Camelot, la patria della cavalleria

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Talia 25-07-2012 09.15.33

Le parole della locandiera mi sorpresero...
“E’ giunto qualcuno per me?” ripetei lentamente “Com’è possibile? Io non conosco nessuno in questa città, e dunque non vedo come qualcuno possa essere venuto fin qui a chiedere espressamente di me...”
Esitai per qualche momento... c’era silenzio nella stanza ed io mi persi di nuovo nell’ascoltare il respiro lento e regolare di Guisgard... mi chiesi cosa stesse vedendo in sogno, allora... e per qualche momento desiderai ardentemente essere in quel sogno con lui... in qualsiasi sogno con lui... ed invece lo sentivo così lontano, ora, ed io detestavo sentirlo lontano, detestavo sentirmi sola senza di lui... e mi chiesi che cosa avrebbe detto di quelle parole della locandiera... ma subito mi corressi, perché io sapevo esattamente cosa avrebbe detto in merito a quello... avrebbe detto che era una follia, una sciocchezza... sospirai...
“E va bene!” dissi infine “Va bene... scendiamo di sotto. Ma solo per un momento: non voglio che Guisgard resti solo a lungo, voglio essere di nuovo qui quando si sveglierà!”
Lentamente mi avvicinai al letto e mi chinai per posargli un leggero bacio sulla tempia, poi mi voltai verso la porta...
“Andiamo...” dissi.

Parsifal25 25-07-2012 11.36.07

Speravo che le parole espresse avrebbero potuto concedermi il ritorno ai miei doveri e alla mia missione.

Notaì che il gran saggio si ritirò per deliberare con il Gran Consiglio e per circa un'ora attesi la sentenza, venni condotto fuori dalla piazza cittadina e aspettaì.

Il crepuscolo andava avvicinandosi ed il giudizio giunse......avreì dovuto aiutare la gente che mi aveva salvato nell'estrazione del carbone rosso.......rimasi esterefatto, perchè.....io cavaliere avreì dovuto scontare la mia richiesta di supporto e il compimento del mio dovere come "minatore".......

L'ira iniziò a pervadermi.....temevo che la trasmutazione in me si verificasse; non era possibile una cosa del genere, un intero regno era in pericolo....milioni di innocenti rischiano di essere massacrati.....ed io.....cosa devo fare.....starmene qui a minare.......

Rimasi in silenzio, cercavo di controllare i miei istinti....poichè conoscevo cosa sarebbe potuto accadere.....

cavaliere25 25-07-2012 14.27.29

Guardai nex e dissi va bene presi e andai da quei due strani tipi e dissi scusatemi cosa succede qui perchè state litigando cercate di smetterla per favore e aspettai una loro risposta

Guisgard 25-07-2012 20.23.27

Fyellon si avvicinò col suo cavallo a quello di Altea.
“Altea...” disse “... perchè avete detto alla regina che saremmo ritornati? Sapete benissimo che siamo diretti a Tylesia... e ormai, avendo deciso di abbandonare la ricerca di quell'erba, nulla più ci spingerà a tornare in questa città...”

Guisgard 25-07-2012 20.25.16

I due che stavano litigando, a quelle parole di Cavaliere25, smisero di discutere.
“Cavaliere...” disse uno dei due al boscaiolo “... cosa cercate? Perchè ci avete interrotto? Badate ai vostri affari, o le buscherete di brutto!”

Guisgard 25-07-2012 20.29.29

Gaston fissò Parsifal e si accorse della sua inquietudine.
“Amico mio...” disse prendendolo in disparte “... sono le nostre leggi e vanno rispettate... lavorerai insieme a noi nella miniera e sconterai così il tuo debito verso di noi... questo ti rende tanto turbato? Perchè mai? E' il lavoro che ti indigna, oppure è la miniera che ti spaventa?”

Altea 25-07-2012 20.30.16

Guardai Fyellon stupita.."Fyellon, forse non avete capito bene, vi dissi che saremmo andati a cercare quella erba..miracolosa o magica.." scrollai il capo.
"Avanti, avete preso tutte le carte che Mizasar ha preparato per riconoscerla? Speriamo quella tribù non sia cosi pericolosa, non siamo nemmeno armati, non abbiamo nemmeno una scorta."

Guisgard 25-07-2012 20.57.12

La locandiera prese Talia per mano e insieme uscirono dalla stanza, lasciando Guisgard a dormire nel letto.
Scese al pianterreno, le due si ritrovarono nella sala con i tavoli.
Non vi erano altri clienti, a parte il menestrello Sangò ed un individuo seduto in fondo alla sala.
“Ora vi condurrò da quell'uomo, milady...” disse a bassa voce la locandiera a Talia “... ma non sarete da sola... io sarò al banco di fronte a voi... e a qualche tavolo più in là ci sarà anche il menestrello...”
E accompagnatala fino al tavolo dove sedeva quell'uomo, la fece accomodare e poi si allontanò.
L'uomo stava bevendo un birra e giocava da solo con una scacchiera.
“Avrei dovuto fare il filosofo, sapete?” Mormorò all'improvviso. “Però, purtroppo, i miei genitori non erano affatto ricchi e così dovetti lavorare in campagna con mio padre... un vero peccato... un filosofo una volta disse che la vita di ognuno di noi è simile ad una lunga partita a scacchi che giochiamo contro noi stessi... siamo destinati a perdere e l'unico scopo è prolungarla il più possibile... affascinante, vero? Inquietante, ma affascinante... oh, perdonatemi, non mi sono presentato... amate la mitologia, milady? Conoscete dunque Mercurio? Il Messaggero degli Dei? Ecco, io sono un messaggero, un inviato, un ambasciatore... e non porto pene, ma solo notizie...” sorseggiò un po' dal suo boccale “... è stato davvero un fatto spiacevole quello che è accaduto oggi in città... aggredire un soldato di sua maestà è un reato punibile con la morte, sapete? Fortunatamente nessuno ha deciso, per ora, di denunciare l'accaduto... tuttavia, sir Iwan, il soldato insultato ed aggredito dal vostro amico, è molto amareggiato... teme che pensiate male di lui, quando invece egli era mosso dalle migliori intenzioni di questo mondo... ed intende scusarsi per aver messo in pericolo la vostra incolumità con quella volgare rissa da strada... vi chiede perciò di incontrarlo, magari in un luogo tranquillo, così da avere la possibilità di scusarsi con voi... è davvero mortificato, credetemi... e vi consiglio caldamente di acconsentire a questa sua richiesta... oh, siete naturalmente libera di accettare o meno, ma lasciate che vi dia un consiglio spassionato... a me, ovviamente, non ne viene niente in tasca, ma magari questo favorirà voi e quel vostro turbolento amico... sapete, gli altri soldati hanno assistito alla rissa e sono decisi a denunciare l'accaduto... e molto probabilmente per questo il vostro amico finirà in carcere, dovendo rispondere dell'aggressione... e l'unico a poter far desistere quei soldati dal denunciare l'episodio è proprio sir Iwan... e così, magari, incontrandolo in segreto riuscirete a convincerlo a non far sporgere denuncia ai suoi soldati... dopotutto mi sembra un giusto compromesso... cosa rispondete dunque, milady?”

