La donna entrò e si avvicinò ad Altea, sentendo se la sua fronte scottasse.
"La febbre è calata..." disse "... al castello? Non saprei... mio marito vi ha trovata sulla sponda del canale che sfocia nel Lago... eravate senza conoscenza e vi ha portata qui... chi siete?"
Intanto la carrozza arrivò al castello, mostrando a Gwen e ad Elv le alte fiamme che ancora avvolgevano il maniero dei Dantorville.
Molti erano corsi dal paese per spegnere quell'incendio, ma buona parte del castello era ormai crollata per il fuoco.
Poco prima dell'alba arrivarono guardie inviate dal vescovo e da alcuni ducati confinanti, tra cui quello di Capomazda.

Arrivammo sul posto, ma avevo il brutto presentimento che fosse ormai troppo tardi.
Molti erano giunti per offrire aiuto, provare a spegnere l'incendio, ma non avevo comunque molte speranze.
"Cosa pensi sia successo?" chiesi ad Elv, stretta al suo braccio, mentre la vicinanza con le fiamme mi avvolgeva col suo calore e mi faceva appena bruciare gli occhi.

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Osservai la scena accanto a Best, scioccata e incredula.
Chi era quell'uomo? Uno di loro, uno della setta a giudicare dal modo in cui parlavano.
Poi strabuzzai gli occhi.
Il castello? Avevano fatto saltare il castello?
La mia idea di andare nella briughiera quindi ci aveva salvato la vita.
Dovevo riferire al mio signore tutto quello che avevamo scoperto.
Eppure.. ancora non sapevo perchè, perchè tutto quello? Perchè prendersela con i Dantorville?
Non aveva alcun senso, come le loro strane parole.
"Che pensi?" chiesi sottovoce al ragazzo, cercando il suo sguardo.

"Avevo la febbre? Meno male vostro marito mi ha trovato.. Io.. Io sono la principessa Altea Dantorville de Bastian" ma nascondevo le lacrime "Ero sola? Vi era un uomo con me".

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"Quelli non sono uomini comuni..." disse Best fissando i 3 impressionato "... no, non possono esserlo... non esistono uomini così..." sottovoce a Destresya.
"Il capo è arrivato?" Chiese Pilo agli altri 2.
Ma prima che loro potessero rispondere dal buio circostante apparvero Minsk e Maday.
"Si, siamo qui." Minsk.
Pilo e gli altri 2 annuirono.
"Sono morti tutti, vero?" Chiese raggiante Pilo.
"Si." Rispose Minsk. "Tranne i 2 ragazzi. A lei avevo promessa salva la vita."
"Ghin è bruciato come il lurido maiale che era!" Esclamò Maday.
"La nostra missione è terminata." Mormorò Minsk. "Abbiamo colpito una delle Cattoliche stirpi di Afragolignone nel pieno della sua forza. Ciò avrà ripercussioni nel XXI secolo. A questo punto non abbiamo altro da fare. Possiamo tornare nel 2019."

"De Bastian..." disse incredula la donna "... voi... voi siete la duchessa?" Fissando incredula Altea. "No... eravate sola quando vi ha trovata mio marito... non vi era nessun altro oltre voi..."
La notte era ormai al suo crepuscolo e l'aba presto avrebbe uilluminato la brughiera.
Molti erano intanto corsi al castello, ma alla fine restò in piedi solo la torre centrale, con parte della corte interna e la Cappella, lasciata miracolosamente intatta.
I soldati del vescovo, dopo alcune indagini sulle rovine, scoprirono che un gran quantitativo di polvere da sparo era stata usata nei sotterranei per far saltare il castello.
Di quelli dentro nessuno si era salvato, compreso Ghin.

