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Guisgard restò per un istante a fissare Clio, dopo quel lieve e dolce bacio, per poi annuire appena alle sue parole.
I due allora lasciarono la stanza e corsero nella direzione in cui era giunto quel grido. E forse guidato più dall'istinto e da una forte sensazione, il falso mercenario indicò alla piratessa le scale. Giunsero così davanti alla piccola serra. E qui trovarono già qualcun altro. Vi erano infatti due soldati che portavano via il corpo senza vita di una servitrice sotto gli occhi di Nora e di suo marito Ghuan, fratello del barone. Accanto ai due vi era anche un'altra servitrice in lacrime. “Noto che dormite poco voi mercenari.” Disse Nora a Capitan Falco ed alla sua guardia del corpo. “Sempre con un occhio solo.” Annuì Guisgard. “Ed abbiamo il sonno troppo leggero per non udire gridare qualcuno.” “Una servitrice è morta e l'altra che ha scoperto il cadavere naturalmente si è spaventata e ha gridato.” Spiegò Nora. “Voi parlate di morte con troppa tranquillità.” Fissandola il falso mercenario. “Soprattutto quando i morti ormai quasi non si contano più.” “E voi siete troppo invadente per i miei gusti.” Intervenne Ghuan. |
Uscimmo dalla camera, e seguimmo quelle grida.
Quasi senza accorgercene ci ritrovammo alla serra, dove di nuovo ci si ripresentò la stessa scena. Non potevo non chiedermi se la donna morta fosse quella che avevamo sentito poco prima. Perché erano costrette a leggere quel libro? Dove trovavano sempre nuove serve? Ancora ricordavo il modo in cui era morta l'altra servitrici, divenuta quasi blu tra gli spasmi. Poteva essere solo un veleno, il problema era capire come, e perché. Che senso aveva tutto quello? Ci doveva essere per forza qualcosa che mi sfuggiva. "Probabilmente non sono affari miei ma.." esitai "Se credete che sia colpa del libro, perché non lo tenete sottochiave?". |
Nora e Ghuan fissarono Clio.
“Per questo lo teniamo chiuso qui dentro il libro.” Disse la donna. “Perchè nessuno arrivi a leggerlo.” “Eppure” fece Guisgard “la porta non è mai chiusa a chiave. Perchè?” “Ripeto...” mormorò Ghuan “... siete troppo invadente, messere...” In quel momento arrivò Rosanne. Indossava una leggera e corta camicia da notte. “Ero col barone...” disse sorridendo “... ma poi abbiamo udito gridare... cos'è successo?” “Un'altra morte.” Rispose Nora. “Ma non puoi essere più presentabile?” Rosanne rise. “Sei uguale a tua madre.” Con disprezzo Nora. “Non osare nominarla mai più tu.” Cambiando espressione Rosanne. “Mai più o giuro che...” “Cosa?” Interrompendola Nora. “Forse vorresti avvelenarmi com'era solita fare tua madre? Due cose amava fare... prostituirsi ed uccidere. Fortuna che è morta.” “Cagna!” Gridò Rosanne, per poi aggredirla. Ma Ghuan la bloccò. “Direi di tornare tutti a letto...” disse poi l'uomo “... si, è meglio.” E Rosanne andò via, non prima però di aver lanciato uno sguardo d'odio verso Nora. “Buona notte.” Ghuan a Guisgard e a Clio, per poi chiudere la porta della serra e andar via con sua moglie. |
Osservai quella scena in silenzio.
In effetti io pensavo ad un baule sigillato chiuso nei sotterranei, non ad una serra in cui persino noi eravamo riusciti ad entrare. Arrivò Rossane ed era a dir poco appariscente. Ascoltai il discorso tra lei e Nora, evitando di scoppiare a ridere quando Rossane cercò di aggredirla. Poi tutti se ne andarono e noi restammo soli in quell'inquietante silenzio. Mi avvicinai a Guisgard, alzando gli occhi su di lui. Però non si poteva dire che le informazioni captate non fossero interessanti. Dunque la madre di Rossane era abile con i veleni? Forse Rossane voleva vendicarsi per la morte della madre? Allora perché Nora era ancora viva, se era lei che voleva perché non ucciderla e basta, al posto di sacrificare delle serve. Ci doveva essere un disegno più ampio, oppure era solo l'operato di un folle omicida. "Che ne pensi?" mormorai, per poi lanciare una rapida occhiata dove erano scomparsi Nora e il marito. |
“Non lo so...” disse Guisgard a Clio “... è tutto così confuso, inquietante, angosciante...” pensieroso “... e più ci penso, più mi sembra impossibile che questa storia c'entri qualcosa con il Fiore Azzurro...”
