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Ascoltavo tutte quelle parole messe assieme ed esclamai..."Gli dei..devono avermi fatta nascere in un giorno quando il Sole nacque ad Occidente!!".
Presi la spada con rabbia..di disgrazie ne avevo già troppe ed uscii di fretta nel giardino e Ismael mi guardò..."Presto vieni con me". Prendemmo due cavalli e gli raccontai tutto sulla spada fino la sentenza di Carjan e raggiungemmo il Calars..."Devo aspettare di mettervi tutti nei guai? Già vi ho messo nei guai e siete qui..lontani dalle persone che amate..". Presi la spada e la gettai nel Calars con rabbia.."Ora avranno fortuna chi la stava cercando...e di spade importanti a questo mondo ve ne sono, questa non farà la differenza...bene Ismael, prepariamoci...salperemo oggi stesso per l' Oriente, chiederemo aiuto a una delle altre città sacre e libereremo Setareh...questo è il nostro compito...questo mondo Occidentale mi ha deluso...non ci apprezza". Tornammo a Palazzo e ordinai a tutti..."Si torna in Oriente, io parto, devo salvare il mio Regno..ognuno è libero di scegliere". Andai in camera mia e ordinai alle ancelle di prepare le mie cose, tutto era pronto...Padre....Madre...sorelle mie..mio caro fratello Nathan...e tutto il popolo di Setareh..la Principessa sta venendo a salvarvi. E in quel momento mi apparvero in mente le immagini del mio fidanzamento con quell' uomo malvagio..niente tentennamenti...solo i deboli hanno paura. Vidi sotto il carretto pronto per andare fino al porto e caricare i miei oggetti. |
La torre era avvolta nell'oscurità circostante e solo l'eco di un corno lontano sembrava destare quello spettrale paesaggio.
Clio passeggiava nervosamente sul camminamento di ronda, gettando di tanto in tanto lo sguardo verso le altre torri che scandivano la cinta muraria, per assicurarsi che i soldati svolgessero con attenzione il proprio turno di guardia. Ma ad un tratto qualcuno corse verso di lei. Erano alcuni dei suoi fidati lupi. “E' apparso di nuovo...” disse visibilmente agitato uno di quelli alla ragazza “... sono tre notti che lo si vede lamentarsi sul camminamento di ronda... e anche stanotte è apparso...” “Dicono sia lo spettro di vostro padre...” fece un altro di quelli. Clio allora con loro corse dove era stato visto lo spettro. Ma non vi era nulla. Poi ad un tratto il rintocco di una campana e la ragazza non vide più i suoi fidati compagni accanto a lei. Una figura allora si mostrò tra le merlature. Prima sembrava essere proprio suo padre, poi invece parve assumere i tratti di un giovane che lei sapeva, in sogno, essere Imone. Fece così per avvicinarsi ma quella figura spettrale si dissolse. Clio vide allora improvvisamente qualcuno davanti a lei. Era Musain. Sollevò la spada e la colpì. La ragazza arrivò solo a vedere la sua maschera di lupo cadere a terra, tagliata in due parti, in una pozza di sangue. Si svegliò di colpo ansimando dopo quell'inquietante sogno. Ormai albeggiava. |
Mi svegliai di soprassalto, con il cuore che scoppiava.
Sospirai, cercando di calmarmi. Come potevo pretendere di riposare bene in quella situazione? Restai ancora un po' nel letto, e quando fui abbastanza riposata mi alzai è chiamai le mie donne per prepararmi. Una volta pronta, uscii dalle stanze per raggiungere la sala grande della rocca, con il mio finto buonumore, dovevo scoprire il più possibile sui piani di Musain e Imperion. |
Oxuid si guardò intorno e lo fece con molta intelligenza........ordinò la birra e l'Oste...come per incanto mi fece arrivare un boccale fresco la cui spuma ..era bianca come la neve.....ma Oxuid non si fermò alla richiesta della birra.......mi parve infastidito....ma chiese all' Oste se da quelle parti ...ci fossero forme femminili......oltre la mia presenza ovviamente......vidi l'oste scuotersi....e senza levare il suo sguardo su di me...farfugliò una risposta che andava dal si..al no...al mi perdoni..........E allora bevendo incominciai ad osservarli.....erano incuriositi....oppure ...erano increduli...mi fissavano perchè non potevano credere ai loro occhi.....allora posai il boccale sul tavolo e mi alzai......." Bene...Signori.....dico anche a voi Oste.......c'e' qualcosa che non va nella mia persona ?........pensate di avermi vista da qualche parte ?.........Potete rispondere......non abbiate timore.......".........mi rimisi a sedere......ed una donna piccolina dalla cucina...piangeva guardandomi...." Oxuid perdonatemi...ma che posto e' questo........".....vidi avvicinarsi il bambino......si tolse il cappello in mia presenza..e con le gote rosse........mi fece segno di seguirlo.....in una parete nascosta ai miei occhi c'era il ritratto di una donna.......la birra cominciò a brontolarmi nello stomaco....e forse incominciai a non respirare......era il mio ritratto.....in tutti i particolari.....solo il vestito era diverso....era di quel color rosso rubino che avevo rifiutato in di provare.........." Chi e'....la Signora in questione.....".....dapprima lo dissi piano...e poi lo urlai con tutto il fiato che avevo in gola....sentii la mano di Oxuid sulla mia spalla......neanche lui sapeva ?
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Clio raggiunse la Sala Grande e vi trovò alcune servitrici intente a preparare il tutto per il pranzo dei loro signori.
“Oh, gli dei benigni...” disse qualcuno per poi avvicinarsi a Clio “... mi hanno esaudita, anche se ormai quasi non ci speravo più... milady... quanto siete bella... siete cresciuta, ma la bellezza del vostro viso e la luce azzurra dei vostri occhi è rimasta intatta...” prendendole le mani. Era Menippa, la sua balia di quando era piccola. La vecchia donna era stata allontanata dalla corte dopo la morte del conte e della contessa, perchè ritenuta troppo legata ai suoi padroni. E Froster aveva deciso di rinchiuderla nella Rocca del Tireo come una delle tante servitrici di quel luogo. Ma ora Clio la rivedeva. “Milady...” in lacrima Menippa “... che bella sensazione rivedervi... rammento come fosse ieri quando portavo voi e vostro cugino a giocare nei giardino del Palazzo Eubeo... per fortuna gli dei vi hanno risparmiata e protetta...” |
A quella repentina decisione di Altea naturalmente i suoi servitori e le sue ancelle scelsero di partire con lei.
