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Arrivò Pepe, e ascoltai allibita il suo racconto.
Annuii a quelle parole di Guisgard "Sarò pronta in un attimo.." mormorai, seria "Decidete pure i dettagli senza di me, mi aggiornerete..". Così, lasciai il ponte diretta alla mia cabina. Non c'era tempo per star lì a discutere sul vestito. Ne scelsi uno bianco e blu, sufficientemente frivolo e civettuolo, anche se non troppo sfarzoso. Una modella certo non è una nobildonna. Ormai cominciavo ad abituarmi a nascondere le armi in quei vestiti insospettabili. Una volta preparato il mio leggero bagaglio, ero pronta per scendere. |
Sul ponte della nave erano in corso i preparativi per quella nuova missione.
Guisgard raggiunse la sua cabina e cercò abiti adatti. Scelse infine una camicia bianca e dei calzoni stretti, con alti stivali di cuoio. A bordo vi erano utensili ed attrezzi di ogni tipo, frutto di arrembaggi e bottini vari. E tra essi il falso pittore trovò l'occorrente per apparire come un vero artista itinerante. Indossò infine un lungo mantello e tornò sul ponte. “Verrò io con voi.” Avvicinandosi a lui Chiò. “Dato il loro travestimento” intervenne Pepe “sarà più semplice avere dietro un apprendista che un qualsiasi altro improbabile personaggio. E voi siete un po' troppo in là con gli anni. Senza offesa, eh.” Fissando Chiò. “Ci mancherebbe.” Fece Chiò. “Giusto.” Annuì Guisgard. “Il più giovane fra voi dell'equipaggio è Afiel. Verrà lui e mi farà da apprendista.” “Ma lui non sa tirare di spada” perplesso Palos “e neanche usare una qualsiasi arma!” “E chi lo dice?” Disse Afiel. “So usare coltelli e persino sparare!” “Mah...” dubbioso Palos. “Verrà Afiel.” Sentenziò il capitano. “E' deciso.” In quel momento arrivò anche Clio, col suo abito per fingersi modella. “Sei splendida.” Fissandola Guisgard. “E adattissima.” Guardò tutti loro. “Noi adiamo.” E i tre scesero a terra, per poi, grazie alle indicazioni di Pepe, raggiungere la chiesa. Qui videro il Crocifisso e la misteriosa scritta. Poco dopo erano già in cammino verso la grande città che si poteva ammirare in lontananza. |
Tornai sul ponte, e anche gli altri erano pronti.
Sorrisi a Guisgard "Grazie.." mormorai. Così, ci lasciammo alle spalle la Santa Caterina, per dirigerci verso la misteriosa città. |
Lasciata la chiesa, Guisgard, Clio e Afiel, vista in lontananza la città si misero in cammino per raggiungerla.
“Appena saremo vicino alle sue mura” disse il falso pittore “io nasconderò Mia Amata in un luogo sicuro e facilmente raggiungibile. In caso di bisogno sarai tu ad andarla a prendere. Intesi?” Fissando il falso apprendista. “Si.” Annuì Afiel. Era però già il tardo meriggio e incontrata una locanda lungo la strada i tre avventurieri si fermarono per chiedere informazioni. “Capus Vetere” spiegò il locandiere “non è molto lontana, ma a quest'ora le sue porte staranno chiudendo. Nessuno può infatti entrare in città dopo il tramonto e voi non riuscirete a raggiungerla prima di allora.” “Ci conviene dunque prendere un alloggio per stanotte” Guisgard a Clio e ad Afiel “e ripartire poi appena spuntato il Sole.” E prese tre camere per trascorrervi la notte. |
Non fu possibile replicare..e ci portarono tutti in una carrozza che andava veloce.
"Dove ci porteranno?Hanno detto siamo loro ospiti e hanno nominato un arconte, signore di queste terre e quindi presumo ci stanno portando là..e spero stavano scherzando prima....mostriamoci cordiali comunque..poi si vedrà." Guardavo fuori la carrozza e sospirando aggiunsi.."Si speriamo Pepe abbia avvisato gli altri..ma per trovarci sarà un po' difficile..comunque forza e coraggio amici miei" e sorrisi per infondere sicurezza ma sapevo Irko era in gamba. |
Raggiungemmo una locanda, e l'oste ci sconsigliò di proseguire immediatamente.
