"Ti sei fatta suggestionare da questa storia, Gwen..." disse Elv prendendole la mano "... dai misteri della brughiera e dal terrore che ha seguito l'uccisione del duca Henz... è solo suggestione, Gwen..." fissandola.

Aspettavo con ansia alla sua risposta ma arrivo Don Pilo, sperai non avesse visto la nostra intimità e andammo verso la sala per cenare "Sono più cattolici i Dantorville o i Taddei? Credete veramente, don Pilo, la nobile stirpe vorrebbe eliminare i Dantorville? Mio cugino Ghin lì odia, io non sapevo nulla di questo.. Strano è che Lord Taddeo non mi abbia risposto" con tono risentito mentre stavamo attraversando il giardino.

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"Sono due stirpi molto Cattoliche, milady..." disse Don Pilo ad Altea "... ciò che conta è che la Fede non diventi mai fanatismo." Fissandola. "Il duca Taddeo, da quanto ho saputo, dopo la scomparsa di suo nipote non ha più contatti con il mondo esterno..."
Arrivarono nella sala dove tutto era pronto per la cena.

Una risposta scontata ovviamente.. Mi accomodai malvolentieri a cena, sperando Ghin non desse il peggio di sé e guardai il viandante "Dovevamo finire quel discorso, usciamo dalla stanza, o è bianco o nero" fissandolo.

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Scossi la testa.
"Elv, no, ti prego... Ti amo e so che anche tu mi ami, se è vero ti prego di credermi" insistetti, accarezzandogli il viso.
"Non è solo Ghin a rischiare la vita, ma tutti quanti nel palazzo... Quella voce con cui ho parlato mi ha detto che potevo salvarmi e salvare anche te, ma solo se avessimo promesso di tener fede ad un simbolo, per una causa... La causa per un mondo migliore, dice... Io non so se ciò sia vero, ma se lo fosse e la nostra vita dipendesse davvero da questo ti prego di credermi, perché non voglio perderti" osservai nei suoi occhi neri l'effetto delle mie parole, sperando che mi ascoltasse e stesse dalla mia parte.

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"Dovremmo attendere la fine della cena" disse sottovoce il viandante ad Altea "o tuo cugino si infastidirà..."
Pochi istanti dopo il duca arrivò nella sala, seguito dai 2 scienziati.
Intanto, nella camera di Gwen, mentre lei si confidava con Elv, prima che lui potesse risponderle uno dei servi bussò alla porta, avvertendoli che la cena era servita.

Prima che Elv potesse rispondermi, un servo ci avvisò della cena.
Allora lo guardai.
"Promettimi che mi ascolterai" dissi ancora, dolcemente.
Gli accarezzai il viso, lo baciai dolcemente e mi alzai per rivestirmi e prepararmi per la cena.

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"Ma me lo dirai.. In camera mia.. Se farai il bravo avrai un premio" facendogli l'occhiolino.
Quando entrò Ghin con i due scienziati mi feci seria ed indifferente.

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"E sia, promesso..." disse Elv sorridendo a Gwen.
La baciò e poi si prepararono per scendere a cena.
Intanto, nella sala dove tutti attendevano di cenare, i servi si apprestavano a servire il tutto in tavola.
"Voglio sapere del premio ora..." sottovoce e malizioso il viandante ad Altea.

Non mi curai di cosa pensava o non pensava il ragazzo.
Avevo una missione da compiere, e lui mi rallentava, non lo sopportavo.
Saliti in carrozza , ci dirigemmo verso la brughiera.
Ogni cosa era plumbea e oscura, e dovevo ammettere che mi piaceva quell'atmosfera.
Vedemmo un casupola in mezzo al nulla, anzi, non erano che rovine.
"Fermiamoci e andiamo a vedere!" ordinai a Best e poi al cocchiere.
Ero curiosa di vedere se ci fosse qualche indizio.

Sorrisi quando mi promise che mi avrebbe dato ascolto ed ero certa che lo avrebbe fatto.
Alla fine ci preparammo e scendemmo giù a cena.
"Spero solo che Ghin non dia di nuovo di matto, stasera..." sussurrai ad Elv, mentre mi sedevo a tavola.

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"Un bel bagno ristoratore, un massaggio, magari tu sai fare i massaggi orientali e se mi dirai la verità su di te.. Chissà che accadrà. Tutto sta a te e.. A me" con tono enigmatico. Iniziammo così la cena.

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Con l'arrivo di Gwen e di Elv la cena cominciò.
"Eh, mi ricatti..." disse sottovoce e malizioso il viandante ad Altea.
Ghin avrebbe di certo cominciato ad apostrofare sua cugina e Gwen con frasi poco lusinghiere, ma la presenza di Don Pilo lo costrinse a contenersi.
"Avete pregato per noi, padre?" Chiese mangiando il duca.
"Prego sempre per voi, milord." Il chierico. "E' per i potenti che si deve pregare, affinchè governino al meglio i propri sudditi."
"Credete abbia bisogno delle vostre preghiere per svolgere il mio ruolo, padre?"
"Non delle mie preghiere, milord..." rispose il religioso "... ma dell'aiuto dell'Onnipotente."

