Camelot, la patria della cavalleria

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Guisgard 10-12-2014 02.23.56

Io vecchio artigiano mostrò il suo Presepe a Guisgard e a Clio.
Era un'opera pregevole e di straordinaria fattura.
“Lo sto ultimando.” Disse il vecchio. “Così tutti potranno vederlo.”
“E' davvero incredibile.” Osservando i pastori il presunto duca. “Si, davvero incredibile.”
“L'ultimo da finire è San Giuseppe...” l'artigiano, mostrando la statuina del Santo ai due “... San Giuseppe è un Santo molto potente. Lui obbedì senza mai fiatare ai dettami del Signore e da lui andava l'Angelo affinchè il Bambino e Sua Madre non corressero rischi. Per questo Iddio non nega nessuna richiesta a San Giuseppe.”
Guisgard annuì sorridendo.
Ma all'improvviso si udì qualcosa.
Il verso di un uccello.
Ma non sembrava nulla di naturale.
“Cos'è stato?” Turbato Capitan Falco.
“E' tornato...” fece il vecchio “... è tornato dall'Aldilà per tormentarci...”

Clio 10-12-2014 02.27.25

Sorrisi osservando il vecchietto fiero del suo presepe.
Ma poi quel verso innaturale e agghiacciante.
Alzai lo sguardo su Guisgard, preoccupata, e le parole del vecchietto certo non mi rassicurarono.
Però almeno qualcuno con cui si potesse parlare, o almeno sperai.
"Chi è tornato?" chiesi titubante.

Guisgard 10-12-2014 02.34.11

Guisgard guardò Clio, poi il vecchio.
“E' tornato...” disse questi “... è tornato dall'Aldilà per tormentarci...”
“Cosa è tornato?” Turbato Capitan Falco. “Cosa è tornato? Volete dircelo?” Nervosamente il presunto duca.
“Tempo fa...” mormorò il vecchio “... qui viveva un altro vassallo del duca... curava la sua tenuta di caccia ed ogni mese il Signore di Capomazda giungeva qua per cacciare il gufo più grosso e più bello. Ma il barone Cominieri con l'inganno si insidiò qui. Denunciò con false prove il vassallo al duca e lo fece giustiziare, prendendo così il suo corpo. Ma prima di morire sul patibolo il vassallo giurò di tornare dall'Oltretomba. Per vendicarsi. E se a lui non fosse stato permesso ciò, avrebbe inviato proprio un gufo dall'Aldilà. Un gufo come quelli che amava cacciare il duca.”

Clio 10-12-2014 02.37.20

Ascoltai attentamente il racconto del vecchietto.
Finalmente qualcuno che ci diceva come stanno le cose.
Dunque non c'entravano affatto i Taddei, né Dominus.
Era una cosa faccenda diversa, più profonda.
Certo che, pensai, attiravamo guai che era una meraviglia.
"E non c'è modo di porre fine a tutto questo?" stupita.

Guisgard 10-12-2014 02.46.33

“Solo quando morirà il barone.” Disse il vecchio a Clio. “Solo la sua morte infatti metterà fine a tutto ciò. La sua anima è il sacrilego pasto che quel gufo domanda ai mortali. E fino a quando non sarà soddisfatto, non farà ritorno nell'Oltretomba.”
“Qualcuno ha mai visto questo gufo fantasma?” Chiese Guisgard.
“Nessuno poi rimasto in vita.” Rispose il vecchio.
“Già...” annuì Capitan Falco “... e ditemi... appare spesso?”
“Ogni notte.” Spiegò l'artigiano. “Ogni notte. Per questo nessuno esce prima dell'alba.”
“E nessuno ha pensato mai di ucciderlo?”
“I fantasmi non possono essere uccisi.” Scuotendo il capo il vecchio.
“Ovvio...” pensieroso Guisgard “... tu cosa ne pensi?” Voltandosi poi verso Clio.

Clio 10-12-2014 02.56.57

E allora perché nessuno ha mai pensato di uccidere il barone?
Fu la prima cosa che mi passò per la testa.
Ma evitai di dirla ad alta voce.
Cosa c'entrava tutto quello col libro di Ardea?
"Il barone però parlava di un libro assassino... cosa c'entra col gufo fantasma?" avevo detto due assurdità nello spazio di una frase, stentavo a crederci.
"Comunque... se nessuno l'ha mai visto è anche difficile esserne sicuri..." alzai le spalle, cercando una risposta razionale, ma se gli anni in mezzo ai marinai mi avevano insegnato qualcosa, era proprio che non sempre ci si riesce.
"Non so cosa pensare... forse, non so, forse solo il barone può liberare la torre da questo tormento facendo ammenda per l'inganno ai danni del vassallo..".
Ma di una cosa cominciavo ad essere certa.
Il Fiore Azzurro non c'entrava nulla con tutta quella storia.

Guisgard 10-12-2014 03.05.37

“Tutto è legato...” disse il vecchio a Clio “... il gufo è evocato dalla furia del vassallo in punto di morte, mentre il libro è la storia stessa di queste terre. E tutto riporta al nome dei Taddei.”
“Qualcosa non quadra.” Intervenne Guisgard. “Il gufo non c'entra nulla con i Taddei. Gufo e civetta sono due cose ben diverse.” Guardò Clio. “Ti va di venire con me in cima alla torre? Per vedere questo fantasma?”

Clio 10-12-2014 03.13.05

Guisgard aveva ragione, qualcosa non quadrava.
Aveva ragione, poi sulla Civetta, erano due cose molto diverse.
No, ci doveva essere dell'altro, per forza.
Perché allora leggere il libro avrebbe condotto alla morte?
Non aveva senso.
"Naturalmente..." Risposi a Guisgard con un sorriso.

