Camelot, la patria della cavalleria

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Cheyenne 12-10-2012 07.04.17

La scimmietta, nonostante i richiami del suo giovane padrone, non voleva scendere e si nascose tra i miei capelli. Il ragazzo era imbarazzato per il comportamento di Gon e si scusò.
"Oh non vi preoccupate, non mi da affatto fastidio" dissi ridendo " uh, non ci siamo presentati, il mio nome é Cheyenne e il accompagnatore é il signor Fhael. E voi, qual é il vostro nome?"

elisabeth 12-10-2012 08.36.32

Ero quasi arrivata alla locanda correndo sorridendo, quando rallentai il passo...uno strano sentore, mi invase l'anima...entrai alla locando col sole alle spalle e il locandiere molto titubante e quasi incerto quando mi vide senza Ingrid.....era successo qualcosa di molto grave nella mia camera......il punto era che Ingrid non avrebbe mai potuto combinare un simile trambusto..." Il ragazzo ha ragione ero uscita con mia zia....ma a soli pochi passi dalla locanda mentre stavamo guardando alcune vetrine, lei si e' sentita male, lo accompagnata sino alla soglia del luogo in questione...e il ragazzo che all'uscita ho salutato...al ritorno era cosi' assorto a pulire il pavimento che non si e' neanche accorto del rientro in camera di mia zia....eppure gli avevo fatto anche un cenno di saluto......questo purtroppo mi lascia molto sorpresa.....perdonatemi, ma vado a vedere come sta...."..........salii le scale...ed entrai in camera, ma quella non era una camera era un luogo di roba ammassata e buttata alla rinfusa.......ma in quel luogo cosi' ristretto avrei dovuto vedere Ingrid...ma lei non c'era.....il panico mi serro' la gola, chi poteva averla portata via e perche'.......i soldi erano li' dove li avevo lasciati e non mi sembrava ci fosse alcun segno di richiesta.........credo che la mia mette avesse smesso di funzionare in quel momento.......il panico......dovevo chiedere aiuto alle autorita', ma l'unico che poteva salvarmi era mio padre, il Conte di Arbroath lui doveva, aveva le conoscenze giuste....

cavaliere25 12-10-2012 08.43.29

Dopo lo sgradevole spettacolo che dovetti guardare mi avvisicinai al mio amico e dissi mi dispiace davvero tanto quelle venticinque frustate dovevo prenderle io non tu dissi con un filo di voce il formaggio lo preso io ma perchè il capitano mi ordinò di prendere due forme e portarle a sua moglie ma mi raccomando io non ti ho detto nulla e restai li a guardarlo fisso

Altea 12-10-2012 15.22.35

Ascoltai attentamente il mozzo..che mistero quel libricino e quella isola? Crederci o non crederci? Dipendeva tutto dal nostro punto di vista, osservai il libricino e forse il vecchio mozzo aveva ragione, dovevo tenere quel libro, d'altronde se celava davvero la rotta per una isola misteriosa con un tesoro nascosto certo non sarebbe stato in bella vista in un negozietto.."Avete ragione...lo terrò con cura vi prometto. E se vorrete vi narrerò di ciò che vi è scritto, se non dovete imbarcarvi di nuovo" poi mi voltai verso Odette per rassicurarla in modo non dicesse nulla ai miei genitori "Hai sentito cara Odette? Sono solo racconti di una persona non sana di mente, non vi è nulla di vero di ciò che è scritto in questo libro..quindi puoi stare tranquilla, non rappresenta un pericolo per noi" detto questo lo riposi nella sacca.

Clio 12-10-2012 15.59.32

Non risposi a quelle parole taglienti del capitano, ma non mutai il mio sguardo mentre mi avviavo verso la mia nuova prigione.
Entrai, mi sdraiai imbronciata sul letto, chiedendomi quale destino mi si prospettasse l'indomani.
D'un tratto, la porta si aprì.

Lei era stesa a terra, in mezzo alla paglia: il vestito lacero, il labbro gonfio, neri lividi sparsi su tutto il corpo.
La bambina si chinò su di lei, e le accarezzò il viso.
Quel contatto la svegliò, ed afferrò con forza il gracile braccio, per poi lasciarlo quando vide che apparteneva a una bimba dai grandi occhi azzurri.
"Non voglio farti del male, ti ho portato da mangiare"
Gli occhi le brillarono di dolore e gratitudine "scusa piccola, dio ti benedica"
Mangiò un po' , aiutata da quella bambina che la scrutava pensierosa : chi poteva aver ridotto così una donna così bella?
Poi si udirono degli schiamazzi e delle voci, i soldati entrarono nella piccola stalla. La sentì guaire e raggomitolarsi.
"Ma che brava, le hai portato da mangiare" disse ridendo uno di loro.
"Sarà sicuramente più in forma adesso.. " disse un altro mentre tutti ridevano fragorosamente.
"Generale Timory, portate via la vostra figlioccia, non è posto per una bambina questo... "
"Come non lo è l'accampamento" sibilò qualcuno di indefinito tra loro.
" Andiamo Clio, vieni via, non avevi delle faccende da sbrigare?" mormorò imbarazzato l'ufficiale.
In realtà no, penso lei, ma ben capì che quella era una scusa per allontanarla.
"Si signore, perdonatemi, che sbadata"
Ma non riuscì a non voltarsi indietro a guardare quella donna impaurita, di cui non seppe mai il nome.



"Ti ringrazio Dydas" dissi sorridendo mentre mi avvicinavo a quel cibo tanto prezioso. Ma quando vidi che mi aveva portato anche una fettina di carne, mi si strinse il cuore.
" Perdonami, non intendevo offenderti oggi, ma non ho mai conosciuto un'altra donna che sapesse combattere." Continuai con un timido sorriso.
" Io sono Clio..non che ti interessi ... tuttavia io conosco il tuo nome e tu non sai il mio, questo non è corretto" soggiunsi continuando a mangiare.

"Padre, che colpa aveva commesso quella donna? Era un traditore? Una spia? Un'assassina? Perché l'hanno picchiata in quel modo?"
Notò l'espressione confusa e disorientata negli occhi del padre.
" No bambina mia, niente di tutto ciò.. Ecco vedi... " lei capiva come quelle parole gli costassero fatica
"Era solo la donna di un villaggio nemico, lungo il nostro passaggio. Ed era.... Ed era la più bella, per lo più.. "
"Oh si era proprio bellissima" gli fece eco la bambina con voce sognante" spero di essere bella anche solo la metà di quanto lo era lei un giorno".
Il generale le lanciò uno sguardo terrorizzato "Non osare nemmeno pensarlo tu!"
Lei tremò impaurita dal tono usato dalle parole del padre.
"Perdonami padre, non intendevo essere superba. Mi devo confessare?" Disse mordendosi le labbra.
Ma la superbia era l'ultimo dei problemi di Marcus Timory, e nel vedere la figlioccia tremante si pentì di essere stato tanto brusco.
"Oh, sarai dieci volte più bella di quella donna piccola mia.."
E le accarezzò affettuosamente i capelli scarmigliati, con le lacrime agli occhi.
Lei lo guardò stranita, incapace di seguire il filo dei pensieri del generale.
"Io, non capisco.." Disse poi timidamente " perché l'hanno picchiata in quel modo se la sua unica colpa era di essere bella?"
Come spiegare a una bambina innocente la cieca bramosia, il desiderio sfrenato e animalesco che segue la conquista, e come confessarle che nemmeno lui si era sottratto alla tortura di quella donna? Ma la sola idea che ci fosse la sua amata bimba al suo posto, lo faceva rabbrividire.
Assunse un'aria solenne e la guardò negli occhi, stringendo le gracili spalle tra le sue possenti mani.
"Non la stavano picchiando Clio.. Un giorno capirai che torto le infliggevano ma ora voglio che mi prometti che non permetterai mai a nessuno di trattarti così."
Due occhi azzurri si sgranarono davanti a lui.
" Io? Ma padre..."
"Prometti melo!" Disse lui quasi con disperazione.
Se c'era una cosa che aveva imparato in quegli anni era il grande valore che Marcus dava alle promesse.
" Io.., farò del mio meglio padre, lo prometto..."
Lui la guardò, adesso era una bambina, ma non avrebbe potuto proteggerla per sempre.
Così, Marcus Timory, il grande generale di sua maestà, si inginocchiò , la prese tra le braccia e pianse pensando al pericolo in cui aveva messo quell'innocente bimba.


