Camelot, la patria della cavalleria

Camelot, la patria della cavalleria (http://www.camelot-irc.org/forum/index.php)
-   La taverna di Camelot (http://www.camelot-irc.org/forum/forumdisplay.php?f=2)
-   -   Accadde quel giorno (http://www.camelot-irc.org/forum/showthread.php?t=2522)

Guisgard 25-02-2018 02.39.28

Altea tornò nella spelonca, ma Hiss non c'era.
Forse era tornato dai suoi due compagni.

Altea 25-02-2018 02.43.25

Hiss non rispondeva..era vero..Bafon aveva detto era andato dai suoi due amici.
Percorsi lo stagno di acqua e raggiunsi la caverna dove si trovava la statuina pure del Signore degli Insetti, entrai cautamente e lo richiamai a voce bassa ma che rimbobò lieve tra le rocce.."Hiss ci sei?".

Lady Gwen 25-02-2018 19.14.52

"Sì, è vero, anch'io la penso così. C'è qualcosa di strano, come in sottofondo" commentai.
Poi, la porta si aprì e immaginai fosse Fabius con ciò da bere e da mangiare.

Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk

Guisgard 25-02-2018 23.39.03

Altea entrò nella grotta e chiamò Hiss.
"Guarda guarda..." disse ad un tratto Tran apparendo fra le rocce "... abbiamo qui una bella sirena..." guardandola tutta.
C'era anche Gnor.
"Ti credevo già allemporio del vecchio a cercare reperti di stupide leggende tribali." Mostrandosi anche Hiss.

Il Capo era steso ancora sul divano, col petto scoperto, quando arrivo Clio a dirgli che il bagno era pronto.
Lui la guardò a lungo negli occhi e poi i suoi occhi azzurri scivolarono su tutta la figura di lei.
Allora la seguì in bagno, eccitato ed impaziente di cominciare.
Il vapore ormai copriva tutto ed il profumo delle essenze rendeva l'aria intrisa di una sensuale magia.

La porta si aprì ed entrò la grottesca e deforma figura del servitore di Fabius che Gwen aveva già visto sulla goletta prima di giungere sull'isola.
Indossava camicia e pantaloni bianchi ed in mano reggeva un vassoio con una caffettiera, del pane ed un piatto di verdure lesse.
Nel vederlo Musain ed i suoi uomini trattennero a stento una smorfia di disgusto, mentre lui si chiamava correttamente per poggiare il vassoio davanti a Gwen.
Nel vederlo così vicino la ragazza si accorse delle sue strane orecchie che spuntavano, aguzze e ricoperte da una fine peluria, dalle ciocche scure ed irte sulla testa.
"Il vostro pasto, signori." Disse guardandoli tutti, soprattutto Gwen.
Poi raggiunse la porta ed uscì.
Poco dopo ritornò Fabius, seguito proprio dal suo strano servitore.

Lady Gwen 25-02-2018 23.43.34

Entrò lo strano servitore di Fabius che io avevo già visto.
Ricambiai lo sguardo, con un leggero sorriso.
"Grazie" dissi, gentilmente.
Avevo notato le sue strane orecchie e la peluria irsuta sul capo, ma ero convinta che fosse meglio evitare di farsi domande.
Poi, mentre iniziavano a mangiare, tornò Fabius.

Altea 25-02-2018 23.44.29

Prima udii la voce di Tran.. Come osava a farmi i complimenti e poi vidi Gnor e ad un tratto apparve Hiss e lo guardai un attimo in silenzio.. "Permetti agli altri di chiamarmi sirena? Ero sola in spiaggia.. Amareggiata perché non mi hai fermato e seguita.. E proprio quegli indigeni che tu non tolleri.. Forse proprio Iki Iki.. Mi ha fatto tornare da te.. Sempre se mi vuoi visto te ne sei tornato qui.. Sempre se ciò che è successo è contato qualcosa per te"non staccando gli occhi dai suoi azzurri.. Travolgenti enigmatici e bellissimi.

