Best annuì a Destresya ed allora strisciò fra la sterpaglia, fino a raggiungere una crepa dalla quale sperava di poter gusrdare nella cantina.
Vide 2 sagome che attendevano sedute, con varie armi che caricavano.
Armi che scioccarno il giovane, visto non si erano mai viste tanto erano incredibili.
Allora strisciò indietro, tornando da Destresya e le raccontò tutto.

"Preferisco entrare in convento, d'altronde lo ero prima di arrivare qui" osservando Padre Pilo "Toglietevi la tonaca, non ne siete degno.. O forse non siete nemmeno un prete. Cugino, che motivo avevamo di uccidere questo impostore. Non siamo stati noi ad uccidere le sentinelle, poi voi ci avete detto il falso prete o il pazzo prete era in cappella. Le porte si sono chiuse, non so chi ci ha chiuso e questo pazzo ha tirato fuori un coltello dalla tunica e si è ferito un braccio per dare la colpa a noi.. Infatti per questo chiesi come mai da lui vi era la polvere luminescente creata da Minsk, mi aveva insospettito. Ricordate io sono erede a metà dei Dantorville e ho diritti su questo feudo come voi e pure di regnare".

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"Chiaro è che, adesso, non valga più la copertura che la donna aveva fornito al viandante per la morte delle sentinelle, in quanto hanno ferito Don Pilo insieme. Dunque è chiaro che fossero complici fin dall'inizio ed ha anche un senso, dacché lei può aver sfruttato la leggenda per avere la supremazia sul suo casato" ragionai.

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"Cara cugina..." disse Ghin ad Altea "... la legge Afragolignone non riconosce alcun diritto ad una donna macchiatasi di colpe contro il suo onore, lo sai bene. Inoltre nel regno la parola di un chierico non può essere messa in discussione." Guardò i soldati. "Metteteli in cella. Ovviamente separati!" Ridendo.
"Pregherò comunque per voi..." rammaricato Don Pilo ai due colpevoli.
Così il viandante ed Altea furono messi in due celle differenti, una accanto all'altra.
Non potevano vedersi, ma potevano parlare fra loro.

"A questo punto credo sia la versione reale dei fatti." Disse Elv a Gwen.
"Si, probabilmente è andata così." Annuì Minsk. "Avremmo dovuto sospettare di quel viandante sin dall'inizio..." mormorò "... me lo sto rimproverando..."
"Non potevamo sapere fossero 2 persone così malvagie." Mestamente Don Pilo.
"Ora l'intero castello sarà mio!" Ridendo Ghin.

Entrammo in cella l'uno vicini agli altri "Ti avevo detto di non fidarti di quel prete, è una combutta. Ma perché tutto questo, noi siamo innocenti e il vero assassino gira veramente. Chi è quel Don Pilo.. E tu chi sei? Prima di morire innocentemente lo voglio sapere". Forse Ghin aveva fatto uccidere prima Henz e ora me per avere tutto il potere.

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Annuii ad Elv.
Sì, a questo punto era l'unica risposta possibile.
Poi, Minsk si rammaricò di non aver sospettato prima del viandante.
"Beh, noi ve lo avevamo detto, che non ci convinceva fin dall'inizio e ci avete riso in faccia. Alla fine avevamo ragione, o sbaglio?" gli chiesi, piegando la testa di lato, mentre lo guardavo.

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"E' ovvio che quello non sia un vero prete..." disse il viandante parlando ad Altea attraverso il muro della cella "... a questo punto non mi fido più nessuno di loro... e di certo non mi va di morire senza tentare nulla..." con rabbia.

Ascoltai incredula le parole del ragazzo.
Quasi non riusciva a descrivermi quelle armi, che lo avevano così sconvolto.
Chi erano dunque queste persone?
Forse degli inventori, come il mio padrone?
Anche lui aveva creato qualcosa che nessuno aveva mai fatto... me!
"Fammi vedere!" mormorai al ragazzo, incuriosita, desiderosa di vedere quel prodigio con i miei occhi.
Certo era che, davanti ad armi del genere bisognasse stare incredibilmente attenti.

"E cosa vorresti fare, amore.. Siamo chiusi qui, non hai una arma, nulla.. Che hai in mente di fare? Nemmeno io voglio morire e sai perché.. Sono innocente".

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Minsk guardò Gwen e sorrise.
"E sia, lo riconosco." Disse. "Stavolta riconosco il mio errore e la vostra intuizione. Perciò sono in debito con voi." Divertito.
Intanto, nelle segrete, il viandante ed Altea erano in cella.
"Non possono giustiziarci ora..." lui a lei "... sei nobile e per metterti a morte serve un processo... dunque abbiamo una notte di tempo per pensare a qualcosa..." pensieroso.

Accennai un sorriso sornione.
"Peccato non vi sia alcuna gloria nella morte, dunque è ben poca cosa questo riconoscimento... Speriamo solo che stavolta il pericolo sia davvero scampato."