Parsifal25 26-07-2012 00.17.05

Vidi Gaston che andava avvicinandosi, aveva notato la mia inquietudine.... e....grazie al suo intervento ripresi consapevolezza e risposi:

"Caro amico......non è il lavoro che mi indegna, anzi, se non ci foste voi minatori.....molti cavalieri come me, perirebbero......non rinnego le vostre leggi e usanze poichè vanno rispettate, e nessuno può imporre una morale......,ma la mia più grande preoccupazione e che.....la gente di Tylesia, amici e una persona a cui tengo molto possono perire.......ed io.....non sono con loro...... questa, è la mia inquietitudine....."

Guisgard 26-07-2012 02.11.17

A quelle parole di Altea, Fyellon scosse il capo.
“Sapete” disse “che siete davvero impossibile? Che siete volubile come poche altre donne? Anzi, ora che ci penso, forse siete la più volubile di tutte le donne che ho conosciuto! Prima dite di voler abbandonare la missione riguardo a quell'erba... poi, proprio mentre tutti ci danno per partenti, ci ripensate! Insomma... decidetevi! Non posso mica correre dietro ad ogni vostro sbalzo d'umore o ad ogni vostro capriccio!” La fissò vagamente contrariato. “Comunque... si, ho con me il disegno di quell'erba datoci dal guaritore... allora siete davvero decisa? Partiamo alla ricerca di quell'erba?”

Guisgard 26-07-2012 02.22.40

Gaston fissò Parsifal e in breve molti altri nani si avvicinarono al cavaliere.
“Ehi, ma voi...” disse Gaston “... voi... voi siete innamorato, amico mio!”
“Eh, eh...” sghignazzò Perrol “... innamorato cotto!”
“Innamorato?” Ripeterono in coro gli altri nani.
“Massì che lo siete!” Esclamò Gaston. “Non è davvero la miniera che vi spaventa! Ma è la mancanza della vostra dama!”
E tutti risero.
“Ma dovete essere gaio, amico mio!” Continuò il nano. “Dopotutto siete tra amici qui! E non sapete che in amore i migliori compagni sono proprio gli amici più sinceri?” Si voltò poi verso tutti gli altri. “Cosa ne dite?”
“Che vuoi dire?” Chiese un altro nano.
“Siete disposti ad aiutare il nostro amico?” Domandò Gaston.
“E perchè mai?”
“Perchè è un innamorato!” Esclamò Gaston. “Non un minatore! Non può spaccare pietre ed estrarre minerali! Gli innamorati come lui devono solo sospirare per la propria bella!”
“E il verdetto degli anziani?”
“Lavoreremo noi nella miniera!” Rispose Gaston. “Non si accorgeranno di nulla! Siete con noi?”
“Facciamo così...” disse uno dei nani “... noi vi copriremo alla miniera...”
“E sia.” Annuì Gaston. “Saremo io e Perrol a riportare il nostro amico” indicando Parsifal “dalla sua amata dama!”

Altea 26-07-2012 09.00.27

Non risposi subito alle parole di Fyellon, mi sembrava di essere stata chiara e certo non ero volubile o capricciosa come lui mi definiva.."Si, Fyellon, sono uno strano enigma, nemmeno io riesco a capirmi, quindi rinunciate a questa impresa, ora muoviamoci, abbiamo solo...sette giorni" e calai nuovamente nel silenzio.

Talia 26-07-2012 14.33.18

Un lungo, denso momento di silenzio accolse le parole dell’uomo. Tutto sembrava immobile in quella stanza, ora... tutto sembrava come congelato... avvertivo la presenza della locandiera dietro al suo bancone, ma era tanto ferma e tanto silenziosa che avrebbe anche potuto non esserci... allo stesso modo, sentivo gli occhi di Sangò fissi su di me, anche se non un respiro sfuggì dalle sue labbra.
Io tenevo gli occhi bassi, immobili su qualche cosa che esisteva solo nella mia mente, ed a guardarmi potevo apparire la persona più fragile, ingenua ed esitante del mondo... ma la mia mente stava lavorando frenetica, analizzando ogni singola informazione ed ogni singola via di fuga... anche se, pensai, probabilmente c’erano davvero poche vie di fuga lì in quel momento.
In fondo ciò che l’uomo era venuto a dirmi era perfettamente chiaro: o io accettavo di vedere il sergente o loro avrebbero fatto arrestare Guisgard... non avevo scelta, mi avevano incastrata... o, almeno, stavano tentando di farlo...

Il sole era alto quel giorno ma l’aria, ravvivata da quel leggero vento proveniente dai monti, era fresca e pulita.
Il Maestro, seduto di fronte a me, se ne stava in silenzio, il mento nella mano e lo sguardo fisso sul basso tavolo tra noi... qualche momento ancora di immobilismo, poi lentamente prese il cavallo e lo spostò di tre caselle...
“A te!” disse, dunque, sollevando gli occhi e sorridendomi.
Io ricambiai il sorriso e tornai a portare il mio sguardo sul tavolinetto sul quale era sistemata la pesante scacchiera di legno e alabastro del cavaliere.
“Sono molte ore che sono partiti, ormai...” dissi poi, quasi casualmente, mentre i miei occhi scorrevano ancora una volta i pochi pezzi rimasti e ne vagliavano le possibili soluzioni “E non abbiamo ancora avuto loro notizie... non sei preoccupato?”
“Preoccupato?” ripeté lui “No, non direi... Tu lo sei?”
Sollevai gli occhi e lo osservai per un momento...
“Beh... un po’!” mormorai, spostando lentamente l’alfiere di due posizioni.
“Oh, Talia... i tuoi fratelli sono perfettamente in grado di superare questa prova... o non l’avrei assegnata loro! Torneranno presto, vedrai... non c’è da preoccuparsi!” mi rassicurò, tornando a sua volta a fissare la scacchiera per poi subito spostare la torre di quattro posizioni e soggiungere soddisfatto “Scacco alla regina!”
“Già... probabilmente hai ragione!” annuii, abbassando lo sguardo a constatare il mio temporaneo stato di pericolo “E chi credi che sarà il primo a tornare?”
“Oh, questa è una domanda decisamente più interessante...” disse “Credo che Fyellon desideri più di tutti vincere questa piccola sfida... e forse ne avrebbe buone possibilità, se solo questa sua smania di prevalere ad ogni costo non finisse per accecarlo. Hans ha un buon senso dell’orientamento e questo potrebbe aiutarlo... ed anche Pidge potrebbe riuscirci, se solo smettesse di fare tanto affidamento su Fyellon ed iniziasse a camminare con le sue gambe. Infine Guisgard... oh, lui potrebbe vincere. Potrebbe davvero... ma è impulsivo, istintivo e si lascia trascinare dalle emozioni...” sospirò “Già... se solo imparasse a dominarsi, Talia... se solo imparasse ad affrontare le sfide in modo più freddo e razionale, senza fare di tutto un fatto personale, senza lasciarsi condizionare dalle passioni... allora... oh, allora diventerebbe davvero il migliore tra tutti i miei figli!”
Il vento si alzò, allora, e portò fino a noi il fruscio della foresta... i miei occhi erano fissi in quelli del Maestro, il quale teneva i suoi sul bosco lontano, come a voler cogliere tra gli alberi l’apparire di qualcuno dei suoi figli, raggiante, con l’ambito premio tra le mani... ma era ancora preso e nessuno giunse in quel momento...
“Sai, Maestro... forse sbaglio... ma non sono d’accordo con ciò che dici! E’ vero, e lo so anche io: Guisgard è impulsivo ed avventato, talvolta persino sconsiderato... ma questa è la sua indole e tu non puoi sperare di cambiarla. Ha invece un grande cuore, lo sai... ed è da lì che viene tutta la sua forza, la sua capacità di superare gli ostacoli. Tu, Maestro, mi hai insegnato che ognuno di noi ha una propria unicità, un suo personale modo di esprimersi... non credi che questo valga anche per lui? Non credi che, se tentasse di reprimere tutte le passioni che lo animano, finirebbe per venire annientato a sua volta? No... quelle passioni, quelle emozioni che gli riempiono il cuore sono la sua protezione, sono il fuoco che lo anima, sono ciò che gli dona tenacia e decisione... e allora forse la sua strada per primeggiare non sta tanto nel reprimerle, quanto piuttosto nel saperle direzionare, nel saperle accettare e nel conviverci, nel credere in esse...”
Per qualche tempo il cavaliere non disse niente, limitandosi ad osservarmi con un vago sorriso sulla labbra ed un espressione incerta sul volto, tra il compiaciuto ed il sorpreso...
“E... Maestro?” soggiunsi poi, dopo appena qualche attimo.
“Si, Talia?” rispose dolcemente.
“Scacco matto!” esclamai, prendendo la mia torre e spostandola verso il suo re.