Decidemmo quindi di fermarci e ripartire l'indomani. "Beh, considerando che non sappiamo cosa ci attende, approfittiamo di questa sosta.. che dite, mangiamo qualcosa?" proposi. |
Guardai Burmid.....Nettuno sulla sua nave.....che era successo...." Non capisco perche' De Gur sia passato sulla vostra nave e il capitano Velv ci debba raggiungere.....ci sono guasti sulla Regina D'Afravalone ?......."....Era inutile puntare i piedi....quindi salii sulla passerella che mi portava a bordo.....se ci fossero stati altri problemi......avrei ripetuto l'esperienza del tuffo nel Lagno.....
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-Siamo al servizio del Barone di Marras-
risposi al militare che aveva appena parlato, -E in rappresentanza dei suoi domini giungiamo in questi luoghi; vorrei presentarmi alla maggiore autorità della spedizione di cui fate parte, potreste segnalarmela, buon uomo, ed indicarmi dove si trova?- |
La carrozza con a bordo Altea, Irko, Lainos e Miseria attraversò la piana su una larga strada che correva parallela al corso del maestoso fiume.
Ad avvolgerla vi era una natura imponente e prosperosa. Lo scenario dava l'idea della vastità, con ampie foreste, monti tanto vicini che quasi potevano sfiorarsi, con rocche e torri, alcune diroccate, altre abbandonate, simili a figure d'altri tempi che si ergevano e si stagliavano su uno sfondo fatto di antica grandezza e primordiale epicità. Ma poi, quasi all'improvviso, quella stessa natura così vasta ed imponente, sembrò come aprirsi e davanti alla carrozza apparvero le alte mura di una città meravigliosa. Una città fatta di marmo, di mattoni policromi, di statue, di templi divenuti chiese, di palazzi alzati con tale maestria da mostrare l'armonia di un sapere che molti altri luoghi avevano ormai dimenticato. E poi torri circolari di perfezione architettonica con pochi eguali, case disposte secondo ordini e criteri di luminosa accortezza e strade che percorrevano quel luogo in un largo ed in largo senza accavallarsi, né confondersi mai. La carrozza entrò in quella monumentale città, svelando così l'animosa e brulicante realtà che la abitava. Agli occhi di Altea e dei suoi compagni di viaggio quell'agglomerato urbano appariva come una straordinaria capitale di un regno antico e ricchissimo. “Deve essere la città che abbiamo visto dalla chiesa...” disse Irko. Ed infine la carrozza si fermò davanti ad un'imponente reggia. http://1.bp.blogspot.com/-fbxGHv4uWx...00-1003023.jpg |
I miei pensieri si librarono alla vista di quella maestosa natura che voleva quasi raggiungere il Cielo..almeno quella non era opera dell' uomo...era naturale e spontanea e sembrava il regno di esseri primordiali e fatati.
Dopo un pò quello scenario aprì quello creato dall' uomo stesso "Guardate..sembra un mondo incantato, una fiaba...ma chissà se davvero qui è tutto come sembra". E ad un tratto ci fermammo davanti a una reggia..doveva essere la dimora di quell' arconte Logos pensai e sussultai.."Io direi di fingerci sconosciuti..io dirò vi ho incontrato sulla sponda per caso, tu Irko inventa una scusa per voi..cosi se dovessero arrivare gli altri non incorriamo in pericolo, so che Guisgard usa non dire chi sia..per la sua posizione ovviamente...scendiamo". Aprii lo sportellino della carrozza e mi guardai attorno..quasi mi sembrava di essere a Capomazda. |
Ad udire quelle parole di Galgan, il soldato si mise sugli attenti e poi pregò il cavaliere ed i suoi tre compagni di seguirlo.
Salirono così sulla nave, la magnifica Regina d'Afravalone, dove l'eremita ed i suoi suoi tre cavalieri furono condotti al cospetto del capitano. “Signore...” disse il soldato giungendo sul ponte “... questi tre cavalieri vengono a nome del Barone Marras.” “Lasciali avvicinare...” con un cenno il capitano “... salute a voi, cavalieri. Io sono il capitano Velv e questa nave è ai miei comandi. Come posso soddisfare il vostro signore? Cosa domanda il barone Marras, vassallo dell'Arciduca Dominus?” |
Nella locanda, lungo la strada per Capus Vetere, Guisgard, Clio e Afiel si sedettero ad uno dei tavoli e ordinarono da mangiare.
