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Avevo sempre odiato paracadutarmi. La sensazione di vuoto allo stomaco, l'ondeggiare a seconda del vento, l'impatto con la terra... purtroppo era stato inevitabile, e ora non restava che trovare un punto adatto all'atterraggio.
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Fermer rispose al bacio di Gwen e le sorrise teneramente.
“Vi ha portati qui un legionario...” disse ai due Suor Ologna “... ha detto che necessitavate di cure... e poi è andato via...” |
La battaglia continuava tra virate, colpi ben mirati e istintivamente portai la mano al ciondolo tramandatomi da una antenata, avuto in misteriose circostanze..rappresentava la civetta, simbolo di Capomazda, che teneva stretto un carciofo, simbolo di Suession ovvero la landa della Dama del Lagno..la tradizione parlava di una alleanza. Pregai portasse fortuna..e così fu..Domis abbatte' l' ultimo Valchiria, sentii tutti esultare dalla base.
Istintivamente lo afferrai e baciai con passione.."Ti amo..Domis De Taddei". |
“Va meglio, grazie...” disse Fines a Dacey.
Poi ad un tratto la ragazza si alzò e lasciò i sedili. Raggiunse il corridoio della carrozza per scendere dal treno. “Milady!” Chiamò Levet. “Dove andate? Siete impazzita?” |
Ero impazzita. Forse si. Forse lo ero davvero. Forse la guerra, il dolore e la morte mi avevano resa pazza. Avevano ucciso Dacey e messo al mondo Diana. Forse. Forse questo era ciò che gli altri vedevano dall'esterno.
Io mi sentivo semplicemente me stessa. E ora desideravo solo ritrovare l'unica persona che per me era davvero importante, l'unica persona che mi rendeva felice. Solo allora sarei potuta tornare a Capomadza. Forse era una follia eppure. Eppure il richiamo della felicità, dell'amore era così forte, più della ragione e del dovere. Per una volta volevo essere irrazionale, seguire il mio cuore. Libera dalle costrizioni di corte. Libera di seguire ciò che desideravo. Stavo per spiccare il volo, un piede già sulla banchina ma la voce di Levet mi fece arrestare, riportandomi a terra. Lo guardai per un lungo istante, le labbra appena socchiuse prima di mormorare, << devo mantenere la mia promessa. La battaglia ora é cessata. Non vi è pericolo>> |
Docilmente Clio e Gaynor scesero ciascuna col proprio paracadute.
Alla fine atterrarono tra alcune sterpaglie, mentre il Novalis finiva la sua gloriosa attività sfracellandosi contro alcune rocce. |
Avevo toccato terra. Stanca e ammaccata, ma viva. A pochi metri da me, c'era anche Clio... mi tolsi l'imbracatura e mi diressi verso di lei. "Stai bene, tenente? A quanto pare ce l'abbiamo fatta" le dissi con un largo sorriso.
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Restai per un lungo istante ad osservare il Novalis, con una punta di tristezza.
Lo guardavo quasi come si guarda un soldato caduto, uno di quelli che ha combattuto con onore, che ha fatto la differenza. E il Novalis aveva decisamente fatto la differenza. Chinai lievemente il capo, in segno di saluto, in segno di rispetto per quella meravigliosa arma che mi sentivo incredibilmente fortunata ad aver pilotato. Se Guisgard non ce l'avesse portato, forse le cose sarebbero andate diversamente. Già, Guisgard... pensai con un sorriso triste, per poi scuotere la testa. Eppure sapevo in cuor mio che era vivo. Non sapevo spiegare quella sensazione, non sapevo dargli un nome, ma sapevo che era vivo. Chissà se saremmo riusciti a ritrovarlo, o se lui avrebbe trovato noi. Atterrai, destandomi dai miei pensieri. Mi liberai agilmente e quasi meccanicamente del paracadute, come avevo fatto molte volte nelle esercitazioni e in battaglia, all'occorrenza. Ora non restava che capire dove eravamo e come muoverci. Sorrisi poi a Gaynor. "Direi di sì, tu sei tutta intera?" le chiesi "Vediamo di capire dove diavolo siamo...". |
Domis rispose con la medesima passione a quel bacio improvviso di Altea.