Quel lontano ricordo mi attraversò la mente, leggero come un soffio di vento...
“In verità...” mormorai dopo qualche momento “Non trovate quella teoria fin troppo fatalistica? Credete davvero che siamo destinati a perdere, in quella vitale partita? Certo... suppongo che ciò dipenda alle nostre priorità, dai nostri punti di vista... ma... come voi mi insegnate, negli scacchi non c’è niente di certo o ineluttabile... tutto dipende dalle nostre mosse e dalle loro conseguenze, tutto dipende da ciò che sappiamo ‘vedere’ guardando quei pezzi e dalla nostra capacità di interpretare l’avversario... e spesso perdere dei pezzi non significa affatto essere sconfitti!”
Silenzio... poi, impercettibilmente, sorrisi ed il tono della mia voce cambiò, facendosi leggero, quasi impalpabile...
“Ebbene, messer Mercurio...” dissi, sfoderando l’aria più ingenua che riuscii a trovare “Siete stato molto cortese a venire fin qui per me... ed a volermi consegnare un così lieto messaggio di pace. Il sergente Iwan è di certo un uomo generoso, se mi manda a dire questo... ma, vi prego, lasciate che vi spieghi, così che poi voi potrete riportare ciò al sergente...”
Esitai appena... vagamente incerta... ma nella mia mente il disegno era ormai chiaro ed io sapevo che c’era un solo titolo che poteva tenere Guisgard il più al sicuro possibile, rendendolo leggermente minaccioso agli occhi di quell’Iwan... ed ero decisa ad usare quella tattica...
“Vedete, signore... l’uomo che voi definite impropriamente ‘un mio amico’, è in realtà semplicemente mio... mio fratello! E sono certa che alla luce di questo sir Iwan potrà certamente capire il suo comportamento e la sua preoccupazione... preoccupazione di certo dovuta al fatto che è sempre stato lui, da quando nostro padre purtroppo non c’è più, ad occuparsi di me!”
Un’altra breve pausa seguì quelle mie parole... ma sapevo di dover presto arrivare al dunque e così mi presi qualche istante ancora per scegliere bene le parole...
“L’offerta del sergente Iwan di incontrarsi con me... nonché ciò che dite di lui, di come sia dispiaciuto ed amareggiato... gli fanno di certo molto onore... ed io sarei molto felice di potergli parlare di questo, per potergli spiegare personalmente quanto sto già dicendo a voi...” sorrisi, del più candido sorriso che possedevo “E sono certa che anche mio fratello sarebbe d’accordo e non troverebbe niente di male in questo... tuttavia... vedete, egli in questo momento sta riposando ed io... io, sono certa che capirete, non posso allontanarmi da qui senza informarlo, ma non vorrei neanche andare a disturbarlo adesso... dunque, milord... alla luce di tutto questo, penso che la soluzione più saggia e più sensata sia di invitare il sergente Iwan qui, alla locanda. E qui sarò felice di parlare con lui per chiarire tutto questo spiacevole equivoco, se egli vorrà avere la compiacenza ed usarmi la cortesia di raggiungermi qui, quando vorrà...”
Quelle ultime parole stavano ancora fluttuando tra di noi, quando mi alzai in piedi...
“Bene, milord... vi ringrazio. E, nel salutarvi, vi auguro di tutto cuore una buona giornata!”
Mi inchinai appena, quindi, poi mi diressi verso la porta... avevo bisogno di un po’ d’aria fresca. Ne avevo un bisogno assoluto!

cavaliere25 26-07-2012 16.05.52

io devo far rispettare la legge se non la finite di litigare mi con stringerete ad arrestarvi che problema avete tra voi due posso saperlo? dissi guardando i due uomini

elisabeth 26-07-2012 18.48.31

Guardai ancora la tavola, era pulita ed ordinata...sembrava impossibile che altri commensali vi avessero fatto onore, e mi sembrava strano che nessuno si fosse fatto vivo........" Siete molto efficente, in questa grande casa...siete solo eppure qui e' tutto in ordine......mi rammarico del fatto che non abbia sentito i miei compagni di viaggio alzarsi e far colazione, cosi' come farebbero tutte le persone che vivono un periodo tranquillo in casa di amici, dovevamo riposare solo una notte e andar via, eppure sembra che l'unica persona che sia rimasta sia io......non avete anche voi questa impressione ?......Il vostro Signore deve essere una persona di grande cuore se ha aperto la sua casa a quattro sconosciuti, la vecchia che era all'entrata del palazzo, non mi e' sembrata cosi' benevola nei nostri confronti..........anche se devo essere sincera...mi aspettavo che il padrone fosse con noi stamane.......infondo avrebbe dovuto fare gli onori di casa....andare a caccia da solo non deve essere grande cosa......"........quella musica era come nettare che entrava nelle mie orecchie per riempirne il cuore.........." Credo che non abbia mai smesso di suonare.......se come dite e' cosi' malata...usa tutta la sua forza per diffondere una melodia cosi' meravigliosa.......devo andar via......e il sole e' gia' alto.......non capisco perche' non se ne siano accorti anche gli altri..........."....ma a questo mio pensiero la musica sembrava diventare piu' imperiosa.......e il vecchio servitore sembrava mutare l'espressione del suo volto....in maniera troppo repentina.....mi voltai verso la tavola e cristalli sembravano vibrare in maniera paurosa...sino a quando esplosero in un vortice di colori..........ruotava tutta la stanza ed udivo risate di donne e bisbigli di uomini..il salone sembrava pieno......ma era pieno di nulla solo di quella strana melodia........" Ditemi vecchio...che posto e' mai questo.."...