Guisgard 10-12-2014 03.18.42

Guisgard e Clio lasciarono il vestibolo e corsero verso le scale.
Salirono così fino all'ultimo piano, non trovando ostacoli visto la torre appariva desolata e deserta.
Capitan Falco, giunti davanti ad una grata di ferro, la sollevò e i due si trovarono sulla cima merlata del dongione.
Un freddo e forte vento imperversava e le tenebre apparivano profonde ed immutabili.
Il sibilo del vento, come un vago lamento, metteva ansia e riempiva il cuore d'inquietudine.
Guisgard si guardò intorno, senza però vedere nulla.
“Clio...” disse ad un certo punto una voce “... Clio, sono qui... mi stai cercando... vieni...”
Proveniva dalla merlatura della torre.
E quella voce era udita solo dalla ragazza.

Guisgard 10-12-2014 03.26.30

Altea era nella sua camera, intenta a leggere un libro di poesie.
Fuori un freddo vento ululava, battendo forte sui vetri delle finestre e sibilando inquieto tra le merlature della torre.
Ad un tratto qualcuno bussò.
Era un servitore che aveva portato la cena, come detto da Nora.
La servì su un vassoio d'argento e poi andò via.
Vi erano diverse pietanze, come carne, pane cotto, minestra calda, verdure e formaggi. Poi frutta secca e vino.
E mentre la dama attendeva il ritorno di Guisgard, all'improvviso, udì qualcosa giungere da fuori.
Un verso, come quello di un rapace notturno.
Un verso stridente ed inquietante.
Un verso che al solo udirlo portava ad una cupa inquietudine.

Clio 10-12-2014 03.31.03

Corremmo verso le scale, per poi raggiugnere il tetto.
Una voce, una voce che mi chiamava dalla merlatura.
Per tutta risposta estrassi la pistola dalla cintura, certo, contro un gufo fantasma era inutile, ma non si poteva mai sapere.
"E questo come diavolo fa a sapere come mi chiamo?" Esclamai, interdetta.
"Scommetto che se mi avvicino cado di sotto, guarda un po'..." Guardandomi attorno, per poi voltarmi verso Guisgard.
"Hai sentito?" Avvicinandomi a lui "Quella voce.. Clio.. Sono qui... Mi stai cercando.. Vieni" cercando goffamente di imitarla "Veniva da là.." Indicai.
"Hai sentito una voce inquietante anche tu, o gli piacciono solo le bionde?" Sorridendo appena, guardandomi intorno preoccupata.
"Stammi vicino..." Sussurrai appena, alzando gli occhi su di lui.

Guisgard 10-12-2014 03.37.35

“Io non ho sentito nulla...” disse Guisgard a Clio “... forse era solo il vento...” guardandosi intorno e con la spada già saldamente nella mano “... tranquilla, sono qui...”
Il vento continuava a soffiare inclemente.
“Clio...” ancora una voce “... Clio, aiutami...” era quella di Cid “... sono entrati e vogliono portarmi via... Clio... dove sei?”

Clio 10-12-2014 10.08.42

Lo colpii alla spalla con la mano sinistra, prima di estrarre un pugnale con la stessa dalla cintura.
"Non osare.." alzando su di lui uno sguardo implacabile "Non osare mettere in dubbio le mie parole in una situazione del genere.. sarò anche pazza ma non fino al punto di sentire voci..".
Poi di nuovo quella voce.
Cid...
Mi si strinse il cuore.
"Ora è la voce di Cid.." mormorai, fissando il punto in cui veniva, per poi scuotere la testa "Per l'amor del Cielo..." cercando di essere razionale "Primo, come diavolo faccio a sentire Cid che non siamo vicini alla stanza? Secondo, se devo andare da lui prendo le scale interne, genio, non so mica volare..." guardandomi intorno, sempre più preoccupata "Qualunque cosa sia... vuole che io vada da quella parte..." indicando nuovamente il punto da cui veniva la voce "O dopo tutta questa storia credi davvero che sia il vento?" scuotendo la testa "Ci manca solo di crepare in un modo tanto stupido.." mormorai.
Eppure sapevo che, da dove proveniva quella voce, mi attendeva solo morte certa.
Ma sapevo anche che se dovevamo scoprire qualcosa, forse dovevamo anche rischiare.
"Se la voce la sento solo io, è evidente che vuole me..." sorrisi appena "L'avrò fatto arrabbiare... chissà perché non mi stupisce la cosa..." scherzai, per poi sospirare "Forse dovrei avvicinarmi e vedere..." alzai gli occhi su Guisgard "Non è che hai una corda, così se cado mi tieni, vero?".

Altea 10-12-2014 15.50.37

Sospirai e mi immersi nella lettura, forse mi avrebbe aiutata a distogliere i miei pensieri negativi e la inquietudine ma poi chiusi subito il libro..ero agitata..forse era quel vento implacabile che soffiava e bussava alla finestra, come uno spirito invernale che chiedeva di essere ascoltato.
Era freddo, incredibilmente freddo e provai ad accendere il caminetto ma senza risultati..speravo non mi venisse una bella raffreddatura.
Il servitore bussò alla porta e portò la cena e ringraziai ma lo bloccai..Guisgard non era li, e se avesse detto questo a Nora o altri sarebbe stato pericoloso e sorrisi.."Lasciate pure il vassoio per il mio compagno..Capitan Falco..è a rilassarsi in un bel bagno caldo".
Il servitore uscì e mi sedetti sul tavolo per mangiare anche se la fame non era tanta, non era nemmeno bello mangiare in solitudine e pensai a Guisgard..pregai non fosse in pericolo..si, era una testa calda e amava imbattersi nelle situazioni più disparate e per fortuna ne usciva indenne ma doveva essere più cauto a mio avviso e rimasi a guardare i piatti..Altea, parli come una moglie che è pronta a fare la romanzina al marito appena torna a casa dalle bevute con gli amici.
Mi alzai..infatti era libero di stare dove voleva e mi cambiai e mi misi in camicia da notte, tanto avrei dormito in quella fredda stanza sola..sembrava infestato da fantasmi o essere demoniaci quel posto e spensi le candele per andare a letto a dormire.
Fu un tratto..e mi voltai di scatto verso la finestra e scattai a quel rumore..era il rapace..lo stesso stridio avevo sentito assieme a Cid..certo poteva essere un comune rapace notturno in cerca di cibo visto il freddo ma quello stridio era surreale e spaventoso.
Guardai poi la porta e scossi il capo..no..uscire sola non era sicuro visto ciò che era successo e col cuore che saltava fino in gola mi feci coraggio e toccai la rosa in oro...e mi avvicinai alla finestra per vedere se avessi scoperto o visto le sembianze di quel rapace.