Ma in quel momento il falso mercenario si accorse che non erano soli. A fissarli, infatti, nascosta dietro un muro, vi era la servitrice che fino a poco prima era con Ghuan e Nora. “Immagino non ci dirai nulla, vero?” Guardandola Capitan Falco. “Lasciate questo luogo e andate via...” mormorò quella. |
Annuii.
"Già, lo penso anche io... Facciamo i bagagli?" sforzandomi di sorridere. Ma ci accorgemmo di non essere soli. Uscì la serva che aveva scoperto il cadavere. Era quella che avevamo sentito costringere l'altra a leggere il libro? Impossibile dirlo. Sorrisi appena alle sue parole. "Già, non sarebbe una cattiva idea.." mormorai "Tu perché non lo fai?" gentilmente. |
“Perchè non saprei dove andare...” disse la serva a Clio “... non capite che questo è un luogo di morte?”
“E lo resterà se nessuno romperà questo muro di silenzio.” Fissandola Guisgard. “Andate via, datemi retta...” mormorò la servitrice. “Tu sarai la prossima e dover leggere il libro?” Chiese Capitan Falco. La donna non rispose nulla e chinò il capo. “Ma può davvero uccidere un libro?” Ancora Guisgard. “So solo che tutti coloro che vi si accostano per leggerlo fanno quella fine...” “Eppure Nora lo ha toccato e ora sta benissimo...” fece il presunto duca. La serva restò di nuovo muta. “Allora proverò a leggerlo io.” Deciso Guisgard. Aprì così la porta della serra ed entrò. Si avvicinò al libro di Ardea ed iniziò a leggerlo. |
Scossi il capo e risi.."Se vi è una cosa che non tollero è che mi siano impartiti ordini, d' altronde non so nemmeno perchè voi mi abbiate portato qui e rinchiusa e pure dite di non intralciarvi? Io sono sempre stata in camera e non so nulla di ciò che qui è successo, tranne quello che disse il barone sul fatto che per sconfiggere una maledizione si debba leggere un libro che nemmeno ho visto, e come tutti quanti ho visto il barone star male e Capitan Falco suonava la sua ocarina..quindi perchè avete preso proprio me?" e li guardai alquanto arrabbiata.."Avete detto..quaggiù..quindi non siamo sulla torre..e dove?"
Osservai il fiore..quindi avevo scoperto il Fiore del Giudizio non era il Fiore Azzurro e perchè svelarmelo? Ricordai la targa davanti a quella stanza dove si teneva il libro e ricordai feci notare a Guisgard e Clio un particolare, non ricordavo la frase ma nella ultima parte vi era come un ammonimento..se si sbagliava si trovava il Fiore del Giudizio..appunto la morte quindi dovuta al suo veleno. Tutto era contorto, anche perchè io non sapevo nulla della storia del maniero, avevo visto Guisgard e Clio assieme e quindi loro sapevano più cose di me visto Guisgard era mancato da molto ed era sulla torre..però il barone aveva detto tante incongruenze sui Taddei tranne una cosa..la storia della megera e di Dominus..e se era tutto ideato per eliminare Guisgard, non volevo nemmeno pensarci. "Se quel veleno è destinato a una persona a me tanto cara..potete pure avvelenare me..no..non sono una novella Giulietta, non preoccupatevi..appunto perchè non mi uccidete, non ho paura di voi..o vi servo in qualcosa?". |
Scossi la testa alle parole della serva.
In effetti era assurdo pensare che un libro potesse uccidere, c'era sicuramente qualcos'altro. Poi Guisgard tornò nella serra e io sbiancai. Riuscii a restare in silenzio, ma mi avvicinai a lui immediatamente. "Non avevi detto che era troppo pericoloso?" mormorai piano, preoccupata. |
La donna incappucciata fissò Altea.
“Ti propongo un patto...” disse alla dama “... io risparmierò te ed i tuoi compagni, ma in cambio tu farai qualcosa per me...” L'uomo rise. “Dovrai uccidere una persona...” continuò la donna col cappuccio “... e ti darò io il mezzo per farlo... fallo e ti lascerò andare insieme ai tuoi compagni... altrimenti morirete tutti...” “Già...” fece l'uomo per poi allontanarsi e ritornare un attimo dopo, tenendo in braccio il piccolo Cid privo di sensi. “Se rifiuterei di aiutarci questo ragazzino morirà adesso, davanti a te.” Sentenziò la misteriosa donna incappucciata. |
“Qualcuno dovrà pur farlo...” disse Guisgard a Clio, con gli occhi fissi sul libro.
