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“Entrate, milady...” disse Mizasar aprendo la porta.
Altea si ritrovò così in una stanza fatta adibire a laboratorio per ordine di lady Armelia. Ovunque vi erano ampolle ricolme di liquidi verdastri, rossastri, giallognoli o trasparenti come acqua di fonte. Polverine colorate erano sparse su alcuni piattini di alluminio e corpi di rettili senza vita, conservati in vasi di vetro, galleggiavano in strane soluzioni che emanavano vaporose essenze. “Fate attenzione a tutto ciò che vi circonda, milady...” fece il guaritore, mostrando alla ragazza tutte quelle strane cose “... alcuni di questi sono veleni potentissimi, capaci di uccidere un uomo in meno di un minuto tra atroci sofferenze...” prese una boccetta colma di un liquido arancione chiaro “... come questo... si narra che fu un veleno non diverso da questo a rendere folle il terribile tiranno Lazarius... quest'altro invece” indicando una fiala contenente un liquido nero come la pece “è simile alla droga che deformò all'inverosimile l'aspetto del leggendario Darius, scolarca della Nolide e acerrimo nemico degli Afragolignonesi...” tornò a fissare Altea “... non sarà facile salvare il piccolo principe... ma abbiamo comunque una speranza... ogni veleno presente in natura possiede sempre un antidoto capace di annullarne gli effetti...” |
Alberico fissò quegli avvoltoi.
“E' un segno che non mi piace...” disse “... un segno che non presenta niente di buono...” guardò allora la selva “... c'è troppo silenzio... troppo...” In quel momento tornarono i due soldati, ma non erano soli. Con loro, infatti, vi erano alcuni Cavalieri del Tulipano. “Sei tu che hai visto gli avvoltoi arrivare?” Domandò uno di questi a Cacaliere25. “Dimmi tutto ciò che hai visto. E non dimenticare nessun particolare.” |
Una corsa tra felci umide e alberi immensi....una corsa per raggiungere un mondo tra realta' e sogno......ma noi credevamo e avremmo trovato cio' che cercavamo.....Una torre alta..immensa...con quelle sue pietre solide...era quasi strano trovarla in un luogo come quello......." Si...il buio si sta avvicinando...e loro dovranno fermarsi e una madre cerca sempre un posto sicuro per la propria creatura........e noi faremo in modo che possa trovarlo....non accendiamo fuochi e non facciamo alcun rumore......potrebbe spaventarsi.."..... lasciai che ognuno di loro trovasse il suo spazio per rimanare in silenzio.....io rimasi seduta accanto ad un albero....avevo bisogno della sua linfa..mi mancava...avevo bisogno di pace per pensare.....avevo solo bisogno di ritrovare me stessa......e riunire i miei pensieri.....quando due ombre si avvicinarono alla torre....erano guardinghe...spaventate...ancora qualche piuma cadeva da quelle figure coperte di nulla, ero stata previgente e tra me e Vivian avevamo lasciato qualcosa con cui coprirsi l'avrebbero trovata all'interno della torre.......e se Dio voleva avrebbero trovato anche noi....
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Non appena entrata in quella stanza mi trovai tra varie ampolle, tra colori e odori..conoscevo molto bene tutto questo, ma nei libri studiati, non avevo mai approfondito la cosa personalmente e la qual cosa mi affascinava totalmente, ascoltavo Mizasar attentamente..la nostra vita poteva essere annientata da un solo liquido..la nostra vita era davvero cosi fragile e fu proprio un veleno a ridurre il principino in quello stato.
"Maestro, tutto questo è molto interessante, sono proprio affascinata da queste vostre conoscenze..anche se non conosco tale Afragolignonese che nominaste, brutta fine la sua.." dissi sgomenta.. "Comunque starò molto attenta, mi limiterò a guardarvi e seguire le vostre direttive se ne avrete bisogno..certo sapevo che un veleno può essere annientato da un antidoto, e che anche un veleno può annientare altro veleno o dal medesimo se usato con altre sostanze". Mi avvicinai a un piattino vuoto.. "Ecco Mizasar, questa e la terra dove si trova il composto bruciato della serpe che attacco il principe, sapete il fatto che non usiate rituali magici ma l'alchimia mi ha spinto a aiutarvi e prego Dio che ci riusciremo" guardai l'immagine del fratello, maestoso cavaliere, un nodo alla gola e richiusi il medaglione e lo sguardo si posò su una mostruosa lucertola immersa in un liquido giallognolo, mi voltai rabbrividendo. |
"Appunto perchè ho una fede.....sono certo che non verrò abbandonato".......
Mi dissero che avreì perso l'ossigeno, allora, non si spiegava il perchè questi ultimi potevano sopravvivere...... sicuramente vi era una soluzione. "Beh, se non posso respirare più, allora perchè, voi riuscite a vivere in queste condizioni." dissi. "Inoltre, se siete arrivati sin qui per rider delle disgazie altrui e su me.....vi è un cunicolo per entrarvi, se vi è una strada per poter tornare alla luce e compiere la mia missione spero che le vostre gentili figure possano indicarmi la via ne sareì profondamente grato.....altrimenti sarò costretto ad usare qualche trucco di guerra per far saltare in aria il masso che blocca la via" |
Mi svegliai di soprassalto, saltando seduta sul letto con gli occhi spalancati ed il respiro corto. Le mie mani corsero a cercare quella pietra allora e, trovatala, la strinsero convulsamente...