Così cominciarono i preparativi, fino a quando la loro carrozza lasciò quel palazzo e poi Amoros. La costa, tuttavia, era alquanto lontana da queste lande ed il viaggio per raggiungere uno dei porti sarebbe stato abbastanza lungo. “Altezza...” disse Ahmed durante il tragitto “... voi siete la principessa ed il nostro compito è obbedirvi... ma come libereremo la nostra terra? Ormai non avete più un esercito, né abbastanza ricchezze per pagare l'alleanza di un'altra delle città sacre che sorgono intorno a Setareh... tornare così in Oriente e morire in questo modo getterà solo ignavia sulla vostra stirpe, Altezza...” Korshid annuì a quelle parole. “Ma come detto” continuò Ahmed “voi siete la principessa ed il nostro compito è obbedirvi.” Guardò dal finestrino della carrozza. “Il viaggio sarà lungo prima di raggiungere la costa... occorrerà fermarci lungo la strada in qualche locanda per far riposare i cavalli, Altezza.” Mormorò il servitore. |
Elisabeth restò a fissare quel ritratto.
Vi era raffigurata una donna vestita con sfarzo e in modo libertino, bellissima e dai tratti sensuali. Ma la cosa più stupefacente era il suo volto. Era in tutto e per tutto simile a quello di Elisabeth. Anzi, fissandolo sembrava proprio il suo. L'unica differenza era il colore dei capelli. Mentre infatti Elisabeth era mora, la donna del ritratto appariva con i capelli quasi rossi. E anche Oxuid alle sue spalle restò a fissare quel ritratto, con palese inquietudine e incredulità nello sguardo. |
Sgranai gli occhi.
Lei? La abbracciai di slancio. "Sono io ad essere felice di vedere che state bene.." Sorrisi "Sapervi qui era un tormento, ma sapevo che il mio signore non vi avrebbe mai fatto del male.." La prudenza non era mai troppa, ma sapevo che lei avrebbe letto la menzogna nel mio sguardo, e avrebbe capito il mio comportamento. Com'era bello incontrare qualcuno di fidato. "Ditemi, come state?" Sospirai "Si, tempi lontani e felici.. Ma Imone è lontano da anni ormai..". |
"Ho detto che chiederò aiuto alle città sacre..e poi ho portato tutto l'oro che vi era a Setareh e vi sono scrigni pieni" mostrai il pugnale.."Aprendo la caverna qui vi è un tesoro inestimabile...raro...ho fatto male a partire ma mio padre pensò solo a far salvare questo pugnale...se ci alleiamo con tutte le città sacre e i regni nostri amici ce la faremo..io non temo la miseria...e poi è colpa mia se la mia famiglia sta nelle segrete di Abrham...volete riposarvi?..Strano per arrivarci qui siamo stati poco dal porto..io rimango in carrozza, inoltra vi avevo dato libertà...io posso partire sola e voi potete stare qui al sicuro..andate a mangiare ora".
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Non riuscivo a staccare gli occhi da quel ritratto.....la differenza tra me e lei erano solo i colori...quello dei capelli......la mia pelle più olivastra...ma dovuta anche al clima dell'Oriente........mi voltai verso Oxuid....e ad una piccola moltitudine di persone che si erano poste alle mie spalle.....fissai la piccola donna che continuava a piangere e se quel ritratto era lì....le volevano bene...era tenuta in considerazione......." Insomma...abbiamo fatto voto di silenzio.....qualcuno avrebbe la compiacenza di dirmi chi e' la Signora che a quanto pare adorate ?....."....rivolta alla donna della cucina..." Vi prego di non piangere più..........e se volete smettete di piangere e parlate voi........Oxuid.....siete sicuro di non sapere nulla ?...i movimenti del vostro viso...dicono il contrario..."......La mia famiglia era di Amoros....e non era una famiglia di ricchi blasonati..eravamo contadini....chi avrebbe messo un nostro ritratto alla parete........ma eravamo andati via da quelle terre.....e se qualcuno...nella mia vita mi avesse nascosto qualcosa ?.....perchè mi avevano cambiato nome e volevano ad ogni costo che io fossi un uomo........" Insomma...non aspetterò in eterno "...
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Oh no, e adesso, cosa fare? chi sarà il loro capo?
Magari ha già letto il libro o sa leggere così scoprirà cosa c'è scritto. Ma si, tanto cosa ha da perdere, ormai, peggio di così, non potrà mai essere. Si rivolge ai due simpatici individui " mi chiamo Grazia, Messeri" Sorride forzatamente sperando di non aver fatto un'altro guaio, tanto ci è abituata. Riflette un attimo e poi chiede " ma chi è il vostro capo? e dove si trova?" Si vede già prigioniera in quel carrozzone. Ma è ancora in tempo a correre via, portandosi via il libro che è ancora nelle sue mani. Però si ferma e aspetta di conoscere il capo, magari la zingara aveva ragione e quella è la sua occasione. Il suo sguardo però va a quello scritto: IL FIORE AZZURRO sarebbe bello trovarlo anche se non fosse magico |
“Altezza, però bisognerà custodire questo pugnale con attenzione.” Disse Ahmed ad Altea. “E' troppo importante per la nostra terra.”
La carrozza intanto continuava il suo tragitto verso le lontane coste. I paesaggi boschivi e montani, pian piano, cominciarono a mutare, fino a mostrarsi diversi, con pianeggianti campagne e le montagne ormai sempre più distanti. L'aria da fresca e gradevole iniziava a farsi più calda e la visibilità del paesaggio risentiva della presenza dell'umidità. Infine, finalmente, lungo la strada apparve una piccola osteria. Qui la carrozza si fermò, permettendo così ai cavalli di riposare e ai suoi passeggeri di mangiare. “Col vostro permesso noi andiamo a mangiare, Altezza.” Ahmed ad Altea. “Volete unirvi a noi? O preferite che vi porti qualcosa qui in carrozza?” |
“Piacere, damigella Grazia.” Disse Rinos con un inchino cortese. “Io sono Rinos e questi è il mio amico Lion.” Guardò poi il suo compagno. “Il capo sarà qui a breve, no?” Chiese all'altro.
“Si, immagino di si.” Annuendo Lion, per poi guardare verso la strada. Infatti erano di ritorno gli altri membri della compagnia. E con loro vi era naturalmente anche Carolon, il capo. “Capo!” Fece Rinos. “Alla buonora! Dove eravate finiti?” “Bah, un lavoro svanito all'ultimo momento.” Borbottò Carolon. “Un buon lavoro. Peccato.” “Ricordate il libro dell'abate?” Domandò Rinos. “Si, certo.” Annuì Carolon. “Perchè? Tanto nessuno di noi è in grado di comprenderlo.” “E invece no.” Sorridendo Rinos. “Vi presento damigella Grazia!” Indicando la ragazza. “Lei è un gamba e sa decifrare il libro!” |
Oxuid guardò il ritratto, poi Elisabeth.
