"È stato come ieri notte, uguale" continuai, con tono concitato "Ma c'era questa voce, mi diceva che avrebbe potuto salvare solo me dall'assassino che perseguita Ghin, ma io ho detto che volevo salvare anche te e lei insisteva, poi è sparita..." alla fine sospirai, quasi afflosciandomi su me stessa.
Ancora non mi era chiaro proprio nulla di tutto ciò, ero confusa e non riuscivo a capire chi volesse cosa da me.

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"Gwen..." disse Elv prendendo il viso di lei fra le mani "... Gen, era solo un sogno... ora calmati... se stai bene troveremo il modo di tornare al castello..." fissandolo.

Bloccò il mio impeto, prendendo il mio viso fra le mani e mi persi nei suoi bellissimi occhi neri.
Tremavo, mi sentivo tesa come una corda di violino e non mi sentivo affatto bene.
Annuii lentamente.
"Ho freddo..." mormorai piano, stringendomi a lui, addosso ancora i vestiti zuppi sotto al mantello, ora più pesante poichè intriso di acqua.
Avevo solo voglia di andare in camera a fare un bel bagno caldo, che speravo mi aiutasse a calmarmi oltre che a scaldarmi.

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Elv la guardò, le accarezzò il viso e poi si tolse la giacca, che avvolse attorno al corpo bagnato di Gwen.
Aveva smesso di piovere e tornarono a piedi alla contrada.
Qui trovarono un villano che li portò con il suo carro fino al castello, dove Gen potè farsi un bagno caldo e riposare.

La sua carezza fu confortevole come la sua giacca sulle mie spalle, forse ancor di più.
Tornammo indietro a piedi, per fortuna non pioveva più e lì trovammo un uomo che ci riportò al castello.
Subito, non appena arrivai, entrai nella vasca colma di acqua calda e fumante, oltre che profumata.
Mi sentii rinata e mi rilassai, oltre che a scaldarmi, cercando per un po' di allontanare quelle brutte cose che mi erano capitate nelle ultime ore.

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Dopo un pò che Gwen fu entrata nella vasca, qualcuno bussò alla porta della sua camera.

Ero nella vasca da un po', quando qualcuno bussò alla porta.
"Sì? Chi è?" chiesi a voce alta, dal bagno.

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"Sono io, Gwen..." disse da fuori Elv che aspettava dietro la porta della camera.

"Entra, la porta è aperta..." lo invitai, sollevata che fosse lui.
Dopo le parole di quella strana voce in sogno, ammesso che fosse un sogno, mi sentivo come sulle difensive, ogni istante.
Non capivo cosa potessimo entrarci noi, con le minacce di morte ai duchi, na di certo non stavo tranquilla.https://uploads.tapatalk-cdn.com/201...19caa5365c.jpg

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Elv allora entrò, raggiungendo la vasca dove Gwen era immersa.
"Oh, scusa..." disse "... non volevo disturbarti... posso passare più tardi..." fissandola.

Elv entrò, vedendomi immersa nella vasca.
Poggiai il braccio ed il viso sul bordo della vasca, un mezzo sorriso divertito.
"O magari, potresti farmi compagnia..."

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Elv la guardò e sorrise malizioso.
"Sai..." disse a Gwen "... che non è affatto una cattiva idea?" Facendole l'occhiolino.
Allora cominciò a spogliarsi davanti a lei, fino a restare completamente nudo.

Il mio sorriso si ampliò vedendo che accettava di buon grado la proposta.
Rimasi allora ad osservare il suo bellissimo corpo man mano che si spogliava, finché il mio cuore iniziò a battere forsennatamente quando si spogliò completamente ed io gli feci spazio dietro di me, così che potesse entrare, tutto ciò senza smettere di guardarlo.
Era stupendo e non potevo crederci di averlo aspettato così tanto, avevo desiderato tutto ciò infinite volte ed ora dovevo quasi darmi un pizzico per convincermi che non fosse tutto un sogno.

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Elv, completamente nudo, si avvicinò alla vasca ed entrò, fissando e sorridendo a Gwen.
Allora entrò, immergendosi nell'acqua calda e nella schiuma profumata.
La vasca era stretta ed allora si sistemò contro il bordo, facendo stare Gwen stretta contro il suo petto.
Ora erano l'una contro l'altro, con lui che cominciò a lavare le spalle e le braccia di lei.

