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La febbre era salita nuovamente.
E Cavaliere25 era di nuovo nel delirio. Improvvisamente Daniel decise di agire, facendo bere metà di quella fiala al boscaiolo, senza attendere oltre i due frati. Qualche istante dopo il boscaiolo cominciò a sudare. Poi la febbre, finalmente, iniziò a scendere. “Ora credo starà meglio…” mormorò Plautus “… Dio sia lodato…” segnandosi ed imitato subito da Jovinus. “Veglia tu su di lui…” fece questi “… io voglio capire cosa è successo…” e salì sul ponte in cerca di Daniel. |
Ma guarda la divina Isolde....magia e nel caos lei e' sorridente come sempre....." Ciao Isolde...ben tornata, sei stata in giro a mandare maledizioni?.....bene...adesso ci sei tu...io e la bimba, che cosa fantastica, l'unico che non immagina nulla e' il grande Goz......io gli ho parlato e non mi ha nenche ascoltata ...provaci forse a te dara' retta....."....mi avvicinai ad Altea e le misi un mano sulla sua spalla....." Tranquilla puoi prenderti cura di lei......ti saro' vicina"......mi voltai verso Isolde le sorrisi e me ne tornai nella mia cabina .....ero stufa di sentire cose assurde.....parlavo e parlavo con nessuno.....Goz era un'ottuso uomo di mare......che raccattasse tutte le creature del creato....problemi suoi.....mi spiaceva solo che a forza di imbarcare gente il carrozzone affondasse.......arrivai alla cabina e mi buttai sul letto......
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che roba mi avete fatto bere chiesi devo parlare col capitano continuai a dire devo avvertirlo del pericolo che stiamo correndo e cercai di alzarmi
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Improvvisamente Elisabeth mi passò accanto....mettendomi una mano sulla spalla. Avvertii il suo appoggio morale, guardai tutto l'equipaggio e la gente sulla nave...nel loro volto vi era il volto della paura, della superstizione, dell'arretratezza.
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Stavo per entrare in casa quando alcuni miei fratelli, che avevano scortato il prepotente signorotto fino alla fine del viale, tornarono indietro di corsa... gridavano e dicevano cose che non capivo... qualcuno balbettava, persino... uno di loro mi prese per mano e mi trascinò fino in giardino dove, finalmente, capii la causa di tutto quel trambusto.
Un animale... il più grande e il più affascinante che avessi mai visto... zampe larghe e possenti, un manto dai colori bellissimi e due occhi che sembravano studiarci e perfino capirci... Incapace di trattenermi, come rapita, feci qualche passo avanti... lentamente mi avvicinai alla belva, un minuscolo passo dietro l’altro, la mano tesa... Citazione:
“Cosa?” chiesi, costringendo quel mio fratello a voltarsi un momento verso di me “Uno straniero... un altro? Ed è davanti alla tomba del Maestro?” Li scrutai tutti per appena un attimo, ad uno ad uno... ero preoccupata... tutti quegli stranieri che giungevano al casale... e in un solo giorno... “Qualcuno resti a tenerla d’occhio!” dissi, indicando la fiera “E non avvicinatevi! Torno subito!” Poi mi voltai e mi avviai a passo svelto verso il casale, verso il piccolo giardino laterale in cui era stato inumato il Maestro, chiedendomi che cosa altro ancora avremmo dovuto affrontare quel giorno... Ed in effetti, proprio di fronte alla semplice croce piantata nel terreno, trovai un uomo... era alto ed indossava una giubba dagli esotici colori, una pesante spada gli pendeva dal fianco... immobile con le braccia lungo il corpo e la testa china, mi dava le spalle. Osservai quella figura, semicelata dall’ombra densa del sicomoro, per qualche istante... “Milord...” dissi poi, facendomi finalmente avanti “Perdonatemi se giungo a disturbare la vostra meditazione... ma né io e né i miei fratelli vi abbiamo visto arrivare. Posso chiedere cosa vi porta al Casale degli Aceri, mio signore?” |
La croce nel terreno che sembrava stagliarsi contro le meste luci del pomeriggio, ormai destinato a terminare.
“Ti odio!” Urlò il ragazzo al maestro. “Ti odio con tutto me stesso!” Il maestro lo fissava in silenzio. “Basta!” Ringhiò nuovamente l’apprendista. “Andrò via! Via da qui! Per non rivederti mai più! E diventerò un cavaliere! Il migliore e anche tu sentirai parlare di me! Spero di non rivederti più!” E corse via. Un mare di ricordi lo investirono in quel momento, alla vista di quella tomba. Ma quell’immagine nella sua mente lo tormentava. Il ricordo di quell’addio gridato con tanto odio non riusciva a lasciarlo. Poi, d’improvviso, quella voce alle sue spalle. Si volto e la vide. “Attenta, Talia!” Gridarono gli altri fratelli, che qualche istante dopo la raggiunsero. “Chi sei straniero? Ti manda il signorotto?” “Attenti, è armato!” Fece uno di loro. Lo straniero però restò immobile, con gli occhi divenuti vermigli per il pianto. Li fissava uno ad uno. E soprattutto fissava lei. |
Isolde bussò e poi entrò nella cabina di Elisabeth.