Alzò poi lo sguardo, osservando con attenzione la piccola serra, con i suoi mille e più fiori. “Dopo quanto tempo chi legge questo libro trova la morte?” Chiese alla servitrice, che era rimasta immobile fuori la serra. “Dipende...” rispose “... alcuni muoiono dopo aver letto due pagine, altri dopo tre... una volta una servitrice è morta dopo essere arrivata appena alla fine della prima pagina...” Capitan Falco restò un attimo pensieroso, per poi uscire, portando Clio con se fuori dalla serra. E una volta nel corridoio richiuse la porta di quell'enigmatica stanza. “Meglio tornare nella nostra camera...” voltandosi verso la piratessa. |
Sospirai.
"Lo so, eppure mi hai sempre impedito di farlo.." mormorai, senza staccare gli occhi dal libro. Restai sorpresa dalle parole della ragazza. Quindi le serve erano state viste mentre leggevano, spiate.. perché? Ma poi Guisgard cambiò idea e lasciammo la stanza. Mi voltai verso di lui annuendo appena, e lo seguii verso la stanza. "A che stai pensando?" chiesi, alzando gli occhi su di lui "Come mai hai cambiato idea così all'improvviso?". |
Rimasi stupefatta a quella richiesta.."E' un ricatto bello e buono..insomma mi commissionate per essere una assassina, l' artefice di un delitto..dovrei uccidere una persona senza saperne il motivo e nemmeno sapere chi sia questa persona..ditemi di più..e devo avvelenarla come una Lucrezia Borgia?".
Ma la cosa non era facile..vidi Cid davanti a me..lo avrebbero ucciso subito e pure gli altri..riflettevo..io da cattolica non mi sarei mai macchiata di un delitto ma poi pensai alla nostra ultima missione, Guisgard senza una perplessità colpì Maccus ma poi fu volontà di Maccus togliersi la vita..però se avessi accettato avrei saputo più di questa storia e arrivata al momento di colpire o uccidere forse avrei trovato una via di fuga anche perchè non mi fidavo molto di loro.."Bene, ditemi chi devo uccidere e come?E per quale motivo". |
Nonno e nipote si misero a lavoro e con maestria e semplicità mi offrirono un ottimo pasto....mi sembrava un secolo dall'ultimo pasto....mi venne in mente la taverna e Nettuno....ci stavamo spingendo oltre.....ma fummo richiamati a bordo e il danno venne evitato......" Ci sapete fare con il cibo...mi sento pienissima...era davvero tutto buono..."....Ascoltai il nonno di Marangel.....accompagnarmi al primo porto....forse era la migliore cosa...non sapevo se la direzione delle navi fosse cambiata da quando me ne ero andata...infondo il luogo scelto era solo una mia scommessa con Burmid....." Non vorrei che vi stancasse...o che magari lasciate sola Marangel......se mi indicate il cammino..potrei raggiungere il porto........se sono sopravvissuta al Lagno...riusciro' anche ad evitare dei tipacci al porto......ho veramente la necessità di arrivare a bordo di una di quelle navi........"......mi voltai istintivamente verso il libro della Dama del Lagno.......mi ha riportato in vita.....ma era un problema ritornare a bordo....
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“Ovvio che ti ho impedito di farlo...” disse Guisgard a Clio, mentre i due si incamminavano verso le loro stanze “... a meno che tu non ti senta l'Euridice di turno in attesa di essere salvata dal un novello Orfeo, ossia il sottoscritto, pronto a scendere nell'Oltretomba.” Facendole l'occhiolino. “A cosa sto pensando, mi chiedi?” Tornando serio. “A tante cose, forse troppe...” pensieroso “... ma più di tutte ripenso al tempo... al tempo impiegato da quelle persone per morire... perchè il libro dovrebbe uccidere in tempi differenti? Da cosa dipende? Non ha senso... e poi perchè Nora pur toccando il libro è rimasta in vita? Allora forse davvero bisogna leggerlo per essere colpiti da questo... incantamento? Qualcosa non mi quadra... anzi, tutto non mi quadra in questa storia...”