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elisabeth 10-12-2014 17.49.12

Un buon odore di biscotti fatti a casa...latte caldo......ero stata praticamente espulsa dal profondo del Lagno sulla terra ferma....." Vostro nonno deve essere di animo buono.....se si e' preso cura di me e voi ...a quanto pare siete uguale a lui......vi ringrazio per il cibo che mi darete......"......la vestaglia del nonno..doveva essere più alto di me......ma la ragazza aveva ragione...era calda e confortevole.......sentivo ancora gli uomini parlare fuori......ma decisi di sedermi a tavola e di aspettare la ragazza....." Aspettate vi do una mano....." ....mi alzai e presi la tazza con il ..latte......."fatemi compagnia.......come vi chiamate......dovete avere un cane da guardia feroce...non ha ancora smesso di abbaiare......"....portai la tazza alle labbra e ne presi un lungo sorso

Galgan 10-12-2014 17.56.45

Il molosso pareva davvero feroce, o forse era soltanto fedele, e svolgeva l'atavico compito che gli era stato assegnato; sta di fatto, che non mi impressionai, non per particolare temerarietà, ma perché, in un lontano passato, avevo interagito con questi animali, ed invero mai avevo trovato, nei simili del guardiano che ora si ergeva contro di noi, un nemico...Qualcosa mi disse che questa volta non sarebbe stato diverso....
In effetti, una voce placò l'ira del cane, ed un uomo anziano apparve ai nostri occhi.

-Salute a voi, buon uomo-

risposi, con la solita voce sommessa,

-Non temete, né io, né i miei compagni d'arme, abbiamo la minima intenzione di nuocervi.
Giungiamo in questi luoghi, al solo scopo di raggiungere due imbarcazioni, le quali dovrebbero transitare in queste acque-

Guisgard 12-12-2014 01.00.07

“Non temete, cavaliere.” Disse l'anziano a Galgan. “Non ho mai pensato che voi possiate essere miei nemici. Nulla infatti ho mai commesso da attirarmi l'ira e l'ostilità di nobili guerrieri.” Sorridendo. “Due imbarcazioni dite? In effetti” guardando il corso del Lagno “ho udito da dei contadini di passaggio che due grosse navi stavano attraversando questa tratta, forse per raggiungere Nuova Casalis. Pare che una di esse battesse la bandiera ducale. Siete forse cavalieri del duca, messeri?”
“Siamo qualcosa” rispose Tharos “che a voi non riguarda.”
“Non sapete” intervenne Montel “che di fronte a dei cavalieri va osservato muto silenzio e parlare solo quando si è interrogati?”
“Allora chiedo a voi perdono per il mio comportamento.” Sempre sorridendo l'anziano. “Vivendo qui in queste lande desolate purtroppo pare abbia perduto la capacità di pormi al cospetto di voi nobili cavalieri.”

Guisgard 12-12-2014 01.08.43

Guisgard guardò Clio negli occhi, come a voler sostenere lo sguardo della ragazza.
Ma forse, soprattutto, per farle sentire la sua presenza accanto.
“Io non penso tu sia pazza...” disse “... ma questo luogo è inquietante e persino il vento sembra volerci confondere...” guardò poi intorno a loro, vedendo solo il nulla e l'immensità della notte “... cerca di restare calma... Cid è nella tua stanza a dormire... non può essere in nessun altro posto...”
E di nuovo si alzò cupo il sibilo del vento, come a rincorrere tutta la merlatura della torre.
“Clio...” ancora quella voce “... Clio, mi portano via... aiutami...” era quella di Cid e proveniva dallo spiazzo sottostante “... Clio... affacciati... sono quaggiù...” aggiunse la voce del ragazzino.

Clio 12-12-2014 01.17.07

Dovevo essere forte, dovevo resistere.
Ancora quella voce.
Scossi la testa.
"Di nuovo.. dice che lo stanno portando via..." alzando gli occhi su Guisgard "So che non è lui, accidenti... altrimenti lo sentiresti anche tu... so che se mi sporgo cadrò giù...".
Chiusi gli occhi e respirai profondamente.
Respira..
Ragiona...
Respira..
Li riaprii e osservai il vento.
"Che facciamo?" gli chiesi, con gli occhi nei suoi "Dobbiamo pur far qualcosa, non credi?" sbuffai, guardandomi intorno "Perché a te lascia in pace e tormenta solo me?".

Guisgard 12-12-2014 01.28.05

“Io non sento nulla, oltre il sibilo del vento...” disse Guisgard a Clio “... solo le folate che avvolgono questa torre...” guardò poi la ragazza e prese la mano di lei nella sua, stringendola forte, come a volerla rassicurare ancora.
Si voltò allora a fissare la merlatura, nel punto in cui aveva guardato Clio.
Prese così ad avvicinarsi piano verso i merli lungo il camminamento.
Il vento aumentò di intensità, quasi a volersi portare via il falso mercenario, soffiando tra i suoi capelli scuri e gonfiando il suo mantello.
Ad un tratto però lui si girò indietro, verso la ragazza.
Ed il suo volto apparve diverso.
Quasi deformato da una delirante e spregevole espressione.
“Cid è di sotto...” mormorò sadicamente “... sfracellato sui bastioni... nessuno è riuscito a salvarlo... tu eri troppo presa a provocarmi con le tue grazie...” ed un ghigno apparve sul suo volto.

