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La vecchia fissò Altea.
“Questo luogo” disse “è così chiamato perchè anni fa vi era l'abitudine di uccidere donne accusate di stregoneria, per poi seppellirle non lontano da qui... da allora sono cominciate a nascere varie leggende su spiriti maledetti in queste terre... quanto alla tribù... non ne ho mai sentito parlare...” “Un posto allegro, non vi è dubbio!” Esclamò Fyellon. “Comunque, signora... come detto, noi ci siamo persi e sinceramente non ci sentiamo di andare in giro col buio... possiamo chiedervi ospitalità? Solo per stanotte. Naturalmente possiamo pagare.” La vecchia annuì e fece loro segno di entrare. “Non ho un letto da darvi” mormorò “ma solo un posto in cui farvi riposare fino a domani.” Entrati in casa, la vecchia portò i due in una piccola stanza, piena di sacchi di farina. “Ecco...” disse “... potete dormire qui... buonanotte.” E uscì chiudendo la porta. “Che bel soggiorno ci siamo guadagnati!” Con sarcasmo Fyellon. “Non c'è che dire... siamo davvero fortunati...” accomodando alcuni di quei sacchi a mo di letto “... ecco... voi potete dormire qui...” indicando un giaciglio fatto con quei sacchi ad Altea “... mentre io riposerò laggiù...” indicando altri sacchi posti un po' più lontano. |
Quella figura ascoltò Elisabeth senza però interromperla.
“La mia musica...” disse quando la donna terminò di parlare “... non ho mai suonato fuori da questa stanza... alla luce del Sole o davanti a qualcuno...” era la voce di un giovane “... non mi è permesso... davvero è stata la mia musica a trascinarvi qui? Eppure nessuno si è mai fermato ad ascoltarla... per tutti essa è orribile... dicono che porti male sentirmi suonare... che la mia musica è portatrice di sciagure, di dolore, di pianto, di lutto...” esitò per qualche istante “... perchè non vi voltate?” Chiese poi. Era semicoperto nella penombra ed il suo viso era avvolto nel buio, ad eccezione degli occhi. Occhi malinconici ed inquieti. |
Ascoltai la storia della vecchietta..mi vennero i brividi, mi guardai attorno, quindi vi erano spiriti maligni?!Realtà o finzione?!Dipendeva dai punti di vista, mentre ero più in ansia per il fatto che non eravamo nel posto giusto e il tempo passava.
Fyellon chiese alloggio, la vecchietta si dimostrò gentile...a parte il fatto che il giaciglio non fosse dei migliori. Osservavo Fyellon preparare i sacchi di farina per farne un letto sconsolata, mi appogiai sopra a quello che doveva essere il mio giaciglio per la notte.."Fyellon, non avete il vago presentimento che la fortuna non è che giri molto dalla nostra parte?Infatti ci siamo persi..ci manca solo che stanotte entri uno spirito di una strega malvagia e ci trasformi in dei ranocchi" dissi sorridendo cercando di sdramattizzare la mia inquietudine e mi sdraiai lungo il giaciglio molto scomodo. |
“Poi” disse sorridendo Fyellon “dovremmo attendere solo l'arrivo di una principessa e di un principe azzurro, in modo che lei baci me e lui voi... solo così finirà l'incantesimo che ci ha tramutati in ranocchi.” E rise di gusto. “Su, non pensate ora a streghe e spiriti maligni...” tornando serio il cavaliere “... dormite e domattina ripartiremo da questo posto... che, detto tra noi, non mi piace affatto...” e si stese sul suo giaciglio “... avanti, dormite o devo raccontarvi una storia per stimolarvi il sonno? Ne conosco diverse, sapete?” E le fece l'occhiolino.
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Un sorriso apparve sul mio volto alle parole di Fyellon, quell'atmosfera pesante si ruppe ma accesi la candela vicino a me "Fyellon, io lascerei la candela accesa comunque...è strano che siate inquieto, voi che non vi lasciate suggestionare. Comunque non penso dormirò stanotte, questo letto è scomodo..sto diventando un cavaliere di ventura, è incredibile, mentre dovrei trovarmi in un bel palazzo come una dama e ben vestita" risposi sbuffando.
Ma la stanchezza fu tanta che il sonno prese il soppravvento. |
“Dite” disse Fyellon “che sono inquieto? Assolutamente. Ci vuol ben altro che qualche storiella sulle streghe per impressionarmi.” Si voltò poi verso Altea e si accorse che la ragazza si era ormai addormentata.
Allora sorrise e tentò anch'egli di dormire. Altea vagava nella selva avvolta da nebbie e da un silenzio quasi irreale. Tutto appariva tetro, cupo, avvilente e spettrale. Ad un tratto cominciò a sentire degli strani versi. Come di un animale affamato. Continuò allora a camminare, per non restare ferma in quel luogo. Poi, all'improvviso, giunta presso il Calars, vide due figure immobili. Erano due bambine. La fissavano e una delle due sembrava nascondere qualcosa. “Non dovete star qui, bambine...” disse Altea “... credo ci sia qualche animale feroce, forse un lupo... venite, dobbiamo allontanarci...” Ma le bambine restarono immobili a fissarla. “Nostra madre è stata bruciata” fece una delle due “e poi gettata nel fiume... e ci hanno detto che siamo maledette, che nostra madre non doveva avere figli...” L'altra bambina, allora, mostrò finalmente ciò che nascondeva: era un utero insanguinato. “Non doveva avere figli...” mormorò la bambina. In quel momento, facendo sussultare Altea, qualcuno emerse dalle acque del Calars. Era una donna dalla pelle carbonizzata che si lanciò con rabbia verso di lei. http://data.whicdn.com/images/115064..._500_large.jpg Altea si svegliò di soprassalto. Era sudata e ancora scossa per quel sogno. Albeggiava e Fyellon dormiva ancora. |
Caddi in un sonno profondo e improvvisamente entrai nel mondo dei sogni..