“Cosa succede?” Ridendo. “Hai conosciuto l’ottusità degli uomini? Io invece li trovo adorabili… sai…” chiudendo dietro di sé la porta “… ho messo gli occhi sul quel maestro… chissà che stanotte non gli faccia visita…” rise ancora “… però io non sono come te, Elisabeth… non provo astio verso di te… dopo posso lasciartelo…” e si lasciò cadere sul letto “… ah, ho notato il tuo apprendista… quel Daniel… devi dirgli di stare attento, o la strega che si aggira a bordo potrebbe anche trasformarlo in qualche animale… anche se la punizione peggiore è lasciarlo così com’è!” E si abbandonò ad una nuova risata. |
Citazione:
I miei occhi si allargarono ed il mio cuore probabilmente saltò qualche battito... Erano passati molti anni, certo... almeno dieci... e lui non era più il ragazzo che ricordavo... no, era un uomo adesso... eppure quegli occhi erano esattamente gli stessi. Istintivamente allargai un braccio, bloccando i miei fratelli dove si trovavano... ma i miei occhi non lasciarono quelli dell’uomo di fronte a me neanche per un istante... “Ma no, sciocchi...” mormorai ai giovani che sentivo trepidanti e confusi intorno a me “Nessun signorotto... E’ il Cielo che lo manda!” Un attimo di silenzio, di immobilismo... poi un sorriso, radioso e felice, mi si allargò sulle labbra. “Sei tornato!” esclamai, correndogli incontro ed abbracciandolo forte, mentre una lacrima di gioia scendeva a rigarmi la guancia “Sei tornato, finalmente! Bentornato! Bentornato a casa!” |
Lei gli corse incontro, sotto gli occhi stupiti dei suoi fratelli.
E poi lo strinse forte a sé. Un abbraccio lungo anni, o forse lungo un’eternità. Lui lasciò cadere la borsa che aveva con sé e abbracciò anch’egli Talia. In un attimo sentì la fatica svanire e il dolore ammansirsi. Non perché aveva dimenticato il maestro, ma perché avvertiva che lo stava dividendo con lei. Le sue braccia stringevano forte Talia, come per esorcizzare la paura di vederla volare via. Un alito di vento, improvviso, avvolse i loro volti nei lunghi capelli di lei. Allora, per quel soffio di vento, il profumo del bosco si confuse con quello di lei. E per un attimo gli passarono davanti le mille scene vissute con lei durante l'infanzia in quel bosco. Tutti gli altri erano intorno a loro, ma in realtà sembravano essere stati portati via da quel vento. “Talia…” mormorò alla fine uno di loro “… chi è questo straniero?” |
Quell’abbraccio... lo stingevo forte, nascondendo il viso contro la sua spalla... e in quell’istante sentii di nuovo tutto piovermi addosso: la sua mancanza patita per anni ed anni, la perdita del Maestro, quel terribile segreto sulla sua morte, le pretese del signorotto sul casale... tutto! E tuttavia ora non ero più sola! Ora, come quando eravamo bambini, c’era lui con me... lui che era sempre stato il primo con cui mi confidavo... l’unico di cui mi fossi mai fidata ciecamente!
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E così accantonai quei pensieri... ci sarebbe stato tempo, dopo! Ora era il momento della gioia, ora era il momento della felicità... Allentai quindi l’abbraccio e mi allontanai appena da lui... “Straniero?” mormorai, tornando a guardare prima lui e poi tutti loro con un sorriso “Non ditemi che davvero nessuno di voi riconosce più nostro fratello... Il nostro ritrovato fratello...” Poi un pensiero improvviso mi colse... “Nestos!” esclamai quindi, stringendogli il braccio “Oh, Nestos sarà così felice di vederti! Dobbiamo trovarlo... Vedrai... Vedrai! Sarà entusiasta del tuo ritorno!” |
Talia e il fratello ritrovato avanzarono verso gli altri, che continuavano a guardare il nuovo arrivato con curiosità.