“Non siate sciocca...” disse sottovoce alla sua assistente “... come potrei sapere di questo quadro? E' la prima volta che giungo in queste terre!” “Perdonateci, madama...” la vecchia donna della cucina ad Elisabeth “... vi abbiamo scambiato per un momento per la donna di questo ritratto... ma per fortuna non siete lei... no, non potete... nei vostri occhi leggo bontà...” “Su, tornate tutti ai vostri tavoli!” Il locandiere ai clienti. “Signori, gradite forse altro?” Chiese poi ad Elisabeth e a Oxuid. “Solo due stanze per riposarci un po'.” Rispose Oxuid. “Ripartiremo fra qualche ora.” Così il locandiere assegnò loro due stanze in cui poter riposare. |
“Io sto bene...” disse la vecchia a Clio “... non posso lamentarmi... non ora che gli dei mi hanno permesso di rivedervi, milady...” stringendo le mani della ragazza fra le sue “... e rivedervi mi ha fatto rivivere i tempi passati, i più belli che io abbia mai avuto...” commossa “... si, ser Imone è lontano e da tempo ormai... quasi non ne rammento più il volto... ma se lo vedessi me ne ricorderei di certo...” sorrise “... ma infondo è meglio sia andato via... via da questa triste terra...” le accarezzò il volto “... e voi, ditemi, come state, milady? Siete felice come meritate?”
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Gia' forse Oxuid non ne sapeva nulla.......ma gli altri non potevano non dire nulla.......ma se eravamo due gocce d'acqua........" Era cattiva la signora ?....ha fatto del male.....ma io non ho letto orrore nei vostri occhi...e poi se fosse così perchè tenere il suo ritratto....io lo avrei bruciato.......".....mi allontanai..da quel quadro......ma la sua immagine era immersa nella mia mente....." Vi ringrazio Oxuid.....ho bisogno di riposare...qualche ora mi rimetterà in sesto....."....salii nella stanza che mi fu assegnata.....tolsi la sacca dalla spalla......e mi gettai sul letto........ero stanca.......ero confusa.......qualcuno stava mentendo ...e francamente non sapevo chi....ma quella figura era davanti ai miei occhi........aveva la mia età...........aveva.....nulla...mi addormentai.....ero stanca...
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Alle parole di Ahmed risi di gusto..."Ma se questo pugnale è da quando siamo arrivati che lo porto addosso e lo sapete tutti..non certo per i tesori..a parte questo ho più volte specificato, ma non smetterò mai di ripetermi, che nella grotta ci sono cunicoli e mappe per raggiungere le altre città sacre e distruggere tutta la popolazione..questo vuole Abrham..ed eliminare il culto dei nostri dei...divinità da cui io stessa discendo come tutta la famiglia reale, tranne mio fratello adottivo ovviamente..io discendo da quella della Armonia, Bellezza e Cultura e poi vi sono oggetti magici e potenti..per distruggere i regni vicini cosi il Principe Abrham avrà la tirannia su tutti...e perchè secondo voi cercavo la guardia del corpo? Per divertimento? Ismael penso sappia pure i poteri del pugnale, ha altri poteri ma mio padre, il re, dice è meglio non usarli..solo in casi estremi..Korshid stessa mi benedisse alla Fonte Sacra come Sacerdotessa per proteggere questo pugnale, avete perso la memoria Ahmed?".
Guardai fuori..."Non ho fame, andate a mangiare voi, io ho troppa fretta di partire". Mi misi a leggere un libro di poesie in arabo aspettando tutti ritornassero per partire...ma parlavano d' Amore...tutto era partito da quello...e in me si fissò in mente Abrham e io quando ci giurammo amore nel fidanzamento. Bene....la nostra avventura in Occidente ormai era alla fine...l'importante era appena arrivati in Oriente salvare almeno mio fratello adottivo Nathan...egli con Ismael avrebbero organizzato tutto...come veri guerrieri di Persia. E così mi addormentai sulla carrozza aspettando la imminente partenza. http://i59.tinypic.com/2myupgy.jpg |
Sorrisi alla donna.
"Oh, si.. anche se questa storia dei ribelli mi preoccupa non poco, chissà cos'avranno fatto alla mia casa.." abbassai lo sguardo "No, non voglio pensarci.." Perdonami, ma non posso togliere la maschera nemmeno con te.. tu sai che non sarei mai così calma in questa situazione, tu capivi subito se stavo mentendo.. Sorrisi "Tra poco potrò abbandonare il lutto e inizieranno i preparativi per le nozze.." sorrisi di nuovo, ma era il sorriso di una bambina che ha fatto una marachella "Sono sicura che non appena tutta questa situazione si sarà risolta, tutto andrà per il meglio.." strinsi le mani della donna tra le mie "Potremmo passare qualche tempo insieme, ora che sono qui.. potremmo pregare insieme perché la nostra terra ritrovi la pace.. mi farebbe piacere ascoltare le tue storie come quando ero bambina, ricordo che mi calmavano e riuscivano a farmi dimenticare tutti i dispiaceri..". |
Fu un riposo di sogni inquieti quello in cui si abbandonò Elisabeth dopo essersi stesa sul letto.
Sogni confusi, agitati, strani, senza senso. Sognò quell'osteria dove ora riposava. E poi i volti di tutte quelle persone. Udì nei sogni la voce di quella vecchia della cucina che le parlava di quel ritratto. Ma al suo risveglio Elisabeth non rammentò nulla di quelle parole. Ma in quei suoi sogni rivide ancora una volta la donna del ritratto. Quella donna che sembrava simile a lei in tutto e per tutto,fatta eccezione per il colore dei capelli. Si risvegliò Elisabeth, ritrovandosi nel letto di quella stanza. E al suo risveglio udì una melodia. Qualcuno che strimpellava dal cortile dell'osteria, proprio sotto il suo balcone. E suonando recitava queste rime: “Ricordi la bella maga del castello? Amava la vita e tutto ciò che era bello! Tanto bella da impazzire, da toglierci il fiato, dominava ogni uomo e senza temere il Fato! Nulla gli sapeva negare il bel e nobile barone e quand'ella svanì, folle divenne quel signore! Conosco tante storie sulla bella maga del castello, come quando la vidi nuda e or vivo solo di quello!” |
“Non ho perduto la memoria, Altezza.” Disse Ahmed ad Altea. “Ma credo sia normale essere preoccupati quando si viaggia. Un conto è starsene in un palazzo al sicuro, tutt'altra cosa invece è muoversi per terre che non si conoscono, portandosi dietro un oggetto tanto importante. Ladri e assassini sono ovunque purtroppo.”