Osservai Dydas di sottecchi, chiedendomi come avesse imparato a usare i coltelli. Infondo, non è naturale che una donna combatta, se lo fa c'è per forza una storia dietro.
Ma non osai fare domande a chi era stato già fin troppo gentile con me.
Mi limitai a sospirare e a sperare che il mio soggiorno lì, per quanto poco piacevole, non fosse eterno. Pensai a Guerenaiz e al guaio in cui l'avevo cacciato. Non c'era momento in cui non mi domandassi se sarebbe venuto in mio soccorso o no. Sapevo che era folle cercare di salvarmi, eppure, in fondo all'anima, continuavo a sperare.
Così come non vuoi arrenderti al fatto che Jhonn potrebbe essere morto da tempo...
Disse una voce nella mia mente. Ed era vero, ma non avevo altra scelta, se non nutrirmi di speranza.

Guisgard 12-10-2012 19.37.12

Il giovane indigeno, un po' imbarazzato, sorrise a quelle parole di Cheyenne.
“Il mio nome è Ghamael...” disse presentandosi “... e faccio lavori saltuari al porto per sopravvivere... lei invece” indicando la scimmietta Gon “l'avete già conosciuta.” Sorrise.
“Vuoi guadagnarti qualche soldo, ragazzo?” Chiese Fhael.
“Certo, signore!”
“Alcuni miei uomini stanno sistemando la mia imbarcazione...” spiegò il portoghese “... ti va di dar loro una mano?”
“Grazie, signore!”
I tre, allora, insieme alla scimmietta Gon arrivarono al porto e raggiunsero il molo dove era ormeggiata l'imbarcazione di Fhael.
Si trattava di una goletta a due alberi che batteva bandiera portoghese.
A bordo vi erano diversi uomini intenti a preparare il tutto per l'imminente partenza.
“Cara Cheyenne...” fece Fhael “... ecco a voi la mia Prhoar... non è un gioiellino?”

Guisgard 12-10-2012 19.43.21

Ma proprio mentre Elisabeth stava per cedere al panico, un rumore attirò la sua attenzione.
Dalla penombra emerse una figura.
Poi un'altra ancora.
Erano due uomini armati ed uno dei due aveva sul viso un'inquietante ghigno.
“Salute a voi, milady.” Disse ad Elisabeth. “Cercate forse qualcosa? Magari la vostra governante? Che cosa curiosa... anche noi stiamo cercando un uomo... chissà, forse possiamo scambiarci un favore, affinché voi riotteniate la vostra governante e noi l'uomo che stiamo cercando...”

Guisgard 12-10-2012 19.50.59

“Allora” disse Odette ad Altea “buttalo via se davvero quel libricino contiene solo bugie ed invenzioni.”
“Milady, conosco benissimo ciò che raccontano quelle pagine.” Mormorò il mozzo fissando Altea. “Anzi, forse conosco come pochi altri il contenuto di quel libretto.”
“Insomma, mi avevi promesso di darlo via!” Esclamò Odette. “Ora invece dici di volerlo tenere! Ti avverto, Altea, racconterò tutto ai tuoi genitori!”
“Non siate severe con lei, signora...” disse il mozzo ad Odette “... se lo nasconderete gelosamente, non correrete alcun rischio...”
“Cosa significa?” Stupita Odetta. “Nasconderlo? Forse qualcuno lo cerca?”
“E' una storia dimenticata...” mormorò il mozzo “... meglio non riportarla alla luce del Sole... gli spettri devono riposare nell'oscurità...”

Guisgard 12-10-2012 20.06.21

Dydas osservò Clio mentre mangiava.
“Lo so...” disse a voce bassa “... vuoi fuggire... e forse posso aiutarti... ma solo se tu prima aiuterai me...” nei suoi occhi passò un lampo “... io... io devo uccidere quella bestia... si, devo uccidere il capitano Giuff... anche se fosse l'ultima cosa da fare prima di morire... mi aiuterai?”
In quel momento una delle sentinelle entrò.
“Tutto bene qui?” Chiese.
“Non sai, razza d'animale, che si bussa prima di entrare nella stanza di una donna?”
“Hai la Luna storta stasera, bellezza?” Ridendo la sentinella.
Ma, con un rapido gesto, Dydas per tutta risposta lanciò uno dei suoi pugnali contro la porta, ad un centimetro dalla faccia del pirata.
“Se entrerai ancora senza bussare” disse Dydas “quel pugnale te lo ritroverai in mezzo agli occhi.”
Il pirata allora uscì.
“Ah, dimenticavo...” voltandosi Dydas di nuovo verso Clio “... non ripetermi più il tuo nome... voglio dimenticarlo... chiaro?”

Guisgard 12-10-2012 20.10.32

Rynos fissò Cavaliere25 e abbozzò un lieve sorriso.
“Non preoccuparti, amico mio...” disse ancora sofferente “... nessuno saprà questo tuo segreto... però, che bastardo il capitano...” ansimò e un gemito tradì il suo doloroso sforzo nel parlare “... è sempre così in questa sporca marina... fai un favore ad un ufficiale e vieni ripagato in malo modo...”

cavaliere25 12-10-2012 20.33.24

Non ti preoccupare la pagherà cara per quello che ti a fatto te lo prometto dissi guardando il mio amico in faccia poi mi girai e domandai dovè il capitano ???devo parlagli urgentemente e mi incamminai per uscire e andare nei suoi alloggi dentro di me si era creata una rabbia furiosa odio dovevo fargliela pagare a quel maledetto strinsi i denti per calmarmi ma non riuscivo

Altea 12-10-2012 21.11.35

Alle ultime parole del mozzo rabbrividii...era vero, in quel libricino aleggiavano ancora gli spiriti di quei pirati, e le parole del mozzo erano misteriose. Capii conoscesse tutto su quella storia o leggenda, ma non negava che ciò che vi era scritto potesse essere vero.
Sorrisi quando rispose a tono ad Odette.."Infatti...siete una oppressione Odette. Prometto che lo nasconderò in un luogo segreto, e ne farò buon uso, d'altronde sono solo curiosa di leggere ciò che successe, non ho mica intenzione di imbarcarmi alla ricerca di una Isola sconosciuta e un Tesoro nascosto" e presi Odette per un braccio sorridendole e rassicurandola.."Ora andiamo, si sta facendo tardi...e ricorda che dobbiamo andare in una sartoria, i miei genitori sanno che dovevo prendere dei vestiti e poi...si voglio fare felice mio padre e presentarmi al meglio davanti al Governatore...se questo per lui..è l'unica soddisfazione che sono in grado di dargli." Il mio viso si rabbuiò per un attimo ma poi mi scrollai di dosso quella improvvisa tristezza che mi attanagliava il cuore.
"E poi come mi insegna la mia cara e buona Odette..una dama da marito deve sempre essere presentabile, la occasione può sempre essere dietro l'angolo" era quasi una sorta di suo motto, salutai il mozzo e scesi di nuovo verso il borgo di Santa Lucia.