Per fortuna, la presenza di Don Pilo tenne a freno Ghin dall'intestardirsi con me o chiunque fosse nel volerci apostrofare di continuo.
Ascoltai il loro dialogo e qualcosa mi dava la vaga sensazione che non avrebbe gradito molto le parole del prete, ma speravo di sbagliarmi.

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Era una casupola fatiscente, abbandonata in un angolo buio e silenzioso della brughiera, fra sterpi e rovi quella che Best e Destresya si trovarono davanti.
Il vento ululava sordo fra le crepe dei muri e le murature consumate, generando un che di sinistro.
"Temo che qui non troveremo nulla, madama." Disse il giovane con un tono quasi canzonatorio verso di lei, come a mettere in discussione la sua capacità di prendere decisioni.

Ghin masticò amaro, impossibilitato nel poter rispondere che avrebbe voluto al chierico.
"Sono curioso, padre..." disse ad un tratto Minsk "... come si pone la chiesa davanti a questi diciamo misteriosi omicidi che da decenni affliggono il casato dei Dantorville?" Quasi con tono beffardo.
"Prega." Ridendo Maday.
"Si, naturalmente." Annuì Con Pilo. "Prega. La preghiera è l'arma più potente che abbiamo."
"Allora stanotte" fissandolo Maday "perché non trascorrete il tempo a pregare in attesa del ritorno dell'assassino?" Divertito.
Elv guardò Gwen.

La casupola fatiscente... era effettivamente fatiscente.
Ma se c'era solo quello, valeva la pena dare un'occhiata, così scesi e mi misi a controllare, seguita dal ragazzino, che sopportavo sempre meno.
Alzai gli occhi al cielo e mi voltai verso di lui.
"Sua grazia ha un'idea migliore?"

Osservai gli scienziati in malo modo "Andiamo bene se ipotizzate l'assassino possa venire.. Che strano".

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"In effetti si, madama..." disse Best fissando negli occhi Destresya "... si, un'idea decisamente migliore..."
Intanto al castello si stava svolgendo la cena.
"L'assassino torna sempre sul luogo del delitto, milady." Minsk ad Altea. "È una regola quasi matematica."
"Quel bastare..." mormorò Ghin, visibilmente nervoso.

"Anche con una farsa.. Sembra abbiate una certezza.. A proposito la polverina luminescente l'avete creata voi dottor Minsk?" a bruciapelo.

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Minsk guardo' Altea negli occhi.
"Si." Disse lui candidamente. "Mi occorreva per il piano volto a salvare la vita a vostro cugino, milady."
"Che sia dannato l'assassino!" Con rabbia Ghin.

"Strano, prima ne abbiamo trovato tracce nella canonica, don Pilo ha detto era arrivato un servo per la benedizione. Date questa polvere per divertimento o..? Potrei chiamare la gendarmeria e far ispezionare il vostro laboratorio e pure tutte le stanze.. Io sono una Dantorville de Bastian, sono una principessa e non mi faccio sottomettere da due come voi.. Parlate"con occhi di fuoco.

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"E hai intenzione di rendercene partecipi o preferisci tenerla segreta?" fissandolo negli occhi intensamente.
Quel ragazzino che il capo mi aveva messo alle calcagna mi faceva andare in bestia, non lo sopportavo e ancora non capivo perchè mi avesse abbandonato per darmi quella palla al piede.

"Vi ricordo, cugina, che il laboratorio dei 2 scienziati è nella mia parte del castello" disse Ghin ad Altea "dunque tacete circa i vostri propositi. Nessun gendarme può entrare qui senza il mio permesso." Fissandola con durezza.
Nel frattempo, nel bel mezzo della brughiera, Best e Destresya avevano raggiunto la casa fatiscente.
"La mia idea, madama, è quella in cui, magari, voi la smetteste di trattarmi come un servo inutile, quando invece sono qui come assistente, per aiutarvi." Senza lasciare gli occhi di lei.

"Cugino, nessuno può entrare ma voglio sapere perché in canonica si è trovato traccia di quella polvere luminescente.. Era servita per il piano, per rendervi un fantasma ma al servo cosa serviva e pretendo una risposta" osservando Minsk.

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"Un aiutante mi sarebbe molto più utile di un servo, sei tu che non hai saputo partorire niente di interessante..." incrociando le braccia "Ebbene? Vi ascolto!" fissandolo intensamente.

"Potrebbero esserci infinite spiegazioni, milady..." disse sarcastico Maday ad Altea "... uno dei servi potrebbe essersi sporcato con la polverina lasciata da Lord Ghin ed aver poi macchiato la canonica di Don Pilo, giusto per dirne una." Quasi con tono di beffa.

"Dopo così tanto tempo.. Dovrò dire ai servi di lavarsi più spesso" osservando il viandante.