Detto ciò, andò poi con gli altri nella locanda per mangiare qualcosa e chiedere al locandiere di condurre i loro cavalli nella stalla per abbeverarli e farli riposare. Dopo circa un paio d'ore la carrozza ripartì, sempre diretta verso la costa. E finalmente, nel tardo pomeriggio, raggiunsero un piccolo porto sulla costa occidentale delle Flegee. Esso era costituito da un'insenatura naturale, racchiusa da un basso promontorio che permetteva alle imbarcazioni che partivano e arrivavano di poter comunicare in modo agevole con le isole Flegeesi, note per essere importanti punti di scalo. “Ora bisognerà trovare una nave diretta in Oriente, Altezza.” Ahmed ad Altea. “Attendetemi qui, mentre io chiederò informazioni in giro.” E proprio in quel momento una grande nave militare stava entrando nel porto, attirando una gran quantità di curiosi. Si trattava di una superba fregata che batteva bandiera di Amlot. Quando fu ormeggiata sul molo, da essa cominciarono a scendere diversi militari. E fra loro si fece notare anche un giovane dall'aspetto distinto ed i modi da gentiluomo. Aveva lunghi capelli bruni, una bella giacca blu ed uno sguardo attento a tutto ciò che lo circondava. Sceso a terra cominciò a guardarsi intorno, per poi notare alcuni marinai presso la banchina. Allora li raggiunse ed Altea non poté fare a meno di udire i loro discorsi. “Salute a voi...” avvicinandosi il giovane ai marinai. “Buongiorno, messere.” Salutarono quelli. “Perdonatemi, sapete se da qui parte un qualsiasi mezzo diretto verso la contea di Lortena?” Chiese poi il giovane a quei marinai. “No, che io sappia...” rispose uno di quelli “... da qui è possibile raggiungere con una certa facilità Capomazda. Poi una volta là vi converrà chiedere come arrivare nelle zone più interne e Settentrionali.” |
Menippa sorrise a Clio e strinse anch'ella le mani di lei nelle sue.
“Si, ora potremo passare un po' di tempo insieme, milady...” disse annuendo “... questo non sarà il Palazzo Eubeo dove siete cresciuta, ma anche in questa rocca passammo del tempo durante la vostra infanzia e dunque non mancano i ricordi felici...” rise appena “... come quando voi e vostro cugino Imone nascondeste quel vostro tesoro sotto il noce nel giardino... eh, non penso voi rammentiate quel giorno, eravate davvero piccola... fu un'idea di vostro cugino... voi l'avevate visto allenarsi con la sua spada di legno e cominciaste a chiederla per voi quell'arma... lui allora la seppellì insieme ad uno scrigno con altri oggetti all'interno... con la promessa di disotterrare il tutto e di aprire lo scrigno una volta cresciuti e divenuti entrambi abili con la spada...” sorrise di nuovo “... giochi ingenui di bambini spensierati...” annuì commossa. “Vecchia!” All'improvviso una voce alle loro spalle. “Perchè infastidisci lady Clio con le tue chiacchiere? Avanti, va nelle cucine ed aiuta le altre a preparare!” Era Froster giunto nella Sala Grande insieme a Musain. “Fallo o ti farò battere a sangue!” Aggiunse con tono minaccioso. “Si, padrone...” chinando il capo la vecchia, per poi andare via. “A proposito...” rivolgendosi Musain a Froster “... mi occorre una lista completa di tutti coloro che vivono in questa rocca.” “Per farne cosa?” Fissandolo Froster. “Voglio conoscere chiunque può muoversi liberamente in questo posto.” Spiegò Musain. “Sapere quanti sono e chi fra loro può entrare ed uscire a piacimento da questa fortezza. E vi sarei grato se potessi avere anche informazioni su di loro. Per sapere così chi in passato era legato ai vecchi conti di Lortena.” “Siete un tipo alquanto diffidente, vero?” Sorridendo Froster. “Sono un tipo prudente.” Fissandolo Musain. “Tutto qui.” “Bene, mi piace ciò.” Ridendo Froster. “Allora, mia cara...” voltandosi poi versi Clio “... vi piace vivere qui? Vi trovate bene? Naturalmente è solo momentanea questa cosa... presto, vi prometto, riavremo il nostro Castello Eubeo. Magari riconquistarlo sarà il mio dono di nozze per voi.” Ridendo nuovamente. |
Nello studio del notaio de Gaitan la tensione cresceva sempre più.
