto di rabbia si scateno` dentro di me. Non potevo accettare cio` che ci era stato fatto. Era a causa sua e di questa maledetta citta` che rischiavo di non vedere piu` Elv e non potevo sopportarlo. |
Scossi il capo.."Meno male pregavi molto per il mio arrivo ma presumo non da buon Cattolico...visto mi hai aiutato solo per il tuo tornaconto. Comunque sta bene....sento stai rallentando...e dei rumori...dove siamo..."
Dovevo affinare gli altri sensi, ma in cuor mio speravo di vedere di nuovo presto...questi posti così decantati..ricordo al Castello, Icarius mi aveva fatto bere un elisir degli indigeni delle Isole Flegee e sentii tutto il sapore di questi posti che non potevo vedere per ora ma solo immaginare. |
La voglia di rispondere male era tanta, ma ero un frate, non potevo permettermelo.
"Naturalmente siete libero di fare ciò che volete..." Gentilmente "Solo Dio ha il diritto di giudicare le nostre azioni, non certo un suo umile servo..". Ma perché Cq non era stato fermo dove gli aveva detto Icarius? Poi arrivò la servitrice con Enzio e Marin. Ora dovevo stare attentissima, dato che Enzio non aveva apprezzato la mia presenza. |
“Ora falla finita.” Disse Blond ad Altea. “Prima farai il tuo dovere, prima questa storia finirà.” Prese due anelli da una tasca ed uno lo diede all'avventuriera. “Mettilo al dito, servirà per ingannare quei cani.”
Intanto la barca era prossima alla penisola su cui sorgeva Vacolis. Dopo un po' erano ormai sotto le alte mura. E qui Blond suonò un corno. |
Era inutile parlare con lui..una cosa era certa..ero passata di male in peggio...non era migliore di quelli di Maruania ma appena ripresa la vista mi sarei vendicata per bene.
Mi mise qualcosa sul palmo della mano..era una fede nuziale..la misi sull' anulare sinistro e sentii Blond suonare il corno...aveva molta fretta di arrivare e aveva progettato tutto per bene. Me ne restai zitta ma capii eravamo arrivati...ne uscirai viva pure stavolta Altea. |
Dacey ed il grosso militare lasciarono il barbacane e scesero in città con una carrozza.
Così la ragazza poté ammirare le fattezze di Vacolis. Edifici bianchi ed esotici si accavallavano gli uni sugli altri, inerpicandosi tra strette stradine zigzaganti, archi di sostegno, muri smaltati, mentre botteghe di ogni tipo esponevano maioliche, ceramiche, metalli preziosi, stoffe pregiate, monili vari ed originalissimi, armi, statue e mobili. Di tanto in tanto piccoli e fioriti giardini, animati dai colori degli agrumi e di quelli appartenenti a svariate piante tropicali, rompevano lo schema irregolare degli isolati, dei quartieri e delle piazze per dare a quello scenario concetti di spazio indefiniti e mutevoli. L'azzurro del cielo si confondeva con i riflessi cobalti del mare spumoso, con il ritmico incedere delle onde ed il canto dei gabbiani. Poi la carrozza imboccò una via laterale, dove la città, maestosa e solare, digradava verso la sponda del grande lago. E qui Dacey poté vedere la facciata elaboratissima e di classicheggiante gusto di un'alta torre, che pareva richiamare l'aspetto quasi di un tempio, più che di un dongione. Era tutta rivestita di mattoni policromi, a cui il caldo giorno donava screziature e bagliori in perenne movimento, con le finestre distribuite con armoniosa regolarità. Alla base, all'altezza del piano terra, si apriva una poderosa porta, a cui si giungeva per un'impressionante fuga di gradini in pietra bianca, fiancheggianti da sculture pregevoli e squisite, tutte di soggetto mitologico. Tuttavia, l'idea che dava quella torre era di una terribile antichità, come se si trattasse della più remota antenata della sublime arte Greca, quasi simbolo della verginità della nostra cultura. E proprio davanti a quella infinita torre la carrozza arrivò a fermarsi. http://www.terresacree.org/actualite...286624-t3A.jpg |
Enzio indossava la sua uniforme ed il suo volto era sempre serio, severo ed impenetrabile.
