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Bravo con le parole era bravo, non c'erano dubbi in merito, parlava con disinvoltura e naturalezza, mentre ricavava piccole poesie spontanee dall'intreccio delle sue parole. In un certo senso questa dote mi affascinava perché era qualcosa di totalmente nuovo per me.
Quando ero ancora la principessa Dacey non mi era mai permesso di parlare con un uomo da sola ora invece qualcuno forse si sarebbe stupito del contrario. <<Sapete di certo come parlare per convincere qualcuno ma badate bene, intendo seguirvi semplicemente però avevo già intenzione di andare a vedere la Luna una volta uscita di qui>> lo guardai chiedendomi se avesse capito che stavo mentendo, << e guai a voi se avete qualche pessima intenzione, perché allora lì si che non mi farò problemi a darvi delle botte>> continuai in riferimento alle sue frasi precedenti, osservandolo tutta seria, seria, per fargli comprendere che non scherzavo affatto. <<Vogliamo andare?>> alzandomi e sistemando un po' la gonna prima di dirigermi verso l'uscita della taverna. |
"Lo penso anch'io, ma dubito che ci dirá tutto adesso" rivolta al medico.
Non era molto su cui basarci, ma avremmo aspettato. |
“Oh, certo, tenente.” Disse Zac sedendosi al tavolo di Clio. “In effetti una celebrità come miss Gaynor nessuno si aspetta di trovarla in un posto come questo.” Sorrise. E voi invece? Sempre schiva e solitaria? Eh, chissà se qualcuno svelerà mai il mistero che racchiudete dentro di voi. Ogni legionario si dice ne custodisca uno. Qualcuno per fuggire da un passato criminale, qualcun altro per dimenticare una donna e qualcun altro ancora per rifarsi una vita.” Guardandola. “Ho sentito che siete uscita in missione poco fa. Eh, cosa darei per fotografare una battaglia aerea. Sapete cosa mi incuriosisce? O forse dovrei dire cosa mi ossessiona. Fotografare un caccia Valchiria. Magari mentre attacca. Dicono sono velocissimi.” Entusiasta. “Cosa si prova a vederne uno mentre ti punta?”
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Guisgard sorrise a quelle parole di Dacey.
“Guardare la Luna da soli” alzandosi e spostando la sedia alla ragazza per farle fare altrettanto “mette tristezza, sapete?” Rise appena. “E comunque correrò il rischio di buscarle da voi pur di avere la vostra compagnia stasera.” Ed uscirono insieme dalla taverna. “Per Bacco!” Esclamò Leones vedendoli andare via insieme. “E' riuscito a convincerla ad uscire con lui! Quell'uomo è un portento!” “Infatti mi chiedo chi sia davvero...” mormorò Fines “... più che un militare a me sembra un divo del cinema.” “L'importante è che convinca quella ragazza ad aiutarci.” Fece Leones. “Non corriamo troppo...” Poeh “... ingannare la Gran Baronessa non sarà facile...” Intanto Guisgard e Dacey erano usciti a passeggiare per le stradine di Evangelia. “Mi chiedevate del mio nome...” fece lui “... mi chiamo Guisgard... volete sapere altro? La storia della mia vita per qualcuno è molto avvincente e vi confesso che parlare di me è ciò che più amo fare. Ma in verità mi interessa di più sapere di voi. Perchè non cominciate col dirmi il vostro nome?” |
Sorrisi appena a quelle parole, finendo la mia birra, e facendo cenno ad Armand di portarmene un'altra, anzi due, una per il fotografo.
