"Non dovranno esserci testimoni." Disse la voce a Gwen. "Ma forse potrai salvare il tuo amico... dipende da te, Gwen."

Potevo?
"Dov'è l'inganno?" chiesi subito "So che c'è. Non puoi dirmelo senza un prezzo da pagare" ero certa che fosse così, altrimenti perchè avrebbe cambiato idea?
Mi aveva detto che non avrei potuto, che avrebbe salvato solo me, dunque cosa era cambiato, nel frattempo?

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"Si, tutto ha un prezzo, Gwen..." disse la voce "... un patto... che manterrai... tu e la tua discendenza... che io ti permetterò di avere con Elv..."

Ecco, allora i miei calcoli non erano sbagliati.
"E dunque, qual è questo prezzo?" chiesi allora, inquieta e curiosa al contempo.
Era chiaro che mi avrebbe messa con le spalle al muro ed ero certa che avrebbe fatto in modo che non potessi rifiutare.
Speravo solo, ipoteticamente accettando, di non commettere un grave errore.

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"Fedeltà ad un simbolo..." disse la voce "... un simbolo che onorerai ed a cui sarai devota... tu e la tua discendenza... questo è il patto... rispettalo ed io manterrò l'impegno di salvare te ed Elv..."

Li ascoltai intensamente, sempre più incredula.
Va bene avere poca cultura ed essere preda della superstizione ma da lì a credere agli angeli ce ne passava.
Cercai tuttavia di nascondere il mio pensiero, mi voltai verso Best con aria incuriosita.
Poi una frase mi fece riflettere.
"State dicendo che sono ancora qui?" Con tutta l'aria stupita che riuscii a fare "Oh sarebbe bellissimo vederli!" Esclamai.

"Un simbolo? Quale simbolo? È per caso una setta? Magari quella che da secoli uccide i Duchi di Dantorville? Dobbiamo passare dalla parte dei carnefici, per aver salva la vita?" dissi, trattenendo a stento un moto di rabbia dentro di me.

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"Un servo per la benedizione" sospettosa della richiesta che il capitano aveva chiesto.."Scusate mi sta mancando l'aria, esco in giardino un attimo, sarà la tensione".
Invece stavo benissimo ed uscii col viandante "Qualcosa non mi convince" sottovoce "Prima di tutto Padre Tommaso che è dovuto andare a Nolhia ed è arrivato questo parroco.. Ricorda, mio cugino gli disse di soggiornare nel castello la notte che hanno fatto la messa in scena. Poi il capitano che voleva la benedizione del parroco e mi chiesi del motivo. È appurato, Minsk ha ammesso che quella polvere l'ha creata lui per la messa in scena del fantasma di Ghin, ma ora a cosa è servito.. E perché padre Pilo vuole essere accompagnato al castello stanotte?"portando una mano sulla sua spalla" È un complotto di più persone, e temo stanotte accadrà qualcosa, io non mi fido di questo prete.. Chiedigli chi ha mandato il servo, a questo punto dobbiamo seguire le mosse del parroco sembra" aspettando una sua risposta.

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"Si, gli angeli sono nascosti nella brughiera, madama." Disse l'uomo a Destresya.
Intanto, in un altro luogo imprecisato, Gwen era ancora avvolta da quella luce fredda.
"Non c'è nessuna setta qui." La voce a lei. "Veniamo da lontano, per fare giustizia, per un mondo migliore."
Nello stesso istante, nella chiesa della contrada, il viandante ascoltava Altea ed i suoi sospetti.
"Ne sei certa?" Lui fissandola. "Sospettare di un chierico è una cosa grave..." pensieroso.

"E se fosse un falso prete? Dobbiamo portarlo in castello e seguirlo, che dici?".

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Riflettevo e riflettevo, cercando di capire quale potesse essere la scelta migliore per noi.
"In cosa consisterebbe questa fedeltà a questo simbolo?" facevo più domande possibili per sapere se avrei rischiato di fare un passo falso.

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Lanciai un'occhiata a Best, un'occhiata di intesa ma anche di perplessità.
Gli angeli... gli angeli non esistevano di certo, il mio signore me lo diceva sempre!
Ma quella gente aveva davvero visto qualcosa, e noi dovevamo scoprire che cosa fosse.
"E dove sono adesso?" chiesi, sempre fingendomi ingenua e incuriosita.
Dovevamo trovarli e vederli.
"Chissà come sarebbe bello vederli!" dissi, sorridendo.

"Se è qui è perché lo ha inviato il vescovo..." disse il viandante ad Altea "... possibile che ci sia sotto un inganno?" Perplesso.
Intanto, in un altro luogo, Gwen era bloccata sotto quella fredda luce.
"Difendere i valori e gli ideali del nostro simbolo." La voce. "Tu ed i tuoi discendenti. Se tu o qualcuno di loro verrete meno a questo patto, io vi strapperò coloro che avete scelto come amati."

