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Inorridii a quella scena.
Era tutto sempre più inquietante, sempre più sinistro. "Il libro.." mormorai "E' questo che credono, no?.. la domanda è come.. o meglio.. chi usa il libro per uccidere? E comunque... di nuovo una donna.. la crisi un po' assomigliava a quella del barone... solo che lui non è morto.." mormorai, pensierosa. Sapevo che leggere il libro era l'unico modo. "E' inutile cincischiare..." alzando gli occhi su Guisgard "Dobbiamo capire cosa rende quel libro un assassino.. che so.. del veleno che si aspira girando le pagine, come una polvere sottile che si sprigiona nell'aria? Una cosa è certa.. dobbiamo leggere quel libro.. ma senza toccarlo.." sfoderando di nuovo il pugnale "Girerò le pagine con questo, e poi.. che so, posso coprirmi naso e bocca, così da non respirare.. sempre che sia un veleno... che ne dici?". |
“E' troppo rischioso, Clio...” disse Guisgard “... se davvero quel libro...” guardò l'antico poema aperto davanti a loro “... ma come può essere?”
“Cosa succede?” Ad un tratto una voce. “Di nuovo... un'altra vittima...” mormorò Nora, fissando la servitrice morta. Con lei vi erano due guardie e un attimo dopo arrivo anche suo marito, sir Ghuan, fratello del barone. “Portatela via.” Ordinò alle guardie Ghuan. E quelle subito presero il cadavere per portarlo via. “Cosa facevate qui?” Chiese poi il fratello del barone ai due falsi mercenari. “Eravamo usciti perchè non riuscivamo a dormire” rispose Capitan Falco “e passando davanti alla porta abbiamo sentito tossire la poveretta...” “Ora potete tornare nelle vostre camere.” Fece Nora, dopo essersi avvicinata al libro ed averlo chiuso. “Vi auguro una buonanotte, nonostante l'accaduto.” E invitò tutti ad uscire dalla serra. E una volta che tutti furono fuori, la donna chiuse la porta. “Avete sentito mia moglie, no?” Fissandoli Ghuan. “Sarà meglio andare tutti a letto.” Guisgard annuì e si allontanò con Clio. |
Nora ci interruppe di nuovo.
Ma in quel castello non dormiva mai nessuno? Ancora una volta non eravamo riusciti a leggere il libro. Portarono via la poveretta, e ci intimarono di allontanarci. Restammo soli nuovamente. Restai in silenzio per un po'. "Non abbiamo scoperto nulla nemmeno stanotte..." mormorai "Se posso essere sincera, non credo che tutto questo abbia niente a che fare con noi..." alzai gli occhi su di lui "Che facciamo adesso?". |
“Qualcosa in realtà abbiamo scoperto...” disse Guisgard a Clio “... e cioè che il libro non c'entra con queste morti... non direttamente almeno... infatti, a meno che Nora non faccia stanotte la stessa fine della servitrice, cosa che dubito, il libro non è stato avvelenato, visto che lei lo ha toccato... ammesso che la poveretta e tutti gli altri morti prima di lei siano stati vittima di un qualche veleno...” restò pensieroso “... rammento le parole del barone e poi quelle incise sulla porta della serra... il Fiore del Giudizio... si, come se dipendesse da esso giudicare e quindi sentenziare...” guardò Clio “... dobbiamo trovare questo Fiore del Giudizio...”
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Altea, dopo aver trovato Guisgard e Clio in cima alla torre, senza attendere neanche un istante, era tornata nella sua stanza.
E dalla finestra restò a guardare l'immensità della notte, così intrisa di inquietudini e misteri. Ma ad un tratto qualcuno bussò alla porta. “Capitano...” disse Cid dall'esterno “... capitano, siete sveglio? Aprite... sono io, Cid... aprite presto... ho scoperto la verità... ora so tutto... ma apritemi, ho paura a stare qui fuori da solo...” |
Annuii.
"Sì, certo.. è per questo che siamo qui, altrimenti ce ne saremmo già andati..." sospirai "D'accordo, mettiamo insieme i pezzi.. il libro non è avvelenato, eppure vogliono far credere che sia lui l'assassino.. per quanto sembri assurdo.. poi sappiamo che qualcuno mi ha drogato, ipnotizzato o che so io.. e non sappiamo ancora come.. ma quello che mi chiedo è.. perché? Nemmeno mi conoscono, non ha senso... o probabilmente ero semplicemente nel posto sbagliato al momento sbagliato.. Ma soprattutto: che cosa speravano di ottenere? Una volta che ti sono saltata addosso convinta che fossi tu a farlo, cosa ci guadagnano? No, davvero.. non riesco a trovare un senso a questa storia!". Scossi la testa. Nora ci interrompeva sempre nella serra, come la sorvegliasse. "Sai cosa non c'entra nulla con tutto questo? Rossane.." mormorai "Insomma lei sembra davvero un pesce fuor d'acqua, non sembra spaventata dai fantasmi, o dalle cose, né preoccupata per il barone... diamine, non è nemmeno corsa da lui quando stava male... Nora si vede che non la sopporta.. ma probabilmente non c'entra niente... con tutto questo, mi è solo venuto in mente..". Alzai le spalle. "Come troviamo quel fiore secondo te? Ti ricordi a memoria l'iscrizione?". |
“No, non ricordo a memoria ogni parola dell'iscrizione, ma solo il senso...” disse Guisgard a Clio “... ammesso ne abbia uno per noi comprensibile...” pensieroso “... eppure sono convinto che la serra è la chiave di tutto... infatti, come hai detto tu, Nora la sorveglia in modo ossessivo...” scosse la testa “... quanto a ciò che è successo in cima alla torre, forse volevano farci uccidere a vicenda... si, può darsi...” sbuffò “... direi di tornare da Altea e vedere come sta lei... magari riflettendoci tutti insieme troveremo qualcosa...”