Fu un bacio lungo, profondo, inebriante ed appagante. “Così farai andare in ebollizione l'aereo, bellezza.” Disse poi lui, facendole l'occhiolino. “A cosa devo tanta inaspettata passione? Perchè sono un eroe ora?” |
Mi sorrise così teneramente che mi sciolsi.
Non potevo pensare che avevo rischiato di perderlo, ma ora si era risolto tutto e lui era ancora con me. "Non so davvero come ringraziarvi, vi dobbiamo tutto, sorella" sorridendo alla suora. |
Levet guardò negli occhi Dacey.
“Forse è solo una vostra illusione...” disse il baronetto. L'ultimo fischio del treno, le porte stavano per chiudersi. “Allora andate...” sorridendo Poeh alla ragazza “... cosa aspettate?” “Ma sei impazzito?” Incredulo Fines. “Si, forse si...” annuì Poeh “... dopotutto, diceva un poeta, solo i pazzi sono felici a questo mondo...” fissò di nuovo Dacey “... andate, o le porte si chiuderanno... andate, se lo desiderate davvero...” |
"Si, tutta intera..." risposi "E dove siamo siamo, suppongo che dopo la nostra impresa manderanno qualcuno a recuperarci..."
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Quel bacio..risvegliò ricordi e sensazioni lontane..i nostri appuntamenti segreti nelle estati di Capomazda nascosti da mia madre Giada, la campagna capomazdese, la gelosia e l' orgoglio tra noi ..."No..ha risvegliato l' amore che ho sempre avuto per te ed ora so non si è mai sopito" .
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Clio e Gaynor atterrarono, per poi ritrovarsi vicine, mentre le lamiere del Novalis bruciavano fra le rocce.
“Ottimo lavoro...” disse via radio Lyon, parlando loro attraverso la ricetrasmittente di Clio, mentre sorvolava le loro teste col suo aereo “... davvero un ottimo lavoro... a breve un aereo di soccorso verrà a riprendervi.” Ma in quel momento il giovane ufficiale vide uno dei caccia legionari staccarsi dagli altri. Era quello di Icarius. Stava andando via. “E sia...” mormorò piano Lyon “... te lo sei meritato... va pure... vola via e torna ad inseguire i tuoi sogni...” restando a fissare quell'aereo svanire oltre l'orizzonte. http://www.gamoholic.net/images/stor...ds_of_Prey.jpg |
“Non dovete ringraziare me” disse Suor Ologna a Gwen “ma quel legionario.”
“Deve trattarsi di Reddas...” mormorò Fermer. “Ora pensate solo a riposare.” La religiosa, per poi uscire. “Gwen...” fece Fermer “... avvicinati ancora, ti prego...” sorridendole “... devo chiederti una cosa...” |
Domis sorrise ad Altea e le accarezzò le labbra ancora calde, per poi baciarla di nuovo.
Il loro aereo allora tornò alla base, dove insieme agli altri caccia furono accolti come eroi. La base ed il borgo erano in festa. |
Accennai un sorriso.
Certo, ringraziare... Voleva farci fucilare, quel maledetto. Andò poi via, lasciandoci soli. Lo guardai incuriosita, appoggiandomi al cuscino col gomito. "Dimmi" lo incoraggiai, sorridendo. |
<< Grazie... Ci rivedremo, presto...buon viaggio >> dissi grata ai borghesi saltando giù dal treno, quindi di corsa alla taverna.
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Nemmeno mi ero accorta di avere addosso il ricetrasmettitore.