Entrò sistemandosi dietro di me e subito mi sentii sostenuta dal suo corpo ben fatto, stretto contro di me.
Era una sensazione indescrivibile, il mio cuore batteva sempre più forte, ero letteralmente in fibrillazione e non riuscivo a pensare ad altro se non a lui.
Iniziò lentamente a lavare le mie spalle e le braccia, come in un bellissimo massaggio ed io mi rilassai al suo tocco.
Poi, voltai il capo verso di lui, il mio viso quasi sul suo.
"È la cosa più bella del mondo..." sussurrai.

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Arrivò Don Pilo e lo salutammo.. "Sono venuta qui per sapere se eravate al corrente mio cugino Ghin è vivo.. È stata una farsa" e spiegai il tutto al prete e che aveva fatto il funerale a una povera vittima. Spiegai che il viandante mi aveva pure consigliato di andare via o potevo essere in pericolo.

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Guardai il cielo, plumbeo che non permetteva nulla di buono.
"Dobbiamo riuscire a fare qualcosa, Best, il piano era andare nella brughiera e interrogare la gente del luogo, ricordi? Non credo che stando qui potremo capirci qualcosa, hai un'idea migliore?" gli chiesi, fissandolo negli occhi.

Gwen ed Elv erano insieme nella vasca, con lui che lavava lei, insaponandola e stringendola contro il suo corpo ben fatto e bagnato.
Allora le loro labbra si incontrarono, unendosi in un bacio caldo ed appagante, mentre le loro mani si intrecciano forte.
Intanto il viandante ed Altea erano da Don Filo.
"Milady..." disse il chierico "... siete una Dantorville e credo che il vostro posto sia al castello. Se abbandonate il ducato il vostro popolo si sentirà perduto."
"Cosa ci consigliate di fare, padre?" Chiese il viandante.
"Io vi direi di pregare, figliolo..." rispose il religioso "... ma temo che potrebbe non bastare, vero?"
Il viandante lo fissò senza dire nulla.

"Forse avete ragione, madama." Disse Best a Destresya. "Andiamo allora nella brughiera."
Il cielo era sempre scuro ed inclemente, ma la pioggia aveva smesso di scendere sulla contrada.
Allora il giovane preparò la loro carrozza e i 2 lasciarono il castello, dirigendosi verso la brughiera.
Raggiunsero così un gruppo isolate di casupole, proprio dove la notte prima si era visto lo strano fenomeno di luci.
Qui i 2 trovarono diverse persone intente a pregare davanti ad una nicchia con la statua Del Bambino e la Vergine Maria.

Le nostre labbra si incatenarono a lungo, con foga e passione.
Strinsi ancor più le sue braccia attorno a me, sentendomi desiderata, protetta e sostenuta dal suo corpo perfetto contro il mio, mentre approfondivo ancora quel bacio già appagante.
Non c'era nessun altro posto in cui volessi essere, era tutto perfetto, ideale.
Lui era tutto ciò che inconsapevolmente avevo cercato e non solo per il desiderio che a lungo avevo provato nei suoi confronti, ma la sua vicinanza, la sua presenza nella mia vita, era qualcosa di cui non avrei potuto più fare a meno.

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Arrivammo nella brughiera, esattamente dove si era tenuta quella strana manifestazione atmosferica.
Lì ci aspettava uno spettacolo prevedibile, gente che chiedeva l'aiuto divino, come se al ciell fregasse qualcosa di noi mortali.
Cosi avrebbe detto il padrone.
"Vediamo di scoprire qualcosa!" Dissi al ragazzo, passandogli una mano sul braccio.
Allora scesi dalla carrozza e mi avvicinai alla gente, con l'aria stranita di chi passava di lì per caso.
Mi avvicinai così a qualcuno che non stava pregando.
"Mi scusi buonuomo, sa dirmi che cosa succede?" Con modi gentili ed eleganti, gli occhi grandi e l'aria sperduta.

Gwen ed Elv si baciarono a lungo, stringendosi ed accarezzandovi a vicenda, fra le essenze dei sali e la schiuma profumata.
Il tepore del vapore avvolgeva ogni cosa nella stanza, mentre i loro corpi immersi in quell' acqua profumata si univano e si abbandonavano ai piaceri della passione e dell'amore.
A lungo e più volte trovarono la gioia dei sensi, insieme.

