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Risi appena.
"Oh, il maestro sarebbe contento invece..." Prendendo il pane che mi porgeva "Lui diceva sempre che per lui ero solo un combattente... Uomo o donna cambia poco.." Strizzando l'occhio. "Ottima..." Sorridendo "Non ti facevo un estimatore di marmellate... Andiamo, fammi compagnia..." Alzando gli occhi su di lui "Credo che siano più afrodisiache le essenze che ho disperso nella vasca...." sussurrai strizzandogli l'occhio. |
Il carretto di Deluen si fermò davanti alla locanda e subito Elisabeth e Marangel scesero, per poi avviarsi verso l'edificio.
Deluen le seguì appena assicurato il suo carretto all'interno della staccionata che precedeva la locanda. E una volta dentro, le due donne ed il giovane uomo videro un tavolo attorno al quale stavano seduti alcuni uomini e le cui divise non lasciavano dubbi circa la loro attività principale: la guerra. “Hihihihihihi... eh, cari signori, ormai è chiaro... quel Guisgard sa il fatto suo...” disse Burmid con la sua gabbianella sulle ginocchia “... ma anche lui, come tutti, ha un punto debole... hihihihihihihi...” “Quale sarebbe?” Chiese Samoa, sorseggiando del vino. “Le donne!” Esclamò il capo dei mercenari. “Diavolo se sono il suo punto debole! Potrei giocarmi il mio nuovo fucile! Hihihihihihihi...” “E in base a cosa lo credete?” Incuriosito Samoa. “Ne ha due nel suo equipaggio” rispose Burmid “e posso assicurarvi che le donne, spesso, sono più un fastidio che altro. Ma se lui continua a portarsele dietro... hihihihihihihihi...” “In verità” fece Samoa “qualche dubbio lo nutro circa questa vostra teoria, ma non va lasciato nulla di intentato. Ma posso dirvi che una delle due, dopo la descrizione del barone Ciminieri e dei suoi familiari, mi ha ricordato...” “Chi?” Fissandolo Burmid. “Il mio ex capitano...” svelò Samoa “... Clio. E lei, posso assicurarvi, non ha mai mostrato interesse alcuno per gli uomini.” |
Guisgard sorrise a Clio, per poi prendere anche lui una fetta di pane con la marmellata.
“Già...” disse annuendo “... in effetti è da quando sono entrato che faccio strani e poco cortesi pensieri... però, a pensarci, dovevi aspettarmi nella vasca... immersa in quelle afrodisiache essenze... o forse ciò ti spaventava un pochino?” Facendole l'occhiolino. |
Sorrisi, soddisfatta, nel vedere che mangiava.
"Ah, davvero?" Con sufficienza, prendendo un'altra fetta di pane spalmato di marmellata, per poi ridere divertita. "Nella vasca?" Risi appena "Oh, questa è bella.. Senti che presuntuoso..." Sorridendo "Sei il mio capitano, non il mio uomo mi pare..." Con gli occhi nei suoi. |
“Ah, ma senti...” disse Guisgard, vagamente risentito a quelle parole di Clio “... beh, forse tu ignori che in certi mari d'Oriente il capitano dispone di un potere assoluto sulla sua nave e può quasi ritenere il suo equipaggio di fatto formato da degli schiavi...” divertito “... dunque, mia cara guardia del corpo, se per un fortunato caso dovessimo perdere la rotta e ritrovarci in quegli esotici mari, eh, potrei, anzi, dovrei adottare le leggi di quelle acque e ritenere te come una mia schiava, una mia ancella...” rise “... però, sarebbe divertente, sai? La decisa e risoluta Clio, dama di spade, adattata a fare da schiava al suo capitano... facendole l'occhiolino... chissà, potrei ordinarti, in quel caso, le cose più bizzarre... del tipo... fare colazione insieme, con te, però, completamente nuda...” riempì due bicchieri con del succo d'arancia “... alla tua salute, mia mancata ancella... peccato che il succo d'arancia non vada alla testa come una bottiglia di vino di Chanty... la terra incantata e promessa di tante saghe Capomazdesi... alla tua salute, mia bella guardia del corpo...” facendole l'occhiolino.
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I miei occhi divennero ghiaccio per un momento.
Nemmeno a lui era permesso parlarmi in quel modo, nemmeno per scherzo. "Se prendessimo quelle acque..." Seccamente "Mi ucciderei, ma solo nel caso in cui non riuscissi a uccidere te..." Con un sorriso forzato, prendendo la coppa di succo d'arancia "Quella colazione potrebbe addirittura essere avvelenata..." Prendendone un sorso "Mai sottovalutare una donna respinta... O umiliarne una che è abituata ad uccidere..." Prendendo nervosamente un pezzo di pane dal vassoio, evitando il suo sguardo, perché non vedesse il velo di tristezza che aveva avvolto i miei occhi. Cercai di respirare piano. Calmati, adesso... O peggiorerai solo le cose... Gli bastava davvero un attimo per farmi tornare con i piedi per terra. Chiusi gli occhi per proteggere il mio sguardo, e respirai ancora, prendendo un altro sorso di succo d'arancia. Ma non dissi nulla, perché sapevo che la mia voce avrebbe tremato. |
Calò il silenzio nella stanza.
