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“Un nuovo asso di Canabias...” disse Goz a Clio, riferito al misterioso aereo col teschio con la rosa “... ci penseremo dopo... quanto all'aereo senza emblema, beh, c'è qualcosa di grosso sotto... Capomazda sta lavorando ad un'arma segreta, capace di dare una svolta alla guerra... e credo si tratti proprio di un aereo... un nuovo modello... e forse era quello che voi avete visto in azione... un mese fa è stato rubato da un hangar militare di Città di Capomazda... andate dal vostro legionario e fatemi sapere queste novità... subito...” la fissò “... so che il ragazzo morto era vostro amico... che riposi in pace... ma ora dimenticatelo... è un ordine... andate.” Fumando.
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Sforzai un sorriso ed annuii.
<< Accetto. Rimandiamo le lezioni per un po'.>> Essere Diana poteva essere vantaggioso in quel momento. << Dove volete portarmi?>> chiesi decisamente incuriosita. << Non vi piacciono le principesse... Quindi mi state trasformando in qualcosa che non vi piace >> |
L'uomo fissò Altea.
“La stazione non è lontana da qui.” Disse. “In realtà è piccola e desolata. Ma raggiungerla è forse impossibile.” “Perchè mai?” Chiese Rodian. “Perchè è sorvegliata da un posto di blocco militare.” Svelò l'uomo. “Militari di Canabias.” |
A quelle parole sgranai gli occhi verdi e guardai Rodian...erano arrivati fino laggiù? "E come faremo ora..noi dobbiamo raggiungere Città di Capomazda..non vi è altro modo secondo voi?" rivolto all' uomo che aveva dato un buon segnale, potevamo rischiare di trovare i militari davanti a noi.."Un altro posto dove si ferma? O un altro modo per raggiungere la nostra meta?".
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“Già...” disse Fermer, per poi lasciarsi cadere stancamente su una sedia “... vi sembrerò cinico e infantile se vi dicessi che ora ho solo voglia di lasciare questa infermeria e distrarmi? Magari anche solo per passeggiare nel forte?” Fissando poi Gwen.
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Fermer si lasció cadere stancamente su una sedia.
Sorrisi alle sue parole, lo raggiunsi, posizionandomi dietro di lui e lo feci appoggiare a me, iniziando a massaggiargli le spalle. "Non penso lo sia. In fondo, in guerra la gente, purtroppo, muore ogni giorno e non dobbiamo farci travolgere e distruggere. Siete umano, in fondo" risposi dolcemente, sebbene con una nota di tristezza, a causa di quella situazione. |
Annuii al capitano.
"Sissignore!" Dissi soltanto. Così, uscii dallo studio del capitano, diretta da Sullor. |
"Si parte volontari o si sta fermi a guardare il mondo che crolla" disse Marwel quasi a se stessa, mentre il suo stomaco cominciava a lamentarsi per la mancata colazione. Ormai il sole era sorto da un po' e la ragazza aveva dormito poco, mangiato meno e fatto nulla. Quell'attesa era insopportabile e a renderla ancora più aspra erano i battibecchi di Miss Gaynor e Icarius.
"Sapete, volevo diventare infermiera e aiutare i feriti in campo aperto, ma poi tutto è cambiato e ora non posso far altro che dare una mano dove c'è bisogno. Miss, non credo che l'arruolamento militare sia del tutto volontario" parlò con sicurezza nella voce, poichè era ciò che credeva veramente. La guerra l'aveva cambiata e il gioco era appena cominciato; guardò Icarius come per dirgli "ti capisco, amico", poi attese in silenzio. |
Icarius ascoltò Marwel e restò a fissarla.
“Credo che sia questa la verità...” disse poi a Gaynor, riferendosi alle parole di Marwel “... non so gli altri, ma io non sono un volontario, questa guerra non è la mia e detesto questo lercio posto.” In quel momento la porta dell'ufficio del capitano si aprì ed uscì Clio. Un attimo dopo Goz apparve sulla soglia. “Miss Gaynor...” mormorò “... come mai siete qui? Vi occorre qualcosa?” |
“Beh, non dovete certo piacere a me...” disse Guisgard a Dacey “... dopotutto sognate il vostro bel principe, romantico, gentile ed impomatato...” rise “... e non certo un militare spiantato come me.” Facendole l'occhiolino. “Quanto al luogo da mostrarvi, abbiate pazienza e lo vedrete.”
Era quasi sera ormai. I due uscirono dal borgo e raggiunsero la sua parte periferica, dove si trovava un vecchio mercato abbandonato. Al suo interno si ergeva un grosso capannone in disuso, utilizzato come rottamaio. “Eccoci giunti.” Fece Guisgard. |
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