Dopo la cena i tre, andarono nelle stanze pagate per dormire. Una per Clio e una da dividere tra Guisgard ed Afiel. Ma prima di andare a letto, il presunto duca volle parlare ancora con i suoi due compagni. “Domattina partiremo presto...” disse “... e appena giunti in città chiederemo dove dimorano i signori. Ogni artista ha bisogno di un mecenate. E diremo poi che è stato il mito del loro fiore ad attirarci in questo posto. Clio è la mia modella ispiratrice ed io voglio ritrarla accanto al fiore. Ecco, per sommi capi questa è la nostra copertura.” |
Altea e gli altri furono fatti scendere dalla carrozza, trovandosi in un vasto cortile colonnato, impreziosito da piante e fiori di vari colori e profumi.
Gli uomini a cavallo che avevano scortato la vettura fecero chiamare dei servi ed assegnarono a questi il compito di condurre i nuovi arrivati nella grande reggia. I servitori, così, portarono Altea ed i suoi compagni in un'imponente sala, chiedendo loro di attendere. Poi la porta si aprì ed entrarono due figure. Un uomo ed una donna. “Salute a voi e benvenuti a Capus Vetere.” Disse l'uomo. “Io sono Nycolan, storico e teologo di palazzo. Questa invece” indicando la donna accanto a lui “è madama Syndac, Cancelliera di Palazzo.” “Possiamo conoscere i vostri nomi?” Chiese la Cancelliera. “Noi siamo tre mercanti.” Spiegò Irko. “Il mio nome è Irko, mentre loro sono Miseria e Lainos.” “Trattiamo stoffe.” Spiegò Lainos. “E quelle armi che indossate?” Domandò la donna. “Per difenderci.” Rispose il Rosso. “Viaggiamo molto e le strade sono poco sicure.” “Ne convengo.” Annuì Nycolan. “E voi, madama?” Guardando Altea. |
Mangiammo qualcosa alla locanda, e dopo la cena ci ritirammo.
Ma prima di entrare nelle rispettive stanze, Guisgard volle spiegarci nel dettaglio la copertura a cui aveva pensato. "Bene.." annuii "Mi sembra un ottimo piano.. solo una cosa.." alzando gli occhi sul Capitano della Santa Caterina "Il tuo nome?" dissi piano "Credi che non ci siano problemi ad usare il tuo o ne devi trovare uno per la copertura?". |
“Si, hai ragione, Clio...” disse Guisgard alla piratessa “... devo pensare ad un nome per me... siamo nelle terre del ducato e forse Burmin avrà fatto circolare il mio nome... beh...” sorridendo “... direi che un nome adatto ed insospettabile è quello di un cavaliere protagonista di molte saghe narrate dai bardi durante la mia adolescenza... dunque da oggi sarò mastro Boow, pittore girovago.” Facendo l'occhiolino alla ragazza e ad Afiel.
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Nonostante il freddo pungente il giardino sfavillava di fiori e piante invernarli.
Ci portarono in una sala, e subito arrivarono un uomo e una donna..guardai la donna..era strano una donna avesse una carica politica. Ascoltai Irko, Miseria e Lainos..per fortuna sembrava la loro copertura avesse funzionato. Poi Nycolan si rivolse a me...mi aveva chiamato madama..eppure io indossavo abiti da mercenaria..sospirai..e con un leggero inchino.."Io mi chiamo Altea...sono una avventuriera, il mondo mi affascina e sono alla sua scoperta e proprio qui per caso ho conosciuto questi uomini..proprio di fronte a una maestosa chiesa davanti al fiume, pure io ero di passaggio nella vostra magnificente città" e sorrisi leggermente perplessa. |
Annuii a Guisgard.