Solo il rumore delle posate e dei bicchieri rompevano per qualche attimo quel silenzio. Poi Guisgard si alzò, avvicinandosi ad una delle finestre e restando là, immobile, ad osservare il fiume che stavano attraversando. Ancora quel silenzio. Poi, ad un tratto, Clio si sentì stringere da dietro e in un attimo le braccia di lui erano attorno ai fianchi di lei. “Una donna respinta, umiliata...” disse il presunto duca piano, parlandole fra i suoi capelli “... tu non sei né l'una, né l'altra mi pare... ed il giorno in cui vorrai farmi fuori, allora avvelenati le labbra... almeno morirei baciandoti...” la voce era profonda, calda “... comunque non saprei cosa farmene di una schiava... e di certo non vorrei te come ancella... ti ho sempre voluta per ciò che sei... libera... con quegli occhi che sanno essere ora ghiaccio, ora fuoco...” le sfiorò l'orecchio con le labbra “... non dimenticarlo mai...” All'improvviso si udì il fischio della Santa Caterina. |
Altea chiuse gli occhi cercando di dormire, tentando così di allontanare le sue inquietudini.
Aveva esternato il suo malessere e gridato in faccia a tutti che per lei Guisgard non era degno di essere duca. E attorno a lei scese solo silenzio. Fino a quando, all'improvviso, si udì il fischio della Santa Caterina. La vedetta, infatti, aveva scorto qualcosa sulla terra davanti a loro, sulla sponda destra del fiume. “Sembra...” disse Palos guardando col cannocchiale “... sembra... si, sembra una chiesa... e molto antica direi...” “Beh, se c'è una chiesa” fece Irko “allora non lontano ci sarà almeno un borgo, o un villaggio. Direi di attraccare qui, così potremo scendere a cercare provviste per il viaggio.” “Si, d'accordo.” Annuì Palos. |
Trasalii, sentendo le sue braccia che mi stringevano, sciogliendo la rabbia e la malinconia, mi appoggiai a lui, dolcemente.
Sorrisi appena alle sue parole. Potrai la testa all'indietro, perché potesse vedermi sorridere, e così la mano, sfiorandogli appena la guancia. "Mi.." Mormorai appena "Mi hai sempre voluta?" Ripetei, incredula, in un sussurro, con gli occhi nei suoi "Allora.." Esitai, incerta "Allora perché..." Ma quella domanda mi morì in gola, forse perché avevo sentito il fischio della Santa Caterina, o forse era solo una scusa "Non importa.." Dissi soltanto, con un lieve sorriso. Già una volta aveva eluso la mia domanda, lo avrebbe fatto di nuovo. Non erano cose da chiedere, se voleva me al suo fianco me l'avrebbe detto spontaneamente. Dopotutto sapeva che attendevo solo la sua scelta, se mi teneva sulle spine evidentemente aveva i suoi buoni motivi. E io non dovevo forzare la mano. "Su.." Mormorai "Hai sentito? Dobbiamo andare..". |
Mi destai dal sonno, tutto l' equipaggio era in manovra ma attorno a me avvertivo freddezza. Poi lo sguardo cadde sui lunghi capelli biondi e la preziosa veste azzurra..scossi il capo..non potevo andare in giro cosi..Burmid e Velv mi avrebbero riconosciuta e fino a posto sicuro non era prudente vestire in modo cosi sontuoso. Mi alzai e mi ricordai del baule con tanti vestiti e di quando mi travestii da zingara e poi Angelique.