Inviato dal mio PRA-LX1 utilizzando Tapatalk

Clio 28-02-2018 00.20.19

Quegli occhi su di me.
Quegli occhi che non mi stancavo mai di guardare.
Ogni volta che li osservavo avevano una sfumatura nuova, un’espressione che mi sorprendeva.
In quel momento mi accorsi che quell’azzurro non era del tutto uniforme, ma formato di mille striature che andavano dal bianco all’azzurro, fondendosi in un colore inconfondibile, che avrei riconosciuto tra mille.
Ma c’era dell’altro, al centro, vicino alla pupilla c’era come uno sprazzo d’oro, quasi la macchia che il sole lascia sul mare quando ci si specchia verso il meriggio.
Erano gli occhi più belli che avessi mai visto in vita mia.
Gli sorrisi,un sorriso complice, sensuale, e gli feci cenno di seguirmi.
“Il bagno è pronto, signore...” sorrisi.
Lo precedetti nella stanza madida di vapore, calore, dove tutto era soffuso e l’atmosfera rovente come i nostri corpi ardenti che gridavano perché li lasciassimo liberi di amarci.
Ma quel gioco non era finito.. anzi, era appena entrato nel vivo.
E io ero completamente soggiogata da tutto quello, da lui, dai suoi occhi, dalla sua voce, da ogni cosa in quella stanza, quell’intesa tra di noi.
Una volta nella stanza m voltai verso di lui con un sorriso enigmatico.
“Ora dovrebbe spogliarsi, signore..” sussurro con voce calda “Lasci che l’aiuti...”.
Allora mi avvicinai a lui e iniziai a spogliarlo, pezzo dopo pezzo, alzando lo guardo a cercare il suo di tanto in tanto.
Gli tolsi la giacca con un movimento lento, come se volessi prendermi tutto il tempo per assaporare quel momento, poi la riposi ordinatamente sul mobiletto.
Quando tornai da lui iniziai a sbottonargli la camicia, guardandolo negli occhi per tutto il tempo, e scoprii poi il suo petto vigoroso è forte.
Anche la camicia finí piegata accanto alla giacca.
A quel punto mi inginocchiai davanti a lui, fissandolo sempre, e gli tolsi prima una scarpa poi l’altra, che posai in disparte, senza alzarmi.
A quel punto, sempre in ginocchio, slacciai la cintura che teneva i suoi pantaloni, la slacciai e li feci scivolare a terra, scoprendo così le sue gambe e rendendo impossibile nascondere la sua eccitazione, che osservai senza pudore per un lungo istante con un sorrisetto compiaciuto.
Ma doveva fare il bagno, e non poteva farlo certo con i vestiti addosso.
Sentivo il mio corpo fremere, la mia eccitazione crescere mentre le mie mani salivano fino a toccare il suo intimo, indugiandoci sopra più del dovuto, per assaporare tutta la durezza della sua eccitazione, alzando poi gli occhi, sottomessi ma impertinenti a cercare i suoi.
E fu così, con gli occhi incatenati l’uno nell’azzurro dell’altro, che lo denudai del tutto, restando ad ammirarlo, sempre più ardente, in tutta la sua bellezza.
Poi lì, inginocchiata davanti a lui, con gli occhi ardenti, folli, eccitati nei suoi, gli sussurrai: “Ora è pronto per il bagno, signore...” per poi lasciare che lo sguardo accarezzasse tutto il suo corpo, come avrebbero voluto fare le mie mani e la mia bocca.
“Posso fare altro per lei?” Con un sorriso eccitato, malizioso, perso “Voglio che il mio signore sia soddisfatto, lo sa...” con voce calda e sensuale.

Guisgard 28-02-2018 01.27.05

Gwen, Musain e gli altri militari videro entrare Fabius.
L'uomo si sedette con loro, per poi riempirsi un bicchiere con del liquore contenuto in una fiaschetta.
"Buon appetito." Disse sorseggiando dal suo bicchiere. "Purtroppo il dottor Kimns non sarà con noi a tavola." Guardando tutti loro.

Hiss guardò Altea negli occhi.
"Se hai bisogno" disse " che qualcuno ti spinga a venire da me allora forse la tua presenza qui non è poi così importante." Risentito.

La stanza era avvolta da un senso strato di vapore che inumidiva ogni superficie del bagno.
Il Capo era con Clio, con gli abiti attaccaticci, l'uno di fronte all'altra.
Poi lei cominciò a spogliarlo piano, con cura e devozione, lentamente, tra sguardi e modi rispettosi, servizievoli, quasi sottomessi.
Nel farlo lo guardava.
Lo lasciò solo con l'intimo addosso e lo fissava.
Il Capo era fermo, guardandola eccitato.
Poi lei gli sfilò anche i boxer, lasciandolo completamente nudo.
Nudo ed eccitato.
Lo guardava tutto, compiaciuta ed eccitata per ciò che aveva suscitato, per quella virilita resa dalla cameriera così vigorosa, turgida, prorompente, gonfia.
"Beh, la tua uniforme è tutta inumidita ed attaccaticcia..." disse lui con la voce rotta dall'eccitazione "... magari da solo impiccio, no?"