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Annuii a quelle parole.
"Sì, probabilmente è la cosa migliore..." sorrisi, alzando gli occhi su di lui "Prima troviamo quel Fiore, e prima ce ne andiamo di qui...". |
Mi stesi sul letto pensierosa..molte cose mi angustiavano e la peggior cosa era tormentarsi l' animo e non poter parlare con qualcuno.
Pensai a tutti gli accadimenti in questo castello..era certo poteva esserci veramente una maledizione e rovistai nella mia sacca e trovai il libro scritto da Madama Sibille e la Confraternita della Rosa d' Oro..avevano studiato a fondo tutti i casi strani, io non avevo mai voluto aprirlo e nemmeno partecipare alle loro riunioni anche se sapevo oltre all' esoterismo si riunivano per pianificare la disfatta di Dominus e mi ristesi sul letto guardandolo ma non avevo il coraggio di aprirlo..eppure qualcosa di soprannaturale doveva esserci e non volevo neppur pensare alla stegoneria. Guardai fuori e pensai a Guisgard..mi sentivo inutile..era da molto avevo questa sensazione..a che serviva seguirlo se poi dovevo restare sempre sola o chiusa in una stanza e guardai il posto vicino il mio ma nulla ricordava di lui poichè la sera prima avevamo giocato a carte..eh si le notti erano lunghe in quel maniero..eppure quando lo baciai appena sulle labbra avevo visto il suo volto sopreso..e mi parve strano o forse avevo avuto quella impressione. D' un tratto sentii la voce di Cid, stava bussando alla porta e udii bene le sue parole..aveva scoperto tutto..ma come era possibile..ero sicura? Prima mi parve di udire la voce di Guisgard che chiedeva aiuto e lo trovai tranquillo sulla torre e forse ero stata troppo severa con lui. "Un momento arrivo Cid..sono solo io in camera" mi alzai, accesi un candelabro, la stanza era ghiacciata e corsi ad aprire al ragazzino ma ero spaventata, speravo non fosse una trappola. http://i62.tinypic.com/i6mphi.jpg |
Scesi da cavallo, e a larghi passi mi avvicinai all'anziano; una volta raggiunto gli posai una mano sulla spalla;
-Invero, buon uomo, il Re dei re sapeva rapportarsi con chiunque da pari a pari, e tutti sappiamo come, tra coloro che camminano sulla terra, lui fosse di gran lunga il più meritevole- Sospirai, prima di proseguire; -Ebbene, benedetto sia il Suo nome, assai grave è, per un cavaliere, deviare dall'esempio impartitogli da chi, per diritto, gli è Signore. Vi chiedo scusa, onest'uomo, a nome della cavalleria, e vi chiedo da quanto tempo la nave in questione è passata- |
Guardai Marangel andare via....il rossore sulle sue guance mi fece pensare a mille cose.....speravo con tutto il cuore che suo nonno fosse così saggio....da lasciare che l' amore dei due giovani fosse libero.....Ora ero sola e potevo guardarmi intorno...senza essere osservata, le piante aromatiche erano appese alle travi di legno......il profumo stava ad indicare che si stava completandola loro essiccazione.........poi, fui attratta da una piccola mensola....c'erano alcuni libri..religiosi per lo piu'....ma uno di essi , mi lascio' a bocca aperta....era il piu' vecchio di tutti.....la Dama del Lagno....il cuore comincio' a battermi forte, ricordavo ogni particolare di quel luogo...anche l'odore dell'acqua, delle piante....i capelli verdi della bimba e i suoi occhi cosi' grandi che sembravano avvolgere il mondo......non seppi resistere e presi il libro......la fodera era di un verde bosco.....si sembrava ..no erano proprio piante acquatiche lavorate su pelle....di animale.....lo aprii e vidi i dipinti.......ritraevano..quel luogo che mi aveva fatto da ventre....nel momento in cui avevo deciso che la mia vita potesse finire......spiegava che la Dama aveva nove Sorelle....e la Dama del Lagno in un tempo lontano , aveva preso dalle braccia di una madre un bimbo......e lo aveva portato via con se....loaveva cresciuto come fosse suo...con Amore e devozione, ogni Sorella gli donava ogni sua conoscenza...sino a quando non divento' adulto e......sentii aprirsi la porta, e come colta a rubare qualcosa di prezioso.....non riuscii a rimettere a posto il libro.....anzi...feci cadere a terra il messale.....