"Mi sembra un'ottima idea..." Sorridendo. "Ebbene, mastro Boow.." Salutandolo con un cenno del capo "Apprendista..." Voltandomi verso Alfiel "Credo sia il caso di darvi la Buonanotte, dico bene?" Sorridendo appena. "A domani, dunque..." Mormorai piano, mentre i miei occhi incrociarono per un momento quelli azzurri di Guisgard. |
“Avventuriera...” disse Syndac ad Altea “... e precisamente cosa ha spinto una donna avventuriera in queste terre?”
“Forse madama” intervenne Nycolan “è di passaggio? O forse è qui per arruolarsi in qualcuna delle nostre milizie.” “Ma qui tutti sanno che non vi sono guerre.” Syndac fissando con sospetto Altea. |
Guisgard rispose con un cortese inchino a quello di Clio.
“I miei omaggi, cara modella.” Disse Sorridendo. “Spero di essere all'altezza di ritrarre la tua bellezza.” Poi il suo sguardo incrociò quello di lei, restando a fissarla per un istante. “A domani...” mormorò. Intanto Afiel si gettò sul letto, sistemò il cuscino e piombò in un sonno profondo. “Speriamo almeno non russi...” ridendo piano Boow nel guardare il suo falso apprendista che dormiva già come un sasso. |
Quella donna era scaltra..arruolarmi nelle milizie? Come avrei potuto..e guardai i due.."Si, milord Nycolan ha ragione..sono di passaggio...avventuriera per obbligo, forse alla ricerca del mio posto..di quello che ero nel passato, di quello che sono nel presente..e sarò nel futuro..non ho intenzione di arruolarmi in nessun esercito..anzi il luogotenente ha detto..potevo fare la Regina, mi spiegate questo fatto gentilmente?" dissi incuriosita.
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Gli sorrisi, lanciando poi uno sguardo divertito ad Alfiel addormentato tramite la porta aperta.
"Te lo auguro.." Mormorai ridendo appena aprendo quella della mia camera. Restai immobile sulla porta per un momento, alzai gli occhi su di lui ancora per un istante. Avevo già detto buonanotte, così mi limitai a sorridere timidamente ed entrare. Tolsi solo le scarpe, e mi stesi sul letto, immersa in mille pensieri. |
“Il luogotenente” disse Syndac ad Altea “ha solo trovato il modo di... come dire... attirare la vostra attenzione. Lo fa sovente, davanti ad ogni bella donna.”
“In realtà” fece Nycolan “ci sarà a breve un grande torneo, una giostra, in questa città. E molti vorranno partecipare. Forse di questo parlava il luogotenente.” “Si, ma col chiaro intento di corteggiarvi.” Mormorò Syndac. “Comunque mi avete incuriosita, madama... qual'è il posto che volete occupare nel vostro futuro?” |
Guisgard restò a fissare Clio ferma sulla porta che per un momento gli sorrise timidamente, per poi uscire ed andare nella sua camera.
E per un attimo lui fu sul punto di seguirla. Per dirle cosa? Forse tutto. O niente. O forse, solo per starle vicino. Ed il presunto duca a lungo lasciò lo sguardo su quella porta chiusa. Poi, ad un tratto, Afiel cominciò a russare, destandolo dai suoi pensieri. Guisgard allora, non riuscendo a chiudere occhio, prese la sua ocarina ed iniziò a suonarla. |
A quelle parole sul torneo guardai gli altri perplessa.."A dire il vero era convinto io fossi una vera regina..o nobildonna...chissà magari potrei esserlo..un torneo..interessante, come le giostre nel medioevo" sorrisi appena "Comunque madama Syndac..penso non sia riuscito il vostro luogotenente a colpirmi per i suoi modi d' amatore".
Già..ne avevo conosciuto uno così..Velv. Ma alla sua domanda mi rabbuiai.."Il mio futuro? Non lo so..ecco lo sto cercando, pensavo fosse un porto sicuro..il mio futuro è un sogno irrealizzabile..quindi mi auguro che questo mio cammino mi porti la pace nel cuore..da donna a donna..penso potete capirmi" e sospirai. Cercai di cambiare argomento.."Perchè ci avete portato qui dunque? Un motivo deve esserci". |
Burmid non rispose nulla a quelle parole di Elisabeth. Poco dopo i due furono a bordo della maestosa nave col simbolo di Picche sulle vele.