"No, è tutto troppo strano!" sussurrai.
Nulla di quello che aveva detto aveva senso, c'era qualcosa di assurdo.
Ma poi quello che dissero fu ancora più assurdo, ancora più incredibile.
Venivano dal futuro?
Erano venuti dal futuro per uccidere i Dantorville?
Oh dovevo dirlo immediatamente al mio padrone, chissà quante cose avrebbe potuto fare lui viaggiando nel tempo.
"Ma è qualcosa di straordinario!" sussurrai a Best "Hai sentito, vengono dal futuro!" sgranai gli occhi.
E se erano tornati indietro nel tempo per sterminare una famiglia cattolica, allora voleva dire che non avevano idee diverse dal mio signore.
"Oh, aspetta di vedere tuo zio quando lo saprà!" tutta esaltata da quella scoperta.

Fu un colpo al cuore e guardai la donna "Scusate, si sono io... Non so ero al castello dei Dantorville e poi sono svenuta e mi ha trovata vostro marito... Probabilmente il mio amato ha dato la sua vita per salvarmi.. Il vostro nome?" trattenendo le lacrime "Fatemi uscire ho bisogno di aria" con aria mesta.

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"Assurdo..." disse incredulo Best a Destresya "... non può essere... non può..." fissandola.
Intanto quegli uomini, capitanati da Minsk, presero le loro cose e lasciarono la casupola, allontanandosi verso la brughiera.
Dopo un pò apparve una forte luce e poi solo silenzio.

"Oh può eccome!" annuendo mentre osservavo quello spettacolo.
"Il mio padrone può tutto, se ora gli dirò che è possibile viaggiare nel tempo, lui riuscirà a farlo per compiere i suoi piani.. ha già fatto più lui che tutta la scienza di questo tempo!" con un sorrisetto malizioso.
Io ero una sua creatura, lui mi aveva creato, e nessuno, nemmeno quel ragazzino petulante se n'era accorto.
"Vieni, Best, torniamo a casa!" prendendolo per mano.

La donna si presentò ad Altea e accompagnò la dama fuori in cortile, mentre l'alba spuntava.
Arrivò anche il marito.
Erano contadini.
L'uomo disse ad ltea di averla trovata con parti di un sacco attaccati ai suoi abiti.
Un sacco di quelli utilizzati nelle prigioni per chiuderci dentri i corpi dei prigionieri morti, per poi essere buttati nei fossati.
Probabilmente il sacco con dentro la dama De Bastian era poi finito impigliato tra gli arbusti che crescono lungo il margine del canale che unisce lo stesso fossato al Lagno.

Nulla più era rimasto, solo la Cappella era ancora intatta.
Ma all'interno del castello, tutti erano morti.
I soldati, Ghin, chiunque.
Tranne noi.
Mi vennero i brividi su per la schiena al pensiero che potevamo essere là, ma non era successo.
E non era successo... Perché Minsk ci aveva mandato nella brughiera.
Un pensiero mi attraversò la mente, fulmineo, come i fulmini a ciel sereno di quella notte.
Guardai Elv.
"Forse... Forse so chi è stato a salvarci, so chi è stato a propormi quel patto, in quelle strane visioni" dissi, a bassa voce "Io... Io credo fosse Minsk... Lo so che ti sembrerà assurdo, ma ragiona: lui ci ha detto di accompagnare Don Pilo, facendoci allontanare dal castello. E se lui in realtà sapesse tutto? Tutto ciò che è successo..." aggiunsi, poi scossi la testa.
"Beh, quale che sia la verità, sono felice di essere ancora qui al tuo fianco, insieme a te..." gli dissi poi, più dolcemente.
Lo baciai con la stessa dolcezza e sorrisi al pensiero della nuova vita che ci aspettava.
Solo nostra.

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Best, ancora scosso, si fece trascinare da Destresya.
2 tornarono al palazzo del padrone e lo trovarono impegnato a suonare il suo organo.

Quindi mi avevano creduta morta e volevano gettarmi nel fiume e sono stata miracolata.. "Si, mi avevano rinchiuso ingiustamente in prigione, è stato un viandante pellegrino a salvarmi diciamo.. Ma lui.. Lui sarà al castello dei Dantorville, ma non vorrei fosse nel fiume morto, pure lui era innocente" e stavolta piansi davvero "Scusatemi, pure noi nobili abbiamo sentimenti, mandate a dire a mio padre sono viva e mi trovo qui".