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Marangel entrò proprio in quel momento.
La ragazza sorrise e si chinò, raccogliendo e rimettendo a posto il Messale. “Oh, vedo che avete visto quel vecchio libro...” disse, dopo essersi accorta che Elisabeth aveva preso il libro sulla Dama del Lagno “... è un vecchissimo testo che mio nonno conserva praticamente da sempre. Ben prima che io nascessi, credo. Vi interessano le vecchie leggende?” |
Guisgard sorrise a Clio, per poi annuire.
“Si, torniamo alle nostre camere...” disse “... così, se vuoi, potrai indossare qualcosa di più caldo e più comodo del mio mantello... io ti aspetterò fuori la porta, se ciò può farti sentire più sicura...” le fece l'occhiolino “... o una dama di ferro come te non ha mai paura di niente, fantasmi compresi?” Rise piano. |
L'anziano sorrise a Galgan.
“Un nobile cavaliere come voi” disse “non deve certo scusarsi davanti ad un povero vecchio come me. Quanto alla nave, messere, i contadini dicevano di averla vista passare un paio, al massimo tre giorni fa.” Ad un tratto Montel indicò qualcosa. Qualcuno stava arrivando dalla campagna. “Chi sei?” Urlò il cavaliere. Era un giovane uomo che a quelle parole si fermò di colpo. “Oh, non temete.” Fece l'anziano. “Lo conosco. E' un bravo giovane. Vieni pure avanti.” Chiamandolo poi con un cenno della mano. Quello allora riprese ad avvicinarsi e raggiunse l'anziano ed i quattro cavalieri. “Non temere.” L'anziano al nuovo arrivato. “Questi cavalieri stanno cercando una nave. Ne hai forse visto passare qualcuna negli ultimi giorni su queste acque?” “Si...” annuì quello “... ne ho viste passare due...” |
Altea aprì la porta e vide sulla soglia il piccolo Cid.
Il ragazzino stava in piedi, immobile a fissarla. Dal corridoio giungeva un'aria fredda e l'atmosfera intorno alla dama ed al piccolo era spettrale. “Sotto il mio letto...” disse Cid “... c'è qualcosa... una botola credo... è vecchia, consumata e sotto di essa sento strani rumori... e forse anche la voce di qualcuno...” |
Sorrisi alle sue parole.
"No no, mi piace l'idea di te che vegli su di me, cosa credi? Ma non dirlo in giro, eh.." Facendogli l'occhiolino a mia volta. "Anche se.. Beh.." Fingendomi imbronciata "A Suession non sei rimasto fuori dalla porta.. " per poi sorridere, dolcemente, ricordando gli attimi di passione prima di precipitare nell'assurda recita di Maccus. Ma non avevo un abito seducente come quello nero, nè lacci che non riuscissi a stringere da sola. "Eh, ma non ti biasimo..." Risi "Hai paura che mi rimetta a fare l'invasata e ti salti addosso, dì la verità..." Ridendo. Arrivati davanti alla mia stanza, mi tolsi il suo mantello e glielo porsi, avvertendo immediatamente il vento gelido sulle mie spalle nude. Neanche sapevo dove era finita la mia giacca. Lanciai una breve occhiata al mio corpetto sgualcito. Potevo ancora sentire le sue mani smaniose che lo stringevano, lo tiravano fino a strappare alcuni lacci. Ma quella era solo un'illusione. Eppure la verità mi appariva ancora peggiore di quello sguardo nei suoi occhi. Sospirai, alzando lo sguardo su di lui per poi sorridere. "E comunque la mia versione mi piaceva di più, anche se ho dovuto fermarti..." Scossi la testa, osservando ancora il mio corpetto "L'idea che abbia fatto tutto da sola è... Deprimente...". Sorrisi, aprendo la porta. Non c'era nessuno. "Cid non c'è.." divenendo seria "Faccio in un attimo.. Non fare entrare nessuno, mi raccomando, specialmente i fantasmi.." sorrisi. Così, andai dietro il paravento a cambiarmi. Avevo portato un paio di pantaloni attillati verde molto scuro, la camicia bianca, il corpetto verde ricamato, e una corta giubba nera. Tutti vestiti che, paradossalmente, non mettevo mai sull'Hydra perché temevo di essere troppo femminile. "Fatto.." esclamai, una volta cambiata. |
Aprii la porta e vidi il piccolo Cid..era li e mi fissava impaurito, l' atmosfera attorno a noi era davvero strana finchè mi disse quello che sapeva.