Clio 28-02-2018 15.36.24

Tutto era umido e caldo intorno a noi, tutto profumava di essenze afrodisiache, o forse erano solo i nostri pensieri ad esserlo, i nostri sguardi azzurri e frementi che si specchiavano l’uno nell’altro, forse riconoscendosi a vicenda.
Ora che era lì, nella sua nudità prorompente era ancora più bello.
Lo osservavo con stupore, ammirazione, desiderio, eccitazione.
Era bellissimo e non riuscivo a nascondere quanto fossi soggiogata dal suo fascino, dal suo sguardo, dall’eccitazione che emanava, da quella virilità che sembrava gridare a gran voce quando mi volesse.
Poi la sua voce, la sua voce era incredibilmente eccitante, inebriante, capace di farmi perdere ogni controllo.
Ma quel tono poi... quel tono così acceso rendeva tutto ancora più caldo, proibito, complice.
La mia uniforme?
Oh si, mi stava andando decisamente stretta la mia uniforme.
Me la sentivo appiccicosa addosso, umida contro il mio corpo caldo che non vedeva l’ora di essere liberato.
Oh si... volevo toglierla, volevo liberarmi di qualunque barriera tra di noi.
Allora mi alzai, sempre guardandolo negli occhi, e iniziai a spogliarmi, lentamente.
Slacciai l’uniforme e poi la feci passare sopra la testa, renstando così nuda davanti a lui.
“Oh si...” annuii guardandolo negli occhi “Solo un impiccio...” con la voce eccitata “Così va molto meglio, signore...”.
A quel punto mi avvicinai a lui, ancora e ancora, finché i nostri corpi non furono così vicini che riuscii a sentire la sua virilità umida di desiderio contro di me.
Il mio sguardo non lasciava mai il suo, era uno sguardo ardente, folle, perso.
“Posso insaponarvi, signore?” Sempre con quell’aria deferente ma lo sguardo malizioso che mi faceva così impazzire.

Altea 28-02-2018 15.47.09

Quelle parole di Hiss furono come un fendente, un affondo sullo stomaco...il suo volto risentito e ferito ma sospirai e continuai torcendomi le mani e rimanendo con lo sguardo sul suo..."Forse la mia presenza non è importante per te, per altri motivi..io..si mi trovavo sola sulla spiaggia in preda a pensieri e debolezze, paura...paura che il tuo sguardo si poserà su quello di un' altra donna e quanto male fa il tuo voltarmi le spalle. Paura di amare, non volevo amare ma poi sei arrivato come un raggio di sole nella tempesta inquieta dei miei giorni..ora mi sembra tutto sia tornato buio nel mio animo. Non ero tornata da te perché avevo paura di vedere la verità..e mi si para ora davanti...fredda e feroce" sedendomi su una roccia e guardando l'Uomo degli Insetti..."Te ne andrai...e rimarrai come uno spirito che ha turbato i miei sentimenti...ma se non mi ami io non posso obbligarti a portarmi con te" e rimasi in dignitoso silenzio.

Guisgard 28-02-2018 16.22.09

“Io ho cercato di farti capire che volevo mi seguissi.” Disse Hiss ad Altea. “Ancora vorrei portarti con me... ma devi volerlo anche tu... scappare via con me... scegliere me e non restare qui a dar la caccia a spettri e miti dimenticati... scegli quindi... scegli se venire con me... io sto per partire e ti vorrei disperatamente con me... ma devi volerlo anche tu... scegliere me rispetto al mondo intero.” Fissandola.

Lei si spogliò, tutta.
Tutta nuda restò davanti al Capo che la guardava tutta, ovunque.
Guardava ogni sua forma, ogni piega di quel corpo biondo e morbido, reso umido, quasi bagnato, dal vapore caldo ed avvolgente.
I suoi occhi poi raggiunsero quelli di Clio.
Lei si avvicinò, quasi arrivando a toccarsi.
Lui annuì, con un sorriso compiaciuto ed ammiccante.
Allora entrò nella vasca, restando in piedi, con l'acqua che gli arrivava quasi alle ginocchia, aspettando che la sua cameriera cominciasse.