“Molte cose cambieranno da oggi...” entrando in una stanza Burmid e facendo segno alla donna di sedersi su una delle poltrone “... la caccia al traditore” continuò, mentre accarezzava la sua gabbianella blu “non ha dato frutti fino ad ora e ciò è da imputare alla tattica usata dal capitano Velv.” Sorrise alla sua Matiz. “Giovane e vanesio, ma del tutto inadeguato ad una simile missione... hihihihihi...” guardò Elisabeth “... e voi che siete una donna sveglia di certo ve ne sarete accorta, vero? Accorta che il nostro capitano è poca cosa... hihihihihihi...” aprì una delle finestre e la gabbianella blu volò fino alla mensola tra le tendine. http://fc05.deviantart.net/fs70/f/20...d_by_m3_k3.jpg |
Non riuscii a chiudere occhio.
Le braccia intrecciate dietro la testa, lo sguardo che vagava nella stanza, si posava quasi di nascosto sulla porta, per spostarsi subito, e tornarvi dopo un istante, e spostarsi ancora. Dormi, Clio, maledizione... Dormi.. Ad un tratto la sentii, e mi illuminai. Allora anche lui non riusciva a dormire. Mi voltai di scatto verso la porta, ma nessuno aveva bussato. Arrossii appena, sospirando. Cosa diavolo stai aspettando? Piantala.. Chiusi gli occhi, assaporando le note dolci e malinconiche di quella musica, sognando, come sempre, che stesse suonando per me. |
“Proprio per partecipare al torneo.” Disse Syndac ad Altea.
“Torneo?” Ripetè Irko. “Ma siamo solo mercanti noi...” “E' un gioco, non temete.” Sorridendo la Cancelliera. “E' tardi ormai. Ho fatto preparare i vostri alloggi. Seguitemi, prego.” E li condusse nelle camere a loro assegnate. Rimasta poi sola nella sua camera, ad un tratto Altea sentì bussare. “Milady...” era Irko “... affacciatevi dalla finestra e guardate in basso, nel cortile...” |
Le note dell'ocarina volteggiavano quasi nell'aria, si diffondevano leggere nella penombra, come a voler stuzzicare la fantasia e disegnare immagini di luoghi lontani, incantati, fatti di colori e sapori. Erano note variegate, screziate da sensazioni ed emozioni differenti, come versi che sbocciavano simili a fiori antichi, ma sconosciuti.
Ma la malinconia e la nostalgia, accompagnate dal silenzioso ed incantato pallore lunare, si posavano come un velo sull'aria circostante, eppure così leggere da essere soffiate via da un sospiro. E forse tra quelle note Guisgard sospirò, più volte, un nome. Lei era ferma a fissare l'orizzonte, con quella brezza profumata di terra che soffiava tra i suoi capelli biondi. “Mi serviva proprio l'ispirazione...” una voce all'improvviso. Clio si voltò e non vide nessuno. “Si, ispirato, come da una musa...” ancora quella voce. Proveniva da dietro la grossa quercia. “Chi è là?” Fece lei. “Chissà...” “Allora?” Stizzita Clio. “Non è divertente.” “Forse un poeta...” ridendo lui “... forse un sognatore, forse un pazzo...” “Cos'è, uno scherzo?” Avvicinandosi all'albero lei. “O magari” sorridendo lui “un innamorato. Non vi è differenza, no?” Era steso ai piedi della quercia. La vide e si alzò. I due si erano visti di sfuggita nei giorni scorsi. Lui era arrivato da poco nel borgo. Ma lei non era passata inosservata ai suoi occhi. “Cosa vuoi?” Sbottò Clio. “Sto scrivendo una storia” rispose Icarus “ma mi serviva il nome della protagonista...” “Che idiozia...” “Non sai neanche che storia sto scrivendo.” “Non mi interessa.” “Dunque posso usare il tuo nome?” Fissandola lui. “Tanto neanche la leggerai mai.” Lei scosse il capo e si allontanò di qualche passo. “Altrimenti mi costringerai ad indovinare da me...” Lei lo guardò infastidita. “Vediamo...” mormorò Icarus “... Maria? No... Laura? Direi di no... forse più esotico... Miriam? E' lo stesso di Maria... allora, magari, Sofia? Non so, non mi convince...” “Dacci un taglio!” Esclamò lei. “O vuoi ripetere tutti i nomi delle ragazze che abitano questo borgo?” “Dimmi il tuo allora.” “Al diavolo!” E Clio corse via. Guisgard smise di suonare. “Chissà se sei sveglia...” sussurrò alla parete “... ma poi quel nome me lo dicesti, rammenti? Un pomeriggio... Clio, mi dicesti... e mi chiedesti di farne buon uso...” Ma ad un tratto Clio udì dei rumori provenire da fuori. Dalla finestra. http://www.italiavirtualtour.it/virt...tra_bifora.jpg |
Pure io rimasi dubbiosa come Irko..ma perchè dovevamo partecipare al torneo?