"No di solito non sono solitaria.." mostrando il tavolo vuoto "Ma stasera i miei ragazzi hanno altro a cui pensare.." osservandoli con un sorrisetto divertito e irriverente mentre si pavoneggiavano con la bellissima diva. "E direi che ne hanno ragione.." guardando poi il fotografo "Vedete, qui tutto ha un valore particolare, perché proprio qui, a bere con noi c'è la signora morte.. e tutti quei ragazzi le fanno una corte spietata.." con un sorriso indecifrabile. "Io? Beh, io ho sposato questa vita, sapendo a cosa rinunciavo.. ma sapendo anche che non sarei riuscita a starmene con le mani in mano.. Evangelia è l'ultimo baluardo di civiltà, e noi gli ultimi pazzi disposti a morire per lei.." osservando con lo sguardo un punto lontano nella stanza. Certo non sarei stata lì a raccontare i fatti miei a quel fotografo. Non che la mia storia fosse un segreto. O un mistero, come diceva lui. Poi quelle parole sulla missione. Lo guardai di traverso, vagamente divertita. "Potrebbe essere la vostra ultima foto.." scuotendo la testa, poi restai colpita da quella domanda. "Cosa si prova?" strabuzzando gli occhi "Paura.." dissi dapprima, per poi sorridere "E poi esaltazione, adrenalina pura..." sorrisi "Mille emozioni in un solo unico e decisivo istante.." mentre i miei occhi si accendevano al ricordo degli epici duelli aerei in cui avevo ingaggiato battaglia con un caccia valchiria. "Ma vi assicuro che è decisamente più appagante vederlo precipitare.." sorridendo "E ditemi, avete mai volato?". |
Seguii quindi l'uomo al di fuori, camminando insieme a lui per le viette della cittadina. Alzai gli occhi al cielo, effettivamente la luna c'era ed era molto bella, grande e luminosa.
<<Davvero un degno spettacolo...>> mormorai rapita per poi tornare a concentrarmi sull'uomo. Subito una parola mi venne in mente per descriverlo: "egocentrico" ma comunque, per quanto amasse parlare di se era chiaramente più interessato a me e alla mia storia. Già la mia storia, era giunto il momento di dar libero sfogo alla mia fantasia. Innanzitutto sul nome. <<Mi chiamo Diana >> dissi prontamente, usando la luna come ispirazione e unendola alla mia grande passione per la mitologia classica, << sono una cameriera, lavoravo per una famiglia molto facoltosa... Non ho una vita avventurosa come suppongo sia la vostra...>> |
Fermer annuì a Gwen.
“Si, ora lo lasceremo riposare.” Disse il giovane medico militare. Prese allora il bambino e lo portò in uno dei lettini. “E' tardi, Gwen...” rivolto alla ragazza “... andate pure a dormire. Resterò io accanto al piccolo stanotte. Se avete fame in dispensa ci sono dei panini e del succo di frutta. Vi auguro una serena notte.” Sorridendole. |
“Volare...” disse Zac a Clio “... in verità no, se intendete su un aereo... ho fatto qualche fotografia dall'alto, salendo su una mongolfiera... ma solo brevi voli... io non potrei mai essere un soldato... non riuscirei ad uccidere qualcuno... voi parlate della morte come fosse qualcosa in grado di inebriare... forse i legionari sono dei folli, o forse degli eroi... chissà, non sta a me dirlo... magari lo scoprirò guardando le foto che scatterò.” Sorridendo. Ad un tratto arrivò qualcuno che si sedette con loro.
“Il mio regno...” fece Tesua “... il mio regno per un bicchiere di vino...” guardò Clio e poi il capannello di soldati attorno a Goz e a Gaynor “... c'è vita stasera noto...” tornando a fissare il bel tenente biondo “... meglio così, visto nei prossimi giorni ci sarà da lavorare e con ogni probabilità anche da annoiarsi... è appena giunta una comunicazione dal Comando Centrale ella Legione... a breve arriveranno nuove reclute... che barba... gente da addestrare... mi chiedo se al Comando sanno che qui al fronte serve gente già pronta... non mi illudo neanche che fra quei cadetti ci sia almeno uno in grado di volare e sparare allo stesso tempo...” chiamando con un cenno Armand per farsi portare del vino. “Reclute?” Zac. “Sembra interessante, no?” |
Fermer portó il bambino in uno dei lettini per farlo riposare.