Altea 28-02-2018 16.26.07

Quelle parole furono come l' acqua che manca ad un assetato, il mio cuore accellerò il battito.."Io pensavo tu non mi volessi...potrei mai preferire il mondo intero a te..quando tu sei il mondo intero" e corsi da lui abbracciandolo.."Si, si...verrò ovunque andrai.." accarezzandogli dolcemente il viso col palmo della mano e poi sfiorargli i capelli bruni ribelli.

Guisgard 28-02-2018 16.32.59

Hiss strinse a sè Altea e la baciò.
La baciò con impeto e trasporto, abbracciandola mentre lei gli toccava i capelli scuri.
I suoi due compagni, Tran e Gnor, ridacchiavano, scambiandosi sguardi divertiti e sorrisetti sornioni.
"Come hai potuto" disse Hiss baciandola "pensare che non ti volessi? Hai già scordato la grotta?" Assaporando le sue labbra e la sua lingua.

Altea 28-02-2018 16.39.12

Hiss suggellò il nostro Amore e la nostra Promessa con quel bacio, il mondo intero, infatti, sembrava scomparire attorno a noi.."Paure di una innamorata...oh no, non ho dimenticato quella grotta, penso sia la cosa più bella ricorderemo di questa Isola, d' altronde ci ha fatto incontrare, quindi la devi ritenere uno scrigno prezioso...purtroppo siamo in fuga altrimenti avremmo potuto continuare all' infinito" abbracciandolo forte e poi mi accorsi di Gnor e Tran che ridacchiavano tra loro.
"Sai sta arrivando un temporale, una tempesta mi ha detto il vecchio indigeno, spero non sia pericoloso" stringendo forte la mano sua.

Guisgard 28-02-2018 16.45.15

"Si, ho visto il cielo inquieto e minaccioso lungo l'orizzonte..." disse Hiss tenendo stretta a sè Altea "... partiremo subito... magari raggiungeremo la foresta che divide in due l'isola e lì troveremo riparo dalla tempesta..." si voltò verso i suoi due compagni "... preparatevi, ce ne andiamo."
"Dobbiamo portarci dietro la donna?" Tran.
"Si, naturale." Rispose Hiss. "Muoviamoci."

Lady Gwen 28-02-2018 16.49.01

Era Fabius di ritorno.
Si sedette e mangiò con noi, dicendo anche che Kinms non sarebbe stato con noi.
"Che tipo è il dottore?"

Altea 28-02-2018 16.56.20

Rimasi stretta a Hiss mentre dava le direttive ai due compagni, Tran mostrò il suo disappunto, non capivo se la sua era gelosia visto ci aveva provato o altro ma non ci badai più di tanto..."Penso sia meglio muoverci...le correnti sono forti qui e quindi presto la tempesta potrebbe arrivare, sarebbe un guaio se ci sorprendesse nel bel mezzo della foresta" annuii.

Guisgard 28-02-2018 17.14.05

Fabius guardò Gwen.
“Il dottore...” disse “... come fa a conoscerlo?” Chiese. “Ma certo, ne avranno parlato al villaggio. Beh, allora vi avranno detto che genere di esperimenti si fanno qui.” Bevendo.
“Perchè il suo servo ha le orecchie aguzze?” Chiese di botto Musain.
“Aguzze?” Stupito Fabius, quasi ingoiando il liquore di traverso. “Davvero?”
“Si, aguzze in cima” Musain “e coperta ai bordi di una peluria scura.”
“Ho sempre pensato che quelle orecchie non fossero normali...” Fabius riprendendo a bere normalmente, come se avesse superato quel momento di imbarazzo “... ecco perchè le tiene sempre coperte dai capelli.” Posando il bicchiere. “Ma come sono esattamente?”
“Appuntite e pelose.” Fece Musain. “Molto pelose. Del resto quell'uomo è una delle creature più strane che io abbia mai visto.”

Hiss annuì ad Altea.
I quattro così lasciarono quella grotta e si avviarono verso la foresta.
Attraversarono un morso di spiaggia sotto un cielo ormai cupo e davanti ad un mare minaccioso.
Entrarono nella boscaglia, seguendo poi uno stretto sentiero tra felci e rampicanti.
In lontananza si udivano sordi boati.
“I tuoni...” disse Gnor “... a breve pioverà...”
“Quando in questi luoghi tropicali comincia a piovere” Tran “si scatena poi il finimondo...”
“Un motivo in più per chiudere il becco e camminare.” Mormorò Hiss, camminando tenendo Altea per mano.
Gnor e Tran li seguivano qualche passo più dietro, con quest'ultimo che guardava con un certo desiderio le gambe dell'attrice sotto il corto pareo.