Raggiunsero le loro camere. “Vado a vedere se Altea ha sentito o visto qualcosa di strano in nostra assenza...” Capitan Falco alla piratessa. Ma poco dopo uscì dalla camera che divideva con la sua falsa concubina, per bussare alla porta di Clio. “Sono io, Clio...” mormorò il presunto duca “... aprimi, per favore...” |
“Non temete.” Disse sorridendo il vecchio ad Elisabeth. “Amo camminare e dunque non sarà certo una bella passeggiata a farmi stancare. Quanto a Marangel, nessun problema. Verrà con noi. Così ne approfitteremo per fare qualche compera. Vero, ragazza?” Chiese alla nipote.
“Oh, certo, nonno!” Esclamò contenta la ragazza. “Ottimo.” Annuì il vecchio. “Direi allora di andare tutti a riposare e domattina presto ci dirigeremo verso il porto.” I tre andarono a dormire, per poi alzarsi al mattino successivo, pronti a raggiungere il vicino porto sul Lagno. |
Annuii a quelle parole.
"Già, non quadra.. Ci deve essere qualcosa che ci sfugge.. Forse il veleno Si diffonde solo girando le pagine..." Pensierosa. Poi mi lasciò nella mia camera, e crollai sul letto, incrociando le braccia sul viso. Immagini inquietanti e senza senso affollavano la mia mente. Finché lui non bussò, mi alzai e andai ad aprire. "Allora?" Alzando gli occhi su di lui. |
Clio apri la porta e vide Guisgard vagamente inquieto.
“Altea non c'è in camera...” disse, per poi entrare e chiudere la porta dietro di sé “... Cid è qui?” Ma anche il ragazzino mancava. “Tutto questo non mi piace...” mormorò il falso mercenario “... dobbiamo uscire e cercarli...” Ma ormai mancava poco all'alba e presto l'intera torre si sarebbe svegliata. |
Alzai lo sguardo su di lui preoccupata, spostandomi perché potesse entrare.
"No.." Mormorai "Cid non c'è, credevo fossero insieme.." Corrucciai la fronte. "Dobbiamo andare a cercarli.." Iniziando a guardarmi attorno per vedere se ci fosse un indizio che mi indicasse se Cid era uscito a curiosare o se lo avevano preso. Rabbrividii ripensando al volto di Guisgard che mi diceva di aver visto Cid sfracellato, con quel ghigno malefico. Era un'illusione, certo, ma ero inquieta lo stesso. "Tra poco sarà l'alba.." Mormorai "Tutti si accorgeranno che non ci sono, se non saltano fuori..". |
“O forse” disse Guisgard a Clio “non si meraviglieranno più di tanto, visto che gli artefici di tutto questo vivono comunque in questa dannata torre.” Guardando poi il cielo che pian piano andava schiarendosi per l'imminente nuovo giorno.
Poi lo sguardo del falso mercenario vagò nella stanza, soffermandosi su un particolare preciso. “Quei fiori...” avvicinandosi ad un vaso che abbelliva la camera “... sono gli stessi che ci sono nell'altra camera... non li avevo notati, visto che io sono stato l'unico fra noi a non restare molto qui...” osservò e toccò quei fiori, per poi annusarli “... sono molto strani... non ne ho mai visti di simili... soprattutto il loro profumo mi insospettisce... si direbbe che per l'odore sono più simili a funghi che a fiori veri e propri...” Con gesto improvviso allora aprì la finestra e li buttò giù. “In questa torre ci sono troppi fiori...” mormorò, richiudendo la finestra “... troppi e nessuno sembra essere l'unico che veramente cerchiamo...” voltandosi verso Clio “... forse proprio con questi fiori sono riusciti a causarti quelle allucinazioni... e magari lo hanno fatto anche con Altea e Cid...” |
"Beh, ma dovranno pur far finta, o no?" continuando a guardare in giro.