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"Lo so.. È quello che ho rivendicato. Sono innocente e quindi ho diritti di legge su queste Terre.. E che dobbiamo fare.. L'ho sempre detto io.. Se il Vescovo e il Duca Taddeo.. Ma troppi se.. O dovremmo evadere ma come?".

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"I meriti vanno riconosciuti e voi ne avete avuti in questa storia." Disse Minsk a Gwen.
"Perdonatemi..." fece Don Pilo "... ma ora che tutto è risolto vorrei tornare alla mia chiesa..."
"Certamente." Annuì Ghin. "Vi farò accompagnare dai miei soldati."
"No, milord." Intervenne Minsk. "Saranno questi 2 giovani ad accompagnare Don Pilo." Indicando Gwen ed Elv. "Prenderanno una carrozza e porteranno il nostro religioso alla sua chiesa."

"Evadere..." disse il viandante guardarsi intorno "... ma come?" Stringendo le sbarre della cella con rabbia.
"Fate silenzio, voi 2!" Arrivando il carceriere e mostrando il suo disprezzo verso il pellegrino ed Altea.

Annuii a Minsk, prima che Don Pilo chiedesse di essere accompagnato alla sua chiesa e proprio Minsk, interpellato da Ghin, schierò noi.
Guardai Elv per qualche istante, poi annuii appena.
"Oh, va bene..."
Non capivo come mai avesse scelto noi, ma pensavo non ci fosse nulla di male.

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Anche Elv restò perplesso da quella richiesta di Minsk, ma poi annuì e con in Gwen, in carrozza, accompagnarono Don Pilo.
Cafon era il cocchiere e i 2 giovani erano seduti dentro la vettura con il chierico.
"Grazie al Cieloètutto finito..." disse il religioso ai 2 ragazzi.

Anche Elv era insicuro, ma alla fine accettammo.
Salimmo in carrozza, guidata da Cafon e partimmo alla volta della chiesa.
"Decisamente. Immagino vi siate preso un bello spavento, lì, dentro la cappella..." commentai, sospirando.

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"Si..." disse il chierico a Gwen "... in effetti si... ho creduto di poter morire... si... e davanti alla morte... ho avuto paura..." ammise.
"Ora è tuttopassato, padre." Elv, rassicurandolo.
Intanto, alla casupola abbandonata, Destresya stava guardando nella crepa, fino alla cantina, intravedendo due figure con strani abiti, armati fino ai denti e con vari attrezzi, almeno così parvero a lei, mai visti primi.

"È comprensibile, ma sarà meglio che non ci pensiate più, ormai è solo un ricordo" annuii, guarda solo con sguardo rassicurante.

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Restai di stucco a quella vista.
Sì, dovevano essere degli inventori come il mio padrone, una setta di inventori.
Altrimenti come si spiegavano quelle cose?
Erano assurde e io non le avevo mai viste, potevano venire da molto lontano, è vero, ma parlavano la mia lingua e poi perchè qualcuno dall'oriente estremo avrebbe dovuto interessarsi dei Dantorville?
Nulla aveva senso in quel momento.
E mi sentivo impotente, non conoscevo quelle armi ma mi facevano paura, proprio perchè così ignote.
Decisi così di restare immobile ad osservare, serviva un piano anche se mi chiedevo se potesse mai esistere qualcosa in grado di mettersi contro di loro-

"Non è facile..." disse Don Pilo a Gwen, mentre la carrozza attraversava la brughiera "... pregherò comunque per le anime di quei 2..." guardando dal finestrino della vettura "... dite pure al cocchiere di lasciarmi qui..."
"In mezzo alla brughiera, padre?" Stupito Elv. "Nel cuore della notte?"

La sentinella ci intimo' di non parlare... "Non possiamo fare nulla.. Nulla... È colpa mia se sei finito qui".

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Annuii al prete.
Poi, sorprendendoci, chiese di essere lasciato in mezzo alla brughiera.
Di notte?
Qui?
"Siete proprio sicuro, padre? Potrebbe essere pericoloso, rischiate la vita..." dissi, con apprensione.

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"Abbiamo una sola possibilità..." disse piano il viandante ad Altea "... ora farò rotolare un boccettino dalle mie sbarre e alle tue... allunga subito la mano, prima che il carceriere se ne accorga e prendi il boccettino... poi bevilo in un sorso solo..."
Intanto la carrozza si era fermata.
"Ho bisogno di pregare in un luogo solitario..." disse il chierico a Gwen e ad Elv scendendo dalla vettura "... qui da solo starò bene... voi tornate a casa vostra e dimenticate quel castello..." fissandoli.
Poi andò via nella brughiera.

Il prete insistette ed alla fine scese dalla carrozza, inoltrandosi nella brughiera.
Allora, guardai Elv.
"Cosa ne pensi? Voglio dire, è una cosa molto strana... Non dico sospetta, ma di sicuro strana..."

