"Perfetto, metti in viva voce...sai quell'Ispettore era un po' deficiente, magari voleva farsi dire qualcosa da Fessen e potrebbe essersi inventato tutto" ridendo.

La commessa mi rivolse un altro sorriso smagliante e poi raggiunse la direttrice della boutique.
Quest'ultima mi chiamò a colloquio, alcuni minuti dopo, così presi un altro profondo respiro ed entrai nell'ufficio.

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Montes si collegò con il loro infiltrato nel commissariato.
"Sono io, Montes..." disse il capo della Yuve "... non hai nessuna novita per me, Ochalos?"
"Salve, gran capo..." l'altro "... si, ci sarebbero delle novità..."
"Ti ascolto."
"Purtroppo non posso dirti molto..." fece Ochalos "... c'è un certo video... pare abbia a che fare con Fantamas, ma solo il questore, il commissario e l'ispettore Goaz lo hanno visto..."
Altea ed Hunt ascoltavano grazie al vivavoce.

“Beh sei tu l’esperto, no?” Sorridendo complice a quella battuta di Fessen.
Così, insieme, ci dirigemmo verso il commissariato mentre la città si svegliava.
Ero davvero curiosa di scoprire cosa ci fosse dietro tutta quella storia.

Gwen entrò in un ufficio laterale, dove ad una scrivania c'era una donna abbigliata in modo elegante, ma sobrio.
"Prego, si accomodi..." disse la direttrice "... ho letto il suo questionario... lei ha avuto già esperienza in questo settore... come mai non ha più lavorato in questo campo, ed ora vuol tornarci?"

L'auto di Fessen e di Destresya arrivò così al commissariato.
Scesero ed entrarono.
Qui lui chiese del criminologo Masper e con la sua segretaria furono condotti in un ufficio al primo piano, dove trovarono l'esterto, insieme a Goz ed a Loi.
"Benvenuti." Disse il criminologo al giornalista ed alla sua segretaria.
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Una donna elegante mi attendeva in ufficio.
Mi sedetti di fronte a lei e mi preparai al colloquio.
"Oh, beh, sono appena arrivata in città, effettivamente" con un vago sorriso.
Non la verità, ma la più comoda bugia.
"E avendo esperienza in questo campo, era per me il modo più comodo per sperare di trovare subito lavoro" annuendo.

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“Capisco...” disse la direttrice a Gwen, annotando ogni cosa “... e mi dica, di cosa si occupata in quest'ultimo periodo?”

Ecco.
Per quanto si possa essere preparati, arriva sempre quella scossa che ti suggerisce che non lo sei mai abbastanza.
Cercai comunque di non far trapelare alcuna emozione.
"Intrattenimento" dissi solo, con espressione tranquilla.
"Organizzazione, soprattutto" troppo vago forse, ma speravo di essere convincente a sufficienza.https://uploads.tapatalk-cdn.com/201...1c5ad7e4a9.jpg

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"Intrattenimento... organizzazione..." disse la direttrice fissando Gwen "... ossia? a fatto l'animatrice turistica?"

Arrivammo al commissariato, e chiedemmo del criminologo che aveva contattato il mio capo.
Lui ci ricevette poco dopo, era un uomo cordiale e distinto.
Mi sedetti accanto a Fessen e restai in silenzio, dato che io ero lì solo per accompagnarlo.

"Organizzazione di eventi" risposi, con tono sicuro, mentendo di nuovo.
Ma le bugie a fin di bene erano legittime, giusto?

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“Quindi...” disse Fessen apparendo comunque a suo agio “... a cosa devo questo invito?”
“Diciamo perchè lei è una persona al corrente dei fatti.” Il criminologo.
“Ossia?”
“Lei è riuscito ad intervistare l'uomo più misterioso al mondo.” Fissandolo Masper. “Per questo è stato convocato. Ci piacerebbe sapere come ci è riuscito.”
Goaz era presente e non smetteva di guardare Destresya in maniera poco appropriata. Sorridendole.
“L'ho già detto all'ispettore...” Fessen “... è stato Fantamas a contattare me.”
“Perchè proprio lei?”
“Bella domanda...” ridendo Fessen “... quando lo risentirò, allora glielo chiederò.” Sarcastico.