Guardai i fiori, perplessa, non li avevo mai notati. Però poteva avere senso. Quindi anche Cid e Altea avevano avuto delle allucinazioni? "Però non vale, tu sei l'unico sano? Che storia è mai questa? Anche tu sei stato in camera tua.. Scusa, altrimenti mentre io ero in camera tu dov'eri, a spasso?" sbuffai appena "Beh, meglio così.. almeno non ti è successo nulla..". Ripensai ai fiori e trasalii. "E guarda caso il libro si trova in una serra.." avvicinandomi a Guisgard "E se questi fiori fossero stati messi per drogarci, mentre quelli della serra per uccidere?" pensierosa, ma comunque mancava un pezzo. "E allora perché noi non siamo stati male, né noi, né Nora, Rossane, il fratello del barone?" scossi la testa, tutto quello era assurdo. "Comunque sono d'accordo con te, non credo che qui ci sia il fiore che cerchiamo.. adesso conta solo trovare Altea e Cid... a sapere da dove cominciare, maledizione...". |
“Probabilmente l'effetto allucinogeno di questi fiori” disse Guisgard a Clio “richiede del tempo ed io sono stato pochissimo in questa e nell'altra stanza, a differenza vostra invece...” sorrise appena “... dunque la mia fortuna è stata quella di resistere alle tue grazie...” facendole poi l'occhiolino “... però ciò che dici sulla serra potrebbe essere giusto... infatti lì ci sono tanti e diversi fiori... e la storia del tempo impiegato per far effetto potrebbe spiegare anche ciò che ci ha detto la servitrice... ricordi? Qualcuno è morto prima, qualcun altro dopo... magari ogni individuo reagisce in modo differente al veleno... chissà, potrebbe essere... e ciò spiegherebbe pure perchè non basta entrare ed uscire dalla serra per essere colpiti dal presunto veleno...” annuì “... è l'alba ormai... usciamo... nessuno potrà insospettirsi... diremo di essere mattinieri...”
Così, Guisgard aprì la porta e fece segno a Clio di seguirlo. |
"Beh, non sarai stato qui ma sei stato di là, tecnicamente cambia poco..." Mormorai, spalancando la finestra per far cambiare l'aria, mentre assaporavo la brezza gelida sul viso.
Già, era l'alba, dovevamo uscire. "Speriamo non portino altri fiori.." Mormorai "Ci mancherebbe solo". Lui aprì la porta e lo seguii sorridendo. "Speriamo in bene..". |
Guisgard e Clio lasciarono la stanza, ritrovandosi di nuovo a vagare per la torre.
Ma l'inizio del nuovo giorno aveva già fatto alzare diversi servitori, che animavano con il loro via vai quel luogo. E mentre si spostavano per il corridoio, i due falsi mercenari, per evitare di essere visti da qualcuno, entrarono in una stanza, la cui porta era socchiusa. Era questa una camera da letto, sfarzosamente arredata. Vi erano infatti mobili intarsiati, bambole di ceramica, oggetti frivoli di cristallo e vetri colorati, tende ricamate e diversi quadri alle pareti. Uno di questi raffigurava una bellissima donna nuda che stesa sul letto teneva in mano un piatto di frutta e fiori. “Quella donna...” disse Capitan Falco indicando il quadro “... hai notato quanto somigli a Rosanne? Non è lei, sembra più grande di età, eppure quella donna ritratta ha il suo stesso sguardo e le sue medesime fattezze...” |
Uscimmo come fantasmi scaturiti dalla luce dell'alba, attenti a non essere visti, e finimmo in una camera sfarzosa ed eccentrica.
Mi guardai intorno, fino ad osservare il quadro che Guisgard mi indicava. Corrucciai la fronte. "Beh, stando alle parole di Nora scommetto che è la madre.. Che Nora sostiene essere esperta di veleni.." Sorrisi appena "Le somiglia davvero.. Dici che era l'amante del barone prima di Rossane?". |
“Beh, guardandola, non mi meraviglierebbe...” disse Guisgard osservando il quadro “... il barone avrà avuto prima la mamma, poi la figlia... ammesso questa donna sia, come sembra, la madre di Rosanne... però io trovo interessante anche ciò che tiene in mano nel quadro... un vassoio con frutta e fiori... ancora dei fiori... era esperta di veleni e lì compare con dei fiori...” pensieroso “... se fosse viva sarebbe facile dare un senso ed un colpevole a tutta questa storia, ma invece è morta...”
Ad un tratto udirono dei rumori e poi delle risate. “Sembra stia arrivando qualcuno...” mormorò Capitan Falco “... vieni, dobbiamo nasconderci... l'armadio, presto...” aprì un grosso armadio e vi entrò dentro con Clio, per poi chiuderlo. Qualche istante dopo qualcuno entrò effettivamente nella stanza. “Vieni, ho tanta voglia...” ridendo Rosanne. “Si...” uno dei servitori. I due si stesero così sul letto e cominciarono a fare sesso. |
“Vedo sei ragionevole...” disse la donna incappucciata ad Altea “... si, dovrai uccidere, ma non un essere umano, bensì una bestia... si... perchè il barone Ciminieri è una bestia. Un assassino, un traditore ed un ladro... nessuno piangerà la sua morte e nessuno potrà mai biasimare chi lo manderà dove merita di stare, ossia all'Inferno.”
