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Sorrisi divertita quando vidi che accettava.
Sì, lo scenario era molto intrigante. A quel punto, allungai le braccia verso di lui, piegando la testa in un sorriso furbo, perchè no, non avevo la minima intenzione di poggiare a terra la gamba ferita e ancora dolorante per quel morso, che ancora bruciava e pulsava, per camminare. Quindi, gli sarebbe toccato un ultimo sforzo, decisamente. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Elv guardò Gwen e sorrise, per poi chinarsi sul letto e prenderla in braccio.
"Tieniti forte, mi raccomando." Disse Malizioso lui. La portò allora fuori, al tepore della sera tropicale, sotto un cielo scuro ed impenetrabile nel quale scintillavano stelle sconosciute alla civiltà da cui provenivano. Elv con Gwen in braccio, tenendola stretta al suo petto, passeggiava per lo spiazzo, tra i bambù giganti che circondavano il villaggio e gli alti palmeti accarezzati dalla lieve brezza marina. |
Mi prese in braccio, mentre io sorridevo maliziosa alle sue parole.
E così feci. Mi strinsi a lui, sentendomi così amata, curata e protetta fra le sue braccia. La sera era tiepida, luminosa di miliardi e più stelle, i bambù alti decoravano il villaggio e onestamente, non immaginavo scenario più belli per noi due. Abbandonai così la testa sulla sua spalla in un sospiro soddisfatto, sentendo il battito del suo cuore forte e vivace attraverso il petto definito, a cui lui mi stringeva per sostenermi. Era un momento silenzioso, calmo, pacifico, era come un miracolo. "Rimarresti mai qui?" mormorai poi io. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Elv portava Gwen in braccio, che si stringeva al suo petto ed al suo collo, sostenuta dalle forti braccia di lui.
Era una fresca ed umida sera sotto le stelle tropicali, con il cielo notturno attraversato dai misteriosi bagliori delle costellazioni australi, mentre le pesanti e larghe foglie delle palme e delle felci giganti racchiudevano quello scenario da sogno. "Restare qui..." disse lui con tono pensieroso "... chissà... magari un giorno, quando la vita frenetica ed artificiosa della città mi sarà venuta a noia... qui credo che si possa vivere felici... se si ha qualcuno con cui condividere tutto questo..." guardando poi la ragazza che portava in braccio. Ad un tratto si ritrovarono in un angolo del villaggio dove bambù grossi come colonne parevano sbarrare il passaggio. "Qui non potere passare!" Uno dei 2 indigeni che sembravano far la guardia a quel luogo. |
Ascoltai la sua risposta con attenzione e sorrisi, dandogli un bacio sulla guancia alle sue parole.
Sì, ero perfettamente d'accordo con lui. Intanto, ci addentravamo sempre di più in quel meraviglioso paesaggio, fin quando due indigeni ci bloccarono il passaggio. "Mi sa che ci conviene tornare dentro..." dissi piano ad Elv. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
"Già..." disse Elv a Gwen "... cosa c'è oltre questi bambù?" Chiese poi ai 2 indigeni.
"Non potere passare!" Rispose ancora uno di quelli. "Vogliamo solo sapere cosa c'è oltre questi bambù..." Elv. "Non potere passare!" L'altro indigeno stringendo in modo minaccioso la lancia che aveva con sè. |
Elv cercò di capire il motivo per cui non potevamo continuare, ma sembrava un dialogo sterile ed inutile.
"Elv, dai, torniamo indietro" gli dissi piano, battendogli un paio di colpi sul petto con la mano. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
"Va bene..." disse un pò seccato Elv a Gwen, per poi tornare indietro, verso il centro del villaggio.
"Mi chiedo cosa diavolo ci sia dietro quei bambù..." lui a lei "... qualcosa a cui questi indigeni tengono parecchio pare..." |
Alla fine, so convinse.
"Dai, è casa loro, in fondo... Siamo noi gli ospiti..." cercai di farlo ragionare. Perchè avevano ragione, secondo me, a tracciare dei confini. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Elv annuì poco convinto a Gwen e tornarono verso lo spiazzo e poi nella capanna dove Gwen era stata curata.
Ormai la notte tropicale giungeva alla fine e l'alba non era lontana. |
Non mi sembrava molto convinto, ma l'importante era che non avesse ingaggiato discussione con quegli uomini, che per quanto pacifici, non sapevamo come potevano reagire davanti ad una minaccia.