Il Calars..la selva silente e inquieta..e poi un rumore strano, un ringhio di animale..e due bellissime bimbe eteree, subito mi affrettai a salvarle. E poi quella storia....e improvvisamente quella scena orrenda, la bimba che mi mostrava ciò che aveva in mano. Sentii dei movimenti nel Calars...ed ecco apparire una donna bruciata che mi saltò addosso... Mi svegliai di soprassalto..quel sogno..era sconvolgente, ero sudata, mi alzai dal giaciglio e andai da Fyellon e lo svegliai raccontandogli ciò che avevo sognato..."Fuggiamo da qua subito" dissi spaventata. |
Hei gridai ora ne ho abbastanza ora vi sbatto dentro forza ho la finite o prederò serie precauzioni con voi e li divisi dentro di me dissi che gente che ce qui ascoltate quanto costa la giumenta domandai con tono serio e aspettai una loro risposta
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Guisgard... le sue parole... e poi quel bacio.
Sorrisi appena e mi accorsi solo allora che non ero affatto spaventata... non per me, almeno. Ero preoccupata, tuttavia. Ero agitata perché, qualsiasi cosa Guisgard volesse fare, temevo fosse troppo pericolosa. E stavo proprio per dirglielo, quando giunse quella nuova visione... Fu rapida, eppure mi parve durare molti minuti. La mia mente indugiò sui pensieri di Chymela e sui suoi sentimenti, accarezzò il suo dolore causatole dal comportamento di Andros e condivise con la principessa ogni pur minimo cambiamento di umore... era andata lì con il pretesto di volersi scusare con lui, Chymela... ma era andata principalmente lì per capire, era andata lì per gettargli in faccia la sua indifferenza e mostrargli chi era e chi poteva essere la principessa Chymela, era andata lì perché non voleva soccombere a lui o, forse, era andata lì soltanto perché non riusciva a stargli lontana. E invece... invece non appena l’avevo visto, non appena lui aveva iniziato a parlarle, Chymela seppe che non avrebbe tenuto fede a quel proposito. Seppe, anzi, che di quel proposito non e interessava niente. Seppe che da nessun altra parte sarebbe voluta essere se non lì, con quell’uomo misterioso di cui nessuno sapeva niente e che, tuttavia, la affascinava come nessun altro... Fu una visione potente, quella, e mi occorsero molti minuti per riuscire a venirne fuori... Fu una visione che per qualche momento mi fece dimenticare di me, di Gioia Antica e dei guai in cui sembrava ci fossimo cacciati... una visione che si impose sui miei pensieri e dominò la mia volontà, tanto che per qualche momento esisté soltanto lei. E poi il dipinto... Andros lo mostrò con orgoglio a Chymela... ed io sussultai violentemente. Il ritratto... quel ritratto! Il ritratto della regina Chiarore Azzurra... il ritratto di Chymela... Citazione:
Poi li riaprii e strinsi la mano di Guisgard... “Temo che Sangò abbia ragione...” mormorai mestamente “Siamo nella loro città e non abbiamo niente a nostro favore! E tu... oh, Guisgard, ti prego, promettimi che non farai niente di impulsivo... o di pericoloso!” |
" La vostra musica e' straordinaria.....riesce a tirare fuori tutto quello che la vostra anima racchiude agli occhi di chi non vuole vedere....non ho udito lutto e disgrazia...ho udito pentimento, disperazione gioia e timore.....paura forse in quello che vi riserva la verita' oltre queste mura........una verita' distorta, una verita' pudica e oltremodo oltraggiosa........non si crede piu' a nulla li' fuori.....non c'e' amore, non c'e' rispetto....c'e' solo una falsa vana idea di quello che e' l'esigenza dell'esistenza umana........non si ama per non soffrire...........La vostra musica racconta il contrario"....mi voltai verso quella voce quasi incerta......e vidi un volto....coperto da una maschera, e vidi una lacrima....coprire quelle rosee labbra..." Non fate caso a me.....continuate a suonare se questo vi da' piacere......io ho solo interrotto un attimo della vostra vita, dovrei cercare me stessa e riprendere un cammino che ho smarrito da qualche parte.......forse non neanche il coraggio di farlo....ma ogni promessa e' un debito...".......non so da dove provenisse...ma mi arrivo' l'odore intenso dell'ambra......era cosi' strana quella stanza
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Quel giovane fissò Elisabeth ed ascoltò ogni sua parola.
Poi, all'improvviso, fece un passo in avanti e mostrò finalmente il suo volto, che fino a quel momento era rimasto celato nell'ombra, come se l'oscurità fosse una maschera. Aveva lunghi capelli castani, occhi color nocciola ed un viso pulito. Era estremamente pallido, come se fosse stato rinchiuso da sempre lontano dalla luce del Sole. “Siete molto bella, signora...” disse con un tenero sorriso “... davvero la mia musica vi piace? Allora, se volete, io posso suonare per voi... ma posso farlo solo in questa stanza... poiché mi è impedito di uscire...” e indicò i suoi piedi, che erano incatenati alla parete. |
Altea si svegliò di soprassalto e urlando raccontò il suo sogno a Fyellon.
“Calmatevi, ora...” disse il cavaliere “... è stato solo un sogno... vi siete lasciata suggestionare da questo luogo e dalle parole di quella vecchia ieri sera... non esistono né streghe, né spiriti maligni, Altea. Quelle poverette che sono state bruciate, ammesso che quelle storie siano vere, altro non sono che le ennesime vittime del fanatismo dei cattolici. Come lo sono stati i Catari e tutti gli altri culti catalogati come nemici dalla Chiesa di Roma...” sorrise “... su, dimenticate quell'incubo... abbiamo una missione che ci attende... andiamo a vedere se quella vecchia ci offre almeno la colazione?” |
“Una giumenta” disse uno dei due uomini a Cavaliere25 “costa almeno 50 Ducati.”
