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"Esattamente, è proprio quello che ho notato" annuii.
"È come se fosse una prigione dorata, questa città, ma pur sempre una prigione..." constatai. "Vorrei sapere cosa promettono alla gente per convincerla a stare qui di sua spontanea volontà..." con tono nuovamente sarcastico. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
"Le solite cose..." disse Belven a Gwen "... benessere, tranquillità, libertà..."
"Ho idea che tutto ruoti attorno a quegli angeli..." fece Elv "... e se fosse tutto falso?" "Ossia?" Belven. "Magari una fandonia per intimidire le persone e tenerle rinchiuse qui..." "Se così fosse" mormorò Belven "allora non sono così felici qui..." |
Seguii lo scambio di battute fra i due.
E nessuna delle loro ipotesi mi sembrava assurda abbastanza da non darle credito. "Penso che queste teorie potrebbero essere molto più che fondate..." commentai io. "E direi che fra parco giochi e storie sull'uomo nero qui fuori per spaventare i bambini c'è tutto..." dissi sarcasticamente, mentre osservavo il giardino davvero intenzionata a farci un giro, come detto da Bell all'uomo. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Gwen ed i suoi due compagni di viaggio dal terrazzo scesero poi nel giardino.
Era questo ampio e lussureggiante, con piante particolari e stranissime, sconosciute in buona parte al mondo conosciuto e civilizzato. Fiori e frutti dai colori esotici e cangianti, con fogliame dal raro riverbero crescevano tra ampie ed alte colonne di pordido rosso e poderosi pilastri tortili di marmo pregiato. Diverse fontane sorgevano in quel meraviglioso verziere dai tratti classicistici, da dove schizzava fuori acqua colorata. In angolo c'era un trionfo di tutti i colori, eccetto il bianco ed il nero. Oltre questo giardino sorgeva un largo edificio preceduto da un portico colonnato, dal quale si giungeva attraverso una scalinata ad un ingresso monumentale, sul qualee capeggiava una frase del famoso tiranno ateniese Crizia: "La saggezza è una pianta che non spunta dallo spirito, ma dall'intelletto." |
Raggiungemmo il grande giardino.
Era questo lussureggiante e pieno di piante sconosciute che non avevo mai visto in vita mia. Non ero esperta in biologia, ma non ci voleva chissà che per notarlo. Anche in questo angolo di paradiso erano presenti tutte le sfumature possibili di colori, eccetto il bianco ed il nero. Avrei dovuto chiedere, circa questo dettaglio. Fontane dal gusto classico impreziosivano il giardino con il loro gusto classico ed elegante, donando una sensazione di freschezza grazie all'acqua cristallina che zampillava. Poi, vedemmo un'iscrizione. "Beh, una cosa più o meno corretta fin'ora, in tutta questa incognita di posto..." sarcasticamente. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
"Su questo dissento." Disse con un sorriso Belven a Gwen circa quell'iscrizione davanti a loro.
"Mi chiedo cosa sia quell'edificio..." mormorò Elv. "Rimpiango quasi il nostro Cicerone..." divertito e sarcastico Beven. "E' il Palazzo degli Astri." All'improvviso una voce dietro di loro. Era l'uomo incappucciato, quasi apparso dal nulla, come un fantasma. |
"Infatti ho detto più o meno" con tono sornione a Belven.
Poi, Bell parlò dell'edificio e, facendoci sobbalzare, improvvisamente giunse a noi la risposta. Palazzo degli Astri. "Cos'è? Una sorta di osservatorio?" chiesi curiosa, dato il nome. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
"E' la sede" disse l'uomo incappucciato a Gwen "dove si riuniscono gli scienziati e gli intellettuali che reggono il governo di Uaaropolis."
"E quanti membri vi sono?" Chiese Elv. "600 scienziati e 400 altri uomini di lettere ed arti varie." Spiegò l'uomo incappucciato. |
Annuii alla sua risposta.