"Dovere.." risposi soltanto, sorridendo. "Bene, mia cara, arrivano i nostri.." facendo l'occhiolino a Gaynor. Sospirai, sedendomi contro una roccia. "E datemi retta.." aprendo di nuovo le comunicazioni radio "C'è anche Guisgard da recuperare, non ce lo vedo che fa il martire.." sorrisi, ricordando il suo sorrisetto irriverente mentre mi diceva che non aveva intenzione di rimetterci la pelle. Ma sapevo che non mi avrebbero dato retta, così decisi di cambiare strategia. "O per lo meno il suo cadavere, credo che con quello che ha fatto si meriti un funerale militare con tutti gli onori..." sempre via radio. Poi mi ricordai che Goz non sapeva cosa fosse la gratitudine. "Se siete troppo impegnati andrò io.." sentenziai. |
“Beh, volevo dirti...” disse Fermer accarezzando la mano di Gwen “... lo so che Città di Capomazda non è molto simile ai tuoi villaggi celtici, alle scogliere del Nord e neanche troppo somigliante ai borghi di origine sassone...” fissandola negli occhi “... ma la campagna è verde come in altri pochi posti al mondo e la brughiera poi laggiù non ha nulla da invidiare a quella della tua terra natia, anzi... questo per dirti che se vorrai si potrebbe avere un cottage fuori città, magari nel cuore della brughiera Afralignonese... lì si potrebbe stare nei momenti di vacanza o anche solo dopo essere fuggiti dal clamore urbano... oh, che idiota... immagino ti sembrerò poco chiaro... ma tutto questo sottintendeva che... si, insomma... Gwen, voglio che tu sia mia moglie e che mi segua a Città di Capomazda... vuoi sposarmi?” Stringendole la mano.
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Dacey saltò giù dal treno, lasciò la stazione e svanì subito dalla vista dei tre borghesi e di Levet.
“Ma...” disse incredulo Fines “... ed ora? Ora che diamine faremo?” “Partiremo, amico mio.” Rispose Poeh, per poi scoppiare a ridere. E la sua risata contagiò anche Leones, mentre il Meridian Express lasciò la stazione, diretto a Città di Capomazda. La ragazza intanto correva. Correva verso il cuore del borgo, dove si trovava la taverna. Evangelia era semidistrutta, ma la gente sopravvissuta era già al lavoro per ricostruirla. Giunta alla taverna, Dacey vi trovò il taverniere e sua moglie. |
“Tranquilla...” disse Lyon via radio a Clio “... cercheremo anche lui.”
Infatti poco dopo arrivarono due aerei da soccorso. Uno prelevò Clio e Gaynor, mentre l'altro andò in cerca di Guisgard nel punto in cui era saltata la base nemica. Le due ragazze furono portate alla base ed accolte come eroine. |
Mentre correvo mi domandavo se forse non era vero, ero impazzita e ancora mi ostinavo a credermi sana e lucida. Solo qualche mese prima un gesto come quelli, lasciare il treno e la promessa di un futuro certo, mi sarebbe sembrato il gesto di una pazza. Eppure correvo con sorriso sulle labbra, il borgo tutto intorno a me, ciò che ne restava almeno. Case e negozi mezze diroccate e la gente, con tanta voglia di tornare alla normalità. Lo stesso che nella taverna.
Entrando vidi subito il locandiere e la moglie, fui felice di saperli sani e salvi. << Spero che la mia stanza sia ancora disponibile >> dissi con un sorriso prima di avvicinarmi ai due. << Sono lieta di rivedervi così presto. Cosa posso fare per aiutare qui?>> attendere Guisgard con le mani in mano non faceva per me, agitata com'ero all'idea di poterlo rivedere. |
Più lui parlava, più sentivo un tuffo alcuore e sorridevo alle sue parole.
Poi, quella domanda. Quell'unica, semplice domanda, che con poche parole è capace di sconvolgerti e di sconvolgere il tuo mondo. "Sì" mormorai, quasi in apnea, con un sorriso che mostrava qualcosa di superiore alla felicità "Ti sposerei ogni giorno della mia vita e ti seguirei anche sulla Luna, se me lo chiedessi" dissi, baciandolo. Ero completamente stordita, felice e al settimo cielo. la prospettiva di una vita con lui andava oltre ogni mio sogno e per una volta, sperai che il mio sogno che avevo fatto si realizzasse del tutto. "Sei la cosa più bella che mi sia mai capitata. Ti amo." |
"Ecco bravi.." annuii via radio, per poi lasciare lo sguardo perdersi lontano.