Talia 13-10-2012 00.56.33

Non badai molto alle parole di mio padre, alle sue preoccupazioni per l'arrivo del nonno a Las Baias... immaginavo che la pensasse in quel modo e ne ero tutt'altro che sorpresa.
Fu quell'ultimo discorso, invece, a stupirmi...
Sollevai gli occhi a quelle parole e li puntai su mio padre, restando per qualche momento a fissarlo in silenzio... fissai lui, poi le sguardo speranzoso di mia madre...

"Padre, lascia che ti spieghi..."
"Spiegarmi? Spiegarmi che cosa, Talia?" gridó "Devi essere pazza... si, ecco cosa: pazza!"
"Padre, ti prego..."
"Silenzio! Non ascolteró un'altra parola!"
Nella stanza caló il silenzio più assoluto, rotto soltanto dal tintinnare nervoso del l'anello di mio padre sul cristallo del bicchiere che stringeva convulsamente...
Fu silenzio per lunghi minuti... io avevo gli occhi pieni di lacrime represse a fatica... infine il nonno, che fino a quel momento era rimasto in silenzio, sospiró.
"Philip, calmati!" disse, con la più impassibile delle espressioni sul viso "Questa tua collera è fuori luogo, credimi! Stai esagerando!"
Philip si voltó e fissó suo padre con la più terribile delle espressioni stampata in volto...
"Tu..." ringhiò "Tu! So perfettamente che la colpa è tua, sei tu che hai riempito la testa di mia figlia di frottole e bugie... l'hai plagiata, le hai fatto il lavaggio del cervello..."
"Questo è ridicolo!" ribatté Arkwin.
"No che non lo è! E guarda dove siamo giunti... guarda! Torno, e che cosa trovo? Trovo che... che..."
"Che ha trovato un amico!" concluse Arkwin per lui "Il che è perfettamente normale per una ragazza della sua età!"
"Sarà normale da dove provieni tu!" sbottó mio padre.
"È normale ovunque, Philip! E per giunta posso dire che il giovanotto in questione è anche molto in gamba!"
"È inglese, dannazione!" urló mio padre "È un dannato, sporco, stramaledetto inglese... ti dice niente questo?"
Arkwin sbuffó.
"Oh, certo... a te questo non importa, vero? Anzi..." esitó, vibrante di rabbia "Ma ora sono qui io, per fortuna. E ti garantisco che Talia non lo vedrà più!"
"Philip..." inizió il nonno.
"Papà!" protestai io "Papà no! Io non voglio... Tu... tu devi ascoltarmi!"
"Silenzio!" ci zittì "Questa è la mia ultima parola. E... Talia, anticipiamo la partenza: salperemo domani! Va' a prepararti!"


Battei le palpebre e mi sforzai di mettere quel ricordo da parte...
"Uno spadaccino spagnolo, padre? Non capisco!" mormorai.

Guisgard 13-10-2012 01.46.26

Altea e Odette, salutato il mozzo, ritornarono al borgo e cercarono una sartoria in cui acquistare un vestito.
Occorreva un abito elegante, visto che Altea doveva presentarsi con i suoi genitori davanti al governatore, ossia davanti all'uomo che rappresentava il governo olandese nel Nuovo Mondo.
Trovatala, le due donna vi entrarono e subito cominciarono a guardarsi intorno.
Sete pregiate, dalle tinte esotiche e dai riflessi simili a cromature, facevano bella mostra sugli scaffali e sulle mensole.
Mantelline ornate con fili d'oro, guanti ricamati alla moda di Francia e baltei che assumevano, asseconda della luce del giorno, richiami perlati, d'agata, zaffiro e cobalto.
E poi ancora cappellini, corsetti, fascette, scialli e stole, tutte che richiamano le ultime tendenze della moda Europea.
“Salute a voi, signore...” disse una donna, avvicinandosi ad Altea e ad Odette “... in cosa posso esservi utile?”

Guisgard 13-10-2012 02.18.05

“Oh, si, cara.” Disse la madre di Talia con vivo entusiasmo. “In verità non è uno spadaccino come può essere inteso dalle nostre parti. In Europa dico. Oh, cara, è un uomo estremamente affascinante! E'... come dire...” voltandosi verso suo marito “... in realtà è spagnolo di nascita, ma è praticamente cresciuto in giro per il mondo... devi conoscerlo, pare abbia visitato paesi lontanissimi e sconosciuti, come le Indie, il Borneo, la Cina, persino il Giappone! Ora è al servizio del Vicerè ed è la sua guardia del corpo!”
“Va bene così, Maria.” Mormorò Philip. “Lo conoscerà di persona lei stessa.” Fissò Talia. “Preparati per domattina... partiremo molto presto per Balunga.” Si alzò per ritirarsi. “Ah, Talia...” voltandosi di nuovo verso di lei “... i rapporti tra la Compagnia e gli spagnoli dipendono da come sapremo ingraziarci la corte del Viceré... voglio che tu domani sia gentile ed educata... buonanotte.” Ed uscì.
“Oh, Talia!” Esclamò sua madre. “Quando lo vedrai...” sorrise “... ma è tardi, meglio andare a letto. A domani. Buonanotte.”
Nell'altra parte della villa, intanto, il vecchio Arkwin era ancora sveglio e seduto su una sedia davanti alla finestra fissava il meraviglioso golfo di Las Baias.
Con lui vi era Passapour e come ogni sera, prima che i due si coricassero, trascorreva del tempo a leggere qualcosa o solo a conversare con il suo capo.
“Ho udito quel nome da vostro figlio” disse “mentre passeggiavo nel giardino... Balunga... del resto era naturale... prima o poi la Compagnia doveva cercare contatti con gli spagnoli... il problema è ora capire come agirà il governatore e quando farà entrare in azione la sua spia che si nasconde tra i fedelissimi del Vicerè...”
In quel momento il vecchio Arkwin con un impercettibile movimento degli occhi chiamò a sé il fedele Passapour.
Questi gli si avvicinò e chinandosi ascoltò i bisbigli dell'olandese.
“Ne siete certo?” Stupito il servitore. “La spia è già penetrata nella corte del Vicerè? Chi vi ha dato questa informazione?”
Ma un emblematico sguardo di Arkwin placò, per il momento, la curiosità di Passapour.
“Si, avete ragione...” annuì “... abbiamo altro a cui pensare ora...”

Guisgard 13-10-2012 03.36.17

Cavaliere25 era deciso.
Voleva incontrare il capitano.
Si incamminò verso gli alloggi degli ufficiali, ma prima di arrivarci incontrò il suo amico Emas.
“Cavaliere25...” disse fissandolo “... cosa ci fai qui? Dove sei diretto?”



