Più parlava più sembrava criptico (e anche un po' vagamente matto, ma questo era meglio non dirlo):
"Hai sempre di più l'aria di un uomo con una storia da raccontare..." guardandolo dritto negli occhi "Come intendi guadagnarti questa grazia, dunque? Lavorando agli scavi?" azzardai.
Non era raro che i carcerati venissero usati come manovalanza, ma non mi sembrava quello il caso.
Ero sempre più curiosa.

"Beh..." iniziai, mentre mi stringeva "Mica sono contenta di tornare nella mia stanza così, interrompendo tutto nel momento clou della serata..." con tono vago.
"Tuttavia" ricominciai, disegnando dei cerchi sui suoi addominali "Se tu mi permettessi di farti compagnia domattina da Rotly, potrei anche decidere di perdonarti..."

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"No, non uno schiavo." Disse lui a Destresya. "Sono un galeotto. Finito dentro per furto. Si, sono un criminale e mi è stata promessa la grazia se porterò a termine questa missione."
In quel momento Gwen era stretta ad Elv, giocando sul suo petto nudo e muscoloso.
"Ah, si?" Sarcastico lui. "Ma temo occorra il permesso di uno dei tuoi professori, no?"

"Beh, Nigol mi sembra una persona piuttosto ragionevole, non credi anche tu?" con tono vago e l'ombra di un sorriso enigmatico sul volto, mentre lo guardavo, curiosa della sua reazione.
"Beh prof, come si dice, la notte porta consiglio, lascio te a pensarci su e sarà meglio che io mi faccia trovare sotto le coperte..." con sorriso sornione, mentre mi avvicinavo al suo viso "Buonanotte..." sussurrai dolcemente, dandogli un bacio a mo' di congedo, seppur a malincuore.

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Elv catturò le labbra di Gwen in un bacio caldo e appassionato, prova questa di un desiderio che di certo non era scemato, anzi.
Poi la studentessa lasciò la camera di lui e tornò nella sua.
Mancavano poche ore all'albeggiare e la stanza era avvolta nel buio, con Oko che dormiva profondamente.
Ma Gwen, ad un tratto, notò una flebile luce rossastra verso la parete opposta al letto.

Risi a quelle sue parole.
"Ho detto scavo non schiavo. Spesso i galeotti lavorano agli scavi, fa parte di alcuni programmi riabilitativi!" spiegai.
"E qual è questa missione, ci stai girando intorno da quando ci siamo seduti, e ancora non mi hai detto niente, io sono comprensiva ma non ho per niente pazienza, quindi ti chiederei di andare al sodo!".
Va bene la curiosità, ma cominciavo a stancarmi di questo voler fare il misterioso a tutti i costi.

Dopo il bacio di Elv, l'ennesimo e travolgente di quella notte, la voglia di lasciare la sua camera era meno di zero, ma sapevo che dovevo farlo.
Non mancava molto al sorgere di un nuovo giorno e non potevo rischiare che Oko non mi trovasse.
Tuttavia, l'illusione di un paio di ore di sono era, appunto, un'illusione.
Infatti, mentre ero già sotto le coperte, vidi la solita luminescenza rossa dal lato opposto della camera.
"Ma sul serio?" bisbigliai fra me e me, sbuffando e non capendo cosa volesse quella creatura da me.

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"E sia..." disse lui avvicinandosi a Destresya, guardandola negli occhi "... vengo dal futuro... un possibile futuro... sono qui per scoprire la verità, in modo che le cose possano cambiare... fra 100 anni una setta segreta, o forse un'organizzazione militare, spargerà un virus ovunque... io sono stato inviato per scoprire come abbiano fatto..."
Intanto Gwen si era messa a letto, ma di nuovo stava accandendo.
Quelle visioni.
Vide allora una figura.
Era una suora e pregava.
Recitava i Misteri del Santo Rosario.
Ma accanto a lei c'era qualcuno che voleva impedirglielo.
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Rimasi sotto le coperte, decisa a non muovermi ancora per quell'assurdità, ma accadde di nuovo, senza che potessi prevederlo.
Un'altra visione.
Stavolta, era una suora, intenta a pregare, benché qualcuno volesse impedirglielo.
Restai allora a guardare quell'ennesima scena, sperando finisse presto, soprattutto perchè non ne trovavo il motivo.

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Quella scena era lì.
Senza un apparente significato, inquietante e ossessiva.
Poi ad un tratto Gwen sentì qualcosa.
Proveniva dal letto di Oko.
Era sotto le coperte e sembrava lamentarsi.