"Posso restare tranquillamente, sul serio, non ho problemi" annuendo "Anche perché temo che passerei tutto il tempo a spremermi le meningi cercando di capire le poche parole del bambino" ridendo piano. "Ma se insistete a voler restare voi, voglio che mi promettiate di chiamarmi in qualsiasi momento in caso di necessitá o sviluppi" sorridendo. https://writeactdancesing.files.word...reyhepburn.jpg |
La Luna.
Era pallida, silenziosa, bellissima e quasi indifferente. I due passeggiavano lungo la stradina solitaria, vista l'ora tarda, accompagnandosi nei giochi di chiaroscuro tra le ombre della sera ed il chiarore dei lampioni. “Diana...” disse Guisgard “... chissà perchè, più che alla dea della caccia, mi fate invece pensare a Dafne...” sorrise “... sarà forse l'etera luce della Luna, il silenzio di questa stradina o l'enigmatico colore dei vostri occhi scuri... ma penso che se ora vi rincorressi, se arrivassi anche solo a sfiorarvi, succederebbe qualcosa... magari non vi vedrei mutare in una pianta di alloro, ma forse potreste addirittura sparire...” rise piano “... farnetico, vero? Non fateci caso, sarà la Luna... e forse è proprio questa meravigliosa ed incantata Luna a spaventarmi tanto...” la guardò negli occhi “... la mia vita dite sia avventurosa? Mah... ogni uomo da un significato diverso alla parola avventura... per gli antichi cavalieri era un segno di individuale predestinazione affrontarne una, mentre per i conquistatori spagnoli significava arricchirsi... infine per i poeti romantici ottocenteschi era la più straordinaria esperienza amorosa...” Ad un tratto il cielo prese a coprirsi e poco dopo cominciò a piovere. Guisgard allora si tolse il giubbotto ed avvolse entrambi, per ripararsi dalla pioggia. Corse poi con Dacey sotto un porticato, affinchè la pioggia non li bagnasse. E stretti nel giubbotto i due si ritrovarono, così, vicinissimi l'uno all'altra. http://theredlist.com/media/database...theredlist.jpg |
La notte trascorse lenta e palpitante per le cinque sorelle.
Altea e costanza sapevano la verità, mentre Ellison e Jade ignoravano ogni cosa. Ad un tratto udirono dei rumori. “Un calpestio...” disse impaurita Costanza, per poi guardare Altea e cercando nei suoi occhi conforto. Ellison corse alla finestra e vide qualcosa. “Ho visto una sagoma...” mormorò “... nel buio della boscaglia... si avvicina alla baita...” |
Sorrisi piano a Zac.
"Devi essere un folle per fare questa vita, e per amarla ancor di più... non siamo semplici soldati, siamo molto di più, la legione straniera è una scelta di vita, estrema, epica, unica.. difficile da capire... a volte il limite tra follia ed eroismo non è poi così netto.. e dato che ci sono uomini come voi, che non sono in grado di combattere né vorrebbero farlo, ecco spiegato perché ci sono donne come me, che combattono al posto vostro.." con un sorrisetto irriverente. Poi arrivò Tesua. "Amico mio hai proprio ragione.." guardando il mio boccale vuoto "Dici che Armand si ricorderà di noi?" divertita. "Credo che il comando non sappia un accidente di quello che accade qui.." alzando gli occhi al cielo "Abbiamo gli istruttori di volo no? Ci pensino loro.." sbuffai "Però è un bene che sempre più giovani desiderino arruolarsi.." con un sorriso nostalgico. Io l'avevo desiderato da sempre. Quel giorno camminavo velocemente diretta dalla mia cara nonna, mentre commentavo con lo sguardo qualche manifesto di Canabias che era arrivato fin lì, sognando il giorno in cui sarei stata in grado di combatterli. Pensieri, quelli, che mi assorbivano totalmente. "Clio!" mi sentii chiamare e poi prendere il braccio. Nel voltarmi mi ritrovai a pochi centimetri dal suo viso. Sussultai e spalancai gli occhi increduli. Il mondo