“ Scusi lei è un ex pilota e non ha una sua automobile?”

Chiesi piuttosto scettica all’uomo.
Vero era che nei garage della villa ci fossero molte auto a disposizione ma non ero incline a farle usare senza neppure sapere dove sarebbero state guidate.

“ Se prende una delle auto della proprietà ne avrà la piena responsabilità anche per un piccolo graffietto.”

Lo avvertii prima di decidermi a fargli consegnare le chiavi di una delle vetture.


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“Ma davvero...” disse Elv voltandosi verso Gwen “... dice sul serio? Pensavo fosse una ragazza in cerca di un albergo...” fissandola.

“Beh, diciamo che ultimamente gli affari non mi sono andati un granchè bene” disse Asso a Dacey “e quindi ho dovuto disfarmi della mia auto. Perciò attualmente sono appiedato.” Annuendo. “Però stia tranquilla, nessuna auto subirà danni.”
“Beh, può sempre andare con lui, signorina.” Disse Ghilda a Dacey. “Cosa potrà controllare che nessuna auto del signor Maston subisca danni." Sorridendo la donna.
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Guardai il dottore e sorrisi.
"Un medico è sempre al lavoro, anche quando non indossa un camice, giusto dottore?" con aria appena divertita, vedendo il suo stupore.
"E penso che i signori possano aspettare dieci minuti, il tempo che io possa posare i miei bagagli, prima di andare."

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Ghilda propose infine una soluzione, per uscire da quella specie di stallo, alla quale anche io avevo pensato prima, solo per pochi secondi.
Ma la cuoca aveva colto il punto.

“Si io... Credo proprio che sia mio dovere accompagnarla se guiderà una delle macchine...
Qualche preferenza in merito?”


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"Veramente io non credo che..." disse Elv a Gwen.
"Invece ogni opinione in merito è bene accetta." Intervenne uno dei poliziotti. "Prego, vada a prepararsi, noi aspettiamo qui, dottoressa." Alla ragazza.

“Beh, la devo avvertire che è un tipo di lavoro particolare...” disse lui fissando Dacey “... non so se sia adatta a lei...”
“Ma che genere di lavoro devi fare, Asso?” Stupita Ghilda.
“Diciamo... movimentato, ecco.” Vago lui.

Vidi il dottore interdetto, ma i poliziotti furono subito d'accordo.
"A dopo, allora. Ci vedremo qui non appena avrò finito in albergo. Arrivederci, dottore" con un sorriso cortese, prima di incamminarmi.

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Gwen lasciò la clinica e si incamminò lungo la stradina, trovando un albergo dopo circa un quarto d'ora.
Si affacciava su una piccola ma bella spiaggetta, con un panorama mozzafiato.
http://www.vieste.it/puglia/gargano/...aregargano.jpg

Dopo un quarto d'ora di strada, trovai un albergo, con tanto di spiaggia e panorama mozzafiato davanti, cosa chiedere di più?
Allora mi incamminai ed entrai nella hall, in attesa di poter prenotare una camera.

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Gwen entrò nell'albergo e prese una camera.
Le fu affidata una stanza al sesto piano, da dove si poteva ammirare con uno sguardo gran parte del golfo ed anche le isole immerse nella foschia lungo l'orizzonte.

Mi fu assegnata una bella camera al sesto piano e la vista era semplicemente meravigliosa.
Le isole si stagliavano effimere sull'orizzonte e il mare era liscio come l'olio, nelle sue sfumature dorate e turchesi baciate dal sole.
Ma non era il momento di ammirare il panorama.
Indossai qualcosa di comodo, mandai giù due capsule di sangue e mi incamminai di gran carriera verso la clinica.

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Gwen tornò alla clinica, dove i due poliziotti stava aspettando il suo ritorno.
Elv intanto aveva guardato meglio le foto, studiandole al computer e facendosi una sua idea in merito.

Vidi da fuori il dottore al computer, forse intento a studiare il caso proposto dalla polizia.
"Fatto progressi, dottore?" chiesi ad alta voce, stando sulla porta.https://uploads.tapatalk-cdn.com/201...d9357bd6ab.jpg

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Elv, fino a quel momento preso dallo studio su quelle foto al pc, sentendo la voce di Gwen si voltò di scatto.
"Ah, ecco..." disse "... la nostra dottoressa... almeno dovrebbe presentarsi e specificare dove ha prestato servizio, no?"

