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Scesi in sala per fare colazione.
Lui non c'era, non si vedeva in giro e non sembrava fosse sceso a fare colazione. Mi voltai quando Anya mi salutò. "Dov'è il padrone?" chiesi subito. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
L'amico di Orkoross era un bell'uomo, distinto e ben vestito, con dei bellissimi e luminosi occhi azzurri. Mi baciò la mano dopo aver recitato poetici versi, così lo gratificai con un sorriso.
"Monsieur... io sono lady Gaynor e vi do il benvenuto nella mia casa..." Inviato dal mio P00C utilizzando Tapatalk |
Un brivido mi corse lungo la schiena a quelle parole di Petrone.
Una storia già vista, una storia dolorosa. Dapprima sorrisi alle parole di Cristiano, poi chinai il capo perchè non riuscii a nascondere la mia espressione rabbuiata. Per quello ci avrebbe seguito: perchè aveva i soldati alle calcagna... non per me. Mi avrebbe lasciato partire così, forse non gli importava. Dopotutto che mi aspettavo? Forse era stato qualcosa per me, ma non per lui, forse mi ero immaginata tutto. Infondo non aveva risposto alle mie domande. Perché avrebbe dovuto? Chi ero io? Nessuno, ecco chi. Solo una ragazza fin troppo facile da baciare. Perché avrebbe dovuto darmi valore? Rialzai lo sguardo, e in esso non vi era traccia della profonda malinconia che mi avvolgeva. Ero un'attrice, dopotutto. Sorrisi, semplicemente. "Ottimo!" annuendo "Petrone potrà essere la nostra guardia del corpo..." guardando gentilmente l'ormone "Dopotutto non abbiamo nessuno che ci difenda..". "Ehi tu.." una voce appannata e boriosa risuonò nel frastuono della locanda, eppure non ci badai. C'erano tante voci, dopotutto, voci di ogni genere. Eppure quella voce tornò a farsi strada tra le altre, fino ad arrivare pericolosamente vicina. "Ehi, bellezza, dico a te.." fece quella voce, e io ancora non ci badai. Quando mi voltai era vicinissimo a me, anzi: erano. Nel tragitto aveva trascinato due compari, così la scena che mi trovavo davanti era la seguente: tre ubriaconi con la bava alla bocca che dicevano cose irripetibili. Cercai di mandarli via, non ci riuscii. Le mie proteste aumentarono unicamente la loro bramosia. Poi accadde qualcosa, uno di loro, quello che aveva parlato, mi prese per un braccio. "Lasciami!" protestai, cercando di divincolarmi. "Avanti, non fare la timida.." biascicò lui, mentre io continuavo a dimenarmi. Gli altri ridevano, ridevano, mentre il mio viso si rigò di lacrime. "Lasciami.." sussurrai di nuovo, cercando di non piangere. "Non hai sentito?" una voce sicura alle loro spalle "Ha detto di lasciarla!". Fu così che lui apparve per la prima volta ai miei occhi, mentre in men che non si dica metteva fuori combattimento quei tre manigoldi. In un attimo mi ritrovai specchiata nei suoi occhi. "State bene, madamoiselle?" mi chiese, con un leggero inchino. Io non potei far altro che annuire, incapace di proferire parola. Allora lui mi prese la mano, e con il movimento più delicato e gentile che avessi mai osservato, la baciò. "Jean Cottereau.." sorrise "Al vostro servizio.." guadandomi negli occhi. Restai lì, impietrita a guardarlo. "Clio.." sussurrai unicamente. Lui sorrise, fece un inchino e si voltò, senza dire altro. Fu allora che mi risvegliai da quel torpore innaturale. "Aspettate.." lo chiamai, facendo un passo verso di lui, che si voltò immediatamente. Lo guardai senza parlare, e lui sorrise, un sorriso dolce e rassicurante. "Grazie.." arrossii "Se non foste arrivato voi io.." arrossii ancora più violentemente e abbassai lo sguardo, per poi rialzarlo timidamente "Grazie..". Lui sorrise. "Siete troppo bella e pulita per questo posto, madamoiselle.." con un leggero inchino "Dovreste sempre essere protetta..". Quel ricordo mi investì come un'onda incontrollata, nel momento meno opportuno. Avevo sperato per un istante, o meglio per più di un istante, di poter ricominciare, di avere davvero la possibilità di poter amare ancora, o forse amare per la prima volta. Dopotutto non mi ero mai sentita così, nemmeno con Jean. Possibile che avessi immaginato tutto? Eppure erano emozioni troppo forti per una sola persona, possibile che non avesse provato nulla lui? Sarebbe venuto con noi, infondo, certo lo avrei scoperto. Sospirai pianissimo, cercando di nascondere al meglio il mio stato d'animo tormentato. |
"Si, bada di fare in fretta." Disse il secondino ad Altea. "E non metterti a parlare col prigioniero." Indicando la porta di ferro dietro cui era imprigionato il misterioso prigioniero.
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Guardai sorpresa il secondino...."Io non parlo con nessuno..fate pure..ma posso portare io il rancio se volete al prigioniero.." guardando la porta di ferro..perché era imprigionato in modo diverso.
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"Dunque" disse il padre di Nyoko "devo dedurre che ti annoi, giusto?" Imburrando il pane. "Devo allora portarti un dono al mio ritorno. Cosa ti piacerebbe avere?"
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Sorrisi alle parole di mio padre. Le giornate erano senz'altro più lunghe dal giorno del mio incidente, e non potevo far molto ferma su una sedia senza vedere nulla. Pensai a quale dono poteva essere più gratificante e mi venne in mente una sola cosa:
Portatemi un libro nuovo, uno di quelli che raccontano una bellissima storia, ricca di avventure e di passione. Me lo farò leggere" dissi sorridente verso di lui. Inviato dal mio LG-K120 utilizzando Tapatalk |
"Sono straniero in questo paese" disse Altafonte a Dacey, sorseggiando una tazza di tè "e data l'insolita situazione politica i miei titoli possono valere poco o nulla agli occhi del governo e dell'alta società. Per questo ho bisogno di impreziosire, diciamo così, la mia posizione è la mia immagine con una presenza particolare al mio fianco. Una principessa orientale è l'ideale. Regale e straniera, dunque impossibile da toccare per le autorità di Agnonone." Fissandola.
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"È uscito presto stamani, verso l'alba." Disse Anya a Gwen. "Credo non abbia nemmeno dormito, o comunque dormito pochissimo. È uscito dalla sua stanza e senza neanche fare colazione ha preso il suo cavallo ed è uscito."
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" Volete che finga per voi? " con sguardo acuto verso il Cavaliere.
" Non so quanto io sia portata come attrice ma... posso provarci!" con un sorrisetto mentre prendevo un altro dolce dal vassoio. " Sia ben chiaro che potrò tirarmene indietro in qualsiasi momento e naturalmente mio fratello deve essere d'accordo. Io e lui non ci separeremo per fare un favore a voi" sentenziai tutta seria e senza sorriso. Sorriso che riapparve poco dopo comunque. " Dunque... parlavamo di gioielli no? Io non sono decisamente esperti quindi spero nel vostro consiglio!" L'idea di fingermi una ricca nobile straniera in fondo non era male, anzi poteva avere vantaggi. Sperai che anche Amit la pensasse così. Inviato dal mio iPhone utilizzando Tapatalk |
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