Guisgard 12-12-2014 01.37.35

La ragazza sorrise ad Elisabeth, per poi sedersi e gustare con lei un po' di quel latte caldo.
“Si, Bredon è un buon cane da guardia.” Disse sorridendo la ragazza. “Il mio nome è Marangel e mio nonno è proprio come avete detto voi. E' infatti l'uomo più buono e generoso che io conosca. E tra non molto lo vedrete. Ma ditemi di voi. Chi siete e cosa ci facevate in queste lande tutta sola? Vi è forse accaduto qualcosa?”

Clio 12-12-2014 01.44.22

Mi prese la mano nella sua, riuscendo a stringerla nonostante il pugnale.
Poi si avvicinò alla merlatura, e io puntai la pistola nell'altra mano verso il vuoto.
"Comunque non abbiamo visto nessun fantasma finora.." mormorai.
Ma era chiaro perché nessuno fosse tornato, se tutti seguivano quella voce erano perduti.
Poi si voltò.
Dapprima inorridii, e trattenni il fiato.
Poi scoppiai a ridere.
"Certo, come no... le mie grazie sono talmente in mostra che non so come tu possa pensare ad altro.." scuotendo la testa.
Non era lui.
Non gli avevo visto un'espressione simile in tutta la vita.
No, era parte dell'illusione, come la voce di Cid.
Mi chiesi cosa avesse detto in realtà.
Cosa volevano da me?
"D'accordo.. va bene.." fingendomi seria, lentamente "E' tutta colpa mia, sono una persona orribile, quasi quasi la faccio finita.." scossi la testa "no, non ci casco.." più al vento che a lui, poi il mio sguardo divenne davvero serio "Non... mi.. sporgerò..".
Tirai Guisgard verso di me.
"Vieni via di lì.. qui c'è qualcuno che sta cercando di farmi impazzire, e la cosa non mi piace per niente...".
Ma sapevo che poteva solo peggiorare, dovevo solo riuscire a non cedere.

Guisgard 12-12-2014 01.53.38

Clio tirò a se Guisgard, con forza e decisione, facendolo scendere dalla merlatura.
E a quel gesto il falso mercenario scoppiò a ridere.
“Sei insaziabile...” disse divertito “... si, insaziabile...” e la prese fra le braccia, cominciando a baciarla sul collo e su tutto il volto, mentre la sua mano iniziò a stringere il corpetto della ragazza con vigore.
E iniziò a tirarlo così forte che quasi lo strappò, facendo spezzare almeno un paio di lacci “... ora vedrai come ti farò divertire...” continuando a baciarla e cercando di strapparle via i vestiti con una mano, mentre con l'altra stringeva con energia le forme della piratessa “... sarà eccitante farlo qui, al buio e in questa fredda notte... ma non temere, saprò scaldarti io...” e finalmente riuscì a strapparle una parte di vestito, per poi cominciare ad accarezzare con bramosia la sua pelle nuda.
Ed i suoi occhi azzurri erano diventati quasi rossi per la lussuria.

Clio 12-12-2014 02.22.16

Non era lui.
Io, insaziabile? Era l'ultima definizione che mi sarebbe venuta in mente.
In un attimi mi ritrovai tra le sue braccia, con le sue mani e le sue labbra su di me.
Cominciai a non capire più niente, e per un momento, rischiai di lasciarmi andare.
Ma poi le sue parole, la sua voce, gli occhi, le mani.
No.
Non era lui. Non era così che doveva andare.
Stavo per protestare, ma non lo feci, lo strinsi a me, bramando la sua pelle quanto lui la mia.
Aveva le mani troppo occupate sul mio corpo per immobilizzarmi, e visto che non le stavo usando per respingerlo, non avrebbe cominciato adesso.
Quant'era difficile restare lucida, e non abbandonarsi.
Fosse stato un altro avrei potuto ucciderlo con un colpo di pistola.
Ma certo non gli avrei mai fatto del male.
Lasciai cadere le armi e lo cinsi con le braccia, standogli sempre più vicina.
Non avevo bisogno di fingere, ogni parte del mio corpo fremeva al tocco delle sue mani smaniose.
Lo amavo e lo desideravo con tutta me stessa.
Ma non aveva alcuna importanza.
La mia prima idea fu di atterrarlo, ma il mio maestro sosteneva che la cosa migliore era il massimo risultato con il minimo sforzo.
E non era una situazione in cui valeva la pena rischiare.
Allora compresi qual'era la cosa più logica da fare.
Così, all'improvviso, strinsi il suo collo a me, alzai il ginocchio e lo colpii, un colpo forte, deciso, assolutamente preciso, che avrebbe spento ogni lussuria dai suoi occhi.
Poi sì che portai una gamba dietro di lui per sbilanciarlo e portarlo a terra, così da poterlo controllare.

