![]() |
Il nome della perla
Il suo sguardo nel mio, così intenso, così perso.
Era un uomo che ancora non sapeva di essere sull'orlo del baratro, non sapeva che io stavo sospesa sul precipizio, a tendergli la mano e portarlo con me, invitandolo a fare un passo come le sirene portavano gli uomini alla perdizione. Ma era molto di più di questo... era possesso, controllo, manipolazione. Era mio, e mio soltanto, lo avrei così immerso in quell'abisso che sarebbe stato pronto a fare qualunque cosa per me, fino a seguirmi nelle segrete e prendere parte ai miei segreti più oscuri. Costringerlo sarebbe stato troppo semplice, banale, rubare la sua anima per sostituirla con un buco nero era molto più ambizioso, eccitante. "Bravo..." gli sussurrai all'orecchio, con voce calda e sensuale. Entrammo nella mia stanza, illuminata da candele che creavano un'atmosfera soffusa, un grande letto a baldacchino occupava il centro, con i suoi drappeggi rossi e oro, dalle tende filtrava una debole luce, resa calda dal colore vermiglio anch'esso. Suonai un campannellino perchè una servetta ci portasse vino e viveri, per poterci gustare quel momento che doveva essere fatto di eccessi, lussuria e assenza di limiti e controlli. Camminai lenta verso il piano, lasciando che lui avesse una visione totale del mio corpo, i movimenti sinuosi, i capelli che si muovevano al ritmo di quei passi cadenzati. Infine mi voltai, gli occhi famelici nei suoi, le mani sul freddo e imponente legno dietro di me, finchè non spiccai un piccolo ed elegante balzo che mi portò seduta sul piano, mentre lo fissavo con un sorrisetto divertito. Solo allora allungai il piede, che lo spacco della gonna mostrava insieme a buona parte della gamba, e lo picchiai sulla spalliera della sedia che era davanti a me, fissando Aegos. Una volta. Due volte. "Qui!" ordinai, con aria di sfida e lo sguardo di chi pregusta un piacere proibito senza smettere nemmeno per un istante di incatenare l'azzurro dei suoi occhi ai miei, che all'apparenza potevano sembrare più chiari, ma in realtà nascondevano un abisso infinitamente profondo. https://uploads.tapatalk-cdn.com/201...c05551a1de.jpg |
“Nessuno conosce i nostri nomi.” Disse Guan ad Altea.
“Ma è una pazzia lo stesso.” Sbottò Gozil. “Invece potrebbe essere un buon piano...” Hiss ad Altea “... se te la senti di rischiare per me va bene.” Fissandola. Subito Dacey e Cales si affacciarono da una finestra sul cortile. C'era diversa gente che parlava con agitazione ad alcuni soldati. I due giovani riuscirono a capire qualcosa della concitata discussione. Alcuni cacciatori avevano organizzato una battuta di caccia per cercare di uccidere la bestia. |
“Parlate senza conoscere i fatti...” disse Ela Gwen che andava via. “E del vostro parere non me ne faccio nulla!” Urlandole dietro.
La ragazza raggiunse la carrozza, ma il cocchiere ed il guardiano stavano parlando col giardiniere. “Forse non è saggio uscire nel bosco a quest'ora...” il cocchiere a Gwen col volto preoccupato. |
Ignorai le sue parole e continuai a camminare.
Alle parole del cocchiere, scossi la testa. "Ho promesso che sarei tornata e non voglio restare qui un minuto di più..." asciugando gli occhi con il guanto. Preferivo essere sbranata da un lupo come gli altri piuttosto che trascorrere qui la notte. Inviato dal mio LG-D331 utilizzando Tapatalk |
"Si...me la sento" guardai gli altri "Ma non vi lascio mica...sento di dover lottare vicino Hiss, per il bosco e noi tutti, non possiamo permettere nessuno sia libero di camminare nei nostri meravigliosi boschi e rimanere brutalmente ucciso...e poi soprattutto per Hiss" sospirai "Vado a cambiarmi, rimetterò i vestiti che mi hanno portato qui quando ero Duchessa, non sto cambiando...io sono questa dalla nascita ma dal cuore ribelle come una brigantessa".
Entrai in casa e indossai i vestiti e gioielli preziosi, presi Volpe Ambrata e chiusi la porta di casa mostrando la chiave "Questa la tengo io eh..che ritorno per farmi una bella bevuta assieme a voi" li salutai ma sapevo li avrei rivisti subito e salii su Cruz, pronta per partire.."Il mio nome è duchessa Altea de Bastian, è il vero nome mio..caro marito" verso Hiss. https://i.pinimg.com/474x/01/1d/2f/0...al-fashion.jpg |
“ Dovremmo scendere giù anche noi.”