Ecco, per l'appunto, mi metteva con le spalle al muro.
Non avrei voluto arrivare a questo punto, ma era stato inevitabile.
"Spiegami quali sono i valori di ciò che andate predicando" dissi ancora, spaventata nel porgere la domanda allo stesso modo in cui lo sarei stata nell'udire la risposta.

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"Nel cuore della brughiera, madama." Disse di nuovo l'uomo a Destresya. "Li abbiamo visti rifugiarsi là, con il loro carro di fuoco."

Angeli e carro di fuoco... che dire, di bene in meglio!
Mi trattenni dall'alzare gli occhi al cielo e ringraziai con un sorriso quei villani per la loro cordialità.
Presi per un braccio Best e lo portai verso la carrozza.
"Hai sentito? Nella brughiera, andiamo là e cerchiamo di capire che diavolo ha visto questa gente!" scuotendo la testa.
Odiavo non cpaire le cose, lo detestavo!

"Vogliamo un mondo giusto e libero." Disse la voce a Gwen. "Un mondo fatto per gli uomini e non uomini fatti per un mondo innaturale. Voglio la fedeltà tua e dei tuoi discendenti. Voglio che tu sia dalla nostra parte."

"È quasi sera, madama..." disse Best a Destresya che l'aveva preso sottobraccio "... Non pensare sua pericoloso andare ora nella brughiera?"

"A sentir te dovremmo starcene sempre nascosti!" sbottai "Hai il coraggio di un bruco, che diamine, non sembri proprio parente del mio signore!" alzando gli occhi al cielo.
"Se tu vuoi andare via, fai pure, io vado nella brughiera, non ho intenzione di fare da balia, chiaro?" risalendo sulla carrozza.

Ascoltai e riflettei, a lungo.
Apparentemente, non chiedeva nulla di esoso, nulla di troppo impegnativo, ma la realtà dei fatti sapevo che potesse essere diversa.
Era una grossa responsabilità, lo sapevo, ma cos'altro potevo fare?
Speravo solo che Elv capisse le mie ragioni senza giudicarmi e che decidesse di accettare.
Presi un profondo respiro.
"Va bene, accetto."

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"Non lo so... Ma lui.. È sempre presente.. Vero è che il servo.. Se era un servo aveva addosso quella polverina? Ieri sera.. A che scopo.. Entriamo".
Rientrai in canonica e chiesi a Padre Pilo "Chi aveva mandato il servo per la benedizione? Comunque potete venire con noi.".

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Best guardò Destresya e sentì montare dentro di lui una forte rabbia.
Era stanco di essere trattato come un buono a nulla, un ragazzo senza sangue nelle vene ed un incapace.
"Come volete, madama." Disse salendo nella carrozza. "Andremo nella brughiera."
La vettura partì e si immerse nelle ombre che svolgevano la sinistra brughiera.
Lungo uno stretto sentiero attraversarono una zona cupa e silenziosa, fino a giungere presso le rovine di una casa fra 2 querce.
Intanto, nella chiesa della contrada, Altea aveva chiesto a Don Pilo di andare con loro al castello dei Dantorville.
"Certamente, se questo è il vostro desiderio, milady." Annuì il chierico. "Prendo il necessario per la Benedizione e poi sarò pronto a seguirvi."
Nello stesso momento Gwen era ancora sotto quella misteriosa e fredda luce.
"Brava." La voce. "Hai fatto la scelta migliore."
La luce aumentò e poi più nulla.

Salimmo in carrozza ed arrivammo in castello, entrai e dissi a voce alta "Don Pilo è qui per la benedizione, qualcuno ha mandato un servo per questo.. Bene.. Cosa dovrebbe benedire? Sarò presente pure io" annuendo al viandante in gesto di seguirmi e starmi vicino.

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Altea entrò nel castello ed annunciò l'arrivo con lei di Don Pilo.
Però nessuno dei servi però osò rispondere alle sue parole.
Fu fatto chiamare Ghin, che subito si presentò e salutò il chierico.
"Vorrei fare un giro nel castello, milord." Disse al duca.
"Certo, fate pure." Annuì questi, mentre il viandante era accanto ad ltea.

"Cugino, il prete è venuto a benedire il castello" osservando il viandante e poi il prete "Sarà mia cura accompagnarvi don Pilo visto vi prontate sempre a venire da voi".
Voleva fare il giro del castello da solo, era molto strano.

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L'avevo fatta davvero?
Lo speravo.
Speravo proprio di sì, o non me lo sarei mai perdonato.
La luce si fece forte, molto forte, quasi da accecarmi.
Poi più nulla.