Quelle parole mi rimbombavano in mente... ...Non ti permetterò di andar via... Non ti farò più lasciare questo posto! Resterai a Gioia Antica per sempre! Per sempre... Ricaddi indietro, sul cuscino, e chiusi di nuovo gli occhi... ...Non ti permetterò di andar via... ...Resterai a Gioia Antica per sempre... Tremavo... inspirai profondamente, quindi, tentando di recuperare il controllo, ma non ci riuscii subito... Quelle immagini continuavano a vorticarmi in mente... quel palazzo diroccato ed invaso dalla vegetazione, il fiume e poi quel Fiore, quelle sagome scure sull’acqua... Lentamente mi portai le mani alla testa, riflettendo... Un Fiore... Un Fiore speciale come quello di cui era in cerca Andros... E la collana di Chymela al mio collo... E Gioia Antica... Il ritratto cui aveva accennato Guisgard la sera precedente, il ritratto che mi ricordava proprio la principessa... E poi Andros e Chymela che cavalcavano fino a Gioia Antica... Che cosa c’entrava Gioia Antica con tutto il resto? Citazione:
“Buongiorno...” mormorai, facendogli poi cenno con una mano perché mi raggiungesse e si sedesse vicino a me. |
si sono io cera un cavaliere su quella collina dissi indicandola poi nella selva ho visto muoversi una nube nera come una gruppo di cavalieri che si stanno avvicinando al castello gli avvoltoi sono ancora qui fermi in attesa di qualcosa quel cavaliere suonò un corno e quegli uccellacci arrivarono e si misero sulle merlature del castello in attesa di qualche cadavere
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"Faremo semplicemente un cenno con il capo e ci dirigeremo verso la fattoria... penserà che saremo dei contadini. Se per caso dovesse iniziare a parlarci, allora troverò qualche scusa e ci allontaneremo..." dissi, sperando che quel piano improvvisato avrebbe funzionato " mi raccomando, copriti il viso!" le sussurrai infine, prima che Heyto entrasse nella tenda.
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La torre.
Alta e sontuosa, sorgeva con una solennità d'altri tempi tra la vigorosa vegetazione della selva. La notte aveva già fatto calare le sue lunghe ombre tutt'intorno, rendendo così quello scenario intriso di una primordiale ed enigmatica inquietudine. “Abbiamo poca scelta.” Disse Reas. “Del resto non possiamo metterci a vagare nella selva con questo buio. Cercheremo dunque ospitalità in questa torre.” “Non pensate che sia rischioso?” Chiese Cristansen. “Dopotutto ignoriamo chi vi dimori.” “Lo scopriremo presto...” deciso Reas “... seguitemi tutti.” Aggiunse poi voltandosi verso Elisabeth e Vivian. Si avvicinò così alla torre e bussò. Passarono diversi istanti, senza che nessuno giungesse ad aprire. Reas allora bussò di nuovo, con ancora più vigore. Ma fu di nuovo silenzio. Reas non si dette per vinto e bussò ancora una volta. Finalmente, qualcuno si affacciò da una piccola finestra. Era una donna anziana. “Cosa cercate?” Fissandoli. “Perchè bussate a quest'ora della notte? A quest'ora in giro ci sono solo briganti, zingari o spiriti!” |
Una di quelle voci rise a sentir parlare Parsifal.
“Noi non viviamo in quella grotta, messere.” Disse l'altra voce. “Questo cunicolo è solo un passaggio che lambisce quella cavità dove voi ora siete prigioniero. Questo cunicolo infatti conduce al nostro villaggio e lì siamo diretti anche noi ora. Quanto alla vostra prigionia... anche uscito da lì, i vostri nemici vi attenderebbero poi fuori per finirvi... loro hanno voluto mettervi in trappola, amico mio...” Intanto, alla fattoria, Lilith e Cletya si erano travestite per ingannare Heyto. L'uomo entrò nella stanza dove si trovavano le due ragazze e restò a fissarle. “Ehi, voi...” disse “... chi siete? Come siete entrati nella nostra fattoria?” |
Mizasar ascoltò Altea con molta attenzione.
“Si, l'alchimia ci aiuterà...” disse “... essa è una scienza e come tale è capace di farci conoscere le leggi della Natura... ogni veleno, dicevano, possiede un suo antidoto...” prese allora una lucertola da una cesta e la posò poi in una vaschetta di vetro. Gettò poi sul piccolo rettile della cenere e fece cenno ad Altea di guardare. Pochi istanti dopo, la lucertola cominciò ad agonizzare. Mizasar, allora, gettò una polverina di colore giallo sulla lucertola. Pochi attimi dopo e la lucertole si riprese. “E' come pensavo...” mormorò “... ho cosparso la lucertola con un po' di cenere di quel serpente e subito il veleno ha cominciato ad infettarla... poi ho utilizzato una polverina e questa subito ha agito come antidoto al veleno...” fissò Altea “... forse abbiamo trovato il modo di salvare il principino... bisogna utilizzare quella polvere gialla come antidoto. Sfortunatamente non ne abbiamo a sufficienza. Essa si estrae da una pianta molto rara, che cresce presso le sponde del Calars... è difficilissimo trovarla... se avessimo un volontario per cercarla, tutto sarebbe più semplice... qualcuno di fidato, coraggioso e capace di riuscire in questa difficilissima missione... ma chi?” |
I Cavalieri del Tulipano ascoltarono con molta attenzione le parole di Cavaliere25.
“Allora verrai con noi” disse uno di loro al boscaiolo “e racconteremo questa storia a sir Kojo. Andiamo.” I cavalieri condussero così Cavaliere25 nella torre che fungeva da quartier generale dell'Ordine del Tulipano. Qui trovarono Kojo e raccontarono al loro superiore ciò che aveva visto il boscaiolo. “E così hai visto tutte queste cose...” mormorò Kojo, fissando Cavaliere25 “... mi sembri un ragazzo in gamba... vuoi unirti all'Ordine del Tulipano e lottare per noi? Sei pronto ad abbracciare totalmente la nostra causa? A morire per essa, se necessario?” |
Guisgard, nel vedere Talia sveglia che gli sorrideva, si avvicinò subito al letto e prese la sua mano.