Alla fine, tornammo vicino alla capanna ed era quasi l'alba. "Sta facendo giorno... Forse dovrei riposare un po'..." Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Ora era lei sopra di lui, come un'amazzone, una regina col suo cavallo preferito.
Un cavallo basco, un sauro ribelle e robusto, magari catturato dagli stallieri del Destino o portato in dono dalle fortune che come le Parche intrecciano i fili degli eventi e degli incontri. Ora Destresya era una sola cosa con il suo cavallo, cavalcando selvaggiamente per i giardini marini, dove le onde assumono al crepuscolo le forme di alti monti dai pendii sconosciuti e misteriosi. Dove la spuma salata è simile alla neve che imbianca le lande settentrionali in cui sbocciano i fiori dell'Amore. Destresya era su di lui, stringendo forte le gambe attorno ai fianchi del bel capitano, fondendosi nei gemiti folli di lui, mentre sudavano insieme senza sosta. Quell'uomo era sotto di lei a guardarla, con quegli occhi chiari che la invogliavano e la incitavano a muoversi di più, a sussultare sfrenata, a battere forte contro di lui, sudando e respirando calore. Allora il capitano mostrò la lingua alla dottoressa, con un sorriso appassionato e sensuale, come a chiamarla per chinarsi su di lui e fargli bere dai suoi seni. |
"Si, riposa..." disse Elv dopo aver portato Gwen a letto "... ti farà bene... ci rivedremo domattina, faremo colazione insieme e se ti sentirai bene fare un'altra passeggiata per questi posti." Sorridendole.
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Sorrisi e annuii, dandogli un leggero bacio e aspettando che mi riportasse nella capanna.
Ormai ero in via di guarigione, le cure del dottore avevano fatto davvero miracoli ed in poco tempo, per fortuna, sarei stata in grado di camminare. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Elv lasciò allora Gwen riposare ed andò via.
La ragazza si addormentò quasi subito, risvegliandosi dopo qualche ora, all'alba, udendo i canti di alcune indigeni nello spiazzo. Era infatti costumanza di quella tribù lavare i panni sporchi al mattino, in un piccolo rio che sgorgava tra i canneti, cantanto appunto. |
Mi addormentai praticamente subito e non pensavo di essere così stanca.
Mi svegliai dopo qualche ora, col canto degli indigeni. Dalla finestra, potevo capire che stavano lavando i panni nel fiume ed era un momento molto particolare e caratteristico, tipico, per quella popolazione e rimasi lì ad ascoltare incuriosita. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Era un canto tipico dell'isola, accompagnato da risate e danze, in cui le donne del villaggio ringraziavano i loro dei per l'acqua che rendeva fertile l'isola.
Intanto nello spiazzo si radunarono gli uomini di Maday, decisi ad andare in cerca di Goz e dei suoi. Con i militari c'era anche Cavaliere25. |
Sentivo ancora quei canti e quelle danze ed era un momento molto particolare.
A quelle voci poi si aggiunsero quelle dei soldati, sentivo anche il marinaio ed erano intenzionati ad andare a cercare gli altri. Tentai allora di alzarmi e raggiungere la porta della capanna. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Gwen stava decisamente meglio, le forze le erano tornate e riusciva a camminare in modo normale, senza più avvertire la debolezza o capogiri.
Uscì così dalla capanna, ritrovandosi nello spiazzo in mezzo ai canti, alle danze ed ai colori di quelle indigeni. Elv seduto sotto una palma a godersi quei canti e quei balli tribali. Intanto i militari di Madayerano pariti e con loro c'era anche Cavaliere25. |
Riuscivo a stare sulle gambe senza troppi problemi e non avvertivo più capogiri.
I militari erano partiti ed avevano già lasciato il villaggio. Intanto Elv era sotto una palma e subito lo raggiunsi. Per la velocità che riuscivo ad ottenere, insomma. "Sai, penso che tu riesca quasi ad integrarti col contesto..." dissi divertita, arrivando e rifugiandomi subito fra le sue braccia. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
"Ah, ecco..." disse divertito Elv nel vedere Gwen avvicinarsi "... allora il tuo è un modo simpatico per dire che ho un che di indigeno e selvaggio?" Ridendo di gusto, per poi abbracciarla, mentre le indigene continuavano con i loro canti e balli.
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Ridacchiai mentre mi stringeva.
"Non so, ti integri bene in questo paesaggio esotico..." guardandolo nei suoi occhi neri, brillanti al sole, insieme ai lineamenti marcati e scuri. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Elv sorrise a Gwen.
"Bene..." disse ad un tratto una voce alle loro spalle "... vedo che la signorina sta decisamente meglio oggi." Era il dottor Flemig. |
Ad un tratto, una voce.