Andai veloce nella mia stanza e mi rimisi la tintura di Madama Sibille per scurirmi, poi sarei tornata di colore naturale appena raggiunta la campagna, lontana dal Lagno e nel frattempo cercai nel baule e vidi dei vestiti da mercenaria o corsara...erano perfetti. Li indossai e poi estrassi dalla sacca una pistola e un pugnale che erano nella stanza e avevo preso per difendermi e afferrai pure una spada e la cinsi in vita..la prudenza non era mai troppa..e per fortuna l' Austero mi aveva insegnato pure bene a usare le armi. Mi guardai allo specchio, spazzolai i capelli diventati scuri e misi un cappello ma lo specchio mi trasmetteva pure mille inquietudini e ricordi..ad un tratto ricordai le parole di Guisgard al maniero di Ciminieri, lo avevo appena baciato sulle labbra e gli dissi che forse l'indomani non mi avrebbe più rivisto..e lui..rispose era impossibile perchè mi avrebbe cercata con il resto della ciurma ovunque..questo faceva più male, perchè poi ci credevo sempre. Un ricordo di infanzia... "Mio nonno mi teneva in braccio e vicino a lui vi era l' Austero, Mandus de Bastian estrasse il suo piccolo dipinto.."Perfetto Mandus, è lui..uguale, non te lo sei scordato quando lo hai visto e hai giocato con lui". Il vecchio duca sorrise e dandomi quel dipinto mi baciò la fronte e vidi un bambino dagli occhi azzurri e luminosi, per tempo nella camera lo guardavo e sorridevo al pensiero un giorno sarebbe arrivato da me finalmente. Purtroppo quando Dominus salì al potere tolse tutto ciò che lo ricordava e anche prima, infatti il dipinto lo tenevo nascosto e mio nonno fu costretto a distruggerlo..altrimenti avrebbero scoperto pure lui e la Confraternita che tramava contro Dominus". Il fischio di arrivo mi distolse dai pensieri, presi la sacca e misi dentro il vestito elegante e uno scialle e correndo andai sul ponte, avevano avvistato una chiesa e ascoltai gli uomini..forse vi era un borgo. Mi misi sul parapetto aspettando di approdare, guardavo la chiesa antica..sarebbe stato la prima tappa, era tanto non andavo in una chiesa e ricordai avevo con me la frase del codice ardeliano..forse dovevo dirglielo a Guisgard..era stata la nostra prima avventura assieme ed era la chiave per trovare il Fiore Azzurro, ma dubitavo mi avesse ascoltata e continuai a guardare la sponda in silenzio. http://i58.tinypic.com/ve5iyv.jpg |
Deluen fu molto attento a legare il suo carro...così come si fa con le cose che nella vita sono importanti.....Entrammo nella locanda....era spaziosa e la maggior parte dei tavoli era occupata.....un tavolo catturo' la nostra attenzione....e la mia soprattutto......Burmid......la sua risata idiota, mi ricordo' la scena della moneta...una scelta dettata dalla sorte, eppure se era lì...si era fidato della scelta di una donna, tolsi d'istinto lo scialle che aveva Marangel sulle spalle e me lo misi sulla testa.......se Burmid mi avesse riconosciuta non immaginavo quale potesse essere la sua reazione....ma sapevo che Velv e Nettuno...avevano preferito un'altra strada..........presi iniziativa e mi sedetti ad un tavolo vicino alla porta della locanda....." Non so se pensare di aver aver avuto fortuna oppure no......gli uomini che sono seduti a quel tavolo....anzi l'uomo che sghignazza e' l'ultima persona che avrei voluto incontrare......L' uomo che avrei voluto vedere ...evidentemente, non ha creduto al mio sesto senso.....comunque scusa Marangel se ho preso in prestito in malo modo il tuo scialle...ma e' meglio che quel gentil' uomo non mi riconosca........credo che dovremmo arrivare alla nave prima di loro......vorrei poter parlare con l'uomo che mi crede morta prima che loro arrivino a bordo...."......
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La Santa Caterina si fermò lungo la sponda del fiume, dove una piccola ansa formava un sicuro e tranquillo nascondiglio.
Guisgard e Clio salirono sul ponte, ritrovando tutti gli altri. Vi era anche Altea, con il suo nuovo e più avventuroso aspetto. “C'è una chiesa là...” disse Irko al capitano, indicando il sacro edificio “... questo vuol dire che non lontano dovrebbe esserci un borgo o comunque un villaggio in cui poterci rifornire.” “Si, giusto.” Annuì il presunto Taddeide. “Forma una piccola squadriglia di volontari e scendi a terra per le provviste.” “Si, signore.” Fece il Rosso, per poi voltarsi verso gli altri ed attendere eventuali volontari. |
"Vengo io con te..perchè dopo prenderò una altra strada..dista molto Capomazda da qui?" guardai Guisgard e presi coraggio.."Dovrei parlarti prima di andare via..in privato possibilmente".
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Guisgard annuì ad Altea e le fece cenno di seguirlo.
Raggiunsero la sala del timone. “Qui nessuno ci disturberà...” disse alla dama “... vedo che sei decisa ad andare. E come detto non ti impedirò di fare ciò che vuoi. Noto hai anche cambiato colore dei capelli. Ebbene? Ti ascolto...” |
Lo seguii e andammo nella sala del timone.."D' altronde non mi sembra ti spiaccia no? Eppure avevi detto quel mattino al maniero se fossi andata via mi avresti cercata ovunque..lo hai detto per cortesia? Si..e sono pure armata..ho cambiato perchè temo Velv e Burmid potrebbero riconoscermi."