Al suo fianco invece Merin appariva sorridente e spensierata, con i suoi lunghi capelli neri ed il viso pulito, sebbene il suo abito era avvolto in una tonalità nera e lucidissima, quasi andasse contro la grande varietà di colori che dominavano a Vacolis. Aris allora presentò i due nuovi arrivati ai presenti. “Sono certo” disse Enzio a Gwen “che qui vivrai tranquilla. E magari un domani incontrerai un bravo giovane di Vacolis che ti prenderà in moglie per darti sicurezza e serenità.” Poi guardò Clio. “Buon frate, vedo che continuate col vostro intento di occuparvi del superfluo. Datemi retta, state solo perdendo tempo. Non vi sono anime da salvare qui.” “Giustissimo.” Annuì Aris. |
Sedetti sulla carrozza tenendo le braccia conserte sporgendomi appena dal finestrino per osservare la città.
Era bella, elegante, elaborata, pulita e estremamente decorata. Una facciata ingannatrice che celava in realtà un mondo dove le donne venivano segregate . Quella idea ancora mi sconvolgeva e non riuscivo a capire come tutte quelle donne si sottoponessero a quella sorta di tortura senza alzare un dito. Proprio mentre pensare alle torri ecco che la carrozza si fermò davanti ad una di esse. Non era per nulla come la avevo immaginata. Era cosi alta e imponente, piena di finestre e corridoi e saliva, saliva quasi alle nuvole. L'uomo scese e io lo seguii. |
Non risposi ad Enzio e continuai imperterrita a suonare. Non volevo nessun ragazzo e nessun matrimonio. Volevo solo poter trovare Elv e lasciare insieme questo posto.
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Appena suonato il corno da Blond, sulle mura apparvero dei militari.
“Voi... disse uno di quelli “... chi siete?” “Amici!” Gridò Blond. “Vacolis non ha amici fuori dalle sue mura!” Replicò il soldato. “Io e mia moglie vogliamo tornare!” I militari fecero accostare la barca e poi scesero a prenderli. Così, Altea e Blond furono portati in un barbacane, per poi lasciarli ad aspettare in un vestibolo. “Andrà tutto bene...” Blond alla donna. |
Un uomo si affacciò e in tono duro disse a Vacolis non vi erano amici fuori dalle mura...che posto strano, non solo si doveva essere sposati e le donne stavano in torri ma non si avevano contatti esterni.
Appoggiai la mano sul braccio di Blond e seguii quelle persone e mi sedetti..."Si, ne sono certa...le cose più desiderate se si vuole hanno buon successo". Ovvio dovevo gioire con lui? Per me era indifferente ma capivo la mia salvezza era dovuta a quel posto..quindi ce la dovevamo fare..e rimasi con la mano poggiata al braccio dell' uomo e poi dissi sottovoce "E ricorda sto fingendo...non ora...non saprei nemmeno dove andare..vedo solo ombre e luce offuscata" ma mi sforzai di avere un atteggiamento sereno. |
Non risposi alle parole di Enzio, non ci badai.
Era meglio così, o avrebbe ancora usato le mie parole contro di me. Osservai piuttosto la giovane a cui si era rivolto, notando che anche lei non le aveva risposto. E a giudicare dal suo sguardo e dalla sua splendida musica non sembrava affatto felice. Mi chiesi che cosa le fosse capitato, ma evitai accuratamente di chiederlo in presenza di Enzio. |
Il frate non rispose alle parole di Enzio. Meglio cosi`; la risposta migliore e` quella che non si da`. Nonostante cio`, mi chiedevo per quale motivo lui avesse detto quelle cose.
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Dacey ed il militare scesero dalla carrozza e si avvicinarono all'ingresso della torre.