"Sia più precisa..." disse la direttrice a Gwen "... organizzava cerimonie? Ricevimenti? Matrimoni?"

Oh, accidenti!
Ma una risposta sola non bastava?
"Sì, esattamente" annuendo, sempre sicura e convincente.

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"Bene." Disse la direttrice annotando tutto. "Bene... quando vuole cominciare il suo periodo di prova? Dopo poi vedremo come si sarà trovata con noi."

Oh, finalmente.
"Se vuole anche subito, sono disponibile" sorridendo "Ma se è troppo presto, ci sarei già da domani."

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"No, oggi va benissimo." Disse la direttrice a Gwen. "Siamo a corto di personale. Torni di là e le commesse le daranno un'uniforme, per poi spiegarle l'abc del suo lavoro qui per ora."

"Ottimo! Farò del mio meglio, signora, la ringrazio" alzandomi con un sorriso.
Poi tornai in negozio ad avvisare le commesse.
Era una sensazione meravigliosa, questa.
Sapere che avevo la possibilità di ricominciare, di farmi una nuova vita, una vita di cui non dovermi vergognare, una vita per la quale non avrei dovuto mentire.
Mi sentivo bene, infinitamente leggera.

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Le commesse diedero a Gwen un'uniforme e cominciarono a spiegare come muovere i primi passi nel negozio ed in quel mestiere.
Le clienti non mancavano, quasi tutte diun certo ceto sociale e la merce in vendità era di altissima qualità.
Buona parte della giornata, così, trascorse serena, lavorando, ma trasmettendo a Gwen un senso di soddisfazione e benessere.

Indossai la bellissima uniforme, che quasi inaugurava il mio ritorno ad una vita normale ed iniziai a farmi spiegare tutto ciò che dovevo sapere per poter lavorare al meglio.
Non mi accorsi proprio della giornata che passò, impegnata com'ero a servire le varie clienti, tutte molto eleganti, di classe e naturalmente ricche.
Ma mi sentivo bene.
Felice, soddisfatta, appagata.
Certo, non era ciò per cui avevo iniziato a studiare, fino ad un anno fa, ma era un inizio.

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C’era anche l’ispettore a quell’incontro, e la cosa non mi piaceva affatto.
Non mi piaceva il modo in cui mi guardava, tanto che tenevo gli occhi bassi.
Ascoltavo interessata quella conversazione, volevano sapere di Fantamas, di come avesse fatto a contattarlo.
Già, me lo chiedevo anche io, ma Fessen aveva detto che era stato il criminale a contattare lui.
Lanciai una lieve occhiata a Fessen, che non perdeva mai il suo charme.

Ad un tratto, verso il pomeriggio arrivò un uomo anziano, subito salutato dalle commesse con rispetto.
“E' il gran capo...” disse una di quelle a Gwen.
Ma lei lo riconobbe subito: era il padre di Elv.

"Perchè mai" disse Goaz a Fessen "quel criminale avrebbe dovuto contattarla?"
"Bella domanda..." ridendo il giornalista "... forse perchè sono simpatico."
"Cerchi diessere serio, la prego..." Masper "... la faccenda è molto complicata..."
"Perchè non mi mostrate quel video?" Chiese Fessen, per poi guardare Destresya.

Verso il pomeriggio, sentii una voce anziana e il saluto rispettoso delle commesse.
Mi voltai... E congelai sul posto.
Era il padre di Elv.
Ebbi la conferma che quella per cui Elv lavorava era davvero l'azienda di famiglia.
Dovevo fare finta di niente, soprattutto negare, negare sempre, se avesse detto qualcosa.
Così mi avvicinai a passo tranquillo e disinvolto, come se nulla fosse.