Aprii la sacca e presi il mio diario.."Ho pensato a una cosa..sarebbe stato ingrato da parte mia" dissi mentre lo sfogliavo e strappai la pagina "la frase del Codice Ardeliano..eccola..ricordi..l' avevo trascritta io?". Mi guardai in giro nervosamente cercando di non guardarlo negli occhi.."Vorrei dirti tante cose..tutte quelle taciute e volute..comunque io volevo dirti riguardo Burmid, quella sera ti vidi con Clio e pensavo di disturbarti e sono andata verso la poppa della nave e mi raggiunse Pepe e iniziò a fare il galante, io ovviamente lo ho rifiutato..lui ha iniziato a dire le sue opinioni e poi io mi lasciai sfuggire volevo parlarti per via di Burmid e me ne andai..e poco dopo tutti arrivarono da me..Pepe fece la spia..e questo fatto non mi è andato a dire il vero". |
“Tranquilla, non fa niente.” Disse Guisgard ad Altea. “Quanto al tuo addio... si, ho detto che ti avremmo cercata, ma se ti avessero rapita o se tu ti fossi persa. Ora invece sei tu che vuoi andare, dunque cercarti non avrebbe senso. Tutti su questa nave sono liberi di andare o restare.” La guardò negli occhi. “A questo punto, credo, sia inutile qualsiasi altra parola. Hai deciso mi pare.”
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“Si, ma perchè” disse Marangel ad Elisabeth “non volete farvi riconoscere da quell'uomo? Non era anch'egli con voi sulla nave?”
“Si, anche io mi chiedo ciò...” fece Deluen “... dopotutto, se ritornerete sulla vostra nave, comunque ritroverete anche costui.” Intanto, al tavolo dei mercenari, Burmid ed i suoi continuavano con i loro discorsi, fino a quando chiesero al locandiere il conto da pagare. “Ora direi di tornare alle navi, signori.” Burmid ai suoi, mentre la sua gabbianella era sulla sua spalla. “O partiranno senza di noi... hihihihihihi...” E tutti risero. |
Alle sue parole risi.."Sai che sai sviare bene le frasi...le cambi a tuo piacimento..." mi guardò negli occhi e io abbassai i miei.."Sai che per me lasciarti è difficile..una volta dissi a Champenuan della mia vita, del nostro patto matrimoniale e ammisi che avendoti conosciuto ora per come eri..ti avrei sposato pure se non fossi stato il vero duca..lui lo sa, se non mi credi come sempre..lui è stato il mio amico qui..e mi ha consolata quando mi disperavo per te".
Presi la sua mano e mi avvicinai a lui e dissi piano.."So non vuoi contatti con me, hai detto che non ti vanno pure i miei baci..però io voglio almeno salutarti avendo come ricordo un tuo bacio..a dire il vero volevo parlarti di una Confraternita pure..a Corte..perchè io dovevo agire per loro..sono di loro, vogliono spodestare Dominus, quando arriverai a corte fai in modo prima di mandare una missiva a mio nonno..lui ti aiuterà". Sorrisi e lo baciai dolcemente sulle labbra.."Grazie di tutto". Presi la sacca, lui era inflessibile e a dire il vero si leggeva negli occhi il suo disinteresse verso me..se solo vi avessi visto un pò di gentilezza e fraternità avrei cambiato idea..ma con me era tagliente come un coltello. "Comunque" dissi voltandomi "se sei il vero duca ti toccherà governare con me, è scritto nel patto matrimoniale..è volontà dell' Austero..anche se non mi sposi..io fino ora ho rifiutato per non sottostare al volere di Dominus o finire ammazzata" e mi riavvicinai a lui accarezzandogli il viso sorridendo e baciandolo nuovamente e tornai sul ponte. Mi avvicinai ad Irko e dissi.."Eccomi.." |
Ero molto nervosa.....Non avevo mai avuto fiducia in Burmid.....e in cuor mio pensavo che se mi avesse riconosciuta avrebbe fatto di tutto per non farmi arrivare alla nave......anche se ero io che avevo preso la decisione di andar via........" C'era un tempo in cui le decisioni che prendevo..per me e la mia gente...erano dettate dall'amore e non dall' indecisione o dal terrore di sbagliare....mi rendo conto che se sono qui...non e' per colpa di nessuno...se non mia e che mi sto comportando da ragazzina noiosa e petulante.....avete ragione...infondo e' con loro che dovro' incontrarmi a bordo......".....e mentre vidi gli uomini alzarsi per andare via...tolsi lo scialle dai capelli.......e quando Burmid mi fu vicino..."...Dite che noi donne siamo delle vere disgrazie.........allora e' vero che per noi donne le porte degli inferi sono sempre aperte....."......
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Burmid, nel vedersi davanti Elisabeth, restò prima stupito, per poi scoppiare a ridere.
“Allora è vero... hihihihihihi...” disse divertito “... è vero ciò che dice il vecchio detto... le donne sono di casa sia sulla Terra, che all'Inferno... hihihihihihihi...” la guardò con attenzione “... cosa ci fate qui? Dubito siate un fantasma, dunque immagino abbiate una spiegazione plausibile... hihihihihihi...” |
Mi vestii in fretta e raggiungemmo il ponte.