“E non sarò certo io a pagarla!” Esclamò l'altro. “Cosa succede qui?” arrivando Nex. “Problemi, ragazzo?” chiese a Cavaliere25. |
Il suo volto era etereo ma allo stesso tempo terreno......i suoi lunghi capelli erano curati e profumavano d'erbe, piu' lo guardavo e piu' mi veniva in mente la dolce luna......" Vi ringrazio per il complimento.......ma non capisco perche' vi abbiano rinchiuso in questa stanza.......rimarrei volentieri ad ascoltare ogni vostra straordinaria melodia.........ma avevo dei compagni di viaggio..almeno sino a quando non siamo arrivati a questa torre, perdonatemi...ora ..oserei chiamarla prigione ..."......mi avvicinai alle catene che tenevano rpigioniero il ragazzo...erano d'oro, forse il ferro poteva essere piu' spregevole come metallo ?....o forse la liberta' si misurava in anelli di catena......" Vorreste ritornare ad essere un uomo libero ?.......se lo desiderate con tutto il vostro cuore, potro' aiutarvi e queste catene non avranno piu' motivo di esistere.......qual'e' il vostro nome..."....
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Guisgard non permise a Talia di continuare, sfiorandole con la mano le labbra.
“Andrà tutto bene, Gioia...” disse con voce calda e rassicurante “... è una promessa...” “Guisgard, perchè non lasciate questa città?” Fissandolo Sangò. “E' meglio per tutti.” “Amico mio, non possiamo tornare indietro...” mormorò Guisgard. “Perchè no?” “Perchè un vero cavaliere non scappa di fronte a niente!” Esclamò una voce. Guisgard e Sangò si voltarono di scatto e videro due uomini avvicinarsi. “Possibile che ogni volta vi ritrovo in mezzo ai guai, amico mio!” Aggiunse sorridendo Umans. “E tu cosa ci fai qui?” Sorpreso Guisgard. “Forse sono arrivato appena in tempo.” Annuendo Umans. “E ho con me un nuovo amico.” Indicando l'uomo che era con lui. “Forse non rammentate il mio volto, cavaliere.” Disse Samond. “Ero uno degli uomini al servizio del nobile Taddeide di Faycus.” “Ci avete seguito, vero?” Fissandoli Guisgard. “Eh, quando capirete che sono il vostro Angelo Custode, amico mio?” Sorridendo nuovamente Umans. “E voi, a quanto pare, ne avete un bisogno disperato. Ma dico... attirarsi le antipatie di un soldato della regina! Non è proprio il massimo! Però, forse, non tutto è perduto... forse possiamo uscirne...” “Cosa vuoi dire?” Domandò Guisgard. “Che occorre un piano...” rispose Umans “... e forse mi è appena saltato in testa quello giusto... ma entriamo nella locanda... ne discuteremo attorno ad un tavolo...” E tutti loro entrarono nella locanda, sedendosi poi attorno ad un tavolo. |
“Non saprei...” disse il ragazzo ad Elisabeth “... non conosco la libertà e dunque non mi manca... è mio padre a volermi incatenato in questa stanza... egli afferma che sono portatore di avversità e di sfortune... dice che sono nato sotto una cattiva stella, che in me sono incarnati i peggiori peccati del genere umano... e forse dice il vero...”
In quel momento suonò una campana. “Eccolo...” mormorò il giovane “... è tornato mio padre... vi prego, non dite che siete stata qui... ora andate, non fatevi vedere... ah, il mio nome è Filyo... ora andate...” |
Un padre che accusa il proprio figlio di una cosa cosi' orrenda....quale padre potrebbe....il suono, il suono che terrorizza e Fylon sbianco' in volto....." Voi non siete la sciagura di nessuno.....quale uomo puo' dirvi una cosa del genere......perche' dovrei andar via, io sono venuta di mia spontanea volonta'....e non vedo perche' debba scappare da questa stanza, comunque sia, continuate a suonare, usciro' di qui...ma non pensate che rimanga inerme alla vostra prigionia...."...Aspettai che riprendesse posto e si rimettesse a suonare......e feci per andare alla porta, quando questa si apri' di colpo...
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Fyellon riuscì a rassicurarmi.."Forse avete ragione, tutta questa storia avrà influenzato i miei sogni" dissi asciugandomi ancora i sudori.
"Voi pensate che ci offrirà la colazione?Chissà che colazione..visto il giaciglio" aprii la porta e udii dei rumori provenire verso una stanza dove mi diressi e infatti era la cucina e vidi la vecchietta di spalle che si muoveva. |
<<Dove! Vecchia megera dimmi dove?>> Ero praticamente faccia a faccia con la zingara e non me ne ero nemmeno reso conto..
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L’arrivo di Umans e dell’altro uomo ci sorprese tutti...
Guisgard esitò alle loro parole e alle loro richieste ma, infine, si decise ad assecondarli e tutti insieme rientrammo nella locanda. La mia mano era ancora stretta in quella del cavaliere... li seguii, dunque, e mi sedetti con loro al tavolo... “Siete giunto a proposito, Umans...” dissi, quando ci fummo tutti accomodati, rompendo il silenzio che per qualche momento era calato nella stanza “Proprio questo, anzi, sembra ormai essere il vostro principale dono!” Esitai per un attimo... poi spostai gli occhi ciechi, ma non per questo meno vigili, là dove sentivo che si trovava l’altro uomo... “E tuttavia... perdonate la mia sfrontatezza... ma non riesco a capire che cosa vi abbia condotti fin quassù!” soggiunsi, con un lieve sorriso “Volete, forse, avere la compiacenza di spiegarcelo voi, messer... oh, perdonatemi... Messer?” |
Altea e Fyellon scesero così nella cucina, dove trovarono la vecchia.