Mi voltai e vidi che era il dottore. "Sì, direi di sì, molto meglio" dissi raggiante "Grazie a lei" annuendo contenta. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
"Ho fatto ciò che avrebbe fatto chiunque, signorina." Disse sorridendo Flemig a Gwen. "L'importante è che ra vada tutto bene." Annuendo.
"Dottor Flemig..." Elv allo scienziato "... posso chiederle una cosa? Perchè gli indigeni non vogliono che ci si avvicini ai bambù giganti dall'altra parte del villaggio?" Flemig lo guardò negli occhi e poi fissò anche Gwen. |
Sorrisi anch'io ed annuii, stringendomi ad Elv.
Ci credevo che fosse ciò che lui doveva dare in quanto medico, ma mi aveva comunque salvato la vita e gli ero grata. Poi, Elv chiese riguardo ai bambù e lui reagì un po' come quegli indigeni, mettendosi sulle difensive. "È così terribile?" chiesi incerta, non sapendo come intendere la cosa. Del resto, non potevamo avere un'idea del problema se nessuno ci dava spiegazioni e speravo vivamente che lui si decidesse a rispondere. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Io sono pronto capitano dissi partiamo? Da che parte iniziamo a cercare i miei amici continuai a dire poi guardai intorno al villaggio se vedevo Elv ma nulla volevo avvisarlo che stavo partendo per la ricerca del capitano e i suoi uomini
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Ormai avevo completamente perso il controllo del mio corpo, che si muoveva, come in estasi sopra di lui, facendolo affondare sempre di più nelle mie membra calde, nel mio cuore ardente, nella mia anima rovente.
Non si udiva più il fragore delle onde del mare, nè il chiacchericcio dell'equipaggio, esistevamo soltanto noi due, in quel tutt'uno in cui si erano trasformati i nostri corpi che, avvinghiati e uniti, erano una cosa sola, una cosa nuova. Ci sarebbe voluta una parola nuova per descriverci, perchè "io", "tu", persino "noi" sembrava riduttivo. Le nostre mani si stringevano, come a voler unirci ancora di più. I nostri gemiti si facevano sempre più forti, sempre più intensi, sempre più folli. Non capivamo più niente entrambi e l'azzurro dei nostri occhi ormai ardeva della passione più infinita. Quando mostrò la lingua in quel modo sorrisi, un sorriso enigmatico, folle, complice. Mi chinai su di lui, soffocandolo per un momento con il mio seno, mentre ridevo, preda di una felicità troppo grande, troppo intensa per poter essere compresa o descritta. Lasciai che mi assaporasse, che si nutrisse del mio nettare per poi alzarmi piano, guardarlo negli occhi e chinarmi nuovamente su di lui a cercare la sua bocca. Quella bocca che mi sembrava capace di custodire tutti i segreti dell'universo. Così lo intrappolai in un bacio, un bacio in cui erano racchiuse tutte le parole che avrei potuto dire, tutti i gemiti e tutti i sogni che in quel momento e per sempre mi avrebbero unito a lui. Un bacio fatto di passione e gemiti, fatto di lussuria e amore, fatto di sogni e infinito. |
Flemig assunse un'epressione pensierosa, si abbandonò ad un lungo sospiro e tornò a guardare i 2 ragazzi.
"In verità" disse a Gwen e ad Elv "oltre quei bambù giganti credo ci sia il luogo più sacro per questi indigeni... non permettono a nessuno di accedervi, poichè sono convinti che quello sia il punto più centrale del mondo." Fissando i 2 giovani. "Ma io credo che quel luogo nasconda qualcosa..." |
Cavaliere25 era partito alle prime luci del mattino dal villaggio, senza avere la possibilità di avvertire Elv.
Maday ed i suoi uomini parevano avere molta fretta di ritrovare Goz ed il resto dell'equipaggio. Avevano lasciato il villaggio ritrovandosi in una selva tropicale fatta di piante ed alberi giganteschi in mezzo ad un'umidità soffocante. Muoversi in quella Babele di foglie, di rampicanti, di radici e rami che crescevano in ogni direzione al punto da intrecciarsi e bloccare persino i raggi del Sole, non era per nulla facile. Insieme ai militari vi erano anche degli indigeni e con i loro pugnali a fatica aprivano passaggi fra la dominante vegetazione. Si mossero così, con immani difficoltà, fino a Mezzogiorno, quando poi Maday ordinò a tutti di fermrsi e riposare. In quel punto Cavaliere25 notò un sentiero naturale che si apriva fra 2 alberi colossali, ignorato stranamente dai soldati e dagli indigeni. |
Ascoltai la sua risposta con improvviso interesse.