"Certamente un bel gruppetto folto" commentai "Ed ogni quanto si riuniscono?" Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
"Una volta al mese" disse l'uomo a Gwen "ma raramente sono tutti presenti."
"Ed è possibili visitare l'interno del palazzo?" Chiese Belven. "No, mi spiace." Secco l'uomo. "Ma per i nostri ospiti possiamo fare un'eccezione." All'improvviso una voce. Era un uomo di età matura, con una lunga toga e d ampio mantello indosso. "Signor Italus..." con un cenno del capo quello incappucciato. "Salute a voi tutti." Sorridendo Italus. https://nst.sky.it/content/dam/stati...idious_ep3.jpg |
Ah ottimo, bell'impegno che prendevano...
Ci rimasi male sapendo che non potevamo visitare il palazzo... Ma una voce alle nostre spalle ci corresse. Ci voltammo, vedendo un uomo di una certa età, dall'aria distinta, che si chiamava Italus. "Piacere, signor Italus. Siamo gente di scienza e le saremmo grati se ci consentisse di visitare il palazzo" annuii. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
"Ma certamente." Disse con tono affabile Italus a Gwen. "Dopotutto siete ospiti e come si conviene meritate ogni attenzione." Sorridendo. "Prego, vogliate seguirmi." Ai 3, mentre l'uomo incappucciato restò fuori.
All'interno il palazzo si mostrava ricoperto ed abbellito da marmi di raro e pregevole valore, dove venture di arguti riflessi cromatici scintillavano in un riverbero ipnotico nel rosso vivo, nel verde cangiante e nel giallo avvolgente di quei preziosi rivestimenti. Sale circolari e concentriche come un labirinto racchiudevano la concezione logica e numerica di quel luogo, con doppie e triple file di colonne dai capitelli di alabastro e dalle base di granito. Italus mostrò e descrissi ai 3 le sale del consiglio, dei dibattiti e delle votazioni. Poi fece vedere loro i meravigliosi affreschi che ricoprivano le pareti delle sale e le statue che abbellivano i lunghi corridoi. Tutti quei luoghi erano però deserti. |
Seguimmo Italus, che ci scortò all'interno.
Le sale stesse risentivano di quella perfezione matematica e al servizio della logica scientifica e geometrica. Ambienti ampi, eleganti, dai colori preziosi, vivi e sgargianti. Tuttavia, era totalmente deserto. "Non c'è molta vita qui, lontano dalle assemblee..." Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
"Oggi non è giorno di delibere." Disse Italus a Gwen. "Per questo vi è consentito di poter visitare questo palazzo." Sorrise. "Ma ditemi..." ai 3 "... cosa vi pare della nostra magnifica città?"
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"Oh, comprendo" annuii.
Poi, ci chiese un parere sulla città. "Ho notato che mancano il bianco ed il nero, ovunque e che l'abbigliamento dei cittadini è alquanto desueto. Inoltre, mi chiedevo il perché dell'iscrizione qui fuori, quella sulla saggezza." Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
"Il bianco ed il nero simboleggiano l'assoluto, l'irreversibile, il definitivo." Disse Italus a Gwen. "Tutto ciò porta al pregiudizio ed esso conduce sempre all'intolleranza." Sorridendo. "L'iscrizione invece invita gli uomini a credere che solo l'intelletto è il solo vero bene dell'umanità."
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Annuii lentamente, pensierosa.
"Certamente, è tutto molto coerente con i principi che già conosciamo alla base della città" commentai. "Lei da quanto è qui?" Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
"Dalla fondazione di Uaaropolis." Disse Italus a Gwen, con tono pacato e disponibile. "sono certo la nostra città vi affascinerà, signori."
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"Lo speriamo anche noi" convenni con un sorriso.