Rimasi un attimo perplessa ma non dissi nulla al ragazzino per non spaventarlo..quella sagoma che avevo visto di chi era, lo stridio cupo e insolito del rapace e poi io avevo udito la voce di Guisgard dall' esterno. Presi il ragazzino per la mano e lo portai in camera ma rimasi vicino la porta e guardavo fuori per controllare nessun estraneo ci spiasse e parlai sottovoce.."Stai tranquillo..perchè non sei venuto prima qui se avevi paura, puoi sempre contare su me..il capitano è sopra la torre" e guardai dalla parte delle scale che davano sopra la torre sperando di vederlo arrivare. Non si poteva rischiare..certo molte cose erano superstizione ma a parte ciò che mi raccomandava Madama Sibille fu, soprattutto, Frate Nicola ad avvisarmi certe forze erano troppo potenti..andare a vedere quella botola in due sarebbe stato un pericolo e pure se fossero stati solo degli uomini io e Cid non eravamo armati e guardai di nuovo il ragazzino "Io direi di aspettare se arriva il capitano prima..più siamo meglio è..ma nel frattempo dimmi cosa hai scoperto e sentito..prima bussando alla porta hai detto avevi scoperto la verità su questo fatto". |
Maragel raccolse il messale.....togliendomi dall'imbarazzo di trovare scuse.....Avevo visto giusto quel libro era veramente antico......." Non credo che le leggende siano storie raccontate al vento.....credo che ci sia sempre un fondamento di verità....la Dama del Lagno...vi sorprendeste se vi dicessi che quel luogo da lei abitato io l'abbia....come dire...gia' visto.......sono curiosa di sapere se voi conoscete qualcosa che vostro nonno vi ha raccontato....magari come si fa ai bimbi prima di andare a dormire......"......le sorrisi......e mi sentivo come se il tempo mi stesse sfuggendo di mano.....come se non stessi facendo nulla per arrivare a Nettuno......" Spero che abbiate parlato con vostro nonno.....raggiungere quella nave e' fondamentale.....non si ha sempre una seconda possibilità nella vita.......anche fosse solo per chiedere scusa....".....
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Guisgard sorrise a Clio.
“Attenta a non provocarmi troppo, capitano...” disse ridendo appena “... perchè stanotte potrei essere meno gentiluomo del solito...” fissandola con uno sguardo enigmatico. Poi la ragazza entrò nella stanza e si cambiò d'abito. Il falso mercenario attese qualche istante davanti alla porta, fino a quando la ragazza, con nuovi vestiti, tornò fuori. “Accipicchia, capitano!” Esclamò lui. “I tuoi uomini sull'Hydra dovevano essere dei galantuomini per non saltarti addosso!” Guardandola con quella sua nuova tenuta. “Vieni, sarà meglio raggiungere Altea...” Ma proprio in quell'istante si udì qualcosa. Delle voci che provenivano dal cortile, che i due sentirono grazie ad una delle finestre del corridoio rimasta aperta. “No, non voglio...” disse una voce di donna. “Invece devi.” Un'altra voce femminile. “Altrimenti il signor barone ti caccerà via e ti ritroverai a battere in strada per poter mangiare.” “Ma ho paura!” “Non essere sciocca, è solo un libro.” La seconda voce. “E perchè sono tutti morti quelli che lo hanno letto?” |
Risi alle sue parole, ma non sottolineai il fatto che non mettevo quei corpetti sull'Hydra.
"Sì.." Rispondendo al suo sorriso "Sarà meglio andare...". Poi quelle voci, trasalii. Di chi era quella voce? Chi spingeva le serve a leggere il libro? In effetti mi ero chiesta se fossero o no incoscienti. Così, mi avvicinai alla tenda che dava sul cortile, in silenzio, sbirciando fuori. |
Clio si avvicinò alla tenda e guardò verso il cortile.