Guisgard 27-07-2012 00.58.37

Altea e Fyellon, così, presero la direzione verso il Calars.
Uno stretto sentiero conduceva fino alle sponde di quel caldo fiume.
I suoi fumi salivano fino a disperdersi nell'aria, rendendo quello scenario incerto e mutevole.
A tratti il caldo sembrava soffocante, perchè anche il vento, che aveva accompagnato i due fin qui, sembrava essere cessato di colpo.
“Tra non moltissimo” disse Fyellon “giungerà l'imbrunire e questo luogo non mi ispira affatto tranquillità... forse dovremmo cercare anche un luogo in cui accamparci, o passare la notte... anche perchè, molto probabilmente, resteremo qui qualche giorno...”
E proprio in quel momento, oltre l'alta vegetazione che avvolgeva il fiume, Altea vide alzarsi del fumo.

Guisgard 27-07-2012 01.07.26

“E' solo una vecchia torre nella selva...” disse il servitore ad Elisabeth “... quanto ai vostri amici, si, mi sembra saggio attendere loro per ripartire... saranno di certo in giro... del resto questo dongione è molto antico e in esso vi sono monili di varie epoche e di diverso valore...”
In quel momento si udì il suono di un corno.
“Eccolo!” Esclamò il servitore. “Il padrone è giunto! Perdonatemi, ma vado a riceverlo...” e corse via.
La musica riprese proprio in quell'istante ed avvolse tutta la stanza.
Stavolta sembrava essere suonata con una passione sconosciuta.
Ed Elisabeth riuscì a comprendere con chiarezza la direzione dalla quale proveniva.

Guisgard 27-07-2012 01.18.29

“Ah, volete portare giustizia tra noi...” disse uno dei due uomini a Cavaliere25 “... e sia, vi riferiremo la nostra questione e voi giudicherete di conseguenza, cavaliere...”
“Ci sto.” Fece l'altro.
“Allora...” cominciò il primo uomo “... io avevo una giumenta e lui mi ha chiesto di prestargliela... io pensavo che servisse a lui, ma in realtà la voleva per prestarla ad un suo cugino... fatto sta che quel dannato si è rubato la giumenta ed è sparito nel nulla... ora chi mi ripaga del danno subito? Lui, ovviamente!” Facendo segno al secondo uomo.
“Io?” Meravigliato questi. “E cosa c'entro io? E' stato quel maledetto di mio cugino a rubare l'animale! Che vada da lui e si rifaccia dare la giumenta!”
“Ecco, questa è la questione...” disse il primo uomo “... ora diteci voi chi ha ragione...”

Parsifal25 27-07-2012 01.56.26

"Miei cari amici......non sono innamorato cotto, solo.....che ho fatto una promessa a questa damigella.......ed un cavaliere mantiene sempre la parola data......"

Non immaginavo che poteva destare così tanto clamore.....

Non si può parlar di amore dopo il poco tempo che si conosce una persona, inoltre, non posso rinnegare la mia sentenza......

"Vi ringrazio dal profondo del cuore, cari amici.....ma non voglio che siate puniti per aver disubbidito alle vostre leggi......non solo, ma fareì un torto anche al mio essere cavaliere, codice e memoria del mio caro Maestro e padre.....,rimarrò con voi......poi.....sono curioso di saper di più su questo carbone rosso......" dissi.

Subito dopo, mi tornò alla mente l'armatura rossa che addobava la fucina di Sir Orco e chiesi:

"Perdonate, cari amici......ma il carbone rosso è stato utilizzato per creare l'armatura del Cavaliere Rosso?"

Guisgard 27-07-2012 02.48.09

A quella domanda di Parsifal, Gaston e gli altri nani si ammutolirono per qualche istante.
“Ditemi...” disse Gaston al giovane apprendista di Redentos, rompendo quell'inaspettato silenzio “... come fate a conoscere l'Armatura Rossa? Ormai sono secoli che nessuno ne parla più e fra voi uomini adesso è svanita ogni conoscenza e ogni ricordo di quella formidabile corazza... come fate allora voi a conoscerla?

Guisgard 27-07-2012 03.17.06

Il misterioso Mercurio si alzò insieme a Talia, mostrandole un lieve inchino.
“Siete” disse “ una ragazza molto intelligente e arguta, oltre che deliziosa e virtuosa. Ora comprendo del perchè sir Iwan sia... tanto preso dall'accaduto. Quanto a vostro fratello, è chiaro che quello spiacevole episodio sia solo il frutto di questo sgradevole malinteso. E sono certo che il sergente sarà lieto e onorato di raggiungervi qui e chiarire l'intera faccenda.” Sorrise. “Vedo che volete raggiungere la porta... lasciate che vi accompagni...” e usciti sul porticato, l'uomo esibì un nuovo inchino “... beh, credo che non ci sia altro da aggiungere, milady. Riferirò la vostra volontà a sir Iwan. I miei omaggi, milady.” E andò via, lasciando Talia al fresco riparo offerto da quella loggia contro la calura del Sole.
“Quell'individuo...” mormorò la locandiera “... non mi piace, non mi ispira affatto fiducia... e poi sono pronta a scommettere che proviene dalla Città Alta...”
“E' appena andato via...” disse Sangò che osservava il porticato da una piccola finestrella “... ora la ragazza è da sola sul porticato...” si voltò verso la locandiera “... dite che proveniva dalla Città Alta quell'uomo? Ed era un veritiero oppure un mentitore secondo voi?”
“E come potrei saperlo!” Esclamò la locandiera. “Dalla faccia, era sicuramente un poco di buono... comunque, non mi va che quella povera ragazza sia da sola là fuori...”
“Vado a vedere se vuole rientrare.” Fece il menestrello.
In quel momento si udirono dei passi nella sala.
Intanto, Talia era da sola fuori, in balia del fresco alito di vento che giungeva da chissà dove, figlio, com'era, di quei luoghi che sembravano segnare i confini più estremi tra il mondo conosciuto ed un altro ignoto ai più, fatto di cose forse magiche ed incantate, ma che apparivano comunque misteriose ed impenetrabili.
Ad un tratto due braccia cinsero i suoi fianchi.
Guisgard era arrivato silenziosamente e all'improvviso, stringendola con la schiena contro il suo petto.
Portò allora un fiorellino di campo a sfiorare il suo viso.
“Esiste un paese lontano” sussurrò, tenendola fra le sua braccia “in cui non si usano monete, ma fiori... fiori che sbocciano una sola volta e che non appassiscono mai più... eterni dunque più dell'argento e dell'oro... e con quei fiori è poi possibile acquistare le cose più preziose che ci sono al mondo...” sorrise “... e chissà che io non riesca ad acquistare uno dei tuoi pensieri con questo fiore... perchè sei qui tutta sola? Sei triste? Malinconica? Non dovresti, sai? Siamo in un posto bellissimo... Gioia Antica... forse in questo nome sono racchiusi tanti significati...” la fissò negli occhi e portò le mani di lei sul suo volto “... vorrei che tu potessi vedere... vedere le meraviglie del mondo, i luoghi che stiamo visitando... e vorrei che tu potessi vedere il mio volto...” sfiorò le mani di lei con le sue labbra e sospirò a lungo “... vuoi ballare, Talia?” Le chiese sorridendo. “Non ci manca nulla... neanche la musica... balliamo, ti prego... come facemmo una notte al Casale...” e prese la sua ocarina.
Cominciarono allora a ballare sulle note di una dolce melodia.
Una melodia fatta di tante cose.
Fatta di desideri, timori, paure e poi speranze e promesse capaci di mutarsi in sogni.
E ballarono così, all'ombra del porticato, al dolce canto degli uccelli e al ritmico fruscio del vento tra i rami in fiore degli alberi, che racchiudevano quel luogo sospeso ai confini del mondo.