Guisgard 12-12-2014 02.43.30

Clio fu brava a restare calma, tanto da apparire indifesa, per poi subito sfruttare il tutto a suo vantaggio.
Colpì Guisgard con una precisa e forte ginocchiata, riuscendo così ad atterrarlo senza troppa difficoltà.
Ed infine lo immobilizzò a terra.
“Acc...” disse contorcendosi per il dolore Capitan Falco “... allora mi costringi tu a farlo...”
Clio era sopra di lui, tenendolo bloccato, senza possibilità di muoversi.
Il falso contrabbandiere allora, pur non potendo muovere neanche un braccio, un po' per il colpo ricevuto, un pò per la morsa della ragazza, con una contrazione del braccio riuscì a ruotare il polso, così da far scivolare dalla sua manica a sbuffo un lungo spillone, appuntito ed affilato.
E questo, fuoriuscendo, arrivò a graffiare la mano con cui Clio teneva fermo il presunto Taddeide.
Il graffiò sanguinò subito, ma pur essendo leggero causò un breve ma intenso capogiro alla ragazza, facendola prima barcollare e poi cadere a terra.
“Al diavolo...” riuscendosi ad alzare Guisgard, ma tossendo ancora a causa del colpo ricevuto “... saresti un'ottima moglie, credimi...” voltandosi a guardarla.
Si avvicinò, per poi chinarsi su di lei.
“Mi senti, Clio?” Guardandola negli occhi. “Clio, mi riconosci ora?”
Il capogiro cominciò man mano a scemare e la piratessa riprese totalmente coscienza.
Vide così Guisgard accanto a lei, che la fissava.
“Clio... mi riconosci ora?” Sussurrò lui. “Fino ad un attimo fa sembravi un'invasata... hai tentato prima di spogliarti, poi di buttarmi di sotto... e per poco non mi tramortivi con un colpo ben assestato...” tossendo di nuovo “... credo che tu fossi sotto una specie di strana, non so... ipnosi o qualcosa di simile... come drogata, ecco... per questo ho pensato di ferirti leggermente... la perdita di sangue ti ha fatto tornare in te... chiaro sintomo che fino ad un momento prima eri in balia di una sorta di delirio...”

Guisgard 12-12-2014 02.51.41

Altea si avvicinò alla finestra per vedere cosa avesse generato quel verso, quando tra il vago chiarore delle torce che tentavano di squarciare l'immensità della notte, vide qualcosa.
Come una sagoma incerta, pallida, leggera e veloce che si muoveva tra il chiaroscuro.
Poi udì qualcosa.
Non più il verso del rapace, ma una voce.
Prima confusa, poi più nitida.
Una voce che riconobbe bene.
Era quella di Guisgard.
Le parole però apparivano distorte, incomprensibili.
Eppure era la sua voce e proveniva da fuori.
Una voce che sembrava chiedere aiuto.
Poi all'improvviso una folata fece spalancare la finestra, diffondendo nella stanza il lamentevole sibilo del vento ed un freddo gelido.
E di nuovo, per un momento, Altea udì il misterioso e spettrale verso di quel rapace.

Altea 12-12-2014 14.46.07

Guardai attentamente fuori dalla finestra, le luci flebili delle torce rendevano quella notte ancora più enigmatica e surreale creando quasi strani giochi di luce.
Ad un tratto una sagoma passò...era qualcosa di etereo e leggero e mi parve quasi di aver visto uno spirito passare..ma cosa stava succedendo.
Riguardai nuovamente ma non vidi nulla ma udii una voce lontana e strana ma poi prese un chiaro tono di voce..la avrei riconosciuta ovunque..era Guisgard e sembrava provenisse proprio da fuori e chiedesse aiuto.
Mi portai le mani al petto, il talismano era sempre più caldo e bisbigliai "Guisgard..amore..dove sei"..mi stavo angosciando, dopotutto se non mi voleva io non avrei permesso gli succedesse qualcosa.
La finestra si aprì di colpò ed entrò una folata di vento gelido quasi a rapire i miei pensieri e udii di nuovo il rapace e sussultai..non doveva entrare e chiusi la finestra urlando.."Chiunque tu sia..non hai nessun effetto su me, io non ti temo" e serrai forte la finestra e riflettei a lungo..e se fosse stato un avvertimento.
Presi coraggio, non vi era tempo da perdere..Guisgard certamente non era in giro per il maniero a quella ora di notte, ricordavo doveva parlare col barone ma poi non lo avevo più visto.
Uscii dalla stanza in camicia da notte e presi una torcia camminando scalza senza fare rumore e arrivata alle scale che davano alla parte superiore della torre sentii un vento gelido spirare ed ebbi un sospetto.
Iniziai a correre per le scale chiamandolo "Sono Altea, dove sei.." ma risposta non vi era, finchè col fiato corto arrivai in cima alla torre e vidi la grata di ferro a terra e sentii delle urla e voci concitate provenire dal torrione e merlature e mi sporsi sebbene il vento gelido lambiva forte, mi sembravano le voci di Clio e Guisgard e mi guardai attorno mentre la fiaccola della torcia si spense per il vento e dissi solo.."Sono Altea..Capitan Falco...sei qui".