Disse senza alcuna esitazione una volta compresa la natura della discussione. Se vi era una battuta di caccia alle porte conveniva prenderne parte e approfittare così di raccogliere prove e campioni nel bosco, non stando soli ma attorniati da persone armate che, speravo, avrebbero potuto difenderci in caso di pericolo. Spiegai questa mia idea a Cales dunque, sperando che concordasse. Inviato dal mio iPhone utilizzando Tapatalk |
Il cocchiere era restio, mentre il guardiano, forte dell'essere armato, annuì a Gwen.
“Se volete partiamo.” Disse alla ragazza impugnando il suo fucile. “Ciò che deciderete per me andrà bene.” “Io direi invece di ripartire domattina...” mormorò il cocchiere. Hiss sorrise ad Altea. Erano pronti per partire. “Vi scorteremo lungo il tragitto...” disse Gozil “... non me la sento di lasciarvi andare da soli... è buio ed il bosco è pericoloso.” Si prepararono e partirono tutti. Erano un bel po' distanti da Sant'Agata di Gotya. Cales annuì a Dacey ed uscirono anche loro nel cortile. Il trambusto non era cessato, perchè occorreva il permesso del presbitero per uscire nel bosco e cacciare la bestia. “Accidenti...” disse arrivando Ruspon “... cosa diavolo succede?” Un soldato gli spiegò il tutto. “Sua eminenza non è qui...” Ruspon ai cacciatori “... andatevene o vi faccio mettere ai ferri, cani.” Minacciò. Quelli però insistevano. “Allora andate, avete il mio permesso!” Gridò Ruspon. “E che il diavolo vi porti tutti!” “Andrò con loro.” Fece Cales. “Verrà con me anche madamigella Dacey.” “Senza il consenso di suo zio la ragazza non si muoverà di qui.” A muso duro Ruspon. |
Il guardiano appoggiò la mia decisione di andare e salii subito in carrozza, abbassando la tendina del finestrino.
Non volevo restare qui, a vederlo ancora e farmi di nuovo distruggere da lui, che non aveva rispetto per niente e per nessuno. Volevo solo tornare a casa e chiudermi in camera, senza neanche cenare. Solo restare con me stessa e pensare a quanto fossi inadatta per il mondo che avevo intorno. |
A quelle parole di Gozil sorrisi.."Non immagini Capo quanto questo tuo gesto mi renda felice, anche noi briganti siamo uniti per sconfiggere la Bestia" e partimmo, era buio e dovevamo stare attenti.
Io ero vicina ad Hiss e mi guardavo attorno circospetta, attenta ad ogni ipotetico rumore o fruscio e gli dissi.."Io sono la Regina di questo Bosco, sento sia il mio Regno, nessuno deve osare intaccarlo" mentre i miei verdi occhi incatenavano i suoi azzurri meravigliosi..come poteva essere diventare veramente sua moglie, mi chiesi ma subito mi ripresi...dovevo compiere una missione. |
Giunti al cortile ebbi la fantastica occasione di assistere alle grandi doti diplomatiche di Ruspon.
Più avevo a che fare con lui e più mi domandavo come potesse avere un ruolo di comando e potere, visto che era totalmente incapace di gestire persino qualche cacciatore che in fondo domandava solo di potersi difendere cercando di uccidere la bestia. Si notava proprio l’assenza dello zio, lui avrebbe saputo gestire il tutto senza quel gran baccano. “ Ma mio zio non c’è... e la battuta di caccia è ora. Sono lieta che vi stia tanto a cuore la mia incolumità messer Ruspon ma posso decidere da sola se andare o no.” Tentando di restar calma e rispondere in modo cortese a quell’uomo indisponente. Inviato dal mio iPhone utilizzando Tapatalk |
Quella stanza, la sua atmosfera di sensualità, lussuria, abbandono dei sensi.