“Che buon odorino...” disse Fyellon “... forse, dopo il giaciglio, possiamo sperare anche in una buona colazione, signora?” La vecchia si voltò e lo fissò. “Sedetevi” mormorò “se vi piace ciò che sto cucinando...” e mise a tavola dei piccioni appena spennati. Fyellon allora fissò Altea con una smorfia. “Siete gentile” fece il cavaliere “ma forse prenderemo qualcosa di più leggero... magari andrà bene anche un po' di latte...” La vecchia annuì e portò in tavola due ciotole, che poi riempì con del latte di capra. “Grazie.” Sedendosi Fyellon. “Ah... volevamo chiedervi una cosa, signora... noi siamo dei viaggiatori, dei mercanti per essere precisi... e stiamo cercando delle erbe particolari che sappiamo crescono solo in questa zona...” “Io non ne so niente.” Lo interruppe la donna. “E' mia nipote che conosce questo genere di cose...” E proprio in quel momento la porta si aprì ed entrò una ragazza. http://aka.media.entertainment.sky.c...ast-Mira-3.jpg |
La porta si aprì di colpo davanti ad Elisabeth ed una violenta folata di vento arrivò quasi a spegnere le candele.
Filyo riprese a suonare ed il vento cessò, facendo tornare regolare la debole luce nella stanza. “Andate, signora...” disse il giovane, ormai di nuovo in balia di quella sua musica “... vi stanno cercando...” Ed infatti dal corridoio arrivò la voce del servitore che chiamava Elisabeth. “Milady... dove siete?” Camminando nel corridoio il servitore. |
“Non posso dirvi dove...” disse la zingara a Daniel “... la mia arte non conosce tempo, né luogo... sappiate solo che due di quelle corazze sono già state indossate... ora manca una soltanto all'appello...”
“Allora sarà come cercare un ago in un pagliaio!” Esclamò Mirna. “A Tylesia vi sono tantissimi cavalieri!” “Però posso darvi un'indicazione...” mormorò la zingara “... corre voce che lord Guxyo, il signore dei Tulipani, abbia commissionato una straordinaria corazza... forse è quella che manca all'appello...” |
Fyellon mi raggiunse e ci accomodammo al tavolo, ma mi venne quasi la nausea osservando la colazione proposta dalla vecchietta..per fortuna Fyellon salvò la situazione.
Ad un tratto apparve alla porta una bellissima ragazza..a quanto detto dalla vecchietta ella era esperta in erbe. La fissavo, eppure aveva qualcosa di strano ed enigmatico. "I miei omaggi" dissi alla misteriosa ragazza "noi stiamo cercando una pianta...e Fyellon ha la immagine, se volete dare una occhiata e aiutarci" |
La ragazza entrò e fissò Altea.
Fyellon allora prese il foglio con il disegno fatto da Mizasar e lo mostrò alla giovane appena entrata. “Immagino” disse il cavaliere “siate la nipote della signora...” “Non posso aiutarvi.” Ridando il foglio a Fyellon. “Perchè mai?” Chiese questi. “Perchè quell'erba cresce in una zona pericolosa” rispose lei “ed infestata da misteriose presenze.” “Perdonatemi...” sorridendo Fyellon “... ma io non credo a queste cose...” “Che voi ci crediate o meno” replicò lei “cambia poco... quella zona è pericolosa.” “E come fate ad esserne così sicura?” “Perchè tutti coloro che hanno deciso di attraversarla” rispose lei “sono finiti massacrati... ed io non voglio il vostro sangue sulla mia coscienza.” |
Umans sorrise a quelle parole di Talia.
“Samod, milady.” Disse l'uomo che era giunto con Umans. “Il mio nome è Samond.” “Già...” intervenendo Guisgard “... perchè siete giunti fin quassù? Eppure non è una strada battuta o conosciuta questa... ammesso che non debba credere alla mia prima impressione...” “Ossia?” Fissandolo Umans. “Che ci stavate seguendo.” Rispose il cavaliere. “Cavaliere...” con un lieve sorriso Samond “... non lasciatevi sedurre dalla tentazione di ritenervi più importante di quanto in realtà non siate... seguirvi? E perchè mai? Un cavaliere di ventura ed una ragazza...” fissando per un momento Talia “... senza il dono della vista non credo possano affascinare a tal punto, da giungere a sfidare queste regioni inesplorate. O forse siete in realtà due nobili amanti in fuga? Magari eredi di una fortuna non indifferente? Con alle calcagna un padre o un promesso sposo deluso e geloso? Romantico, senza dubbio, ma ahimè poco verosimile.” Sorrise di nuovo. “O magari, perchè no, voi con una taglia sulla testa e lei innamorata a tal punto da rinunciare a tutto per voi. Epico e poetico, c'è da dire, ma esistono amori simili? Forse, ma sono rari.” Uman scoppiò a ridere. “Che gioco è?” Fece Guisgard. “Siete voi che l'avete cominciato.” Mostrandosi tranquillo Samond. “Io ho solo preso la palla al balzo.” “Invece” disse Umans “la verità è molto meno evocativa, amico mio... siamo solo in cerca di un luogo dove trovare un buon lavoro e mettere radici.” Annuendo. “E solo per un fortunato caso ci siamo incontrati. Piccolo il mondo, vero?” “Già, piccolo e affollato.” Arrivando la locandiera. “Cosa vi servo?” “Vino, ovvio.” Ridendo Umans. “Allora?” Tradendo nervosismo Guisgard. “Avevi parlato di un piano... ebbene?” “Ecco...” mormorò Umans “... prima di giungere qui, io e Samond siamo arrivati in città... sapete, pensavamo di pernottare lì, ma poi ci hanno detto che questa era l'unica locanda...” “Dunque?” Fissandolo Guisgard. “Dunque abbiamo un po' girovagato, per conoscere il posto...” fece Umans “... e abbiamo intravisto una... si, insomma, una di quelle case di piacere... non che ci interessino questo genere di cose...” lanciando un'occhiata verso Talia “... ma sapete... la stradina caratteristica, la casa particolare, con drappi e tendine alla moda delle grandi città... e poi quelle avvenenti signorine che passeggiavano sull'ingresso... insomma, tutto è fatto per attirare l'attenzione di noi altri...” “Vieni al punto, stramaledizione!” Esclamò Guisgard. “Beh...” mormorò Umans “... l'idea è quella di fare incontrare il nostro soldato da solo con lady Talia...” “Cosa hai