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Altea, tornata nella sua stanza, poco dopo si addormentò.
Fuori il tempo era cupo come il suo stato d'animo, con una fitta ed ininterrotta pioggia che scendeva inclemente sulla campagna attorno alla torre. Ma ad un tratto il sonno della dama fu interrotto all'improvviso. Qualcuno stava bussando alla porta. “Se c'è qualcuno” disse una voce maschile dall'altra parte della porta “aprite, in nome del Cielo. Aprite, vi supplico. Aprite... sta di nuovo male... vi scongiuro, aprite... venite, sta di nuovo male!” |
Le cose bisognava volerle veramente per ottenerle......quando si diceva così ad un bimbo ..per istinto chiudeva gli occhi strizzandoli e poi raggiante aprendoli...diceva.." ho pensato forte forte...ora il mio desiderio si avvera"....Ormai alla mia età...non potevo piu chiudere gli occhi e strizzarli....ma sorrisi per questo...era un pensiero strano in quel momento...eppure mi era affiorato alla mente come per poter respirare un po' di serenità.......Seguii la donna e la seguii attraversando corridoi......scavati nella roccia.....sino arrivare in una grotta piena d'acqua...mi chiese ancora se ero fermamente decisa a ritornare indietro......".....Si...voglio mantenere fede alla mia parola...ho detto che gli sarei stata accanto.......e se ne avessi l'opportunità..non me la farei sfuggire una seconda volta ...".....la guardai mentre mi indico'una parte della grotta dove l'acqua si increspava......osservai..dapprima senza rendermene conto poi l'immagine si fece piu' nitida...e vidi due uomini a cavallo........." Io ero a bordo di una nave......chi sono questi uomini......?.....non avete risposto alla mia domanda..perchè mi avete cercata ?..."........
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La scalinata della Torre..alzai la veste
e salii in punta di piedi per non farmi sentire, ad un tratto un vento gelido e pioggia su di me. Tentavo di salire le scale ma quel vento era impetuoso e freddo e lottavo per salire. Poi sul pianerottolo vidi loro..mi guardavano..davanti vi era Guisgard e vicino a lui vi erano Irko, Palos, Champenuan, Ammone, Afiel e Lainos. Tesi la mano per farmi aiutare e loro si voltarono e iniziarono a parlare tra loro...quel vento impetuoso mi fece scivolare dalle scale finché finii addosso a u muro, alzai il volto e vidi buio. Mi svegliaii con una fitta al cuore..ma sentii la voce di un uomo che chiedeva aiuto bussando alla porta della camera mia e di Guisgard. Mi alzai di soprassalto.."Che succede..arrivo, aspettate"..speravo non fosse una trappola e mi sistemai ancora agitata da quel sogno quasi reale purtroppo. Aprii poi subito la porta per vedere chi fosse e chi necessitava aiuto. |
Annuii a Tharos;
-Invero, par cosa buona agire in tale maniera- E detto questo uscii all'aria aperta, diretto al nobile Pegaso, al quale, una volta raggiunto, donai una carezza, mentre attendevo i miei tre compagni, pronto a riprendere il viaggio, e la cerca. |
Lo ascolta in silenzio, con un lieve sorriso.
Poi iniziò a suonare la sua ocarina, e io restai lì, incantata come sempre, ad ascoltare quel suono malinconico suggestivo ad occhi chiusi, lasciando la mia mente libera di vagare tra mille pensieri. Sospirai, riaprendoli, alzando lo sguardo su Guisgard che suonava. Restare una piratessa... ma ero davvero libera? No, non lo ero mai stata, perché ogni giorno avevo sperato di ritrovarlo. "Dici? Cos'è, un modo per mandarmi via?" risi sfiorandogli appena i capelli scuri mossi dal vento "Già.." tra me e me, tornando seria "A volte lo penso anche io, sai? Tipo quando mi fai imbestialire, infuriare, quando eviti le mie domande o mi..." abbassai lo sguardo "O quando mi... pugnali al cuore.. " sussurrai appena "In realtà ci sono momenti in cui vorrei non essermi mai innamorata di te..." risi "O meglio, non essermi innamorata affatto... guardami, sono diventata una patetica donnetta piagnucolona e lagnosa..." con una faccia disgustata "Ma amare uno come te.. è.." esitai, cercando le parole adatte "Complicato?" annuii "Già.. non so se mi abituerò mai a tutta questa situazione..." alzando gli occhi su di lui. E fu allora che mi illuminai e sorrisi. Tutti i problemi e gli affanni che mi assillavano sparirono in quello sguardo. Ed era buffo perché l'avevo visto mille volte. "Ma so che ti amerò sempre.." sussurrai "Dovunque dovesse portarci questo viaggio, qualunque sia il suo verdetto.. o.. il tuo.." trattenni il fiato, scuotendo la testa "E ti dirò che non mi importa un accidente del nome che porti.. io so esattamente chi sei.." sorrisi, sfilando dalla cintura il pugnale che avevo tanto cercato nei miei viaggi, e che avevo trovato ad attendermi sulla Santa Caterina, posandolo sul palmo della mano, per poi rimetterlo via e lanciare un'occhiata a Cid. In quanti si sarebbero comportati così con lui? Tornai a guardarlo negli occhi. "Un uomo per cui vale la pena combattere...." mormorai "E guarda che parlo come membro del tuo equipaggio, capitano.. non come donna..." risi "Non solo.. almeno.." mormorai, per poi fargli l'occhiolino. "Questo mi ricorda che non possiamo starcene qui a far niente, per quanto possa essere allettante, ma dobbiamo escogitare un piano.." pensierosa "Dobbiamo riuscire a leggere quel libro, ma c'è sempre qualcuno che spunta, se non è Nora sono le ancelle.." sbuffai "Cosa proponi di fare? Potremmo.. non lo so.. dire al barone che, dietro compenso ovviamente, potremmo rischiare noi di leggere il libro per suo conto..." scossi la testa "Ma immagino che non si fiderebbe.. io di certo non mi fiderei... no... dobbiamo escogitare un piano per capire veramente con che cosa abbiamo a che fare, e se ci sono dei collegamenti col Fiore Azzurro..". |
Guisgard ascoltò e Clio, per poi prenderla la mano, stringerla forte nella sua e sorriderle.
