Camelot, la patria della cavalleria

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Guisgard 26-09-2012 03.06.14

Scena II: Analopel

“Ditemi, voi portate un altro nome infinitamente più bello di quello di Marianna Guillonk, è vero?”
(Emilio Salgari, Le Tigri di Mompracem)



Talia si avviava verso casa, attraverso la stradina che giungeva poi a diramarsi verso la scogliera da un lato e in direzione di Las Baias dall'altra.
Il cielo era terso, con riverberi intensi che sembravano smaltarsi tra l'azzurro infinito e il luminoso splendore degli sterminati banchi di nuvole che naufragavano verso Ponente.
Tutt'intorno, con lampi d'argento screziato, il mare pareva voler accogliere i raggi del Sole che poi, dalle acque, si riflettevano sulle lontane e bianche case, poste l'una sull'altra, che pullulavano nella pittoresca ed esotica baia.
“Analopel...” disse all'improvviso una voce “... Analopel, aspettami!” Correndo verso Talia il piccolo Jamiel.
Il bambino era figlio di alcuni indigeni al servizio di Philip Van Joynson, padre di Talia e Rappresentante Capo della Compagnia delle Flegee Occidentali a Las Baias.
“Analopel, dov'eri?” Chiese il ragazzino dalla pelle olivastra alla ragazza. “Il padrone” come gli indigeni chiamavano Van Joynson “era preoccupato per te. Mi ha mandato a cercarti. Forse era un po' seccato... dice che deve recarsi dal governatore e voleva portarti con lui, Analopel.”
Così gli indigeni chiamavano la bellissima figlia di Van Joynson.
“Vieni, torniamo a casa insieme.” Fece il piccolo, prendendo per mano Talia.
Giunsero così sull'alta scogliera, dove dominava la lussuosa residenza dei Van Joynson, una meravigliosa villa coloniale, circondata da un vasto giardino che dava, alle spalle, sul meraviglioso golfo di Las Baias.
Intanto, all'interno della villa, in una stanza illuminata da ampie vetrate impreziosite da tende di gusto borbonico, con pareti coperte da ricchi tessuti boemi, da velluti ungheresi e di broccati di gran sfarzo e pregio, abbelliti da ritratti e incisioni di gusto classicheggiante e alla moda di Vienna, stavano un uomo ed una donna.
Credenze d'ebano cariche di bottiglie, bicchieri e calici di cristallo arredavano la sala, con tavolini intarsiati d'oro e d'argento, corallo e madreperla.
“Tua figlia non si è ancora degnata di tornare...” disse con fare seccato l'uomo in piedi davanti ad una delle finestre “... forse abbiamo sbagliato tutto con lei... siamo stati troppo buoni e permissivi... comincio a crederlo davvero...”
“Philip...” fissandolo sua moglie e smettendo così di leggere il libro che aveva fra le mani “... non essere troppo duro con lei... è cresciuta dall'altra parte del mondo e non si è mai mossa dall'Olanda fino a poco tempo fa...”
“Eccola che arriva.” La interruppe l'uomo, guardando dalla finestra e vedendo Talia giungere davanti al cancello accompagnata da Jamiel.
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cavaliere25 26-09-2012 09.11.46

Iniziai ad ascoltare quella melodia che stava suoando quel uomo rimasi incantato da quel suono che inizia a ballare e saltare ero come stregato ma era cosi dolce e rilassante

Altea 26-09-2012 12.04.39

Ascoltai le parole del vecchio mozzo..certamente di avventure ne avevo letto nei romanzi ma sapevo che un pirata era tutt'altro che un galantuomo ma non ribattei, volli sentire da lui ciò che si rischiava, chissà quante cose da narrare aveva e provavo stima nei suoi confronti .."Messere vi ringrazio per avermi aperto gli occhi..allora siamo nelle mani del Signore." Sorrisi leggermente "Io sono Altea e quando vorrete sarò ansiosa di sentire le vostre avventure..vere..non quelle da romanzo."
Lasciai il mozzo ai suoi lavori e tornai sul ponte, notavo molti si erano impressionati al racconto sui pirati ma distolsi quel pensiero dalla testa, volevo fare una traversata senza pensieri e mi avvicinai alla balia"Odette avete fatto nuove amicizie? " chiesi osservando la ragazza con cui conversava, sembrava quasi spaventata o disorientata.. "I miei omaggi milady, e' un piacere fare nuove amicizie, in questo veliero ci si sente un po' soli non pensate?Cosa vi porta alle Flegee?"

Talia 26-09-2012 15.07.50

Sorrisi appena a Jamiel, quando mi raggiunse e mi invitò a tornare a casa.
Per gran parte del tragitto mi limitai a seguirlo in silenzio, il ragazzino camminava qualche passo davanti a me e di tanto in tanto si voltava appena, come a controllare che ci fossi ancora...
Jamiel era solo un bambino, eppure io lo stimavo molto: c’era qualche cosa di particolare in lui, qualcosa che non avevo mai scorto in nessun’altro ragazzino della sua età... una sorta di pacata consapevolezza ed una inusuale responsabilità... per qualche curiosa ragione, infatti, le sue parole suonavano sempre ponderate e cariche di significati, quasi fosse un anziano capotribù a parlare anziché un vivace e irrequieto ragazzino.
Una volta, poco dopo il mio arrivo a Las Baias, per scherzo, gli avevo chiesto quanti anni avesse in realtà e lui, senza scomporsi, mi aveva risposto che era la saggezza del suo antico popolo che riconoscevo in ciò che diceva, che gli spiriti degli anziani capotribù vivevano ancora intorno a noi e nelle cose che ci circondavano, che niente nella Natura era privo di anima e che il suo popolo sapeva rispettare e dialogare con tutti quegli spiriti, in un modo che noi europei a stento potevamo capire. Disse che era questa antica forza che talvolta parlava per bocca sua ed era perciò che io vedevo la verità nelle sue parole.
Fui molto stupita da quella risposta...
E fu l’ultima volta che gli chiesi una cosa del genere.
Quando giungemmo davanti all’alto cancello che delimitava la proprietà di mio padre, Jamiel lo spinse e mi invitò ad entrare... insieme percorremmo il viale pergolato che costeggiava la scogliera e raggiungemmo il basso cancelletto che dava sul giardino di fronte alla casa.
“Credo...” dissi allora, voltandomi a guardarlo “Che qui tu possa lasciarmi, Jamiel...”
Lo scrutai per un attimo, poi sorrisi...
“Ti prometto che non scapperò via e che andrò diritta in casa!” soggiunsi, vagamente divertita, spingendo il cancelletto ed entrando in giardino.
Avevo fatto appena due passi quando, sollevando gli occhi, vidi la sagoma di mio padre immobile oltre il vetro di una delle alte finestre centrali... rimasi ad osservarlo per qualche istante... poi distolsi lo sguardo ed entrai in casa.