Ma fummo zittiti e portati nelle camere e questo mi preoccupava, se non vi era nulla di strano ci avrebbero spiegato ciò che dovevamo fare. E mi trovai nella camera assegnatami, era bella e ben arredata, stavo per aprire gli armadi e pensai alla fine avrei dovuto trovare una scusa quando mi avrebbero rivista bionda..ma non era un problema. Sentii bussare alla porta e udii la voce di Irko .."Si ora..meglio non entri in camera, se ci controllano possono scoprirci..per ora nessun passo falso". Aprii la finestra e mi affacciai a guardare come detto da Irko. |
Quella musica.
Quanti ricordi, sogni, emozioni e sentimenti si celavano in quella musica. Aprii gli occhi, fissi sul soffitto. Riusciva a far riemergere ricordi lontani, i pomeriggi d'estate al borgo, oppure vicinissimi come quella mattina. Quel bacio. Chiusi gli occhi, scuotendo appena la testa. Poi la musica cessò. "Buonanotte..." sospirai in un sussurro, osservando la porta. Forse ora stava dormendo, ora dovevo riuscirci anche io. Mi girai su un fianco e chiusi gli occhi, cercando di lasciarmi andare. Ma poi li spalancai di botto. La finestra. La notte, limpida, silenziosa, colma di pensieri. Leggevo alla luce fioca di una candela, quando iniziai a sentire dei rumori. Dapprima non ci feci caso, ma poi si fecero sempre più insistenti. Così mi avvicinai alla finestra di soppiatto e l'aprii. "Ce l'hai fatta..." con un sorriso il ragazzino. "Cosa diavolo ci fai lì?" lo guardai torva "È successo qualcosa?". "No, no.. devo mostrarti una cosa... scendi?" "Adesso?" indispettita. "Sì, adesso.." col suo solito sorriso "Fidati di me..". "E va bene.." sbuffai. Così, scesi nella notte e lo raggiunsi. "Allora?" fissandolo nei suoi grandi occhi chiari. "Vieni con me, è una sorpresa...". Annuii e lo seguii. Raggiungemmo la collina, e un'altura dove sorgeva un vecchio forte abbandonato. Ci intrufolammo nelle rovine, fino alla torre. "Si può sapere che ci facciamo qui?" esclamai. "Ancora un attimo e lo vedrai.." divertito lui. Così, scalammo con facilità la torre e riuscimmo così a guardare oltre la collina. Trasalii. Rimasi senza parole. Una luna piena, enorme e bellissima risplendeva di una luce diversa e indefinita. La collina nascondeva quel prodigo dalle strade del borgo, e solo da quella torre si riusciva a scorgere. "Icarus io..." sussurrai, incredula e felice, voltandomi verso di lui che sorrideva. "Ci tenevo che la vedessi.." con un tono che non gli avevo mai sentito. Sorrisi "Io?" incredula. "Chi altri?" Facendomi l'occhiolino. Non sapevo cosa pensare. Andiamo, è nella stanza accanto, perché dovrebbe usare la finestra? Non abbassare la guardia, Clio.. Mi alzai, di soppiatto, e impugnai la pistola. Cercando di essere leggera e silenziosa, mi avvicinai alla finestra, e la aprii piano, guardandomi attorno con circospezione. |
Altea si affacciò dalla finestra e guardò in basso nel cortile, come indicatole da Irko.