E così fece Guisgard alle sue spalle. I due videro così due incerte figure nella penombra che avvolgeva il cortile. “Non sono morti a causa del libro...” disse una delle due figure all'altra “... forse è stato il gufo fantasma...” “Io...” fece la seconda “... io voglio andar via da qui...” “Non essere sciocca!” “Si, invece...” annuì la seconda “... non vedi che tutto è strano in questa dannata torre? Il barone poi... sai cosa si vocifera?” “Non mi interessa.” La prima. “Invece dovrebbe.” Decisa la seconda. “Si dice che sia posseduto da uno spirito malvagio. Per questo si circonda di musici. Perchè solo la musica e i versi lo aiutano.” “Sta zitta!” “No, preferisco la miseria piuttosto che restare qui.” “Sciocca!” La zittì la prima. “Ti trascinerò io a leggere quel libro!” Ma proprio in quel momento Guisgard e Clio udirono dei passi alle loro spalle. |
“Mio nonno” disse Marangel ad Elisabeth “mi ha parlato spesso della Dama del Lagno... da piccola, attraverso favole lette prima di mandarmi a letto e poi come miti raccontatimi per farmi studiare... è difficile dire cosa sia davvero... i barbari la chiamavano fata... i pagani, prima ancora, pensavano fosse una qualche presenza immortale di queste lande... mio nonno invece ha trovato un modo più semplice per parlarmi di lei... egli afferma che Iddio Onnipotente Ha creato molte cose, alcune difficili da comprendere per noi uomini... e allora per cercare di capire questi misteri, mi diceva che talvolta, se si è particolarmente buoni in vita o se si desidera qualcosa di giusto con tutte le nostre forze, i sentimenti, i luoghi e altre cose che crediamo astratte in certi casi assumono immagini comprensibili per noi umani... e a quelle immagini, per capirle meglio, diamo spesso anche un nome... e lei è chiamata appunto Dama del Lagno...” guardò incuriosita la donna “... ma ditemi... come avete fatto a vedere il luogo in cui la Dama vive? L'avete forse sognato?”
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Era tutto sempre più inquietante.
Restai allibita a fissare quella scena, sentivo la presenza di Guisgard dietro di me. Finché non udimmo dei passi dietro di noi. E te pareva... Ci aveva visto? Immaginai di si.. "È inutile che te ne stai lì impalato.." Esclamai, scocciata, voltandomi di scatto, quasi che stessi guardando fuori solo per evitare il suo sguardo, mentre in realtà eravamo presi in una accesa conversazione "Ti ho detto tutto quello che dovevo.." Alzando dapprima gli occhi su di lui, per poi evitarli di nuovo, in modo da cercare di capire chi ci stesse spiando. Sperai che lui capisse il mio stratagemma. E, sopratutto, che funzionasse. |
Guisgard guardò Clio e subito comprese, grazie anche ai rumori di passi dietro di loro, le intenzioni della ragazza.
“Già, ma la colpa è mia.” Disse lui, reggendo così il gioco alla piratessa. “Si, l'idiota sono io ad aver scelto una donna come guardia del corpo.” Ad un tratto qualcuno rise alle loro spalle. Capitan Falco, così, si voltò di scatto. “Una lite degna di due amanti.” Divertita Rosanne. “Non che non fosse semplice capirlo. Bastava guardarvi. Io l'avevo compreso sin dall'inizio.” “Compreso cosa?” Fissandola Guisgard. “Che l'affascinante condottiero se la intendeva con la bella mercenaria.” “Davvero?” Fece Capitan Falco. “E da cosa è così semplice capirlo?” “Andiamo, capitano...” scuotendo la testa Rosanne “... mi fai davvero così sciocca?” Rise di nuovo. “E poi uno come te sa di certo come circuire una bella donna, no? A proposito... hai detto alla tua mercenaria di noi?” “Non c'è nessun noi.” Seccato Guisgard. “Davvero?” Sorridendo Rosanne. “E questo come faccio ad averlo?” Mostrando uno stiletto col manico in madreperla che il presunto duca aveva sempre nella cintura. “Come fai ad averlo tu?” Stupito Guisgard. “Un grande mercenario non si fa certo rubare l'arma così facilmente, no?” Guardandolo Rosanne. “Dunque mi sembra chiaro che sia stato tu a darmelo... quando? Quando ti ho slacciato la cintura dei pantaloni... ero in una posizione in cui potevo vederlo bene...” rise ancora una volta “... il pugnale intendo...” maliziosa. |
Ma proprio in quel momento Altea udì dei rumori di passi che provenivano dalle scale e poi le voci di Guisgard e di Clio che arrivavano.
Si voltò allora d'istinto verso la porta ma Cid la colpì alla testa, facendole perdere subito i sensi, per poi trascinarla dentro e chiudendo la porta prima che Capitan Falco e la sua guardia del corpo si accorgessero dell'accaduto. Dopo un po' Altea riaprì gli occhi, ritrovandosi in una piccola stanza. Era sopra un letto scomodo ed una grata faceva da porta a quell'ambiente. Attraverso le sbarre di ferro vide allora una stanza più grande, piena zeppa di fiori di vario tipo. E in mezzo ad essi vi era qualcuno che fischiettava, mentre si dedicava a raccogliere alcuni petali e a tagliuzzarli, come chi sta preparante un qualche profumo o tipo di unguento. |
Era Rossane, dovevo immaginarlo.
"Vi sbagliate di grosso, Rossane.." Lanciando una finta occhiataccia a Guisgard "Di amanti il Capitano ne ha a sufficienza... Io sono un soldato, non una concubina..." Mormorai col medesimo sguardo. Sorrisi appena a Rossane, vagamente divertita. "No, non mi ha detto di voi.." Alzando poi lo Sguardo su Guisgard, smettendo di fingere "Ma non mi sorprende, il capitano non è solito raccontarmi delle sue avventure... Perché dovrebbe?". Non mi fidavo di Rossane neanche un po'. Ma infondo sapevo che se fosse successo qualcosa tra loro lui non mi avrebbe detto nulla. Ed era quello che mi feriva di più. Almeno sarei tornata alla realtà. Era inutile che mi illudessi. Sperai vivamente che Guisgard riuscisse a mandare via quella cara ragazza. |
Rosanne rise di nuovo.