Clio 12-12-2014 15.06.52

Riuscii ad atterrarlo.
Mi si strinse il cuore a vedere la sua espressione, ma lo immobilizzai.
Avanti... Dammi un segno... Dimmi che ha funzionato, che sei tornato in te...
Poi in qualche modo riuscì a graffiarmi la mano, e mi sentii mancare, finendo a terra.
Ma quando aprii gli occhi lui era lì, accanto a me.
Mi illuminai nel vedere la sua espressione.
"Sei tornato..." Mormorai, sfiorandogli la guancia con la mano che non sanguinava, potando alle labbra l'altra.
Era solo un graffietto.
Ascoltai il suo racconto e poi risi, felice che fosse finita quella follia.
"Io invasata, eh? Oh, tu invece sei stato un vero gentiluomo..." Ridendo appena, per poi sospirare "Credo che qualcuno si stia divertendo a farci ammattire... Ho cercato di dirtelo, ma immagino fosse già troppo tardi.. Chissà cosa hai sentito.." Scossi la testa "Mi dispiace di averti colpito, ma non avevo scelta.. Era la cosa migliore, fidati.. Potevo ucciderti, diamine mi sei saltato addosso che ero ancora armata..." Trasalii "Un momento.. E se fosse questo che vuole, chiunque ci sia dietro? Che ci uccidessimo a vicenda? Allora, con ordine... Tu mi hai raccontato quello che hai visto, ora tocca a me.." Mettendomi a sedere, la sera era gelida, ma io stavo ancora bollendo.
"Ricordi di avermi preso per mano, e ci siamo avvicinati alla merlatura? Credo che quella sia stata l'ultima cosa lucida che abbiamo fatto.. Poi ti sei girato verso di me e mi hai detto che Cid era spiaccicato sui bastioni ed era colpa mia perché ero troppo impegnata a provocarti.. Ma non eri già più tu, non ti ho preso sul serio nemmeno un attimo... Anzi, fin li mi sono chiesta che cosa avessi detto in realtà, è cosa erano diventate per te le mie parole.. Speravo che spostandoti da lì sarebbe passata, che fosse solo un momento.. Così ti ho tirato verso di me, e tu.." Risi "Mi hai detto che ero insaziabile.. E.. Beh, poi mi sei saltato addosso e non ho capito più niente, hai iniziato a slacciarmi il corpetto a strapparmi i vestiti.. ma io.. io.. non potevo permettertelo.. ti ho fatto credere che non mi sarei ribellata, e poi al momento buono ti ho colpito.." alzai gli occhi su di lui con aria colpevole "Mi dispiace, credimi... ma non sapevo che altro fare... non sapevo come farti tornare in te.. io.. era già così difficile riuscire a restare lucida... ma sapevo che se ti avessi colpito bene... sano o indemoniato non saresti stato fisicamente in grado di farmi niente...." sospirai, per poi sorridere "Ora lo so..." mormorai "Sai, mi chiedevo se sarei stata in grado di fermarti se avessi esagerato, o se invece mi sarei lasciata sopraffare dal desiderio, dimenticando tutti i motivi per cui avrei dovuto dirti di no..." sorrisi appena "Beh, non so come ma ce l'ho fatta... anche se non è stato facile.. eppure, paradossalmente mi hai reso le cose facili... sai, la mia paura si fondava sul fatto che io potessi mentire a me stessa e autoconvincermi che tu fossi innamorato di me... quando non è così ma.." risi "Beh, ti assicuro che prima tutto sembravi tranne che un innamorato.. anzi.." sospirai.
Cominciavo a riprendere fiato, ma la mia pelle scottava ancora.
"Fortuna che ho portato un cambio.. dovrai prestarmi il tuo mantello, sai?" mormorai, cercando di mettere a posto il corpetto "Se non altro sei stato di parola.." risi "Hai detto non temere saprò scaldarti io" ripetei, cercando di imitare la sua voce "Diamine mi sembra di andare a fuoco.." mormorai.
"Che facciamo adesso?" chiesi, con gli occhi nei suoi.

elisabeth 12-12-2014 16.07.20

Avevo la tazza del latte tra le mani...era caldo..e mi dava piacere, Marangel..era lì difronte a me mi parlava con gentilezza, non era incuriosita era in attesa di ciò che avrebbe potuto fare per aiutarmi......" Avete un bel nome......e io in questo caso , sono stata molto ineducata...non mi sono presentata, mi chiamo Elisabeth, provengo da un isola che appartiene solo agli Dei......" sorrisi nel dire questo...ma era l'unica cosa che mi sembrava logica...la mia vita era uno scompiglio di situazioni....." Ero sulla Regina di Afravalone, una nave Ducale....accompagnavo un Ufficiale...così almeno gli altri componenti della nave dicevano che fosse...lui aveva perso la memoria.....lo avevo chiamato Nettuno, vi puo' sembrare strano..ma vedete..un giorno il mare lo aveva adagiato sulla spiaggia dell'isola dove vivevo...e da lì..la mia serena vita....e' cambiata....."....mi persi con lo sguardo nel vuoto e pensai a Nettuno...alla serra di fiori che invadeva di profumo la mia giornata.......mi ripresi...e continuai "...Una sera, dopo aver visto uccidere un ragazzo a sangue freddo sul ponte di quella nave....fui presa da una strana sensazione.....ho avuto il terrore che non potevo piu' aiutare nessuno..nemmeno me stessa.....così..mi gettai dal parapetto della nave......forse se avessi indossato la vestaglia di vostro nonno...se avessi voluto ancora vivere....sarei risalita a galla...ma il mio vestito e' stato una zavorra.......non ricordo nulla...ricordo solo di aver aver chiesto di tornare indietro......forse alla mia coscienza.......e poi mi sono svegliata in questa casa......e ora mi sto concedendo...un pasto caldo grazie a voi e a vostro nonno........."......dovevo comprendere perchè ero lì e perchè la Signora del Lagno mi aveva mostrato i due Cavalieri..........l'unica paura che avevo era che non avrei piu' potuto scusarmi con Nettuno.....sempre che ancora avesse avuto la memoria per riconoscere il mio volto.......

Guisgard 12-12-2014 16.29.04

Guisgard ascoltò Clio, per poi sorridere appena.
“Ti prego...” disse tornando serio “... smetti di dirlo... smetti di dire che non sono innamorato... sembra... non so, sembra... non mi piace, ecco...” togliendosi poi il mantello e posandolo sulle spalle della ragazza “... e comunque posso assicurarti che neanche per me è stato facile... affatto... mi eri saltata addosso, per poi cominciare a spogliarti... no, non è stato per nulla facile trattenermi...” guardandola negli occhi “... però tutto è troppo strano... entrambi siamo certi di essere rimasti lucidi e che l'altro o l'altra abbia invece perso il senno per un momento... chi dunque ha ragione fra noi? Chi davvero è rimasto lucido? A me in verità sorge un dubbio... ti ho vista diventare strana, come se fossi posseduta, dopo avermi parlato della voce che ti chiamava... mentre invece io udivo solo il sibilo del vento... e se questo fosse un segno, una prova che sei stata tu ad aver perso coscienza? Se così fosse, come a questo punto credo, bisogna capire cosa ti hanno fatto... drogata? Ipnotizzata? E soprattutto come e quando sono riusciti a farti questo...”
Ma proprio in quel momento una sagoma apparve poco distante da loro.
Era Altea.
“Altea...” sorpreso Capitan Falco “... cosa ci fai qui da sola?”