“Oggi è una splendida giornata.” Disse il cavaliere, sedendosi accanto a lei. “L'aria è fresca ed il cielo è terso. Le montagne sono così nitide e vicine che si possono quasi toccare. Inoltre i prati tutt'intorno alla locanda sono di un verde tanto intenso, che sembrano essere stati dipinti. E lo senti questo profumino? La locandiera ha da poco messo in forno delle focacce e dei biscotti. Le ho poi chiesto di servirci anche della frutta fresca per te e lei è subito andata nel suo giardino per coglierla.” Le accarezzò la mano, per poi sfiorarla con un bacio. “Tu come hai dormito? Ti senti più riposata?” Intanto, lungo la strada già percorsa da Guisgard e Talia, quella che da Faycus dava verso Settentrione, due figure a cavallo, lente ed incerte, avevano già imboccato quelle vie sconosciute ai più. “Per me questa direzione è sbagliata...” mormorò Umans “... meglio tornare indietro, ora che è giorno...” “E smettila di lamentarti!” Esclamò Samond. “Per forza da qui devono essere passati, no? Almeno di questo eri certo fino a poco fa.” “Ho solo detto” replicò Umans “che questa è l'unica direzione possibile... però non credo sia molto frequentata...” “Ed è infatti perfetta per due fuggitivi, no?” “Beh, essendo un percorso isolato e sconosciuto” fece Umans “non è da escludere che qualche brigante possa averli aggrediti... magari per uccidere lui e rapire lei... del restò è molto bella e vendendola come schiava ci si può fare un bel gruzzolo...” “Briganti?” Ripetè Samond. “Ma ti sei visto intorno? Non c'è nulla! Nulla da razziare e da saccheggiare! E poi da come mi hai descritto il nostro cavaliere, sembra sia una buona spada... ma parlami ancora di lui...” “Eh, è innamorato perso della nostra bella cieca...” mormorò Umans “... per lei si è messo contro quei cavalieri... eh, l'amore rende pazzi, oltre che felici...” “Un uomo innamorato” disse Samond “è sempre un bersaglio facile.” “Poteva scappare da Faycus” fece Umans “ben prima dell'arrivo dei suoi inseguitori in città... e invece ha atteso di riavere la ragazza... beh, sciocco lui, visto che poteva avere una posizione, no? Ludovico De'Taddei lo voleva come suo bracconiere e poi, chissà, magari anche come Gastaldo...” Samond si voltò di scatto a fissarlo. “Già, Gastaldo!” Esclamò Umans. “E lui, vedessi, alza già polvere! Si tira già delle arie, guardandomi dall'alto in basso! Come se fossi quasi il suo maniscalco o il suo scudiero! A me! A me che invece dovrebbe essere riconoscente!” Samond lo fissò con un lieve sorriso, per poi scuotere la testa. “Si!” Aggiunse Umans. “Guisgard è mio amico! E voglio trovare un posto in cui bere, per brindare alla salute di Guisgard!” “Ah, certo.” Quasi a volerlo interrompere Samond. “Brinderemo al futuro Gastaldo...” |
Osservai con attenzione ogni mossa di Mizasar, quella lucertola in fin di vita, quasi mi innorridiva per ciò che stava soffrendo e poi quella polverina gialla quasi miracolosa.."Come dite? Potrebbe salvare il principino, allora? Oh, non preoccupatevi, so io chi potrebbe essere l'uomo coraggioso e intrepido che potrebbe venire con me e se volete con voi, pure, visto non conosciamo questa pianta..sir Fyellon. Egli è veramente coraggioso e sembra non avere paura di nulla..se non fosse il suo scetticismo, infatti mi auguro non sia reticente per questo, aspettatemi vado a chiamarlo subito".
Uscii dalla porta di legno intarsiata e arrivai nel giardino e trovai Fyellon proprio dove lo avevo lasciato, ovvero sotto il salice, corsi fino a lui e lo abbracciai trafelata dalla corsa ed emozione "Fyellon, non potete dirmi di no...l'antidoto contro il veleno della serpe, sembra lo abbiamo trovato..ma..non ne abbiamo molto ed è estratto da un fiore raro che sorge sulle rive del Calars e il maestro Mizasar ha bisogno per averne un pò di un uomo impavido...ovvero..Voi!! vi supplico venite in camera del maestro, io verrò con voi". Lo osservai speranzosa, speravo non mi negasse il suo aiuto dicendo erano solo "dicerie". |
Guardai Sir kojo e dissi si sarei pronto a combattere se avete bisogno di aiuto ve lo darò ben volentieri non ho nulla da perdere ora mai solo la mi stessa vita dissi guardandomi giro che dovrei fare specificamente domandai
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“Ho dormito... bene!” risposi.
E tuttavia mi accorsi subito che il tono della mia voce suonava tutt’altro che sincero. “Un po’ agitata, forse...” soggiunsi quindi, sorridendo come a voler minimizzare la cosa “Ma... beh, credo che sia normale, non trovi? Abbiamo cavalcato a lungo... e poi, forse, sono ancora un po’ scossa per ciò che è successo... per il tempo che non ci sei stato ed in cui non sapevo quando ti avrei rivisto...” Sospirai... poi sollevai una mano e gli accarezzai una guancia... “Ma tu non preoccuparti, va bene? Adesso siamo qui e...” Le immagini di quel sogno tornarono ad affacciarsi alla mia mente, confondendosi con mille sensazioni e con tutte le visioni che mi inseguivano... e di nuovo, stizzosamente, mi costrinsi a mettere tutto da parte. “Adesso siamo qui e andrà tutto bene...” conclusi “Ne sono sicura!” Per qualche attimo calò il silenzio... sentivo la mano di Guisgard stringere convulsamente la mia, così come percepivo la sua preoccupazione urlare e dibattersi dentro di lui... ed io a mia volta strinsi la sua mano, traendo forza da essa e cercando di infondergli fiducia. Passarono così molti silenziosi, intensi minuti. “Andiamo adesso!” dissi ad un tratto, con il tono leggero di chi tenta di scacciare ogni brutto pensiero “Andiamo di sotto... mi hai promesso una colazione da principessa, mio intrepido cavaliere... ed io ora la pretendo!” E, ridendo, mi alzai in piedi e gli tesi la mano perché facesse altrettanto. |
Seguii Reas e il resto del gruppo, mi mantenni indietro rispetto agli altri in modo da poter eseguire ogni ordine mi venisse dato......le figure che mi sembrava di aver visto qualche istante prima dovevano essere dovute ad un mio stato di totale disordine mentale...infondo stavo vivendo un' esperienza che non mi apparteneva, che mi trascinava a destra e a manca come se la mia anima fosse senza fissa dimore.........Reas finalmente era riuscito a farsi aprire la porta da una vecchia donna indignata...certo l'ora era tarda e noi eravamo un gruppo di stranieri.....chi poteva darci asilo ?......nessuno....ma decisi che dovevano essere gli altri a portare a termine questa storia......e cosi'..........dissi soltanto..." Aggiungerei anche vecchie isteriche..oltre che spiriti e banditi"......