“Credo che la tua immaginazione” disse Guisgard “sia seconda solo alla tua insoddisfazione.” “Insoddisfazione?” Ripetè Rosanne, divenuta seria di colpo. “Certo.” Sorridendo Capitan Falco. “Deve essere frustrante avere intorno molto uomini, senza però essere mai davvero indispensabile per nessuno di loro.” Mostrò un vistoso inchino alla ragazza. “Ma cosa vuoi farci? Noi uomini siamo soliti dare poco valore alle cose che ci vengono date con troppa facilità, amica mia.” Rise appena. “Ed ora spero tu voglia scusarmi, ma devo mettere in chiaro alcune cose col mio mercenario qui.” E prese Clio in braccio. “Ho problemi a farle capire chi comanda davvero.” E si diresse, divertito, verso la camera con la piratessa fra le braccia, lasciando Rosanne da sola e visibilmente contrariata. Aprì la porta, lasciata socchiusa precedentemente, con un calcio, per poi richiuderla, una volta entrato, sempre con un piede. Si avvicinò allora al letto e guardò Clio, che aveva ancora in braccio. “Perdonami, ma era l'unico modo per liberarci di quella ragazza.” |
Ascoltai divertita Guisgard rivolgersi a Rossane, piacevolmente sorpresa dalle sue parole.
Il pugnale d'improvviso non mi sembrava tanto importante. Poi quel gesto, rapido e inaspettato, che mi colse totalmente alla sprovvista, tanto che non riuscii nemmeno a protestare. Quando me ne resi conto, eravamo già in camera. Beh, liberarmi di lei era quello che volevo, dopotutto. Gli sorrisi, divertita. "Perché no, dopotutto potrei anche perdonarti.." risi "Ma solo perché adoro vedere una come Rossane trattata in quel modo.." con un gran sorriso "Decisamente.." mormorai, con gli occhi nei suoi. Mi ricordava quanto fossi fiera delle scelte di vita che avevo fatto, per quanto non sempre fossero semplici. Specialmente negli ultimi tempi. Evitai di chiedergli spiegazioni, le avrei dato troppa importanza. Gli cinsi il collo con le mani per sostenermi, e allora mi resi conto che mi stava ancora tenendo in braccio. "Adesso direi che puoi mettermi giù.." divertita, senza staccare gli occhi dai suoi "Non abbiamo un Fiore da cercare? E probabilmente ci sarà presto un'altra vittima.." diventando seria al ricordo delle due donne nel cortile "Magari anche gli altri hanno sentito qualcosa..". |
Cid non rispose..infatti..aveva detto aveva scoperto tutto..poi udii la voce di Guisgard e Clio e fu un attimo e mentre mi voltai persi i sensi completamente.
Piano piano aprii gli occhi e appena ripresi i sensi un profumo soave di fiori mi pervase, qualcuno fischiettava...mi guardai attorno..ero in uno strano posto e sopra un letto davvero poco comodo, chi mai mi aveva portato li..vi era solo Cid nella stanza. Mi alzai dal letto scomodo e guardai attraverso le grate che separavano il posto dove ero e una stanza tutta fiorita..sembrava un paradiso, e vidi una sagoma muoversi, prendeva petali di fiori e li tagliuzzava ed era tranquillo visto fischiettava e iniziai a sorridere. "Salve..mi avete imprigionata? Perchè mai..pensate io sia un pericolo..oh no, potreste pure uccidermi tanto Capitan Falco non si accorgerebbe della mia assenza e nemmeno si struggerebbe..chi siete..non riesco a vedervi..o forse mi avete presa per un Fiore raro e magico come il Fiore Azzurro..immagino un fiore così debba essere tenuto ben protetto magari dentro una teca". Sembrava quasi quella figura stesse preparando dei profumi o unguenti con i fiori, ma non era tutto semplice.."Vedo state preparando qualcosa con quei fiori...già i fiori sono ingannatori..un meraviglioso fiore potrebbe essere un letale veleno se preso o dare allucinazioni...altri invece possono rilassare..i fiori sono splendidi ma pure pericolosi". Baciai l' anello della Granduchessa datomi dall' Austero sperando mi desse coraggio e fortuna, lui mi aveva sempre insegnato di guardare a testa alta poichè io ero la vera Granduchessa e non dovevo chinare la testa mai..nemmeno davanti a Dominus, visto vi era una cosa che Guisgard non sapeva..nel patto matrimoniale era stato sancito se egli non fosse stato trovato il titolo sarebbe spettato a me di diritto, ecco perchè avevo pure la corona..e Dominus sarebbe rimasto il Duca e se si fosse sposato nessuna avrebbe preso il mio posto..quindi era logico, non lo avevo seguito per diventare Granduchessa poichè già lo ero e Dominus e tutti lo sapevano e per questo a Corte avevo tanta stima e potere, inoltre se Guisgard non mi avrebbe sposata lui poteva diventare Duca e io mi sarei tenuta il mio titolo e quindi io avevo il mio futuro a Corte pure quando sarei tornata vittoriosa o meno..se il Fiore del Giudizio doveva sentenziare, io ero tranquilla e continuai a guardare la figura aspettando mi parlasse. http://i61.tinypic.com/ifzcbr.jpg |