Quel momento tenero e sussurrato durò a lungo, fra il profumo dell'acqua e il tepore della stanza.
Poi, giunse il momento appassionato in cui potemmo dare sfogo al nostro desiderio.
Lo avevamo lasciato sopito per troppo tempo ed ora era finalmente arrivato il momento di viverlo liberamente, come volevamo.
Ci unimmo infinite volte, sospirando e gemendo insieme.
Era ancora più bello di quanto potessi mai immaginare.
Era un'unione perfetta, come se dovesse essere così, come se fosse scritto, era così che lo sentivo.
I nostri corpi si modellavano insieme, quasi fossero stati creati apposta per questo ed io assaporai ogni istante di quella meravigliosa sensazione.

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"Stanotte, madama, sono apparsi degli angeli." Disse uno di quelli che pregavano a Destresya. "Sono scesi dal cielo con un carro di gioco e di luce. Sono arrivati nella brughiera ed ora dimorano in questa terra."
"Come fate a dirlo?" Chiese Best.
"Perché non sono più ripartiti." Rispose un altro di quelli.

A lungo si amarono in quella vasca, fra il sapone e profumato ed il vapore caldo, trovando il piacere reciprocamente l'uno nell'altra.
Poi Elv si alzò ed uscì dalla vasca, aiutando poi Gwen a fare lo stesso.
Asciugò allora il corpo bagnato di lei con un asciugamano.
La prese allora in braccio e la portò sul letto, dove di nuovo fecero l'amore, per tutto il giorno, fino al tramonto.

Alla fine di quei momenti appassionati, uscimmo dalla vasca e lui asciugò con attenzione il mio corpo.
Ma una volta finito, ricominciammo, ancora ed ancora, per un tempo interminabile.
Mi sembrava di essere fuori dal mondo, come fossimo su un pianeta solo nostro, in cui esistevamo solo noi e nessun altro.
Era indescrivibile, eravamo completamente avvolti e guidati dal piacere e dall'amore, erano le nostre uniche regole.
Non avrei potuto chiedere modo migliore per suggellare quel sentimento che univa entrambi indissolubilmente, nonostante avessimo fatto di tutto per nasconderlo, scioccamente.
Ma ora nulla di tutto ciò aveva più importanza.
Ma solo noi due, ed il nostro amore, che scandì le sfumature del Sole fino al tramonto.

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Restarono a lungo nel letto, con Gwen sul petto di Elv e lui a giocare fra i capelli di lei.
Videro dalla finestra passare tutti gli infiniti colori che dividono il tramonto dal crepuscolo, fino al sopraggiungere della sera.
"Dimmi cosa pensi..." disse in un sussurro Elv.

Restammo in silenzio, lui a stringermi sul suo petto e giocare coi miei capelli ed io ad ascoltare il battito del suo cuore che progressivamente si attenuava, diventando più regolare.
Alzai poi gli occhi alla sua domanda e sorrisi appena.
"Ho desiderato talmente tante volte e così tanto intensamente che tutto ciò si realizzasse che non mi sembra vero che stia accadendo sul serio..." iniziai, parlando piano "Vorrei avere un pianeta solo nostro, dove esistere solo noi due come vogliamo, ad amarci sempre, senza doverci preoccupare di tutto il resto..." aggiunsi alla fine.
Poi lo guardai.
"Tu a cosa pensi?"

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"Padre Pilo noi siamo credenti, ma capirete, qui qualcuno vuole celare qualcosa, e stanotte abbiamo visto il Cielo con lampi incandescenti... Sembrava l'apocalisse.. Ho scritto al Vescovo e al Duca Taddeo ma non hanno risposto.. Volevo un aiuto".

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"Penso che sono felice..." disse Elv guardando Gwen, per poi baciarla piano, dolcemente.
Era ormai sera e ad un tratto qualcosa, dopo quel bacio, attirò l'attenzione della ragazza dietro i vetri della finestra.
Si vedeva infatti, appollaiato su un ramo di fronte, ancora una volta un gufo.

"Vi capisco, milady..." disse il chierico ad Altea "... dobbiamo confidare nella Divina Provvidenza... se volete sta notte verrò con voi al castello dei Dantorville..."
Intanto il viandante aveva notato qualcosa a terra, chinandosi per vedere meglio.
"Padre..." mormorò "... avete conoscenze chimiche?"
"Io?" Stupito Don Filo. "Oh, certo che no. I miei studi riguardano la Teologia e la Pstrudtica, figliolo." Sorridendo.
"È fissa giunto qualcuno a farvi visita di recente?" Chiese il viandante.