Altea 27-07-2012 08.27.55

Eccoci di nuovo davanti al fiume misterioso..il Calars.
E avvertii il caldo insopportabile dei suoi vapori, in quel punto sembravano più caldi, iniziai a sudare, ma purtroppo gettarsi nel fiume per avere refrigerio era inutile...l'acqua era bollente.
Alle parole di Fyellon mi guardai attorno, infatti all'orizzonte la sfera incandescente stava tramontando per dar posto all'etereo volto lunare..quando vidi del fumo oltre l'alta vegetazione.."Fyellon, guardate laggiù, vi è del fumo...sarà la tribù delle Locuste o qualche persona? Che dite, ci avviciniamo nascondendoci tra la alta vegetazione?"

cavaliere25 27-07-2012 16.07.26

mmmmmmmmmmmm brutta faccenda dissi guardando i due uomini se il cugino è sparito dovrete voi ripagarla la giumenta oppure comprarne una e cosi sistemate la questione che ne dite? domandai sorridendo?

Talia 27-07-2012 16.41.34

Guisgard era arrivato silenziosamente alle mie spalle e, come sempre aveva fatto, era riuscito a conquistare in un attimo tutta la mia attenzione, scacciando via dalla mia mente ogni preoccupazione ed ogni paura.
Il suono della sua voce era per me quanto di più puro potevo assimilare al concetto di casa e di sicurezza, e lo stesso valeva per la musica della sua ocarina... nei miei più antichi e più felici ricordi c’erano quella voce e quella musica... nelle mie più profonde ed inconsce sensazioni quello voleva dire serenità, protezione, sicurezza...
Lasciai quindi che mi portasse con sé, che mi facesse volteggiare e girare, dimenticando tutto il resto... e per qualche momento provai quella calda sensazione di pura felicità che mi allargava il cuore.
Momenti felici, luminosi...
Momenti.
D’un tratto, però, mi bloccai... le parole dell’uomo e le sue velate minacce tornarono a farsi strada tra i miei pensieri... e per quanto la mia mente cercasse di scacciarli, di reprimerli e dimenticarli, quelli continuavano a tornare...
E presto mi resi conto che dovevo parlarne con Guisgard!
Mi resi conto che dovevo spiegargli ciò che era accaduto... avevo bisogno che capisse, che comprendesse che non c’era altra via d’uscita...
Sospirai e presi il suo volto tra le mani, carezzandolo piano...
“Ho bisogno di parlarti, Guisgard!” mormorai “E’... è accaduta una cosa... una cosa che tu devi sapere!”

Guisgard 27-07-2012 17.07.16

Guisgard si fermò e fissò Talia.
"Talia..." disse "... cosa è accaduto? Di cosa vuoi parlarmi?"
Il suo tono cominciò a tradire inquietudine.
La fissava, tentando di decifrare i suoi occhi.
"E' per questo che sei scesa giù?" Chiese ancora alla ragazza. "Forse è accaduto qualcosa mentre dormivo di sopra? Perchè non mi hai svegliato invece di scendere da sola? O forse ti hanno chiamata? E' stata la locandiera? Dimmi cosa è successo, ti prego..." stringendo nervosamente le mani di lei nelle sue.

Talia 27-07-2012 17.37.29

Sospirai...
La sua voce si era fatta all’improvviso tesa, agitata, preoccupata...
Stringeva le mie mani nelle sue con forza, quasi a voler scacciare quell’inquietudine, quasi non volesse farmela percepire... eppure era assolutamente chiara per me... era la stessa inquietudine che attanagliava il mio cuore...
Sorrisi, tuttavia... sorrisi ed abbassai gli occhi un momento, per poi riportarli di fronte a me... non potevo vederlo, ma non importava: i nostri cuori erano così vicini ora, che io potevo leggere con chiarezza tutto ciò che passava nella sua anima.
“Si...” mormorai poi “Sì, è per questo che sono scesa. Vedi... Guisgard... è venuto un uomo qui, poco fa... un messaggero da Gioia Antica, o almeno così ha detto... il quale... il quale sostiene che la tua piccola rissa in città ha provocato qualche dissapore. Dice che fare a botte con i soldati della Regina è un reato... e che potresti anche essere arrestato per questo. Io... io ho tentato di trovare una spiegazione... gli ho detto che sei mio fratello e che ciò che è accaduto è stato causato solo da un malinteso... gli ho detto che tu eri solo preoccupato per me e che volevi proteggermi... gli ho detto che è stato tutto uno spiacevole equivoco!”
Esitai... ma era difficile trovare le parole giuste per dire il resto... sapevo che la sua reazione sarebbe stata tutt’altro che serena, ma sapevo anche che avevo bisogno di lui, avevo bisogno di raccontargli tutto...
“Quell’uomo, allora...” proseguii dunque, quasi a fatica “Il messaggero... ha detto che il sergente con cui hai avuto a ridire sarebbe disposto a chiarire la cosa. Sarebbe disposto ad ascoltare le tue ragioni e a chiudere un occhio... non sporgerebbe denuncia... e tu così non saresti arrestato!”
Un'altra breve pausa...
“Però...” mi costrinsi subito a concludere “Però non vuole vedere te... lui vuole parlarne con me! Vuole parlarne soltanto con me!”

Guisgard 27-07-2012 17.54.53

A quelle parole di Talia, Guisgard allentò la sua presa sulle mani di lei, lasciandole così scivolare via.
Si allontanò allora di qualche passo.
“Vuole...” disse a voce bassa “... vuole vedere solo te...” sospirò, portandosi le mani nei capelli “... già, immagino... poi tu gli hai detto di essere mia sorella... perfetto, direi... al suo posto mi sentirei un leone... sarebbe un idiota a non sentirsi incoraggiato...” si voltò verso di lei “... perchè gli hai detto di essere mia sorella? Non hai pensato alle conseguenze? Al fatto che questa cosa gli darà più sicurezza?” Tirò via una pietra con un calcio. “Perchè hai detto di essere mia sorella?” Scosse il capo. “Già, del resto questo siamo, no? E tu non hai dunque detto una bugia... siamo solo fratello e sorella...”