“Ben detto.” Annuì l'uomo. “Dovrai ucciderlo” la donna col cappuccio alla dama de Bastian “con il veleno che io ti darò... un veleno rapido e potente... un veleno che lo farà morire tra atroci sofferenze... un veleno che tu gli somministrerai fingendoti affascinata da lui... così lo ucciderai nel suo stesso letto, visto che quel maledetto non ha alcuna intenzione di leggere il libro...” |
"Magari la figlia ha ereditato i segreti della madre, oltre all'amante, non mi stupirebbe..." Alzando le spalle.
Poi sentimmo delle voci e ci nascondemmo nel'armadio, non che mi sembrasse una buona idea. Portai istintivamente la mano alla spada, nella penombra, ma poi era solo Rossane. E non era sola, ma non era nemmeno il barone, nè il fratello. Scossi appena la testa ma non dissi nulla, anche perché le mie parole non sarebbero state lusinghiere. Ma soprattutto non potevamo rischiare. Era buio e respiravo piano, restando immobile. Fantastico, e adesso come usciamo? Pensai. Speriamo che non si debba cambiare, altrimenti siamo fritti. |
Guisgard e Clio restarono nell'armadio, mentre Rosanne ed il servitore giacevano con reciproco piacere sul letto.
“Eh, non è certo una bella situazione...” disse piano Capitan Falco alla ragazza “... speriamo solo che quel tipo non sia un grande amatore...” sarcastico. In realtà la situazione era tutt'altro che semplice. Trascorsero diversi minuti e i due su quel letto non sembravano volersi fermare, mentre nell'armadio il falso mercenario e la sua guardia del corpo dovevano dividersi quello spazio angusto. “Puoi lasciare la spada credo...” mormorò nell'orecchio della piratessa “... dubito infatti che sentano il bisogno di scegliersi nuovi abiti e vestirsi... o forse ti fa sentire meno imbarazzata tenere la mano su quell'elsa?” Parlando il suo respiro sfiorava i biondi capelli di lei. “Dopotutto sei chiusa qui dentro con un Don Giovanni incallito, no?” Con le sue dita che accarezzavano la mano di lei ferma sull'elsa. “Ma se vuoi posso inventarmi qualcosa e far terminare questa insolita situazione... vuoi? Magari preferisci essere scoperta che... che rischiare di essere sedotta da me...” facendole l'occhiolino. |
Aiutai Marangel a riassettare la cucina........chiacchierando del piu' e del meno.....mentre il nonno ci osservava pensieroso....se avessi raccontato loro che il mio nonnino si chiamava Gedeone e che sputava fuoco se si arrabbiava mi avrebbero presa per matta......ma Gedeone era stato...il mio punto di forza ogni qualvolta mi sentivo debole ed inesperta.....ma questo era un segreto tra me e lui......andammo a dormire e dopo tanto tempo sentii il calore della cena, delle coperte.....e del grande affetto che nutriva quel capanno...si....perche' mi sembrava vivo...pieno di essenza....quasi mi cullasse perchè il sonno fosse ristoratore.....La mattina arrivo con un buon profumo di focacce e miele...mi destai di buon uomore....sembravo una bambina a cui nulla potesse essere negato...ero sicura che sarei arrivata a Nettuno...ero sicura che il mio ritornare alla vita, mi avrebbe fatto chiedere scusa...con il cuore.....non era importante aver combattuto battaglie incredibili.....era importante solo aver posto rimedio......trovai il mio vestito pulito e sistemato sul letto..." Grazie Marangel..potro' restituire la vestaglia a vostro nonno....."..mi vestii.. e fui pronta....." Bene possiamo iniziare il nostro cammino...."......
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"Il barone?" dissi stupita "Ma perchè dite questo di lui? Di cosa si sarebbe macchiato e poi perchè ucciderlo tra atrocità e non di una morte subitanea" guardai la figura incapucciata in modo serio "Sapete mi chiedete una cosa difficile..dovrei adescare il barone con la mia bellezza..eh si, ne ha fatti di morti più la bellezza che una spada..ma voi mi chiedete di stare nel letto di un uomo che non amo..mentre per me vi è uno solo e anche se per me non prova nulla mi fa male tutto questo..si è come tradirlo..ma se non vi è rimedio altro"..una fitta al cuore mi lacerava e provai ribrezzo al solo pensiero quell' uomo mi avesse guardato o pure toccato ma loro forse mi avrebbero drogato coi fiori e forse era meglio fare tutto questo da lucida e forse con la bontà del Signore magari Guisgard mi avrebbe trovata prima.