A quanto pare era solo una sosta per fare rifornimento. Tendenzialmente non ci sarebbe stato bisogno di me. "Io posso anche restare questa volta.." Alzando appena le spalle "Ma se avete bisogno, ci mancherebbe...". |
Guisgard scosse la testa.
“Parlare con lei è completamente inutile...” disse fra se. Poi Altea tornò sul ponte e si presentò ad Irko per scendere con lui a terra. Infatti il Rosso stava organizzando con i volontari per scendere e cercare delle provviste. “Tranquilla, Clio...” il capitano alla piratessa “... prenderanno solo il necessario, per poi fare ritorno a bordo. Non occorre tu vada con loro.” Alla fine si fecero avanti Miseria, Lainos e Pepe. I tre, così, scesero dalla nave con Altea ed Irko. Non prima però che tutto l'equipaggio ebbe salutato la dama di Bastian. Champenuan, poi, come regalo di addio, donò ad Altea un taglierino particolare, appartenuto, a suo dire, ad uno degli assaggiatori ufficiali di re Musamba, monarca della Somalia. Sul taglierino, dopo la conversione del re al Cristianesimo, era stata incisa con maestria una Croce dorata. Scesi a terra, i volontari raggiunsero la chiesa e subito ne furono colpiti dalla bellezza. Era infatti uno straordinario modello di chiesa romanica antichissima, dal portale decorato e col portico abbellito da colonne su arcate. Ma ciò che stupì il gruppo di avventurieri era che, nonostante fosse giorno, la bellissima chiesa appariva chiusa. http://media-cdn.tripadvisor.com/med...ant-angelo.jpg |
Vidi il volto di Burmid prendere il colore dei suoi mille pensieri......sorrisi alla sua affermazione...." Ho sempre creduto ai vecchi detti....e per quanto l'essere un fantasma faciliterebbe molto i miei spostamenti......no...non sono un fantasma.....Ma vi posso assicurare, che ho fatto un viaggio molto lungo...nel ventre della morte......ma sapete ?......Madonna Morte non mi ha voluta...anzi..mi ha dato un ordine...dovevo tornare a bordo.......e quindi.....Burmid caro....ho voglia di riabbracciare mio marito....so che non amate le donne.....ma ad alcune donne a quanto pare si deve solo obbedire........so...che sarete così cortese da scortarmi a bordo...ovviamente con i miei due compagni di viaggio...."...
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Baciai Champenuan.."Grazie di tutto" e lo abbracciai con le lacrime.."Tu sai tutto di me..grazie per avermi sentito..confortata..questo regalo è il più bello io avessi mai ricevuto..e credimi ne ho avuti di preziosi ma le cose più belle stanno nelle cose più semplici..questo me lo ha insegnato l' Austero".
Scesi senza guardare nessuno e come promesso andai nella chiesa, ma mi allontanai dagli altri, misi lo scialle sulle spalle e cercavo un padre confessore ma la chiesa sembrava chiusa.."Vi è qualcuno? La Casa del Signore non può essere chiusa". |
Annuii a Guisgard.
Dunque sarei rimasta. Salutai con gli altri Lady Altea, augurandole buona fortuna. Partita la spedizione, mi appoggiai al parapetto, lasciando lo sguardo vagare sulla calma distesa d'acqua. |
Sceso il gruppo dei volontari dalla Santa Caterina, gli altri restarono ad attendere il loro ritorno.
Guisgard si avvicinò al parapetto, dove si trovava anche Clio, cominciando a fissare il corso del fiume e la piana circostante, da dove si vedeva emergere la chiesa. “E' una terra molto antica questa.” Disse il capitano alla ragazza, con gli occhi fissi sul paesaggio circostante. “Il Volotronus non solo è il più lungo fiume del reame di Afragolignone, ma è anche quello che attraversa alcune delle città più nobili.” Si voltò a guardare la piratessa. “Prima, quando il fischio ci ha interrotti... cosa stavi dicendomi? Mentre eravamo nella tua cabina...” |
Burmid sorrise ad Elisabeth.
“Oh, non è poi vero che odio le donne...” disse “... diciamo che detesto quelle che non posso comprare, poiché mai ho conosciuto, né riconosciuto un onesto impulso in loro... hihihihihihihi... ma voi siete diversa, sapete? Siete la moglie di quello che sembra essere un asso della Marina Ducale... hihihihihihi... bella coppia, no? Voi che vorreste essere un fantasma e vostro marito che magari lo è davvero... hihihihihihihi... ma sarà comunque un onore, oltre che un piacere, potervi ricondurre a bordo...” guardò Marangel e Deluen “... e costoro? Chi sono? Altri che come voi sono stati rifiutati da madonna Morte? Hihihihihihihi...” |
Sorrisi appena, osservando quel calmo paesaggio.