Nel mezzo del gruppo vi era Nestos. Era immobile, come interdetto da quell’accadimento. Il nuovo arrivato avanzò verso di lui sorridendo e con le braccia larghe. Ma, quasi d’istinto, Nestos indietreggiò. Il cavaliere lo fissò turbato. Nestos invece guardò Talia e cominciò a gesticolare con il suo linguaggio… (Non può tornare così... dov’era in tutti questi anni? Dove, mentre noi tutti crescevamo? E quando il maestro è morto? Non si può tornare quando è troppo tardi… non ha il diritto di tornare ora!) E corse via. |
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Ero stata sciocca, ero stata infinitamente sciocca: nella mia personale gioia avevo deliberatamente ignorato i sentimenti degli altri... non avevo pensato ai loro sentimenti, ai loro pensieri e stati d’animo, a quanto Nestos aveva dovuto sentirsi solo dopo la partenza di quel suo fratello e a ciò che per lui doveva significare il suo ritorno proprio nel momento in cui aveva perso anche il Maestro... Chinai la testa, tristemente... “Temo che a Nestos occorra un po’ di tempo in più!” mormorai. |
Sentii la porta aprirsi.......avevo gli occhi chiusi ma potevo vedere la bella Isolde entrare......e quando finii di ascoltarla.....mi raddrizzai sul letto e mi misi seduta......occhi negli occhi....." Io odiarti...ma perche' dovrei, infondo ti sei portata via il padre dei miei figli......infondo hai ucciso uno dei miei figli..e poi ..non so, magari per carita' Divina vuoi trasformare Daniel in un maiale......ma perche' dovrei avercela con te Isolde ,dolce cretura....io non ti odio.... sono quella che sono perche' non posso odiare...ma sai...il mio cuore te lo sei passato sotto i piedi, adesso hai messo gli occhi sul Maestro.......pensavo fosse Goz l'uomo dei tuoi desideri....".....mi alzai dal letto e cominciai a passeggiare avanti e indietro......"Isolde ti avverto......lascia stare questa gente, trovati altri divertimenti, il sangue umano per quanto ti possa sembrare strano....l'essere umano ha un valore infinito........non ho finito......Daniel e' intoccabile.....perche' se tocchi lui...tu sei finita......giuro su nostra madre......che tu non rivedrai neanche il buio delle tenebre....e ora esci subito da questa stanza..."
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“Lasciami andare da lui…” mormorò il nuovo arrivato a Talia “… voglio parlare con lui…”
“Ma chi credi di essere?” Avvicinandosi un altro dei fratelli. “Arrivi qui come Ulisse e pretendi di sistemare ogni cosa! E poi nessuno può capire Nestos! Solo il maestro e Talia possono!” Il cavaliere lo fissò senza dire nulla. “Perché sei tornato?” Ribadì quello. “Per pietà? O perché sei ricercato?” “Calmati..” cercò di farlo calmare un altro di loro. “Lasciate che gli dica in faccia ciò che penso di lui!” Insistendo il ragazzo. “Avanti, da chi stai fuggendo? Dalle guardie del vescovo? O da qualche marito a cui hai ingravidato la moglie?” “Basta!” Lo ripresero gli altri. Ma il ragazzo era fuori di sé. “Lo diceva sempre Fyellon!” Continuò con rabbia. “Sei un poco di buono! Perché non te ne vai? Non abbiamo bisogno di te! Vattene e non tornare più! Vattene prima che ritorni Fyellon! Ricordi? Giurò che ti avrebbe ucciso!” A sentire il nome di Fyellon, il cavaliere ebbe un impeto di rabbia, che riuscì tuttavia a controllare. “Vado a parlare con Nestos, Talia…” mormorò il cavaliere, per poi raggiungere il ragazzo scappato via. |
Isolde rise a quelle parole di Elisabeth e si avviò verso la porta della cabina.
"Che paura, mi fai..." voltandosi "... mi sa che cercherò protezione fra le braccia del bel maestro…” ed uscì abbandonandosi nuovamente a quella sua inclemente risata. Sul ponte, intanto, tutti i marinai avevano circondato Altea e la giovane Rykeira. “Vogliamo quella ragazza!” Dicevano. “Ci porterà tutti alla morte! Vogliamo buttarla in acqua!” “Siete tutti pazzi!” Gridò Lainus. “Nessuno di voi la toccherà!” Uno dei marinai però si lanciò su Lainus e questi reagì. Scoppiò una rissa e ovviamente, essendo tanti contro di lui, il maestro ebbe la peggio. Fu pestato a sangue e di nuovo, poi, i marinai minacciarono la ragazza. “Fermi, vi ordino!” Tuonò Goz. A quelle parole la ciurma si fermò a fissarlo. “E’ una strega, capitano!” “Avete visto com’è cresciuta in poche ore?” “Si, ci distruggerà tutti!” “Nessuno la toccherà!” Urlò Goz. Ma gli uomini, in balia della paura, strapparono Rykeira dalle braccia di Altea per buttarla in mare. La ragazza gridava e si disperava, ma quegli uomini sembravano come impazziti. Ad un tratto salì sul ponte Jovinus e davanti a quella follia collettiva intimò tutti di fermarsi. Ma neanche il chierico riuscì a farli ragionare. E mentre i marinai si accingevano a gettare Rykeira in acqua, qualcuno, all’improvviso, gridò. “Il crine!” Urlò Bar. “La strega è qui! Il crine è intrecciato! E’ stata lei a farlo!” |
Plautus, intanto, nella cabina con Cavaliere25, cercava di far calmare il boscaiolo.
“Non agitatevi, ragazzo…” disse “… dovete riposare, siete ancora debole… ogni sforzo vi renderà sempre più fiacco… quando sarete guarito potrete parlare al capitano… avanti, state tranquillo…” |
Quegli uomini con la irruenza della loro superstizione si scagliarono contro di noi, inerte vidi il maestro picchiato a sangue..rimasi sbigottita. E' vero...a volte..l'ignoranza genera mostri..pensai.