Poi il suo sguardo si fece serio. “Stanotte...” disse “... stanotte non riposeremo, ma cercheremo di capire cosa accade davvero in questo posto... e soprattutto se davvero in questa torre è custodito il Fiore Azzurro...” Ma proprio in quel momento si udirono delle urla strazianti. Urla così disperate da arrivare a spaventare anche Cid. “Ma cosa diamine sta succedendo?” Alzandosi di scatto Capitan Falco. |
“Quegli uomini” disse la vecchia ad Elisabeth, indicando le due figure a cavallo riflesse sull'acqua “stanno andando dove ti trovavi tu prima di gettarti nel Lagno.” Soffiò poi e l'acqua si increspò, facendo svanire i due uomini a cavallo. “Io non ti ho cercata.” Guardando la donna. “Sei tu che hai cercato me.”
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Galgan uscì dalla locanda e raggiunse il fedele Pegaso, la sua superba cavalcatura.
Un attimo dopo anche i tre cavalieri che erano con lui fecero lo stesso. E trascorsi alcuni istanti i quattro erano già in marcia. Giunsero presso il corso del verdeggiante e millenario Lagno, costeggiandone poi il flusso. Camminarono per un po', attraversando quelle lande che erano battute da un vigoroso e freddo vento. L'aria era limpida ed asciutta, con i monti lontani ben visibili che si stagliavano su un orizzonte azzurro e appena screziato da grosse e bianche nuvole che facevano da contorno a quel primordiale e magnifico scenario. Fino a quando i quattro cavalieri notarono una piccola capanna sulla sponda del Lagno. Da essa proveniva un lieto canto ed il latrato di un cane destato proprio dall'arrivo dei quattro. |
Sorrisi quando prese la mia mano nella sua.
"Ah, perché la notte scorsa, invece.. ho riposato un sacco.." risi appena, per poi tornare seria "Sì, credo anche io che sia una buona idea... vedremo di capire bene cosa accade..". Ma poi quell'urlo straziante ci gelò il sangue. "Eh, ma non è possibile..." esclamai alzandomi a mia volta "Cid, vieni qui..." chiamai, allungando la mano per rassicurare il bambino. Mi voltai poi verso Guisgard "Andiamo a vedere che succede?". |
Ritornai a guardare le due figure a cavallo....non mi ricordavano nessuno...." Non capisco...perchè devo raggiungere via terra la nave.......e non conosco questi cavalieri......ma se pensate che io possa andare con loro...faro' anche questo per porre rimedio al mio errore......Perchè vi avrei cercata ?.....per comprendere i miei errori..?...per ritrovare me stessa...per capire cosa provo adesso ?...."...guardai l'increspare dell'acqua......e mi persi con lo sguardo nel vuoto....." Sono pronta...."....
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Cid corse verso Guisgard e Clio, prendendo poi la mano di quest'ultima.