“Avanti...” disse Guisgard fissandolo “... voglio sapere cosa sta succedendo...” “Non capisco a cosa vi riferite.” Mormorò il notaio con indifferenza. “Dov'è finita la mia rendita mensile?” Chiese con tono perentorio Guisgard. “Vi ho già detto che non è qui.” Sbottò de Gaitan. “Ed ora lasciatemi in pace, perchè ho molto da fare.” Guisgard allora, indispettito, si guardò intorno. Prese una ciotola e vi versò dentro del sapone da barba. Poi avvolse il collo e le spalle del notaio in una grossa asciugamano, annodandola dietro la sua nuca. “Guisgard!” Esclamò de Gaitan. “Siete forse pazzo?” “Completamente.” Rispose il giovane. “Ma infondo chi non lo è a questo mondo.” Prendendo un rasoio. “Che fortuna, vero, che il vostro figaro stamani non si sia fatto vivo. Beh, poco male... vi raderò io oggi!” “Ma cosa volete fare?” Intimorito il notaio. Guisgard sorrise. “E va bene!” Esclamò de Gaitan. “Vi dirò la verità... il denaro è finito! Non vi è più nulla per voi!” “Cosa?” Incredulo Guisgard. “Come sarebbe a dire?” “Quel gentiluomo non può più provvedere oltre al vostro mantenimento!” Annuì il notaio. “Ecco, ora sapete come stanno le cose!” “Allora sarà bene che vada finalmente ad incontrarlo.” Deciso Guisgard. “Cosa?” Stupito il notaio. “Ma voi non conoscete neanche il suo nome!” “Sarete voi a dirmelo.” Ridendo appena il giovane. “Ma questo è impossibile!” “Credete davvero?” “Ma sapete benissimo che non posso dirvelo!” Farfugliò de Gaitan. “Per anni” Guisgard insaponando la faccia del notaio “sono stato di una discrezione unica per quanto riguarda il nome del mio casato e le mie oscure origini...smettete di agitarvi o finirò per tagliarvi un orecchio...” cominciando a radergli la barba “... dov'ero rimasto? Ah, si... i miei natali... dunque... come dicevo, essendo stato fino ad oggi di una correttezza lodevole, visto il sostentamento per la mia condizione di figlio naturale, trovo assai scorretto e riprovevole lasciarmi così senza più la mia rendita... capirete che ciò mi causerà non poche noie... insomma, non mi sembra giusto piantarmi così dopo che ho avuto la delicatezza, per anni, di non chiedere mai nulla sulla mia vera famiglia...” “Lasciatemi andare...” balbettava il notaio con il sapone da barba fino anche in bocca. “Ma oggi che ho tanto bisogno di denaro” muovendo il rasoio Guisgard “il mio misterioso benefattore, nonché patrigno come si suol dire, decide tutto ad un tratto che il suo dovere è terminato. E dato il momento mi permetto di dire che la decisione è alquanto intempestiva.” Si fermò a fissarlo. “Avanti, esimio signor de Gaitan... squarciamo il velo sul nome di quel gentiluomo... su, ditemi il suo nome...” mostrando sempre il rasoio. “Mai!” Perenterio il notaio. “Non tradirò la fiducia di un cliente!” “Ah, voi mi innervosite...” avvicinando il rasoio al suo viso il giovane “... guardate come mi trema la mano... avanti, come si chiama?” Cambiando tono. “Ah...” urlò il notaio “... Corbonne... Vincent Corbonne...” rivelò “... barone Vincent Corbonne...” “E dove si trova?” “Nel Gelsominne... sulla via per Casorre...” “Bene...” posando il rasoio Guisgard e tirando via l'asciugamano dal collo del notaio. Uscì allora dallo studio e trovò la governante del notaio alquanto preoccupata. “Non temete...” sorridendole Guisgard “... io e il signor de Gaitan abbiamo avuto un piccolo ed innocuo diverbio circa i doveri di un notaio e di come il Segreto Confessionale di un prete non sia equiparabile a quello professionale di un libero professionista.” Le baciò la mano, mostrandole poi un vistoso inchino. “I miei omaggi, madama.” Le fece l'occhiolino ed andò via, svanendo poi, una volta fuori, per le affollate strade cittadine. http://www.bigglook.com/biggcinema/i...do_Bloom_2.jpg |
Sorrisi, per un momento.
Ricordavo quella bambina vivace e vispa, che non stava mai zitta ma giocava da sola per ore, vivendo le sue avventure in regni che gli altri non potevano vedere. Ricordavo di essermi arrabbiata perché lui aveva una spada di legno e io no, quanti anni avevo, cinque? Mi sembrava così grande. Lui non mi prendeva in giro come facevano gli altri, capiva la mia voglia di avventura. E quando mio padre aveva chiamato Axses per allenarmi, Imone si era unito a noi, almeno per i pochi anni prima della partenza. Mi chiesi se l'avrei riconosciuto. "Oh, che meraviglia..." Esclamai, ad alta voce, sentendo dei passi dietro di me. Avrei voluto prendere Froster per la gola. Era sempre così adorabile? "Oh, buongiorno mio caro.." Sorridendo a Froster "Siete sempre così protettivo.. Ma non mi stava importunando, anzi.. Mi ha appena comunicato che ci sarà il cinghiale a pranzo.." Sorrisi, ringraziando di aver ascoltato per caso i discorsi delle domestiche "Non è una bellissima notizia?" Gaiamente "Spero che piaccia anche ai nostri ospiti..". Ma esisteranno davvero donne così stupide e superficiali come quella che stavo interpretando? La cosa grave era che nessuno sembrava stupirsi, quindi probabilmente esistevano. Arrosii, abbassando lo sguardo. "Perdonate, di certo non vi interessano queste faccende di poco conto.." Sorrisi. "Oh, mi piace molto vivere qui.. Lontano dal caos della città, ma ho fiducia in voi, e so che presto potrò tornare a casa.. Così potrò finalmente iniziare i preparativi per le nozze.." Sorrisi "Sarà una festa stupenda...". |
Scossi il capo alle parole di Ahmed "Il pugnale era in pericolo pure a Palazzo e nel viaggio compiuto fino ad arrivare qui...e visto solo io posso tenerlo, a parte sia io a decidere chi possa usarlo, sono io a custodirlo e con la mia stessa vita, non preoccupatevi..il pugnale è consacrato dagli Dei. Eppure..nessuno è stato in grado di dimostrare di essere la mia guardia del corpo, quando li facevo combattere con tutti i nostri soldati..era una prova..ho fatto un pò come la famosa Turandot" e sorrisi.
Eravamo arrivati al porto, l'aria era più fresca dopo l'umidità del viaggio e osservavo quel bellissimo panorama..lontano vi erano delle Isole. Ahmed andò ad informarsi su delle navi che partivano per l' Oriente, io guardai una grossa nave militare, molti vi scesero tra i quali un giovane distinto, sembrava fosse nobile e visto la vicinanza potei udire le sue parole..parlava di un posto chiamato Lortena..egli doveva andare a Settentrione..mi avvicinai a lui assieme ad Amina e Korshid..."Milord, permettete..scusate la mia impudenza ma ho sentito i vostri discorsi, forse siete pure voi straniero come noi. Noi stiamo arrivando da Amoros, dove scorre il Calars, ho sentito è pericoloso andare verso Settentrione..le strade se non sbaglio sono quasi impraticabili per una guerra..mi sembra tra Imperion e Nagos. E posso assicurarvi gli uomini di Imperion non scherzano affatto, sono dei tiranni..abbiamo vissuto una brutta disavventura con loro, mi raccomando..state attento". Mi congedai da quel ragazzo, del resto io non conoscevo molto bene gli affari politici di queste zone e volevo tenermi ben lontano, ma un saggio consiglio per uno straniero era sempre dovuto. Vidi vicino al porto un mercato colmo di gente, visto la vicinanza al porto e la tentazione fu troppo forte.."Ismael, potete dire ad Ahmed che sto andando a quel mercato con Amina e Korshid, non preoccupatevi, l' attesa della partenza è snervante" ma Ismael sorrise..già lui e mio fratello Nathan dicevano sempre io sembravo più del popolo che loro due che ne provenivano poichè amavo rifugiarmi tra le vie di Setareh. Mi voltai e vidi il volto del ragazzo sceso dalla nave preoccupato, avrei potuto dargli ospitalità al mio palazzo ad Amoros visto vi era rimasto il guardiano ma mi sentivo troppo sfacciata. Entrammo tra la folla, vi erano schiamazzi, colori, aromi e profumi, bancarelle piene di ogni cose appena portate dalle navi, presi una mela rossa e la pagai alla donna che la vendeva più del suo prezzo. Amina e Korshid erano impacciate e io sorrisi addentando la mela..."Si narra nelle Mille e Una Notte che la bella principessa conobbe il suo Aladino proprio in un mercato, non rivelandogli la sua identità"...Amina mi guardò ancora più preoccupata.."Ah non preoccupatevi, non sceglierò mai un Occidentale, sono troppo diversi da noi...meglio un uomo come Is.." e mi bloccai immediatamente..mi stavo ingannando da sola. Ad un tratto udii della musica, in una piazzola degli uomini suonavano e la gente ballava in modo strano, rimasi ferma a guardarli..erano liberi..come lo era il mio popolo a Setareh e come mi univo a loro nei loro balli, ma cercai di trattenermi davanti a loro due..nessuno sapeva che mi vestivo da ancella per andare a divertirmi tra la gente, tranne mio fratello ed Ismael. La musica fini e dopo quel bel giro tra la folla di quella affascinante cittadina dissi potevamo tornare al porto, il mio spirito si era rasserenato per la partenza. |
Froster sorrise a quelle parole di Clio.