La luce tremula delle candele, il vassoio portato dalla servetta poi andata via. Ed Elyse. Aegos la guardava tutta. La guardava muoversi sensuale e provocante, di una bellezza perduta, maledetta. Quel cenno, quell'ordine, fatto con la gamba tutta fuori dallo spacco. Lui sorrise eccitato. Stava al gioco, ma si sentiva il maschio, quello forte e dominante. Era un gioco e lui voleva giocare, ma sapeva di essere in grado di farsi valere. “Si, padrona...” disse fissandola tutta “... lo stallone della marchesa è pronto per farla cavalcare...” raggiungendola. In quel momento una servetta arrivò. “Madama...” intimidita ed impaurita “... c'è... c'è una visita per voi... molto importante...” a capo chino "... si tratta di sua eminenza il presbitero..." La carrozza era pronta. Gwen era salita a bordo. “Aspettate...” disse all'improvviso una voce “... è sciocco ripartire ora...” Elv sul cancello “... partirete domattina... non voglio avere il vostro sangue sulla coscienza.” “Se andrete” disse Ruspon a Dacey “io non ne sarò responsabile, chiaro?” “Certo, sarò io responsabile.” Cales. “Bene.” Seccato Ruspon, per poi andare via. “Ascoltatemi...” Cales ai cacciatori “... saremo un gruppo compatto e non ci divideremo, chiaro? Qualunque predatore preferisce attaccare prede singola e noi non gli faciliteremo la cosa.” Tutti annuirono. Poco dopo il gruppo uscì dalla città. Vi erano dei cani con loro a cui avevano fatto annusare i vetiti lerci di sangue di una delle vittime, in modo che i segugi riconoscessero il possibile odore della misteriosa preda. Partirono. Erano Hiss, Altea, Gozil e Guan. Gli altri erano rimasti al covo. “Sarete anche la regina di questi boschi” disse Hiss ad Altea “ma ora pare ci sia un potere più forte... quello misterioso della bestia.” Annuì. “Ma lo debelleremo presto.” Seguivano un sentiero che li avrebbe condotti in città, sebbene il cammino era tutt'altro che breve. I briganti vivevano lontano da Sant'Agata di Gotya. “Questi boschi sono sinistri e selvaggi” guardandosi intorno Hiss “eppure hanno un fascino fortissimo... vi è qualcosa di sognante e romantico in questa natura sconosciuta e dimenticata... qualcosa di magico direi...” |
Con noi vi erano ovviamente Guan, il tiratore scelto, e Gozil che conosceva ogni angolo della foresta.
"Si, hai ragione...purtroppo forze strane stanno compiendo qualcosa di malvagio. Il bosco...si...di notte poi ha un fascino particolare con la Luna che brilla nei rivoli di acqua e nei laghetti o cascate, e durante il giorno il Sole trionfa tra le fronde degli alberi. Farne parte è qualcosa di magico, non tutti possono esserlo...io lo sono, forse un giorno pure tu" lasciando la mia mano calda sfiorasse il suo volto in modo sensuale. |
Sentii la sua voce sul cancello, ma non mi importava.
Non volevo restare e non lo avrei fatto, soprattutto se era lui a chiederlo. "Andate" al cocchiere. |
Lasciai perdere Ruspon, comandando a un servo di prepare la mia cavalcatura per quella uscita.
Cales sapeva come farsi ascoltare, ben presto i cacciatori si erano radunati attorno a lui per seguire le sue direttive chiare e precise. Approfittai di quel momento per andarmi a cambiare, preferendo al vestito morbido e lungo un completo da cavallerizza con una tela a quadretti verde. Presto la colonna di uomini e cani da caccia di formò, con gli animali che scalpitavano e latravano avendo odorato il sangue delle vittime e probabilmente anche quello della bestia. Eravamo dunque pronti a partire. Mi portai ad affiancare Cales, che pareva così serio e concentrato e proprio con quella determinazione nel volto rivelava un’area affascinante. “ Credete che troveremo davvero qualcosa? Non vorrei essere pessimista ma siamo in molti, siamo rumorosi... qualsiasi cosa sia quella bestia potrebbe facilmente sentirci e andare lontano.” Inviato dal mio iPhone utilizzando Tapatalk |
Il cocchiere era restio.