"Oh, prima?" Farfugliai scuotendo la testa appena "No io... Nulla.." Guardando lontano "Ero solo stupita.. Per.. Quello che hai detto... Tutto qui.." Mormorai piano. Restai in silenzio per alcuni istanti, e poi sospirai, voltandomi verso di lui. "La verità è che fatico a capirti.." Ammisi, parlando piano "Capire cosa pensi, cosa provi, cosa vuoi.. Dare un senso ai tuoi comportamenti, alle tue parole..." Scossi la testa, guardando di nuovo lontano. "Ma immagino che sia normale, trattandosi di te.." Strizzandogli l'occhio, divertita. |
“Mmm... ciò che ho detto...” disse Guisgard in un mugugno “... cosa avrò detto mai per farti cominciare a dire una cosa e poi convincerti a non rivelarmela più...” fingendosi pensieroso “... forse riguardo la marmellata?” Sorrise appena. “O per quella storia dell'ancella, rischiando di finire infilzato o avvelenato?” Facendole l'occhiolino. “E comunque non credo di essere poi così complicato...” tornando serio “... cosa voglio? Chissà...” guardò fra i capelli di lei , dov'era ancora adagiata l'erica “... fra tutti i fiori che abbiamo incontrato, nessuno era fresco e profumato come questo...” sfiorando il fiore e poi i capelli di lei.
“C'è qualcuno!” Gridò ad un tratto la vedetta. Guisgard guardò in basso, sulla sponda del fiume, dove stava passando un carretto con due individui sopra. |
Sospirai, la pazienza non era certo tra le mie virtù.
"Lo vedi?" Allargando appena le braccia "Chissà.." Ripetei "Sai, a volte penso che tu in realtà ti stia solo divertendo un mondo a farmi impazzire, al posto di dirmi semplicemente come stanno le cose.." Sorridendo appena "Io non sono una dama di corte, non sono abituata a questi giochetti..". Anzi, pensai, mi danno proprio sui nervi. "E comunque.. Era una domanda.." Sbottai "Ma poi mi sono ricordata che non rispondi mai alle mie domande, tanto vale non fartele..." Scossi la testa "Hai detto che mi hai sempre voluta, così come sono.." Mormorai appena, alzando timidamente lo sguardo su di lui. Poi la vedetta annunciò che c'era qualcuno, e mi sporsi anche io a vedere. |
“Allora facciamo un patto...” disse Guisgard a Clio, prima di sporgersi a guardare in basso “... fammi una domanda ed io ti risponderò senza alcun giro di parole... promesso...” sorridendo.
Il carretto intanto era arrivato molto vicino alla fiancata del vascello e a bordo, come detto, vi erano due individui, uno anziano e l'altro giovane. Avevano caricato sul carretto diversi pezzi di statue lignee, rozzamente scolpite e qualcuna con un accenno di colorazione. “Pensi troveremo presto lavoro, zio?” Chiese il giovane all'anziano. “Ma certo.” Annuì questi. “Dopotutto, grazie al Cielo, siamo in terre Cristiane. Cristiane autentiche, intendo. Insomma, abitate da timorosi uomini che non solo si professano credenti, ma che di fatto si comportano come tali.” “Guarda questa nave, zio...” il giovane indicando la Santa Caterina ormeggiata “... hai visto la prua?” Facendo segno dove vi era la polena del vascello, che raffigurava Santa Caterina. “Si, ho visto...” fissando la nave l'anziano “... saranno di certo stranieri...” |
"Una domanda..." Ripetei, incredula "Accidenti dovrò sceglierla bene...".
Me ne vennero in mente cento, o forse una soltanto, che però non avrei mai avuto il coraggio di dire. Ci pensai, col cuore in gola. Era inutile fare mille ipotesi, sapevo esattamente cosa chiedergli. "Te l'avevo già fatta, in realtà... Giorni fa... Ma tu non hai riposto... Hai detto che avevo frainteso, che mi avresti spiegato, ma non l'hai mai fatto.. Ora puoi..." Sentivo il cuore scoppiare, ma nonostante il terrore e l'imbarazzo alzai gli occhi su di lui, sostenendo il suo sguardo, con i miei occhi colmi di terrore e speranza "È me che vuoi... Veramente?" Cercando di tenere la voce il più ferma possibile. |
Guisgard restò un attimo senza fine a fissare Clio negli occhi.