“Oh, si...” disse sorridendo alla ragazza “... una festa degna di una favola... una festa di cui tutti parleranno.” Annuì. “Su, ditemi ora quale dolce preferite ed io darò ordine ai servi di farlo preparare per voi. Il mio cuoco ha servito nelle cucine di un Arconte greco a Cipro e conosce straordinarie ricette di dolci tipici dell'esotica cucina Ottomana.” In quel momento entrò nella sala Lhar con un foglietto che consegnò a Musain. “Ecco la lista che mi avete richiesto, messere.” “Bene.” Fece lo spadaccino. “Che lista?” Incuriosito Froster. “Mi sono preso la libertà” rispose Musain “di chiedere a messer Lhar un elenco di tutti i detenuti rinchiusi in questa rocca, ciascuno con il reato commesso.” “E per quale motivo vi occorre una simile lista?” Chiese Froster. “Perchè ho sentito dire che alcuni dei vostri detenuti” spiegò lo spadaccino “sono qui in quanto macchiatisi di tradimento. Hanno infatti aiutato i Lupi in una loro azione contro le vostre guardie.” “Si, per questo ora sono imprigionati qui.” Mormorò Froster. “Ebbene, pare che costoro nutrano una grande, quanto ingiustificata fiducia verso quei ribelli, credendoli addirittura simili ad esseri sovrannaturali.” Disse Musain. “Così noi debelleremo queste loro assurde convinzioni. Infatti domani a Mezzogiorno dimostreremo come nessuno a questo mondo può nulla contro la morte. Ho dato ordine ai soldati di diffondere per tutta Lortena l'annuncio di questa esecuzione che avverrà in pubblica piazza.” “Per Bacco!” Ridendo Froster. “Siete un uomo pieno di iniziativa!” |
Il giovane sceso dalla nave ringraziò Altea per le informazioni e poi si diresse anch'egli verso quel mercato del porto.
Dopo un po' Altea tornò alla sua carrozza, in attesa di rivedere Ahmed per sapere di eventuali navi dirette in Oriente. “Non vedo l'ora di rivedere la nostra terra...” fece Carjan, ormai stanco di attendere “... ho piacere a ritornare in patria, sebbene laggiù la situazione sia tutt'altro che favorevole per noi vostri sudditi...” fissando Altea. “Ehi, bella signora...” all'improvviso due giovinastri avvicinatisi ad Altea “... hai qualche moneta per noi? Dai, sei tanto bella e non puoi dirci di no...” “Altrimenti ci prenderemo ben altro che qualche moneta...” ridendo l'altro. “Come osate!” Fissandoli Amina. “Allontanatevi subito da noi!” Ma uno dei due per tutta risposta la schiaffeggiò forte. “Ah, lestofanti!” Esclamò Carjan. “Andate via o vi muterò in due statue di letame!” “Ma sta zitto, idiota!” Spingendola a terra il giovinastro. Amina allora, spaventata, corse a chiamare Ahmed e Ismael che ancora non si vedevano. “Fermi, voi due!” All'improvviso una voce. Era il giovane sceso dalla nave e con cui Altea aveva parlato in precedenza. “Vattene o sarà peggio per te!” Minacciò uno dei due balordi. Ma il giovane estrasse la sua bella spada, per poi lanciarsi su di loro. Ad uno tagliò di netto la cinghia dei calzoni, lasciandolo in mutande davanti a tutti, mentre all'altro puntò la spada contro il petto, facendolo indietreggiare fino a cadere dal pontile in mare. Allora quello rimasto in mutande, visto ciò, si tirò su i calzoni e scappò via. “Erano solo due balordi da strada...” rimettendo a posto la spada il giovane “... come state, milady? Vi hanno spaventata?” Chiese ad Altea. |
Quel Maisan si prendeva troppe libertà.
Conoscevo bene i prigionieri, anche se tutti li avevano dati per morti una volta catturati. Probabilmente li avevano tenuti in vita per torturarli. Ma se avevano ancora fiducia in noi, allora non avevano parlato. E tanta lealtà andava ripagata. Già, ma come? Dapprima pensai alla pubblica piazza. Erano davvero sicuri di voler entrare in città, erano i ribelli a controllare il Castello Eubeo, e la Piazza era lì accanto. Ma forse voleva proprio sfidarli in quel modo. Oppure si riferiva ad un altra piazza. Sbattei le palpebre. "Oh, non sarà pericoloso?" Chiesi, impaurita "La pubblica piazza è così vicina al Castello dove si sono accampati quei selvaggi.." Rabbrividii. "Non.. Non occorre che venga anche io vero?" Farfugliai "voi, voi capirete vero? Io.. Non sopporto la vista del sangue.". |
Dormii senza accorgermi di sprofondare tra le braccia di un incubo...la voce della vecchia cuoca....il volto di me stessa,un volto che bon conoscevo.....e tutti quelli che mi stavano intorno all'interno della locanda......il volto di Oxuid che mostrava per la prima volta il senso del non potere....la non conoscenza........Mi svegliai......guardando il soffitto della stanza....ero stordita...quanto tempo avevo dormito.......la finestra aveva un'anta scostata....e la voce di un uomo che raccontava una storia.....mi arrivo sul filo dell'aria fresca....mi alzai e senza sporgermi....ascoltai quella storia ...parlava di una donna....che aveva fatto impazzire un uomo....Non sapevo se stesse parlando della donna del dipinto...ma presi con me la sacca e scesi al pian terreno.....guardai ancora quel volto e scappai fuori...sul retro della locanda....li...dove un uomo cantava una storia........." chi è la donna che ispira la vostra storia......ditemi.......dove vive....colei che ha distrutto il cuore del barone...."........aspettavo......di sapere.....sembravo essere arrivata li. Per uno strano disegno...