Lady Gwen 28-02-2018 17.21.12

Sì, io sapevo benissimo chi era, ma era Fabius quello che faceva finta di niente.
Davvero voleva farmi credere di ignorare come fosse quell'uomo?
"Già, è davvero un uomo strano, mi sorprende che lei non lo abbia notato" dissi, anch'io a bruciapelo, come Musain "E ci dica allora, che esperimenti si fanno qui?"

Altea 28-02-2018 17.22.51

Fu così che ben presto raggiungemmo la boscaglia, un nuovo mondo di quell' isola da scoprire, camminavamo tra la vegetazione e lasciavo che l' erba e fiori tropicali accarezzassero le gambe nude..."Si spera non arrivi un uragano, è piuttosto umido..." mi voltai e vidi lo sguardo di Tran proprio sulle mie gambe.
Strinsi ancor di più la mano di Hiss ma non dissi nulla, avrei acceso ancor di più gli animi, la tensione era tanta.."Avanti ora camminiamo in fretta, non facciamo supposizioni e soprattutto stiamo calmi, chissà cosa ci sarà dall' altra parte dell' isola..per ora spero un riparo".

Clio 28-02-2018 18.34.17

Quel movimento, lento e sensuale aveva scoperto tutto il mio corpo, mostrandomi a lui.
Avevo sentito la stoffa accarezzare la mia pelle pezzo per pezzo, scoprire prima il bacino, poi arrivare al seno coperto da un reggiseno nero, fino a lasciarmi completamente indifesa davanti ai suoi occhi ardenti.
Allora avevo potato una mano dietro la schiena, slacciato il reggiseno, senza mai togliere gli occhi dai suoi, fatto cadere a terra, mostrando così i miei seni già turgidi di desiderio.
Allora avevo portato le mani al sottile perizoma nero che copriva la mia nudità, per poi farlo scivolare piano fino a terra mostrando così la mia pelle incredibilmente liscia e bianca.
Solo allora avevo tolto le scarpe e mi ero avvicinata a lui.
Alle mie parole annuì e se ne andò nella vasca, in piedi, mostrandosi meravigliosamente fiero e virile, pronto per essere insaponato.
Io presi una spugna, la immersi nell’acqua, e la strofinai contro una saponetta profumata creando subito un’esplosione di bollicine che la ricoprirono interamente.
Allora guardai il capo negli occhi e iniziai ad insaponarlo con devozione.
Iniziai dalle spalle, le braccia, fino a scendere sul suo petto.
Movimenti lenti, appassionati, quasi volessi assaporare ogni centimetro della sua pelle.
Poi scesi, sempre di più, chinandomi a poco a poco mentre le mie mani insaponavano le tue gambe, attentamente, stando sempre attenta a sfiorare solo quella virilità indomita che mi si mostrava così prorompente.
Oh lo facevo apposta, era una lunga tortura... inebriante, eccitante.
Finché poi, inginocchiata davanti a lui, non posai la spugna sul bordo della vasca per poi prendere il sapone con le mani, frizionarlo per creare quelle bolle che profumavano di pulito.
Allora lo guardai con un sorriso impertinente e solo allora presi il suo membro tra le mani, iniziando ad insaponarlo, tastarlo, toccalo, assaporarlo.
Più cresceva tra le mie mani più la mia eccitazione cresceva, il mio intimo si faceva umido, i capezzoli turgidi, il respiro affannoso.
Era un meraviglioso gioco di seduzione e piacere.

Guisgard 01-03-2018 00.19.27

Ad un tratto dalla parete si udì un grido straziante e selvaggio di un animale che soffriva.
Forse si trattava del giaguaro.
Fabius sussultò, poi prese un altro sorso di liquore.
“Mi dica...” disse Musain “... dove l'ha trovato quel suo servitore?”
“Ad Afragolopolis...” rispose Fabius “... si, è proprio un bruto, ne convengo.” Bevendo. “Mezzo cretino. Non ricordo più dove sia nato. Ormai mi sono abituato a lui. Così anche il dottor Kimns si è abituato alla sua presenza. Cosa vi ha colpito tanto in lui?” Domandò ai militari e a Gwen.