Il ragazzino era visibilmente scosso. E un attimo dopo i tre videro arrivare qualcuno. Era una servitrice che si agitava, che gesticolava confusa e gridava. Capitan Falco allora le si avvicinò, cercando di farla calmare e tentando di capire cosa stesse succedendo. “Calmati...” disse il presunto duca alla servitrice “... calmati, altrimenti non riusciremo a capire cosa ti rende così agitata...” “Il signor barone...” gridò la servitrice. “Calmati, così spaventi solo il ragazzino.” Fece Guisgard. “Il signor barone...” “Cosa è successo?” Chiese il falso mercenario. “Sta di nuovo male!” Urlò la donna. “Cos'ha?” “Sta male di nuovo!” “Portaci da lui!” Fissandola il presunto Taddeide. La donna annuì e fece cenno di seguirla. Condusse così i tre in una vasta sala, dove vi erano diverse persone. Nora e suo marito, alcuni servitori disperati, tre uomini abbigliati come medici e dai volti confusi ed impotenti, due soldati armati e vari musici e cantori. Qualcuno di questi strimpellava il suo strumento, altri erano immobili e silenziosi ed altri ancora sconvolti da ciò che vedevano. Vi era infatti il barone ai piedi del suo seggio tutto tremante, con la bava alla bocca. Fissava il vuoto e farfugliava qualcosa di incomprensibile. A quella visione, Cid si strinse a Clio per poi chiudere gli occhi. Nel frattempo Altea era uscita dalla sua stanza, trovando un servitore sconvolto. Chiese allora alla dama di seguirlo e la portò nella stessa sala dove erano appena giunti Guisgard, Clio e Cid. Ed anche Altea vide quella terribile scena. |
Forse, i luoghi che mi accinsi a visitare, ricordavano quelli che Adamo vide al suo primo vagito, quando fu fatto ad immagine e somiglianza con il Padre......Luoghi selvaggi e solitari, forse più consoni a quello che era il mio essere, più vicini al mio introspettivo.....
Eppure, un canto ruppe il silenzio della natura, o forse si mischiò ad esso, accompagnato dal latrato di un cane; le tracce dell'uomo erano presenti anche in quei luoghi solitari, al pensiero provai un misto di sollievo e malinconia. Dopo aver lanciato un'occhiata d'intesa ai miei compagni di viaggio, spronai Pegaso verso la capanna. |
Presi Cid per mano, e ascoltai la donna terrorizzata.
Cosa stava succedendo? Annuii a Guisgard e li seguii nel castello, dove una scena agghiacciante ci si mostrò. Sentii Cid stringersi a me e lo cinsi con un braccio, senza staccare lo sguardo dal barone. La servitrice aveva detto che stava di nuovo male, quindi non era una novità. Era il barone ora ad essere vittima del libro? O c'era dell'altro? Tutto si faceva sempre più inquietante. Non riuscii a dire una parola, e solo per un momento il mio sguardo preoccupato incrociò quello di Guisgard. |
A bussare alla porta era un servitore..sembrava spaventato e scosso e quasi non riusciva a parlare ma mi fece segno di seguirlo.
Vi era trambusto nel castello e non capivo che stesse succedendo..vi era Nora e forse suo marito, dei dottori e musici e vidi ai piedi del suo seggio il barone...tremava e il suo volto era inguardabile. Vidi arrivare pure Guisgard, Clio e Cid e mi avvicinai a Capitan Falco.."Ma che sta succedendo? Non penso sia stato avvelenato, un servitore ha bussato alla porta della nostra camera dicendo di venire perchè qualcuno stava..di nuovo male..ora ho visto chi è questo qualcuno ma a quanto sembra è soggetto a tutto questo". Mi portai le mani al petto vicino al mio portafortuna e sentivo del calore e facendomi coraggio chiesi ai medici "Cosa sta succedendo al barone? E' malato?" |
“Si, il signor barone sta male...” disse uno dei medici ad Altea.
Guisgard invece non riusciva a distogliere lo sguardo da Ciminieri, ridotto quasi ad una larva. Poi per un attimo si voltò a fissare Clio e con un cenno le indicò di badare a Cid. Tornò allora a fissare il barone. Nora tentò di avvicinarsi al signore della torre, ma suo marito la fermò, prendendola per un braccio. Nessuno infatti sembrava voler accostare al barone. E questi, guardando tutti loro, scoppiò in una delirante risata, per poi tornare a fissare il vuoto della sala. Cid scoppiò a piangere tra le braccia di Clio. “Tu...” ad un tratto il barone a Capitan Falco “... tu... su... suon... suona per me...” Guisgard restò sorpreso, oltre che ancor più turbato. “Com...” continuò Ciminieri “... com...e... come... al... Lag.. gn... al... Lagno... suona...” “Suonate, in nome del Cielo!” In lacrime Nora. Il presunto Taddeide prese così la sua ocarina e cominciò a suonare. E nel farlo iniziò a recitare: “Salvami, o Pastore di Capomazda. Non vedi il Tuo gregge disperso? Non odi il lamento dei Tuoi servi ed il pianto dei Tuoi figli? Un nemico oscuro mi minaccia e come lupo tra agnelli brama di distruggermi. Dal profondo io grido e dalla mia miseria Ti invoco, o Signore. Volgi a me i Tuoi occhi, tendi le Tue orecchie ai miei lamenti, o Altissimo. Piega i Cieli e scendi sulla Terra. Ammutolisci i venti e libera le acque. Fa udire la Tua voce tonante e gli empi fuggiranno. Lasciami sentire il Tuo richiamo, o Divin Pastore. Questa selva oscura mi opprime, i suoi rovi sono intrisi di veleno d'aspide e tra i suoi sterpi germogliano serpi. Mostra il Tuo vincastro, scuoti il Tuo bastone ed io non temerò alcun male. Fa che io senta ancora il Tuo fischio e mi rinfranchi. Chiamami a Te, o Dio ed io troverò la retta via. Sei sceso per condurmi tra dolci colline, a chiare fresche e dolci acque. Chiamami, o Signore, fammi udire la Tua voce e raggiungerò la terra promessa, pascoli di abbondanza. Nella Tua Casa, o mio Dio, non temerò alcun male e mi ciberò della Tua Grazia e della Tua Gioia ogni giorno della mia vita.” E quando quei versi e quella musica cessarono, nella sala scese un irreale silenzio. http://www.gifwave.com/media/101788/...arrow_200s.gif |
Cid scoppiò a piangere, e io lo strinsi forte.