Ed era davvero una speranza. Fin'ora, era riuscita solo a farmi sentire perplessa ed inquieta, dubbiosa. Quindi, speravo davvero che riuscissero a farmi cambiare idea. Solo che non mi andava di dirlo al signor Italus, che si era mostrato più affabile e meno irriverente di Minsk e che inoltre era stato così gentile da farci visitare il palazzo. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Italus riprese a mostrare il palazzo a Gwen ed agli altre 2 e nel giro di un paio d'ore lo visitarono quasi tutto.
Alla fine l'uomo riportò i 3 fuori, nel giardino, invitandoli ad uscire da quel complesso e visitare quanto prima l'intera città. "Vi consiglio però caldamente di uscire dalle mura cittadine, signori." Disse raccomandandosi. |
In un paio d'ore visitammo tutto il palazzo ed almeno di alquanto piacevole per gli occhi immergerci in quella bellezza.
Poi, tornammo in giardino, dove Italus ci raccomandò di non uscire. "Sì, non è il primo ad avercelo raccomandato, anche se tutti sono stati molto criptici sul perché" sarcasticamente. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
"Oh, strano..." disse sorpreso Italus a Gwen "... e perchè mai criptici? Non vedo cosa ci sia da celare dietro la verità." Fissandola. "La chiarezza è la porta della verità."
"Se qualcuno uscisse dalla città cosa gli accadrebbe?" Chiese Elv. "Le autorità non sarebbero più responsabili della sua incolumità." Rispose Italus. "Qualcuno è mai uscito dalla città?" Domandò Belven. "Senza autorizzazione intendo." "Una sola volta è accaduto." Italus. |
"Beh, ci sono stati nominati degli angeli, ma non ci è stato spiegato chi siano."
Beh, responsabili. C'era il mondo esterno fuori. Nulla di sconosciuto. Bah... Quando disse che solo una volta era successo che qualcuno fosse uscito, pensai a ciò che aveva detto Lizzie. "E cosa accadde?" chiesi, per avere una mia personale conferma. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
"Successe che i 2 uomini usciti di nascosto dalla città, fuggiti per meglio dire, non sono più tornati." A Gwen.
"Fuggiti?" Belven. "E' forse una prigione questo luogo?" "No, ma è vietato uscire senza permesso." Rispose Italus. "Noi veniamo da fuori e non ci è accaduto nulla..." fissandolo Elv. "Voi siete stati portati qui, senza aver conosciuto le strade da prendere per arrivare a Uaaropolis." Spiegò Italus. |
Era tutto molto strano.
Non era una prigione, ma ci voleva il permesso. E quegli uomini comunque erano fuggiti. Forse qui c'era davvero qualcosa di sospetto. "Sì, ce ne siamo resi conto" con pesante sarcasmo "Come mai tutto questo? Perché non mostrarci la strada?" Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
"Per la sicurezza di Uaaropolis." Disse Italus a Gwen.
"Cosa temete?" Chiese Elv. "Un luogo come questo" spiegò Italus "sicuramete attira i sospetti di alcuni governi, come quelli totalitari. Inoltre Uaaropolis senza dubbio suscita il fanatismo del terrorismo Islamico e l'intolleranza degli estremisti Afragolignonesi." |
"Dunque, temete che la gente possa uscire ed attirare la curiosità di ciò che c'è fuori" considerai, per conferma.
Adesso aveva un senso, sebbene l'idea della prigione restasse ancora ben presente dentro di me e difficilmente sarebbe andata via. "Per quanto ancora verrà mantenuto il silenzio sul progetto di questa città?" Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
"No, temiamo che la gente esca e faccia la stessa fine di quelli che non sono più tornati." Disse Italus a Gwen. "Uscire dalla città equivale a suicidarsi." Annuendo. "Quando il mondo sapra? appena tutti i dati in nostro possesso ci daranno garanzie circa la rivelazione di Uaaropolis al mondo."
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"Beh, magari coloro che sono usciti si sono trovati meglio, non crede?" con un risolino sornione.