Sorrisi teneramente, spiazzata dalla sua risposta semplice, eppure veritiera, essenziale.
Accolsi il suo bacio dolcissimo accarezzandogli il viso.
"Anch'io sono felice..." risposi piano.
Qualcuno una volta disse che la felicità è un sentimento sussurrato, da esprimere sottovoce ed era infatti così che mi sentivo adesso.
Poi, però, un sassolino imprevisto venne ad increspare la superficie calma e pacata di quel momento.
Vidi un gufo appollaiato fuori dalla finestra.
"Non posso crederci che sia ancora quel gufo..." sussurrai, spaventata.

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"Vi ringrazio per la cortesia ma servirebbe a poco, anche il mio capitano stanotte voleva voi veniste al castello" osservando il viandante "E ricordo voi eravate a dare la benedizione e poi successe il fatto a Ghin" e ricordai la presenza del chierico e la fuga improvvisa di Don Tommaso mi destò sorpresa.
Ma il viandante trovò qualcosa a terra e andai a vedere "Che polvere si tratta? Quella luminescente?" osservando il viandante e poi aspettando risposta dal chierico.

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"Gufo..." disse Elv sporgendosi verso la finestra "... io non vedo nessun gufo, Gwen..." tornando a stendere il capo sul cuscino vicino a lei "... sarà volato via..." sorridente.
Ma la ragazza lo vedeva ancora quel gufo.
Era su un ramo davanti alla finetra, fissandola intensamente.
Poi le sorrise di nuovo.
O almeno così lei credeva.
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Altea si avvicinò al viandante che era chino a terra per osservare la polverina.
"Si..." disse annuendo alla dama "... è proprio quella polverina luminosa usata per far credere il duca hin un fantasma..."
"Che cosa curiosa..." chinandosi anche Don Filo "... non ho mai veduto questa strana polverina di cui mi dite..."
"Forse avete avuto delle visite ultimamente, padre?" Il viandante. "Uno dei 2 scienziati? Possibile?"
"No..." scuotendo il capo pensieroso il chierico "... ne sono certo... forse uno dei servitori del duca... si, ora ricordo... forse ieri... era uno dei servi di sua signoria... è passato qui proprio per chiedermi di andare al castello per benedirlo... rammento il suo volto molto spaventato..."

Elv non lo vedeva, ma io sì!
Come poteva non accorgersene?!
"No, è lì, ti dico! Davvero non lo vedi?" chiesi, con tono concitato "È sempre lo stesso, sempre con quella strana espressione..." aggiunsi poi, con tono ora accorato e spaventato.
Non volevo che apparisse adesso, non ora, che stavo vivendo quel momento perfetto con Elv.
Non volevo che scacciasse dal mio cuore quelle bellissime emozioni...

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"No, non vedo nulla..." disse Elv sollevando di nuovo il capo dal cuscino "... ti farai suggestionare forse dal vento che muove le foglie di quell'albero... ma non c'è nessun gufo, Gwen."
Ma lei lo vedeva chiaramente.
L'uccello allora aprì le ali e volò verso il vetro della finestra, sempre con gli occhi fissi su Gwen.
Poi più nulla.

Scossi la testa con convinzione.
"No, no è lì, lo vedo distintamente. Poso capire se è un gufo o sono solo le foglie" insistetti.
Non avevo intenzione di desistere, dovevo capire cosa c'era dietro e soprattutto perché cercasse proprio me, perché Elv non lo vedesse.
Era impensabile!
Improvvisamente, il gufo si sollevò in volo, spalancando le ali e facendomi sobbalzare.
Poi più nulla.

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La luce.
Bianca e fredda, senza odore, senza calore, senza forma.
Il letto freddo, forse di ferro o qualche altro metallo.
Uno strano tintinnio in sottofondo, un rumore indecifrabile, indescrivibile per Gwen e per chiunque altro del suo Tempo.
"Stanotte il duca sarà ucciso." Disse una voce senza accento, nè emozione. "E forse tutti coloro che sono nel castello. Avrei potuto salvarti, Gwen. E forse posso farlo ancora." La vice che sembrava provenire da quella luce fredda.
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Trovai di nuovo quella luce.
Lattiginosa, pallida, fredda.
Ero stesa su uno strano letto di metallo, sembrava dello stesso materiale di quel carro.
Era di nuovo quella scena, quella che avevo vissuto mentre eravamo nel bosco.
E ancora quella voce.
"No..." mormorai subito "Te l'ho già detto. Non voglio. Non voglio se non ho Elv con me. Vuoi uccidermi? Tu o chiunque altro? Bene. Accomodatevi. Ma io non voglio nulla da te, chiunque tu sia" dissi ancora.
"E poi, cosa c'entriamo noi? Perché non solo il Duca? È lui che vuole, no? Allora lasciateci stare."

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