si fermò per un istante, mentre il mio cuore accelerò all'impazzata. Odiavo quando mi faceva quell'effetto. "Scusa, non volevo spaventarti.." sorridendo lui. Sarebbe stato difficile spiegare che "spaventato" non era la parola adatta. "Ehi, Neko, che c'è?" cercando di apparire distaccata. Lui mi guardava con un sorrisone. "Indovina.." divertito. "Che diavolo ne so.." vagamente infastidita, al che lui rise e mi porse un foglio. "Su, un po' di suspance.." divertito. Sbiancai. "Dici.. dici sul serio?" alzando gli occhi su di lui, per poi sorridere. Lui annuì. "Beh, è scritto lì, no?" indicando il foglio con lo sguardo. Lo lessi almeno tre volte prima di rendermi conto che non me lo stavo immaginando. La legione straniera cercava volontari. Uomini e donne. "Possiamo andarci insieme.." sorrise lui. Insieme. Una parola meravigliosa che avrei voluto sentirgli dire ogni singolo giorno. Ed in effetti eravamo sempre insieme, ma non come avrei voluto. "Sarebbe il massimo.." risposi, sinceramente, con un sorriso "I miei non mi lascerebbero mai, ma sono anni che preparo la fuga con Azelle, ci potrebbe stare.." divertita. Non amavo starmene con le mani in mano, ed erano anni che sognavamo di combattere Canabias in prima linea. Eravamo inseparabili, io e Neko, stessi ideali, stessi sogni e visione del mondo e della vita. Coltivavamo insieme il sogno di arruolarci nella legione straniera. Anzi, in realtà il sogno era mio ma col passare del tempo lo aveva conquistato. Ahimè, soltanto il sogno di eroismo e la volontà di combattere Canabias. Niente di più. Il pensiero di quel giorno mi strappò un lieve sorriso. Quel manifesto aveva cambiato la mia vita per sempre. Come non mi mancavano quei giorni, quel dolore pulsante costante che non mi abbandonava mai, che diventava più forte ogni singolo giorno, che mi consumava, mi distruggeva, eppure di cui non potevo fare a meno. Ogni tanto mi mancava lui, pensai con un sorriso triste. L'avevamo realizzato il nostro sogno, dopotutto. Lasciai che la mente indugiasse ancora un secondo al pensiero della mia vita da recluta. Giorni che non mi mancavano per niente. "Eh.." sospirai "Se ci pensi Tesua, siamo state reclute anche noi.." ridendo "Per carità come non li invidio.." divertita "Mi sembra siano passati cento anni!". |
Per quanto amasse parlare di se notai che restava comunque molto evasivo, senza in fin dei conti rivelare nulla.
E ancora, attraverso il semplicemente mio nome iniziò ad intessere uno stuolo di poesia cercata dall'orecchio. << Beh se ci provaste ricevereste uno schiaffo, vi avevo avvertito nella locanda!>> ma il destino non sembrava essere concorde. Infatti poco ci volle perché la luna perdesse il suo ruolo da protagonista cedendo il passo alla pioggia. Guiscard, prontamente si tolse la giacca che usò per offrire riparo ad entrambi prima che trovassimo una tettoia. La pioggia ci aveva colti comunque impreparati infradiciandoci, rabbrividii per il freddo dell'acqua che abbondava sui miei vestiti mentre sentivo il calore del corpo del soldato dovuto alla nostra vicinanza. |
Quella fu la notte più lunga della mia vita.
Mentre io e Costanza facevamo la guardia fuori ben vigili dentro la baita vi stavano Ellis, Lavinie e Jade perplesse. Costanza udì un calpestio ed Ellis si avvicinò alla finestra mostrando una sagoma. " Costanza, entra nella baita con nostre sorelle..potrebbe essere l' uomo fidato di nostro nonno ma pure nemici...se dovesse succedere qualcosa uscite dalla porta laterale e scappate. Io ho un pugnale nella mia preziosa scollatura" ridendo facendole l' occhiolino "sperando non sia un plotone di esecuzione..." e rimasi all' erta guardando da dove proveniva il rumore. |
Fermer sorrise ed annuì a Gwen.