Elv allora si avvicinò alla carrozza. “Ma dico...” disse a Gwen “... siete anche stupida oltre che irriverente? Possibile non vi rendiate conto di cosa sta succedendo nei nostri boschi? Non capite che uscire di notte è quasi un suicidio?” A muso duro. Hiss sorrise ad Altea e le baciò la mano. “Beh, se siamo marito e moglie” disse “immagino debba darti del tu.” Facendole l'occhiolino. “Che melense e sdolcinate idiozie...” sbottò Gozil. Allora si mise a cantare a squarciagola, rompendo un po' l'atmosfera sognante di quel momento. “Sei una frana col canto, capo.” Ridendo Guan. Avanzarono lungo il sentiero per circa un'ora, quando cominciarono ad udire dei rumori. Come dei latrati lontani. “Aspettate...” fece Hiss “... sentite?” Gozil e Guan subito misero mano alle armi. “Anche questo ci aiuterà a capire un po' più di questa storia.” Disse Hiss a Dacey. “Comprendere come ragiona la cosiddetta bestia... come un animale oppure come un uomo? Sarà interessante scoprirlo.” Partirono. Vagarono per il bosco per circa un paio d'ore, tutti armati, tranne Cales e Dacey, con la muta di cani intorno a loro. Abbaiavano forte i cani, in ogni direzione, guidando il drappello di cacciatori verso il cuore del bosco e della notte. Al chiarore soffuso e stregato della Luna il bosco assumeva strane forme, sconosciute e maledette. Il sibilo del vento era lento, quasi simile ad un lamento. Accarezzava le foglie senza avere la forza di sferzare le cime degli alberi, che immutabili nel loro secolare silenzio restavano simili a guardiani addormentati. Ad un tratto uno dei cacciatori udì qualcosa nella vegetazione. http://theridgewoodblog.net/wp-conte...8/fullmoon.jpg |
Quel bacio sulla mano fu inebriante come se fosse stato un bacio caldo sulle labbra.. "Ovviamente devi darmi del tu.. E attento potrei essere gelosa".
Quel momento romantico e di ilarità tra noi due e poi il gruppo si interruppe udendo dei latrati.. "A bassa voce" sguainando Volpe Ambrata ma ricordavo pure Hiss aveva spada e pistola"Da dove proviene?"guardandomi attorno. Inviato dal mio PRA-LX1 utilizzando Tapatalk |
“ Suppongo che abbiate ragione voi. Dopotutto abbiamo bisogno di ogni elemento possibile per far luce sulla misteriosa creatura.”
Convenni alle parole di Cales, magari saremmo anche stati fortunati e avremmo trovato qualcosa di davvero determinante, come un’impronta ad esempio. Dunque mi accinsi a trovare tutta la concentrazione possibile, tenendo sempre gli occhi vigili mentre procedevamo sempre più nel cuore del bosco. L’aria era fresca e carica di quell’odore tipico del sottobosco, di erba, pini, piccoli frutti nascosti negli arbusti, fiori senza dimenticare gli animali più disparati che però si celavano al nostro passaggio. La notte si faceva strada nel bosco di pari passo a noi, rendendo il clima più pungente e alimentando l’inquietudine delle ombre . “ Forse hanno trovato qualcosa!” Vedendo le mosse di uno dei cacciatori e affrettandomi a raggiungerlo. Inviato dal mio iPhone utilizzando Tapatalk |
Si avvicinò alla carrozza e lo guardai.
Poi distolsi lo sguardo. "Magari preferisco il suicidio a voi che non avete rispetto per niente e nessuno..." il mio tono, che voleva essere sprezzante, risultò invece un mormorio sommesso, quasi un pigolio, ma davvero non mi sarei aspettata un comportamento così da lui. Forse perché ero stata troppo ostinata nel dare per scontato che De Goth avesse torto, ma non era così. |
Il nome della perla
L'atmosfera era sempre più intensa, sempre più calda in quella stanza che aveva visto le nefandezze più inconfessabili, ma che sembrava bramare sempre di più il suo tributo di oscura perversione.
Adoravo quel momento, quello sguardo che si perdeva sempre di più nell'abisso, l'incedere famelico ma controllato, l'eccitazione che sicuramente cresceva sempre di più sotto i pantaloni di pelle, e quella sensazione di dominio, controllo, che serpeggiava sempre di più in me, dardeggiando nel mio sguardo. Sorrisi, enigmatica a quelle parole. Oh non hai idea di come siano le mie cavalcate, occhioni blu... Alzai il piede per cercare il suo corpo, accarezzandolo dolcemente, partendo dalla sua spalla, per poi scendere lungo il suo petto, fino alla vita, e poi ancora più giù... Durante tutto quel movimento sensuale non lasciavo mai i suoi occhi, li incatenavo ai miei, li rapivo, li possedevo. La porta si aprì ed arrivò Lariela, la servetta che mi avrebbe portato cibo e vino, per rendere tutto quello ancora più intenso e peccaminoso. Ma la piccola insolente non mi aveva portato il pranzo come ordinato. Nel vederla entrare a mani vuote i miei occhi si accesero di una luce diversa, crudele, furiosa, quel fuoco che si