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Alle parole del viandante rimasi sgomenta.. Non comprendevo cosa potesse servire ma non vi era soluzione, mi fidavo.. "Va bene, ma mi sembra un po' Romeo e Giulietta.. Cerco di sdrammatizzare" sospirando.

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"Si, curiosa e strana..." disse perplesso Elv a Gwen, mentre la carrozza riprendeva a camminare "... forse è rimasto scosso per l'aggressione e vorrà un pò di tranquillità..."
In quel momento i 2 giovani si accorsero che la carrozza non stava andando al castello dei Dantorville.

Altea aveva accettato di fidarsi di quel viandante.
Prese il boccettino e sorseggiò il cobtenuto.
Un attimo dopo tutto si fece buio.

"Sì, ma qui? In mezzo al nulla di notte? Dai..." scuotendo la testa.
Ad un certo punto, notai che non stavamo andando al castello.
Allora mi sporsi Nereo Cafon.
"Dove stiamo andando? Non è la strada per il palazzo, questa..." dissi, stranita e sospettosa.

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Fu così che vidi rotolare nella cella quel boccettino, mille titubanze.. Oh no, non mi avrebbe fatto del male proprio lui e se voleva uccidermi.. Preferivo la morte al sapere mi aveva preso in giro. Bevvi il contenuto e poi fu il nulla.

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"Vi sto riportando a casa vostra, nella contrada." Disse Cafon a Gwen.
Un attimo dopo si udì un tremendo boato.

Annuii lentamente.
Bah, qualcosa mi puzzava comunque.
All'improvviso, un boato.
"Cos'è stato?" esclamai preoccupata "Che sia come l'altra notte, con quegli strani fulmini?"

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Quel biato fece sussultare la campagna ed imbizzarrire i cavalli della carrozza.
"Proveniva in direzione del castello dei Dantorville..." disse Elv.
Ed infatti un grande fuoco si alzò dalle querce, proprio in direzione del castello.
Il boato però aveva fatto svegliare Altea.
La dama, dopo alcuni istanti di smarrimento, comprese di essere in un letto, ma non della camera sua.
Nello stesso istante, alla casupola fatiscente, anche Best e Destresya avevano udito quell'esplosione.
Un attimo dopo videro un uomo vestito di nero giungere alla casupola.

Ad un tratto in quella veglia udii un boato e mi svegliai, mi guardai attorno ma non era il mio letto, il castello.. "Dove sono.. Che accade?" deglutendo.

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Sì, anche io avevo avuto l'impressione che provenisse proprio dal castello.
Lanciai poi un urlo vedendo del fuoco in direzione del castello.
"Dovremmo andare, non possiamo lasciare che bruci!" esclamai preoccupata ed incerta, stringendo la mano di Elv.

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Non feci in tempo a dire o vedere nulla che un boato esplose.
Come un'esplosione.
Restai di stucco, sorpresa e incredula.
Mi voltai verso Best, ma poi mi bloccai, nascondendomi nella sterpaglia che circondava la casupola.
Stava arrivando un uomo vestito di nero, che osservai attentamente.
Non poteva essere un caso, doveva essere uno della setta.
Forse avremmo scoperto qualcosa.

Best e Destresya si nascosero fra le sterpaglie, vedendo poi arrivare quell'uomo.
Era vestito di nero, con una lunga tonaca.
Arrivando cominciò a togliersela, mostrando sotto uno strano sbbiglio, simile a quello indossato dagli uomini nella cantina.
Arrivò e mandò uno strano fischio con una luce che usciva dalla sua cintura.
Subito allora quelli della cantina uscirono nel cortile.
"Pilo..." disse uno dei 2 al nuovo arrivato "... portata a termine la missione?"
"Si, il castello è saltato in aria!" Ridendo il falso chierico. "Ho messo nei sotterranei tanto di quell'esplosivo che sarà sembrato Capodanno!" Divertito. "Avrei voluto piazzare un bel pò sotto il Tabernacolo della Cappella del castello, ma l'arrivo di quel dannato viandante e della sua sgualdrina mi ha impedito di farlo." Rammaricato.
Intanto, poco più avanti, Elv annuì e a Gwen, ordinando poi a Cafon di tornare al castello.
Nello stesso istante Altea era ormai sveglia.
Un istante dopo la porta si aprì ed una donna entrò nella camera.
"Vi siete svegliata..." fissandola "... come vi sentite?"

Tornammo subito indietro per arrivare in tempo al castello.
"Pensi... Pensi che sia stata tutta opera del viandante? Anche questo, intendo..." chiesi "Non so più che pensare... È tutto così confuso..."

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Entrò una donna e la osservai stranita.. "Sto bene, un po' stordita. Mi trovavo.. Ora ricordo.. Nelle prigioni del mio castello e poi ho bevuto qualcosa, ero con un uomo.. Un viandante.. Scusate sto parlando troppo. Dove mi trovo, che è accaduto?".

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