Stavo per soccorrerlo quando Rykeira fu presa con cattiveria, tanti uomini contro una donna, un chierico cercò di intervenire ma fu troppo tardi. Mi affacciai al ponte e vidi lei che cercava aiuto con le braccia...lo avevo promesso e mi gettai sul fiume. Appena il mio corpo entrò a contatto con il fiume Calars sentii uno strano calore pervadermi, quasi fonti magiche mi sorreggessero, afferrai la mano di Rikeyra.."ci sono io con te non aver paura". Urlai alla ciurma "Io mi fermo qui, e non torno più sopra questo Carrozzone che doveva portarci in posti meravigliosi...continuate il vostro viaggio soli...maestro, se volete potete seguirmi altrimenti buon viaggio". Fu cosi che arrivai sulla sponda del fiume con la ragazza che mi fissava con occhi di ringraziamento. |
a quelle parole rimasi in silenzio e annui e mi misi a dormire dovevo salvare quelle persone erano in pericolo e anche io ma dovevo guarire in fretta se volevo agire e dopo poco mi riaddormentai
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Nell'uscire dalla stanza Isolde aveva lasciata aperta la porta e sentii le urla provenire dal ponte....corsi di sopra e vidi una massa di marinai che guardavano la riva del fiume.........." Razza di animali....ma che state facendo......con una bambina, se continuate cosi'....le streghe si faranno sentire e non avrete modo di tornare alle vostre famiglie....."......" Altea ...vi prego ascoltate ...ritornate a bordo, nessuno tocchera' ne' voi ne' la bambina.......se rimarrete li Altea....troverete la morte....vi prego......ritornate in acqua.....sarete condotta sino al carrozzone e vi tireremo su "......sperai con tutto il cuore di essere ascoltata........
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Citazione:
Tentai di trattenerlo, ma era già corso via. Abbassai gli occhi... mi sentivo male, infinitamente male... quella discussione acre aveva straziato la piccola parte del mio cuore che ancora potevo dire integra, lacerandola in mille minuscoli pezzi... “Bravi!” mormorai poi, tornando ad alzare lo sguardo sui miei fratelli “Bravi, tutti quanti! Bisticciare così... come bambini... proprio di fronte alla tomba del Maestro! Vi sembra il modo di accogliere un fratello, questo? Lui può anche aver sbagliato, può essere in ritardo di dieci anni e può avere alle calcagna tutti gli eserciti del regno, ma niente vi autorizza a parlare così! Niente vi autorizza a parlare di uccisioni e duelli... non dovreste neanche pensarle queste cose! E’ pur sempre vostro fratello! E se è vero che lui dovrebbe vergognarsi per aver atteso dieci anni prima di tornare a casa, è vero anche che voi tutti dovreste vergognarvi per l’accoglienza che gli avete riservato!” Chiusi gli occhi e respirai il vento... cercando di far sì che tutta la mia rabbia, la mia frustrazione, il mio dolore venissero portati via come le foglie del giardino... Ma era difficile... troppo difficile! Lentamente, quindi, mi voltai e mi avviai verso il bosco... “Oh...” mormorai, soffermandomi dopo appena qualche passo “Mi fido di voi... non deludetemi!” Poi ripresi a camminare... Il lago... L’unico posto in cui avrei potuto cercare di ricomporre i pezzi del mio cuore era il lago... |
Vidi Lady Elisabeth che si sbracciava...guardai Rykeira...era tornata quasi bambina. "No milady...io mi fermo qui...sfiderò qualsiasi pericolo, non ho paura io. Mi sono sempre arrangiata da me. Preferisco la solitudine a questa compagnia e queste dicerie". Afferrai la mano della piccola e iniziai a correre per la riva fino a un piccolo boschetto e mi sedetti sotto un albero assieme a lei, speravo non mi trovassero laggiù. Ero stanca di tutti quei tafferugli, erano loro con le loro dicerie stavano facendo del male a Rykeira.
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Accidenti agli uomini e alle loro superstizioni......mi gettai in acqua e nuotai verso la riva,,,,,,i sensi mi funzionavo benissimo.......c'era un freddo pauroso......guardavo gli alberi i loro occhi mi indicarono la strada e le foglie si sino a formare un sentiero.....sino a quando non le treovai.." Altea ..posso comprendere la decisione di una bambina, ma voi siete una donna adulta giudiziosa........restare qui significherebbe morte certa ....sapete benissimo che non mentirei......vi giuro sulla mia stessa vita chea bordo nessuno vi tocchera'......sempre che il piccolo tesoro...si comporti come tale e ora vi prego torniamo indietro..prima che faccia buio.."...tesi le mie mani verso Altea......