Oh, quel tipo era vivo, e l'avrei rivisto. Non sapevo perché, ma ne ero certa: mi fidavo del mio istinto. Poi arrivò l'aereo e ci portò alla base, dove potei riabbracciare i miei fratelli e gioire con loro. Eppure di tanto in tanto lanciavo uno sguardo alla pista di atterraggio. Era una strana sensazione, nuova ma di cui avevo compreso di non poter fare a meno, era forte, abbastanza da sovrastare la gioia della battaglia. Come poteva essere possibile? Era irrazionale, illogica e inopportuna. Eppure l'adoravo. Non c'era altra spiegazione, nella miriade di emozioni forti che ero abituata a provare, quella riusciva a spiccare, come non avrei mai creduto. E c'era un solo modo per comprendere se era vera o frutto della mia immaginazione. O meglio, c'era una sola persona che poteva rispondere a quella domanda. |
Finalmente eravamo rientrate. Ci accolsero con tutti gli onori, ma io desideravo solo tornare a casa... la guerra era finita e i nemici sconfitti, la mia presenza lì non aveva più alcuno scopo. Avrei voluto rivedere Icarius, ma evidentemente per lui non avevo significato nulla... Quella sera avremmo festeggiato la vittoria, ma in quel momento volevo solo stare un po' da sola, per cui a fatica mi liberai di tutti e andai nella mia stanza. Presi la mia valigia e la posai sul letto, pronta a riempirla per andarmene via il prima possibile.
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Il taverniere e sua moglie si voltarono verso Dacey e le sorrisero.
“Oh, vi credevamo su quel treno...” disse la donna “... come mai non siete partita?” “Su, non seccarla con le tue domande.” Fece l'uomo. “Piuttosto, vuole aiutarci, no? Bene. Vi va di andare a prendere dell'acqua fresca sul retro della locanda?” A Dacey. “Serve per lavare la frutta, altrimenti non avremo altro da mangiare. Ah, prendete un ombrello che pioviggina...” |
<< Vi racconterò tutto >> promisi alla donna un seguito alle domande. << Ma dopo che avrò preso l'acqua!>> esclamai quindi prendendo un ombrello miracolosamente integro dall'ingresso. Quindi un secchio dal retro del bancone. Quell'immagine di me apparteneva niente meno che a Diana. Ero tornata per un po' sotto quelle spoglie alche se i locandieri sapevano ormai la verità su di me.
Con il necessario tra le mani uscii sul retro del locale, riparandomi dalla pioggerellina che cadeva lieve, un commosso pianto del cielo per i morti nella battaglia di Evangelia. |
Dacey andò sul retro per prendere l'acqua dalla fontana della taverna.
La pioggia cadeva ora più fitta, avvolgendo quell'angolo del borgo con un lieve, leggero e sognante alone. Le goccioline sull'ombrello divennero quasi melodiche con il loro ticchettio, come se suonassero per un concertino di lieto fine. E fu in quel momento che Dacey tra la pioggia udì una musica. Stavolta vera. La musica di un'ocarina che lei ben conosceva. |
Fermer guardò Gwen negli occhi.
“Amore mio...” disse, per poi baciarla. Un bacio lungo come un sogno che si insegue per un'intera vita. Un bacio prezioso come un sogno che si realizza. http://49.media.tumblr.com/tumblr_m2...iez9o1_500.gif |
Gaynor e Clio rientrarono alla base, osannate come eroine.
Ma le due ragazze vissero in modo diverso quel trionfo. La diva andò nei suoi alloggi per preparare i bagagli e lasciare Evangelia. Il biondo tenente invece trascorse quei momenti insieme ai suoi fidati compagni. Eppure le due eroine avevano diverse inquietudini nel cuore. I festeggiamenti durarono a lungo, fino a sera, quando giunse un aereo militare con a bordo il colonnello Corsion, ministro della propaganda Afralignonese. L'uomo si complimentò con i legionari e congedò Goz dal suo incarico di comandante, offrendogli un ruolo nell'esercito regolare. Ed al suo posto fu proclamata dagli altri legionari Clio come nuovo capitano. “Mi sembra un degno onore...” disse Corsion “... dunque, accettate, tenente Clio?” Al biondo tenente. |
Risposi al suo bacio con trasporto, passione, ma soprattutto Amore.