Nel frattempo, Austus era sul ponte, mentre il canto di alcuni marinai di vedetta si confondeva con il melodico scivolare delle onde del mare contro lo scafo della Santa Rita.
“Austus...” disse Guisgard avvicinandosi al Guardiamarina “... sei qui... cosa c'è? Nostalgia di casa?”
“Guisgard...” sorridendo Austus “... no, non è vera e propria nostalgia... non so, per me questo è il primo incarico su una nave e mi fa una strana sensazione sapere che mancherò da casa per molto tempo...” fissò le vele che si gonfiavano al vento “... ma mi piace tutto questo... notti così belle, la nave che scorre leggera sulle acque... e poi il canto di questi marinai... nulla può fiaccarli, poiché essi vivono per il mare...”
“Basta con questa lagna!” Urlò all'improvviso il capitano Sumond verso i marinai che cantavano, prima di scendere nella sua cabina. “Vi voglio vigili e silenziosi!” E si chiuse in cabina.
“Sembra far di tutto per avvilire l'equipaggio.” Scuotendo il capo Guisgard. “Forse detesta chi è felice...”
“Ma non può inaridire lo spirito di questi uomini.” Disse Austus. “Nemmeno con le frustate.” Fissò poi Guisgard. “Quel marinaio che lui ha fatto punire...”
“Parliamo d'altro, per favore.” Lo interruppe Guisgard. “E' il capitano e ogni nostro commento è del tutto superfluo.”
“Tu cosa pensi?”
“Cosa dovrei pensare?” Fissandolo Guisgard. “La mia opinione è del tutto irrilevante.”
“Parli da ufficiale, è naturale.” Mormorò il Guardiamarina. “E da uomo?”
“Se vuoi saperlo” rispose il tenente “come marinaio è un asso, ma come uomo è una frana. Sfortunatamente per noi dobbiamo attenerci al suo essere capitano.”
Austus sorrise.
“Perchè ti sei arruolato in marina, Guisgard?”
“E' difficile da dirsi...” fissando il mare e il cielo Guisgard “... forse per notti come queste, per le sensazioni che possono darti... forse per contare le infinite stelle di un simile cielo, o immaginare dove giunge la scia della Luna oltre l'orizzonte... a casa avevamo nell'androne un grosso dipinto... ricordo che vi era raffigurato un mare tempestoso ed una ragazza che da una scogliera guardava l'orizzonte... io restavo per ore a fissare quel quadro, chiedendomi chi fosse quella ragazza e chi stesse aspettando... forse suo padre, forse suo fratello... o magari il suo amato... e cercavo di figurarmi il suo ritorno ed il loro incontro...”

Quella voce proveniva dalla scogliera.
In principio gli era parso come il fruscio del mare, o il sibilo delicato del vento fra i fiori.
Ma poi si accorse che vi era un qualcosa di melodico e decise di seguirlo.
Vide allora la sagoma di una grande casa proprio a picco sul mare.
Si avvicinò, trovando come alleato il buio della sera e senza che nessuno lo vedesse arrivò sotto ad una piccola finestra illuminata.
Ora poteva udirla chiaramente: era la voce di una ragazza.
Guisgard allora sorrise e sedutosi restò ad ascoltarla.
Ad un tratto qualcuno si affacciò dalla finestra, forse per vedere il mare, o forse solo per assaporare la dolce aria di quella sera.
E guardando in giù quella ragazza si accorse di lui.
“Che bel cappellino, sir!” Esclamò divertita.
“Oh, cosa?” Fece Guisgard. “Ah, questo!” Togliendosi il basco. “Oh, è il basco che regolarmente indossano i cadetti Guardiamarina!”
“E di grazia” sorridendo lei “cosa cerca un futuro Guardiamarina sotto la mia finestra? Vi siete forse perso? Guardate che il mare è laggiù, non qui!”
“In verità...” alzandosi da terra Guisgard “... è stato un canto a condurmi qui...”
“Un canto?”
“Si...” annuì lui “... un canto meraviglioso ed una voce paradisiaca... ho creduto appartenesse ad una sirena, tanto era bello...”
“E cercate qui la vostra sirena?”
“Oh, no...” sorridendo lui “... l'avete detto voi poco fa, rammentate? Il mare è laggiù, non qui e le sirene vivono in acqua.”
“Già.”
“Mi sembra dunque ovvio che non era una sirena a cantare” disse lui “a meno che non abbia mutato la sua coda con un bel paio di gambe. Sapete, pare sia possibile? Usano fare così le sirene quando si innamorano di un uomo.”
“Mi spiace per voi, Guardiamarina...” fece lei “... ma qui non troverete sirene innamorate.”
“Beh, eppure qualcuno sarà pur stato a cantare” fissandola lui “e temo che non andrò via da qui fino a quando non avrò trovato quella voce. A chi potrebbe appartenere secondo voi?” Sorridendo lui.
“A mia nonna, milord!” Esclamò lei. “Era lei che cantava poco fa!”
“Allora potreste chiamarla, per favore?” Divertito lui. “Vorrei parlarle.”
“Per dirle cosa?”
“Che mi sono perdutamente e irrimediabilmente innamorato di lei...” facendole l'occhiolino lui.
“Milord, io non so che razza di ufficiale voi siate” scuotendo il capo lei “ma posso dirvi che siete un valente Don Giovanni. E con questo vi auguro una serena notte!”


“Già, il loro incontro...” sussurrò Guisgard, mentre il vento sembrava portarsi via quel lontano ricordo “... e non riesco ad immaginare, stanotte come allora, una fortuna più grande di trovare quella ragazza ad attendere il mio ritorno...” e fissò il luccichio, lontano e sognante, di tutte quelle infinite stelle che animavo quello sterminato cielo sul mare.
http://sewar.panet.co.il/images/2011/06/23/11lkl.jpg

Cheyenne 13-10-2012 04.21.06

Giunti al porto Fhael mi mostrò la barca con cui avremmo intrapreso il nostro viaggio.
Non avendo esperienza di imbarcazioni, non potevo dare un giudizio tecnico sulle varie componenti della nave e sul loro funzionamento ma, con il mio giudizio da profana non potevo non ammirare la splendida linea formata dal corpo della barca, il possente legno magistralmente usato per creare gli alberi dai quali si issavano grosse vele di un bianco immacolato.
Il mio sguardo venne poi catturato, alla fine della prua, dalla polena a forma di sirena. La parte di donna era finemente scolpita,il volto aveva dei fini lineamenti e i capelli scuri parevano svolazzare per davvero. La parte animale, ovvero la coda di pesce, era invece fatta in maniera più rozza,forse per simboleggiare la supremaziona dell' uomo, che possiede la ragione, contro l' animale.
Il nome era posto verso poppa ed era inciso con lettere dorate, che conferivano come un' origine di tipo orientale.
" Che significa il nome dalla vostra nave, signor Fhael? É per caso un nome di origine straniera? O a semplicemente un legame con voi?"

cavaliere25 13-10-2012 09.19.29

Sto andando a parlare con il capitano dissi quello che a fatto al nostro amico non mi è andata giu lo a quasi fatto ammazzare continuai a dire devo sistemare la questione in un modo o in un altro quindi non mi fermare ora vai dal nostro amico e vedi come sta dissi tutto serio e prosegui il mio cammino

Altea 13-10-2012 18.54.52

Entrate nella sartoria una gentile dama ci venne incontro..mi guardavo attorno, era un tripudio di colori tra stoffe, cappellini, scialli, ombrellini e vari altri vestimenti.
"I miei omaggi milady, vedete dovrete aiutarmi poiché solitamente dove abitavo prima era il sarto a propormi i nuovi migliori arrivi proprio recandosi a casa nostra, del Duca Fletcher. Infatti dobbiamo recarci a fare visita al nuovo Governatore olandese e dovrete fare del vostro meglio..avrei pensato qualcosa su un arancio tenue visto la varietà di colori di questa Isola..che ne pensate?E se mi soddisferete vi commissionero ' pure uno color dell'Iris, uno color smeraldo e uno bianco pieno di merletti." Detestavo queste incombenze, per me la immagine esteriore non era tutto ecco perche'mi annoiavo a tutte quelle feste di aristocratici e alti borghesi che invece i miei genitori adoravano frequentare, era tutto talmente frivolo.
Osservai Odette.. "Dimenticavo..un bel vestito anche per la mia balia. "