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Lady Elisabeth riuscì a raggiungermi, me lo aspettavo...."la morte...a che morte dovrei sfuggire? cosa potrebbe causarla? vedete questo bosco...c'è cibo a volontà per sfamarmi..e il sole saprà guidarmi durante il giorno e la luna saprà cullare i miei sogni. Mi spiace, ho sbagliato milady...ho compiuto un passo falso. La mia sete di curiosità mi ha fatto fare un passo più lungo di quello che avrei dovuto fare. Quegli uomini...continueranno...a far del male a lei, a questa creatura, io non lo permetterò. Se tenete a me, lasciatemi andare"
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L'ascoltai con una tristezza infinita...." Questo bosco e' la mia casa...Altea......non posso spiegarvi ora, non mi e' consentito.......ma vi prego...ascoltatemi....venite con me, qui non posso proteggervi......ci sono cose che non potreste capire.....".....mi avvicinai ad Altea...e le poggiai la mano sul cuore......gli alberi intorno si abbassarono e le trasferii tutta l'energia positivo che potevo darle..per farle sentire la verita' delle mie paole
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Sentii la mano di Elisabeth sul mio petto, il cuore batteva forte, e una energia positiva stava entrando, sentivo il vento sussurrare echi di tempi lontani e di spiriti, un senso di calma si impossessò di me. Aprii gli occhi "io vi seguirò ma non su quel battello, non mi conoscete milady...vi ringrazio per la vostra cura, ma io, combatto per i miei ideali fino la fine."
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Mi guardai intorno in quel caos non vidi più Altea, Elisabeth e la bambina.. Sentii la malvagia risata di Isolde.. Corsi sul bordo della nave e cercai con l'occhio della mente una deelle tre.. Le trovai.. Guardai Isolde e dissi:
<<Non finisce qui tra me e te!>> Schioccai le dita e mi smaterializzai.. Mi materializzai davanti a le tre ragazze bagnate fradice.. <<MA CHE TI SALTA IN MENTE?>> urali verso Elisabeth.. Ero furioso.. |
Le fronde degli alberi si alzarono e il vento cesso'...pace e senso di pace.....la bimba era silenziosa ...e gurdava tanto me quanto Altea....." non avevo alcun dubbio Altea sulla vostra caparbieta' se decidete qualcosa nulla puo' farvi cambiare idea......ma devo ricordarvi che su quel carrozzone c'e' il vostro maestro e vi ricordo anche hc enon voleva venire con voi....ma voi caparbia gli avete pagato il viaggio......bene mia cara.....spero che vi siate accorta qunto lui sia strano, nella sua mente e nella sua anima si insinuera' una serpe......e colei che fara' questo sara' ancora piu' libera senza la vostra presenza, forse di lui non vi importa nulla, ma su quel carrozzone ce lo avete messo voi.....la bimba ha i suoi buoni motivi per stare qui e trattenervi su questa terra.........Altea ....se fossimo soli potremmo prendere tutte le decisioni che il nostro cuore ci chiede di seguire......ma voi avete fatto una scelta salendo col vostro maestro a bordo...e non posso credere che voi lo stiate abbandonando.........io tornero' a bordo.....il mio viaggio come il vostro e' unito da un filo sconosciuto......."..........rimsi in silenzio a fissare la bimba ..questa volta se si fosse intromessa avrebbe avuto la dimostrazione di come riuscivo ad infuriarmi......anche con chi aveva le sembianze di una cosi' dolce creatura, ma forse era abbastanza intelligente per rimnere in un sano mutismo.......perche' comunque anche se avesse tirato fiato...dalla sua bocca non sarebbe uscito nessun suono. Dniel si materializzo' come fosse uscito da una nuvola..." Daniel tesoro....adesso rimproveri anche tua madre ?.....sono stanca fradicia.....ti prego Daniel evita i sermoni e cerca di comprendere...Lady Altea si e'trovata ad affrontare uomini impauriti e capaci di tutto pur di togliere la vita a questa ragzzina....ha fatto quello che avremmo fatto tutti al suo posto......ma credo che ora abbia compreso che la vita di tutti noi dipende dal suo ritorno a bordo.....purtroppo gli eventi non possono fermarsi cosi'....quel carrozzone deve continuare il suo viaggio...."........intanto un piccolo alberello si piego' per darmi il modo di sedermi......." Grazie ne avevo proprio bisogno.....diventerai un albero bellissimo.....".....presi la mano di Daniel e la tenni stretta....era passato un sacco di tempo da quando lo avevanoportato via da casa.......quanto avrei voluto che suo padre e suo fratello fossero li'..........
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Guardai elisabeth.. E poi guardai le altre due.. Mi avvicinai a Elisabeth e sussurai..
<> Perchè mi sembra di conoscerti? >> dissi sedendomi accanto a leiu.. |
Tutto era accaduto così in fretta.
Forse troppo in fretta. Elisabeth si adagiò sotto quell’albero e poté finalmente riposare. Anche Altea e Rykeira fecero lo stesso. Daniel invece appariva inquieto. Troppe cose strane stavano accadendo. La notte trascorse così, senza patemi. La foresta aveva i suoi colori, i suoi suoni, i suoi profumi. Appariva come uno scenario incantato, incontaminato ed idilliaco. Giunse poi l’albeggiare e la foresta si destò col nuovo giorno. Altea, Elisabeth e Daniel si svegliarono dal loro sonno. Avevano ripreso le forze dopo le agitazioni e le paure del giorno prima. Altea cercò Rykeira, ma accanto a lei non c’era più la ragazzina. Ad un tratto i tre udirono dei passi. Un attimo dopo, davanti ad Elisabeth, Altea e Daniel apparve una bellissima donna. “Ben svegliati…” disse “… credo che ormai possiamo dirci al sicuro… gli uomini del Carrozzone qui non ci troveranno…” fissò Altea “… dimmi… mi vuoi sempre bene? Come la mia mamma?” http://www.wearysloth.com/Gallery/Ac...12117-5871.gif |
Parsifal continuava a sfogliare quell’antico testo.