Ma pensai alle parole di quella donna e l' uomo...lui era una bestia..e quel rumore di rapace e l'urlo poi della donna? Vuoi che in molte ci avevano provato e furono uccise e poi perchè il barone non leggeva il libro..lo spingevano a farlo e non voleva e per ucciderlo dovevano avvelenarlo. "Ditemi una cosa..che nasconde quel libro? Perchè dovrebbe leggerlo e perchè morirebbe leggendolo? E poi è vera la storia della maledizione..devo sapere ciò che avviene..d' altronde devo ucciderlo" dissi fingendo di sorridere..ma chi era mai quella donna..non avevo via di uscita. |
“Non devi andarci a letto, ma solo fingere.” Disse la donna incappucciata ad Altea. “Coricarti con lui e somministrargli il veleno prima che possa possederti.”
L'uomo rideva continuamente. “Fallo e sarai libera, insieme ai tuoi compagni.” Continuò la donna. “Quanto alla maledizione, essa è solo un inganno. L'unica maledizione di questa torre sono i miei fiori avvelenati. E sul barone... Ciminieri è un assassino, un tiranno che ha osato sfidare il duca Dominus. Ed egli ha inviato me per punire il barone. Ecco, ora conosci la verità. Come vedi puoi fidarti di me.” |
Elisabeth, Marangel e suo nonno lasciarono la casa e si diressero, seguendo il corso del Lagno, verso il vicino porto.
Lo raggiunsero su un piccolo carretto, verso metà mattinata, quando quel luogo era animato da pochi ma indaffarati individui. Si trattava perlopiù di commercianti e viaggiatori in sosta mentre attraversavano il Lagno. Il nonno di Marangel avvicinò alcuni uomini e chiese loro notizie delle due navi. Gli fu risposto che due grosse navi, passate da quel porto poche ore prima, avevano fatto scendere alcuni uomini diretti verso Nuova Casalis (quella città infatti non ha uno sbocco diretto sul Lagno), per poi dirigersi verso Suession per attraccare ed attendere il loro ritorno. “Dunque” disse il nonno di Marangel ad Elisabeth “sembra che alcuni dei vostri compagni siano fermi a Suession, in attesa di veder ritornare gli altri, che invece si sono diretti verso Nuova Casalis. Sta a voi decidere allora dove andare... se raggiungere le navi, oppure quelli scesi a terra.” |
Alle ultime parole della donna trasalii..era una mandante di Dominus..e pure io avrei dovuto esserlo? Anzi..Ciminieri era probabilmente contro di lui e quindi doveva essere punito come noi e soprattutto Guisgard e sorrisi.."Beh, avete ragione..ah, conoscevo la pupilla di Dominus...una donna arguta e mi parlava cosi bene del Duca anche se la ragazza aspettava invano il ritorno del vero erede al trono, che tutti sanno a Capomazda non è il Duca Dominus" e sorrisi..ecco almeno lo avevo detto.
Vi era una sola cosa da fare...accettare e una volta rimasta col barone svelargli tutto e il piano e svelare chi fossimo e che lo avremmo aiutato in cambio del suo aiuto e la libertà poichè eravamo uniti almeno in una cosa..Dominus voleva morto lui ma pure Guisgard. "Quando volete..sono pronta" e sorrisi. |
Senza quasi accorgermene avevo lasciato la mano sulla spada.