Ascoltai Marangel con vivo interesse......era vero..se le cose si desideravano con tutto il cuore allora anche le cose peggiori potevano cambiare..... Deve essere veramente saggio vostro nonno.......e voi siete stata molto fortunata ....fortunata perchè siete nata col dono dell'ascolto...sapete, molta gente pensa di ascoltare e invece....sente soltanto e questo fa si che le cose importanti non si soffermino da nessuna parte....le parole di vostro nonno sono cresciute con voi..e oggi siete una persona saggia come lui.......Quando ho deciso di togliermi la vita......dettato solo da un impulso, frenesia della stupidità, sono scesa giu' sino a toccare le profondità del Lagno......Non so se quello che vi diro' fa parte della realtà o fantasia......ma ho parlato con una donna......e quelle poche parole che lei mi ha detto mi hanno fatto comprendere che essere impulsivi nella vita ...porta solo al decadimento.......io avevo perso la vita.....lui mi aveva cercata....ma la cosa peggiore e che io lo avevo tradito negandogli il mio aiuto......la cosa peggiore e' abbandonare chi in quel momento si affida a te cecamente.......Ho desiderato in quel momento di ritornare su e di provare a rimediare...l'ho fatto con tutto il cuore.......e sembra che abbia funzionato..o almeno....sono di nuovo sulla terra ferma grazie a vostro nonno.......Quello che mi ha impressionato di questo libro, sono le figure...e' tutto così come l'ho vissuto io.....e ora non so piu' se sia stato un sogno o la realtà....."...fissavo il libro sulla mensola......e sentivo le guance rigate dalle lacrime.......era tutto così assurdo.......avevo perso ogni cosa......eppure sentivo ancora la forza di riconquistare tutto ciò che poteva essere perduto.....anche il rispetto di Nettuno.....
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“Beh, se non mi perdonerai” disse Guisgard a Clio, sempre tenendola in braccio “finirà che non ti metterò più giù... o magari” guardandola negli occhi “potrei farlo, ma dietro un compenso... un pegno...” con gli occhi nei suoi “... chissà, forse... un bacio...”
Ma proprio in quel momento si udì un grido. Lungo, angosciante, disperato. Un grido quasi come un annuncio di morte. “Era la voce di una donna...” mormorò Capitan Falco, facendo sedere Clio sul letto “... vieni, andiamo a vedere...” |
A quelle parole di Altea, la figura che le dava le spalle, sempre impegnata dall'altra parte delle sbarre con tutti quei fiori, si voltò.
Era un uomo grosso, dai lineamenti marcati e dai modi rudi. “Con i fiori” disse alla dama “si possono fare molte cose. Prendete questo, ad esempio...” mostrando ad Altea un fiore “... esso è capace, in particolari condizioni, di sprigionare una sostanza allucinogena, in grado di provocare allucinazioni così reali da non rendersene conto...” rise “... infatti nelle vostre due camere sono stati portati proprio fiori simili ed è per questo che tutti siete stati vittime di visioni.” Ad un tratto arrivò qualcun altro. Indossava un lungo mantello con un cappuccio. “E' tutto pronto, madama.” Disse l'uomo. “Presto il nostro compito sarà terminato.” La figura incappucciata annuì ed accarezzò alcuni fiori, per poi voltarsi verso le sbarre, dietro le quali era rinchiusa Altea. |
Marangel annuì a quelle parole di Elisabeth.
“Avete avuto un gran dono...” disse “... la Dama del Lagno non solo vi ha salvata, ma vi ha concesso un'altra possibilità... ora spetta a voi...” In quel momento la porta si aprì ed entrò un uomo anziano. “Nonno.” Vedendolo Marangel. “La nostra ospite si è risvegliata e sta bene adesso.” “Dio sia lodato.” Felice l'anziano. “Stasera dunque festeggeremo a dovere con un'ottima cena.” |
Osservai la figura dell' uomo con in mano il fiore.."Siamo stati drogati insomma..quindi la mia teoria sui fiori è giusta..beh sappiate io non sono stata molto colpita..ma mi chiedo allora se esiste davvero il gufo, i suoi rumori e poi..quella immagine del barone".