E con suo grande stupore vide qualcosa di incredibile. Oltre un cancello di ferro, che delimitava appunto il cortile della reggia, si estendeva una vasta foresta, attraversata dal fiume Volotronus e racchiusa dalle alte montagne circostanti. Ma la cosa più stupefacente erano le bizzarre costruzione che si ergevano in quel luogo. Poderosi dongioni dalle fattezze simili a quelle dei pezzi degli scacchi. http://www.wallpapersis.com/wallpape...ft-600x800.jpg |
Clio si affacciò alla finestra, ma non vide nessuno.
L'Oriente si stava schiarendo ed ormai il Sole era prossimo a sorgere. L'aria però non era molto limpida ed una vaga foschia, silenziosa ed inquieta, aleggiava sulla piana. Poi, ad un tratto, un bagliore. Fulmineo e spettrale. Qualcuno entrò lanciandosi sulla ragazza. Ma Clio, abituata a non abbassare mai la guardia, istintivamente fece qualche passo indietro, come a schivare qualsiasi possibile attacco e senza lasciar cadere la pistola dalla sua mano. Qualcuno era però entrato nella camera. La piratessa intravide allora, confuse nella penombra, due figure davanti a lei. Ma le armi che impugnavano tradivano la loro presenza brillando in modo sinistro in quella semioscurità. |
Ciò che mi apparve fu qualcosa di incredibile ... sembrava una scacchiera costruita con gli elementi naturali..allora avevo ragione quando dissi a quel luogotenente se era il gioco di dama..e mi insospettii..Syndac aveva mentito quando dissi l' uomo aveva asserito ero perfetta per fare la regina ed essa disse era un donnaiolo..era una copertura forse.
Guardai nel corridoio e mi avvicinai alla camera di Irko, Miseria e Lainos bussando.."Ho visto..domani chiederemo..ma state tranquilli e cerchiamo di riposare". E tornai veloce nella mia camera e guardai quello scenario e mi venne in mente la donna mi chiese se volessi entrare nelle loro milizie e l' uomo precisò non vi era nessuna guerra..eppure nel gioco degli scacchi vi erano due schieramenti..scossi il capo. Andai nel bagno e mi immersi nella vasca e alzai i capelli sbuffando, certo ne saremmo usciti indenni. Poi mi avvolsi in un telo e riempii una tinozza di acqua calda e presi un unguento profumato e gettai i capelli lavandoli, l' acqua si fece scura e mi guardai allo specchio..eccomi bionda come prima..a questa ora sarei stata lontana dal fiume invece il fato voleva io fossi li..e un motivo doveva essere..avrei detto solo una vanità femminile presa da una donna e poi svanita subito. Aprii la sacca e presi la camicia da notte, tolsi i vestiti da falsa avventuriera e la indossai e dalla sacca estrassi un fazzoletto di batista..vi era il suo profumo...il suo profumo così familiare..leggero e delicato ... era come brezza mattutina..era il profumo avrei voluto tanto inondasse le mie mattine per rendere la giornata magica e speciale. Lo guardai e sorrisi leggermente riponendolo nella sacca e spensi la lampada ad olio e mi addormentai. |
Burmid....non lo conoscevo così bene da poter dare un giudizio su di lui...in quel breve periodo passato con Velv e Nettuno....avevo solo fatto congetture, niente altro.......entrai con lui nella stanza dove pensai lui si ritirasse a pensare o a lasciar libera la sua gabbianella.......mi sedetti docile su una delle poltrone da lui indicatami......avevo poco da reclamare.....da urlare o da fare ogni sorta di capriola..per uscire da quel posto.......dovevo rimanere calma....e riuscire a percepire di quell'uomo ogni cosa.........molto spesso non erano le armi a mettere con le spalle al muro il nemico...sempre se del nemico stessi parlando...ascoltai Burmid......" Bene...volete sapere cosa penso di Velv....sono sincera...e' un uomo galante, piacevole il suo aspetto....ma in termini strategici, cosa potrei dirvi....l' ho incontrato due giorni prima di incontrare voi.......e se qualcuno mi chiedesse un parere su di voi.....direi che amate la vostra nave, ne andate fiero...e la vostra Gabbianella....da cui vi separate solo quando siete in questa stanza....avete paura di perderla...e come darvi torto......la paura e' la cosa che frega tutti gli esseri umani.......Ora ditemi...dov'e' De Gur....e se lui non e' qui, non capisco a cosa vi possa servire io......vi ho sentito parlare delle due donne che proteggono il traditore....ma vedete loro hanno un legame con Guisgard, loro per lui farebbero qualsiasi cosa......io invece per voi non farei nulla...e sapete perchè ?.......perchè a me di Guisgard non interessa nulla........potete prenderlo...ucciderlo, lasciarlo libero......poco mi importa......e ora....vi chiedo di vedere mio marito......".....Passavo le serate a giocare a scacchi con Pileo......alle volte le mosse sembrano quasi materializzarsi..agli occhi attenti di un bravo giocatore.....la cosa importante era...non farsi prendere dall'emotività.....a costo di sembrare spietata.....
