Improvvisamente, mi tornarono in mente le parole della zingara.
Aveva parlato di un uomo, un messaggero, che mi avrebbe annunciato qualcosa che aspettavo.
Che fosse questo il caso?
Chi poteva dirlo...
Le probabilità c'erano.
Intanto, memorizzai quel nome, Clayton.
"No" risposi a Brass, con tono pacato, scuotendo la testa.
Lo guardai un altro istante, poi uscii.

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Gwen uscì e trovò Bott al pianterreno.
"Mi dica..." disse la donna "... cosa pensa di Brass?"

Stavo ancora pensando a cosa dire alla madre, quando me la trovai già pronta al pianterreno ad aspettarmi, precisa e puntuale.
"Beh, ha un carattere interessante ed una certa favella di spirito, devo ammetterlo..." ridacchiando appena e non sapendo bene che dire.
"E dubito che si tratti di ciò che lei pensava" aggiunsi dopo, guardandola.
"Non penso di aver inquadrato suo figlio dopo una breve chiacchierata, ma Brass non mi sembra affatto il ritratto del tipico sociopatico, se è ciò che la preoccupa" snocciolai, senza troppi complimenti.
"È un po' solo, è vero, non ha molta gente intorno da frequentare, ma credo che abbia un interessante mondo interiore. Credo sia per questo che fa fatica ad uscirne per incontrare quello esterno" aggiunsi poi.

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"Io invece sono molto preoccupata, Gwen..." disse Bott "... insomma... ho parlato con la sua psicologa e lui davvero crede di vedere quel Clayton, il suo amico pagliaccio immaginario..."

Ah, ecco.
Clayton era il maledetto pagliaccio...
Avrei dovuto immaginarlo da subito.
"Non credo sia pazzo, se questo è il punto" dissi con onestà, anche se non potevo rivelare nulla di ciò che sapevo in merito e temevo che ciò avrebbe comportato qualche problema, ma davvero non potevo.
"Non ho comunque le idee molto chiare, su quel fronte, soprattutto perchè come ho già specificato non sono una psicologa e non so come la mente umana possa colmare automaticamente certe mancanze..."

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"Pensa" disse Bott a Gwen "di poter aiutare mio figlio?" Fissandola.

Presi un respiro profondo.
"Aspetterò magari di parlarci qualche altra volta, se ne avrò l'occasione" sorridendo appena.
"Non voglio né deluderla né darle false speranze, ma mi impegnerò, se potrò, per farlo."

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"D'accordo." Disse un pò delusa Bott a Gwen. "Spero possa aiutarci."
La ragazza così lasciò la casa e risalì sulla sua moto, mentre dai vetri Brass la spiava.

La cosa cominciava a essere decisamente interessante.
Quelle di quei giorni non erano le uniche sparizioni.
C'era di più, c'era molto di più.
Sparizioni che risalivano a molti anni prima.
Gente che era sparita e mai più stata ritrovata, senza riscatto o altro.
Quello sì che poteva essere un bel libro!
Non ce n'era, ovunque mi girassi mi arrivavano segnali che dovevo continuare a fare quello che sapevo fare invece di dedicarmi al mio nuovo progetto.
Continuai a fare ricerche.
Volevo saperne di più, chi erano gli scomparsi, chi si era occupato del caso e soprattutto come potevo fare per accedere ai fascicoli e guardrmeli in santa pace per lavorarci su.

Le sorrisi ed andai via, montando in moto per tornare a Bellion.
Non sapevo bene che idea farmi sulla chiacchierata con Brass, ripetevo fra me e me le sue parole e quelle della zingara, ma nulla che potessi dire alla madre.
Come facevo a parlarle di predizioni e magia?
Era impossibile.
Speravo solo di avere nel frattempo elementi sufficienti per capirci qualcosa di più, mentre aspettavo di parlare con Clemia.

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