Ad un tratto una figura incappucciata arrivò, si rivolse a me..disse era tutto pronto e accarezzava i fiori.."Il nostro compito? Ma che state dicendo..io non vi conosco..presentatevi al mio cospetto, voi non sapete nemmeno con chi state parlando". Deglutii..mi avrebbero sacrificata? O fatto leggere il libro? Ma perchè proprio io..una lacrima scese...ormai non avrei più visto Guisgard ma tanto lui non si era mai preoccupato di me e guardai di nuovo la figura incappucciata che mi osservava. |
La figura incappucciata fissò Altea, senza però rivolgerle la parola.
“Sciocca.” Disse l'uomo ad Altea. “Non sta certo parlando a voi, ma a me.” Ridendo. La figura incappucciata allora prese la mano dell'uomo, per attirarne l'attenzione. “E' pronto altro veleno?” Chiese. “Manca poco ormai, madama.” Rispose l'uomo. “Ne serve altro per domani.” Mormorò la figura incappucciata. “Ma deve essere molto più potente.” Si voltò verso Altea. “Puoi sempre testarlo su di lei...” indicando la dama imprigionata. |
Alle parole della donna trasalii e mi venne un dubbio.."Ecco chi siete voi...Nora..siete voi..come vi permettete..per chi serve quel veleno..volete ammazzare il barone forse? Ecco quei sintomi..lo state avvelenando un pò alla volta..facendo credere vi sia una maledizione..e le vostre serve le ho sentite dire..che voi milady, non dovete sentire..bene volete ammazzarmi..allora ammazzerete la Duchessa de Bastian...e quando lo sapranno a Capomazda ve la faranno pagare a Corte...o forse Granduchessa".
Poi ebbi un impeto e presi tutto il fiato possibile e urlai..."Capitan Falco mi vogliono uccidere, sono in una sala tutta fiorita" ... lo odiavo, lo amavo..ma dovevo perire a causa sua? |
Avevo ricevuto un regalo...avevo conosciuto la Dama del Lagno....speravo fosse veramente un bel dono....." Gia'...infondo le scelte dipendono solo da noi.....e spero di essermi meritata un po' di clemenza..." sentii un rumore alle mie spalle....e vidi entrare un uomo..anziano..la sua figura era alta e retta..era l'uomo che avevo visto parlare con degli uomini quando mi ero svegliata....." Vi ringrazio Signore e ringrazio te Marangel....ma mi sembra di aver arrecato abbastanza disturbo......".....Sembravo il Figliol prodigo ritornato a casa...quel risveglio ....sembrava in realtà....una morte e resurrezione dell'anima....rimasi confusa dal mio stesso pensiero.. " Ma se per voi e' un piacere offrire questa cena...sarà un piacere piu' grande per me riceverlo..."....
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“Certo che è un piacere per noi.” Disse il vecchio ad Elisabeth. “Sarà una cena piacevolissima, ne sono sicuro.”
Così, nonno e nipote cominciarono a preparare il tutto. Alla fine i tre cenarono tutti insieme, gustando le prelibatezze preparate per quell'occasione. “Nonno...” Marangel a suo nonno “... Elisabeth deve riprendere il suo cammino e ritrovare la nave su cui viaggiava... tu puoi aiutarla?” “In verità” fece l'anziano “ho sentito parlare di due grosse navi sulle acque del Lagno negli ultimi giorni. Sono stati dei contadini a dirmelo.” “Ed ora dove sono queste navi?” Chiese Marangel. “Forse verso Suession” rispose il vecchio “o magari in direzione di qualche altro porto nei paraggi.” “Tu non puoi aiutarla?” Domandò la ragazza. “Vi è un piccolo porto, a qualche miglia da qui.” Spiegò l'anziano. “Potrei accompagnarla là e chiedere notizie della nave.” |
A quelle urla di Altea, la figura incappucciata scoppiò a ridere.
Era una voce di donna, ma non quella di Nora. “Gridate pure quanto volete” disse l'uomo alla duchessa de Bastian “ma tanto quaggiù nessuno sentirà la vostra voce. E vi darò pure un consiglio... badate di non darci noie o finirete molto male...” prendendo uno di quei fiori e mostrandolo alla dama “... il veleno che traiamo da questo fiore uccide fra mille sofferenze... non per niente è chiamato Fiore del Giudizio...” ridendo anch'egli. |
Sorrisi alle sue parole.
"Un bacio eh.. Si potrebbe anche fare.." Con gli occhi nei suoi. Ma poi quel grido terrificante. Mi lasciò sedere sul letto, e annuii, andandomi. Gli posai un lieve bacio sulle labbra. "Te lo sei meritato.." Strizzando l'occhio. "Dai, andiamo.." Tornando immediatamente seria. Aveva il potere di farmi dimenticare il mondo esterno, quasi fossimo soli, fuori dal tempo e dallo spazio, ma non era così, e dovevamo comprendere quel mistero sempre più inquietante. |
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