In esso erano raggruppati elenchi lunghissimi di demoni, tanti quanti sono nominati dalle tre grandi religioni monoteiste. Inoltre erano elencati sortilegi e rituali per difendersi da ogni forma di forza oscura. Vi era poi la narrazione del grandioso scontro tra Angeli buoni e angeli ribelli, della sconfitta di Lucifero e della sua cattività all’Infermo. Il libro continuava con diversi brani della Bibbia spiegati e commentati da glosse dei Padri della Chiesa. Infine, il testo si chiudeva con storie di diversi Santi, della loro passione, dei loro miracoli e della narrazione riguardante le loro Sante Reliquie. “Trovato qualcosa di interessante, ragazzo?” Chiese Redentos entrando nella stanza. |
Cavaliere25 si addormentò.
La febbre era calata in fretta e pian piano anche le forze cominciarono a ritornare. Accanto a lui vi era sempre frate Plautus. Dopo un paio d’or, il boscaiolo si svegliò. “Vi sentite meglio, vero?” Sorridendo il frate. In quel momento nella stanza giunse Jovinus. “Come sta?” Domandò a Plasutus. “Sta meglio…” rispose questi “… ormai la febbre è scese completamente…” “Dio sia lodato…” fece Jovinus “… sul ponte invece sembra essere scoppiato il caos…” “Perché?” “Si è scatenata una caccia alle streghe” rispose Jovinus “e tutti ne sembrano ossessionati. I marinai se la stanno prendendo con la bambina… e la donna che era con lei, lady Altea, si è tuffata in acqua per sfuggire a quella follia…” |
Non riuscivo a respirare.
Rimasi a lungo sospesa in quel blu infinito. Quell'umidità a cui appartenevo. Mi scoppiava il petto. Cercai di agitare le mani verso la salvezza. La salvezza era la luce, che vedevo filtrare nell'azzurro e nel violetto delle acque che mi circondavano. La mia voglia di vivere vinse sull'abbandono e cercai di risalire in superficie, tendendo tutti i muscoli del mio corpo nel tentativo di afferrare quei raggi di sole. L'aria mi bruciò i polmoni e sputai copiosamente l'acqua che mi stava soffocando. Galleggiai esausta sul pelo dell'acqua. Il sole era al tramonto. Mi domandai se avrei visto l'alba. Lasciai che l'acqua mi cullasse e mi accompagnasse verso il mio destino. Mi abbandonai tra le braccia di quegli spiriti delle acque. Non c'era ragione di temere. Avevo trascorso il mio tempo rincorrendomi con quegli stessi spiriti, come nebbia o come pioggia che sfiora la superficie dell'acqua. Appartenevo a quel blu profondo. Non eravamo in molte a incarnarci in corpi umani. Osservai il mio corpo e mi soffermai ad ammirare incantata il colore trasparente della pelle, resa luminosa dai raggi del sole morente. Respirai a fondo, mentre la corrente mi muoveva come una foglia. Quanto spesso avevo riso e avevo rincorso le foglie. Era quello il mistero e il segreto della nostra lunga vita... scorrere spensierate al di fuori del tempo e del mondo umano. Nessuno poteva trattenerci o governarci, fino al momento in cui tutte noi saremmo tornate al Blu. Rimpiansi le mie sorelle... ma forse loro erano lì, da qualche parte, a soffiare quel vento sulla mia pelle e a guidare la mia avventura. Non succedeva spesso che una magia superiore ci rendesse umane. Ma qualcosa era cambiato e il mio tempo si era fermato: non c'era più l'infinita successione degli attimi e delle corse gioiose. Qualcosa mi aveva trattenuto. Il tempo si era impadronito di me e io... ero diventata umana. Lentamente, mentre sorgevano le stelle, ero giunta su una riva quieta e ricca di vegetazione. Provai ad alzarmi, ma non ci riuscii. Rimasi lì, distesa sul bagnoasciuga, mentre le onde accarezzavano i miei fianchi. Scostai indietro i lunghi capelli scuri. Le mie mani sfiorarono la sottile rete di alghe che mi copriva a malapena. Non soffrivo il freddo o la stanchezza. Ero sorpresa. Mi guardavo attorno e il mondo mi appariva per la prima volta così vivido e pieno di misteri. Misteri? E io che pensavo di conoscere ogni cosa... Il rumore della notte divenne dolce come le voci delle mie sorelle e mi addormentai, cullata da quella nenia. Sapevo che non mi avevano abbandonata. Dormii, adagiata su un sasso concavo come il palmo di una mano. Dormii e sognai lo splendore zaffiro delle acque che mi avevano donato la vita. |
Il rumore delle acque e il loro scorrere, leggero e quasi musicale, sui lucidi sassi che rappresentavano il fondale più trasparente e meno profondo.