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"Io... io non ho idee, cioè, voglio dire..." disse il ragazzo esasperato, arrabbiato ed anche emozionato a Destresya "... non ho la soluzione, possiamo tentare, provare ma non è questo il punto..." scuotendo la testa "... il problema siete voi, madama... il vostro atteggiamento verso di me..." fissandola.

La battuta di Altea rivolta al viandante non trovò risposta.
Ghin probabilmente non la comprese e i 2 scienziati preferirono tralasciare.
La cena proseguì con argomenti diversi, come la caccia, il torneo che forse non ci sarebbe più stato ed alcune avventure diciamo romantiche del duca, nonostante la presenza a tavola di un chierico.
Poi, terminata la cena, tutti furono liberi di andare.

La discussione continuò, fra Ghin che inveiva contro l'assassino e i due scienziati che spiegavano le ragioni che li avevano portati ad escogitare quel piano per smascherare l'assassino.
Cosa che tuttavia non aveva funzionato, visto che non ci erano riusciti e quello era pure arrivato a tanto così dall'uccidere anche Ghin.
Certo, adesso io avevo fatto un patto, avevo promesso di schierarmi dalla parte dei chi voleva la fine dei Dantorville, ma se era questo che avrei dovuto fare, avrei accettato comunque, così come effettivamente avevo fatto.
E se potevo permettermi di essere onesta con me stessa, non mi sarebbe affatto dispiaciuta la dipartita di Ghin, era una persona rivoltante, spregevole, dunque di sicuro non ne avrei sentito la mancanza.
Alla fine della cena, fummo liberi di andare e per fortuna non era andata così male, dal momento che il prete era presente e aveva sedato l'animo insofferente e riprovevole del Duca

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Ovviamente finsero o non capirono la battuta.. Dalla farsa alla presenza del servo in canonica ci erano voluti giorni, quindi era improbabile che il servo avesse la povere addosso da allora. Con grande noia ascoltai le avventure amorose di Ghin e certo non erano di mio interesse, trattenendo gli sbadigli per educazione.

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La cena finalmente terminò.
Don Pilo chiese di poter andare nella Cappella del castello, mentre i 2 scienziati tornarono nel loro laboratorio.
Il duca infine si chiuse nella sua camera, come al solito sorvegliata da diversi soldati.
Elv allora rammentò a Gwen del loro discorso interrotto a metà, mentre il viandante volle uscire fuori all'aria della sera, chiedendo ad ltea di andare con lui.

Elv mi ricordò che avevamo un discorso in sospeso.
Così, tornai in camera mia.
Non volevo parlarne apertamente in corridoio; nulla mi assicurava che in camera saremmo stati al sicuro, ma cercavo di contenere i danni.
"Se non sbaglio, in realtà, ero tu che dovevi darmi una risposta, no?" gli feci notare, sedendomi davanti a lui sul piccolo divanetto in velluto a due posti, in fondo alla stanza.

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Il viandante mi chiese di uscire in giardino e lo seguii.. "Mah, è sempre tutto così difficile" sospirai "Vuoi una camminata romantica, magari mentre mi parli di te?" sorridendo appena.

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Gwen ed Elv tornarono in camera di lei, lontano da occhi ed orecchie indiscrete.
"Beh, in tutta sincertità resto della mia idea..." disse lui "... sei stanca e spaventata e questa storia sta fiaccando anche me..." avvicinandosi a lei "... forse dovremmo andarcene... anarcene da questo castelloe dai suoi fantasmi..."
Intanto, nel giadino del castello, il viandante passeggiava con Altea.
"Una passeggiata romantica..." sorridendo lui "...e dimmi... cosa vorresti sentirti dire dall'uomo dei tuoi sogni? Anzi, sono curioso... come deve essere l'uomo capace di farti innamorare perdutamente?" Fissandola.

"Essere se stesso, non avere segreti, credere ed avere fiducia in me, essere passionale e protettivo ma anche un mistero" mi fermai sotto un salice e lo osservai "Chi sei tu.. Non lo dirò a nessuno".

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Come credevo, aveva promesso che mi avrebbe ascoltata, che ci avrebbe pensato, ma era proprio l'opposto.
"Ma se ciò fosse vero, non risolveremmo scappando da qui" commentai "E poi, cos'è che ti fa essere così sicuro che sia tu ad avere ragione e non io?" chiesi a quel punto, con tono insofferente.

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Il viandante guardò Altea negli occhi e le sorrise.
Poi si avvicinò al suo orecchio e vi sussurrò qualcosa, piano, lentamente, sfiorandole la pelle con le labbra.
In quel momento si udì un grido.
Proveniva dal camminamento di ronda.
Il grido fu udito anche nella camera di Gwen.
"Un grido..." disse Elv che non riuscì a rispondere alla ragazza "... andiamo a vedere..."

Ancora una volta venivamo interrotti da qualcosa che succedeva in questo maledetto castello.
Sarebbe stato meglio raderlo al suolo, avrebbe risparmiato molte incombenze e soprattutto fastidi.
Quel grido riverberò potente in tutto il palazzo, proveniva dal camminamento esterno.
Così, andammo a vedere di cosa si trattasse.

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