detto, pezzo d'idiota?” Prendendolo per il bavero Guisgard. “E' questo il tuo piano?” “Aspettate!” Liberandosi da quella presa Umans. “Avete la testa più calda di un braciere ardente!” Accomodandosi la camicia. “E' a causa di questi vostri colpi di testa che finite sempre per mettervi nei guai! Vi stavo spiegando il piano, ma mi avete interrotto... dicevo... si, far incontrare quel soldato con una donna, ma non per forza di cose con la vostra amica...” La locandiera portò il vino a tavola. “E con chi allora?” Fissandolo Guisgard. “Vorresti forse tu travestirti da donna?” “Io? No... ho una faccia troppo virile, io... magari voi... si, vi ci vedo proprio...” e rise. “Sei venuto qui per scherzare?” Seccato Guisgard. “Nervosetto il tuo amico...” fece Samond fissando Umans. “Massi, scherzavo...” divertito questi “... intendevo dire che sostituiremo lady Talia con un'altra donna... magari con i capelli dello stesso colore, con un velo in testa e con il favore della sera il nostro soldato non si accorgerà di nulla...” “Che sciocchezza...” scuotendo il capo Guisgard “... dove troveremo poi questa fantomatica donna da sostituire a Talia?” “In quella casa di piacere, amico mio.” Rispose Umans. “Anzi, andremo adesso stesso, io e voi, a sceglierne una adatta. Piano geniale, vero?” E rise di nuovo. “Se quel sergente” disse Sangò “dovesse accorgersi del trucco, per voi sarebbero guai grossi...” “Non avete molta scelta...” mormorò Umans “... o questo mio piano, o lasciare subito la città... e voi non potete tornare indietro...” lanciando poi un'occhiata rapida verso Samond. “Non lo so...” incerto Guisgard “... non lo so... ci voglio pensare su... ora però riporterò Talia in camera... è tardi e deve riposare...” “Si, ma rammentate che non abbiamo molto tempo.” Fissandolo Umans. Guisgard annuì e presa Talia per mano, insieme tornarono nella loro stanza. |
Si Nex dissi questi due signori stanno litigando per una cavalla non riesco a farli smettere di litigare che facciamo li arrestiamo e li portiamo a fare un giro nelle nostre prigioni per una notte ? domandai tutto serio aspettando una risposta
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La ragazza guardò attentamente il foglio e subito lo restituì a Fyellon...la zona era pericolosa e pure potevamo morire.
"Milady, noi sappiamo già che quel posto è pericoloso ma non ci era stato detto che era infestato da presenze misteriose ma bensì da una tribù chiamata Locuste. Noi lo stiamo facendo per il bene di un bambino che sta rischiando la morte..diteci chiaramente cosa avviene laggiù in modo da trovarci preparati e dove si trova la pianta..proseguiremo soli". |
Rientrammo nella nostra stanza, Guisgard si chiuse la porta alle spalle ed io andai a sedermi sul letto... ero inquieta...
Mi era parso di avvertire qualche cosa poco prima, intorno a quel tavolo... avevo ascoltato le domande tese di Guisgard e le risposte vivaci e scherzose di Umans, la voce bassa e misurata dell’uomo di nome Samond, le loro spiegazioni... e mi era parso di cogliere qualche cosa in tutto questo... c’era qualche cosa che non mi convinceva... come una sorta di nota stonata, come un tassello fuori posto... un tassello cui, tuttavia, non riuscivo ancora a dare un nome né contorni definiti... Sospirai profondamente... “Non mi piace questa cosa, Guisgard!” dissi ad un tratto, senza alcun preambolo, come esprimendo a voce alta la conclusione di quel lungo ragionamento mentale. Mi alzai di nuovo, di scatto, e feci qualche passo per la stanza... “Tutto quello che hanno detto è totalmente privo di senso... le loro spiegazioni sono inconsistenti e l’idea che siano giunti fin quassù per caso, solo per cercare lavoro, è semplicemente assurda... insomma... chi mai verrebbe fin quassù per trovare un’occupazione? In un posto come Gioia Antica... anziché tornare indietro, verso la capitale? Non ha senso...” Scossi la testa e tornai a sedermi, facendo a Guisgard segno di avvicinarsi... “E poi... questa è la terza volta che incontriamo Umans! Non è ragionevolmente credibile che si siano trattate tutte di coincidenze! Una, forse... magari due... ma alla terza è difficile credere nel caso, non trovi? Mentre l’altro uomo... Samond... non lo so, Guisgard... non lo so ancora... ma c’è qualche cosa di strano nella sua voce e nel suo atteggiamento... c’è qualche cosa che non capisco ma che non mi piace... non fidarti di lui! Non fidarti di nessuno dei due! Ti prego!” |
XXXII Quadro: Il Ninfale Gioioso
“Quella bellezza lo colpì tanto maggiormente in quanto apparteneva a un tipo completamente ignoto nei paesi meridionali, in cui il giovane era vissuto fino allora.” (Alexandre Dumas, I tre moschettieri) Guisgard si inginocchiò davanti a Talia. “Neanche a me quei due tipi piacciono...” disse prendendo la mano di lei “... quell'Umans sembra essere la nostra ombra... non so come, ma riesce sempre ad arrivare dove siamo noi... poi perchè sembra aver preso a cuore la nostra causa? Io diffido dalle buone azioni fini a se stesse!” scosse il capo. “E quel suo nuovo compagno? Non so, ma credo di stargli antipatico a pelle... però... resta quel dannato sergente... dobbiamo liberarci di lui, o ritornare indietro... e dietro ci sono sempre i Cavalieri della Luna Nascente...” strinse ancor più le mani di Talia “... occorre una soluzione... e credo non ce ne siano molte... o fidarci di quei due... o risolvere da noi questa storia... anzi, da me...” fissò la ragazza “... forse dovrei affrontare il sergente... parlargli... magari vuole solo le mie scuse...” si alzò e cominciò a camminare nervosamente nella stanza “... si, non abbiamo altra scelta... o ingannarlo, o tentare di riappacificarci... cosa ne pensi, Talia?” http://upload.wikimedia.org/wikipedi...abethSwann.jpg |
Sospirai e scossi mestamente la testa...