accendeva in me quando qualcuno mi disobbediva. Alle sue parole, poi, i miei occhi diventarono quelli di un demone furibondo. Con un balzo scesi dal piano e raggiunsi la servetta. "Come osi Interrompermi?" tuonai, per poi tirarle uno schiaffo così forte da farle fare un volo di alcuni metri "Ora, da brava, servirai Aegos, chiaro?" tuonai "Vedi di non deludermi un'altra volta!". La mia voce era un rimbombo crudele, ma più il viso della servetta era terrorizzato, più mi sentivo eccitata e infuocata. Non riuscii più a trattenermi, mi voltai verso Aegos, lo strisi a me con forza e lo baciai violentemente. Un bacio fatto interamente di lussuria sfrenata, desiderio. Un bacio lascivo, caldo, disperato. "Aspettami qui..." con la voce calda e lo sguardo che presagiva le più incredibili perversioni. Non potevo ignorare una visita del presbitero, anche se volevo liberarmene il prima possibile perchè se c'era una cosa che non sopportavo era qualcuno che ficcasse il naso nei miei affari, a maggior ragione quel presbitero che l'idiota di mio cugino non sapeva far stare al suo posto. Ignorai completamente Aegos, spogliandomi davanti a lui come nulla fosse, per poi indossare un abito che si confaceva al mio rango, di un rosa salmone con ricami arancio e pizzi bianchi, acconciai i capelli alla moda dell'aristocrazia, e me ne andai, raggiungendo la sala grande. "Vostra eminenza!" lo salutai, prima di sedermi su un'imponente poltrona, facendogli cenno di fare altrettanto "A cosa devo la visita?" con la voce impostata che ero solita usare in società. Intanto, suonai un'altra campanellina. "Spero gradirete del vino..." con un leggero sorriso "la mia vigna a Solpacus ha goduto di un'ottima annata!" fissandolo con aria seria e composta. https://uploads.tapatalk-cdn.com/201...cac2246e28.jpg |
Il latrato confuso dei cani che divenne assordante, i cacciatori che puntarono i fucili.
“Liberateli...” disse Cales “... liberati i cani!” Urlò. Dacey era accanto a lui. La muta fu sciolta e subito si riversò nella boscaglia davanti a loro. “Che diavolo succede?” Gridò Gozil. Alcuni cani sbucarono dai cespugli, con la Luna che illuminava i loro occhi rendendoli splendenti. Allora Gozil, Guan e Hiss puntarono i loro fucili e fecero fuoco, abbattendo subito alcuni di quei cani. I colpi di fucili furono uditi dai cacciatori che raggiunsero i cani. “Richiamateli!” Gridò uno dei cacciatori. Finalmente i due gruppi si incontrarono. Da un lato c'erano Dacey, Cales e gli altri cacciatori, dall'altro Hiss, Altea, Gozil e Guan. “Chi siete?” Stupito Cales. “Siete folli ad uscire per questi boschi di notte?” “E voi?” Hiss. “Cerchiamo la bestia!” Uno dei cacciatori. “Anche noi.” Rispose Hiss. “Sono un inviato del duca... sono il Gran Cacciatore Reale alla corte di Taddeo l'Intollerante, Arciduca di Capomazda.” “Ottimo...” Cales “... anche io sono inviato da sua signoria... sono uno studioso dell'Accademia Naturalistica del Ducato di Capomazda.” “Ci avete ucciso dei cani!” Adirato un altro dei cacciatori. “Non potevamo certo farci aggredire dai vostri cagnacci!” Gozil. |
Il nome della perla
I cani erano impazienti, furiosi, sicuramente avevano puntato qualcosa e appena liberi corsero in un punto oltre dei cespugli, continuando ad abbaiare.
Tutta la mia attenzione era rivolta proprio a quel punto ma poco dopo udimmo degli spari. Serrai le dita intorno alle redini del mio cavallo, sapendo che si stava innervosendo per quel rumore che aveva rimbombato nella foresta. Con Cales e i cacciatori arrivai verso l’origine degli spari, trovandomi dinanzi un gruppetto di persone. Cales disse ad alta voce la stessa cosa che mi domandavo, perché era strano e pericoloso per qualcuno vagare la notte nei boschi . Uno degli uomini si presentò, dicendo di essere stato inviato dal Duca. Lo osservai con sospetto visto che era arrivato in città senza annunciarsi o pagare visita allo zio e ora girava con pochi uomini senza muta di cani . Mi chiesi se la sua storia non fosse solo una menzogna ma Cales pareva invece credere a quel Gran Cacciatore Reale, e lui di sicuro conosceva meglio la corte a servizio del Duca. “ I cani facevano solo il loro dovere. Avreste dovuto rendere nota la vostra presenza prima... sono certa che provvederete a pagare ai cacciatori un’indennizzo per i loro animali.” In quel momento infatti mi premeva calmare si gli animi ma salvaguardare anche gli interessi dei mie concittadini. Inviato dal mio iPhone utilizzando Tapatalk |
Tutto accadde velocemente e da dietro i cespugli uscirono dei cani, subito Hiss e gli altri sparano e vidi dei cani a terra.. "Qualche pazzo se ne va in giro di notte nel bosco alla caccia alla volpe?" adirata.