Talia 14-10-2012 19.55.04

Rimasi immobile ed in silenzio mentre, prima mio padre e poi mia madre, uscivano dalla stanza.
Gentile ed educata, aveva detto papà... non lo ero sempre?
Le mie mani si strinsero a pugno a quel pensiero... già, perché io sapevo cosa intendeva mio padre con quelle parole... sapevo ció che temeva...
E poi c'era mia madre... lei desiderava 'sistemarmi' fin da quando eravamo arrivati a Las Baias... fin da quando mi aveva vista fissare malinconicamente il mare ed aveva capito che il mio pensiero era ancora in Olanda, era ancora con lui... erano passati due anni da allora ed io avevo sabotato ogni suo tentativo di trovarmi un marito.
Esitai... chiedendomi se quello spagnolo sarebbe stato l'ennesimo tentativo di mia madre per me, mio malgrado. Poi sospirai... perché in fondo la verità era che non mi importava delle loro intenzioni né dei loro piani. La veritá era che, nonostante tutto, nonostante potesse sembrare sciocco, il mio cuore era ancora con lui... era chissà dove...
Lentamente, tristemente, mi voltai e mi diressi verso la mia stanza...
Quella seguente sarebbe stata una lunga giornata, pensai.

Clio 14-10-2012 22.09.46

Osservai con un sorriso la traiettoria del pugnale.
Quando la porta si chiuse e Dydas lo estrasse con agilità dal legno.
La guardai con uno sguardo d'intesa.
"Ma certo che ti aiuterò" mutai il volto in un ghigno perfido " te lo terrò fermo mentre deciderai il modo migliore per ucciderlo... Ma prima permettermi di tagliargli di netto la mano con cui ha osato sfiorarmi, l'ho promesso a me stessa".
Presi il coltello che avevo usato per tagliare la carne :" lasciami tenere questo, mi basterà" dopo un lieve cenno d'assenso di Dydas lo riposi nel corsetto, dove avevo tagliato una tasca tempo prima.
"Come pensi di procedere? Hai già un piano?" Soggiunsi sorridendo.

Guisgard 15-10-2012 00.24.05

“Quel nome” disse Fhael a Cheyenne “ha un significato... vedete, sin da piccolo ho fantasticato su terre esotiche e lontane. Divoravo letteralmente poesie e romanzi che descrivevano quei luoghi, gli uomini che li abitavano e le emozioni che animavano i loro cuori. Una volta, era ancora un ragazzino, conobbi al porto di Lisbona un vecchio marinaio... il suo nome Nuno Alves ed aveva l'aspetto di chi conosceva bene il mare ed i suoi misteri... ogni giorno, così, presi l'abitudine di recarmi al porto per sentire una delle sue storie e in ogni suo racconto vi era la sua inseparabile compagna... una straordinaria nave con cui Nuno aveva solcato i mari di mezzo mondo... ed il nome di quella nave era proprio Prhoar... una nave non diversa da questa” indicando la sua imbarcazione “e con a prua una sirena simile a questa che vedete qui ora.” Sorrise. “Per questo ho deciso di chiamare così la mia nave. Ecco svelato dunque il mio segreto. E sarà proprio la mia Prhoar che ci condurrà da quell'uomo di cui vi ho parlato.”
Fhael mostrò così tutta la sua nave a Cheyenne, presentandola ai suoi uomini che fungevano anche da equipaggio.
“Ora sarà meglio per voi tornare alla Rosa dei Venti.” Fece il portoghese.”Domani, a Dio piacendo, partiremo e voglio vedervi fresca e ben riposata. Rammentate poi che domattina sarà anche pronto il vostro abito alla sartoria. Andiamo, allora... vi riaccompagnerò nel vostro albergo. Verrò a prendervi domattina.”
Fhael allora accompagnò Cheyenne alla Rosa dei Venti, per poi ritornare al porto dai suoi uomini.

Guisgard 15-10-2012 00.37.30

La donna della sartoria sorrise ed annuì a quelle parole di Altea.
“Vedrete, milady, resterete estremamente soddisfatta.” Disse, per poi mostrare alla ragazza stoffe di vari tipi e colori, tutte molte belle, con richiami alla moda europea. “Vi consiglierei questi colori, milady, che ben si adattano al vostro colorito ed ai vostri meravigliosi capelli.” Indicando i colori che più si avvicinavano a quelli chiesti da Altea. “Inoltre, se mi è permesso, vorrei suggerirvi qualcosa di sofisticato ed anche un tantino sfarzoso, visto che, come mi avete rivelato, sarete ospite di sua eccellenza il governatore. Egli infatti adora gli abiti eleganti ed appariscenti... anzi, se mi è concesso, qualcuno afferma che sua eccellenza abbia un vero e proprio debole per le dame sofisticate, perchè, pare gli ricordino le atmosfere e gli ambienti della vecchia Europa.”
“Che uomo è il governatore?” Chiese Odette.
“E' un uomo potente.” Rispose la donna. “E credo che questo basti per classificarlo come un uomo su cui fare un'ottima impressione.” Fissò poi di nuovo Altea. “Avete dunque scelto qualcosa, milady? Se nutrite ancora dubbi, allora affideremo il vostro abito a madame Truasson, la nostra esperta in fatto di vestiti.” E chiamò la sua collaboratrice.

Guisgard 15-10-2012 00.54.25

“No, non è questo il genere di aiuto di cui ho bisogno.” Disse Dydas a Clio. “Giuff è un uomo scaltro e pericoloso. Sotto la camicia ha un pugnale dal quale non si separa mai, neanche quando fa l'amore... ha il sonno leggerissimo e coglierlo di sorpresa è praticamente impossibile... ma io devo ucciderlo e vendicarmi di lui ad ogni costo... lui uccise barbaramente mio padre e mio fratello, per poi violentare mia madre sotto i miei occhi... e si decise poi ad uccidere anche lei solo dopo averla fatta assistere allo stesso spettacolo, stavolta con me come protagonista... ero solo una ragazzina...” un lampo attraversò gli occhi di Dydas “... lo uccideremo con l'inganno... tra un'ora tu chiederai alle sentinelle di condurti dal capitano, facendoti dare da loro una bottiglia di rum. In essa verserai questo...” mostrandole una boccettina di veleno e lasciandola poi sul suo cuscino “... le sentinelle ti condurranno da lui e nel vederlo gli dirai che hai voglia di lui... lo conosco bene... mi caccerà dal suo letto per far entrare te... ma prima che lui possa toccarti, tu gli farai bere un po' di quel rum... il veleno lo tramortirà ed a quel punto io ritornerò nella stanza per dargli il colpo di grazia... te la senti?”

Guisgard 15-10-2012 00.59.08

Cavaliere25 era deciso.
Si diresse verso gli alloggi ufficiali, incamminandosi poi verso la cabina del comandante.
“Marinaio.” Arrivando il capitano Sumond e trovandolo lì. “Cosa ci fai negli alloggi ufficiali?” Lo fissò. “Forse comprendo... hai delle lagnanze, vero?” Con il suo sguardo di ghiaccio. “Avanti, ti ascolto... sono sempre curioso e interessato ad ascoltare le lamentele dell'equipaggio...”