“Tranquilla.” Disse “Prometto solennemente che vi avvertirò in caso di necessità. Potrei mai rinunciare all'indispensabile apporto della mia infermiera?” Ridendo piano. “Su, andate a riposare. Ma prima mangiate qualcosa, mi raccomando.” |
Risi alle parole del dottore e poi annuii.
''Allora buonanotte'' sorridendo e poi uscii. Andai nella mia camera, sistemai le mie cose e prima di coricarmi mangiai unpo', ridendo fra me e me pensando alla raccomandazione del dottore. Quando mi misi a letto sentii tutta la stanchezza accumulata sprigionarsi tutta in una volta all'improvviso e sperai che quell'adrenalina e quella frenesia non mi impedissero di dormire. |
La pioggia cadeva copiosa ed in lontananza si vedevano i bagliori dei lampi e si udivano i boati dei tuoni.
Il porticato non era abbastanza largo ed alcune gocce di pioggia schizzavano sui visi di Guisgard e di Dacey, mentre lui cercava di riparare entrambi sotto il suo giubbotto da aviatore. “Tranquilla, non farò come Apollo con Dafne...” disse tra l'ironico e l'irriverente, per poi alzare gli occhi verso il cielo “... speriamo smetta presto di piovere...” stando così vicini si accorse dei brividi di freddo della ragazza dovuti ai suoi vestiti zuppi “... stringetevi a me, vi scalderete... e non temete, non ne approfitterò per fare altrettanto...” ridendo piano “... parola di gentiluomo che non ci proverò con voi...” facendole l'occhiolino. |
Quella vicinanza mi imbarazzava e non sapevo come comportarmi e cosa dire. Mi limitavo ad osservare la pioggia e a stringermi nelle spalle, spostando di tanto in tanto qualche ciocca ribelle che ricadeva sul mio viso.
Ovviamente rifiutai la sua proposta, anche se mi fossi fidata delle sue parole da gentiluomo, la mia educazione mi impediva di compiere gesti simili, così avventati e poco adatti ad una fanciulla di sangue nobile. <<No, vi ringrazio>> dissi semplicemente circondandomi la vita con le braccia, << non ce n'è bisogno, non ho poi così freddo>> e nel dirlo cercai di fermare il mio tremore. |
Altea e le sue sorelle restarono in silenzio e pronte a scappare in caso di pericolo.
Poi quella sagoma giunse davanti alla baita e fu possibile vederla. Era un uomo di mezz'età che si muoveva con fare guardingo. Ed Altea notò subito il ciondolo con queste parole impresse: “Libertà o Morte” |
Attimi di suspence...poi un uomo di mezza età si avvicinò e mi mostrò il ciondolo...vi era la effige di mio nonno e scritto "Libertà o Morte".
"Sono la duchessa Altea...dentro alla baita vi stanno mie sorelle" e feci loro segno di uscire e guardai l' uomo.."Quindi...dobbiamo fare in fretta immagino..volete presentarvi o i convenevoli a dopo visto la situazione" il mio senso pratico e spicciolo uscì fuori immediatamente. |
Gwen appena toccò il letto la stanchezza ebbe la meglio e la ragazza cadde addormentata quasi subito.
Ma fu un sonno inquieto. Sognò. Sognò cose confuse. Come il viaggio sul Meridian Exspress ed il suo arrivo ad Evangelia. Poi la camionetta che risaliva l'altura fino al fortino, l'arrivo nella base militare e l'incontro col giovane medico. Sognò anche quel bambino e la misteriosa ed unica parola che ripeteva. Poi vide fuoco e fiamme, distruzione e morte. Si svegliò allora di colpo, col respiro rotto dall'ansia. Quel sogno era stato molto reale. Era ancora notte fonda. E risvegliandosi sentì qualcosa muoversi su di lei. Era un gatto che se ne stava sulle coperte. https://aliciaashcroft.files.wordpre...n-sleeping.jpg |
A quelle parole di Dacey, Guisgard soffocò un lieve sorriso e scosse il capo.