Poi arrivo' un manipolo di uomini e uno di loro si presento' come un uomo a Capo del Duca, il ché era positivo. La sorpresa fu vedere una donna che osservava Hiss in modo circospetto senza motivo ma le sue parole erano più strane. Guardai Hiss e i miei due compagni ma non commentai.. Ma chi pensava di essere per ordinare ed avere pretese. Sicuramente non era solita frequentare il bosco, ignara della sventatezza di lasciare liberi i cani soprattutto ora che si cacciava la bestia.. "Per fortuna eravamo armati o invece dovevano pagarci un indennizzo loro se i loro cani ci avessero assalito, ma come mai vi è questa battuta di caccia notturna nel bosco?" verso l'uomo mandato dal Duca in tono cordiale e di rispetto. Inviato dal mio PRA-LX1 utilizzando Tapatalk |
Elv scoppiò a ridere.
“No, questo è troppo...” disse senza smettere di ridere “... si, davvero troppo...” guardando divertito Gwen “... fate anche l'orgogliosa ora? Preferisco il suicidio e bla bla bla...” ripetendo le parole di lei con tono da presa in giro. “Ci penserà sua signoria a ripagare i padroni dei cani.” Disse senza scomporsi Hiss a Dacey. “Si, conosco la vostra fama...” Cales “... siete il miglior cacciatore del ducato.” “E' già tanto...” fece Hiss “... io non conosco invece voi.” “Sono uno studioso come detto.” Rispose Cales. “La bestia si cattura con i fucili, non con i libri.” Divertito Hiss. “Questa è una battuta di caccia proprio per cercare di stanare la cosiddetta bestia.” Cales a lui e ad Altea. Intanto Gozil e Guan, sentito che c'era un altro inviato del duca e temendo per la loro testa, approfittando del buio e dei fatti concitati che avevano distratto tutti lentamente si defilarono, per poi sparire e tornare al loro covo di briganti. “A breve sarà giorno ed ormai ogni tentativo è fallito, almeno per stanotte.” Mormorò Hiss. “Direi dunque di andare tutti a Sant'Agata di Gotya, dove potrò presentarmi alle autorità. Cales annuì e tutti loro fecero marcia verso la città. Ma qualcosa, ben celata dalla notte e tra la vegetazione, li stava osservando. http://thermalimaging-blog.com/wp-co...mal-pred-1.jpg |
Lo guardai impassibile.
Poi abbassai di nuovo la tendina nera del finestrino. "Andate" di nuovo al cocchiere. Ero sempre più restia a rimanere e il suo comportamento era sempre peggio. Come poteva parlare così con una donna, per di più che conosceva appena? Non potevo dire di essere esperta nei rapporti umani, ma di certo non era giusto il suo modo di fare. |
"Aspettate." Disse Elv al cocchiere. "Prendete..." lanciandogli una moneta "... è d'oro e basterà a pagarvi una locanda per stanotte. Per voi due" al cocchiere ed al guardiano "e per milady." Indicando Gwen sarcastico. "Come detto non voglio il sangue di nessuno sulla coscienza." E si avviò a rientrare in casa.
|
Lanciò una moneta d'oro al cocchiere, per una locanda.
Almeno non aveva più insistito. Mi preparai allora per partire, nel frattempo che lui rientrava in casa. |
Elv rientrò in casa.
Ma prima di richiudere il cancello lanciò un'ultima occhiata divertita alla carrozza di Gwen. “Direi dunque di cercare una locanda...” disse il cocchiere alla ragazza “... vi è una non distante da qui...” |
"Bene, raggiungiamola, dunque" annuendo al cocchiere.
Speravo solo che De Goth non si arrabbiasse domani mattina, poiché eravamo rimasti fuori, ma avrebbe sicuramente compreso, se avessimo spiegato il motivo. |
Apprezzai la determinazione e sicurezza di Hiss nel rispondere e pure nella cortesia.