Le alte mura del palazzo sembravano voler proteggere e racchiudere allo stesso tempo quel luogo tanto venerando, quanto maestoso.
La reggia sorgeva sulla cima di un tenero colle, circondato da una sterminata distesa di colline che, come un mare incantato, macchiettato di verdi vigne, floridi girasoli e austeri cipressi, sembrava disperdersi tutt'intorno, interrotto solo da qualche sperduto casale e silenzioso castello addormentato dietro un lungo e mite viale alberato.
Un vento costante soffiava dalle colline, rischiarando l'aria e liberando quell'orizzonte dalla foschia, quasi a volerne aprire le porte verso un mondo lontano.
La terra rossa di quei luoghi appariva ovunque, tra i campi, lungo le dolci vallate e nella case che correvano tutt'intorno alle mura del palazzo reale, come a voler unire ogni cosa in un gioco di screziate variazioni cromatiche, tutte nate dal riflesso di quello straordinario rosso.
Era giorno di udienze e la reggia aveva le sue porte aperte, lasciando così ad una vivace umanità la possibilità di affollare il cortile reale.
Andros stava all'ombra di un grosso albero che spuntava con i suoi rami oltre il muretto che racchiudeva i giardini.
Attorno a lui vi erano sedute alcune dame, con valletti e messeri.
Il sagace narratore intratteneva quella cortese compagnia con la risoluzione di un enigma, che sembrava suscitare non poco l'interesse nei presenti.
Chymela era poco più lontana, seduta su una panca del cortile, intenta a seguire, divertita, quella scena.
“Avanti, messer Cristiano.” Disse una dama. “Rivelateci voi la soluzione di questo indovinello. Credo sia troppo complicato per noi oggi. Su, non fatevi pregare! O dobbiamo pensare che vi diverte tenerci sulle spine?”
“Il fatto è che” intervenne uno dei messeri “oggi fa troppo caldo per pensare a questo indovinello, sir... e poi qui c'è troppo chiasso per concentrarci. Sarete dunque costretto a rivelarci la soluzione del vostro gioco...”
“No, non ancora!” Esclamò Chymela. “Io non voglio ancora arrendermi!”
Andros la fissò e sorrise.
“Sir!” Disse all'improvviso una voce dal cortile. “Sir! Ehi, voi, venite a vedere!” Chiamando gli altri che erano con lui.
E tutti gli si avvicinarono.
“Ehi, ragazzi!” Esclamò Andros stringendo loro le mani. “Cosa ci fate qui?”
“Siamo i rappresentanti della nostra contrada” rispose uno di loro “e abbiamo portato delle cose al re.” E mostrò un carro colmo di vari oggetti e merci che rappresentavano l'omaggio che ogni contrada dava alla corona in vista del grande Palio cittadino.
“Vi state preparando per la giostra?” chiese Andros.
“Si e vi vogliamo con noi, amico mio!”
“Non mancherò.” Sorridendo il capomazdese.
“Mi raccomando, sir!” Fece uno di quelli. “E badate che Choci attende quel vostro portafortuna! Ci occorre per vincere!”
“Quel cavallo” disse Andros “può battere chiunque, anche senza il mio portafortuna. Però ci sarò, promesso. La nostra contrada” con tono fiero e sincero “vincerà.”
Si strinsero in un tenero abbraccio e poi si salutarono.
“Devo dire” avvicinandosi poi Chymela ad Andros “che sono sinceramente stupita...”
“Davvero?” Chiese Andros. “E perchè mai?”
“Beh...” rispose lei “... le contrade sono gruppi molti chiusi e tengono al senso di appartenenza... e ci vuole una cerimonia particolare per essere ammessi nei loro ranghi... voi invece siete qui da poco, ma nel vedere quelle persone... non so... sembravate amici da sempre... come se foste uno di loro... si, sono colpita da questo.”
“Ci siamo conosciuti poco dopo il mio arrivo” sorridendo Andros “e siamo diventati amici.”
“Mi piacerebbe conoscere come è nata questa vostra amicizia con loro.” Disse Chymela. “Se a voi va, naturalmente...”
Andros rise e prese la mano di lei.
“E' una lunga storia, mia signora.”
“Adoro le lunghe storie.” Sorridendo lei.
“Allora sappiate che dentro c'è di tutto” fece lui “e nulla manca davvero... eroismo, esotismo, erotismo!”
“Davvero?” Stupita lei.
“Eh, tutto cominciò al mio arrivo qui...” annuendo lui “... mi ritrovai per caso in quella contrada e fu allora che accadde qualcosa di incredibile...”
“Cosa?” Domandò lei.
“Eh, vidi una bellissima principessa...” sospirando lui “... capelli come l'oro, pelle di ceramica, occhi verdi come la speranza di chi ama... me ne innamorai subito e decisi di chiedere in sposa quella bellissima creatura... quel fiore nato tra i dolci colli, quel frutto proibito, quella perla di Sygma...”
“E come c'entra la contrada in tutto questo?” Vagamente infastidita lei.
“Non basta questo per far compiere qualsiasi impresa ad un uomo?” Rispose lui, facendole l'occhiolino.
Lei allora si voltò verso il palazzo e poi si alzò di colpo.
“Credo si sia fatto tardi.” Disse. “Devo andare. Vi auguro una buona serata.”
“Avevate detto di restare qui fino a sera...” facendosi serio lui “... perchè ora invece andate via?”
“E' tardi.” Rispose lei. “Sono attesa. Avete altro da dirmi?”
Andros non rispose nulla.
“Allora vi auguro una buona settimana.”
“Buona settimana?” Ripetè lui.
“E' un modo di salutare.” Acida lei. “Si usa qui. Nella nobile Capomazda no?”
“Vuol dire che non ci vedremo nei prossimi giorni?”
“Credo di no.” Fece lei. “Avete altro da dirmi?”
Andros chinò il capo.
“Bene.” Disse lei e fece per andar via.
“Milady.” Incrociandola il vecchio Guglielmo. “Che piacere vedervi. Il nostro buon Cristiano vi avrà certo intrattenuta con qualcuna delle sue storie su Capomazda. Dovreste visitare la nostra bella terra.”
“Si, è molto bravo a raccontarle.” Indifferente lei. “Le racconta da sempre e le racconterà anche quando io non ci sarò più ad ascoltarle. Del resto, si sa, nulla dura per sempre. Arrivederci, caro Guglielmo.” E si voltò di nuovo verso Andros, per poi andare via, lasciando il ragazzo in una profonda malinconia...

“Allora?” Fece Guisgard, destando Talia da quella visione. “Cosa hai deciso? Lo incontrerai dunque?”