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"Carjan..mi volete fare una cortesia? Statevene zitto..penso abbiate proferito più vane sentenze voi che tutti gli Dei messi assieme" dissi seccata.
Appena ebbi detto quelle parole due balordi si avvicinarono a noi...eccoli, coi soliti modi volgari ma mi trattenni a pugnalarli quando Amina fu presa a schiaffi. Improvvisamente arrivò il ragazzo di prima e subito diede ai due la giusta lezione...quando scesi dalla carrozza mi scappò quasi una risata vedendo uno dei due in mutande, ma ricomposi visto la situazione che poteva volgere al peggio. "Milord...vi ringrazio per averci difeso, finalmente vedo qualcuno che agisce a nome della giustizia senza pretendere nulla in cambio..anzi vorrei sdebitarmi con voi..so che il vostro viaggio sarà lungo..Io sono in possesso di un palazzo ad Amoros, donatomi da un fidato uomo nobile di queste parti a mio padre, e laggiù si trova il custode..potrete trovare ristoro e riparo laggiù nel vostro lungo viaggio, il mio fido Ahmed penserà a spiegarvi dove si trova..spero di non offendervi, è solo un gesto di aiuto e ringraziamento, vi ho visto leggermente preoccupato all' arrivo". |
“Naturale, mia cara.” Disse Froster a Clio, con tono rassicurante ed accomodante. “Non permetterò certo che assistiate ad un simile spettacolo. Pur essendo quegli uomini simili a bestie, la loro esecuzione non è un accadimento adatto ad una dama di corte.”
“Affatto, milady.” Fece Musain. “La piazza pubblica, così vicina al Castello Eubeo, è l'ideale palcoscenico per il nostro spettacolo. Così i ribelli, dalle sue torri, potranno assistere all'esecuzione. E sarà una lezione per tutti. Infatti loro impareranno come Imperion e di conseguenza anche lord Froster da oggi, impongono la giustizia contro chi attacca l'ordine costituito, mentre il popolo comprenderà che quei ribelli di sovrannaturale non hanno nulla. Anzi, sono molto più deboli dei nostri soldati.” “Grandioso!” Esclamò Froster. “Così vedranno che i Lupi non possono opporsi alla nostra giustizia!” “Già...” sorridendo appena Musain “... e poi ho sempre pensato che il lupo sia un animale molto stupido... in Oriente infatti è ritenuto inferiore a molti altri, come il tasso, la scimmia, la volpe e naturalmente il drago... e questo saremo noi... draghi contro lupi...” “Si!” Esultò Froster come un bambino a cui danno un biscotto. “Ma ora vi prego...” ricomponendosi “... devo chiedervi di cambiare discorso, messere... lady Clio si impressiona facilmente...” prendendo la mano della ragazza nella sua. |
A quelle parole di Elisabeth, il menestrello si voltò a fissarla, restando per un attimo interdetto, come se avesse visto un fantasma.
“La donna della mia canzone” disse rompendo il silenzio nel quale era piombato per un momento “è lady Simoyn... una donna tanto bella, quanto straordinaria... era infatti molte cose... maga e amante su tutto... mi chiedete dove vive ora? E chi lo sa, madama... forse nei sogni... forse questo stesso momento è un sogno... ed io sto sognando...” |
“Milady, siete tanto bella quanto generosa...” disse il giovane ad Altea, per poi mostrare alla principessa un leggero inchino “... ma forse sarò io a sembrarvi scortese, temo... in realtà non posso accettare il vostro aiuto, né la vostra ospitalità... infatti sono diretto nella contea di Lortena, la mia terra natale e dunque sono impossibilitato a fermarmi altrove... il mio nome è Imone Marsin... posso sapere il vostro? Siete di certo una nobile dama, forse una regina vedendo il vostro portamento, la vostra bellezza e la ricchezza di possedere un palazzo da offrire ad uno sconosciuto come me...” fissandola con i suoi occhi azzurri.
“Siamo di fretta, giovanotto!” Sbottò Carjan. “Dunque vi ringraziamo per l'aiuto e vi invitiamo a riprendere la vostra strada! Grazie!” |
Guardai quell'uomo era zittito.....zittito dallo stupore....zittito dalla mia comparsa in quel posto....pensava provenissi dal suo canto stesso......" Simoyn.....l'avete chiamata.....ed era una donna così straordinaria....che e' scomparsa nel nulla...mi spiace avervi lasciato senza parole...ma a quanto pare anche nella locanda....erano tutti senza parole...un bimbo.......ho visto i suoi occhi fissarmi tra lo spaventato e lo stupito.....e poi il quadro..e ho capito il motivo di tanto stupore..........Spiegatemi...era amata oppure era odiata........e' troppo presente..e' così presente che potrei avvertire la sua presenza....."......Chi era........non mi sarei mossa da lì se prima qualcuno non mi avesse detto qualcosa......
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Finsi di non ascoltare il mago di corte, probabilmente ribolliva nel suo stesso brodo della gelosia.
"Non preoccupatevi, Milord Imone, posso comprendere le vostre decisioni..pure io sono in partenza...sto ritornando in Oriente..Io sono la Principessa Altea e il mio regno si chiama Setareh...che gli Dei benedicano il vostro cammino allora, e grazie per ciò che avete appena fatto". |
“Quel castello lassù...” disse il menestrello ad Elisabeth, indicando un vecchio maniero su una bassa montagna “... è la dimora del barone De Gur... un uomo per molti aspetti affascinante, ma anche un uomo temuto, odiato... ebbene lady Simoyn era la sua bellissima amante... l'unica capace di imporre la propria volontà sul barone... una donna secondo molti dai poteri oscuri, occulti, magici... poi un giorno svanì nel nulla... qualcuno disse rapita dal demonio o addirittura fuggita con lui... e da quel giorno De Gur, vassallo dei conti di Lortena, non esce più dal suo castello, limitandosi a governare queste sue terre da lassù... schiavo e prigioniero di una passione ormai divenuta simile ad un insopportabile incanto...” concluse, tornando poi a fissare quell'antico castello.