Guisgard 15-10-2012 02.37.01

Scena IV: Il Vicereame di Balunga

“I Brobdingnaghesi hanno leggi chiare e semplici, un re che regna con giustizia e politici onesti. Tutto ciò stupì moltissimo il buon Gulliver, abituato agli usi e costumi della sua Inghilterra.”
(Jonathan Swift, I viaggi di Gulliver)



Talia ritornò nella sua stanza, con mille e più pensieri che tormentavano il suo animo.
Fissava da una finestra il mare calmo e silenzioso, sul quale dominava un cielo sterminato, limpido e chiaro di stelle scintillanti, che sembravano disegnare nel firmamento infinite vie, pronte a condurre lontano da quel mondo e dalle sue miserie, forse fin dove dimorano i nostri sogni più belli.
Alla fine, chiuse gli occhi e si addormentò.
E sognò tante cose: il palazzo del governatore, la loro villa sulla scogliera, il porto bianco di Las Baias.
E poi ancora vide in sogno un sontuoso palazzo che lei immaginò essere del Viceré, in seguito riconobbe varie figure, come i suoi genitori, suo nonno e il fedele Passapour, Jamiel ed i suoi genitori.
E proprio il piccolo indigeno correva verso di lei e la chiamava.
“Analopel... Analopel...” disse il piccolo raggiungendola “... Analopel...”
Poi quel sogno confuso svanì e tutto mutò intorno a lei.
Rivide la sua casa in Olanda, dove era cresciuta insieme a suo nonno, libera come l'aria e senza conoscere tristezza e solitudine.
Ed un ricordo si confuse con l'alone dei sogni prossimi all'alba...

“Perchè quel nome?” Chiese Talia. “E' un nome particolare...”
“Forse perchè” rispose lui “il mare di quel borgo è più chiaro che in qualsiasi altro luogo... le sue acque sono così trasparenti che quando spunta la Luna sembra quasi di vederla sorgere dalle onde...”
“Parlami ancora di quel posto, ti prego...”
“C'è una vecchia casa...” disse lui “... e su quella casa vi è una finestra... anzi una finestrella, come usano chiamarla i pescatori del posto...”
“E cos'ha di particolare?” Domandò Lei.
“Beh...” fece lui “... sotto di essa sono scritti dei versi...”
“Dei versi?” Ripeté lei.
“Si, i versi di una vecchia canzone...” annuì lui “... guarda che quella finestrella ha un significato particolare... i fidanzati del mio paese usano andarci nelle sere di Luna... ti sembrerà strano, ma quel posto ha un valore non diverso dal celebre balcone di Giulietta a Verona o della Tomba di Beatrice a Firenze...”
“Sai...” sussurrò lei “... vorrei ascoltare tato quella canzone...”
“Allora dovrei insegnarti l'idioma del mio paese...” sorridendo lui “... potremmo fare un patto... io ti insegnerò la parlata che si usa dalle mie parti e tu, in cambio, mi insegnerai l'olandese.” E le fece l'occhiolino.

Giunse il nuovo giorno ed un raggio di Sole, leggero e dorato, accarezzò e danzò sul suo bel volto.
Dai rumori che giungevano dal cortile, Talia comprese che i preparativi per la partenza erano già cominciati.
Fece così colazione insieme ai suoi genitori ed un'ora dopo la loro carrozza lasciò la villa, per dirigersi verso Balunga.
Attraversarono la lunga e panoramica strada che tagliava le meravigliose scogliere che tracciavano il confine tra Las Baias e i domini olandesi, da quelli sotto il controllo spagnolo.
Alla fine, dopo tre ore viaggio, la carrozza giunse a Balunga, per poi raggiungere il sontuoso ed originale palazzo del Viceré.
Era un edificio che sembrava unire più stili e gusti architettonici, quasi a voler aggregare fra loro il selvaggio ed esotico ardore di quei luoghi con una pomposa e principesca reggia europea.
Un vasto giardino era raccolto tra il palazzo e la lunga fila di cancelli che racchiudevano il tutto, con al suo interno alberi e piante dall'aspetto tropicale e dai colori vivacissimi.
Uccelli dall'ardente piumaggio erano racchiusi in gabbie di ottone, mentre cani di varie razze, levrieri, alani, mastini, molossi, venivano portati al guinzaglio da servitori dalla pelle scura.
La carrozza entrò e subito alcuni funzionari del Viceré accolsero Philip e la sua famiglia.
Ad un tratto, un uomo si presentò a loro.
Era di corporatura asciutta, con i capelli lunghi, raccolti all'indietro, i vestiti caratteristici degli avventurieri spagnoli e qualcosa nello sguardo dei guerrieri Putuos, gli antichi combattenti delle tribù flegeesi.
“Salute a voi, signori.” Disse alla famiglia di Philip. “Sono Juan Musan, guardia del corpo del Vicerè. Seguitemi prego... Sua Altezza vi sta aspettando.”
Aveva uno sguardo orgoglioso e il portamento di chi è sicuro di sè.
“Hai visto, cara?” Disse sottovoce la madre a Talia. “E' lui l'uomo di cui ti parlavamo. Non lo trovi affascinante?”
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cavaliere25 15-10-2012 08.55.44

Guardai il capitano e dissi signore non c'era motivo di frustarlo in quel modo a quel poveretto continuai a dire e poi la colpa è mia se mi sono fatto beccare a prendere le forme di formaggio ma non potevo parlare e difenderlo visto che voi mi avete dato il divieto di parlarne e di dimenticare la cosa quelle fristate toccavano a me e restai immobile con lo sguardo fisso sul capitano

Altea 15-10-2012 09.13.24

Osservavo quella donna muoversi tra me e le stoffe, ascoltando i suoi discorsi fui presa da una forte antipatia verso il governatore olandese.
Annuii, era meglio scegliesse Madame Truasson, ero proprio curiosa di conoscerla e dissi sottovoce alla balia "E' sposato vero il Governatore? Sembra che lo esaltiate come se dovessi farlo innamorare di me. "

Talia 15-10-2012 15.13.09

Scendemmo dalla carrozza nel cortile del palazzo del Viceré di Balunga, dopo un estenuante ed alquanto scomodo viaggio. Subito venimmo accolti da un uomo... era alto e apparentemente molto sicuro di sé, aveva lo sguardo vigile ed intransigente e la sua voce, marcata da un curioso accento che non avrei saputo descrivere, suonò ferma e profonda.
Lo osservai per un attimo, dovendo ammettere mio malgrado di esserne vagamente incuriosita...
E fu allora che la voce di mia madre mi raggiunse...

Citazione:

Originalmente inviato da Guisgard (Messaggio 49635)
“Hai visto, cara?” Disse sottovoce la madre a Talia. “E' lui l'uomo di cui ti parlavamo. Non lo trovi affascinante?”

Le lanciai un'occhiata fuggevole... i suoi occhi brillavano di eccitazione e di viva speranza... cosa, questa, che mi innervosì non poco... non le risposi.

elisabeth 15-10-2012 18.04.33

Ero inpreda al panico,nella stanzanon vi era traccia di Ingrid, che diavolo stava succedendo......mi sembrava tutto a posto, eravamo li' da due giorni emi sembrava gia' di stare all'inferno......ero rivolta verso la finetsra quando girandomi di scatto per uscire fuori dalla stanza mi accorsi di non essere sola.....due personaggi dall'aria poco raccomandabile mi si pararono davanti senza che io avessi potuto sentire rumori di qualsiasi genere....uno dei due mi parlo', sembrava calmo....il suo inglese non era dei migliori.....ma il senso della richiesta poteva essere compreso anche a gesti.
" Uno scambio di cosa...e per cosa, state cercando chi ?...la mia governante, avete osato rapire la mia governante, il tizzio che voi cercate.....e' stato qui per una notte e sotto la minaccia di un coltello ha voluto il nostro silenzio...stamane lo accompagnato fuori di qui.....non conosco il suo nome, non so chi sia e che cosa abbia fatto...cosi' come non conosco voi......e prendete da me...che io faccia uno scambio.......ma vi rendete conto di cosa state dicendo?...........questa e' la terra dei peggiori malfattori che io abbia conosciuto in vita mia............avete la mia governanete......lasciatela andare, non sappiamo nulla di questa storia......" mi lasciai sprofondare su una sedia accanto al tavolo....ero esausta....come desideravo la visita delle guardie........ma nella vita non tutto andava come desideravo.....