Lui bussò e poco dopo da uno spioncino apparve un vecchio servo. “So che messer Enzio è qui.” Disse il militare. “Devo vederlo subito, è cosa urgente.” “Non è in visita ufficiale.” Mormorò il vecchio. “Informalo comunque della mia presenza.” Fissandolo il militare. Il vecchio allora annuì. “Seguitemi...” a loro. Dacey ed il militare entrarono e cominciarono a salire un'interminabile scala, che girava in tondo ad una colonna immensa che fungeva da scheletro dell'intera torre. E nel salire Dacey avvertì un profondo ed inesorabile senso di ossessiva solitudine. |
“So che ora ti sembrerà strano, magari anche triste” disse Enzio a Gwen “ma un giorno comprenderai come la serenità sia tutto nella vita.”
“E' giovane, lasciala sognare.” Merin a lui. “Sognare?” Ripetè Enzio. “Illudersi, vorrai dire.” “A proposito di illusioni...” sorridendo Aris “... tra poco arriverà la nostra dama sognatrice...” “Si, ho proprio voglia di vederla.” Annuì Alternia. |
Mi sentivo smarrita senza Dension e quella sensazione si accentuò una volta varcato il portone della torre.
Quelle scale, quei muri erano così opprimenti, vuoti e tristi. Avrei di certo preferito non essere lì ma quello pareva essere l'unico modo per liberare Dension. Volevo soltanto rivederlo, potermi avvolgere nel suo abbraccio, poter ancora assaporare le sue labbra. Salii seguendo il servitore e il militare, di cui, realizzai, non sapevo ancora il nome. Quell' Ezio doveva essere davvero importante e nella mia mente stavo ripassando una sorta di copione, una supplica più che altro che lo convincesse ad intercedere in mio aiuto. Strofinai l'anulare della mia mano sinistra. Il segno più chiaro era visibile se si guardava bene. Ringraziai mia madre per questo. A Maruania portavo un piccolo e modesto anello di rame,l'unico regalo che lei mi avesse mai fatto ma che avevo dovuto vendere per pagarmi il viaggio a Nuova Camelot. Anche se appena accennata quella sottile striscia di pelle più chiara poteva sembrare derivante da una fede. |
"E chi vi dice che che i sogni non diano la serenita`, milord?" con un sorriso a lui "In fondo, non c'e` nulla di male a sognare almeno un po'.''
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Il servo condusse Dacey ed il militare al primo piano della torre, per poi entrare in una saletta di servizio.
Qui il servitore parlò ad una serva e quella disse ai due di attendere. Andò via e tornò dopo qualche istante. “Seguitemi, prego.” Disse al militare e a Dacey. E lì portò in una sala più grande, dove vi erano diverse persone: Enzio e Marin, Aris e Orko, Alternia, Gwen e Clio travestita da monaco. E con loro c'era anche il piccolo droide Cq. Enzio, che stava parlando con Gwen, vedendo entrare il militare con Dacey subito si avvicinò a loro. “Cosa accade?” Chiese all'omone. “Non sai che sono in libera uscita?” “Perdonami, Enzio...” fece l'altro “... ma questa ragazza vuol parlarti.” Indicando Dacey. “Cosa volete?” Enzio a lei. |
Entrai in quella sala più grande ed affollata di quanto avevo immaginato.