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“Allora” disse Imone ad Altea “ci accomuna un Destino simile... siamo infatti in partenza... anche se mi rammarico di non avervi potuta incontrare in tutt'altra circostanza...”
“Che volete dire, messere?” Sospettoso Carjan. “Solo che mi spiace dover andare via ora...” “E perchè mai?” Fissandolo cupo il mago. Ma proprio in quel momento tornarono Amina, Ahmed ed Ismael. “Come state, Altezza?” Chiese l'ancella ad Altea. |
Rimasi a fissare il menestrello con la bocca aperta........la richiusi di colpo...mio fratello ogni volta mi dava un buffetto sulla guancia....tra le viuzze di Gerusalemme c'erano molti anziani che alla vista di bimbi che correvano discoli li fermavano raccontando storie meravigliose.....ed io rimanevo lì ad ascoltarli sino a quando il Cavaliere dal bianco mantello non veniva prendermi di peso per portarmi in convento.............Il Barone De Gur.....le terre di Lortena....e la donna del ritratto........." siete stato molto gentile......a raccontarmi la storia....quindi il Barone vive tra quelle mura senza più farsi vivo ?......."......Perchè una donna di simile potere....sarebbe dovuta andar via....aveva ogni cosa........o forse il demone era lui......" Vi ringrazio.....io amo l'avventura ...e voi ?........mi accompagnereste lassu' ?........".......dovevo andare a vedere.....ero una sorta di San Tommaso al femminile.....vedere per credere....ma dovevo parlarne con Oxuid......infondo era lui il mio sostentamento.......anche se come diceva lui eravamo tutti uomini liberi......
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Ascoltavo il dibattito tra quel giovane e Carjan, il mago era roso dalla gelosia..."Scusate milord l'impertinenza di Carjan, il nostro mago di corte, si lascia trasportare facilmente da certi sentimenti.." eppure le parole di Imone erano strane, ma mi distrasse l'arrivo di Amina, Ahmed ed Ismael e narrai ai due uomini tutti i fatti e come milord Imone difese me, Amina e pure il mago..."Milord è in partenza...deve raggiungere un posto chiamato Lortena...e voi avete trovato una nave?".
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Avrei voluto alzare gli occhi al cielo.
Ma quanto era idiota? Sorrisi a Marisin. Era lui a preoccuparmi maggiormente, sicuramente era intelligente e furbo. Dovevo stare attentissima in sua presenza. "Oh, certo.. Che sciocca non ci avevo pensato.." arrossendo. "Oh, ma non dovete disturbarvi mio signore.. non voglio certo che la mia presenza vi sia d'impiccio.. continuate pure a parlare con il vostro ospite, io farò una passeggiata in giardino con le mie dame.." mi inchinai ai due "Ci rivedremo a pranzo.. naturalmente, se avrete bisogno di me per qualunque cosa mandatemi a chiamare..". Mi congedai, dirigendomi verso il giardino. Meglio, pensai, non dover assistere a quello spettacolo era un enorme vantaggio. Sarei stata dall'altra parte della barricata, per quanto rischioso potesse essere. L'idea della passeggiata non mi dispiaceva affatto, adoravo il giardino a tratti perfino un boschetto. Potevo fare una deviazione e aggiornare Roland, ma anche solo passeggiare non mi avrebbe fatto male. Dovevo pensare. Qual'era la mossa migliore da fare? Poteva essere una trappola la storia dell'esecuzione. Anzi, probabilmente lo era. Dovevo impedire quell'esecuzione, dare un segnale forte e chiaro. Eppure cosa? Farli evadere? Oppure colpire l'indomani, sotto gli occhi di tutti. Preparare a nostra volta una trappola, così da dimostrarci più furbi di loro? Raggiunsi finalmente il giardino. Qual'era l'ultima cosa che si sarebbero aspettati? Mi sedetti sul bordo di una fontana, riparata dagli alti alberi che popolavano il bosco. Accarezzavo l'acqua, dolcemente, come se nelle sue increspature avessi potuto trovare un segno. |
“Si, Altezza...” disse Ahmed ad Altea “...una nave diretta a Cipro salperà domani. Da quell'isola poi non dovrebbe essere difficile trovare un'imbarcazione diretta verso i porti della Persia.”
“Dovremo attendere fino a domani per partire?” Seccato Carjan. “Si, temo di si.” Annuì Ahmed. “Dunque credo occorrerà trovare una locanda in cui passare la notte.” “Anche io sono in partenza” fece Imone “ma temo che come voi mi converrà attendere domattina per trovare un mezzo di trasporto che mi porti verso Nord. Ormai è sera e credo proprio che trascorrere la notte qui al porto sia la cosa migliore. Altezza, vi sono ancora grato per l'ospitalità offertami. Vorrei tanto invitarvi nella mia patria. Lortena infatti è un luogo splendido, racchiuso da alti monti, avvolto da tenere valli e baciato da aria fresca e pulita tutto l'anno. Ma so che in questo momento può apparire poco attraente visitarla, a causa della guerra che la sta affliggendo.” Guardando Altea. Salutò così tutti loro, in maniera particolare la principessa e andò via. Ahmed allora si guardò intorno e notò una locanda poco distante. “Laggiù...” indicandola ad Altea “... mi sembra un posto tranquillo... credo sia l'ideale per trascorrervi la notte.” La compagnia così raggiunse quella locanda, sulla cui insegna vi era un nome scritto con caratteri in lingua greca. Qui il locandiere accolse subito con riverenza i suoi nuovi clienti, facendoli sedere ad uno dei tavoli liberi ed assegnando loro due stanze per la notte: una per Altea e le sue ancelle, compresa Korshid e l'altra per Ahmed, Ismael e Carjan. Servì poi loro la cena. Il locale non era molto pieno, ma una vivace clientela comunque lo animava. Girando per i tavoli vi era anche un menestrello che sperava nella generosità dei clienti recitando loro alcuni versi: “Anche questa, come tutte le grandi storie, racconta di grandi Amori ed avventure varie. Per una moneta o solo per un bicchier di vino vi narrerò di ciò che vi era scritto nel Destino. Di quando andò rapito il più piccolo fra i Taddei, abbandonato nel castello fra demoni e falsi dei. Salvato allora da colei che dell'Elsa è la Signora, crebbe lontano e le sue origini ancora egli ignora. Ma per salvarlo dall'oscura e terribile maledizione gli saranno negati diritti e privilegi del suo blasone.” |
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