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"Noi qui ci lavoriamo signore!" dissi io, mentre tossivo per camuffare la mia voce "consegniamo, precisamente. Veniamo da una fattoria poco distante e ci hanno detto di portare un carico. Non sappiamo precisamente di cosa si tratti, ma se lo vuole ispezionare lo abbiamo lasciato sul retro" odiavo me stessa per le bugie che stavo dicendo, ma sapevo che lo stavo facendo per il bene di tante ragazze innocenti e, in più, sapere che quell'uomo era un assassino mi spingeva a mentire ancora di più.
Uscimmo dalla tenda ed indicai ad Heyto il retro della fattoria, dove egli pensava vi fosse il carico. "signore, devo avvisarvi di un accaduto molto singolare" gli dissi, bisbigliando "in quel mulino... accadono cose spaventose! Prima ci siamo passati accanto ed abbiamo udito dei lamenti infernali! Sarà infestato dagli spiriti?" così dicendo sperai di ottenere più informazioni riguardo la prigionia di quelle ragazze innocenti. |
L'ombra emise un riso molto divertito.....la mia domanda, probabilmente, non è stata una delle scelte migliori.....
"Caro amico.....confesso la mia vongola..... Ho fatto davvero la figura dello stolto...." replicaì. "Di certo, so benissimo che i miei aguzzini non mi lasceranno passare, ma non posso rimanere rinchiuso qui dentro..." Mi volsi verso il muro dove udì la voce di alcune ragazze Lililth e risposi: "Ho fatto un giuramento....non posso tirarmi indietro. Devo salvare Lilith e difendere la città di Tylesia da un destino ingiusto..... non potreste aiutarmi a ritornare in superficie....." |
Fyellon fissò incuriosito Altea ed ascoltò ogni sua parola.
“Aspettate un momento, Altea...” disse il cavaliere “... non eravate voi a nutrire dubbi su una nostra sosta in questo luogo? Non volevate voi raggiungere Tylesia il prima possibile? Come mai ora questo repentino cambio d'umore?” Scosse lievemente il capo. “Secondo me vi siete fatta ammaliare un po' troppo da ciò che vi hanno detto. Partire così, all'avventura, in cerca di un antidoto in queste terre che neanche conosciamo, è solamente una pazzia a mio giudizio. Potrebbero esserci dei pericoli mortali là fuori. E poi, a volerla dire tutta, questo posto mi piace sempre meno. Avete visto come ci trattano il re e sua moglie? Secondo me ignorano quelle che sono le principali regole dell'ospitalità.” |
A quelle parole di Elisabeth, la vecchia subito alzò lo sguardo su di lei, puntandole contro la lampada che aveva in mano.
“Dite bene...” disse a denti stretti “... la solitudine e la malinconia possono rendere anche isterica una povera vecchia come me... e talvolta anche pazza...” “No, non volevamo essere invadenti noi...” tentò di dire Reas. “Cosa volete?” Lo interruppe la vecchia. “Perchè avete bussato?” “Vedete, siamo dei viaggiatori” rispose Reas “e siamo diretti a Tylesia... tuttavia ci siamo persi in questa selva e la notte ci ha colti di sorpresa... chiediamo solo un riparo per dormire. All'alba ripartiremo.” “La torre ora è chiusa.” “Vi prego, non potete lasciarci fuori, nelle tenebre di questa selva.” Fissandola Reas. “Credetemi, meglio l'oscurità che...” Ma il suono di una campana, tetro e austero, proveniente dalla torre interruppe la vecchia. Ad un tratto la porta si aprì cigolando ed un vecchio servitore apparve sulla soglia. “Il padrone ha udito delle voci...” disse “... cosa vogliono queste persone?” “Nulla...” rispose la vecchia. “Volevamo ospitalità per stanotte.” Disse Reas. “Allora entrate...” fece loro segno il servitore “... il nostro padrone è molto generoso ed ospitale...” La vecchia scosse il capo e rientrò, chiudendo la finestra. Così, Elisabeth, Reas, Cristansen e Vivian si ritrovarono all'interno di quella torre. Il vecchio allora condusse i quattro nelle stanze assegnate loro per quella notte. Reas e Cristansen in una camera ed Elisabeth e Vivian in un'altra. “Che strano posto, non trovate?” Chiese Vivian ad Elisabeth, una volta rimaste sole. “Sembra intriso di una misteriosa ed inquietante atmosfera... e poi il servitore parlava di un fantomatico padrone... perchè allora non è giunto ad accoglierci? I nobili non trattano così i loro ospiti?” |
Heyto fissò Lilith.
“Si, il mulino...” disse pensieroso “... non fateci caso, abbiamo diversi animali e sicuramente i loro versi vi avranno fatto confondere... anzi, tenetevi lontani dal mulino, perchè di solito i miei uomini sciolgono i cani a quest'ora... quanto al vostro carico, andrò io stesso ad ispezionarlo... poi, finito il vostro compito, lascerete la fattoria... non vogliamo gente intorno noi...” ed uscì. “Sembra ci abbia creduto...” fece Cletya “... ora però non abbiamo molto tempo... lui andrà a cercare il carico, per poi ritornare qui... meglio uscire subito... vieni...” e fece cenno a Lilith di seguirla. Si spostarono così presso un piccolo magazzino. E qui cominciarono ad udire qualcosa. Come dei gemiti appena percepibili. “Sembra che giunga da dietro questa parete...” disse Cletya “... ma cosa può essere?” A quelle parole di Parsifal, una di quelle due voci cominciò a sghignazzare. “Amico mio...” disse l'altra voce “... noi siamo diretti al nostro villaggio, ma è bene avvisarvi... nessun uomo ci mette piede ormai da secoli... abbiamo leggi che vietano a quelli come voi di giungervi... tuttavia, non mi sento di lasciarvi qui ad una sorte già segnata... però vi avverto... una volta arrivato al nostro villaggio, sarete sottoposto al giudizio dei nostri anziani, poiché gli uomini, come detto, non possono entrarvi... siete disposto ad accettare tutto questo?” |
Kojo fissò Cavaliere25 e sorrise.