Guisgard 15-10-2012 18.19.20

“Sinceramente” disse sottovoce Odette ad Altea “ignoro se il governatore sia o meno sposato...” si voltò poi verso la padrona della sartoria “... perdonate, milady, è solo sciocca curiosità femminile... ma ditemi, il governatore è sposato?”
“Oh, no.” Scuotendo il capo la donna. “Sua eccellenza non è sposato... anzi, è un ottimo partito, visto che è ricco e potente...” accennò un vago sorriso “... si dice, ma badate sono solo pettegolezzi, che possegga una rendita vitalizia di circa diecimila Fiorini all'anno... senza dimenticare, poi, che la sua carica gli consente di soggiornare in quel favoloso palazzo... si, sua eccellenza ha il fascino che contraddistingue tutti gli uomini ricchi e potenti.”
In quel momento arrivò madame Truasson.
“Dobbiamo confezionare un abito per milady.” Disse la padrona della sartoria alla nuova arrivata.
“Benissimo...” disse madame Truasson fissando Altea “... dobbiamo abbinare il tutto al colorito della vostra pelle, ai vostri occhi ed al colore dei vostri capelli... ditemi, avete qualche richiesta particolare? Volete mettere in risalto un aspetto particolare della vostra persona, milady?” Chiese alla ragazza.

Guisgard 15-10-2012 18.29.42

“State calma, milady...” disse quell'uomo ad Elisabeth “... non siamo dei criminali noi...” indicando se stesso ed il suo compagno “... il vero briccone era l'uomo che avete aiutato a fuggire... io mi chiamo Brizzon e questi è il mio socio Yllio... siamo cacciatori di taglie... l'uomo che è entrato qui l'altra notte è un contrabbandiere ricercato dalla flotta inglese. Il suo nome è Storm Ruppen, un dannato prussiano fuggito dalla prigione sull'isola di Gaetz e ora datosi alla macchia in questi mari... ma arrivo subito al punto, milady... vogliamo da parte vostra che ci descriviate quel bastardo, perchè noi ne ignoriamo l'aspetto... aiutateci a catturarlo ed io lascerò andare la vostra domestica, oltre a darvi una parte della taglia. Accettate?”

Clio 15-10-2012 18.41.04

Sventolai la mano destra davanti a me :"non devi prendermi alla lettera, intendevo dire che ti avrei aiutato lasciandoti il colpo di grazia, e su questo ci siamo intese, mi pare" dissi con un sorriso :" sembra un buon piano, potrebbe funzionare" aggiunsi pensierosa:" tuttavia bada che dovrà essere ubriaco, e io fingere di esserlo perché lui crede che il mio amato non mi rivorrà se mi mette le mani addosso. Ma a questo non è un gran problema, in realtà , gli uomini sono facilmente corruttibili" Dydas sorrise con me.
"Dimmi piuttosto, hai considerato che quand'anche riuscissimo a ucciderlo dovremo comunque fare i conti con i suoi scagnozzi? Che hai in mente per loro? Ti ricordo che c'è una specie di taglia sulla mia testa, e ci sarà anche sulla tua quando si saprà che hai ucciso il Gufo Nero!"
Conclusi osservandola seria.

Guisgard 15-10-2012 18.46.38

“Sciocco marinaio...” disse con disprezzo il capitano Sumond nel fissare Cavaliere25 “... come osi venire qui e criticare gli ordini del tuo comandante? E poi parli di formaggio? Quale formaggio? Io non ne so niente! Ma non temere... dici di avere avuto un torto? Benissimo, ci penserò io a ristabilire la giustizia allora...” si alzò in piedi “... signor Great!”
Un attimo dopo arrivò l'ufficiale.
“Avete chiamato, signore?”
“Si...” annuendo Sumond “... questo marinaio ha osato muovere insinuazioni verso il suo capitano... sarà punito anche lui con venticinque frustate! Così imparerà a portare rispetto al comandante! Tutto l'equipaggio assisterà alla punizione!”
Così, Cavaliere25 fu portato in coperta e davanti a tutti, legato ad una grata, venne punito come ordinato da Sumond.
Una dopo l'altra quelle frustate si accanirono contro la sua schiena, flagellandone le carni.
Lo schiocco della frusta era divenuta ormai la musica preferita del capitano Sumond, accompagnata da un grido di dolore ed un gemito di sofferenza.
“Ricorda, Cavaliere25...” mormorò il marinaio che lo frustava “... non sono io che ti frusto... sto solo obbedendo agli ordini... rammentalo, non sono io il tuo carnefice...”
Alla fine, martoriato dal gatto a nove code, finita la punizione Cavaliere25 fu portato giù ed affidato alle cure del dottor Musmot.
“Su giovanotto...” mormorò il medico un po' brillo “... non è niente di che... vedrai, domani starai meglio... se invece ti avessero amputato una gamba, allora si che avresti sofferto... fidati. A me fu amputata nel 38... al largo del Madagascar... ero stato colpito da un moschetto aragonese... già!”
Andato via il dottore, Rynos, Emas e Fidan si avvicinarono al povero Cavaliere25.
“Tutto bene, amico mio?” Domandò Rynos.

Altea 15-10-2012 18.50.29

Il Governatore non era sposato..sperai i miei genitori non avessero strane intenzioni.
Arrivò Madame Truasson e mi scruto' da capo a piedi..non si poteva negare era donna di grande classe. "Direi di esaltare il mio chiaro incarnato e i miei occhi che dal verde si confondono al nocciola. Avrei pensato a un arancio..voi che ne pensate..ma non troppo pomposo ". Poi accarezzandomi i capelli aggiunsi "E pure esaltino i miei lunghi capelli dorati".

cavaliere25 15-10-2012 18.53.36

Si dissi con un filo di voce non vi preoccupate non è niente di grave continuai a dire e ogni tanto stringevo i denti dal dolore di quelle frustate quel maledetto non si ferma davanti a nulla dissi guardando i miei compagni mi sa tanto che abbiamo sbagliato ad imbarcarci in sta nave e cercai di trovare una posizione per non sentire male ma era impossibile voi non parlate e seguite sempre gli ordini se no finite come me e lui indicando il mio amico accanto e restai in silenzio

Cheyenne 15-10-2012 18.54.16

Dopo aver salutato Fhael e essergli dato appuntamento per il mattino seguente, entrai nella locanda.
Mi diressi nella mia stanza per preparare i mie bagagli, dopodiché scesi nelle sala da pranzo per consumare finalmente un pasto caldo e una bella birra.
Finito di mangiare, decisi di fare una passeggiata nei dintorni prima di andare a dormire...

