“Beh, certo certo...” disse Tyson a Clio, ritirando la mano “... beh, noi... intendo io ed il mio socio... siamo una squadra... e molto efficiente... siamo i migliori... il terrore di ogni fantasma, demone ed entità varie.” Annuendo. “Comunque... direi di fare un sopralluogo a casa sua e cercare di comunicare con questo fantasma... capire cosa vuole...”

Lo guardai sorridermi e avvicinarsi.
Ridacchiai divertita, ma poi i miei occhi si legarono ai suoi, mentre il suo volto era vicinissimo al mio e potevo quasi sentire le sue labbra sulle mie.
Venimmo però bruscamente interrotti da strani rumori.
Guardai Elv un po' spaventata e mi strinsi al suo braccio.
Volevo stare fuori da queste cose, non finivano mai bene e non volevo tra l'altro che la nostra serata andasse in fumo così.

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Quell'uomo cominciava a darmi sui nervi.
"Non c'è nessuna casa, la presenza del fantasma l'ho sentita qui intorno, al caffè nella piazza.. e ve l'ho detto cosa vuole: vendetta..." sospirai, esasperata "Vuole per favore dirmi che cosa potete fare, concretamente.." alzandomi "O devo trovare qualche altro studio un po' più professionale?" con l'aria di chi è abituata a dare ordini.
"Perché le assicuro che non ho tempo da perdere..." guardandolo gravemente.
Avevo una missione da portare a termine e stavo lì con quell'allocco per non si sapeva quale motivo.
Chissà se il socio sarebbe stato meglio.
Se andava d'accordo con quel tipo viscido, non avevo molte speranza.

“Aspetta qui...” disse Elv a Gwen, per poi correre nel vicoletto.
Allora la ragazza udì altre grida e nuovi rumori.
Come se anche il motociclista ora prendesse parte alla rissa.

"Elv!" lo chiamai, cercando di trattenerlo dal braccio, ma fu tutto inutile.
Affondai il viso nelle mani sentendo che, molto probabilmente, in mezzo alla rissa c'era anche lui.
Possibile che una serata non potesse andare decentemente?

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“E sia...” disse Tyson di fronte alla reazione di Clio, che tradiva la sua indole di musa e regina “... ora credo di aver compreso... quindi immagino si tratti di un caso di fantasma che perseguita una persona, cioè lei, non una casa o altro luogo...” annuendo “... venga... cercherò di... di... insomma di captare energia negativa sul suo corpo...” sbavando.

Le grida, i rumori, tutto era chiaro, si trattava di una rissa vera e propria ed Elv ne era nel mezzo.
Gwen si disperava e rammaricava, visto che solo un attimo prima era felice tra le braccia di quel ragazzo.
All'improvviso un colpo di pistola proveniente dal vicoletto gelò il sangue nelle vene di Gwen.

"Vedo che ci è arrivato..." alzando gli occhi al cielo "È me che perseguita.." serrando la mascella per nascondere il tono alterato che avevo.
Nonostante avessi millenni di vita alle spalle, la pazienza non era mai stata tra le mie virtù.
Ora poi che il destino della galassia dipendeva da me, a maggior ragione.
Presi un profondo respiro, ora ero lì, ed era l'unica pista che avevamo, anche se non ne vedevo l'utilità.
A quelle parole di Tyson però, non riuscii più a trattenermi, e i miei occhi ghiacciati, distanti, implacabili incontrarono i suoi dietro quegli spessi occhiali.
"Azzardati a toccarmi, e finisci all'altro mondo.." sentenziai, con aria fredda e implacabile.