“Certo, come no...” disse sarcastico, per poi togliere il giubbotto dalle sue spalle ed avvolgendolo completamente attorno al corpo della ragazza “... tenetelo ben stretto, vi farà evitare di tremare.” Guardò il cielo. “Sembra non voglia smettere...” tirò allora fuori l'ocarina e cominciò a suonarla. Così le note presero a volteggiare tra il tintinnio della pioggia sul porticato. |
Mi addormentai subito.
Sognai cose confuse, rielaborazioni di ciò che era successo quel giorno, dall'inizio del viaggio fino all'arrivo del bambino. Poi, scene di distruzione, morte, visioni orribili e mi svegliai di colpo. Avevo ancora il respiro affannato per l'ansia provocata dal sogno, quando avvertii una strana sensazione su di me e mi immobilizzai. Voltai piano la testa e vidi che era un gatto. ''E tu chi sei?'' prendendolo in braccio e accarezzandolo ''Non ti ho visto ieri sera, come sei entrato?'' mentre mi guardavo attorno per cercare di capire da dove fosse spuntato e intanto mi accorsi che era notte fonda. https://s-media-cache-ak0.pinimg.com...b2d36ff858.jpg |
<< Vi ringrazio>> balbettai titubante sentendo il giubbotto sulle mie spalle, lo sistemai per bene e in effetti il freddo si attenuò un pochino.
<< Spero di no, senza offesa ma non ho alcuna voglia di passare l'intera notte qui>> dissi trovando quella possibilità terribile, ormai ero totalmente fradicia e infreddolita e se fossi rimasta fuori ancora a lungo avrei rischiato di prendere un malanno. Intanto Guisgard aveva ripreso il suo strumento che rilasciava calde note nella notte, quella musica mi fece sorridere almeno un poco. <<Siete molto bravo a suonare>> |
“Sono Dorat...” disse l'uomo ad Altea ed alle sue sorelle “... ho il compito di farvi uscire dal paese. Non possiamo tardare oltre. Pare infatti ci siano strani movimenti lungo i confini Meridionali... credo che l'invasione da parte di Canabias stia per cominciare.”
“Cosa resterà di Cherval?” Chiese Ellison allarmata. “Ciò che è rimasto di tanti altri piccoli staterelli...” rispose Dorat “... deportazioni e parate di operai e militari... andiamo adesso...” |
Quelle parole furono una coltellata..mi sentivo in colpa...avrei dovuto rimanere li..morire con tutti loro..ma chi avrebbe vendicato tutto questo?
Non osavo pensare cosa avrebbero fatto a mio nonno, a Padre Abramo e alle suore..il popolo forse sarebbe stato in salvo ma soggiogato dalle loro leggi. "I miei omaggi messer Dorat...mia sorella Ellis non sa..solo io e Costanza..ma avete ragione, è meglio sbrigarsi". Guardai le adorate sorelle e dissi loro.."E' cosi..nostro nonno ha disposto così ma non abbiamo perso, lui ci vuole in salvo...seguitemi". Cosi senza perdere altro tempo seguimmo l' uomo, forse aveva qualche mezzo di trasporto visto mio nonno disse dovevamo uscire da Chevral e io non avevo voluto sapere la destinazione. |
Tesua fece una smorfia a quelle ultime parole di Clio, ignorando ciò che le aveva suscitate in lei.
“Ora però è diverso...” disse il tenente, mentre Armand portò altri alcolici in tavola “... ora c'è la guerra ed il Tempo per addestrare nuovi cadetti è tiranno...” “Altra birra per voi...” Armand a Clio “... ed il solito vino invecchiato per voi...” a Tesua “... a voi cosa porto?” Chiese poi al fotografo. “Per carità...” scuotendo il capo Zac “.. ho ancora la nausea per quella grappa... magari un bicchiere di latte.” “Figuriamoci.” Ridendo Armand. “Prima dovete trovarmi una mucca da mungere.” Ed andò via ridendo. “Ti ripeto...” Tesua rivolto a Clio “... darei un occhio della testa per avere un po' di talento da quelle reclute... alla salute...” alzando il bicchiere “... a madama Morte... affinchè si ricordi di noi il più tardi possibile...” per poi bere il suo vino. |
Sorrisi a Tesua, annuendo.