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"Grazie, milady." Disse il chierico ad Altea.
"Tra poco ceneremo." Ghin. "Sarà in vostro onore, padre."
Allora, seguiti dal viandante, la dama de Bastian ed il religioso cominciarono il giro nel castello.
Era una sera appena limpida, fresca, chiara di luci lontane sui monti vicini, come se coronassero le forme di quello scenario misterioso e romantico al tempo stesso.
"Col vostro permesso, milady..." ad un tratto il chierico "... vorrei pregare presso la Croce nel cortile del castello." Detto ciò raggiunse la Croce e si inginocchiò a pregare, lasciando Altea in compagnia solo del viandante incappucciato.

Un lampo, un attimo solo in cui tutti i suoi ricordi parvero attraversare la sua mente, poi pian piano Gwen riaprì gli occhi.
"Ehi..." disse Elv giocando con le dita fra i suoi capelli rossi "... ti eri addormentata sul mio petto..." baciandola dolcemente.

"Oh prego fate pure" mentre il buio di quella notte mi avvolgeva come i suoi misteri. Presi poi il viandante per mano "Seguiamolo, andiamo verso la Croce" e uscii nel giardino osservando e stavolta eterea come proprio un fantasma.

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Il viandante ed Altea si avvicinarono di qualche passo al chierico inginocchiato ai piedi della Croce, abbastanza per sentirlo pregare.
"Sta pregando..." disse sottovoce il viandante alla dama "... lasciamolo tranquillo, affinchè non siano disturbate le sue orazioni..."

"Certo, ma voglio vedere che accade.. Questo attaccamento di Ghin verso lui non mi convince, non è che mio cugino sia così Cattolico... Amore" baciandolo sulle labbra ma guardinga.

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Fu un unico lampo, durante il quale un fiume di ricordi e pensieri mi invase all'improvviso.
Poi, riaprii gli occhi e mi ritrovai sul petto di Elv, mentre lui intrecciava le dita fra i miei capelli.
Potevo quasi vederle le sue dita affusolate e aggraziate di ambra mischiarsi col rame delle ciocche.
Ricambiai teneramente il suo bacio, poi accennai un sorriso.
"Evidentemente, sei più comodo del cuscino..." mormorai piano.

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"I duchi Dantorville, nonostante la loro condotta spesso discutibile, sono comunque sempre stati legati alla chiesa..." disse lui ad Altea, per poi prenderla fra le braccia e far sue le labbra di lei, incatenandole alla sua bocca ed alla sua lingua in un bacio caldo ed appagante, profondo e penetrante.
Si baciarono così per un lungo istante, avvolti solo dalle ombre della sera, immutabili ed immutate dai tempi più antichi, quelli degli eroi e degli amanti di storie lontane.

Elv sorrise.
"Stavi sognando prima..." disse sorridendo a Gwen "... parlottavi qualcosa nel sonno, ma non sono riuscito a capire cosa..."

Di sicuro, era arrivato il momento di parlarne.
Probabilmente, non mi avrebbe mai creduto, ma dovevo tentare.
"Io non credo siano solo sogni... Lo so che non mi credi, forse pensi che io sia pazza, ma non lo sono" dissi fermamente, guardandolo.

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Rimasi così.. Ferma in quella notte umida, misteriosa.. Abbracciata a lui mentre sancivamo il nostro amore con quel bacio profondo. Fu un attimo, forse la passione o l'ardore.. Le mie mani si posarono sul suo cappuccio lasciando si sporgesse lentamente e aprii gli occhi dicendo "Sai molte cose di noi Dantorville, non sarai un erede mascherato?" sorridendo.

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"Cosa" disse Elv a Gwen "cosa intendi dire? Non sono sogni?" Fissandola.
Intanto, nel cortile del castello, tra le ombre della sera ed il profumo delle eriche, Il viandante faceva sua la meravigliosa bocca di Altea con un bacio magico e misterioso, come il suo volto.
"Se ti dicessi la verità" mormorò sulle labbra di lei "forse mi vedresti con occhi diversi..."

"A dire il vero si.. O forse no.. Non ti tradirei mai, forse è meglio sapere ora la verità che dopo, non pensi?" accarezzando il suo volto ancora celato.

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Scossi la testa e mi sedetti accanto a lui, guardandolo.
"Ogni volta che vedo quel gufo perdo i sensi e poi ho strane visioni, in cui parlo con una persona, anche se non ho idea di chi sia. Oggi, mi ha detto una cosa..."

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Lui la fissò e sorrise piano dal suo cappuccio, mentre Altea gli sfiorava il volto.
Ma prima che potesse dire qualcosa alla dama, il chierico, concluse le sue preghiere, tornò da loro.
"Credo si possa andare a cena ora." Disse Don Pilo.
Aveva visto quel viandante baciare la nobile De Bastian?