Guisgard 12-12-2014 16.31.29

“Sembra un romanzo la vostra vita...” disse Marangel ad Elisabeth “... si, uno di quei romanzi di avventure cavalleresche...” sorrise, per poi sorseggiare un po' di latte “... e un po' vi invidio...” la guardò negli occhi “... ma ora qui siete al sicuro... parleremo col nonno e lui magari conosce la nave di cui dite... e se così fosse allora forse riuscirete a ritrovare Nettuno...” sorrise ancora “... sapete...” arrossendo “... parlandomi mi avete fatto pensare a Deluen... egli... egli è un ragazzo che vive poco lontano da qui...” rise teneramente “... a volte mi fa la corte, ma temo abbia timore di mio nonno...” prese ancora un sorso di latte “... no, non a volte... egli mi corteggia ogni volta che ne ha la possibilità...”

Altea 12-12-2014 16.42.22

Ad un tratto udii la sua voce.."Sei tu..temevo fosse qualcuno altro del castello e per questo non ho fatto nomi".
Mi misi tra le merlature e vidi lui e Clio.."Bella domanda..e tu che fai qui?" dissi guardandolo in modo strano "ero sola nella stanza...sentivo quel rapace, mi tormentava e stavo andando a vederlo quando apparve una sagoma eterea, non l'ho vista bene era pallida e veloce..sembrava uno spirito, poi udii una voce, non capivo di chi fosse e poi realizzai era la tua...e chiedeva aiuto..e sono venuta a cercarti perchè pensavo fossi in pericolo" e continuai a fissarlo mentre il vento scompigliava i miei capelli ed ero intirizzita dal freddo visto come ero vestita "Ma vedo eri qui ad amoreggiare...meglio torni nella mia camera..non cambi mai" e me ne andai scendendo le scale veloce...stupida che sei Altea.
Rientrai nella camera e mi sedetti sul letto guardando di nuovo fuori, attorno a me regnava ancora il buio.

Clio 12-12-2014 16.48.32

Sorrisi appena.
"Ah, non ti piace eh.. figurati a me.." scossi la testa "Posso smettere di dirlo ad alta voce se ti mette la coscienza a posto quando mi baci.. ma questo non lo renderebbe meno vero.." mormorai triste, abbassando lo sguardo, per poi sospirare "Scusa.. non ho alcun diritto di parlarti così.. so che è.. complicato.. che le cose sono cambiate da quando eravamo ragazzi.. è solo che.. devo ricordarlo a me stessa.. io... non.. non devo.. non posso dimenticarlo.. neanche per un momento..." mormorai "Altrimenti sono perduta..." in un sussurro "Specialmente in queste condizioni... e mi sono immaginata tutto, renditi conto..." alzando lo sguardo su di lui, di nuovo sorridente.
"Allora vedi che il mio colpo è servito? Almeno ti sei tranquillizzato..." con un sorrisetto malizioso "Ma infondo credo che nessuno dei due volesse che le cose andassero in quel modo.." mormorai, con gli occhi ardenti nei suoi "Non credi?".
Ma ci mancava solo di giocare col fuoco.
"Quindi dici che tu eri lucido e solo io ho sognato tutto quello.." pensierosa "Può darsi.. ma come? Voglio dire, non ho fatto nulla di diverso, non ho mangiato qualcosa in più, bevuto diversamente... come può essere possibile? Ma soprattutto, perché?".
Ma poi ci accorgemmo di Altea, Guisgard le parlò, ma lei poco dopo corse via.
"Anche lei ha visto e sentito qualcosa.." esclamai "E se colpisse solo le donne? Dopotutto era una voce di donna che abbiamo sentito ieri notte... se è così potrebbe essere in pericolo anche lei.. forse dovremmo rientrare..".

elisabeth 12-12-2014 18.44.49

Lamia vita un romanzo d'avventura......non mi era mai venuto in mente, e come poteva....se ci pensavo bene, la mia vita era calma piatta.....sull'Isola tutto era perfetto, rituale e lavoro...ma quanto bastava perchè ogni cosa fosse al suo posto.....non ci stancavamo mai.....Poi era arrivato Nettuno e fu in quel momento che incominciai a farmi domande e le domande sembravano diventare tratti di vita reale.......amavo Nettuno ?.......non lo sapevo, sapevo solo che gli avevo negato il mio aiuto...avevo fatto una promessa e l'avevo spezzata......Lui non mi avrebbe mai abbandonata...ma forse era quello che mi sarebbe piaciuto credere......la voce della fanciulla smise di raccontare del suo Amore....." La mia vita non e' un romanzo.....la mia vita e' paragonabile ad una persona che dorme e che poi all'improvviso viene svegliata.......con i suoi pro e contro....Voi invece...non lasciatevi scappare quel ragazzo ..se provate per lui dei sentimenti puri, vostro Nonno ha solo paura che voi soffriate.....ma sono certa che e' un uomo saggio e che saprà ascoltarvi..........Chissà forse potrà dare una mano anche a me......e raggiungere quella nave che sta portando via la mia promessa...."..........avrei voluto avere la voglia di alzarmi da quel tavolo e di mettermi a correre lungo le sponde del Lagno....sperando di vedere all'orizzonte quella benedetta nave....e invece, come se stessi riposando ...rimasi seduta...con la tazza di latte tra le mani...che aveva perso tutto il suo calore....

Guisgard 13-12-2014 00.58.47

Guisgard guardò Altea andare via.
“Amoreggiare...” disse scuotendo appena la testa “... pare che voi donne abbiate una fissa su questo...” sorrise malinconico “... già... magari è colpa mia che do quest'impressione...” fissò Clio “... ma forse vedendoci qui, con te coperta dal mio mantello... bah...” seccato “... lasciamo perdere... fammi vedere piuttosto la mano...” dove l'aveva graffiata “... si, è solo un graffietto...” stringendole la mano nella sua “... no, nessuno di noi due vuole che vada in quel modo... e poi...” tornando a guardarla nei suoi occhi chiari “... e poi se io potessi fare l'Amore con te, beh, vorrei fosse speciale e non lo farei certo qui, in cima a questa torre, tra foschia, spettri e chissà cos'altro...” alzò gli occhi sulla grata, dove era andata via Altea “... si, anche lei ha visto o sentito qualcosa... chissà, forse hai ragione... forse davvero siete voi donne ad essere in balia di qualcosa o qualcuno... ma chi? O cosa?”