Oh, allora nessuno aveva idea... Nemmeno lui, pareva. "Intende qualcosa di pericoloso, dottore?" chiesi con tono cauto, sperando di sbagliarmi. Qualcosa però mi suggeriva che non fosse così e che avessi ragione. Comunque fosse, non pensavo che noi dovessimo entrare nel merito, facendo ciò parte del loro villaggio. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Un bacio.
Per le antiche cultura era la prima forma di magia. Un incantesimo che poteva legare 2 vite per sempre. In quel bacio il bel capitano e Destresya non solo incatenarono le loro labbra, ma anche le loro anime. Un bacio profondo, caldo, magico. Un bacio che li fece sciogliere e perdersi in quell'estasi. Un bacio in cui presero fuoco e bruciarono a lungo nella medesima fiamma. Un bacio che li accompagnò in quell'oblio del mondo e delle sue, dove c'era invece solo la passione. Godettero e gridarono a lungo. E si baciarono ancora ed ancora, fino a cadere stremati l'una sull'altro. Fu il nuovo giorno a destarli, ancora nudi sul tappetto, mentre sul ponte le voci dei marinai annunciavano l'avvistamento dell'isola di Vivas. |
Guardai il sentiero e dissi capitano non lo avete notato quel sentiero che si intravede che ne pensa di andare da quella parte e seguire il sentiero chissà che non sia un sentiero meno complicato continuai a dire e aspettai una sua risposta
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"No." Disse Flemig a Gwen. "Credo qualcosa di segreto, o meglio... di misterioso. Qualcosa che gli indigeni non vogliono farci vedere."
"Perchè mai?" Elv. "Credevo ci fosse un buon rapporto tra lei e loro, professore." "Infatti, siamo riusciti a guadagnarci la loro fiducia" annuì Flemig "ma riguardo le loro pratiche religiose sono ancora molto sospettosi. Ma credo che oltre quei bambù nascondano davvero qualcosa... qualcosa che pare li spaventi..." |
Maday si voltò verso Cavaliere25 con uno sguardo infastidito e quasi arrabbiato, per poi guardare il sentiero.
"No, è pericoloso..." disse con tono vago "... ci sono giaguari oltre quel sentiero. Per questo lo abbiamo ignorato." Per poi fissare uno degli indigeni e fargli un cenno col capo. Quasi quel cenno fosse un ordine, l'indigeno scattò verso il sentiero e mozzando di netto un grosso ramo lo bloccò poi tra i 2 alberi, impedendo così il passaggio. "Ecco, così nessuno finirà in mezzo a quelle belve feroci." Annuì Maday. |
"Ah... Beh, se spaventa loro di certo la cosa cambia... Immagino anche che sia qualcosa che lei non può ipotizzare, vero Dottore?" chiesi quasi con tono retorico.
Perchè immaginavo che nessuno di noi potesse effettivamente prevedere quello che potevo esserci dietro quei bambù. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Ah dissi mi scuso se ho detto una mia idea siete voi che conoscete questo posto ed è giusto che voi sappiate dove andare e dove no e restai in silenzio finchè non saremmo ripartiti per le ricerche
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"I verità" disse Flemig a Gwen "la mente di uno scienziato in modo quasi automatico è portata a farsi domande, ad ideare ipotesi e teorie varie." Sorridendo. "Ho provato ad immaginare cosa possa esserci dietro quei bambù giganti e mi sono dato un paio di risposte plausibili... forse una miniera di minerali o magari un qualche pozzo un tempo sfogo di attività vulcanica."
"In base a cosa lo crede?" Domandò Elv. "Al fatto che la vegetazione in quel punto appare meno dominante" rispose Flemig "ed il terreno presenta un colore più rossiccio, segno che anticamente qui dovevano esserci frequenti esalazioni di zolfo." |
Mi resi conto di essere saltata a conclusioni affrettate, perchè il suo ragionamento filava.
"Allora forse è plausibile che loro abbiano assistito ad una qualche manifestazione naturale, come un'eruzione o qualcosa di simile e lo prendano come un luogo ospite di una manifestazione divina..." ipotizzai. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Maday annuì a Cavaliere25, ma il ragazzo notò come gli indigeni ora apparissero turbati, inquieti, come se quel sentiero li avesse in qualche modo spaventati.
Cosa nascondeva davvero? |
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