Cheyenne 26-09-2012 18.17.37

"Oh,mi piacerebbe molto potervi dare una risposta precisa, ma purtroppo ho solo pochi ricordi del mio paese natale.
Si trova a molti mesi di viaggio da qui...La Natura regna incontrastata...Vi sono immense distese di campi e boschi, fiumi infiniti e gli animali...oh gli animali di quelle terre...grossi buoi dal denso manto scuro, felini dagli occhi color miele e orsi con la gobba... e ognuno di noi bambini aveva un portafortuna fatto di corde e piume per scacciare via gli Spiriti della Notte...
La mia mente viaggiava attraverso quei luoghi lontani, sforzandosi di ritrovare le memorie dei miei primi anni.
"Le nostre case erano tende enormi e decorate, con un focolaio acceso nel centro durante i freddi dell'inverno...non quanto agli inverni scandinavi comunque...durante la primavera il mondo era pervaso da colori, profumi e suoni a simboleggiare la rinascita annuale della Terra....
Il popolo con cui sono crescita, i Vichinghi, chiamavano il mio paese Vinland e dicevano che la mia tribù si trovava agli estremi mi questo territorio da loro scoperto.
Mi dispiace ma non posso dirvi di più, questo è tutto quello che ricordo...oltre alle faccia sfocata di chi mi ha data alla luce....

Cheyenne 26-09-2012 18.21.07

Salute a voi Milady.
Il mio nome è Cheyenne, sapete non ho idee precise su questo viaggio a dire la verità...confido negli Dei..loro mi condurranno...
E voi? Cosa vi ha spinta in questa nave?

Altea 26-09-2012 18.32.49

Ascoltai con attenzione l'affascinante racconto di quella ragazza.."Il posto da dove venite sembra un paradiso in Terra, capisco il vostro rammarico per averlo perso, ma un giorno chissà..forse ci ritornete" riflettei un attimo.."Si, ho letto riguardo questa usanza, di donare a ogni piccolo nato un amuleto di piume e corde, come uno scaccia spiriti..veglierà il bimbo nel sonno, in modo che i sogni brutti rimarranno imprigionati tra quelle ragnatele di corde mentre quelli belli voleranno con le piume degli uccelli fino al Cielo per diventare reali, è molto suggestivo."
Alla domanda improvvisa della ragazza, mi prese un leggero sconforto.." milady..nemmeno io so perchè sono diretta a Las Baias, ne sono costretta, sapete mio padre è un importante uomo di affari e io e mia madre dobbiamo seguirlo perchè vuole espandere i suoi averi...quindi pure io sono del tutto confusa su quello che mi spetterà laggiù." Sospirai guardando Odette malinconicamente.

Cheyenne 26-09-2012 18.43.19

Beh Milady pare proprio che i nostri destini stiano viaggiando paralleli in questo momento delle nostre vite....
Entrambe costrette da qualcosa più grande di noi a imbarcarci verso un luogo sconosciuto, senza sapere a cosa si va incontro..
Vostro padre è un uomo d'affari..sicuramente lui sarà meglio informato sui luoghi che ci accingiamo a visitare..

Altea 26-09-2012 19.02.32

Annuii.."Penso un pò tutti in questa barca siano un pò spaventati per il futuro che ci attenderà laggiù..mio padre..lui sa certamente gli affari da compiere e come arricchirsi ma questa è una storia lunga. Ha già deciso tutto, lui..pure dove andremo ad abitare ma io non approvo le sue decisioni.
Ora milady, mi congedo da Voi...l'aria è un pò umida..è stato un piacere fare la vostra conoscenza, ci rivedremo ancora sicuramente".
Salutai la ragazza con un sorriso e feci cenno a Odette di seguirmi.."Sono stanca, non si può andare a riposare, o dobbiamo continuare con queste feste noiose che mi costringono a partecipare i miei genitori?" dissi alla balia.

Clio 26-09-2012 19.34.12

"Tanto meglio" risposi con una smorfia "perché un arrembaggio complicherebbe di gran lunga i miei piani... senza contare che essere venduta come schiava non è esattamente il mio sogno ricorrente" continuai tornando a sorridere. Guerenaiz era stranamente serio e fissava un punto indefinito all'orizzonte, pensai che il pensiero della sua missione lo avesse inquietato. "Suvvia, non crucciatevi, valente capitano.. sono sicura che riuscirete nella vostra impresa. Nessun pirata potrà sfuggirvi....temo per loro, piuttosto, non sanno cosa li aspetta.." lo guardai di sottecchi, sperando di avergli strappato un sorriso.


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