“Non lo so...” mormorai “Ingannarlo, certo... ma per quanto tempo? Tu credi davvero che non se ne accorgerebbe? E poi... che cosa credi che farebbe se, invece, lo scoprisse? Verrebbe qui, probabilmente... verrebbe a cercare te!” Lentamente mi alzai e lo raggiunsi... “Ed io non voglio che tu lo affronti... non voglio che ti lanci in risse e duelli... io non voglio che tu corra rischi, Guisgard... non voglio! Ne stai già correndo fin troppi, in fondo... e tutti per causa mia!” Una profonda amarezza trapelò, mio malgrado, da quelle ultime parole. Di scatto gli voltai le spalle e chinai la testa... “Forse dovrei davvero incontrarlo!” soggiunsi a mezza voce, il tono carico di afflizione e disgusto “Si, forse dovrei! Ti risparmierei un sacco di noie! Le risparmierei a tutti!” |
Guisgard restò turbato.
In quel momento un'infinità di sensazioni attraversarono il suo cuore. “Tu non andrai.” Disse Stringendo la schiena di Talia al suo petto. “Lui non deve neanche avvicinarsi a te. Nessuno deve.” La voltò, per poi fissarla negli occhi. “Io... io non lo permetterò...” le accarezzò il volto “... come sei bella, Talia... fa... fa quasi male guardarti, tanto sei bella...” la prese in braccio e la portò sul letto. Restò allora a fissarla. “Ora riposa, Gioia mia...” sussurrò “... non pensare più a nulla... ti proteggerò io da tutto e da tutti... ora riposa... io scenderò e ti farò preparare qualcosa per farti rilassare...” le baciò la fronte ed uscì. Ma appena uscito il cavaliere, Talia avvertì un brutto presentimento e sentì la pietra che aveva al collo quasi prendere fuoco. Sceso al pianterreno, Guisgard vi trovò il menestrello, Umans e Samond. “Allora?” Fissandolo Umans. “Cosa avete deciso?” “Voglio incontrarlo” rispose Guisgard “e parlargli da uomo a uomo.” Samond sorrise e scosse il capo. “Voi...” rivolgendosi Umans a Sangò “... voi che lo conoscete, credete che quel sergente ragionerà?” “Ecco io...” “Sono affari miei.” Fece Guisgard. “Come volete...” alzando le spalle Umans “... però, se posso dire... chi vieterà a quel militare, una volta che vi avrà infilzato, di venire qui e prendersi la ragazza? Perchè è ovvio che solo con un duello risolverete la questione. E voi ben lo sapete, amico mio.” “Non è detto” replicò Guisgard “che uccidermi sia così semplice.” “Spero” intervenne Samond “che la vostra mano sia più lesta di quanto non lo sia la vostra testa.” “E' la seconda volta che provocate voi...” sbottò Guisgard. “Calmo, amico mio!” Alzandosi Umans. “Il nemico è quel sergente! Qui vi siamo tutti amici!” “Ed è ovvio che vogliamo consigliarvi per il meglio.” Disse Samond. “Ragionate... vi faranno finire in un tranello... vi ritroverete non un avversario, ma forse quattro o cinque.” “Andiamo a scegliere la ragazza...” mormorò Umans “... è l'unica soluzione... una notte d'amore e quel militare neanche si ricorderà più di voi altri... fidatevi...” |
“Milady...” disse la ragazza ad Altea “... quelle che chiamate Locuste non sono una tribù, ma un branco... sono creature misteriose che si nutrono di carne umana... nessuno può uscire vivo dal loro territorio... e solo nelle loro terre cresce la pianta che state cercando...”
“Cosa sono esattamente le Locuste?” Chiese Fyellon. “Nessuno lo sa con precisione.” Rispose la ragazza. “Ma di sicuro non sono esseri umani...” |
RImasi colpita dalle parole della ragazza e mi avvicinai a Fyellon.."Cosa intendete fare?Oh lo so benissimo...voi non credete a questo tipo di superstizioni e dicerie e sicuramente vorrete constatare voi stesso che siete..invulnerabile. Però sto pensando sul fatto che Mizasar non ci abbia avvertito di questo..è strano, poichè la cosa è più pericolosa di quello che ci aveva descritto. Io non intendo proseguire, pensateci bene...noi siamo qui a rischiare la nostra vita..e gli altri che fanno? Il re? Mizasar..egli perchè non è venuto con noi? Per codardia..certo ha trovato i due che sono pronti a morire e rischiare la vita."
Mi sedetti sulla sedia, stavamo rischiando troppo...contro le forze malefiche solo una forte anima poteva sconfiggerle o forze più forti. |
Me ne andai spazientito da vicino alla zingara e mi allontanai..