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Tornammo al castello, e il mio cuore si riempì di gioia nel vedere che il mio signore era tornato.
Lo trovammo che suonava l'organo e quella musica mi inebriò.
Subito tutta la tensione e la responsbilità di quei giorni si calmò, e Bez, così autoritaria e decisa, laciò il posto a Isy.
Oh si, spettava a me dare la notizia al padrone.
Io ero brava, e io non desideravo altro che essere brava per il mio signore.
Così lo raggiunsi, raggiante, immersa in quella musica ipnotica.
"Mio signore..." dolcemente, una volta accanto a lui "Posso dirvi quale segreto si cela dietro il mistero dei Dantorville, come mi avevate ordinato..".
E intanto, i miei occhi blu lo fissavano pieni di adorazione.

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Lui continuò a suonare e quando la melonia terminò, fermò le sue mani sui tasti dell'organo.
"Ti ascolto..." disse voltandosi verso Destresya.

Fu fatto chiamare il padre di Altea e verso il pomeriggio due suoi messi giunsero a prendere la dama per riportarla a casa.
Il castello dei Dantorville era ancora fumante, ma gran parte dell'incendio era stato spento.
Elv non comprese fino in fondo le parole di Gwen e forse nessuno avrebbe potuto al suo posto.
La guardò, le accarezzò il viso e la baciò.
Un bacio che forse sanciva il finale di quella storia?
Forse l'avrebbero scoperto solo i loro discendenti.

Non disse nulla, incatenò i suoi occhi si miei e mi baciò di nuovo.
Ero felice.
Felice come mai ero stata prima d'ora.
Non sapevo dove tutto ciò ci avrebbe portato, ma di sicuro l'avremmo vissuto fino in fondo, guidati solo ed unicamente dal nostro Amore forte ed incontrastabile che ci legava indissolubilmente.

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Quando mi guardò mi illuminai, restando per un momento imbambolata.
Allora gli raccontai ogni cosa.
Quegli strani uomini venuti dal futuro, le loro armi incredibili che avevo visto con i miei occhi, quelle parole strane che pensavo dapprima fossero in codice o fossero invenzioni dovevano essere sì invenzioni ma di un'altra epoca, il "cronografo" e il "visore", poi quella luce che se li era portati via, il fatto che fossero tornati nel passato per uccidere i Dantorville, una stirpe cattolica così da estirparli dal futuro.
"Ci pensate, padrone, poter andare nel passato e stroncare i vostri nemici ancora prima che nascano!" sorrisi, estatica, prendendogli le mani "Se il viaggio nel tempo è possibile so che voi sarete in grado di riuscirci, come siete riuscito a fare mille altre cose... compresa.. me!" arrossendo un poco mentre lo fissavo.
"Sono stata brava?" mormorai poi, fissandolo speranzosa.

Mentre me ne andavo a casa vidi il castello in fiamme, una rovina... Ebbi tanta rabbia, quel falso prete l'aveva avuta vinta.. Se solo Lui mi avesse ascoltato.. Tanti se ma ero almeno fiera il mio intuito aveva funzionato. E così tornai al mio castello, sola dopo aver dato tutto me stessa.

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"Molto brava..." disse lui alzandosi e racchiudendo il volto di Isy fra le sue mani forte ed affusolate, per poi baciarla.
Un bacio intenso, forte, fisico, caldo e tragico allo stesso tempo.
Un bacio in cui lei si perse, si smarrì nell'estasi ipnotica dettata dalle labbra e dalla lingua del suo padrone.
Un bacio che la stregò, come le passioni ed i tormenti sanno fare.
La baciò e poi la strinse sul suo petto, ridendo soddsfatto e fissando la luce del nuovo giorno che sembrava incapace di scigliere le ombre di quella lunga notte appena trascorsa.

Il film terminò.
La sala riaccese le sue luci e tutti apprezzarono quella pellicola di propaganda.
Uaaropolis aveva già cominciato la sua guerra ideologica contro il mondo dei Credenti.
E forse quello non era un semplice film.
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FINE

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