E salendo verso la sponda, quelle acque arrivavano quasi ad accarezzare la pietra concava nella quale quella ragazza dormiva. La stelle scintillavano attraverso quella foschia, segnando quasi una strada immaginaria, tracciata tra il Cielo e l’orizzonte sterminato. Una strada capace di condurre in mondo lontano, forse al di là del mare e del tempo. Poi, ad un tratto, si udì un pesante rumore di ruote solcare il sentiero che lambiva la scoscesa scogliera. Uno di quegli uomini indicò qualcosa vicino all’acqua. “Che mi prenda un colpo…” “Cosa hai visto?” Chiese l’altro. “Presto… punta verso il basso questa lanterna!” “Vedi quello che vedo io?” “Si… presto, chiama gli altri…” Qualche istante dopo, scesero presso la sponda, fino a raggiungere il sasso concavo dove la misteriosa ragazza dormiva. “Da dove salta fuori?” “Avete visto com’è vestita?” “Che sia una strega? Ho sentito che nei sabba si accoppiano col demonio nei luoghi più sperduti…” “Non dire sciocchezze…” “Allora sarà una prostituta…” “Così giovane e bella? Non vedi la sua pelle? E i capelli poi? No, amici miei… niente affatto… questa ci farà guadagnare almeno mille Taddei… avanti, cominciate a fare spazio sul carro…” |
La luce della lanterna aveva ferito i miei occhi. Feci appena in tempo a sussultare e a lanciare un gridolino di sorpresa.
Nel bagliore del fuoco riuscii solo a vedere le sagome di quegli uomini. Una parte di me era incuriosita, ma qualcosa mi gridava pericolo. Li guardai a occhi sgranati e mi appiatti contro la liscia superficie del mio giaciglio, come se la terra avesse potuto proteggermi. Quegli uomini dicevano parole che non comprendevo del tutto. L'istinto prese il sopravvento e cercai di gettarmi in acqua, convinta che il Blu mi avrebbe accolta e protetta, ma non ottenni altro che schiamazzi e schizzi d'acqua disordinati. Fammi tornare a casa! Gridai con disperazione, nella mia mente. Annaspai e gridai. Era la prima volta che sentivo la mia voce. Quel suono mi spaventò. Non avevo mai sentito un ululato così spaventato ed esitai a credere di esserne stata io l'artefice. |
Nestos se ne stava all’ombra di una grossa quercia.
Piangeva e stringeva i pugni per la rabbia. Ad un tratto udì il suono di un’ocarina. “Non mi abituerò mai alla bellezza di questo luogo…” mormorò avvicinandosi alla quercia “… non c’è stata notte che non abbia rivisto tutto questo prima di chiudere gli occhi…” il cavaliere si appoggiò con la schiena contro il tronco della quercia “… ricordi quando giocavamo da piccoli? Io facevo Ulisse e tu Telemaco… o io Oreste e tu Pilade… il ritorno dell’eroe…” malinconicamente guardò l’immenso bosco che li circondava “… forse non si può tornare troppo tardi…” Nestos lo ascoltava senza voltarsi. Anche lui lo fissò. Poi sorrise. “Ehi, Nestos, vuoi conoscere un amico?” Per poi lanciare un fischio verso il giardino. Qualche istante dopo, con un balzo, da un cespuglio emerse una gigantesca tigre. Fissò un attimo i due fratelli, per poi raggiungere il suo padrone e accucciarsi ai suoi piedi. “Si, lo so…” sorridendo il cavaliere e accarezzando la tigre “… so cosa stai pensando, Nestos… scommetto ti stai chiedendo da dove salta fuori, vero?” Nestos sembrava rapito da quell’animale. “Vuoi sapere la sua storia?” Domandò il cavaliere dagli occhi azzurri. “E magari il suo nome?” Gli occhi di Nestos saltavano dalla tigre al suo padrone, come biglie impazzite. “Avanti, fammi un cenno col capo” continuò il nuovo arrivato “ed io ti dirò il suo nome.” Nestos, prima titubante, poi finalmente accennò un sorriso. “Allora?” Ridendo il cavaliere. “Vuoi saperlo o no?” Alla fine Nestos annuì. “Sheylon…” fece lui “… ti presento mio fratello Nestos... avanti, non aver paura!” Rivolgendosi al ragazzo. “Avvicinati ed accarezzalo!” Talia, nel frattempo, era al lago, immersa com’era nei suoi inquieti e malinconici pensieri. Fissava le calme e chiare acque, specchiandosi in esse, mentre la sua immagine veniva di tanto in tanto alterata dalle leggere increspature del lago. Il vento accarezzava i lunghi capelli, mentre i raggi del Sole sulle acque generavano bagliori che si riflettevano nei suoi occhi, liberando gli infiniti colori che quello sguardo era capace di suscitare in chi si fermava a guardarlo. Ad tratto un’altra figura affiancò Talia nell’immagine riflessa sulle acque del lago. “Forse non hanno tutti i torti…” disse il cavaliere “… forse non avevo il diritto di tornare ora… forse questa davvero non è più casa mia…” |
Mi persi come in un oblio magico, sognai un bosco magico, incantanto, sfiorata dal vento, l'alba accompagnò il mio risveglio. Mi alzai e vidi vicino a me Daniel e Elisabeth che dormivano sereni. Ad un tratto un fruscio di vesti sull'erba e mi apparve una bellissima dama, sembrava apparisse dal nulla...."Mi vuoi bene Altea?" deglutii... Rykeira pensai. "Ma chi sei tui" le chiesi...chi sei. Se tu hai un animo nobile, certo che ti voglio bene, ma non ti conosco."