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Nessuno. Possibile?
Restai immobile, guardandomi attorno circospetta. D'un tratto, una luce e dei rumori. Balzai rapida all'indietro. Qualcuno era entrato, due persone, anzi.. armate per di più. Cosa diamine stava succedendo? Non mi importava, qualunque cosa fosse, non prometteva niente di buono. Non attesi nemmeno un istante, sparai rapidi colpi ed estrassi il pugnale nascosto nel corpetto, nel caso non li avessi colpiti dovevo essere pronta a combattere. Ma chi diavolo poteva essere? Ci avevano seguiti? Scoperti? Indietreggiai ancora. "Boow.." chiamai, senza staccare gli occhi da quella minacciosa penombra. |
Altea si addormentò in breve tempo, anche per la stanchezza del viaggio, ma il suo sonno non fu tranquillo.
Sognò infatti strani luoghi e poi, infine, quell'inconsueto scenario che ricordava gli scacchi. Vide una grande scacchiera e tante figure dai movimenti innaturali. Ed in mezzo ad esse si accorse di un fiore. Vago, confuso, statico. Sognò fino al chiarore del nuovo giorno, quando l'alba la destò. Poco dopo anche la reggia si svegliò, con i suoi suoni e le sue voci. Il cortile già pullulava di servitori e valletti. |
Fu un attimo.
Clio pronunciò quel nome per chiamare Guisgard e nello stesso istante le due figure armate scattarono contro di lei, attaccandola. Avevano lunghe ed affilate lame che con temibile abilità fecero vibrare contro la piratessa. Cominciò quello che sembrava un assalto all'ultimo sangue. |
"La scacchiera creata da strana natura
molti personaggi si muovevano attorno a me..non riuscivo a muovermi. Mi guardavo la veste..ma non capivo chi fossi quando vidi un fiore..corsi verso quel fiore..ma più correvo e più non lo raggiungevo". Mi svegliai di colpo scossa...il sogno..forse era suggestione..ma quel fiore era un caso o era un segno. Piano piano tutta la corte si svegliò e mi alzai, mi rimisi le vesti da mercenaria e uscendo bussai alla porte degli altri.."Svegliatevi presto..state bene?". |
Evidentemente avevo perso la mia buona mira, visto che nessuno dei colpi che avevo sparato sembrava aver centrato il bersaglio.
Maledette pistole! Imprecai tra i denti, lanciandola a terra. I pugnali erano sempre più affidabili. "Va bene.." Mormorai appena, con un sorriso. Così iniziai a combattere, colpi rapidi, veloci e precisi. |
Sembravano ombre.
Ombre figlie della notte quelle figure. Infatti i colpi sparati da Clio sembrarono attraversarle senza ferirle. Poi la piratessa cominciò ad usare i pugnali per difendersi e rispondere ai loro attacchi. Ma quelle due figure combattevano con una tale maestria che quasi prevedevano i colpi, per quanto rapidi e precisi, della ragazza. Poi ad un tratto la porta si aprì di colpo ed entrò Guisgard. Il presunto duca, sena indugiare, si lanciò contro le due misteriose ombre, affiancando Clio in quello scontro. Ma anche i colpi del presunto Taddeide sembravano inefficaci. Poi i rumori di quella lotta attirarono l'attenzione del proprietario. Si accesero le luci al pianterreno e poco dopo il locandiere ed il suo cane salirono al primo piano. A quel punto le due figure si lanciarono dalla finestra e svanirono nella notte. Ma prima di andare, una delle due, fissando Guisgard e Clio, disse: “L'idolatria è peccato e Dio non la lascerà impunita.” |
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