"Non ne so nulla." Disse il vecchio a Destresya. "Non mi interessa nulla. Lasciatemi in pace."
"Lei non è molto educato." Roan.
"Andate al diavolo." Rispose il vecchio dall'interno.
Intanto Gwen era a casa con Brass.
"Ok... accetto." Annuì lui dopo un attimo di riflessione. "Allora... Clayton... non è il mio amico immaginario... esiste davvero e non l'ho visto solo io... e prima di venire qui mi ha detto che la prossima sarà la tua amica..."

Rifletté un attimo, poi accettò.
Sorrisi.
"So che lo è, l'ho visto anch'io" ammisi "E tutti coloro che sono morti o scomparsi" l'immagine della moglie di Gan ancora dominava i miei incubi e mi chiesi se l'avrei mai superata.
Poi, mi rabbuiai a ciò che disse.
"Intendi Clemia?" mormorai.
No, non potevo perdere anche lei, non potevo, era troppo importante per me.
Crebbe in me forte il desiderio di proteggerlo tutti insieme, di racchiuderli, finché tutto questo non fosse finito, anche se sapevo che era impossibile, na non ero disposta a perdere chi mi era caro.

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"La abbiamo sentita dal salumiere..." continuai "Sappiamo che quell'uomo l'ha trattata male, ma noi vogliamo davvero il suo aiuto".
Azzardai di nuovo.
"So che ha a cuore il paese e i suoi abitanti, e non vuole che succeda di nuovo..." tentai.

"Si, quella Clemya." Disse Brass fissando Gwen. "Ora lo sai... dimmi il tuo segreto."
Nel frattempo Destresya e Roan erano dal vecchio.
"Perchè mai vorreste il mio aiuto?" Lui da dentro.
"Perchè è il solo che crede a questa storia lei." Roan. "E ora ci apra."
Allora la porta si aprì.

Affondai le mani nei capelli, avvilita, perchè anche questo non ci voleva.
Iniziavo a sospettare che fosse un attacco personale alla nostra congrega, nessuno poteva togliermi questo dubbio dalla testa ed era anche peggio.
Mi sentivo sola, non sapevo se avvisare Clemia oppure capire se questo avviso fosse attendibile, davvero non sapevo che fare.
Brass non perse tempo nel ricordarmi che anch'io gli dovevo una spiegazione.
O meglio, un segreto.
Sarebbe stato la prima persona, al di fuori della congrega e della mia famiglia, a saperlo e sentii crescere un certo nervosismo dentro.
Ma ormai era fatta.
"Sai, ci sono tante cose strane che succedono, cose a cui si fatica a dare una spiegazione, ma una spiegazione c'è sempre, anche se non quella che si vorrebbe dare. Fenomeni come il tuo "amico immaginario", come queste strane sparizioni, che da anni si verificano puntuali. Ma non solo" iniziai.
"Il collegio di cui sono a capo, non è una semplice scuola, anche se noi la facciamo passare per tale, perchè non sarebbe saggio rivelare la verità a chiunque" mi interruppi e respirai a fondo.
Poi, poco a poco, feci apparire una fiamma fra le mie mani, che rimase lì a crepitare e scoppiettare senza bruciarmi.
"È questo il motivo. Ed ho ragione di credere che queste sparizioni mirino a decimare la nostra congrega, anche se non ne conosco il motivo" sapevo che doveva essere tanto da processare per lui, così gli diedi il tempo di farlo.https://uploads.tapatalk-cdn.com/202...8f186f30fc.jpg

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Ce l'avevamo fatta! Aveva aperto sul serio.
Faticavo a crederci.
Lanciai un'occhiata grata e complice a Roan prima di avvicinarmi titubante alla porta del vecchio.
La aprii piano, lentamente.
"Grazie signore..." mormorai, aprendo piano, voltandomi ancora verso Roan, per poi entrare come se camminassi sulle uova.
"Permesso?" dissi, non sapendo che altro dire.

Brass sgranò gli occhi, spalancò la bocca ed arrestrò di qualche passo nel vedere quella fiammella sbucata dal nulla fra le mani di Gwen.
"Ok ok..." disse impressionato "... è un trucco, dimmi come ci riesci..." ma vedeva che il fuoco non ustianava le mani della ragazza.
Questo lo turbò, parecchio.
"Ma... chi sei... cosa? Sei una maga anche tu?" Fissandola.
Intanto Destresya e Roan erano dal vecchio Folon.
"Entrate..." questi ai 2.
Così i 2 entrarono.
"Cosa volete da me?" Il vecchio.

Lanciai un'occhiata d'intesa a Roan mentre entravamo.
E ora??
Beh, una cosa alla volta.
Guardai il vecchietto negli occhi con aria gentile e affabile.
"Solo che ci racconti la storia delle sparizioni.. la prego!" con tono dolce, sperando che si aprisse con noi.

Sorrisi divertita alla sua reazione e gli diedi il tempo necessario per comprendere.
Perchè l'aveva capito che non era affatto un trucco.
Scossi allora le mani e la fiamma si estinse.
"Diciamo che è un dono di nascita" sorridendo.
"Sei il primo a cui lo dico, eh?" notai, ridacchiando poi.
"Spero di non essere noiosa come tua nonna" con tono ammiccante e divertito.

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"Da sempre la gente sparisce da queste parti..." disse il vecchio a Destresya "... io ero piccolo e mio nonno me lo raccontava... come gli operai della vecchia fattoria... poi toccò ai reduci della guerra... e così è sempre stato... spariscono, nel nulla e nessuno può farci nulla."
Nel frattempo Gwen era con Brass.
"Forse... forse sarà meglio che vada ora..." lui titubante, visibilmente impressionato "... si, a casa magari mi aspettano..."