Guisgard 15-10-2012 18.56.15

“Non temere.” Disse Dydas a Clio. “Ho un piano per tutto. Ho già sistemato alcuni barili di pece nella cantina di questa locanda. Appena ucciso il capitano, correrò a dar loro fuoco, lasciando tutti questi dannati in una trappola di fiamme e morte. Il fuoco attirerà i pirati rimasti sul galeone e mentre correranno a vedere l'accaduto, io e te fuggiremo con una lancia nascosta nel molo Est del porto. Con un po' di fortuna raggiungeremo Las Baias e saremo salve. Cosa ne dici?”



Nello stesso momento, a Las Baias, si discuteva su come agire.
Guidaux stava in piedi, fisso davanti a quella finestra, senza dire nulla.
Quegli attimi sembrarono eterni a Gurenaiz.
“Signore...” disse finalmente il capitano.
“Si, sfrutteremo la situazione a nostra favore.” Mormorò l'ammiraglio, come se finalmente avesse trovato una soluzione dopo un lungo ragionamento. “Trasformeremo questa nostra posizione di svantaggio, in un vantaggio decisivo.”
“In che modo, signore?”
“Approfitteremo dell'incontro per riscattare quella ragazza” rispose l'ammiraglio “e cattureremo quel dannato pirata. Eliminare il famigerato Gufo Nero non solo sarà una straordinaria vittoria nella nostra guerra alla pirateria, ma rappresenterà un'incredibile trionfo propagandistico contro inglesi e spagnoli.”
“Signore, con tutto il dovuto rispetto, ma io non permetterò che la vita di quella ragazza sia messa in pericolo.” Disse Gurenaiz.
“Volete forse agire di testa vostra, capitano?” Voltandosi a fissarlo Guidaux.
“Dico solo che...”
“Voi siete un mio ufficiale” lo interruppe l'ammiraglio “e come tale esigo la vostra obbedienza.”
“Cosa ordinate dunque?”
“Fate preparare una nave” disse Guidaux “ma senza armi in bella vista. E anche gli uomini a bordo devono essere solo marinai, con al massimo tre soldati come vostre guardie del corpo. Non voglio che i pirati si insospettiscano... del resto devono credere ad un semplice scambio...” sorrise “... nella stiva, invece, nasconderemo altri soldati, armati di tutto punto, con mortai e polvere da sparo. Quando quei bucanieri si sentiranno al sicuro, entreremo in azione.”
“Signore, vi rammento che è la vita della mia futura sposa ad essere in ballo.” Fece Gurenaiz.
“State tranquillo, capitano.” Tornando a fissare il mare Guidaux. “Vi assicuro che la vostra amata non correrà alcun rischio. Dopotutto voi sarete lì a guidare l'intera operazione. Ora andate e fate preparare la nave. Si avvicina il giorno della scadenza.”
“Si, signore!” Esclamò Gurenaiz.
Ed uscì, lasciando l'ammiraglio a guardare con un ghigno le maestose nuvole, rese vermiglie dal Sole morente, che naufragavano verso l'orizzonte lontano.

Guisgard 15-10-2012 19.10.10

Cheyenne, uscita attorno all'albergo, riuscì a godersi la magia di quella sera, resa limpida e fresca dal vento che aveva cominciato a soffiare da Occidente.
Il crepuscolo era ormai svanito e le prime stelle iniziavano a luccicare nel cielo incantato.
Le sere in quei luoghi possedevano qualcosa di stregato.
Gli ultimi rumori del borgo che pian piano si spegneva, si mischiavano ai suoni che provenivano dal porto vicino.
Un canto non distante, lento e un po' malinconico, si diffuse nell'aria, forse ad opera di un marinaio o di un pescatore.
Ad un tratto Cheyenne udì dei rumori.
Ma era tutto buio e non vide nulla.
Eppure era certa di aver sentito qualcosa.
“Va da lei, Gon...” mormorò una figura nascosta poco distante e attenta a non farsi scorgere dalla ragazza “... su, obbedisci... come se fosse la tua padrona...”
E all'improvviso dal buio sbucò fuori la scimmietta, correndo con agilità fino in braccio a Cheyenne, facendole poi le coccole.
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Guisgard 15-10-2012 19.41.48

La famiglia di Philip fu così condotta all'interno del palazzo, fino ad una grande terrazza abbellita da piante esotiche, dai colori tropicali e i profumi paradisiaci.
Un attimo dopo, annunciato da due servitori di colore, si presentò a tutti loro il Viceré in persona.
“Signori...” disse Musan, che neanche per un istante aveva tolto il suo sguardo da Talia “... sua altezza Gozian de Masser, Viceré spagnolo di Balunga.”
“E' un onore per me, maestà.” Mostrando un lieve inchino Philip. “Vi porgo il saluto a nome della Compagnia delle Flagee Occidentali e a quello mio e della mia famiglia... mia moglie Maria e mia figlia Talia.”
“Ed è mio piacere accogliervi tutti qui, amici miei.” Sorridendo il Viceré. “In verità stavo per mettermi a tavola e dunque siete obbligati, con mia somma felicità, ad unirvi con me e con il mio fedele Musan.”
“Accettiamo con gioia, maestà.” Sorridendo Philip.
Così, condotti all'interno, in una grande e vasta sala, con pesanti e pregiati tessuti purpurei a rivestire le pareti, tende di gran lusso ad ornare le finestre e preziosi mobili d'ebano e di sandalo, intarsiati di madreperla, corallo e oro, a riempire ogni spazio, presero posto a tavola.
Philip e sua moglie furono fatti accomodare accanto al Vicerè, mentre Musan prese posto vicino a Talia.
“Vostra figlia è deliziosa...” fece Gozian “... davvero incantevole. Ora comprendo perchè desti tanta meraviglia negli indigeni di queste terre.”
“Si...” annuendo Philip “... ma sua altezza ben sa che in queste terre una bellezza pallida e bionda attrae con facilità l'attenzione dei nativi.”
“La bellezza” intervenne Musan “è sempre tale, in qualsiasi angolo del mondo giunga a splendere.” Fissò ancora Talia. “Analopel... mai nome fu più adatto a descrivere qualcosa...”
“In realtà” disse Philip “non amo molto le usanze dei nativi e quell'epiteto dato a mia figlia...”
“Ah...” mormorò il Viceré “... forse ignorate che il nostro Musan è per metà Flegeese...”
“Perdonate, per un attimo l'avevo dimenticato...”
“Perchè non amate i nativi?” Domandò Musan.
“Parlavo delle loro usanze” rispose Philip “non di loro come individui. Sono dell'idea che è nostro dovere cercare di civilizzare queste terre.”
“Tutto ciò che viene imposto” guardandolo Musan “non è mai profondamente giusto, signore...”
“Già...” fece il Viceré “... ma prima di civilizzare queste terre, bisognerà riappacificare olandesi, spagnoli e inglesi...senza dimenticare poi di ripulire questi mari dai pirati... un vero flagello...”
“Si, verissimo.” Annuì Philip.
“Ma ai pirati ci penseremo noi.” Disse Musan.
“Si, perchè il nostro valente cacciatore” sorridendo il Viceré “è qui, oltre che per difendermi, per dare la caccia a tutti i predoni di questi mari. Egli possiede un vantaggio rispetto ai tanti ufficiali olandesi, spagnoli e inglesi impegnati nella guerra contro la pirateria... nessuno, infatti, conosce come lui queste acque... è un predatore e i corsari saranno le sue prede.”
“Ma credo che le nostre signore si siano annoiate già abbastanza a causa di questi discorsi.” Fece Musan. “Meglio trovare argomenti più piacevoli...” fissò Talia “... siete d'accordo, Analopel?”


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