Mi chiedevo da cosa venisse questa convinzione che qui tutto fosse ideale e perfetto, quando magari non lo era. Ed io, per mia parte, ero fermamente convinta che non lo fosse, perfetto. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Ormai era tutto pronto, la strumentazione, le coordinate.
Non vedevo l'ora di lasciare quell'astronave su cui avevo passato fin troppo tempo ed esplorare la terra, con tutti i suoi misteri. E poi, nella galassia si cominciava a vociferare circa questa iniziativa dell'Area 71, ero sempre più curiosa di scoprire se gli umani si erano evoluti abbastanza da comprendere il loro poto nell'universo. Azzardai ad accendere di nuovo il robottino, importando i dati che io stessa avevo impostato. "Allora, tutto pronto per la partenza, posso mutare forma?" chiesi. |
"Non credo che si siano trovati meglio..." disse con tranquillità Italus a Gwen "... poichè hanno trovato la morte quegli uomini uscendo dalla città."
"Lei ha detto che non hanno più fatto ritorno..." Elv "... come fa a dire anche che sono morti? Nessuno può saperlo, giusto?" "Nella sala principale del palazzo che avete appena visitato" spiegò Italus "vi è un potente cervello elettronico. Si tratta di un computer ideato e programmato per aiutare l'uomo nel governo di Uaaropolis. Nel computer sono registrate, attraverso impulsi vitali inseriti in esso sin dalla nascita di ogni abitante, le attività biologiche di tutti coloro che vivono qui. Poco dopo la fuga di quegli uomini le loro attività vitali sono cessate. Questo ha registrato il computer. Ed esso non sbaglia mai nessun calcolo." |
Italus Era molto sicuro delle sue parole e un attimo dopo ci spiegò anche perché.
"Non è un po' come spiare?" dissi io, dubbiosa. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Destresya riattivò F22.
Pochi istanti ed il droide riprese tutte le sue funzioni. "Certamente." Disse in tono affermativo circa la domanda di lei. Poi però il robottino fu attirato da alcuni dati emersi dalle strumentazioni di bordo. "C'è qualcosa di strano..." controllando i dati. |
"E' per la sicurezza di ogni cittadino di Uaaropolis." Disse Italus a Gwen.
"In pratica" fece Belven "o si vive pacifici e tranquilli fra queste mura... oppure si scappa e si muore..." "Esatto." Annuì Italus. |
Le alternative non mi piacevano.
No, proprio per nulla. Infatti, guardai Bell incerta. Probabilmente, nessuno si loro si rendeva davvero conto di cosa tutto ciò significasse, come se davvero ci credessero, con tutti loro stessi ed era ancora più preoccupante. Possibile che Minsk fosse riuscito ad esaltarli e plagiarli a tal punto? Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
"Con tutto il rispetto" disse Belven ad Italus "a me sembra un obbligo, un ricatto... o si resta qui o si muore."
"Si, sbaglia..." replicò Italus "... non mettiamo nessuno davanti a questa scelta, poichè scegliere è pericoloso. E comunque non abbiamo noi portato la minaccia che circonda le mura di Uaaropolis..." fissando Gwen e gli altri 2. |
Beh, se lui era convito che fosse una circostanza così democratica...
"E dunque? Chi è stato?" chiesi curiosa, a quel punto. Ora parlavano anche di minaccia, ma dubitavo fortemente che Uaaropolis fosse dalla parte della ragione. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
"Gli angeli..." disse Italus gurdando Gwen.
Il suo tono ora era cupo. |
Ancora quegli angeli.
Almeno ora sapevamo che non si trattava di quegli uomini che ci avevano portati fino a qui. O almeno, sembrava che fossero dalla parte di Uaaropolis. Perché altrimenti accompagnarci? "E cos'hanno fatto di così terribile questi "angeli"?" Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
"Vogliono annientarci." Disse Italus a Gwen. "Tutti. Per questo Uaaropolis è la sola salvezza. Essa è la luce, la cviltà, la libertà e la verità. Fuori è solo caos."
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