"Andrà tutto bene, Cid.." mormorai con fare rassicurante, senza distogliere lo sguardo dal barone. Ma poi disse qualcosa a Guisgard. Suonare? Lo aveva sentito suonare? Al lagno? Poi rammentai che aveva suonato prima che gli emissari del barone giungessero sulla Santa Caterina. Per questo erano venuti? Per il suono dell'ocarina? Guisgard non si fece giustamente pregare e iniziò a suonare la sua ocarina, mentre recitava un canto, come una preghiera. E poi il silenzio. Strinsi forte il ragazzino, sperando di dargli conforto. Per un momento osservai Guisgard, e poi il mio sguardo fu di nuovo catturato dal barone a terra. |
Quelle acque si incresparono e l'immagine svanì agli occhi di Elisabeth.
Poi la vecchia guardò per un attimo la donna e parve di colpo diventare giovane e bellissima, dagli occhi e dai capelli di un verde giada. Un istante dopo Elisabeth cadde in un sonno profondo e senza sogni. Si svegliò in una capanna. Vi era il rumore rassicurante di un fuoco acceso e l'odore di erbe aromatiche intorno a lei. |
Galgan ed i suoi tre compagni raggiunsero la piccola capanna.
Subito un molosso saltò fuori, abbaiando e ringhiando verso i nuovi arrivati. “Buono...” disse all'improvviso qualcuno al cane “... buono, sta a cuccia!” Era un anziano individuo, dai lunghi capelli bianchi, una folta barba dello stesso colore e abbigliato in modo semplice. “Salute a voi, buoni cavalieri.” Ai quattro. “Cosa vi spinge in queste desolate lande?” |
Guisgard doveva suonare come aveva fatto nel Lagno..era la prima volta lo udivo suonare ma perchè tale richiesta? Ascoltai le sue parole mentre pronunciava quella quasi preghiera al Signore e mi feci il segno della croce, mentre a bassa voce rivolgevo la mia preghiera alla Regina degli Angeli e dei Cieli e quando Guisgard finì uno strano silenzio calò.
Mi voltai verso Guisgard e dissi sottovoce.."Sei un vero taddeide" e mi voltai verso il barone per vedere come stava. |
La musica dell'ocarina terminò, così come i versi di Guisgard.
E nella sala scese un cupo silenzio. E poi il freddo. Come se le murature della torre lasciassero ovunque penetrare ampi spifferi di quel vento gelido che attraversava quelle lande. Un freddo che prese tutti i presenti nella sala. Ma qualcosa era cambiato. Lo sguardo del barone. Non era più perso nel vuoto. E l'uomo non tremava più. A fatica allora prese ad alzarsi e solo qualche istante dopo suo fratello gli si avvicinò per aiutarlo. Ciminieri, così, tornò a sedersi sul suo seggio. Chiese poi dell'acqua e con un cenno congedò tutti i presenti. “Voi no...” disse ai quattro falsi mercenari “... voi resterete qui... con me, mio fratello e mia cognata...” “E noi, milord?” Chiese uno dei medici. “Anche voi.” Fissandolo il barone. “Anche voi via. Come gli altri.” E nella sala, col barone, suo fratello e sua cognata, restarono Guisgard, Clio, Altea e Cid. |
Strabuzzai gli occhi.
Possibile che la musica avesse guarito il barone? Sorrisi, stringendo Cid. "E' tutto finito.. tranquillo.." mormorai al ragazzino. Il barone si rialzò e riprese posto. Non capivo. Congedò tutti tranne noi e la sua famiglia. Fu in quel momento che mi accorsi che mancava Rossane. Mi chiesi come mai. Alla fine tutti uscirono, tranne noi quattro e i familiari del barone. Alzai lo sguardo sul seggio, chiedendomi per quale motivo ci avesse fatto rimanere. Certo, probabilmente voleva ringraziare Guisgard, ma sperai che, oltre a quello avremmo ricevuto qualche spiegazione. |
Qualcosa di strano avvenne in quella sala..il freddo..lo stesso vento freddo del sogno fatto poco prima..scossi il capo..qualcosa non andava e per un attimo pensai davvero ci fosse una maledizione..io che ero cosi scettica.