Hiss annuì ad Altea, stringendo la sua mano e proseguendo il cammino.
I quattro raggiunsero così una radura irregolare, per poi arrivare ai piedi di un lieve pendio tra felci e palmeti.
Ad un tratto i tre sentirono qualcosa.
Una sorta di brusio tra la vegetazione.

La stanza era densa di vapore e di profumi di esotiche essenze.
Si sentiva il sandalo delle Indie, il mandorlo di Hokinawa, l'ambra di Giava ed il corallo delle Antille.
Il Capo stava in piedi nella vasca, Clio inginocchiata fuori, col petto appoggiato contro il bordo di ceramica.
Insaponava con cura il suo padrone per tutta la lunghezza delle gambe, sui fianchi e sui glutei, con lui che se ne stava immobile ed eccitato a fissarla.
Nell'insaponare la pelle dell'uomo, la cameriera si muoveva non solo con le braccia ma anche col petto.
I suoi seni sodi e bianchi sfioravano l'umida e fredda ceramica della vasca.
Forse quel contatto, insieme all'eccitazione del momento, rendevano turgidi i suoi capezzoli.
Lui la guardava tutta, dall'alto, mentre era inginocchio ai piedi della vasca.
Le sue mani continuavano ad insaponarlo con cura, devozione e sensualità.
La virilità del ricco cacciatore era ormai allo stremo, gonfia, soda, carica con le mani della cameriera ogni volta sul punto di afferrarla, ma poi restando sempre appena distanti.
Era una tortura oramai.
Nel fare tutto ciò gli occhi chiari di Clio era fissi in quelli azzurri di lui.
Poi lei lo guardò impertinente e l'uomo comprese.
Un attimo dopo finalmente le mani della bella cameriera raggiunsero la sua mascolinità prorompente, cominciando a tastarlo, ad insaponarlo, a massaggiarlo.
Sentì così quel vigore crescere ancora, pulsare fra le sue dita insaponate e scivolose.
“Oh, se sei brava...” disse lui in gemito di puro piacere.

Lady Gwen 01-03-2018 00.24.50

Sobbalzai quando sentii quel verso e mi stupii della anturalezza di Fabius.
Non mi piaceva come parlava di quell'uomo, era crudele, sprezzante, irrispettoso.
"Il fatto che sembri più animalesco che umano, è quello che salta di più all'occhio."

Guisgard 01-03-2018 00.33.08

"Mah, non me ne sono mai accorto..." disse Fabius a Gwen "... non ho mai notato nulla di speciale in lui... è un inetto... probabilmente i lavori manuali sono la sua sola abilità... immagino susciti parecchio stupore o peggio... dopotutto anche gli uomini sulla nave lo trattavano male... il capitano poi..."
Il giaguaro ricominciò a guaire peggio di prima.
Fabius mormorò qualcosa, un'imprecazione probabilmente.
I versi sofferenti del giaguaro divennero insopportabili.
Un urlo acutissimo lacerò il sangue di Gwen e dei militari.

Lady Gwen 01-03-2018 00.43.25

Quest'uomo mi piaceva sempre di meno.
E non era normale che parlasse in quei termini del servitore, sia perchè non era giusto, sia perchè non era normale che non avesse notato nulla.
Probabilmente c'era qualcosa sotto.
Non ebbi modo di chiedermi cosa, però, che un verso straziante del giaguaro mi fece di nuovo sobbalzare.
Fabius cercò di farlo smettere, ma quello riprese più forte e straziante di prima, come se stesse soffrendo in modo tale da farci accapponare la pelle.
Cosa mai stavano facendo a quel povero animale?
Era una conseguenza di quegli "esperimenti" di cui parlava Fabius?
Improvvisamente avevo un terrore matto a stare qui, infatti guardai Musain perplessa e dubbiosa.

Guisgard 01-03-2018 00.59.15

Fabius per tutto il tempo non era riuscito a nascondere la sua irritazione ad ogni verso e grido del giaguaro.
Alla fine si alzò ed andò via.
Tornò allora il suo grottesco servitore per sparecchiare.
Di tanto in tanto gettava uno sguardo verso Gwen e gli altri militari.
Pian piano i versi sofferenti del giaguaro si fecero sempre più frequenti ed esasperanti.
Dapprima avevano suscitato la compassione della ragazza e dei soldati, ma poi, via via, li aveva resi quasi nevrastenici.
Ad ogni istante quelle grida sembravano diventare più insopportabili.
Come se tutta la sofferenza del mondo si concentrasse in quei versi.
“Non resisto più...” disse Musain “... ho bisogno di aria pulita...”