I suoi azzurri, inquieti e luminosi, in quelli chiarissimi, quasi trasparenti, di lei. Allora con un gesto impercettibile si avvicinò ancor più al suo viso. La sua mano sfiorò i biondi capelli della piratessa, quasi perdendosi tra i riflessi e i bagliori che lo scintillio del Sole riflesso sulle acque davano a quelle lunghe ciocche, per poi scendere con una carezza sul volto della ragazza, scivolando su quella pelle d'alabastro fino al suo collo. E fu allora che chinò appena il capo verso di lei e la baciò. Descrivere un bacio è la cosa più difficile per qualsiasi narratore. Persino per un sognatore, che è abituato ad immaginarlo, a desiderarlo. Allora vi parlerò solo delle labbra di lui e di ciò che trovarono. Baciare Clio era come un soffio d'Autunno. La Primavera era per le dame di corte, con i suoi profumi ed i suoi colori. L'Autunno invece è un attimo, tra l'Estate e l'Inverno. L'Autunno è la Natura che si cela, che si chiude, ma poi alla fine, un attimo prima di addormentarsi, si desta e dona tutta se stessa. L'Autunno sono i colori malinconici dei pomeriggi, il silenzio nostalgico della sera e l'incanto chiaro di tramonti freschi. L'Autunno porta con se ancora i sogni dell'Estate, ma già contiene la magia dell'Inverno. L'Autunno è un crepuscolo tra le stagioni. E' come un libro. Baciare Clio è come aprire quel libro e sfogliarlo piano. E la labbra di Guisgard assaporarono a lungo quelle della ragazza. E piano la sua mano scese lungo i fianchi di lei, mentre la sua bocca non smetteva di cogliere il respiro da quella della piratessa. “Come risposta...” disse piano poi lui, staccandosi appena dalle labbra di lei “... come risposta basta a tutte le tue domande?” “Ehm...” ad un tratto una voce. Guisgard si voltò di scatto. “Chiedo scusa...” mormorò Afiel “... ma ci sono due persone che chiedono di te...” “Due persone?” Ripetè il capitano. “Si, giunte con un carretto...” annuì Afiel. |
Altea cercò un prete per confessarsi, ma quella chiesa sembrava completamente chiusa e nessuno pareva aggirarsi in quel Sacro Luogo.
Anche Irko, Pepe, Miseria e Lainos, si avvicinarono all'edificio, cercando di capire se vi fosse qualcuno nei paraggi. Ma non vi era anima viva. “Ehi, venite a vedere qui...” disse improvvisamente Miseria agli altri “... presto...” “Cosa c'è?” Chiese Pepe. “Guardate là...” indicando Miseria la porta della chiesa. Stava infatti, proprio sopra la porta serrata, un grosso Crocifisso disegnato sulla muratura, molto semplice e spoglio di qualsiasi raffigurazione e ornamento. E sotto vi erano incise queste parole: “E' Lui che dovremmo adorare e non questo legno.” “Ma cosa significherà mai?” Domandò Irko. “Mah, non ho la minima idea...” mormorò Miseria. http://blog.turkeyvision.com/wp-cont...31-200x300.jpg |
Mi guardavo attorno e la voce di Miseria mi porto' dove vi erano gli altri..lessi la scritta e vidi il disegno..tutti erano perplessi.
Mi schiarii la voce.."Questa è una chiesa circa del 1000..a tre navate..solitamente non sono ricche ma la loro bellezza sta nella architettura..forse per questo non è aperta, essendo antica si apre solo per cerimonie solenni..forse" dissi piegando la testa da un lato..."La frase ... dipende da chi l'ha scritta e Chi sia questo Lui..io da cattolica lo interpreto come dire che noi dovremmo avere il Signore nel cuore e animo sempre..e non solo pensare a lui solo quando vediamo un crocifisso. Ma perché non scrivere il nome del Signore ma Lui?". Mi guardai attorno per vedere se vi era qualche altro indizio. |
Tremavo, nella trepidante attesa delle sue parole.
Parole che avevo sognato, desiderato, immaginato da sempre. Oppure quelle che avevo temuto a tal punto da metterci tutto quel tempo a dirgli ciò che provavo. Parole che, in un caso o nell'altro, mi avrebbero liberato da quello stato di incertezza in cui annaspavo. Più restava in silenzio, e più il cuore accelerava. Chiusi gli occhi per un momento alla sua carezza, e li riaprii in tempo per vederlo avvicinarsi piano. E poi quel bacio, così magistralmente descritto. Un bacio capace di sciogliere il terrore e nutrire la speranza. Un bacio a cui mi abbandonai, stringendolo a me, quasi avessi paura di perderlo. Un bacio fatto di sogni, desideri, emozioni. Alla fine le sue parole. Per un lungo istante non riuscii a parlare, incredula. "Dipende.." Mormorai poi, alzando gli occhi su di lui "Devo prenderlo come un si?" Sussurrai, con un sorriso, avvicinandomi a lui "Oppure è un modo tanto subdolo quanto meraviglioso per evitare di darmi una risposta schietta, senza giri di parole?" Scossi appena la testa "Meno male che avevi promesso..." In un sussurro, per poi sospirare. Ma se era un sì, allora perché non dirlo? Gli costava così tanto darmi una risposta? Probabilmente era colpa mia, non avrei dovuto chiedere, ma quell'incertezza mi consumava. Poi arrivò Alfiel, e indietreggiai di un passo. Alzai di nuovo lo sguardo su Guisgard e sorrisi "Non farli aspettare...". |
Burmid era il cattivo gusto fatto persona........ma ovviamente questo lui lo sapeva....." Quindi io sarei diversa perchè sono la moglie di De Gur.....però..magari e' un ragionamento che per voi avrà una sua logica....a questo punto Burmid...se ogni essere umano ha un suo prezzo..perchè alla fine tutti possiamo essere conquistati dal vile denaro....qual'e' il vostro prezzo ?.....mi piacerebbe saperlo, anche perchè io penso che voi amiate tanto il denaro che magari se torcessi il collo alla vostra gabbianella, ovviamente pagando, non vi dispiacerebbe neanche un po'.......Questo Guisgard non lo conosco.....ma a quanto pare gode della fedeltà di due donne....della sua ciurma...ha un battello volante ...diciamo che alla resa dei conti , ha molto piu' di voi......perdonatemi se sono stata brusca con voi.....ma non amo non dire cio' che penso......".......Mi alzai dalla sedia ...resi lo scialle a Marangel e sorrisi.....".....Vedete..io..sono il frutto della Morte...loro sono quello della vita......volevano accompagnarmi sino a bordo.....infondo glielo devo..mi hanno ritrovato sulla riva del Lagno...e mi hanno rimessa in piedi...quindi..se non vi dispiace, saliro' con loro sul carro' e vi seguiremo........spero di raggiungere presto...il mio amato marito...ho capito che avete fretta a salpare....".....
