"Di sicuro, sì... Probabilmente uno di loro sarà stato attratto dalle luci del campo..." con un sorriso leggero.
Non mi fidavo di lui abbastanza da rivelare le nostre perplessità.
"Cosa pensa di fare ora, col professor Rotly?" chiesi poi, stornando l'attenzione su altro.

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"No, hai ragione, ma ora siamo qui e abbiamo una missione da compiere, e qualunque sia il tuo passato, mi interessa il tuo presente e voglio aiutarti!" annuii.
"I demoni erranti?" gli chiesi poi, incuriosita.
Poi un pensiero mi attraversò la mente.
"Vuoi andare a cena? Ci stanno aspettando! Mi racconti strada facendo!".

Belvin sembrò non aver sentito nulla e Gwen, per non destare sospetti, decise di far virare la conversazione su un altro argomento: mio padre.
"Scusatemi." catturai la loro attenzione "Faccio una chiamata." dissi per poi allontanarmi di qualche passo.
Composi il numero del professore di Letteratura Proto Egea e sperai rispondesse.

"Sto studiando il caso." Disse Belvin a Gwen. "Ho trovato qualche precedente consultando diversi casi di medicina metafisica. La cosa che mi lascia perplesso è però che il professor Rotly non è un soggetto sensibile ad argomenti come l'occulto ed il soprannaturale in genere."
Poi Queennie si allontanò per una telefonata.
Chiamò il suo professore elui rispose:
"Si, pronto?"

"Si, ho un certo appetito..." disse annuendo Roylgim a Destresya "... ammesso che tu non mi riterrai capace di rubare dal tuo piatto." Rise sarcastico.

Fortunatamente, il professore rispose alquanto rapidamente.
"Buonasera, professore. Sono Queenie, la figlia di Rotley." salutai "Perdoni se la disturbo a quest'ora ma stanno accadendo cose molto strane..." attesi qualche secondo prima di proseguire "Sono al campo scavi e, visto che con un'amica abbiamo una costante sensazione di pericolo, mi chiedevo se sapesse qualcosa a proposito del libro di demonologia che ieri ha portato a casa mia."

Le parole di Queennie suonarono strane al professore, ma il tono della ragazza non era tranquillo e lui se ne accorse.
"E' un trattato di demonologia, scritto nel Medioevo o poco dopo, le fonti sono in disaccordo sulla data." Disse. "Ci sono tratti presi da varie Religioni, dallo Zoroastrismo, all'Ebraismo, dal Cristianesimo all'Islam. Comunque ho letto di suo padre, mi spiace... spero si riprenda presto..."

"Temo che quello che è successo a mio padre, non fosse semplice stress lavorativo." spiegai al professore "Non si è mai interessato di quel libro, eppure dopo che me l'ha portato, sembrava che nulla avesse più importanza.
Ha tentato di suicidarsi dopo che mi sono rifiutata di dargli il libro." ammisi faticando a ricacciare indietro le immagini della notte prima.

Queenie si allontanò per fare una telefonata ed io parlai con Belvin.
"Lo so, infatti questo è strano e non capisco cosa abbia fatto nascere in lui questo interesse improvviso" commentai, anche se non avevo idea di cosa fosse la medicina metafisica.

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"In effetti è un libro alquanto inquietante, pieno zeppo di rituali, descrizioni e testimonianze di presunti contatti con figure soprannaturali." Disse il professore a Queennie. "Non capisco come sia sorto nel professore l'interesse verso quel genere di cose. Comunque, io stimo da sempre suo padre e per qualunque cosa non si faccia scrupoli a chiamarmi. Nel mio piccolo vorrei fare qualcosa, ma temo di non poter far molto, ahimè."
Intanto Gwen era rimasta con Belvin.
"Io credo che qualcosa di inquietante abbia suggestionato il professore." Lui. "Non so come un uomo senza interesse verso questo genere di cose si sia fatto suggestionare, ma penso sia quanto accaduto. Diciamo è vittima di depressione acuta e temo soffra di allucinazioni."