“Mi piaci, ragazzo.” Disse. “Ho capito subito che sei un tipo sveglio. Noi Cavalieri del Tulipano siamo i migliori e nelle nostre fila anche tu diventerai un grande guerriero. Disponi già di un corredo d'armi? Armatura, armi e cavallo?” |
Guisgard era inquieto.
Fissava Talia e tentava di coglierne ogni sensazione ed ogni emozione. Lei non poteva vedere il viso del cavaliere, ma lui invece poteva vedere il suo. E ne leggeva chiaramente una vaga inquietudine, una soffusa agitazione. Per qualche istante calò il silenzio tra i due e solo le loro mani continuarono a parlarsi attraverso un linguaggio fatto di percezioni. “Si, hai ragione.” Disse lui, dopo che lei aveva finalmente rotto quel silenzio. “E sono certo che una bella colazione ci farà dimenticare la stanchezza e le preoccupazioni causateci da questo viaggio.” Si alzarono allora in piedi, per poi avviarsi verso la porta della camera. “Sai che in Oriente” sorridendo lui “le principesse non camminano mai in pubblico? I piedi sono simbolo di bellezza per quei popoli lontani e le loro donne raramente camminano in pubblico. Ed è per questo che...” e con gesto improvviso, ma delicato, la prese in braccio “... dovrai affidarti a me per scendere queste scale!” Così, Guisgard con Talia fra le braccia, scese al piano di sotto, dove tutto era pronto per la loro colazione. E sedutisi ad una dei tavoli, la locandiera servì loro ciò che aveva preparato, insieme alla frutta fresca raccolta nel giardino. Guisgard però, ancora inquieto per i fatti accaduti in precedenza e per lo stato d'animo di Talia che aveva percepito, quasi senza accorgersene cominciò a fissare il grande ritratto che la locandiera aveva sulla parete. Il ritratto in cui compariva una ragazza bellissima, dallo sguardo inquieto e immersa in un paesaggio che sembrava attraversato da tutte le forze che ravvivano e scuotono l'animo umano. La ragazza che lui aveva descritto a Talia e che lei aveva subito riconosciuto come Chymela. http://29.media.tumblr.com/tumblr_lt...gcufo1_500.jpg |
Guardai Fyellon stupita.."Ebbene, vi sono mai sembrata una persona dai cambiamenti mutevoli di umore come i vostri e che si lascia suggestionare facilmente? Se ben ricordo pure voi non volevate andar via dalla Montagna per salvare il povero Barius..ebbene non ho bisogno del vostro aiuto e se volete potete proseguire da solo...se non avete a cuore la vita di un bambino".
Lo lasciai solo sotto quel salice e me ne tornai al maniero, chiamai un servitore vicino.."Scusate, messere, dovrei parlare con sua maestà il re Acerno...ditegli sono Altea". Speravo di poter contare su lui, ma sapevo già egli detestava Mizasar ma gli avrei raccontato ciò che avevo visto io stessa su quella lucertola, o sarei andata sola a cercare quel fiore. |
“Milady, sua maestà non è al castello.” Disse il servitore ad Altea. “E' uscito col suo cavallo e non ha lasciato detto nulla circa il suo ritorno. Se avete cose urgenti da rivelare, posso condurvi da lady Armelia.”
Ma proprio in quel momento Altea vide la regina sul suo balcone, con gli occhi fissi al Cielo ed un Rosario stretto fra le mani. Un attimo dopo, Mizasar giunse alle sue spalle e cominciò a parlarle. “La solita eroina dei più deboli.” Arrivando Fyellon e richiamando così l'attenzione di Altea. “Prima volevate salvare Tylesia dai suoi non meglio identificati nemici, poi trarre dalla montagna maledetta il povero Barius ed ora strappare dal suo sonno di morte il figlio dei regnanti di questa città. Eh, cara Altea, di questo passo diventerete la paladina del mondo intero.” E rise. |
Alle parole del servitore rimasi delusa e alzando lo sguardo vidi lady Armelia parlare con Mizasar.."No" dissi al servitore "lady Armelia sta già avendo notizie dal maestro Mizasar presumo".
Ad un tratto sentii una voce piena di ilarità, la qual cosa mi innervosì molto.."Fyellon, mi risulta che stavamo andando a Tylesia se non fosse stato per il vostro voler rimanere in quella Montagna e non è colpa mia se ogni volta vi è un ostacolo che non mi permette di raggiungere la bellissima città..d'accordo, andiamocene, congediamoci dalla bella dama, io ho fatto il mio dovere, forse un antidoto si è trovato e troveranno il modo di procurarsi quella pianta..però.." dissi pensierosa "se Mizasar ha menzionato il Calars...vuol dire..che forse Tylesia è vicina". |
Risi quando Guisgard, con un gesto rapido ed inatteso ma delicato, mi prese in braccio e si avviò verso la scala...