Già, Amore. Chi si immaginava che sarei dovuta arrivare fin lì per trovarlo? Non era comunque il momento di farsi domande, un momento solo nostro e che volevo godermi fino in fondo. |
Alla base arrivò il colonnello Corsion, mia vecchia conoscenza, che propose a Goz di entrare nell'esercito regolare. Al suo posto, come Capitano della base, fu scelta Clio. "La scelta migliore" mormorai... Ora non mi restava che tornare a casa. Mi avvicinai all'alto ufficiale. "Colonnello, la mia missione è finita... io torno indietro con lei."
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Cercai che la festa insieme ai miei ragazzi allontanasse quell'inquietudine.
Chissà, forse era solo un'illusione. Mi scrollai di dosso quella strana sensazione, lasciando che scemasse come l'adrenalina della battaglia. Forse non era destino. Avevo fatto quella scelta tanti anni prima, avevo scelto di combattere, avevo scelto il soldato e represso la donna. Illudendomi, erroneamente, che esistesse l'uomo capace di vedere al di là della divisa. Evidentemente mi sbagliavo. L'arrivo di un aereo mi destò dai miei pensieri. Come una conferma alle mie parole. Ora quella scelta andava consacrata. Guardai i miei soldati, che mi guardavano con orgoglio. Scorsi il sorriso di Estea, quello di Anty, di Elas e Dimos e tutti gli altri. Arrivò anche Gaynor che si apprestava a partire, e la abbracciai. "Non ce l'avrei mai fatta senza di te.." sorrisi "Alla faccia di Reddas.." ridendo "Buona fortuna..". Presi un profondo respiro e mi guardai intorno, il forte, le divise, gli aerei, casa mia. Sorrisi, era quello il mio posto. A qualunque prezzo. "Sarebbe un onore, colonnello.." dissi, con un solenne cenno del capo. |
Clio mi venne a salutare, abbracciandomi. "È stato un onore combattere al tuo fianco, sei un vero asso... buona fortuna a te per il tuo nuovo incarico, sono certa che farai meglio di chi ti ha preceduta. Spero di rivederti un giorno..."
Era la fine di quell'avventura. Inviato dal mio Z00D utilizzando Tapatalk |
La pioggia mi aveva sempre messa di buon umore, mi piaceva come scendeva, ora lieve ora torrenziale, come ricopriva tutto, indistintamente. La pioggia che rigenerava la terra e nel caso di Evangelia, che spegneva i fuochi dei bombardamenti. Chiusi l'ombrello, non mi dava fastidio sentire le gocce ticchettare sulla mia testa, in un gioco armonioso di note non scritte. Quasi una melodia riproducibile con la voce. Una melodia ben più definita, più reale giunse però al mio orecchio, portando il mio cuore in subbuglio. Quel suono, quello strumento, lui. Non poteva essere che lui. Sorpresa e felice iniziai a guardarmi intorno, muovendo qualche passo qua e là.
<< Capitano? Guisgard dove siete? Sono Dac...Diana... >> mentre cercavo di capire la provenienza della musica. |
Ricambiai quel sorriso sicuro e quando mi baciò nuovamente, allora capii pure lui provava gli stessi sentimenti, potevo sentire il palpito del suo cuore unirsi al mio assieme a quel bacio sia dolce che caldo e passionale.
Tornammo alla base assieme agli altri caccia, potevo vedere il borgo..era distrutto ma la gente era già in fermento per la ricostruzione e gioivano per la vittoria....in quel momento immaginai pure la mia Cherval libera e in festa. Atterrammo alla base, slacciai le cinture e tolsi il paracadute e il casco e scendemmo, pure la base era in festa...mi sentivo confusa..presi Domis per il braccio e guardai i suoi occhi azzurri pieni di gioia.."Sarebbe bello questo potesse accadere in ogni parte del mondo..ora però sei mio prigioniero" facendogli l' occhiolino. Ad un tratto vidi la donna bionda pilota, quella che incontrammo quel giorno del rapimento dell' amico di Guisgard e spiava me e lui..fu nominata capitano, sorrisi di questo...non la conoscevo ma sicuramente se lo era meritato. Mi guardavo attorno...Guisgard era vivo..ne ero certa..un tipo scaltro e furbo come lui non poteva essere morto sotto le grinfie di Canabias..ero certa la sua guerra l' aveva vinta. |
“Allora non c'è altro da dire” disse Corsion “se non... buona fortuna per il vostro nuovo incarico, capitano!” Rivolto a Clio.