Il barone si riprese alle parole e musica di Guisgard..era qualcosa di veramente strano. Si sedette sul trono e bevve, mi guardai attorno..mancava una persona..Rosanne..la sua pupilla non vi era, non era possibile, io ero sempre a fianco di Dominus e in una situazione del genere avrei pure agito. Ciminieri mandò tutti via dalla sala tranne noi quattro, la cosa non era molto tranquilla..e come faceva a sapere Guisgard suonava la ocarina? Non dissi nulla ma dentro di me ero veramente agitata..e se veramente centrava Dominus e quella megera? Guardai Guisgard, ma mi tenni lontana..non avevo più il coraggio di trovare quella protezione che solitamente cercavo in lui, in una stretta di mano o il mio capo addosso a lui o un abbraccio..forse questo era peggio di quel vento gelido appena sentito e guardai il barone in silenzio. |
Il silenzio, innaturale e cupo, nella sala.
Poi quel freddo che sembrava giungere dall'Oltretomba. “Tanti musici...” disse ad un tratto Ciminieri, rompendo finalmente quel silenzio “... tanti medici... e nessuno in grado di farmi rasserenare...” finì la sua coppa d'acqua “... la serenità, la tranquillità... è un gran dono...” guardò Guisgard “... cos'era? Una preghiera? Una poesia? O entrambe le cose?” “Un antico Salmo che cantano i soldati Capomazdesi...” rispose il presunto Taddeide. “Un mercenario musico...” ridendo il barone “... strana cosa, vero?” Guisgard restò in silenzio. “Si, sono malato...” mormorò Ciminieri “... ma non come pensate voi... malato nell'anima...” “E'...” intervenne Nora “... è a causa di una vecchia ferita...” Ciminieri rise di nuovo. “Non credo siano così stupidi.” Scuotendo il capo divertito. “Dico bene?” Guardando Capitan Falco. “In effetti” disse il falso mercenario “non credo fosse cancrena ciò che vi tormentava fino a poco fa.” “Dovete riposare ora.” Nora al barone. “Si...” annuì questi “... dov'è Rosanne?” “Dopo la farò chiamare.” Disse Nora. “Ora riposate, vi prego.” Allora con un cenno Ciminieri congedò Guisgard, Altea, Clio e Cid. Nora annuì e li accompagnò fuori dalla sala. |
Serenità.
Già, cosa rara e preziosa, custodita in attimi indimenticabili ed irripetibili. Restai ad osservare il barone, chiedendomi cosa lo tormentasse tanto. Ma sapevo che le ferite dell'anima erano difficili da guarire, anche se di solito non riducevano in quello stato, anzi, era un male implacabile quanto invisibile. E si riusciva anche a celarlo, soffrendo ancor di più. C'era qualcosa di più, c'era qualcosa di inquietante che opprimeva il barone. Annuii quando ci congedò, seguendo docilmente Nora che ci accompagnava fuori dalla sala. Accarezzai per un momento la testa di Cid stretto a me. "Stai meglio, Cid?" mormorai, sorridendo, mentre lasciavamo quella stanza. Era un ragazzo pieno di coraggio che bramava l'avventura, ma c'erano cose che forse non avrebbe dovuto sapere a quell'età. E io lo sapevo fin troppo bene. Così, lasciammo quella stanza. "C'è qualcosa che possiamo fare per lui?" chiesi, gentilmente, rivolta a Nora. |
Ascoltai attentamente le parole tra Ciminieri e Guisgard e sorrisi quando disse di conoscere quel salmo..Dominus lo ignorava certamente.
Era ferito nella anima..da cosa...non pensavo dall' Amore? L' amore non rendeva le persone in quello stato..mi guardai attorno..in quel posto vi era una cappella o una chiesa? Vedevo poche effige religiose..e quella Rosanne non mi piaceva affatto e forse lei era un tassello di quel rebus ma potevo sbagliarmi. E Nora...sempre pronta a nascondere e mentire su tutto e ci fece uscire e fu allora con impeto di rabbia mi volsi verso Nora prima se ne andasse.."Tanto non ci prendete in giro..ho sentito voci di certe persone qui..dicevano di averlo visto e che esisteva davvero...qui vi è qualcosa non va...vi consiglio di pregare i Santi Misteri del Rosario" e detto questo mi voltai senza aggiungere altro. |
Le acque divennero un dolce danzare......e la vecchia divenne giovane e bellissima e quel verde dei suoi capelli......si ...il verde dei capelli della bambina......il suo sorriso era dolcissimo e cullo' il mio animo...volevo toccarla, ringraziarla.....volevo....non pensare piu', fu come perdere i sensi....cadere nell'oblio........senza sogni..senza speranza.....il profumo di piante aromatiche arrivo' alle mie narici......pizzicandole.....aprii gli occhi e mi guardai intorno, ero in vecchio capanno...il tetto in paglia e tutto intorno era colmo di erba medica alambicchi fumanti......" C'e' nessuno qui ?..."...sentii un cane abbaiare fuori dal capanno.....ringhiava...e mi alzai, andai alla finestra e vidi un uomo dai capelli e la barba bianca che parlava con dei cavalieri....stavo lì a guardarli quando gatto salto' da una sedia all'altra facendo cadere alcuni mestoli......" Quanto rumore.....vorrei evitare di essere vista,non so neanche se sono tra amici o nemici......"......il gatto era lì che mi osservava.....e io continuai a guardare fuori.......