“Sei matto...” gli sussurrai all’orecchio... Quel leggero vento proveniente dal bosco accarezzava il giardino, frusciava attraverso la siepe, avvolgeva appena i carichi alberi da frutto del cortile e poi giungeva a me, seduta con gli occhi socchiusi e la fronte alta verso il cielo terso. Non avevo mai amato particolarmente sentire il calore cocente del sole sulla pelle né crogiolarmi ai suoi raggi... tuttavia quel giorno, dopo ben più un mese in cui ero stata costretta a letto con la gamba immobilizzata per quel brutto incidente, tutto mi sembrava di una bellezza nuova, persino quel caldo e quella luce accecante mi sembravano gradevoli. “In tutta sincerità...” disse ad un tratto una voce scherzosa alle mie spalle “non riesco davvero a capire come tu riesca a resistere qui ferma a questo caldo!” Aprii gli occhi ed osservai Guisgard avvicinarsi... “Se tu fossi stato tanto a lungo costretto a letto senza poterti alzare come è successo a me, non diresti questo!” risposi. Lui sorrise appena, poi si sedette vicino a me... “Come va la tua gamba, oggi?” “Non so...” stringendomi nelle spalle “Come sempre, credo! Non riesco a piegarla né a muoverla... ma almeno non mi fa più male, ora! E tu...” soggiunsi poi “Che cosa fai qui?” “Oh, si...” esclamò raggiante “Sai... visto che abbiamo passato tutta la mattina ad esercitarci con la spada alla radura, il Maestro ha acconsentito a concederci il pomeriggio libero!” “Fantastico!” esultai “Allora... oh, Guisgard, allora possiamo fare qualcosa?” Lui sorrise... “Cosa vorresti fare?” chiese. “Non lo so...” mormorai “Non so... ma qualcosa di magico... potresti raccontarmi una delle tue storie... oppure potremmo...” Ma non potei aggiungere altro perché un piccolo gruppo di fratelli ci raggiunse di corsa e gridando... “Sei qui...” disse Brand a Guisgard, la voce alta e concitata “Vieni, dai... dobbiamo andare al lago... Fyellon vuole ritentare ad attraversarlo a nuoto, dice che può batterti questa volta, dice che l’altra volta hai vinto tu perché lui si era ferito ad un piede, dice che hai barato, dice che...” “Cosa?” gridò Guisgard, balzando in piedi “Io avrei barato?” “Esattamente!” rispose Fyellon, arrivando in quel momento con Sabant e Pidge “E tra poco te lo dimostrerò!” “Benissimo!” sbottò lui “Bene... non vedo l’ora!” “Si, andiamo!” entusiasta Monty, mentre Fyellon e gli altri si stavano già avviando verso il bosco “Dai... e poi questo pomeriggio è l’ideale...” “Si!” rispose subito Guisgard “Si, allora...” Ma poi si bloccò e si voltò a guardarmi... “Devi andare!” dissi allora, sforzandomi di sorridere. “Talia, senti...” iniziò a dire... io però scossi la testa... “Guisgard...” lo interruppi “Non preoccuparti per me... davvero! Starò bene qui!” “Ma io... Io non vorrei andar via... E’ solo che Fyellon...” “Lo so!” mormorai “Non fa niente... sarà per un’altra volta...” “Guisgard, andiamo!” lo chiamavano intanto Rooney e Hans “Presto!” Lui guardò per un istante loro, poi tornò a guardare me, poi di nuovo loro che lo chiamavano a gran voce... “Tanto non verrà!” sentimmo Fyellon dire “Non verrà... vedrete... ha paura!” A quelle parole Guisgard tornò a fissare di scatto il bosco e, quasi d’istinto, si avviò in quella direzione... Io abbassai gli occhi, triste... mi sentivo infinitamente sciocca... sapevo che il lago era una forte attrattiva, e poi c’era la sfida con Fyellon ed i fratelli che lo chiamavano... ma mi sentivo sciocca perché una parte di me aveva ardentemente desiderato che Guisgard restasse, aveva sperato che desiderasse stare con me... Sospirai... Poi, all’improvviso, un rumore di passi di corsa sull’erba mi indussero di nuovo ad alzare lo sguardo... “Che vadano tutti al diavolo... io non vado da nessuna parte senza di te...” mormorò Guisgard, raggiungendomi in quel momento e chinandosi per prendermi in braccio, cautamente per non piegare la mia gamba convalescente. “Ed avrai la tua storia...” soggiunse, avviandosi poi di nuovo verso il bosco con me tra le braccia “La storia di un cavaliere senza macchia che sta per affrontare una terribile prova... avversario, un cavaliere reietto... luogo della disfida, un lago magico in mezzo ad una folta e misteriosa foresta incantata... che te ne pare?” “Ed il premio per il vincitore?” domandai divertita. “Oh, beh... il premio sarai tu a sceglierlo, mia dolce dama...” Sorrisi... ed improvvisamente mi sentii di nuovo felice. Battei le palpebre e quel ricordo sfumò, mentre un vago sorriso tornava ad incresparmi le labbra... Istintivamente mi strinsi a Guisgard e gli poggiai un leggero bacio sulla guancia. Un istante dopo raggiungemmo il piano di sotto e la locandiera ci portò focacce e marmellata, dei biscotti ancora caldi e della frutta fresca... Per qualche tempo mangiammo in silenzio... la mia mente ancora presa da quel ricordo... poi, quasi riscuotendomi, avvertii la preoccupazione di Guisgard... “Che cos’hai?” gli mormorai all’orecchio “Che cosa ti preoccupa?” |
si ho tutto quello che mi serve tranne che il cavallo pultroppo voi ne avete uno da darmi o da vendermi chiesi sorridente mentre lo guardavo simpaticamente
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Ucci Ucci sento odor di Cristianucci.....la vecchia si era veramente arrabbiata e se Reas avesse continuato ad insistere.....ci avrebbe preso a scopate in testa..pero' quel tetro suono di campane e quel vecchio servitore.....fecero diventare il mio sorriso divertito una smorfia di orrore.....e se la vecchia non ci volesse tra i piedi per solo fatto che eravamo finiti dalla padella alla brace ?...