"Si, vedremo se saranno all'altezza.." Ridendo. Finalmente arrivò la mia birra. "Oh, credevo ti fossi dimenticato di noi.." Prendendo un sorso dal boccale, per poi ridere alle parole del fotografo. "Oh non credo troverete latte qui.." Divertita, per poi alzare il boccale a quelle parole di Tesua "A lei, dunque..." Sorrisi, per poi portare il boccale alle labbra. |
Gwen prese il gatto fra le braccia, cercando di capire come fosse arrivato lì.
Poi sentì dei rumori provenienti dall'altra parte del corridoio dove il dottor Fermer era col bambino. |
Avendo sentito dei rumori provenienti dalla stanza in cui c'erano Fermer e il bambino, misi giù il gatto, mi preparai e tornai dal dottore, in attesa di novità sulla situazione del piccolo.
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“Grazie.” Disse Guisgard smettendo di suonare.
Poi lui e Dacey udirono dei passi provenienti dalla strada. Videro così un uomo che camminava col suo ombrello. “Forse ho trovato il modo per riaccompagnarvi a casa.” Il militare alla principessa di Animos. “Ehi, voi!” All'uomo in strada. “Dite a me?” Voltandosi quello. “Si, mi occorre il vostro ombrello.” Annuì Guisgard. “La mia ragazza è infreddolita ed io non voglio farle prendere un malanno.” “Mi spiace per la vostra ragazza” fece l'uomo “ma l'ombrello mi occorre.” “Aspettate, intendo pagarvelo.” Guisgard. “Non voglio bagnarmi.” Disse l'uomo. “Facciamo così...” fece Guisgard “... lo compro adesso per mezzo Taddeo e domani ve lo rendo gratuitamente.” “Dite davvero?” “Avanti, prendete i soldi e datemi l'ombrello.” Con modi spicci il militare. L'uomo annuì, gli diede l'ombrello, prese i soldi e andò via. “Ecco...” Guisgard a Dacey “... perdonate la mia audacia nel fingermi il vostro amato ma ora posso riaccompagnarvi a casa...” facendo segno alla ragazza di venire sotto l'ombrello con lui. http://1.bp.blogspot.com/-WF-LferQtn...18-500-333.jpg |
Il capitano Goz mi condusse al saloon di Armand, lo stesso in cui la sera avrei dovuto esibirmi. Il whisky era la bevanda più adatta per alleggerire tensione e stanchezza, mi avrebbe avvolta in un piacevole torpore che forse mi avrebbe sciolto anche un po' la lingua. Dopotutto, ero lì per cantare...
Mi fu presentato anche il fotografo della base, che si prodigò in complimenti e mi chiese se avrebbe potuto immortalarmi. "Signor Heon, il piacere è tutto mio... i fotografi sono il mio mezzo per il successo, senza di voi che ne sarebbe di questa ragazza?" Sorrisi amabilmente, sorseggiando il mio Justerini & Brooks. La lingua mi si sciolse davvero, aiutata dal whisky e dall'atmosfera che si era creata intorno a me, con tutti quei soldati attenti ad ogni mio movimento. Quello era il mio mondo, un gruppo di persone che pendevano dalle mie labbra. Poco importava trovarsi a Parigi, Roma, Capomazda o in un luogo sperduto in piena guerra... C'era chi mi ammirava, chi voleva ascoltarmi, e questo era ciò che contava. Così intonai la prima canzone che mi venne in mente, senza microfono né musica, sapendo che avrebbero apprezzato ugualmente. "They asked me how I knew my true love was true... I of course replied something here inside cannot be denied..." |
Rimasi molto sorpresa, tutto quell'impegno solo per trovare un ombrello che mi riparasse dalla pioggia.