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Altea e gli altri restarono a fissare la Croce e quella misteriosa scritta, senza riuscire a trovare una spiegazione soddisfacente.
Poi, ad un tratto, Pepe li chiamò. Egli aveva cominciato a vagare nello spiazzo che precedeva la chiesa e scrutando oltre il Sacro Edificio, aveva visto qualcosa. “Venite a vedere presto...” disse agli altri. Tutti lo raggiunsero ed ai loro occhi si mostrò ciò che aveva visto Pepe. Alle spalle della chiesa, lungo il corso del fiume, sorgeva, su una vasta piana, una monumentale città, dalle grandiose guglie, dai sontuosi palazzi, dalle alte torri che arrivavano quasi a lambire le base nubi e dalle gigantesche ed antiche mura che la racchiudevano. http://www.art7d.be/images3/VM_gaudi08.jpg |
Burmid sorrise ad Elisabeth e si voltò.
Ma un attimo dopo, rapido e silenzioso, il mercenario sguainò la sua spada e con abile gesto la puntò alla gola della donna. “Potete essere la moglie di un capitano, di un ammiraglio, persino del duca o di qualsiasi nobile o prelato di questo porco e sudicio mondo” disse con occhi gelidi “ma se oserete ancora parlare così della mia Matiz io vi taglierò la gola come si fa con una qualsiasi donna da strada... non dimenticatelo mai...” restò a fissarla ancora, per poi scoppiare a ridere “... ora rimettiamoci in marcia, signori...” ai suoi uomini “... madama Elisabeth, come da lei stesso disposto, ci seguirà sul carro dei suoi due amici... hihihihihihi...” Poco dopo il gruppo lasciò la locanda, diretto verso il porto. |
Arrivò Afiel e impedì a Guisgard di rispondere a Clio.
Il capitano allora annuì al suo fidato compagno e lo seguì. Sulla nave erano saliti i due individui, l'anziano ed il giovane, giunti con il loro carretto. “Sono il capitano del vascello.” Disse Guisgard ai due nuovi arrivati. “Volevate parlarmi?” “Si, capitano...” annuì il vecchio “... ecco, in verità il mio era più un consiglio...” “Di che genere?” Chiese il capitano. “Ecco...” farfugliò l'anziano “... in pratica...” “Vi ascolto.” “Ecco...” mormorò l'uomo “... in questa terre... noi, io e mio nipote, veniamo proprio da qui, dalla città più importante... e posso dirvi, anzi, consigliarvi di andarvene...” “Per quale motivo?” Fissandolo Guisgard. “Non sono forse ospitali le persone qui?” “Oh, no...” scuotendo il capo l'anziano “... lo sono molto invece.” “Allora vi è una qualche guerra che rende insicure queste lande?” “No, vi è un unico popolo e non vi sono nemici che opprimono...” “Forse non hanno Fede e sono nemici della Chiesa?” “Sono fedeli e devoti quanto me e mio nipote devo dire...” disse il vecchio “... ma in un certo senso è questo il problema...” “La Fede, se vera, non è mai un problema.” Fece il presunto Taddeide. “Il problema invece potrebbe essere la vostra nave, capitano.” “La mia nave?” Ripetè Guisgard. “Spiegatevi meglio.” “La polena...” “Cos'ha la polena del mio vascello?” “L'immagine che ritrae...” “E' Santa Caterina.” “Lo so...” il vecchio a lui. “Insomma, parlate...” indispettito il capitano. “Sono forse protestanti o roba del genere?” Chiese Chiò. “Peggio in un certo senso...” rispose l'anziano. “Cosa può essere peggio?” Perplesso Chiò. “Miscredenti allora?” Il vecchio fissò tutti loro in modo enigmatico. |
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