Guisgard 27-07-2012 18.09.27

“Si...” disse Fyellon ad Altea “... ci avvicineremo con prudenza, senza farci scoprire... la vegetazione sarà un ottimo nascondiglio...” fece cenno alla ragazza di seguirlo e cominciarono a scivolare silenziosi tra l'erba alta fino a raggiungere un piccolo spiazzo, nel quale sorgeva una piccola casa colonica, dal cui comignolo usciva il fumo visto dai due.
“Chi può vivere in un luogo tanto isolato?” Mormorò Fyellon. “Eppure Mizasar ci ha detto che questa zona è infestata da quella terribile tribù... possibile che gli abitanti di quella casa non temino le locuste?”

Altea 27-07-2012 18.24.41

Camminammo lentamente verso la direzione del fumo, quando uscimmo da tutta quella fitta sterpaglia con sorpresa trovammo una casa colonica, guardai Fyellon perplessa "Si infatti, non mi sembra posto dove una tribù si sia insediata, siete sicuro di aver fatto la strada giusta?" dissi sorridendo leggermente, immaginando la risposta di Fyellon, poichè..egli non sbagliava mai!
"Andiamo a chiedere informazioni" lo presi per mano e senza pensarci due volte mi diressi verso la casa, guardandomi attorno finchè arrivammo all'entrata della casa coloniale.

Talia 27-07-2012 18.48.53

Abbassai gli occhi di fronte a Guisgard.
Lo sentii allontanarsi di qualche passo... inspirare profondamente... e quando parlò la sua voce era vagamente più alta del solito, tesa e forzosamente non troppo aggressiva...
E fu allora che giunse quella visione.
Sussultai e la osservai passarmi davanti agli occhi in un lampo...
Andros, Chymela, Sygma... quella visione per un attimo mi rapì... i sentimenti di Chymela mi invasero...
Ma fu solo per un attimo, poi mi costrinsi a metterla da parte: non avevo tempo per loro... non in quel momento!

Citazione:

Originalmente inviato da Guisgard (Messaggio 48222)
“Allora?” Fece Guisgard, destando Talia da quella visione. “Cosa hai deciso? Lo incontrerai dunque?”

Mi voltai di scatto e tesi una mano a cercare quella di Guisgard... poi, trovandola, mi avvicinai e mi strinsi a lui...
"Come puoi chiedermi perché, Guisgard? Come puoi dirmi queste cose... come puoi essere così duro? Ma non immagini che cosa sarebbe accaduto se avessi detto loro la verità? Se avessi detto loro ciò che io davvero provo per te... credi che ti avrebbe lasciato andar via tranquillo? Pensava che tu fossi solo 'un mio amico'... così ha detto,'un mio amico'... e solo per questo era pronto a farti arrestare! Cosa credi che avrebbe fatto se gli avessi detto la verità?"
La mia voce tramava... tacqui e lentamente appoggiai la mia fronte contro la sua...
"Lo so che ho fatto una sciocchezza... perdonami..." mormorai "Io volevo solo proteggerti!"

Guisgard 27-07-2012 19.36.14

“Scusami...” disse Guisgard “... scusami per essere stato duro... credo di aver perso la testa per un momento... io non posso neanche immaginare...” scosse il capo e baciò la fronte di Talia “... il fatto è che preferisco finire in prigione che vederti con un quel maledetto... o con qualsiasi altro uomo al mondo...” strinse le sue mani “... ma tu non lo incontrerai... no, troveremo il modo per liberarci di quell'imbecille...”

Il giorno dopo, Chymela uscì a passeggiare nei giardini reali e vide accanto ad un albero un pittore che ritraeva il paesaggio.
All'ombra di quell'albero vi era un'altra figura, seduta, che fissava il pittore.
Di tanto in tanto i due si scambiavano qualche parole, senza tuttavia che il pittore alzasse mai lo sguardo dalla tela.
Chymela riconobbe quella figura seduta: era Andros.
Gli si avvicinò silenziosa.
“Buongiorno...” disse a voce bassa.
“Buongiorno...” voltandosi lui.
“Come state?”
“Normale...” rispose lui “... e voi?”
“Bene, grazie...” mormorò lei “... volevo scusarmi con voi...”
“Per cosa?”
“Ieri sono stata intrattabile e sciocca...”
“Sono stato io ad essere sciocco...”
“Voi?”
“Si...” fece lui “... vi ho lasciata andare senza dire e fare nulla...”
“Si, è colpa vostra...”
“Poi quelle vostre parole a Guglielmo...”
“Già, quelle parole...”
“Ho sperato nel vostro odio...” mormorò lui “... almeno avrei potuto giustificarle...”
“Giustificarle?”
“Si...” annuì lui “... giustificarle con il vostro odio, tanto erano terribili... poi siete andata via ed io ero folle di gelosia... folle pensando che qualcun altro vi stesse magari attendendo...”
“Vi ho odiato...” sussurrò lei “... siete stato crudele con quella storia ieri...”
“Era una scherzo...”
“Uno scherzo crudele...”
“Perchè dite questo?” Fissandola lui.
“Oh, oggi non voglio star qui a giustificare o a spiegare ogni mia parola!” Fece lei. “Già mi sento abbastanza sciocca!”
“Non siete sciocca...” alzandosi lui “... e vedendovi così, vagamente contrariata, ma anche velatamente inquieta, mi apparite ancora più bella e straordinaria...” le si avvicinò “... era solo una sciocca storia, piena di parole vuote e anche un pò stupide... in una corte si dicono tante cose e si usano spesso espressioni pompose, per omaggio alla cortesia ed al vuoto protocollo tanto in voga nell'aristocrazia... ed è così anche quando si racconta qualcosa... ma le parole che invece io uso per descrivervi, per raccontarvi e per ricordarvi quando non siete con me, quelle sono un'altra cosa... vengono dal cuore e sono uniche... speciali... per voi sola... e lo saranno sempre... Chymela, io ho conosciuto diverse donne e ad alcune ho detto molte cose... parole simili a bellissimi fiori, profumati e ricchi di colori... poi siete arrivata voi e con uno sguardo, un sorriso, un cenno lieve e appena pronunciato, avete cancellato ogni altra cosa dal mio cuore... in principio mi spaventava questo... poi non più... come un vento nuovo che soffia su un prato, avete fatto sfiorire tutti quei fiori nati nella stagione di amori tanto vivaci, quanto effimeri... e avete piantato in me un Fiore nuovo... un Fiore eterno che da solo basta ad ingentilire e a pulsare nello sterminato campo racchiuso nel mio cuore... si dice che ad ogni uomo sia destinato un altissimo momento di felicità, quando cioè ci si innamora per la prima volta... ai più fortunati, invece, viene donato un altro momento speciale... quando ci si innamora per sempre, quando si conosce il vero Amore...” sorrise e le sfiorò il viso “... ed io quando ti ho vista per la prima volta ho vissuto entrambi quei momenti... è come se mi fossi innamorato davvero per la prima volta... di un amore che so sarà eterno...” i suoi occhi si unirono a quelli di lei “... vedi quel pittore? Sta dipingendo qualcosa per me... si tratta di Sygma... qualcosa di prezioso che solo questa terra possiede... forse la sua vera meraviglia...” prese Chymela per mano e la portò davanti alla tela, mostrandole così quel quadro.
E sulla tela era ritratto proprio il suo volto.
“Tu sei il vero tesoro di questa terra, Chymela...” sussurrò lui “... il suo Fiore più bello...”
http://29.media.tumblr.com/tumblr_lt...gcufo1_500.jpg