<< Sei stato un po' insolente forse, ma l'importante è che abbia funzionato e ora avrò un ombrello a ripararmi... Quindi devo ringraziarvi per questo.>> Riaccompagnarmi a casa. Ora dovevo davvero trovare un posto dove passare la notte, fino a quel momento non ci avevo pensato davvero. |
Dorat portò Altea e le sue sorelle attraverso la boscaglia avvolta dall'oscurità e dal mistero, mentre su Cherval cominciavano a soffiare venti di guerra.
Camminavano per almeno due miglia, con le ragazze poco abituate a camminare così tanto. Giunsero infine presso la sponda di un fiume, dove c'era una capanna ed un aereo sulle acque. “Eccoci giunti...” disse Dorat. |
Gwen si preparò e poi andò dal dottore, seguita dal gatto.
E la ragazza vide Fermer che rimboccava le coperte al bambino. “Si è addormentato finalmente.” Disse il giovane medico a bassa voce. Si avvicinò a Gwen e vide il gatto. “Ah, eccoti, Rufus...” accarezzandolo “... Gwen, vi presento Rufus, il mio gatto.” |
Gaynor prese a cantare e tutti restarono affascinati dalla sua voce.
In un attimo nel saloon di Armand l'aria gretta e genuina dei legionari lasciò il posto ad un'atmosfera sensuale e raffinata. Alla fine tutti applaudirono. “Fantastico...” disse Goz, senza smettere di applaudire come tutti “... fantastica.” Il comandante della base notò poi Clio seduta ad un tavolo con Tesua e Zac. “Prego, madama...” prendendo sottobraccio Gaynor “... lasciate che vi presenti i miei ufficiali.” E la condusse al tavolo di Clio. “Signori, ho l'onore di presentarvi miss Gaynor, l'affascinante e celebre cantante.” Goz ai due tenenti. “Da oggi impreziosirà le serate qui al forte.” “E' un onore ed un piacere, madama.” Alzandosi Tesua. |
Così Guisgard e Dacey, sotto quell'unico ombrello e sotto la pioggia battente presero a camminare tra le stradine del borgo.
Le poche luci del lampioni, calde e soffuse, i ciottoli consumati tra cui scorreva l'acqua piovana e le casette addossate lungo i fianchi dell'altura rendevano quell'atmosfera quasi incantata e d'altri tempi. “Non dovete affatto ringraziarmi...” disse lui a lei “... posso sapere dove abitate per potervi accompagnare?” Sorridendole. |
Ovviamente mi chiese dove vivevo mentre passeggiavamo sotto la pioggia.
<<Ecco...>> mi aveva presa di contropiede, non aveva ancora avuto tempo di trovare una vera risposta convincente, << in realtà dormirò in un hotel o qualcosa di simile, possibilmente non troppo costoso questa notte...>> Capii mentre pronunciavo quelle parole che dovevo anche motivarle così proseguii. << Ho lasciato il mio lavoro come cameriera e quindi non ho un posto dove stare al momento>> forse era la scusa migliore e sottointendeva anche il mio bisogno di un nuovo impiego e denaro. |
Arrivai nella stanza e vidi Fermer mentre rimboccava le coperte al bambino e sorrisi. Finalmente si era addormentato.
Poi lui notò il gatto. ''Ah è vostro, dunque'' sorridendo e accarezzando il gatto ''Io e Rufus abbiamo già avuto modo di conoscerci'' ridendo piano. |
Mie sorelle non erano abituate a camminare come me, fu molto difficile e soprattutto la traversata fu lenta e le ammonii.."Vi volete sbrigare? Dove pensate di andare se continuate cosi..datevi una mossa...e da oggi in poi..dovrete abituarvi".
Le guardai in modo severo..ma quella era la realtà. E davanti a noi apparve un aereo...non ero mai salita su un aereo anche se ne ero affascinata.."Salite presto..non abbiamo tempo". Guardai Dorat perplessa "Possiamo salire? Mi aspettavo un aereo su una pista e non sull'acqua" e guardai attorno prima di salire per imprimere le ultime immagini di Chevral libera in mente e nel cuore. http://i66.tinypic.com/idyrtx.jpg |
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