<<Come cavolo facciamo a ritrovarlo? Non me ne faccio nulla dell'informazione della Zingara! A me non serve solo la corazza ma serve anche il cavaliere che la indossa!>> Ero esasperato.. Mi sedetti e affondai le mani nei miei lunghi capelli rossi.. Erano mesi che non li tagliavo e adesso avevo il ciuffo davanti agli occhi.. <<Cosa devo fare.. Aiutami tu..>> dissi rivolto sia a Mirna sia a Giada.. |
La voce di Guisgard era dolce, morbida... ma il tono lasciava trapelare una certa tensione, una preoccupazione viva.
Mi portò fino al letto, tentando di calmarmi... e, come sempre, ci riuscì: chiusi gli occhi e sorrisi appena al tocco delicato delle sue labbra sulla mia fonte. Poi però uscì dalla stanza ed allora, di nuovo, fui invasa da quell’ansia raggelante che mi faceva mancare l’aria... Un’ansia ben fondata perché io conoscevo bene Guisgard, lo conoscevo troppo bene per sperare che scegliesse la soluzione più mite o anche solo quella più semplice e, per me, più pericolosa... no, ero certa che sarebbe andato da solo incontro a quel sergente, prima di vederlo avvicinare alla locanda... e sapevo anche che soggetti come il sergente Iwan raramente avrebbero accettato un confronto regolare ed onesto... Ebbi paura. E come una triste, cupa conferma ai miei più neri timori, all’improvviso la pietra di Chymela che portavo al collo prese a scottare, come se stesse per prendere fuoco... il cuore mi divenne pesante, allora... cinsi la pietra con la mano e tentai di scacciare quella sensazione, ma ogni tentativo fu vano... Conoscevo quel genere di sensazioni... ineluttabili... sempre o quasi fondate... Per qualche momento rimasi immobile, quasi schiacciata contro il materasso soffice da un’angoscia opprimente... poi, di scatto, mi alzai in piedi e, con passi leggeri mi avvicinai alla porta per poi socchiuderla piano... Citazione:
Non che ne fossi sorpresa... conoscevo Guisgard troppo bene e da troppo tempo per esserne sorpresa... eppure era come se una parte di me avesse irrazionalmente sperato di sbagliarsi... E poi quelle parole... scontro, duello, infilzare, tranello... rabbrividii e un violento brivido di paura mi percorse la schiena, scuotendomi tutta. Guisgard era bravo con la spada, lo sapevo... lo era sempre stato. Il Maestro era sempre stato fiero di lui, del suo talento e lo aveva sempre sottoposto ad addestramenti speciali... addestramenti duri, estenuanti... ‘Eppure...’ continuava a ripetermi quella vocina nella mia testa, la vocia della Ragione ‘Poniamo pure il caso che sopravviva a quel duello e che non ne rimanga ferito...’ Certo che non verrà ferito! risposi seccamente a quella voce. ‘Poniamo pure il caso che vinca... cosa avverrà dopo? Quello è un ufficiale dell’Esercito di Gioia Antica, credi che la cosa passerà sotto silenzio se gli fa del male? Credi che non gli faranno niente? Sarai fortunata se si limiteranno ad arrestarlo, invece!’ Sospirai... sapevo che la voce aveva ragione... sapevo che proprio quello era il problema e ne ero spaventata... E allora? mi chiesi. Che cosa fare? ‘Sai quello che devi fare!’ disse di nuovo la voce. No! ribattei. No, è una follia! ‘Vigliacca!’ sbottò la voce ‘Sei solo una piccola vigliacca! Vuoi che Guisgard duelli?’ No! ‘Allora fallo!’ Si arrabbierà! ‘Certo che si arrabbierà!’ confermò la voce ‘Si arrabbierà di sicuro... ma almeno lo farà da vivo e da uomo libero! E’ questo che vuoi, vero?’ Si, è questo! ‘Allora fallo! Fallo per lui!’ Si! dissi a me stessa. Si, lo faccio per lui! Silenziosamente richiusi la porta della stanza e, senza neanche un rumore, scesi la scala di legno... sentivo le loro voci nella sala dei tavoli, perciò ero certa che non li avrei incontrati... arrivai in fondo alla scala, silenziosa come un fantasma e, girando subito a destra, percorsi la strada che avevamo fatto con la locandiera il giorno del nostro arrivo... Tenendo le mani avanti e camminando lentamente, trovai la bassa porta sul retro... afferrai la maniglia e la spinsi piano. L’aria fresca della sera mi accarezzò il volto, ma io quasi non la sentii. La mia mente era tutta intenta in ciò che dovevo fare... la mia mente era protesa a scandagliare quell’oscurità... Uscii e, altrettanto silenziosamente, mi richiusi la porta alle spalle... poi feci qualche passo nel buio... “Sheylon...” sussurrai “Sheylon... so che ci sei... vieni! Vieni, per favore... e fa’ silenzio!” |
Fyellon si avvicinò ad Altea e la fissò negli occhi.
“Ascoltatemi...” disse alla ragazza “... insieme abbiamo vissuto tante avventure e più di una volta abbiamo rischiato la vita... sinceramente io non credo che esistano esseri mostruosi in queste zone... il cannibalismo esiste, certo, ma questo non rende le persone creature anormali... sicuramente quella tribù avrà voluto circondarsi di terribili e spaventose leggende per tenere lontani i curiosi e i ficcanaso... sinceramente io non so se quell'erba possa salvare o meno il figlio del re... se ho accettato di imbarcarmi in questa impresa, è solo per non lasciarvi sola in qualche situazione pericolosa... ora decidete voi ed io vi seguirò... volete cercare quell'erba o ritornare a Tylesia?” |
Daniel era sconfortato e confuso.