In quel momento uscì dalla locanda il menestrello.
“Devi aiutarmi, Sangò.” Fissandolo Guisgard e destando Talia da quella visione.
“Cosa vuoi fare?”
“Non lo so ancora...”
“Non metterti contro di loro.” Fece Sangò. “Non farlo, sono potenti e pericolosi...”

elisabeth 27-07-2012 19.51.43

I gioielli del torrione.......come potevo pensare che erano assortia guardare i gioielli...quando Reas aveva tutte le premure del mondo per tornare a Tylesia.....i cigni erano come svaniti dalla mente di ognuno di loro...ma non dalla mia......." Andate pure ad accogliere il vostro padrone.....io rimarro' qui ad attenderelo..."......ma una volta rimasta sola........la musica che avevo sentito la notte e la mattina stessa...incomincio' ad arrivarmi pulita a e nitida...a tal punto da poterne seguirne le note.......non rimasi ad attendere nessun Signore e seguii quel suono...quel suono che mi aveva attratta piu' volte ....ed ogni volta il srvitore aveva fatto si' che io ne perdessi la traccia...ma ora ero sola e cosi' percorsi il corridoio......salii una rampa di scala......e mi trovai difronte ad una porta in ebano...finemente intagliata...potevo sentire l'odore del sandalo e del cedro.....la maniglia della porta era una serpe chiusa a cerchio......la feci girare ed aprii la porta....c'erano tende scure a coprire le pareti....e alcune candele erano sparse sul pavimento, ed un ombra suonava al pianoforte......

Daniel 27-07-2012 21.34.20

Guardai la zingara, sapevo che erano tutte frottole e che non era capace di predirmi il futuro, ma accettai comunque..
Presi una moneta e gliela misi in mano poi la guardai negli occhi e le dissi:
<<Stupiscimi!>>

Guisgard 28-07-2012 01.20.44

Fyellon fissò Altea sbuffando e scuotendo il capo.
“Certo che abbiamo fatto la strada giusta....” disse con tono seccato.
I due, poi, si avvicinarono alla casa colonica e appena furono davanti alla porta Fyellon bussò più volte.
Ad un tratto qualcuno aprì e una vecchietta apparve sulla porta.
Aveva occhi penetranti, un naso adunco, il viso rugoso e i capelli come cotone.
“Salute a voi, signora...” salutò Fyellon “... siamo due viaggiatori e probabilmente ci siamo persi mentre attraversavamo la selva... potreste dirci in che zona siamo di preciso?”
“Siete nella Piana Maledetta del Calars...” rispose la vecchia con la sua voce rauca.

Guisgard 28-07-2012 01.40.11

Elisabeth entrò in quella stanza e la musica cessò di colpo.
Dominava ovunque un'incerta penombra ed ogni cosa appariva mutevole e sfuggente.
Alle pareti vi erano quadri che raffiguravano paesaggi tormentati da tempeste e bufere, navi naufragate in mari sconosciuti e incendi che devastavano intere città.
L'ombra seduta a suonare l'organo si era fermata all'improvviso.
“Chi...” disse con voce tremante “... chi siete? Come siete entrata qui?” Chiese ad Elisabeth senza voltarsi mai verso di lei.

Guisgard 28-07-2012 01.51.56

La zingara prese la moneta e la mise in un sacchetto che aveva alla cintura.
Prese poi la mano di Daniel e cominciò a fissarla.
“Vedo...” disse “... vedo strane forze attorno a voi... misteriose e potentissime... ma vedo anche nemici molto forti... nemici capaci di distruggere un'intera città... e poi...” aggiunse “... vedo tre corazze, simili alla vostra, eppure diverse... due sono indossate e una invece giace immobile...”



“Spero stiate scherzando...” disse uno di quei due uomini a Cavaliere25 “... perchè dovrei pagare io la giumenta? E' stato mio cugino a fare il danno! Cercate lui e fatevi ripagare!”
“Pezzo d'asino!” Gridò l'altro. “Era tuo cugino e sarai tu a ripagarmi!”
E i due cominciarono di nuovo a litigare, arrivando stavolta anche alle mani.
Proprio sotto gli occhi di Cavaliere25.

Altea 28-07-2012 14.50.22

In quel posto notavo vi era un silenzio misterioso, Fyellon andò sicuro alla porta e bussò, ci apparve davanti una vecchietta dall'aspetto trasandato e il cavaliere chiese informazioni..ella fu gentile, comunque, a informarci che ci trovavamo..nella Piana Maledetta del Calars.
Mi misi una mano in fronte..la piana maledetta?
"Gentile signora" dissi avvicinandomi "perchè questo singolare nome ha questo posto?Che voi sappiate ci abita nei dintorni qualche tribù?"

elisabeth 29-07-2012 19.33.02

Sembrava non vi fosse aria all'interno di quella stanza ......e tutto quello che vi era rappresentato alle pareti dava la sensazione di una continua distruzione.......incendi e navi in balia di onde gigantesche, quasi sussultai al cessare della musica, come se essa fosse diventata parte integrante di quall' ambiente...una voce, una voce dal tono indistinto......flebile, coem un sussurro...." Perdonatemi, non volevo profanare il vostro mondo....ma la vostra musica mi ha trascinata fin qui....io vi chiedo perdono....credo di essere stata imperdonabile, riprendete a suonare......se questo vi fa star bene, le vostre dita sembrano non potersi fermare mai......fatelo, alla luce del sole, l'angoscia non adra' via, ma vi scaldera' un po' di piu' il cuore...."......Non so' per quale motivo...parlai senza voltarmi verso la persona che suonava.....parlai fissndo un quadro...c'era una citta' bellissima.....che prendeva fuoco...sembrava Tylesia

Daniel 29-07-2012 21.17.13

Citazione:

Originalmente inviato da Guisgard (Messaggio 48236)
“Vedo...” disse “... vedo strane forze attorno a voi... misteriose e potentissime... ma vedo anche nemici molto forti... nemici capaci di distruggere un'intera città... e poi...” aggiunse “... vedo tre corazze, simili alla vostra, eppure diverse... due sono indossate e una invece giace immobile...”



<<TRE CORAZZE?!?>> Presi la zingara e le dissi
<<DImmi! Dove sono le tre corazze? Dimmelo e ti pagherò ancora!>> E misi un'altramonetasul tavolo..

Guisgard 30-07-2012 00.29.12

“Si, tre corazze...” disse la zingara a Daniel, per poi afferrare subito la moneta “... tre corazze... e una la vedrai molto presto... si, presto avrai un incontro con quella corazza... anzi, uno scontro...”


Tutti gli orari sono GMT +2. Adesso sono le 03.56.46.

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