Clio 01-03-2018 01.11.12

Quel gioco ardito, caldo, sensuale.
Quel gioco che mi stava facendo perdere la testa già dal primo sguardo, ore prima, da quando ho compreso che l'atmosfera tra di noi si sarebbe accesa di un calore incontrollabile, travolgente, incredibile.
Ora in quel bagno fatto di essenze orientali, bolle di sapone, vapore ed eccitazione tutto sembrava sfuggirci di mano, la situazione stava degenerando sempre di più come una pallina che rotola su un piano troppo inclinato per poterla fermare, sempre più forte, sempre più forte.
Eppure, nessuno di noi due voleva fermare tutto quello, anzi, volevamo assaporarne ogni istante, ogni momento, gustarci ogni sensazione che ci dava quell'intesa ormai divenuta incandescente, che pregava perché esplodessimo.
Osservavo la sua virilità farsi sempre più salda, gonfia, invitante. Potevo percepire quanto fosse sempre più umida nonostante fosse ricoperta di sapone.
Quel sapone che rendeva quel gioco ancora più intrigante, quasi davvero la nostra priorità fosse lavarci e non scoprirci l'un l'altro, piano piano, e perderci in quel mare di eccitazione e desiderio in cui entrambi non vedevamo l'ora di annegare.
Alzavo gli occhi a cercare i suoi, perchè adoravo quell'espressione, o anche vedere come li contraeva forte, strizzandoli quasi, come volesse resistere a quell'eccitazione troppo forte.
Oh, la prendevo come una sfida, la sfida a fare di più, a farlo impazzire ancora e ancora, sempre di più, sempre di più.
Volevo vederlo ardere, fremere, bruciare, gemere.
Non mi sarei fermata finché non fosse completamente in estasi.
E più lo toccavo, lo assaporavo, muovevo la mia mano ora piano, ora invece sempre più forte, sempre più forte, sentivo la mia eccitazione crescere a dismisura, il mio corpo farsi sempre più bagnato e caldo, il respiro ansante, gli occhi determinati e folli.
Quelle parole poi, furono come una scarica di eccitazione sempre più forte, sempre più travolgente.
Lo guardai con un sorriso folle, eccitato e perso.
"Oh il mio signore sa che voglio vederlo soddisfatto...." con un sorrisetto impertinente, mentre abbassavo le mani sull'acqua, ne prendevo una manciata e la riversavo sulla mascolinità ormai al limite, folle e bellissima, sciacquandola.
"Ed eccitato..." sussurrai, avvicinandomi con le labbra, per poi lasciargli un bacio laddove era più umido e caldo "E perso..." tirando fuori la lingua per accarezzarlo con essa raccogliendo una goccia di eccitazione.
"E mio..." sussurrai infine, vinta dalla passione, prima di accoglierlo tutto nella mia bocca e iniziare ad assaporarlo prima piano, con la lingua che lo cerca, lo trova, lo assapora mentre tutta la bocca gli si stringe addosso assaporandolo sempre di più, in un crescendo di passione, eccitazione folle, meraviglioso godimento.

Lady Gwen 01-03-2018 01.13.02

Fabius uscì e al suo posto arrivò il servitore per sparecchiare.
I versi del giaguaro erano sempre più insostenibili, gridavano sofferenza, dolore, ed erano angoscianti.
Infatti Musain ad un certo punto uscì fuori, mentre io affondavo esasperata le mani fra i capelli e cercavo con tutta me stessa di ignorare quel lamento, ma non era facile.
Poi però anch'io uscii, pensando che distrarmi mi avrebbe aiutato.
Intanto, continuavamo a stare qui, senza concludere nulla ed Elv era ancora lì fuori chissà dove, e noi qui a far niente.

Guisgard 01-03-2018 01.17.35

Gwen e Musain uscirono nel cortile, cercando di riprendersi da quei versi insopportabili.
Il cielo era cupo, inquieto e sordi boati si udivano esplodere da lontano.
“Non ne potevo più...” disse Musain accendendosi una sigaretta “... sembra che questo posto sia un mattatoio...” fumando.