Nel trambusto mi accorsi Gozil e Guan erano spariti e un po' mi spiacque. Si doveva andare a presentarsi e lasciai parlare Hiss ma avvertii degli strani rumori.. "Hiss, avverto una sensazione strana.. Come se ci spiassero. Ho sentito dei fruscii ma forse è solo suggestione". |
"Si, un bosco, soprattutto di notte, è sempre fitto di rumori e suoni..." disse Hiss ad Altea "... non lasciarti suggestionare..." anche lui aveva notato che gli altri due banditi erano spariti.
Il gruppo proseguì il tragitto verso la città attraverso il bosco misterioso. Il cocchiere, sollevato, annuì a Gwen e raggiunsero la vicina locanda. Presero due stanze, una per lei ed una per il guardiano e lo stesso cocchiere. Le camere non erano di certo sfarzose, ma comunque accoglienti. In città vi era un'atmosfera cupa, sinistra, di certo generata dalla paura per i misteriosi accadimenti dei boschi. Ovunque in quella locanda Gwen notò il simbolo di una stella a cinque punte impresso sui muri, inciso su alcuni tavoli e persino sulle porte delle varie camere. https://ww3.rongdat.info/thumbnail/3...q9oOkX_E63.jpg |
Trovammo una locanda e prendemmo due stanze.
La mia non era sfarzoso, non era certo la camera alla magione, ma io mi adattavo a tutto e questa era molto confortevole. Tuttavia, notavo uno strano simbolo ovunque, una specie di stella molto stilizzata e non capivo cosa fosse. Comunque, dal momento che avevo avuto una giornata abbastanza lunga, andai subito a dormire. |
Il nome della perla
Cales e quel cacciatore continuarono a parlare e solo così potei davvero tranquillizzarmi circa la vera identità dell’uomo.
Il mio era stato un sospetto generato solo dalla necessaria prudenza che bisognava sempre adottare. “ I vostri amici sono già andati via...” Osservai perplessa verso il cacciatore quando propose di abbandonare il bosco vista ormai l’ora prossima all’alba e tutti ci avviammo verso la città. Inviato dal mio iPhone utilizzando Tapatalk |
Dacey aveva notato come Gozil e Guan se l'erano svignata in silenzio.
Tuttavia nessun ci badò oltre lei. Il gruppetto proseguì lungo il bosco, fino a tornare a Sant'Agata di Gotya. “Non è stata una notte fruttuosa...” disse deluso Cales a Dacey, mentre facevano ritorno al palazzo del presbitero “... dopotutto dovevo aspettarmelo... chiunque sia l'autore delle stragi non attaccherebbe mai un drappello di uomini armati con tanto di cani... che sia un animale o un uomo, il colpevole attacca più facilmente le prede indifese...” Gwen si addormentò quasi subito, tanto era stanca. Tuttavia non fu un sonno tranquillo, ma piuttosto agitato. Sognò Therese che la chiamava, la sua triste infanzia e poi i tanti maltrattamenti subiti. Sognò Elv che la mortificava e feriva. Poi quel simbolo, quel pentagramma stellato ovunque. Un ululato e si svegliò di colpo, restando ansimante seduta in mezzo al letto. Allora la vide. Quella belva feroce che azzannava Therese. http://www.finzionimagazine.it/wp-co..._gevaudan2.jpg |
Mi addormentai, ma fu terribile.
Sognai cose terribili, Therese che piangeva per quel suo incubo, i miei giorni a casa di mia zia e a Lowerwood, in cui avevo subito ogni cosa immaginabile. Poi beh, l'umiliazione subita a causa di messer Elv... Poi urlai e mi svegliai all'immagine di Teresa che veniva sgranata da una bestia orribile. Rimasi lì, quasi catatonica, a fissare il vuoto senza riuscire a respirare e sudando freddo. Era colpa di questo posto, orribile, inquietante, spaventoso... Mi chiedevo se mi ci sarei mai abituata. https://uploads.tapatalk-cdn.com/201...d2ea42f041.jpg |
Ansimava, spaventata.