Sorrisi alle sue parole, per poi voltare la mano verso la sua. "Vorresti sedurmi, dici?" mormorai pianissimo, sorridendo "Oh, la cosa potrebbe essere interessante..." sussurrai voltandomi verso di lui "Forse un tantino pericolosa ma.." scossi la testa, ridendo in silenzio. "Ti diverti eh.." sorrisi appena "A farmi diventare matta.." con gli occhi nei suoi. "Non voglio certo che ci scoprano.. andiamo, quella dovrà andare a far colazione, no?" sospirai "E poi che vorresti fare? Dire che ci ha mandato il barone per controllarla?" mormorai, pianissimo, divertita. |
Il viaggio fu fatto di racconti e di risate su vecchi comportamenti di Marangel...poi il traballante carretto si fermò al porto.....Il porto non era grande....più piccolo di quello dove avevo passeggiato ultimamente con Nettuno....ma la gente non mancava e tutta indaffarata.....il nonno di Marangel scese sicuro dal carretto e cominciò a fare qualche domanda......Nova Casalis.....era stata la mia scelta.......e a quanto pare dovevo fare un'altra scelta.......E se Nettuno credeva in me...nel bene o nel male.....forse era lui che era sceso da bordo....Dovevo credere......anche se fosse stata la pista sbagliata....." Perdonate se vi chiamo nonno.....ma voglio seguire chi è rimasto a terra.....forse qualcuno crede ancora in me ".....mi parve di vedere un sorriso sul suo volto.....e di rimando...anche io fli sorrisi "andiamo avanti allora"
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“Beh, se continuano di questo passo” disse Guisgard a bassa voce con gli occhi in quelli di Clio “prima o poi avranno bisogno di rifocillarsi...” sorrise piano “... comunque sono convinto che io e te potremmo fare molto meglio di quei due...” facendole l'occhiolino e poi accarezzando piano le sue labbra “... in verità ho diverse idee e temo non tutte fattibili ora, ahimè... ma forse un modo per uscire da qui c'è... ammesso tu abbia fiducia in me... conterò fino a tre e tu mi butterai le braccia al collo... poi aprirò questo armadio ed il resto verrà da sé... naturalmente dovrai reggermi il gioco... ci stai?”
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Il nonno di Marangel annuì a quelle parole di Elisabeth.
“Io purtroppo non posso accompagnarvi fino a Nuova Casalis.” Disse. “Ma con un po' di fortuna potremmo trovare qualcuno diretto là e disposto a darvi un passaggio.” “Nonno...” fece Marangel “... e se ci andassimo io e Deluen? A Nuova Casalis, intendo. Accompagnare insieme Elisabeth fino a là. Sarebbe un viaggio più sicuro, non trovi?” “Ma Deluen non è qui.” Fissandola il nonno. “Ieri passò da noi, mentre era diretto al villaggio. Magari avrà ancora da fare.” “Potrei chiederglielo.” Disse la ragazza. “Cosa ne pensi?” “Per me va bene.” Rispose il vecchio. “Voi siete d'accordo, madama?” Voltandosi verso Elisabeth. |
“Dominus è il legittimo duca di Capomazda.” Disse la donna incappucciata ad Altea. “Comunque sono lieta che tu abbia deciso di aiutarci. Ma rammenta, se fallirai il primo a morire sarà questo ragazzino.” Indicando Cid tra le braccia dell'uomo che era con lei. “Ora ascoltami... tu uscirai da qui e ritornerai su, nella torre. E lì poi dovrai fare in modo di affascinare Ciminieri. Usa qualsiasi mezzo per adescarlo. E quando ti porterà nella sua camera da letto...” rise “... tu allora gli somministrerai il veleno.” E le mostrò alcuni fiori di una piccola pianta in un vaso di porcellana. “Prenderai un paio di questi petali, per poi metterli nel suo bicchiere... il loro effetto immediato è e mortale...” e colto uno di quei fiori lo consegnò poi ad Altea.
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Dovetti trattenermi a quelle parole..Dominus era il legittimo erede..ma chi era quella donna? Era a corte oppure no..aveva detto l' aveva inviata Dominus in questo posto.
Ascoltai gli ordini impartiti, per un attimo pensai di non potercela fare..e se veramente Ciminieri era un assassino..Guisgard era nel bene ma quel Ciminieri che pericolo portava a Dominus tale da creare tutto questo per ucciderlo..era il colmo..il Duca di Capomazda doveva usare tali espedienti...e per un attimo mi sentii nauseata per essere stata la pupilla di tale uomo. Presi il fiore in mano e guardai la figura incappucciata.."Noto mi state dando del tu..ci conosciamo? Solo chi è degno della mia fiducia può farlo..io vi ho detto il mio nome..e voi chi siete? Venite da corte..comunque mostratemi come fare per usare questo veleno ovvero come si prepara oppure potrei fallire, questo è il Fiore del Giudizio quindi" e sorrisi falsamente..ovvio, magari aveva pure effetti allucinogeni mentre lo si toccava..ma ero davvero titubante..volevo Guisgard vicino..o sarei stata costretta a uccidere davvero Ciminieri, nessuno poteva rassicurarmi fosse una persona giusta. |
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