Lady Gwen 01-03-2018 01.25.40

Il cielo era cupo e minacciava ancora tempesta.
"Sì, è vero, è un posto terribile e credo nascondano qualcosa. Ha notato gli atteggiamenti di Fabius e del ragazzo?" gli chiesi "E poi, siamo ancora qui, Elv e gli altri sono là fuori e non abbiamo fatto nemmeno un progresso in questa situazione, maledetta tempesta..."

Guisgard 01-03-2018 01.33.54

“Si, ma uscire ora nella foresta a cercarli sarebbe un suicidio.” Disse Musain a Gwen. “Le tempeste tropicali possono essere devastanti. Appena sarà passata lasceremo questo schifo di posto e riprenderemo a cercarli.”
In quel momento nel cortile uscì Fabius.
“Immagino resterete qui durante la tempesta.” Fissandoli. “Urge quindi come sistemarvi. Venite, vi mostrerò due stanze. Deciderete voi come prenderne possesso.”

Lady Gwen 01-03-2018 01.50.21

Sospirai e annuii, impaziente, non ce la facevo più.
Poi arrivò Fabius e lo guardai.
Abbastanza male.
"Non c'è niente da decidere, è naturale che siano una camera ciascuno " risposi con tono durò, fissandolo.

Guisgard 01-03-2018 02.01.30

"Non disponiamo di molto spazio qui." Disse Fabius a Gwen. "Dovrete arrangiarvi, mi spiace."
"Naturalmente." Musain. "La signorina sarà sola in una camera, mentre io ed i miei riposeremo a turno. Non c'è problema."
"Perfetto." Fabius.
Arrivò allora il grottesco servitore e condusse loro alle camere.
Come detto Gwen ebbe una stanza tutta per lei.
Non era un granchè, nè confortevole, nè tanto pulita.
Fuori intanto scoppiò la tempesta.
Ad un tratto la ragazza notò qualcosa che prima le era sfuggito: il grottesco servitore aveva sul rozzo vestito attaccati i gradi di sergente.
Erano strappati da qualche divisa militare, oppure si trattava di un falso, da appiccicare sugli indumenti per bellezza?

Lady Gwen 01-03-2018 02.10.40

Io presi una camera e Musain e gli altri si accordarono per dormire a turno.
La mia stanza non era il massimo, ma mi importava solo che avessimo modo di riposare durante la tempesta prima di poter finalmente andare.
Mentre il servitore stava uscendo, notai una cosa.
Dei gradi di sergente sui suoi vestiti.
Raggelai.
Elv!
"Aspetta" lo fermai "Perché hai indosso questi gradi?"

Guisgard 01-03-2018 02.13.47

Il grottesco servitore si fermò di colpo, voltandosi e guardando Gwen con i suoi strani occhi fosforescenti.
"E' mio." Disse toccandosi quei gradi sul rozzo vestito. "E' mio." ribadì con la sua voce roca, dal suono innaturale.

Lady Gwen 01-03-2018 02.17.12

Dovevo riuscire a scoprirlo, in ogni modo.
"Dimmi dove li hai presi, è importante. Dimmelo" insistetti, determinata.
Non avrei voluto essere così dura, ma ne andava della vita di Elv.

Guisgard 01-03-2018 02.20.26

Il deforme individuo restò a fissare Gwen, tenendo la mano stretta su quei gradi.
"E' mio." Disse. "E' mio." Ripetè con quella sua voce informe. "L'ho meritata." Annuendo.

Lady Gwen 01-03-2018 02.25.59

Bene, a questo punto non c'era altro da fare.
"Vieni con me" gli dissi, facendogli cenno di seguirmi.
Andai a cercare Musain, era indispensabile che anche lui sapesse di questa cosa, e sperai solo che non stesse dormendo.

Guisgard 01-03-2018 02.28.28

Gwen arrivò davanti alla porta di Musain e degli altri militari, seguita da quel grottesco servitore.
Bussò ma non rispose nessuno.
Dal cortile però giungevano delle voci.
Alcuni militari erano là, benche stesse cominciando a piovere.

Lady Gwen 01-03-2018 02.31.12

Bussai, ma nessuno rispose.
Iniziamo bene
Sentii delle voci provenire dal cortile e benché iniziasse a piovere, scesi giù, sempre seguita dal servitore.


Tutti gli orari sono GMT +2. Adesso sono le 06.52.20.

Powered by vBulletin versione 3.8.11
Copyright ©2000 - 2025, Jelsoft Enterprises Ltd.
Copyright © 1998 - 2015 Massimiliano Tenerelli
Creative Commons License