Dopo qualche istante Gwen si accorse che sulla parete vi era un dipinto di pessimo gusto, in cui una fiera spaventosa aggrediva una bambina. Nel dormiveglia Gwen aveva immaginato fosse Therese. “Allora vossignoria è fortunata.” Disse con un sorriso molto più simile ad un ghigno il presbitero ad Elyse. “Nell'ultima annata poco o nulla ha dato frutti qui nella Sundra. La gente continua a morire, le chiese sono sempre più gremite, le cassette delle offerte colme come otri eppure è il demonio a seminare tutto ciò, impedendomi di gioire. Sapete perchè, milady? Perchè a Capomazda sua signoria starà di certo pensando che qui vegetano imbelli, incapaci di amministrare queste terre. E così la pensa anche il vescovo, sono pronto a scommetterci. Ualcosa spaventa i nostri boschi ed uccide la nostra gente. Qualcosa di sfuggevole. Sua signoria ha già inviato un suo uomo di fiducia e potrebbe inviarne un altro. E noi, milady? Io mi limito a servire Messa e voi a vivere rinchiusa qui dentro indifferente a tutto?” Fissandola con i suoi enigmatici occhi grigi. "Devo forse... rammentare a milady cosa si dice di lei in giro? Il popolo è gretto, ignobile ed ignorante, tuttavia i suoi umori stanno sempre molto a cuore alla nostra Madre Chiesa... non vorrei trovarmi costretto a... come dire... a dar credito a quelle superstiziose voci..." https://i.pinimg.com/originals/db/f3...ff6dc93a3b.jpg |
Quando tornai lucida e riuscii finalmente a calmarmi, notai un dipinto proprio di fronte al letto.
Era ciò che avevo immaginato, sognato. Una bambina che veniva sgranata. Ed io avevo visto Therese al suo posto. Era stato orribile, il pensiero che qualcosa potesse accadere a quella piccola era devastante, ma lo avrei impedito finché avessi avuto vita, questo era certo. Mi coricai di nuovo, sperando di riuscire a riprendere sonno. Inviato dal mio LG-D331 utilizzando Tapatalk |
Gwen pian piano si calmò e cercò di riaddormentarsi.
Era ancora notte, ma l'alba non lontana. Pian piano l'Oriente cominciò a schiarirsi e le prime luci si alzarono sulla città ancora addormentata. |
Restai un po' in dormiveglia, calmandomi del tutto.
Era ancora notte, ma poi pian piano il cielo si rischiarò per le luci dell'alba, facendomi realizzare che avevo dormito poco e male e mi toccava una giornata di lezione con Therese, una volta tornata a casa. Inviato dal mio LG-D331 utilizzando Tapatalk |
Ascoltai il presbitero con un sorrisetto enigmatico sulle labbra.
Come se il demonio si preoccupasse di prendersela con la mia vigna, quando il vino che produceva non faceva altro che alimentare crudeli rituali dissacranti e pieni di malvagità. Poi il mio sguardo si fece via via più cupo, indagatore, vagamente sospettoso alle parole del presbitero. “Sua Signoria ha inviato degli uomini?” Stupita “Ma qui non è arrivato nessuno e io non ne sono stata informata!” tuonai. Vero, che amavo starmene rinchiusa nel mio palazzo, e se avessero saputo la verità anche i miei sudditi mi avrebbero detto di restarci, ma amavo anche il potere e non essere informata di ciò che accadeva nella mia terra mi dava parecchi fastidio. “So che mio cugino ha preso molto a cuore questa storia della bestia, anzi, mi ha informato giusto poco tempo fa di essere giunto a un punto con la caccia al lupo!” Sentenziai. A me piaceva questa faccenda, mi faceva comodo, e per quello ero interessata a saperne di più, in modo da poter voltare la situazione a mio vantaggio. Guardai il presbitero con un sorrisetto divertito, che però non lo era affatto. “Credete che la vostra veste vi permetta di venire qui ad insultarmi e minacciarmi, eminenza?” Fissandolo negli occhi. “Potreste semplicemente dirmi che cosa volete...” seccamente. Ci mancava solo questo che arrivava e si permetteva di parlarmi in questo modo! |
Continuammo verso la città, lasciandoci sempre più alle spalle il bosco e i suoi misteri.
Mi dispiaceva vedere Cales tanto deluso tuttavia io avevo sollevato quella obiezione prima di partire, ebbi però il buon senso di non farglielo notare. “ Di buono c’è che tutto il nostro fracasso lo ha tenuto lontano, magari non è uscito sta notte e questo significa morti in meno.” Provai a fargli vedere il bicchiere mezzo pieno anche se non era facile. “ Domani tenteremo qualcos’altro, metteremo a punto una nuova strategia. Non temete, ho fiducia nelle vostre capacità.” Sapevo che Ruspon e persino lo zio avrebbe potuto avanzare le loro rimostranze a Cales per quella notte infruttuosa e mi premurai quindi di fargli sapere di avere il mio appoggio. Inviato dal mio iPhone utilizzando Tapatalk |
Tutti gli orari sono GMT +2. Adesso sono le 09.51.32. |
Powered by vBulletin versione 3.8.11
Copyright ©2000 - 2025, Jelsoft Enterprises Ltd.
Copyright © 1998 - 2015 Massimiliano Tenerelli