Se un attimo prima quello sembrava un pestaggio, ora si era trasformato in una rissa ed Elv vi era in mezzo.
Perché doveva andare tutto storto?
Perché le cose non potevano semplicemente fluire lisce come l'olio?
Come lo squarcio di un tuono nella notte, un colpo di pistola echeggiò rimbombando nel vicoletto, paralizzandomi e facendomi gelare il sangue nelle vene.
Non riuscivo a pensare, riuscivo solo a risentire quello sparo tornarmi in testa e farmi pensare al peggio.
"Elv..." sussurrai pianissimo.
Non sapevo che fare, mi guardai intorno, mi decisi e mi avvicinai all'angolo del vicoletto, cercando di sbirciare senza essere vista, per assicurarmi che Elv stesse bene.

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Tyson restò sorpreso da quella reazione di Clio.
“Ehm, non capisco...” disse arrossendo nervosamente, mentre Vale abbaiava per farlo indietreggiava “... lei ha frainteso...”
Ad un tratto qualcuno bussò alla porta.

Il mio sguardo rimetteva a posto Leader Supremi di Galassie sconosciute, Generali di flotte stellari, senatori del consiglio.. e ora anche un piccolo e insignificante essere umano.
Conoscerò poco degli umani, ma quel tizio mi stava dando sui nervi.
Non addolcii lo sguardo, lasciai che lo squadrasse in tutto il suo squallore.
Fortunatamente per lui, qualcuno bussò alla porta.

Gwen si affacciò nel vicoletto.
Vide diverse sagome che si muovevano confuse nella penombra tra il buio e la luce di un lampione.
Poi la sirena della polizia in lontananza e tutti scapparono via, lasciando due corpi a terra.
No dei due fu riconosciuto da Gwen.
Era Elv.

Qualcuno suonò alla porta e Tyson, quasi a rompere l'atmosfera che si era formando con Clio, corse ad aprire.
Era il postino che gli lasciò un pacco.
“Che stranezza...” disse Tyson guardandolo “... chissà chi lo spedisce e cosa c'è dentro...”

Intravidi due sagome, ma era troppo buio per poterle distinguere.
Le vidi solo scappare al suono di una sirena della polizia, lasciando due corpi a terra.
"Elv!" urlai, in un grido soffocato, mentre in un istante ero già china su di lui, col volto rigato dalle lacrime "Elv... Rispondimi, ti prego..." mormorai, in mugolii confusi e spaventati, con le mani che tremavano mentre gli accarezzavano il viso.
Non potevo perderlo, non ora che lo avevo appena trovato.

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Fortunatamente se ne andò, e corse ad aprire la porta.
Era il postino.
Alzai gli occhi al cielo.
Scambiai un'occhiata con Vale e sospirai.
Guardai il pacco.
Poteva essere una coincidenza? O poteva magari essere qualcosa che aveva a che fare con noi?
"Beh apritelo.." dissi soltanto.
Dopo quel pacco, probabilmente me ne sarei andata, non capivo cosa potesse fare per me quell'essere.

Gwen, disperata, era china su Elv riverso a terra.
Poi, tra le lacrime, la ragazza sentì il teppista lamentarsi.
Era ferito, ma vivo.
Finalmente arrivò la polizia e subito fu fatta chiamare un'ambulanza.
Accanto ad Elv stava steso un altro uomo.
Si trattava di un vecchio.
Gwen lo riconobbe.
Era lo stesso visto all'università che favoleggiava e poi cacciato.

Il tono perentorio ed autoritario di Clio spinse Tyson, ancora frastornato ed imbarazzato, ad aprire il pacco.
Dentro vi trovò degli occhiali.
“Occhiali...” disse lui “... semplici occhiali... manco di marca poi...” li indossò al posto dei suoi “... non sembrano neanche graduati... mah... sarà uno scherzo...”
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Guardai il contenuto del pacchetto, erano degli occhiali.
Possibile che fossero occhiali che potevano servirci? Dopotutto potevano servire a identificare noi.. come ci chiamavano gli umani? Ah, si: alieni.
"Permettete?" chiesi, ma senza aspettare risposta li sfilai all'omino e li indossai.
Se rischiavano di mettermi in pericolo, era meglio che li avessi io, e non un tizio del genere.
Una volta indossati gli occhiali, guardai verso Vale, chiedendomi come l'avrei vista.