Sembrava essere finito in una sorta di labirinto senza uscita. Ad un tratto, però, il ragazzo udì dei passi. Erano due uomini che avanzavano verso di lui. “Ehi, voi...” disse uno di quelli a Daniel “... dico a voi... siete un cavaliere, vero?” “Si, indossa una corazza, non vedi!” Fece l'altro. “Bene!” Esclamò il primo che aveva parlato. “Stavamo cercando gente come voi. Vi va di guadagnare un bel gruzzolo?” “Siamo al servizio di lord Anton” aggiunse l'altro “e stiamo cercando valorosi da arruolare nella sua squadra di cacciatori, per dare la caccia ad un essere mostruoso che infesta le terre del nostro signore.” “Si, bravo...” disse Nex a Cavaliere25 “... buona idea... un bel soggiorno nelle nostre prigioni, ne sono certo, farà passare loro la voglia di litigare e procurarci problemi... arrestali!” Ordinò al boscaiolo. |
“Non abbiamo molto tempo...” disse Umans a Guisgard “... cosa decidete?”
Guisgard non rispose subito. Pensava a tante cose. Soprattutto alle parole di Talia, ai suoi dubbi ed alle sue preoccupazioni. Ma era per lei che faceva tutto questo, ripetè a se stesso. Il solo pensiero che quel sergente potesse sfiorarla o toccarla gli faceva perdere il senno. “E sia!” Esclamò. “Andiamo a cercare una ragazza per il tuo piano... sperando che funzioni...” “La prima cosa da fare in questi casi” alzandosi Umans “è quella di pensare positivo! Meglio non attirarsi le negatività!” E rise. “Meglio però non andare in troppi” disse Samond “o finiremmo per destare sospetti.” “Si, buona idea.” Annuendo Umans. “Io nel frattempo prenderò una stanza qui.” Fece Samond. “Sei dei nostri, menestrello?” Chiese Umans a Sangò. Questi annuì. “Signora...” disse Guisgard alla locandiera “... Talia si sarà addormentata... era molto stanca... per favore che nessuno la disturbi. Io cercherò di tornare il prima possibile.” “State tranquillo, messere.” Fissandolo la donna. “Piuttosto, cercate di essere prudente.” “Grazie...” sorridendo il cavaliere. Un attimo dopo, lui, Umans e Sangò, lasciarono la locanda e si diressero nella Città Bassa per attuare quel loro piano. Nel frattempo, dall'altra parte della locanda, avvolta dal favore del buio che solo a tratti la Luna squarciava, Talia avanzava incerta nel silenzio e nell'immensità della notte. Ad un tratto, silenziosa una sagoma prese forma da quelle tenebre, avvicinandosi a passo leggero e felpato verso la ragazza. Sheylon raggiunse Talia e strofinò la sua grande testa contro una mano della ragazza. http://tigromania.ru/uploads/posts/2...5814387_xl.jpg |
“Sheylon!” mormorai, con un leggero sorriso che mi increspava le labbra, inginocchiandomi e cingendo la grossa testa della tigre con entrambe le braccia “Oh, Sheylon... mi sei mancato!”
Era vero... ero felice che fosse di nuovo lì... mi era mancato! Per qualche attimo rimasi in silenzio... chiedendomi se la tigre avrebbe accettato di aiutarmi... avevo da tempo imparato quanto Sheylon fosse intelligente ed anche che poteva essere testardo ed ostinato quanto e più di Guisgard... ma sapevo che teneva a lui almeno quanto me, perciò ero vagamente sicura di poter contare sul suo aiuto. Sospirai piano... poi mi scostai di mezzo passo e, carezzando appena la testa della tigre con una mano, decisi che era il momento di spiegargli tutto... “Sai, Sheylon...” mormorai “E’ successo un guaio!” Con poche parole raccontai del mio incontro con il sergente a Gioia Antica, della rissa con Guisgard e di ciò che mi aveva detto quella sorta di nero messaggero quando mi aveva raggiunta alla locanda... La spiegazione fu breve, sintetica, essenziale... ma io sapevo, dal sordo brontolio che a tratti si trasformava in ringhio minaccioso, che Sheylon aveva capito. “Capisci, ora?” dissi infine “Lui non vuole che incontri quell’uomo... si farebbe ammazzare, prima! Ma noi non glielo possiamo permettere, Sheylon! Ed è per questo che ho avuto questa idea... è per questo che ho bisogno di te. Guisgard non me lo lascerebbe mai fare... non mi lascerebbe mai avvicinare a quell’uomo, neanche se ci fossi tu con me... ma io sono sicura che, se ci sei tu, non mi accadrà assolutamente niente!” Esitai appena... la tigre brontolò sonoramente, ma io gli misi una mano sul muso... “Aspetta! Ascolta almeno quello che ho pensato... non è una cosa pericolosa, in fondo... quell’uomo mi reputa debole e fragile, non verrà quindi di certo pesantemente armato... verrà solo e tranquillo, certo di potermi avere senza problemi... ed è qui che entri in gioco tu! Penso che verrà questa sera... forse sta già arrivando... se ha avuto quel messaggio, infatti, non credo che vorrà aspettare fino a domattina... non avrebbe ragioni per voler aspettare... e noi lo andremo ad attendere sulla strada tra la città e la locanda! Tu potresti nasconderti, forse... e quando arriverà... beh, quando arriverà noi gli spiegheremo che sarebbe molto meglio per lui se ci lasciasse in pace! Non devi fargli del male... devi solo spaventarlo un po’... beh, magari spaventarlo molto... tanto da indurlo a desistere dai suoi propositi e fargli capire che può valer la pena dimenticarsi di noi...” Un’altra breve esitazione... quasi non respiravo più... “Che cosa ne dici, Sheylon? Non è una cosa troppo folle, ti pare? E poi... poi dobbiamo farlo per Guisgard... lui si prende sempre cura di noi, ed ora è il momento che siamo noi a prenderci un po’ cura di lui! Che cosa ne dici?” Citazione:
Feci a Sheylon segno di far silenzio e mi schiacciai nel buio... “Sono loro!” mormorai un secondo dopo “Sono loro, stanno andando in città... non abbiamo molto tempo! Andiamo, Sheylon... ti prego, aiutami!” |
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