La torre aveva piu' piani e a noi furono date delle stanze su un unico piano......il Signore della Torre era gentilissimo, ma perche' non ricevere i prorpi ospiti ?.....una volta entrata nella stanza chiusi la porta .....e ascoltai tutti i dubbi di Vivian.....che poi erano anche i miei.....la finsetsra era piccolissima.....passava la luce della luna......La luna vecchia teneva in braccio la luna nuova....." Hai ragione Vivian..un buon padrone di casa, si farebbe vedere oppure ci avrebbe invitato nel suo salone, e' come se avessi la sensazione che queste stanze erano pronte per noi.....sapete Vivian....da quando ho lasciato il mio bosco ho la sensazione di essere seguita....ogni mio passo e' come se calpestasse un immensa scacchiera...se sbaglio......mi ritrovo tra le grinfie dei cattivi e se faccio bene..avanzo di un passo........adesso pero'....dobbiamo andare a dormire domani sara' una lunga giornata.....e cosi'...mi sdraiai sul letto ed attesi che il respiro di Vivian diventasse pesante......il sonno l'aveva accolta tra le sue braccia.......mi alzai e mi avviai alla porta, ero curiosa, forse troppo, ma quel posto sembrava celare un altro mondo.......cosi' uscii nel corridoio e salii al piano superiore della torre.......c'era una porta socchiusa da cui filtrava la luce di candele, mi avvicinai con molta cautela....da dentro non veniva fuori nessun rumore....fui molto cauta ed entrai nella stanza..non vi era nessuno, un candelabro a sei braccia aveva delle candelel rosse accese...e la grande finestra era aperta....la luce era tremolante l'aria della notte ...era fresca e prepotente...d'istinto mi avvicinai al davanzale, la luna rapi' la mia attenzione e questo in alcuni momenti non dovrebbe accadere...improvvisamente la luce delle candele si spense....e il rumori di passi pensanti arrivarono alle mie orecchie......Ecco cosa succedeva a chi era troppo curiosa...ma ormai era fatta....non potevo nascondermi , mi girai lentamente e d una sagoma si presento' al mio cospetto..." Perdonate l'invadenza Messere...ma avevo fame e nel cercare qualcuno sono finita sin quassu'.....".... |
Quella sagoma avanzò di qualche passo verso Elisabeth, fino a raggiungere il pallido alone lunare che penetrava da una delle finestre.
Era il vecchio servitore, quello che li aveva fatti entrare nella torre. Aveva lo sguardo fisso su di lei. Uno sguardo senza luce, come se nessuna emozione filtrasse da esso. Lo sguardo, poi, d'un tratto divenne più attento ed indagatore. Gli occhi mutarono e divennero penetranti, fin quasi a scavare tra le pieghe dell'animo di Elisabeth. “E' tardi” disse all'improvviso “ma se volete posso portarvi della frutta. Tuttavia sarà meglio che la consumiate nella vostra stanza... vedete, è tardi e il mio padrone non ama udire rumori di notte...” prese allora della frutta e la posò in un piccolo cestino “... prendete...” porgendolo ad Elisabeth “... venite, vi riaccompagnerò alla vostra stanza...” e fece cenno alla maga di seguirlo. In quel momento una lenta e malinconica melodia si diffuse, leggera, tra i corridoi e le scale della torre, come se volesse quasi accompagnare il servitore che riconduceva l'ospite nel suo alloggio. |
Kojo rise a quelle parole di Cavaliere25.
“Un ragazzo in gamba come te” disse “merita un regalo per la sua devozione e lealtà.” Fece allora cenno ad uno dei suoi e questi gli si avvicinò. “Conducilo nelle scuderie e lasciagli scegliere uno dei migliori cavalli che abbiamo. Poi ritornate qui da me.” Il cavaliere annuì e fece segno al boscaiolo di seguirlo. Scesero così nelle scuderie, dove vi erano dei magnifici cavalli di razza. “Allora, questi sono i nostri migliori cavalli...” indicò il cavaliere “... quello bianco si chiama Astro ed è veloce come il lampo... quello nero invece è Raggio ed è capace di attraversare fiumi e laghi... infine c'è quello chiazzato che si chiama Spada ed è in grado di cavalcare anche di notte grazie alla sua incredibile vista... quale scegli?” |
Fyellon fissò Altea e si abbandonò ad una nuova risata.
“Altea, ormai vi conosco abbastanza da sapere che siete testarda...” disse “... no, diciamo decisa. Si, ecco... decisa e dunque solo a malincuore io riuscirei a farvi abbandonare questo posto. Avete la vocazione da eroina, sapete? Di quelle che si leggono nei racconti per fanciulli, che amano viaggiare e che sognano un amore d'altri tempi.” Fece l'occhiolino alla ragazza. “Eh già... ormai avete deciso e vi causerei solo una forzatura, se vi portassi via da qui senza aver tentato di salvare prima quel bambino. E comunque, mia cara amazzone, non troverete nessun fiore per quell'antidoto. E sapete perchè? Perchè bisogna trovare una pianta. E' in una pianta che cresce quell'antidoto. Mi sono informato prima, quando mi avete mollato sotto quel salice. Ho chiesto ad uno dei servitori di quel guaritore... ora va meglio? O sentite ancora quell'irrefrenabile voglia di prendermi a pedate?” E rise di nuovo. |
Quelle parole di Talia destarono Guisgard dai suoi pensieri.