Clio prese gli occhiali e li indossò, cercando di capire a cosa potessero servire.
Guardò Vale, ma senza notare nulla di strano.
Attraverso i vetri di quegli occhiali tutto appariva immutato, normale.
“C'è un biglietto...” disse Tyson guardando nella scatola “... c'è una frase tratta dal Vangelo di Matteo...”
E lesse ad alta voce:

"Se dunque il tuo occhio è singolo, tutto il tuo corpo sarà illuminato".

Niente, non cambiava niente.
Poi quel biglietto.
Allora tentai e provai a chiudere un occhio per vedere se cambiava qualcosa.

Clio provò a chiudere un occhio, ma nulla cambiò nel vedere attraverso quegli occhiali.
“Forse si tratta di uno scherzo...” disse Tyson “... non capisco... o magari è la pubblicità di qualche ottimo... forse ora distribuiscono campioni gratuiti casa per casa...”

Guardai quegli occhiali delusa.
Eppure qualcosa dovevano pur dire.
"Sarà, ma a me piacciono..." annuendo "Ve li compro, Tyson.." posando alcune banconote sul tavolo.
"Tengo anche il biglietto se non vi dispiace.." annuendo e prendendolo.
"Bene, messere..." con tono freddo eppure cortese "È stato un piacere.." mentii, avviandomi verso la porta.

“Oh, bene...” disse Tyson a Clio, quasi incredulo per averci guadagnato su quegli occhiali apparentemente così inutili “... contenta lei... aspetti... va via? Ed il fantasma che la perseguita?”

"Beh, non mi sembra mi abbia illustrato un metodo con cui intende braccarlo, no?" Alzando un sopracciglio "Non posso spendere i miei soldi sulla fiducia, le pare? Mi aspettavo un po' più di professionalità... visto che siete una squadra formidabile a sentire lei.." sospirai "Ma tant'è..".

“Beh, le possiamo assicurare massimo impegno.” Disse Tyson a Clio con orgoglio. “Siamo i migliori e risolveremo il suo problema. Il mio socio ed io.” Annuì. “Appena tornerà gli parlerò del suo problema e lui troverà la giusta soluzione.”
“Bravo!” Esclamò Vale.
“Eh...” sorpreso Tyson “... chi ha parlato? Ha sentito?” A Clio. “Mi è sembrato di udire una voce... mi sarò sbagliato?”

La leggenda dello Scorpione di Giada
 

Che sperare nel socio di quel tizio fosse la cosa migliore?
Beh ormai ero arrivata fin li, e mi ero dovuta sorbire Tyson, tanto valeva provare.
"E questo vostro socio quando tornerà?" Chiesi, con insofferenza.
Poi Vale parlò e per poco non mi venne da ridere improvvisamente.
"Sarà un fantasma, messer Tyson.." divertita.

Tyson guardò Clio come chi è stato appena preso in giro.
“In verità con precisione non so...” disse “... immagino non tarderà più di tanto, visto è impegnato ormai da diverse ore con uno dei nostri esperimenti sul paranormale...”

Dacey passò la chiamata sul telefono del direttore Symminel, ma questo era occupato.
Dunque avrebbe dovuto lei fissare un appuntamento con Ansal per un incontro col direttore.

Raimonde arrivò e vide camminare vicini Altea e l'uomo mascherato.
Guardò la donna con rabbia, per poi fissare l'uomo.
“Prego, signore...” disse con falsa cortesia “... vi accompagnerò al tavolo da gioco...”
“Grazie.” Annuì l'uomo misterioso.

Vidi rabbia e gelosia nel volto di Raimonde..in quel momento provai quasi una sorta di rivincita e mi sentivo al sicuro vicino all'uomo misterioso. .lo aveva detto lui che nulla mi sarebbe successo. Ci sedemmo al tavolo da gioco e il mio braccio si avvicinò al suo..un contatto fisico e mentale..la mia gamba sotto il tavolo si pose leggermente sopra la sua e sorrisi maliziosamente guardandolo e dissi a bassa voce."Spero di non distrarvi e farvi perdere monsieur..magari invece della vincita se sarò fortunata mi donerete la libertà. .vicino a voi" con tono basso e caldo.