Guisgard 13-12-2014 01.18.14

Marangel sorrise a quelle parole di Elisabeth.
“Deluen” disse “è un bravo giovane, un caro ragazzo...” chinò lo sguardo arrossendo “... si, sicuramente mio nonno conosce come nessun altro queste terre e sono certa potrà aiutarvi... anzi, vado a chiamarlo... sarò di ritorno fra un attimo...” ed uscì.
Elisabeth restò allora da sola in quella piccola stanza.
Era tuttavia un ambiente confortevole ed accogliente, sebbene tutt'altro che sfarzoso.
E su una piccola mensola di legno vi erano persino dei libri.
Un vangelo, un Libro di Salmi, un Abecedario ed infine un testo a prima molto antico, con la copertina un po' consumata ma ancora di pregevole fattura.
E aveva un titolo enigmatico:

“La Dama del Lagno”


Clio 13-12-2014 01.19.36

Sorrisi appena.
"Ah io non parlo, ti ho ripetuto fino alla nausea cosa penso del tuo essere galante con tutte..." sorridendo, per poi porgergli la mano "Non è niente, davvero...".
Risi appena alle sue parole.
"Beh.." con gli occhi nei suoi "Anch'io..." dissi soltanto "Spero solo che non ti accorgerai che vuoi me e nessun'altra quando mi avranno già accoppata, perché sarebbe una beffa terribile, sappilo.." mormorai, sorridendo, cercando di ignorare che il mio cuore aveva accelerato terribilmente.
Cercai di concentrarmi sull'enigma.
"E se la risposta fosse nel libro di Ardea?" esclamai, d'improvviso.
"Ci deve essere dell'altro, perché mai una contesa politica come quella del barone e del precedente vassallo dovrebbe uccidere le donne? Non ha senso..".

Guisgard 13-12-2014 01.31.43

“Accopparti...” disse sorridendo Guisgard a Clio “... non ti avevo mai sentita parlare così... voglio dire, sin da piccoli sei sempre stata sicura di te, spavalda, indomita e rissosa al punto giusto da allontanare ogni idea di sconfitta, figuriamoci la morte.” Rise piano. “Non mi starai invecchiando?” Facendole l'occhiolino. “Forse dovresti innamorarti, sai? Intendo dell'uomo giusto... di quelli che sappiano darti certezze, dall'animo mite, senza grilli per la testa e di sicuro non assidui frequentatori di liste di proscrizione e di mandati di cattura come il sottoscritto.” Annuì. “Qualcuno infatti una volta ha scritto che solo le donne amate non invecchiano.” Le accarezzò i capelli. “Stai comoda col mio mantello? Senti freddo?” Raccolse da terra la spada, caduta precedentemente. “Non so se davvero le donne siano in pericolo qui... ma prima di tornare da Altea voglio verificare una cosa... e cioè se davvero il libro di Ardea de'Taddei c'entra qualcosa, come hai suggerito tu... vieni con me...”
Scesero così al piano sottostante, raggiungendo la porta della piccola serra, dove era custodito l'ultimo libro presente in quella torre, ossia proprio l'Ardea de'Taddei.
Capitan Falco allora aprì la porta e subito i due udirono qualcosa.
La voce di qualcuno che leggeva.
Era una donna, per la precisione una delle servitrici del barone.
E stava leggendo proprio il poema di Ardea.
Il falso mercenario e la piratessa restarono a fissarla per un momento, quando all'improvviso la donna smise di leggere.
Cominciò a tossire e poi a contorcersi.
Come se fosse preda di qualche crisi.

Clio 13-12-2014 01.50.02

Sorrisi appena.
"Ti sbagli.." mormorai "Sono un guerriero.. la morte è parte integrante della mia vita, da sempre... il segreto è non avere niente da perdere.. mentre ora io.." mi bloccai.
Però aveva ragione, l'Amore mi stava consumando.
Poi sbiancai.
Non erano certo le parole che sognavi di sentirti dire dall'uomo che ami.
Mi limitai ad annuire con un'infinita tristezza negli occhi e un sorriso amaro.
Infondo sapevo che aveva ragione, quante volte me l'ero detta.
Già, ma ormai era tardi.
"Dimentichi che in quelle liste di proscrizione ci sono finita ben prima di te..." mormorai, con un filo di voce tremante, distogliendo lo sguardo perché non vedesse la mia espressione.
Già, le donne amate non invecchiano. Ma io non lo ero.
Non dissi nulla, come promesso, ma non per questo fece meno male.
"Sto bene, grazie..." Annuii appena, sforzandomi di sorridere "Il freddo non è un problema...".
Lui raccolse la spada, e io feci lo stesso con le mie armi a terra.
Scendemmo e raggiungemmo la serra.
Sbiancai a quella scena.
Mi voltai verso Guisgard.
"Per l'amor del Cielo.." mormorai, esterrefatta "Dobbiamo aiutarla!".

Guisgard 13-12-2014 01.58.28

Guisgard annuì a Clio e subito corse verso quella donna che si contorceva a terra come un ossesso.
Tremava, aveva gli occhi bianchi e la bava alla bocca.
Il falso mercenario cercò di slacciare la tunica sul collo della servitrice, in modo da farla respirare più liberamente e poi le mise fra i denti il fodero del suo pugnale, affinchè la lingua non la facesse soffocare.
Ma fu tutto inutile.
La donna cercò di gridare, non riuscendoci e poi morì.
“E'...” disse impressionato Guisgard “... è... morta...”
La pelle della poveretta era quasi blu.
“Cosa mai ha potuto ucciderla in questo modo?” Mormorò Capitan Falco.


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