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Fessen era davvero incredibile, manteneva il suo autocontrollo come se niente fosse, anche in questa situazione.
Chiese di vedere il video e mi sembrò una cosa sensata.
Poi finalmente mi guardò e sorrisi dolcemente, in modo rassicurante, come a dirgli che io ero sempre lì, accanto a lui.
Come sempre, del resto.

Il padre di Elv controllò i registri, discusse per un pò con la direttrice, poi salutò le commesse, dove fu presentata la nuova assunta, cioè Gwen.
"Benvenuta a bordo, signorina." Disse sorridendo e dandole la mano.

Controllò la situazione, discusse con la direttrice ed infine gli fui presentata.
Presi la sua mano sfoderando il sorriso più smagliante che riuscissi a trovare in repertorio.
"Grazie mille, signore. Sono certa che mi troverò benissimo qui" risposi, con tono sicuro, cercando di non pensare a quella notte, sebbene tutto fosse stato interrotto dall'intervento provvidenziale di Elv.

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"Bene, io credo di aver concluso qui." Disse il padre di Elv.
Ma prima di uscire si voltò verso Gwen, fissandola con una certa insistenza.

"Arrivederci!" lo salutai.
Ma poi, vidi che si era voltato a guardarmi, con insistenza.
Ecco.
Lo sapevo.
E se ora avesse detto tutto?
Calma, dovevo stare calma.
"Ha bisogno di qualcosa, signore? Posso esserle utile in qualche modo?" con tono solerte ed un sorriso tranquillo.
Dovevo mantenere la calma.

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"Lei ha una faccia conosciuta..." disse il padre di Elv a Gwen "... ha un che di familiare... non ci siamo già visti?" Pensieroso.

Calma.
Calma.
"Oh, non credo, signore" sorridendo mortificata "Non sono da molto in città, non conosco nessuno qui..." con un risolino imbarazzato.
"Ma molti mi dicono che ho un viso molto comune, sarà questo" aggiunsi, sorridendo.

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L'uomo guardò ancora Gwen, per poi scuotere il capo.
"Mah, mi sarò sbagliato..." disse "... come non detto. Buon lavoro, ragazze." Ed andò via.

Trattenni il fiato quando ancora mi guardò, per poi sospirare di sollievo quando andò via.
Bene.
Era andata.
Ora potevo tranquillamente tornare a lavorare, senza ansie e preoccupazioni.

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La giornata proseguì senza scossoni, tranquilla e piacevole, fino alla chiusura del negozio.
Poi le commesse andarono a casa.
Compresa Gwen.

Continuammo a lavorare, tranquille ed in un clima pacifico e rilassato.
Non avrei potuto chiedere di meglio.
Arrivò l'orario di chiusura, così tutte quante tornammo a casa, me compresa, che varcai la soglia del nostro appartamento stanca sì, ma soddisfatta.

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Gwen tornò a casa, trovando Lizzie davanti alla tv.
Era una sera limpida, più fredda della precedente, con un vento che soffiava, si attenuato dai palazzi, che però schiariva il cielo serale.
"Ehilà..." disse Lizzie "... dov'eri? Stamattina al mio risveglio non c'eri." Fissandola. "Come siamo in tiro..."

Anche la sera era limpida, frizzante, chiara.
Tutto appariva più bello stasera.
Lizzie era davanti alla tv e mi chiese dove fossi stata.
"Beh, te lo avevo detto di quel negozio, no?" dissi, raggiungendola.

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"Aspetta..." disse Lizzie sorpresa "... l'hai fatto davvero? Sei andata a farti assumere? Tu sei pazza..." divertita "... dai, raccontami tutto..." a Gwen.

Ridacchiai.
"È andata molto bene, sono in prova e ho iniziato oggi, subito. Sono molto soddisfatta di com'è andata" sorridendo "È uno di quei negozi super lussuosi pieno di vestiti costosissimi e donne ricchissime" ridacchiando.
"È l'uniforme è davvero bella" mostrandogliela.

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