Rimasi lì a deliziarmi di quella melodia, finché non cessó ed udì dei passi, allora mi spostai appena per evitare sconvenienti, avrebbe potuto sentirmi e non era il caso di farsi trovare a curiosare.

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" Ehm mi dispiace ma il signor Symminel al momento é impegnato" un attimo in difficoltà per quell'imprevisto.
" Posso fissarle un appuntamento presso la redazione?" e rapida presi l'agenda per assicurarmi quando il direttore fosse libero.
" Le sarebbe possibile venire qui questo pomeriggio alle ore diciassette? Le assicuro che è molto importante."


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Cercai di nascondere il mio sorrisetto divertito nel vedere l'espressione di Tyson.
"Oh interessante..." sorridendo, un sorriso rassicurante "E di che esperimento si tratta, se posso chiedere?".

Mi illuminai quando mi accorsi che era solo ferito.
"Ehi... Va tutto bene, l'ambulanza sta per arrivare..." dissi piano, mentre sorridevo e gli accarezzavo il viso.
Speravo lo portassero all'Ospedale centrale, poiché era lì che, a volte, facevo tirocinio come infermiera e avrei potuto benissimo occuparmi io di lui.
Guardai poi accanto ad Elv e riconobbi il vecchio che c'era all'università.
Non mi fu difficile allora capire le dinamiche della faccenda.
Probabilmente quei due se la stavano prendendo con lui, Elv era intervenuto per difenderlo e si era beccato la pallottola.
Speravo che si potesse fare ancora qualcosa per lui, ma il mio pensiero ora era rivolto ad Elv.

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Quel contatto inebriante della gamba nuda di Altea su quella del pantalone del miliardario strappo' al misterioso individuo un sorriso compisciuto.
"Se perdessi anche tutti i miei milioni" disse "sarei comunque fortunato, visto ho avuto il privilegio di assaporare le tue labbra..." guardandola negli occhi.
"Fate il vostro gioco, signori..." l'uomo alla roulette.
"Suggeriscimi un numero, piccola..." l'uomo mascherato ad Altea "... magari il tuo preferito..."

Nyoko era sempre accanto alla porta di quella camera, sentendo dal suo interno un rumore di passi.
Poi ad un tratto udi' canticchiare di nuovo le note di Blu Moon.
Era la voce di un uomo piuttosto giovane.

La guardai con gli occhi smeraldini.."Solo le mie labbra? Dunque volevate solo questo da me?" abbassando lo sguardo, ero stata una sciocca a crederci e mi ripromisi di non cedere più.
Poi lui mi fece quella domanda.."Il mio numero preferito?E' il 12, monsieur" dissi con volto serio e rabbuiato..era come mi trovassi nuovamente nella penombra ma dell' animo e del cuore.

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Sentivo i passi all'interno della stanza e poi udì canticchiare la stessa melodia. Sembrava la voce di un ragazzo giove e all'idea sorrisi. Cosa lo teneva sveglio? Chi era? Gli sarei sembrata maleducata se avessi bussato?

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"Beh, non e' che abbia molto da fare in questo periodo..." disse Ansal a Dacey "... pero' se dite che e' cosa cosi' importante... e sia... sono le otto del mattino, sbrighero' alcune commissioni e nel pomeriggio all'ora stsbilita saro' da voi al giornale." E stacco'.
In quel momento dal suo ufficio arrivo' Symminel.

"Beh, si tratta di un esperimento scientifico..." disse Tyson a Clio "... molto importante in verita'... il mio socio ha scelto due volontari... studenti universitari per stimolare le loro qualita' psico cerebrali... capire insomma quali individui hanno facolta' extrasensoriali..." sorridendo.