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Silenzio...
Il vento sfiorava le cime degli alberi, giocava tra i rami facendo volare qualche foglia e poi, roteando, scendeva fino a me... accarezzava l’erba e il mio abito leggero, i miei capelli, poi scivolava sul pelo dell’acqua, increspando leggermente la liscia superficie del lago. I miei occhi erano chiusi ma la mia mente, aperta e vigile, ascoltava ogni cosa... i rumori della Natura e quelli della mia anima... respirando lentamente e a ritmo cadenzato, ritrovai in parte la pace perduta... Ad un tratto udii un leggero rumore di passi sull’erba... e lo riconobbi. Si soffermò appena dietro di me, mi parve di percepire la sua esitazione... infine parlò. Citazione:
“Questa è stata sempre casa tua!” risposi “Anche quando sei fuggito via, anche quando l’hai odiata, anche quando l’hai rinnegata, anche quando credevi che non ti importasse niente di questo posto né di nessuno di noi. Questa è stata sempre casa tua e lo sarà sempre! Così come loro saranno sempre i tuoi fratelli... sempre, e per sempre... anche se non avete mai fatto molto per comprendervi a vicenda!” Rimasi per un attimo in silenzio, lasciando che i miei occhi corressero fino alla sponda opposta del lago, che ne scrutassero ogni invisibile anfratto... poi, finalmente, mi voltai a guardare lui... “Sono così felice che tu sia qui!” dissi “Ho pregato ogni notte per te. Pregavo perché tu stessi bene e pregavo perché ti fosse concesso, un giorno, di ritrovare la strada di casa!” Sorrisi. |
Si dissi sto meglio grazie ora posso alzarmi dissi devo parlare col capitano su una visione che mi venne davanti mentre stavo male e rimasi seduto sul letto
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Seduta su quel tronco che mi accolse come le piu' devote delle creture....Danil la sua voce era come un sussurro pieno di domande......eravamo tutti sfiniti..." Ti sembra di conoscemi Daniel ?.....ti sei avvicinato a me senza che tu te ne accorgessi....cosa ricordi della tua infanzia ?......hai tutta la notte per ricordare, il tempo in cui il mio volto non ti era presente...raccogli i tuoi ricordi durante il sonno...e io completero' il mio racconto..ora dormiamo, siamo esausti e la bimba mi sembra molto provata....mettiamoci sotto la grande quercia lei si chinera' su di noi per proteggere il nostro sonno......cosi' fu, stavo dormendo accanto a mio figlio, potevo toccare la sua iirequietezza, le domande lo stavano divorando come l'ansia e l'ira, ma quella notte doveva passare, perche' nel mio regno le creature si dovevano riunire...ogni cosa doveva essere fatta con giustizia, niente in quel mondo doveva essere toccato dalla malvagita'.....le ore passarono e il sole fece ritorno tra le tenebre del sonno....mi svegliai e vidi che Altea e Daniel erano in piedi......nell'alzarmi notai che il mio vestito era diverso....era l'abito del mio bosco una stoffa creta lavorando le cortecce intrecciata dalle felci ........fiori sparsi davano il colore del sole al suo tramonto, la mia verga era nella mia mano .....un legno secolare dove i simboli si intrecciavano asseconda degli ordini richiesti, ero tornata a casa e questo mi diede forza........vidi una donna, che parlava con Altea era Rykeira.......una domanda lecita......mi vuoi bene.....mi vuoi bene a prescindere della mia forza e della mia eta'...mi vuoi bene anche se non sono quella che vorresti io fossi...l'Amore incondizionato......." Altea, non c'e' bene e non c'e' male....l'uno puo' esistere senza l'altro......L' Amore non cerca la via della ragione.....Rykeira....voi conoscete le leggi del mio regno...."....
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Guardavo il bosco era diventato silenzioso, e cercai il viso rassicurante di Elisabeth...e....era cambiata, era bellissima...era quel bosco. E captaii le sue parole..come se mi mandasse un segnale.."Mi vuoi bene Altea??... lei è l'amore, ma io non so che cos'è l'Amore, non ho pensato fino ad ora cosa fosse, ma dovevo impararlo." Guardavo Rykeira che mi fissava con occhi imploranti..."si ti voglio bene chiunque tu sia...perchè tu ti sei fidata di me".
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