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“No.” Disse Nora a Clio. “Temo non possiate fare altro.” Guardò poi Altea. “Il vostro tono è scortese e disdicevole.” Scuotendo la testa. “Badate a voi e non permettetevi più di giudicare questa torre e la mia famiglia.”
“E' chiaro” intervenne Guisgard “che questo luogo nasconda qualcosa. Perchè siamo qui? Per la mia ocarina?” Nora lo fissò senza rispondere nulla. “Allora?” Perentorio Capitan Falco. “E' quasi sera ormai.” Mormorò Nora. “E temo che il signor barone non cenerà con voi. Sarà meglio che vi faccia servire la cena nelle vostre stanze. Ah...” aggiunse “... dimenticavo di dirvi che stanotte alcuni maniscalchi saranno impegnati con dei lavori, dunque vi pregherei di non lasciare le vostre camere. Grazie.” E si allontanò. “Quella donna” mormorò il presunto Taddeide “è una pessima attrice. Fa di tutto per nascondere ciò che la turba, senza però riuscirci affatto.” Ad un tratto giunse un servitore. “Signore...” a Guisgard “... vogliate seguirmi, prego. Da solo.” “Per andare dove?” Domandò il falso mercenario. “Il signor barone chiede di voi.” Spiegò il servitore. “Voi tornate pure nelle vostre camere, signore.” Rivolto poi a Clio e ad Altea. “Si, andate.” Disse Guisgard. “Vi raggiungerò fra non molto.” E seguì il servitore. Questi lo portò in una stanza e lo lasciò da solo. Era una camera da letto, con tende e coperte intrise di profumi. Un attimo dopo apparve qualcuno da dietro un paravento. “Benvenuto...” sorridendo Rosanne, con addosso solo una velo corto e trasparente. “Il barone chiedeva di voi, poco fa...” fece Capitan Falco. “Davvero?” Fingendosi stupita Rosanne. “Oh, ma lui chiede sempre di me... in verità molti uomini chiedono continuamente di me...” avvicinandosi a lui. “Immagino.” Sorridendo Guisgard. “Perchè non vi mettete comodo?” “Vi sembra stia scomodo forse?” “Il mantello, la giubba...” Rosanne a lui “... non è troppo?” E lasciò scivolare a terra il velo, restando completamente nuda davanti a lui. “Tu mi desideri, lo so...” Guisgard sorrise ancora. “I miei complimenti...” guardandola. “Toccami...” sussurrò lei “... ovunque tu voglia...” “Sei una sorta di premio per gli ospiti?” “Si, anche questo se vuoi...” inginocchiandosi davanti a lui Rosanne. “Allora immagino sarà affollata questa torre.” Ridendo appena il presunto Taddeide. “Ti piace immaginarmi così, vero?” Rosanne toccando la cintura di lui. “Come una sgualdrina, giusto? Sarò anche questo se vuoi...” cominciando a slacciarla. “Una parte che ti riuscirebbe benissimo, credo.” Fermando le mani di lei, il falso mercenario. “Amo la libertà...” ridendo lei “... tu no? Non sei come i poeti che amano le donne e le venerano come Angeli?” “Quelle donne venerate dai poeti” sarcastico Capitan Falco “hanno il compito di condurre l'uomo verso Dio. Tu invece... temo sia un lasciapassare per la dannazione.” Facendole l'occhiolino. “Hai paura di dannarti?” Alzandosi ed abbracciandolo Rosanne. “No...” staccando le braccia di lei dal suo collo il falso mercenario “... è che mi piace fare la prima mossa... mi piace cacciare, non essere cacciato.” “Allora sarò la tua schiava...” leccandogli le labbra Rosanne “... sono tutto ciò che vuoi... per il tuo piacere... cosa vuoi che sia?” “A Capomazda” ironico Guisgard “c'è un solo modo per definire quelle come te... ma temo di non poterlo dire... mi limiterò dunque a definirti quella che sei... una ninfomane, temo.” Si chinò a terra e raccolse il velo che la ragazza aveva fatto cadere. “Stasera qui è piuttosto freddo. Rivestiti, dammi retta.” Mettendole il velo sulle spalle. “Tu non sei un vero mercenario...” con astio Rosanne “... tu non sei chi dici di essere... ignoro chi tu davvero sia, ma lo scoprirò...” Capitan Falco rise, per poi voltarsi verso la porta. “Mi rifiuti per un'altra, vero?” Aggiunse la ragazza. “Si, per un'altra...” Guisgard non disse nulla, la salutò con un cenno del capo ed uscì. “Che serata...” mormorò appena fuori “... credo di aver bisogno di un bagno freddo...” e tornò verso le loro stanze. Lasciando Rosanne da sola nella sua stanza intrisa di profumi e lussuria. http://img3.wikia.nocookie.net/__cb2...500px-Mira.jpg |
Elisabeth e sentì un cane abbaiare.