Il cavaliere allora sorrise e prendendo la mano di lei posò su di essa un tenero bacio. “Sono con te” disse con voce bassa “e dunque non c'è spazio per altri pensieri.” Prese una delle pesche che la locandiera aveva messo nel cestino di frutta e cominciò a sbucciarla, per poi tagliarla a pezzetti. “Sai che la pesca” le sussurrò “giunse in Europa grazie ai romani? In principio cresceva nel Vicino Oriente e solo quando quelle terre divennero provincia imperiale, Lucullo, che fu governatore in quelle zone, conquistato dal sapore e dall'aspetto vellutato di questo frutto decise di portarlo a Roma... sai...” aggiunse, mentre le porgeva un pezzetto di quella pesca “... in verità stavo decidendo cosa fare stamani. Volevo portarti un po' in giro, magari a visitare le case che sono ammassate attorno alle mura della città... chi vive laggiù?” Voltandosi verso la locandiera. “I cittadini più poveri di Gioia Antica.” Rispose la donna. “Quelli che sono costretti a lavorare per pagare i debiti e non finire come schiavi dei più ricchi. Ma non temete, sono ospitali.” In quel momento entrò il menestrello, quello che aveva condotto Guisgard e Talia alla locanda. “Madama!” salutando la locandiera. “Buongiorno, amici!” Sorridendo poi ai due seduti a fare colazione. “Salve!” Con un cenno della mano Guisgard. Poi lo sguardo del cavaliere cadde di nuovo sul ritratto alla parete. “Perdonatemi...” rivolgendosi alla locandiera “... chi è la ragazza di questo ritratto? E' forse qualcuno che conoscete?” “Vi sembra una popolana?” Fece la locandiera. “Magari imparentata con una locandiera?” Il menestrello sorrise, mentre era al banco a bere del succo di mela. “No, non abbiamo l'onore di conoscere personalmente la ragazza del ritratto, cavaliere.” Continuò la locandiera. “Non abbiamo mai scambiato nemmeno una parola con lei. Al massimo possiamo dire di averla vista da lontano, di sfuggita in una carrozza o alla luce tremolante di qualche candela mentre si affacciava dal suo balcone, con la voce della gente che la salutava.” “Allora ho indovinato.” Disse Guisgard. “E' un personaggio reale e non qualcuno tratto da miti o leggende.” “Si, è un personaggio reale...” mormorò la locandiera “... ma ormai è molto più che un mito...” e scambiò con il menestrello un lungo ed enigmatico sguardo. |
<<Non lo so ! Di qualsiasi colore.. Lo sai? ti prego è importante!>> dissi rivolto al ragazzo..
"Giada, deve funzionare è l'unico modo.." dissi a Giada.. |
Ascoltai Fyellon con un impeto di rabbia, se non fosse stato per la presenza di Lady Armelia, avrei risposto a dovere, mi avvicinai a lui e dissi sottovoce.."Bene, paladino della giustizia, non vi prenderei a pedate ma a fendenti di spada, quella del povero fabbro che avete ucciso a sangue freddo. Ora, visto vi siete premurato di informarvi di questa..pianta..mentre io sono stata per un bel pò in quel laboratorio e a voi è bastato spettegolare con un servitore, vi chiedo cortesemente di andare da lady Armelia e aiutarla, anche perchè io sono piuttosto stanca..e poi, come sempre, proseguiremo per Tylesia".
Alzai lo sguardo e mi rivolsi alla bella dama..."Lady Armelia, il mio caro cugino..Fyellon, è a vostro servizio non preoccupatevi, egli si premurerà di avere la pianta per guarire il principino". |
Guardai bene i cavalli e dissi scelgo Astro e mi avvicinai al cavallo e lo accarezzai sono belli tutti quanti complimenti per la scelta di questi cavalli credo che io e lui andremo molto d'accordo vero Astro dissi guardandolo sorridendo
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Sorrisi alle parole di Guisgard e mangiai la pesca che mi porgeva... era buona e dolce... e per qualche momento mi parve che tutto ciò che desideravo, tutto ciò di cui avevo bisogno per essere felice fosse in quella taverna, intorno a quel tavolo...
Sospirai... di un sospiro spontaneo, semplice, appagato... E poi, come spesso accadeva, sentii ce tutto stava di nuovo precipitando... Prima le domande di Guisgard su quel dipinto, poi la risposta della locandiera e quell’aria quasi divertita che avvertii nel menestrello... E poi di nuovo quella sensazione... la stessa che avevo provato la sera precedente... Istintivamente portai una mano alla pietra rossa che portavo al collo e sentii che era diventata insolitamente calda e pesante... “E posso domandarvi chi rappresenta quel dipinto?” domandai lentamente “Credevo che fosse... non so... un membro della casa reale, forse? Come mai dite che è un mito?” |
XXXI Quadro: Chiarore Azzurra
“Chi non ha il cuore puro può attraversare Agarthi senza neppure vederla, oppure abbattersi in Shamballah, la sua antitesi, la capitale del Male, su cui regna Maya, l'illusione.” (Ferdinand Ossendowski, Beats, Men and Gods) La locandiera, impegnata a pulire i tavoli, si asciugò il sudore e poi si voltò verso il ritratto. “Si...” disse “... ella è un membro della casa reale... ed è ormai più di un mito... tanto bella, quanto inavvicinabile...” “Quindi è una nobile.” Fece Guisgard. “Ma in queste terre siamo ancora sotto il governo del ducato? Avevo sentito dire che siamo agli estremi confini di Capomazda.” “Si...” annuì la locandiera “... qui ormai siamo oltre i confini del ducato...” “Dunque” disse Guisgard “la ragazza del ritratto non appartiene alla stirpe ducale di Capomazda... chi è allora?” “No, non appartiene alla stirpe del ducato” rispose la donna “ma a quella reale di Gioia Antica... ella è infatti la regina Chiarore Azzurra, signora e sovrana di Gioia Antica...” A quelle parole della locandiera, Guisgard fu colto da un senso di inquietudine. In un momento rammentò le parole dell'uomo incontrato presso il pozzo, prima di giungere alla locanda. E quelle sue parole parlavano di una regina. La regina di Gioia Antica. E istintivamente Guisgard si voltò a guardare dalla finestra. http://www.gambeinspalla.org/images/..._del_rasur.JPG |
“Chiarore Azzurra...” mormorai alle parole della locandiera “La regina di Gioia Antica...”
Per un attimo la mia mente si perse in mille pensieri... la visione che avevo avuto su Chymela e Andros... come poteva quel ritratto non essere Chymela eppure somigliarle tanto? Come poteva avere la collana di Chymela se non era lei? E poi le parole del vecchio del pozzo... parole dure su quella regina... E fu allora che avvertii la preoccupazione di Guisgard... sapevo che cosa lo preoccupava, sapevo che stava pensando a ciò che turbava e preoccupava anche me... Sospirai appena, e cercai la sua mano... “Ed ha anche un re, Gioia Antica, oltre ad una regina così tanto bella?” chiesi alla locandiera con l’aria più candida ed innocente che riuscii a sfoderare, pur ricordando benissimo ciò che l’uomo del pozzo ci aveva detto... Forse stavo tirando un po’ la corda, pensai... ma ci occorrevano assolutamente delle informazioni più precise ed io ero più che decisa ad ottenerne. |
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