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Farmi volare. Quella si che era una bella idea e avrei davvero voluto poterlo fare ma Giusgard troncò la questione sul nascere. In effetti c'erano non pochi problemi e mi allarmai quando Orko disse che lo cercavano.
<< No... Non fatelo... Dobbiamo andarcene da qui o che ne sarà del nostro piano? Io imparerò velocemente promesso...ma lasciamo questa città ora, é diventata pericolosa>> Temevo per la mia vita oltre che la sua, dovevo salvaguardare me stessa prima di tutto. |
Altea e Rodian furono portati in casa dai partigiani e poi condotti in una cantina.
“Mettetevi in quell'angolo e non fate i furbi.” Disse l'uomo tarchiato. “Cosa ci farete?” Chiese Rodian. “Oh, bella!” Ridendo l'uomo. “Ma vi prepareremo un sontuoso pasto e poi vi alloggeremo in una camera degna di un vescovo.” Divertito. “La ragazza ha detto il vero...” Rodian indicando Altea “... non siamo spie, ma fuggitivi... Cherval, la nostra patria, è stata invasa da Canabias...” “Datemi un motivo per cui dovrei credervi” accendendosi una sigaretta l'uomo tarchiato “invece che giustiziarvi come spie.” |
Gaynor, Park e Zac alzarono la testa e videro quell'aereo che scendeva sulla base.
“Un aereo...” disse Zac “... vola da solo?” “Non è uno dei nostri...” mormorò Park. Ed infatti un attimo dopo suonò l'allarme. “Aereo non identificato in avvicinamento!” L'altoparlante dalla torre di controllo. |
Finimmo in una angusta cantina, sotto minaccia e come in un plotone di esecuzione...eh si Rodian aveva ragione...Io avevo detto il giusto, e forse se non avesse alzato le mani in segno di resa era tutto a posto.
"Un motivo? Mio nonno Mandus, il fu Duca di Cherval presumo...mi disse i partigiani erano uomini giusti, ovvero combattenti per la verità e la libertà, che rischiavano la loro vita per la gente e la giustizia e..devono stare attenti a non farsi scoprire...come noi..come me...la duchessa di Cherval e sto fuggendo da Canabias che ha distrutto la mia Terra, la mia gente e io ho giurato avrò giustizia contro di loro" mostrai loro il mio anello con lo stemma del mio Ducato.."E mie sorelle sono morte mentre eravamo in fuga su un aereo sotto le pallottole di Canabias e quell' aereo è precipitato...vi sembra abbastanza?" e guardai l' uomo tarchiato senza titubanze. |
L'allarme mi spaventò. Un aereo, forse nemico, stava volando sulle nostre teste. "Park!" Esclamai tirandolo per una manica "Per l'amor di Dio, torniamo dentro!"
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Marwel parlò al bambino e questi annuì, per poi guardare prima Gwen e poi Fermer.
Allora il piccolo portò le braccia verso Marwel, per poi ritrovarsi in braccio a lei. “Beh, avete conquistato la sua fiducia.” Disse il medico alla ragazza. “E forse un giorno riuscirete a farlo parlare di nuovo.” |
Il piccolo si convinse e la donna lo prese in braccio.
Lo guardai sorridendo con gli occhi lucidi, per poi avvicinarmi a lui e baciargli dolcemente il visino. "Ciao piccolino" sorridendo e accarezzandogli i capelli. |
Clio arrivò nel cortile e molti di quei cadetti, già radunati ad attenderla, restarono sorpresi nel vederla vestita così.
“Che sventola la bionda...” disse Palos a bassa voce ad Icarius “... che faccio? Me ne innamoro o le sparo?” Ridendo piano. “Attento che è un tipo duro questa...” mormorò piano il cadetto dagli occhi azzurri. Ma in quel momento si udì il motore di un aereo che scendeva in picchiata. Un attimo dopo suonò l'allarme. “Aereo non identificato in avvicinamento!” Dalla torre di controllo. |
Il bambino protese le braccia verso di lei e Marwel non potè far altro che stringerlo a se e sorridergli, proprio come avrebbe fatto una madre con il proprio bambino. Fermer disse che aveva conquistato la sua fiducia e Marwel non se ne stupì affatto. Forse non ci sapeva fare con gli uomini, con i soldati, con le donne militari, ma con i bambini le veniva tutto più naturale e istintivo.
Guardò l'infermiera e lesse nei suoi occhi un po' di tristezza, forse perchè si era un po' affezionata al bambino. "Potrete venire a trovarlo quando vorrete" disse Marwel sorridendo "vale anche per voi" aggiunse rivolgendosi al medico. Ma qualcosa spense il suo sorriso: la sirena che dava l'allarme al forte aveva urlato le sue note e il rumore degli stivali dei soldati cominciarono a farsi sentire, battendo sul pavimento di quel forte. "Dobbiamo andare" disse guardando l'infermiera; non passò molto prima che Marwel uscisse dall'infermeria e si dirigesse all'uscita. L'allarme del borgo non aveva suonato, così pensò che il pericolo fosse lontano e avesse il tempo di arrivare al cavallo e portare via di li il bambino. |
“Calmatevi, non ci accadrà nulla.” Disse Guisgard a Dacey. “Il nostro piano non fallirà, se è questo che vi preoccupa.” Fissandola.
“Non temete, Guisgard è il miglior pilota che io abbia mai visto.” Orko. “E ne ho veduti molti, credetemi.” “Non si preoccupa per me” fissandolo il militare “ma per il nostro lavoro. Comunque ha ragione lei... io ho altro a cui pensare... ho già rischiato per te, ora dovrai cavartela da solo.” Guardò poi Dacey. “Andiamo, vi riporto alla taverna.” “E mi lasci nei guai?” Fece Orko. “Nessuno ti ha detto di fregare l'aereo ai militari.” Sbottò Guisgard. |
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