Un attimo dopo qualcuno entrò nella piccola stanza. “Ben sveglia.” Disse una ragazza. Era giovane e graziosa. “Sono lieta vi siate ripresa.” Sorridendo ad Elisabeth. “Ditemi, come vi sentite? Avete sete? Fame?” |
"Già.." mormorai a quelle parole di Guisgard su Nora, fissando il punto da cui era uscita.
Poi un uomo disse che il barone aveva chiesto di lui, e ci congedò. Probabilmente, pensai, voleva parlargli dell'ocarina, o del suo male. Intanto, condussi Cid nella nostra stanza, avevamo deciso di svelare il mistero quella notte, o per lo meno di provarci, certo non avremmo seguito il consiglio di Nora. Certo, dei maniscalchi, come no. Sperai che la chiacchierata di Guisgard con il barone portasse almeno qualche indizio. Così raggiunsi la mia camera e attesi speranzosa. |
Mi ero svegliata ?...avevo dunque dormito......" Grazie , siete molto gentile...si..si credo di avere fame....ma non vorrei esservi di peso......una domanda sola, come ci sono arrivata fino a questo capanno..."......La ragazza...sembrava molto serena...quasi fosse normale che fossi lì..era tutto così ingarbugliato nella mia mente
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Ascoltai le parole di Guisgard verso Nora e sorrisi..allora non ero una visionaria.
Rimasi basita quando disse vi erano lavori di manutenzione quella notte, ma come il barone era stato male e loro facevano dei lavori...scossi il capo ma Guisgard fu chiamato dal barone e io tornai nella camera come dettoci. Entrai in camera, mi sentivo spossata e andai a farmi un bagno ristoratore e mi rimisi il bel vestito blu, era troppo presto per dormire e poi avevano detto ci avrebbero servito la cena in camera. Presi dalla sacca uno dei miei preferiti libri di poesia e mi stesi a leggerlo, dovevo evadere i pensieri..stavo pensando troppo e non era bene..dovevo essere lucida anche perchè quella missione sembrava più difficile di tutte le altre. Guardai verso la porta..ma sapevo lui non sarebbe mai arrivato. |
Poco dopo rientrati Clio e Cid in camera, il ragazzino subito si addormentò.
E dopo quasi un'ora, all'improvviso qualcuno bussò alla porta della camera. “Clio...” disse Guisgard dall'esterno “... sono io... sei ancora sveglia?” |
Osservai Cid addormentato, e lo invidiai profondamente.
Poi udii qualcuno che bussava, e sorrisi alle sue parole, senza che lui potesse vedermi. Aprii la porta pianissimo, per non svegliare il ragazzino. "Cos'è, avevi dubbi?" Sorrisi, felice "Allora, com'è andata col barone? Dimmi che ti ha dato qualche indizio.." Mi voltai verso l'interno della camera "Parla piano che Cid dorme..". |
“Non siete certo di peso.” Disse la ragazza ad Elisabeth. “Ora vi porterò del latte caldo con un po' di biscotti.” Sorridendo. “Come siete giunta qui? Vi ha trovata mio nonno. Eravate svenuta sulla sponda del Lagno. Infatti vi ho tolto i vestiti che erano zuppi e vi ho fatto indossare una vestaglia di mio nonno. Non sarà molto elegante, ma in compenso è comoda e tiene caldi.” Andò a prendere del latte con dei biscotti, offrendolo poi ad Elisabeth.
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“Beh, magari la stanchezza aveva preso il sopravvento.” Disse sorridendo Guisgard a Clio. “Tranquilla, farò piano.” Ed entrò, chiudendo piano la porta alle sue spalle.
Nella stanza vi era un piccolo braciere accanto ad una finestra. Il falso mercenario versò sopra un po' di carbonelle e poi con una candela lo accese. “Ora si sta un po' più caldi” mormorò Capitan Falco “e Cid riposerà meglio.” Con un cenno invitò Clio ad avvicinarsi per scaldarsi. “No, nessuno mi ha dato indizi o informazioni valide... ma le sensazioni che ho sono tutt'altro che positive... questo posto mi piace sempre meno...” |
Gli sorrisi e lo feci entrare in camera.