Capii subito chi era Enzo, l'unico uomo della combricola e non mi ispirava per nulla fiducia. Subito si irritò per il nostro arrivo, pessimo segno pensai avanzando di qualche passo quando il militare parlò di me. Guardai quell'uomo e poi le persone restanti. Erano donne con un uomo di fede, di certo sarebbero stati dalla mia parte mi dissi come per rassicurarmi. - Le chiedo scusa per il disturbo qui, durante la vostra serata libera ma ho bisogno del vostro aiuto signore- esordii- mio marito ed io eravamo su una nave che è naufragata- feci una pausa assumendo un'espressione contrita,- noi ci siamo salvati per fortuna ma abbiamo perso tutto...tutto- guardai tutte le persone nella stanza prima di continuare,- siamo arrivati qui nella vostra bella città in cerca di ristoro e ecco- ora la parte difficile,- mio marito é un brav'uomo ma il naufragio lo ha segnato e beh ha reagito in modo troppo impulsivo all'idea di dovermi lasciare in una torre. Vede lui non voleva mancare di rispetto solo che noi , da quando ci siamo conosciuti, non ci siamo più separati e credo che l'idea di starmi lontano tutto il giorno, appena il pericolo di perdermi in mare, lo abbia fatto reagire in modo sconsiderato.- Feci una pausa e indicai il militare al mio fianco, - questo uomo così gentile mi ha detto che voi potevate lasciarlo libero..la prego- Trattenni il fiato guardando Ezio. |
Sorrisi alle parole della giovane, che con quelle si era guadagnata la mia stima.
Aveva perfettamente ragione, i sogni erano fondamentali. Poi arrivarono altre persone e ascoltai la storia del ragazza che parlò incuriosita. Stava difendendo il marito, che da quel che diceva non sembrava aver preso bene il fatto di doverla rinchiudere. Dunque doveva tenere a lei. Mi chiesi cosa avrebbe risposto Enzio che sembrava davvero insensibile. |
Ad un certo punto entro` una ragazza con un.militare. Si diressero subito verso Enzio, il quale si irrito` molto, dal momento che era in libera uscita.
Piu` ascoltavo la sua storia, piu` pensavo ad Elv e i ricordi riaffioravano, uno dopo l'altro, prepotenti nella mia mente. |
Tutti ascoltarono la storia di Dacey, comprese Clio e Gwen.
Enzio restò un attimo in silenzio, fissando la giovane, quasi volesse leggerle nell'animo. “Che storia triste...” disse Merin. “Mi spiace per il naufragio” Enzio a Dacey “ma ciò non giustifica il comportamento di vostro marito.” “In effetti è stato davvero stupido.” Intervenne Aris. “Era un uomo provato, c'è da capirlo.” Mormorò Ork. “Cosa vuoi saperne tu?” A lui Aris. “Sta zitto e lascia parlare Enzio.” “C'è poco da dire...” fece Enzio “... di sicuro vostro marito dovrà pagare per ciò che ha fatto. Magari con qualche giorno in catene... quanto a voi...” guardando sempre Dacey “... passerete in un luogo sicuro i giorni che vostro marito sconterà in prigione.” “Se vuoi” avvicinandosi a lui Aris “posso ospitarla qui, nella mia torre.” “Grazie, Aris.” Annuì Enzio, che poi congedò il militare che aveva accompagnato Dacey. “Direi di metterci tutti a tavola ora.” Disse Aris, invitando tutti a seguirla nella camera da pranzo. |
Figuriamoci se quei due non erano d'accordo su tutto. Alla fine, decisero per la permanenza della ragazza qui alla torre. Poi, Aris ci invito` tutti a sederci a tavola ed io mi alzai dal pianoforte.
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Guardai sconvolta quella donna che era intervenuta nella discussione, perché si mostrava così insensibile, mentre in cuor mio ringraziavo quelli che avevano detto qualcosina in mio favore.
Restare in catene qualche giorno, mi si spezzava il cuore a saperlo in quelle condizioni e mi sentivo in colpa per quello che era successo, lui aveva tentato di sottrarmi dalla reclusione nella torre ed ora era stato imprigionato. - La ringrazio signore, davvero- fu tutto quello che potei dire sperando che mantenesse la parola e lo lasciasse andare nell'arco di qualche giorno. Di più non potevo fare in quel momento se non accettare l'ospitalità della dama in quella torre opprimente. Poi venne la cena. Aspettai che tutti prendessero posto prima di farlo a mia volta, mi sentivo un'estranea, non volevo stare lì ma come sempre strinsi i denti e mi sforzai di sorridere. |
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