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Rientrammo e fiutai aria di discussioni.
"C'è qualcosa di cui parlare?" chiesi, con tono tranquillo, ma attento. Inviato dal mio LG-D331 utilizzando Tapatalk |
Sentivo prima parlare uno e poi l' altro....presi la rosa dalla mano del giardiniere e lo guardai negli occhi..."Si, io mi sono persa nel bosco...talmente era lo foga di ieri sera per fuggire" dissi a bassa voce al giardiniere visto il maggiordomo anziano mi stava antipatico.."Tenete i soldi e vi chiedo di riaccompagnarmi a casa gentilmente" .. in effetti la casa disabitata era a pochi metri e forse lui ne sapeva qualcosa e ne avrei ricavato qualcosa.."Non è per mia madre...ho pure paura mio marito abbia una brutta reazione...gentilmente" facendomi gelida negli occhi.
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Gli sorrisi, non avevo dubbi che avrebbe realizzato il suo sogno, dopotutto se gli faceva brillare gli occhi in quel modo doveva essere speciale.
Poi mi chiese se anche io ne avessi uno. Oh sapessi... Mi fermai per un momento a guardare quel meraviglioso panorama. "Vorrei essere padrona della mia vita.." sussurrai infine, voltando il cavallo verso il sentiero che portava a casa. Il libro che avevo preso a Monsperone forse poteva aiutarmi in quel momento. Avevo dedicato a quel gioco anche troppo tempo. Sospirai. Era tempo si tornare a casa, la sera era inoltrata, buia, e io non potevo rischiare. |
“Diglielo...” disse Tatiana a Nikolaj.
“E va bene...” questi con un sorriso enigmatico. “Cosa deve dire?” Chiese Elv. “Non a te...” fece Nikolaj “... tu non sei uno di noi... a lei devo dirlo.” Indicando Gwen. “Veramente dovrei lavorare...” disse perplesso il giardiniere “... e sia...” annuì ad Altea “... ma non posso attardarmi troppo... prendo un cavallo e vi accompagno.” Prese un cavallo e con Altea si avviò verso la casa di lei, nonostante non avesse digerito la bugia sulla rosa. Aegos guardò perplesso Clio. “Padrona della vostra vita...” disse “... che significa? Siete giovane, bella e ricca... se non siete padrona della vostra vita allora proprio non saprei chi possa esserlo...” ridendo “... siete davvero strana.” Divertito. |
Ora mi stavano facendo innervosire.
Che stava succedendo? Inoltre quel sorriso come sempre non mi piaceva. "Nikolaj smettila e parla. Muoviti" sbottai, a muso duro e tono spazientito. Inviato dal mio LG-D331 utilizzando Tapatalk |
"Vi ringrazio e mi scuso per la rosa...sapete è più forte di me..e non è dettato da me, se vi dicessi sono in preda a una maledizione mi prendereste pure per pazza che per ladra" ridendo e osservandolo di sottecchi..era un bel ragazzo, semplice e sincero e dissi timidamente.."Io sono la Contessa Altea de Bastian" tirando le briglie a Cruz e fermandomi.."Dovrei escogitare qualcosa per mio marito o mi picchierà come ieri sera, ho trascorso la notte in una casa disabitata veramente..e ho visto un fantasma...io stanotte ci voglio tornare, mi deve dire chi abitava in quel posto e la maledizione di quella casa..aiutatemi vi prego..e temo a ritornare a casa...mi promettete che verrete con me stanotte, sola nel bosco non va bene...anche perché ero braccata dagli uomini del Maresciallo, meglio non parlarne" e rimasi a fissarlo...sicuramente mi avrebbe preso pure per pazza.
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Icarius guardò perplesso Altea.
“In verità io non vado molto d'accordo con queste storie, madama...” disse “... e poi vostro marito avrà ragione di adirarsi se andrete di sola di notte nel bosco... forse dovreste parlarne con un prete... andare dietro a maledizioni e fantasmi non è da dama, credetemi...” In lontananza apparve il castello di Fulminaccio nell'albeggiare. “E sia...” disse ridendo Nikolaj a Gwen “... ecco... ho scritto al maestro... gli ho chiesto un aiuto... sono accadute troppe cose strane per i miei gusti... bene, ora lo sai.” “Dovevi parlarne prima con Gwen, è lei il capo.” Elv. “Stanne fuori, mortale!” Seccato Nikolaj. |
Sorrisi appena ad Aegos.
Già, vista da fuori la mia vita sembrava perfetta, chi avrebbe potuto desiderare di più che un bel castello, dei servitori, una vita agiata. Eppure la verità era ben diversa, in realtà quella vita era una prigione, una vita vissuta a metà. Tutti hanno i propri demoni interiori, soltanto che il mio se ne andava a spasso per il palazzo, seminando depravazione, terrore, crudeltà gratuita e tante altre cose carine del genere. "Non tutto è come sembra, Aegos.." continuando a cavalcare verso casa "In realtà ci sono molte cose che non posso fare, cose che la mia posizione, il mio essere donna non mi permettono di fare..." sospiro, guardando la sera che è sempre più scura. Già... cose per le quali avevo sacrificato tutto il resto e ora mi sembravano così insignificanti. Sapevo combattere ora, sapevo combattere meglio di molti uomini, e allora? Avevo sacrificato la mia famiglia, la mia vita per quello, un prezzo troppo alto. "Non mi aspetto che tu capisca, Aegos.." con un sorriso leggero "Probabilmente nessuno può..." in un sussurro. |
"Ne ho già parlato con un prete...ma il prete della mia famiglia dice è così...vi prego...perché a questo punto se ho avuto una visione vuol dire mi sono immaginata tutto, se la vedrete pure voi...mi sentirò sollevata" concedendogli un sorriso e donandogli la rosa rossa.."Questa è vostra, magari avrete una amata a cui donarla. Mio marito? E' un pazzo e violento, mi hanno obbligato a sposarlo, mi picchierebbe anche se dessi pochi soldi a un mendicante per fargli la carità. Ebbene sono fuggita ieri sera perché mi picchiava e uno dei miei servitori gli è saltato addosso perché pure lui ha una cieca gelosia verso me...gli ho lasciati lì..chissà magari ora sarò vedova visto quel ragazzo voleva ucciderlo...non so perché ma mi ispirate fiducia, magari potreste dire mi avete trovata svenuta nella foresta e poi aiutata a riprendermi...così mio marito mi crederebbe" lo immaginavo mi avrebbe preso per pazza...Altea la pazza visionaria...ma io stanotte se era vivo gli avrei dato un potente sonnifero e sarei fuggita in quella decadente dimora..e a quel pensiero mi scese una lacrima, per tutti ero pazza..che mi sarei aspettata da questo uomo sostenuto.
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“Forse” disse Aegos cavalcando accanto a Clio “dovreste vivere più libera... siete troppo impettita, distante... vostra sorella è molto diversa da voi, se posso permettermi... sembrate... si...” ridendo “... sembrate una suora.” Divertito, per poi guardandola con l'aria di chi non si capisce se è serio o meno.
“Milady, se lasciassi il mio palazzo di notte senza permesso le mie padrone mi caccerebbero.” Disse il giardiniere ad Altea. “Quanto a vostro marito... beh, non vorrei finire nei guai... se è così geloso chi gli impedirebbe di credermi un tipo molesto?” Timido e preoccupato lui. “Perdonatemi, ma vi riaccompagnerò fino al portone di casa vostra e poi tornerò indietro, visto devo lavorare, è giorno ormai.” Poco dopo raggiunsero il palazzo di Altea. |
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