E tutti i legionari esultarono, portando in spalla il biondo tenente, appena divenuta nuovo comandante della base di Evangelia. “Ehm... signore...” Goz al colonnello “... potrei sapere, con licenza parlando, del nuovo incarico che ricoprirò?” Sorridendo impaziente. “Forse tenente...” fissandolo Corsion. “Tenente?” Ripetè incredulo Goz. “Ma, ecco... io... con rispetto parlando, beh... qui ero capitano a tre stelle, signore... dunque nell'esercito regolare andrò a peggiorare di grado?” “Signore...” il colonnello all'ex capitano “... voi siete di sicuro un militare coraggioso ed un soldato audace. Siete carismatico e conoscete la guerra come pochi altri. Tuttavia la vostra scarsa capacità di giudizio riguardo all'abilità di chi sottosta ai vostri ordini e l'inettitudine palesata nel valorizzare le forze umane di cui disponevate marcano sensibilmente il giudizio sul vostro operato. Si, come detto, siete un militare esperto, ma come uomo...” scosse appena la testa. Arrivò poi Gaynor. “Certo, madama.” Annuì a lei Corsion. “Partiremo subito. Avete svolto con merito la vostra missione. Vi spetterebbe dunque un periodo di vacanza, ma dubito che il generale Taddeus sia di tale opinione. Credo infatti voglia affidarvi una delicata missione... pare infatti che uno dei rampolli del ducato di Capomazda abbia espresso il desiderio di imparare a volare e chi meglio di voi può occuparsene? Ma ve ne parlerà direttamente il generale. Prepariamoci a partire.” Sorridendole. |
I festeggiamenti proseguirono a lungo non solo alla base legionaria, ma anche per tutto il borgo.
Gwen e Fermer si baciarono a lungo, giurandosi a vicenda Amore Eterno. Suor Ologna informò i due amanti che dopo pochi giorni Fermer sarebbe stato dimesso ed allora nulla li avrebbe più trattenuti ad Evangelia. Città di Capomaza ed una nuova vita li attendevano. Anche Altea e Domis parteciparono ai festeggiamenti della base. Lui le promise di condurla presto a Cherval, dove una ribellione era in atto contro l'invasione comunista di Canabias. Forse un giorno non lontano sarebbe tornata libera. Nel frattempo si sarebbero sposati appena giunti a Città di Capomazda. |
La pioggia cadeva in infinite goccioline che sembravano liberare, al loro schiudersi, frammenti di quell'atmosfera sognante che ora circondava l'intero borgo.
Era l'aria esotica e selvaggia del deserto sterminato, con i suoi spazi immensi, i suoi miraggi frutto di sogni incantati e la magia delle sue leggende senza tempo. Quella musica si diffondeva leggera e gentile nel cortile e a quelle parole di Dacey cessò all'istante. Allora apparve una figura sotto il porticato. Era avvolta da una lieve penombra, lasciando brillare solo i suoi occhi azzurri. “Qualcuno ha detto” disse Guisgard sorridendo “che per essere una principessa basta solo essere amata infinitamente... poiché solo i veri principi sanno amare davvero...” andò verso la ragazza e con un gesto delicato le accomodò una ciocca bagnata che scendeva sul suo viso “... ed io potrei essere un principe... visto ho un castello che ci sta aspettando... da sempre...” e la baciò. La baciò e la pioggia sembrò fermarsi. Fermarsi per diventare una dolce melodia. Una melodia scandita non più da quelle infinite goccioline, ma dai battiti dei loro cuori. https://s-media-cache-ak0.pinimg.com...2afa49ba04.jpg |
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