Sobbalzò alla mia voce, facendomi sorridere appena, divertita.
"Mi chiamo Gwen. Ultimamente mi sono data alla ricerca, in realtà" risposi, rimanendo sul vago.

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"Prego allora..." disse Elv indicando il computer a Gwen "... sono curioso di conoscere la sua opionione, dottoressa..." aspettando di sapere cosa ne pensasse lei di quelle foto.

Accennai un sorriso, mentre in tutta calma varcavo la soglia dello studio, lo raggiungevo alla scrivania e mi avvicinavo a computer.
"Posso?" chiesi, con tono pacato, guardandolo, prima di ruotare il computer nella mia direzione.
Poi, iniziai di nuovo ad analizzare le immagini.

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Elv restò a guardare Gwen, così pacata e calma, mettersi al computer per studiare quelle foto.
Il corpo della vittima era praticamente maciullato.
Chiunque fosse il colpevole aveva mostrato odio e ferocia senza pari.
"Ad occhio sembrerebbe essere stato sbranato da un grosso animale" disse lui "ma qui non ci sono animali simili. Al massimo si potrebbe pensare a qualche bestia feroce fuggita da uno zoo o magari scappata da qualche nave sbarcata da queste parti. Eppure sono scettico... non solo per le dimensioni... perchè un animale dovrebbe accanirsi con tanto odio su una preda? Gli animali uccidono solo perchè spinti dalla fame, non dalla volontà di fare simili danni..."

Ascoltai le parole del dottore ed annuii lentamente.
"Sì, ha ragione" convenni "Mi fa pensare comunque ad un uomo giunto oggi sull'isola, uno studioso. Aveva delle gabbie con degli animali, potrebbe trattarsi di uno dei suoi che è sfuggito al suo controllo. Se non ho capito male, ha un laboratorio qui, dunque è probabile che anche prima del suo arrivo ci fossero già animali simili in circolazione."

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“Che cosa strana...” disse sorpreso Elv a Gwen “... perchè mai portare animali su queste coste? Che genere di animali erano? Non le ha detto quell'uomo che tipo di studi fa su quegli animali?” Perplesso.

Raccontai al dottore ciò che sapevo di Mizzar, convincendomi sempre più della mia teoria.
"Penso che non dovremmo scartare questa ipotesi, comunque."

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"Assolutamente." Disse Elv d'accordo con Gwen. "Credo che bisognerà avvertire la polizia riguardo quello studioso. Magari davvero nasconde animali feroci di grossa taglia." Annuendo. "Venga, andiamo dai due poliziotti."
Così uscirono e tornarono dai due sbirri, ai quali Elv raccontò dello strano studioso.
"Non conoscete il nome di quell'uomo?" Chiese uno dei poliziotti ai due giovani.

"Perfetto, andiamo" seguendolo fuori dalla clinica.
Poi, raccontammo tutto alla polizia.
"Si chiama Mizzar" risposi "Potrebbe anche non essere coinvolto, ma è bene tenere da parte qualche opzione, tanto per non escludere nulla."

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"Un momento..." disse uno dei due poliziotti a Gwen "... ha detto... Mizzar? Il professor Mizzar?"
"Allora le ha dato un nome falso." L'altro poliziotto. "Infatti il vero dottor Mizzar è stato rapito giorni fa."

A quelle parole, parecchio sconvolgenti, guardai il dottore accanto a me.
Poi di nuovo i poliziotti.
"Allora credo che converrà a maggior ragione tenerlo d'occhio, se ciò che dite è vero e il professor Mizzar è chiuso chissà dove. E naturalmente bisognerà usare tutta l'accortezza possibile, ma questo è già più il vostro campo che il mio" con espressione indefinita.
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Guardai Fessen negli occhi.
"Noto che la disciplina non è il suo forte!" Con aria di sfida.
"Ma come ho detto, io non ho tempo da perdere, se non sa adempiere a un ordine così semplice come la richiesta di Conoscere il suo grado e il corpo di appartenenza, come posso fidarmi che mi obbedirá sul campo?" Con gli occhi nei suoi, penetranti e intensi.
Dopodiché mi appoggiai allo schienale della sedia e lessi il biglietto.