Ravvivò un braciere, invitandomi ad avvicinarmi. Non potei fare a meno di sorridere "Sei così freddoloso?" scherzai, ma in realtà avrei voluto dire "premuroso". Scossi la testa, delusa a quelle parole sul barone. "Peccato, ci avevo sperato, visto che ha voluto vederti da solo..." alzando le spalle "Credo che si fidi di te dopo la storia dell'ocarina..." sospirai "Voleva solo ringraziarti, allora?" distrattamente, per poi guardare fuori dalla finestra. "Anche a me questo posto piace sempre meno... dici che anche le urla che abbiamo sentito ieri erano del barone? E se lui non fosse mai stato via, ma semplicemente non fosse in grado di riceverci? No, però era un grido di donna ieri..." scossi la testa, per poi voltarmi verso Guisgard con un sorrisetto divertito "Rispettiamo gli ordini di Nora, visto che ci sono dei fantomatici maniscalchi oppure andiamo a curiosare in giro per vedere che succede? beh, dopotutto è notte... Nora non può certo gironzolarsene libera ora che è tornato il marito... Certo a star qui non risolviamo niente... anche se non riesco a trovare un senso a tutto questo... qualche idea? Andiamo a leggere il poema maledetto?". |
“Beh, magari un senso c'è a star qui adesso...” disse Guisgard a Clio “... ma forsesarà meglio tenerlo per me...” sorridendo “... dopotutto sono un Don Giovanni impenitente, no? E fai bene a guardarti da me.” Facendole l'occhiolino. “Chissà quante donne ho avuto ed ora... ed ora penserai che... che ripiego su di te.” La fissò per un lungo istante, per poi ridere piano. “Si, forse stanotte abbiamo la possibilità di uscire e scoprire qualcosa.” Guardò Cid che dormiva. “Lasceremo il ragazzino dormire. E comunque Altea è nell'altra stanza, così se i servi porteranno la cena ci sarà lei e non si insospettiranno.”
Aprì la porta e i due uscirono piano. Vagarono un po' per la torre, senza vedere, né sentire nessuno. “Nessun maniscalco...” mormorò Capitan Falco “... ma forse lo sapevamo già...” Scesero allora al piano terra e qui udirono dei rumori. Provenivano da un vestibolo laterale. Guisgard e Clio seguirono quei rumori, fino a sbirciare dalla porta socchiusa. E videro un vecchio intento a preparare un Presepe |
Lo fissai con un sorrisetto divertito, che però non lo era poi così tanto.
Scossi appena la testa, come a scacciare un brivido. C'erano cose che non volevo sapere. "Fai il bravo.." mormorai, avvicinandomi di un passo "Non farmici pensare..." sussurrai, con gli occhi nei suoi. Non avevo mai amato le cose usate, ma non mi ero nemmeno mai illusa che avrebbe aspettato me. "Ripiegare eh.." sorrisi appena, beffarda "Se così fosse, non hai fatto un buon affare..." sospirai "Beh, certo non sarò mai come una di quelle dame a cui facevi la corte da ragazzo..." alzai le spalle "Sì, a volte penso se mi avresti mai guardato se ci fossero anche loro.... chissà, magari con loro non saresti così ambiguo.. loro riuscirebbero a farti innamorare.. cose così..." risi "Ma poi penso che sono solo parole, perché alla fin fine sei tu che non mi vuoi... " alzai le spalle "Quindi questi pensieri sono solo buoni a farmi perdere il sonno.." risi "Dai, andiamo..". Uscimmo e non trovammo nessun maniscalco, stranamente. Trovammo un vecchietto intento a preparare il presepe. Lo guardai stupita. "Accidenti, è già Natale.." esclamai piano "Ho perso il conto dei giorni...". |
Guisgard sorrise a quelle parole di Clio.
“Sai, da piccolo amavo ascoltare un bardo” disse Capitan Falco “che narrava di un'epopea, una saga fantastica e cavalleresca molto in voga fra noi ragazzini. E tra i personaggi vi era una tipa guerriera. E devo dire che tu mi sembri in tutto e per tutto la sua copia.” Rise appena. “Ah, naturalmente tutti i ragazzini ne erano follemente innamorati.” Facendole l'occhiolino. “Quanto alle fantomatiche dame da me amate, beh...” rise di nuovo “... lasciamo perdere, va...” I due poi uscirono dalla stanza e scesero al piano terra della torre. E qui trovarono un vestibolo, dentro il quale un vecchio preparava un bel Presepe. “Eh, questo San Giuseppe è venuto davvero bene...” mormorò ad un tratto il vecchio artigiano “... siete d'accordo?” Voltandosi all'improvviso verso la porta. “Su, venite pure avanti. Vi ho sentito arrivare.” Guisgard guardò Clio e poi le fece cenno di seguirlo. I due così si mostrarono all'artigiano. “Spero di non avervi contrariato.” Mormorò il presunto Taddeide. “Affatto.” Sorridendo il vecchio. “Anzi, sono lieto vi piaccia il mio Presepe. Potete guardarlo, eh. Mi inorgoglisce.” |
Mi limitai ad alzare gli occhi al cielo con aria divertita a quelle parole di Guisgard.
Poi raggiungemmo il piano terra e trovammo il presepe. Il vecchietto sembrava gentile, e quando si accorse di noi, non ci spaventò. Lo raggiungemmo e osservai il presepe. "E' davvero molto bello.." sorrisi, gentilmente. |
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