“ Beh, se permette non mi conosce quindi non può sapere che cosa sia adatto a me o meno.”

Replicai incrociando le braccia, a quel punto ancora più convinta ad accompagnarlo per dimostrargli che potevo perfettamente sopportare una situazione un po’ movimentata.

“Vogliamo andare?”


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“Io credo” disse il poliziotto a Gwen “che lei dovrebbe venire con noi al commissariato, dottoressa, per darci un identikit di quell'uomo che si spaccia per il dottor Mizzar.”

“Perfetto.” Disse Asso fissando Dacey. “Vada a scegliere l'auto e sarà un piacere averla come assistente per questo mio lavoretto.” Facendole l'occhiolino con espressione irriverente.

“Legga il biglietto e poi mi dirà...” disse Fessen “... è uno spaccio diffuso dalla Guardia Costiera...” sorridendo.
Così Destresya lesse il biglietto:

“Dal messaggio registrato da Fantamas e diffuso in diretta mondiale, si riconoscono dei rumori in sottofondo.
Sembra si tratti di alcune navi pronte a salpare e si sente, tra i vari suoni, la capitaneria di porto che annuncia partenze verso il porto di Las Baias.”

"Perfetto, sono a vostra disposizione" annuii con convinzione.
A questo punto, era più che palese che non potesse essere lui.
Solo mi chiedevo come mai se ne andasse in giro indisturbato rubando l'identità di un uomo notoriamente scomparso.

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"Allora sarebbe opportuno ci seguisse adesso, dottoressa." Disse il poliziotto a Gwen. "Poi la riporteremo qui in clinica, dove potrà riprendere il suo lavoro su quelle foto insieme al dottore." Indicando Elv.

Quel maggiordomo era detestabile, indossai comunque un vestito nero, con un tubino sotto a spacco laterale, delle calze a rete e delle scarpe col tacco.
Mi legai alla meglio i lunghi capelli biondi e misi una velina in testa per non impolverarli.
Presi tutto il necessario e iniziai a pulire il salone dove il fantomatico padrone avrebbe cenato, tutto doveva brillare.

https://images2.alphacoders.com/824/...350-824742.jpg

"D'accordo" annuendo.
"A dopo, dottore" guardandolo.
Poi, senza aggiungere altro, seguii i due poliziotti in macchina per l'identikit del professor Mizzar.
Veramente incredibile, ero qui da poche ore e già avevo un caso per le mani.
Di certo, non era un posto in cui ci si annoiava, contrariamente a come poteva sembrare all'inizio, ma mi andava benissimo così.

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Il maggiordomo guardò Altea che con quell'ambito sembrava soddisfare in pieno il senso estetizzante di cui l'intero palazzo sembrava essere intriso.
Così cominciò a pulire la stanza.
Ad un tratto sentì la porta chiudersi, visto il maggiordomo era uscito.
Poco dopo però dal corridoio cominciarono a giungere dei passi.

Mi voltai, alzando gli occhi al cielo, fingendo di non aver inteso quel tono irriverente che lui usava nel parlarmi.
Mi diressi al garage, costatando la presenza di diverse automobili, tutte molto belle e veloci.
Le osservai velocemente e decisi di affidarmi al caso, prendendo ad occhi chiusi uno dei mazzi di chiavi e schiacciai il pulsante dell’apertura automatica per scoprire quale auto infine era la prescelta.


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Gwen giunse al commissariato ed aiutò a fornire un identikit alla polizia.
Ma incredibilmente, quando il fantomatico uomo incontrato sulla nave ebbe un volto, esso risultava essere il volto del vero professor Mizzar.
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Mi guardava, osservava...fingevo indifferenza, dovevo pulire bene, spolverare, dovevo fare bella figura con il padrone e avevo un lavoro da tenermi ben stretta ma ignoravo di guardare quel maggiordomo così altero.
Ad un tratto uscì dalla porta e la chiuse, udii dei passi e mi avvicinai alla porta, aprendola appena per spiare inosservata.

Aiutai la polizia ad elaborare l'identikit dell'uomo e, incredibilmente, il volto era lo stesso.
"Io sono assolutamente sicura di ciò che dico, sono certa che fosse lui, è questo il suo volto. Non so come, ma è lui" annuendo convinta.

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